È stata sviluppata dall'Istituto italiano di Tecnologia e dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Le potenziali applicazioni vanno dalla stimolazione del nervo acustico al trattamento del Parkinson luglio 2015
UNA TECNICA che potrebbe aprire la strada a una nuova stimolazione neurale non invasiva (senza elettrodi collegati al paziente) per malattie come il Parkinson, e perfino nuove prospettive per la cura della sordità e per la stimolazione dei muscoli, compreso quello cardiaco. È stata sviluppata da un gruppo internazionale di ricerca guidato dal Centro di Micro-BioRobotica dell'Istituto italiano di Tecnologia (Iit) a Pontedera e dall'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e si basa sull'"accensione" a distanza delle cellule nervose via wireless. La nuova tecnica è basata sull'uso di nanoparticelle e ultrasuoni. I risultati ottenuti in provetta sono stati pubblicati sulla rivista ACS Nano.
"Nei nostri esperimenti abbiamo coltivato i neuroni in presenza di nanoparticelle piezoelettriche, capaci cioè di convertire energia meccanica in energia elettrica", spiega Attilio Marino, dottorando in BioRobotica del Sant'Anna presso l'Iit. "Per produrle", aggiunge, "abbiamo usato il titanato di bario, un materiale biocompatibile e sicuro anche ad alte concentrazioni". Una volta a contatto con i neuroni, le nanoparticelle si sono andate a incastonare sulla loro membrana esterna, pronte a entrare in azione: "Quando vengono stimolate a distanza con gli ultrasuoni, le nanoparticelle si deformano", continua Marino, "e convertono questa energia meccanica in un potenziale elettrico in grado di eccitare le cellule nervose".Le possibili applicazioni di questa scoperta sono molteplici, come spiega Gianni Ciofani, coordinatore del gruppo presso l'Iit di Pontedera: si va dalla ricerca sul sistema nervoso alle neuroprotesi, dal trattamento del Parkinson alla medicina rigenerativa. "Altre applicazioni potenziali", precisa Ciofani, "sono la rigenerazione dei nervi periferici e la stimolazione sensoriale, ad esempio quella del nervo acustico in alcuni tipi di sordità". La tecnica potrebbe essere usata "per stimolare anche altri tessuti eccitabili come il tessuto cardiaco".
Nessun commento:
Posta un commento