lunedì 30 novembre 2009

vogliono privatizzare la Protezione Civile .........auguri!!

musica : gipsy king , un amor

come abortiscono le clandestine : fai da te' , a 14 euro , Maroni rifletta!

da La Repubblica delle donne (che va ringraziata per questa informazione!) del 28/nov/09 , 

E 'scappata via in pantofole dal reparto dì ginecologia dì una grande cllnica milanese, M. M.: vestita di niente, era arrivata pochi giorni prima in ambulanza in preda a fortissìme contrazioni. Una visita al pronto soccorso e nessun dubbio sulla causa dell'emorragia: sei pastiglie di Cytotec, farmaco antiulcera usato illegalmente per procurarsi l'aborto, infilate direttamente in vagina. Rumena, 19 anni, professione prostituta per sua stessa ammissione, era al sesto mese di gravidanza. Nessuno sa se il suo bambino sia poi nato, se lasua sia stata una scelta vera o obbligata, magari con la violenza o le minacce. Di certo oggi, otto mesi dopo, M.M. è stata condannata in primo grado a 20 giorni di reclusione per «aver tentato volontariamente di interrompere la gravidanza in violazione della legge 194»: un caso ranssimo, i medici quasi mai sporgono denuncia. «Ma la pena è stata sospesa», spiega il pm Marco Ghezzi, titolare dell'indagine. Clandestino e sa parola chiave di questa vicenda. "Off label", almeno in Italia, e l'uso del Cytotec per scopi dìversi da quelli denunciati dall'azienda che lo produce, in origine la Searle,poi inglobata nella Pfizer. Clandestino è l'aborto che può indurre, clandestine sono spesso le donne che come M. M. vi fanno ricorso, lo dicono alcuni ginecologi che lavorano nei Pronto soccorso degli ospedali o gli addetti ai lavori dei centri di aiuto agli immigrati. Dal 19 novembre, tra inchieste parlamentari, lungaggini burocratìche e mille polemiche, è legale in Italia l'aborto farmacologico con la pillola Ru486 («ma le Regioni non hanno ancora e-messo delìbere esplicative e non si sa quanto ci vorrà», dice la gìnecologa Graziella Sacchetti del Naga, associazione impegnata nella tutela degli stranieri): ma la vita reale è corsa più veloce. Il Cytotec è un medicinale a base di misoprostolo, una prostaglandina che ha ottime proprietà terapeutìche contro l'ulcera, ma che è molto utilizzata in tutto il mondo per indurre l'aborto farmacologico (da sola o per potenziare l'effetto della Ru486) o le contrazioni del parto, «Peccato che, di tutte queste indicazioni, sul bugiardino italiano non vi sia traccia. L'azienda produttrice non ne mai fatto richiesta, evidentemente vuole restare fuori da ogni implicazione polìtica. Da noi viene impiegato molto in ginecologia», chiarisce la dottoressa Silvana Agatone dell'ospedale Pertini di Roma, «ma si tratta di un uso improprio, per il quale potremmo anche essere denunciati». «In Francia il misoprostolo è registrato per indurre il travaglio abortivo, nel Regno Unito lo stanno regolamentando per provocare quello a termine, perfino l'Oms, secondo studi recentissimi, lo sta inserendo nella lista dei farmaci essenziali», spiega Silvio Viale, ginecologo del Sant'Anna dì Torino, militante radicale, primo a partire in Italia con la sperimentazione della Ru486 e relatore al Senato dì un rapporto sul Cytotec proprio in queste settimane. Dal 2005 per limitarne l'uso clandestino, questo medicinale può essere acquistato (costa circa 14 euro) solo con una prescrizione medica non ripetìbìle, ma, come ha provato l'inchiesta di Giulia Santerini per Repubblica tv, non è difficile convincere qualche farmacista di avere problemi di stomaco, né raccontare al medico di averne bisogno, o tutt'al più comperarlo al mercato nero o su Internet, dove circola liberamente. E così con poche pillole si aggira la legge e ci si procura un aborto del tutto identico a quello spontaneo: «Non ci sono test per stabilire la differenza», racconta Franco dì lorio, ginecologo al Policlìnico Casìlino di Roma, che continua: «Difficile dare un dato, diciamo che di questi casi ne vediamo 1-2 al mese. Sono più frequenti nei presidi di periferìa come il nostro, perché a utilizzarlo dì più sembrano le immigrate nigeriane, anche se le rumene o le peruviane non sono rare. A volte confessano dì aver preso il Cytotec, magari quando sono in preda ai dolori più forti e per timore di complicanze. Ma appena capiscono di stare meglio negano tutto». Per paura di essere denunciate e indagate per aver violato la legge 194 (che prevede la possibilità dì interrompere la gravidanza in ospedale entro il terzo mese soltanto se la gestazione o il parto comportano un grave pericolo per la vita della donna, o malformazioni del nascituro che ne mettano a rischio la salute) rna anche quella, introdotta nel luglio scorso, che fa dell'esser clandestino un reato penale. «Sono donne che non hanno più scelta a livello legale, e che arrivano qui disperate, spaventatissime, alla 16esima o 17esima settimana», dice l'ostetrica di un ospedale romano che preferisce restare anonima. I numeri del fenomeno sono sempre quelli, a sentire i ginecologi. Uno, due ricoveri al mese nei vari Pronto soccorso («soprattutto al Nord e al Centro; al sud gli aborti clandestini restano per lo più chirurgici», sottolìnea Viale), dovuti a emorragie da Cytotec, prove alla mano. A questi casi vanno sommati quelli delle donne che non lo ammettono («ma se non riusciamo a individuare altre cause dell'emorragia, spesso risulta chiaro che hanno preso quel farmaco», dice di lorìo) e dì quelle che in ospedale non ci vanno affatto. Altri dati sono difficili da individuare, a meno che non si incrocino con quelli ufficiali. Dice l'ultima relazione sull'attuazione della legge 194 del ministro della Salute, che a abortire legalmente sono sempre meno donne (nel 2008 il dato provvisorio è 121.406, il 4,1% in meno rispetto a quello definitivo del 2007), ma aumentano le straniere (nel 2007 erano il 32,2% del totale, nel 2006 il 31,6). Invece gli abortì spontanei - o sedicenti tali - sono in salita: 64.061 nel 1996, 71.604 nel 2006 (ultimi conteggi Istat sulle dimissioni dagli ospedali): ii sospetto che non tutti siano voluti da Madre Natura sembra legìttimo. Perché prendere m modo incontrollato un farmaco che mette a rischio la salute, invece dì rivolgersi ai consultori? È presto detto: «Le clandestine hanno paura delle denunce, e fanno da sole. Il Cytotec assunto in dosaggi casuali può diventare tossico e provocare abortì non riusciti, con gravi rischi per madre e bambino. Bisognerebbe ripensare la legge del "pacchetto sicurezza" e fare più informazione, perché queste donne che vogliono interrompere una gravidanza non siano anche terrorizzate all'idea dì essere denunciate, e si rivolgano ai consultori», riprende Graziella Sacchetti. Dove però l'accesso non è sempre facile «per chi non ha informazioni, ed è straniero e non integrato; accedere alle strutture pubbliche è un percorso a ostacoli, e anche ammesso che lo sì faccia, non sempre sì riesce a stare nei tempi della 194: gli obiettori, in alcune regioni, sono davvero troppi», aggiunge Viale. Un'altra soluzione, suggerisce Basilio liso, direttore medico di presidio della Fondazione Policlinico-Mangìagalli, è che «questo tipo dì tarmaci usati per le gastriti o le ulcere siano somministrati, solo negli ospedali, a pazienti con diagnosi certe». Qualcun altro, infine, indica un percorso all'apparenza più semplice: «legalizzare l'uso del misoprostolo, come per la Ru486», rilancia la dottoressa Agatone. Ma quanto sia possibile farlo, in Italia, l'abbiamo già visto.

per saperne di piu' e conoscere i meccanismi d'azione della pillola :

http://www.lucacoscioni.it/cytotec_legittima_difesa

vedi anche l'associazione NAGA :http://www.naga.it/index.php/notizie-naga/items/cittadini-senza-diritti.html

ACQUA: DE MAGISTRIS (IDV), PRIVATIZZAZIONE E' FURTO DI STATO


di Luigi de Magistris ........................Una battaglia che coinvolge anche il nostro Paese, dove i tentativi di privatizzazione, che rispondono a livello locale al bisogno delle amministrazioni di fare cassa, devono essere respinti. Così come da respingere è l’azione del Governo, che in occasione del Cdm, lo scorso 9 settembre, ha varato le modifiche all’articolo 23 bis della Legge 133/2008 all’interno di un decreto legge per l’adempimento degli obblighi comunitari. Figlio dell’accordo tra il ministero degli Affari regionali e della semplificazione della legislatura, cioè di Fitto e Calderoli, con la benedizione ovviamente di Confindustria, queste modifiche riguardano l’affidamento dei servizi pubblici locali e stabiliscono che la gestione di questi stessi servizi veda protagoniste, attraverso bandi di gara, società miste, il cui socio privato deve possedere non meno del 40% ed essere socio industriale con compiti di gestione operativa. Tradotto in parole semplici: anche l’acqua è sottratta alla gestione pubblica e affidata al mercato, quindi possibile forziere di arricchimento e speculazione privata. Una scelta grave, compiuta nel silenzio mediatico e politico, coperta dal Governo attraverso l’abito mistificatorio del decreto legge, che aveva come unico fattore di urgenza quello di rendere subito l’acqua non più un bene di tutti ma patrimonio di pochi, funzionale al loro arricchimento. Di questa decisione il Governo deve rendere conto e per questo ho deciso di presentare al Parlamento europeo un’interrogazione sul tema. Nel 2006 proprio Bruxelles ha approvato una risoluzione che afferma che “l'acqua è un bene comune dell'umanità e come tale l'accesso costituisce un diritto fondamentale della persona umana”. Nel marzo 2007, sempre a Bruxelles, si è riunita l'Assemblea mondiale dei cittadini e degli eletti per l’acqua ed è stata approvata una lettera rivolta a tutti i capi di stato e di governo del mondo, a tutti i presidenti dei parlamenti nazionali e sovranazionali e ai membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per richiedere un impegno sul tema............
per saprne di piu': http://www.irispress.it/iris/page.asp?VisImg=S&Art=65359&Cat=1&I=null&IdTipo=0&TitoloBlocco=Italia&Codi_Cate_Arti=18

domenica 29 novembre 2009

informazione sanitaria :una tac piu' veloce e precisa

CT750HD sigla di una  Tac sofisticata  che, in pochi secondi, permette di arrivare a diagnosi sempre più precise di cianna Meiis , da La Repubblica delle donne ;immagini a altissima definizione, dosi di radiazioni dimezzate e risultati pronti in pochi secondi. Sono i vantggi della nuova Tac. «Rispetto agli apparecchi di vecchia generazione e alle Tac rnultistrato a 64 slice, la Dìscovery CT 750 HD è il primo apparecchio al mondo che permette di migliorare le immagini del 33%, realizza gli esami in tempi rapidissimi (la Tac per il polmone si fa in soli 3-4 secondi) e funziona bene anche con persone non in grado di collaborare, perché in stato d'incoscienza dopo un incidente», spiega Carlo Monti, direttore di Radiologia e Diagnostica alla £asa di cura Madre Fortunata Toniolo di Bologna. Con i raggi della Tac 3 si possono vedere in diretta, anche !e immagini tridimensionali , tutte le strutture del corpo: ossa, muscoli e tendini. Mentre può essere necessario iniettare una pìccola quantità di liquido di contrasto per entrare nei dettagli e monitorare, per esempio, vene e arterie. In questo modo non sfuggono neanche le anomalie inferiori a un millimetro. «Ecco perché è possibile ottenere diagnosi più precise in ogni ambito. Ma in particolar modo la Discovery CT_ 750 HD è utile per il controllo delle coronarie, dei noduli polmonari, dì quelli del fegato, del pancreas e in tutte le malattie neoplastiche». L'elevata risoluzione unita alla velocita dell'esame  sono fattori imporranti sempre ma diventano davvero fondamentali quando bisogna intervenire d'urgenza su persone traumatizzate o incapaci di interagire con il medico. In cosa consiste l'esame? «Il paziente è sdraiato su un tettino che passa sotto un anello circolare dove è situata la sorgente delle radiazioni», spiega il dottor Monti». In questo caso però la struttura è aperta il che, tra l'altro, evita quel fastidioso senso di claustrofobia. Al contrario della Risonanza Magnetica classica, che non può essere usata da chi ha il pace-maker. la nuova Tac non ha controindicazioni. Anche se, come per tutti gli esami radiologici, vale sempre la regola di usare la massima prudenza quando si tratta di bambini e donne in gravidanza. Tranne questi casi, la nuova Tac non ha nessun effetto collaterale. L'unica precauzione scatta quando è necessario iniettare per via endovenosa il liquido di contrasto: un paziente su un milione può andare incontro a una reazione allergica. Per prevenire e bloccare questo tipo di reazione, durante il monitoraggio, a fianco del medico radiologo è sempre presente l'anestesista-rianimatore». L'esame al momento non è a carico del Servizio Sanitario Nazionale ma viene rimborsato da quasi tutte le assicurazioni sanitarie. La Discovery CT 750 HD al momento è disponibile solo nella casa di cura Madre Fortunata Toniolo di Bologna e all'Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, una struttura ospedaliera integrata con l'Università. In entrambi i casi, sia i pazienti esterni che quelli ricoverati, possono effettuare la Tac nell'arco dì 24 ore.

orso castano : come fu per la PET e la SPECT ci auguriamo che quanto prima anche questo esame si diffonda negli ospedali pubblici nazionali si da abbattere i costi e consentire a tutti i pazienti di usufruirne  

Info: http://www.salutedomani.com/il_weblog_di_antonio/2009/09/nuovo-polo-tac-allospedale-santa-maria-della-misericordia-di-udine.html

venerdì 27 novembre 2009

News Spagna: fondato partito di internet Senza ideologia, ma aspira a presentarsi a elezioni 2012

(ANSA) - MADRID, 27 NOV - E' nato in Spagna, senza ideologia ma con il solo impegno di rendere piu' elettronica la vita politica, il 'Partito di Internet'.Il partito aspira a presentarsi alle elezioni del 2012. Il nuovo movimento ha annunciato la propria fondazione sul suo sito web. Non chiede alcun orientamento politico, salvo 'una base democratica solida'. Una formazione analoga, la 'Assemblea per il Voto Elettronico', era stata presente nelle elezioni del marzo 2008, ottenendo poche migliaia di voti.

un bel video realizzato da "ricercatori mazzolati da mister B."

orso castano : ladri che puntano solo al profitto e  se ne fregano della ricerca , del futuro dei giovani e della nazione, ..... il governo sta a guardare......

intervista ad Harold Bloom (famoso x il "Canone Occidentale") da Domenica , sole24ore del 21/11/09

diWalter Mariotti   Finisco il mio riso e sono da voi». Harold Bloom, l'ultimo dei critici letterari, è rapido ad  aprire la porta della casa di linden Street, NewHaven,dove vive e lavora da quarantasei anni. «Abbiamo la season questo weekend, Jeanne?», chiede alla moglie che non risponde, assorta sul «New York Times». «Meglio così, my dear». Se dal 1994 IL Canone Occidentale (da Montaigne a Beckett, i ventisei autori che per Bloom hanno creato l'anima dell'Occidente) continua a dividere, Living Labyrinth: Literature and Influence, in uscita a gennaio in America, promette molto di più. Perché, incurante del braccio al collo («pensavano che morissi, invece sono ancora qui») Bloom continua la tradizione del polemista sommo, spaziando dal credit crunch a Berlusconi, dalla crisi delle élites a quella del femminismo. «Come sto? Molto meglio senza il nostro piccolo Mussolini, grazie». Prego? «S'è già dimenticato di Bush? Lo chiamavamo "il nostro piccolo Mussolini". Parodia del grande solo perché si è fermato». E Barack Òbama? «Obama è delizioso. Quando i fascisti americani hanno attaccato la riforma sanitaria ho pensato: "Chi glielo fa fare? Lo uccidono"». Siamo nel 2009, non nel 1969. «L'ho pensato, con tutte queste pistole in circolazione. Ma posso farle una domanda io?». Be my guest, dica pure. «Perché Berlusconi ha tutto questo seguito? Dopo gli scandali delle escort pensavo che almeno le donne lo avrebbero criticato. Invece. Quanti anni ha?». Settantatré, credo. «Non mi dica?! Ed è così sano?». A quanto pare. «Ma lei ci crede? Mah... Grazie». A proposito di donne. È ancora vicino al movimento femminista? «Lo strutturalismo femminista è ormai scandaloso quanto le sue assurde protagoniste». Anche Camille Paglia, la sua pupilla? «Pupilla? Lasci stare. Il "New York Times" l'anno scorso mi chiese cosa leggere per Natale: "Dante", risposi Al giornale ricevettero molte lettere di femministe avvelenate che suggerivano Emily Dickinson. "Sì, certo", conclusi. "Allora perché non Danielle Steel e J. K. Rowling?"». Living Labyrinth è un altro libro sui grandi autori. Ma non era una sfida persa? «Del tutto. Il senso di colpa non è stato superato e la cultura si è spappolata. Mi creda. Insegno da 55 anni e ho un seminario su Shakespeare il giovedì. It's gone. E'finita». Senso di colpa? «Tutto inizia nel 1968, quando la rivoluzione viene imposta a livello mondiale. Politicamente il movimento era più che legittimo, nascendo come reazione all'orrore della guerra in Vietnam. Però la delegittimazione dell'autorità e la falsificazione del sapere sono penetrati in ogni aspetto della realtà, creando un complesso di colpa legato all'idea dìélite culturate. Un'ipocrisia assurda, che ha distrutto ogni qualità occidentale nella trasmissìoné del potere. Il politicamente corretto nasce con « II mondo però non è un' accademia «Giusto. Però Soprattutto noi insegnanti siamo incerti; “pensando agli insegnanti scoprii che Machiavelli ha insegnato più di Erasmo. E che Freud è un maestro.Voleva essere l'ultimo scienziato e invece è l'ultimo Machiavelli». «È il suo senso profondo , come per le emozioni vale per tutta la cultura ebraica. Il transfert poi, è sempre un transfert di affetti, una sorta di amore platonico. Nietzsche disse che l'agon' nella cultura greca è essenzialmente esterno, politico o filosofico, mentre per gli ebrei è il padre. La verità è che Nietzsche sottostimàva la Bibbia e anche Piatone, perché era e resta sostanzialmente un aforista. Per questo il suo unico libro è la Genealogia della morale». Nietzscheun aforista? È Dante? Sempre il fratello minore di ShaRespeàfe? «Dante è uno dei duefrochi del catione occidentale. Però, Dante è un ottimo esempio: per capirlo l'elite è inevitàbile, perché o si ha la testa per leggerlo oppure nò. Altro che Sessantotto!». Perché non si ha più la testa per Dante? «Chieda a Berlusconi». Ancora Berlusconi? È«n'ossessione. «Berlusconi è uno degli esiti del Sessantotto, metafora di un mondo dominato dai media visivi. Però la cultura non può essere dominata dalla visione e resfare in relazione con Dante, Shakéspeare e Cèrvantes, che erano invece influenzati da Taddeo di Bartolo, Michelangelo, Caravaggio concettualizzavano le metafore. Ma oggi? ' «Oggi il Canone è "posssibile ma solo per un'elite ancora più ristretta, questa è la tesi del mio prossimo libro. Non so dire, però, se questa élite potrà connettersi con la società dominata da modelli visivi bassi, popolari. Yale resta uno degli ultimi posti dove, è possibile formare l'elite. Ma altrove? Guardi cósa succede in Italia». Come si vede l'Italia da Yale? «La riforma della scuola di Berlinguer è all'origine di ogni male, l'inizio della devastazione»•Passava per uno di sinistra.«Chi se ne frega se chi devasta è di sinistra di destra? Ho insegnato a Roma e a Bologna e dopo la riforma Berlinguer e l'indegna riforma Moratti gli studenti non sanno più chi erano non dico Dante o Leopardi ma Montale e Saba. Sono bastati due ministri per buttare via un millennio di cultura. Però è lo stesso in America».Che cosa succede in America?«Obama ha ereditato i suoi problemi da Benito Bush. Potrà fare molto, ma il manifatturiero non tornerà e lui lo sa. La riforma sanitaria passerà in qualche modo ma non sarà decisiva. Si dovrà rieducare la gente a valori nuovi E poi c'è l'Afghanistan con milioni di donne colte, civili: se vincono i Talebani è un disastro. D'altra parte Obama non può fare errori perché il peggio è già stato fatto: Iran, Irak, Cina, Afghanistan. All'interno va anche peggio: il deficit più grande della storia, una società allucinata».Però Obama è anche figlio del sistema che lei denuncia, fondato su visione, tv e marketing. «C'è del vero. Ma l'esempio perfetto del nostro mondo dove la videocrazia ha sostituito élite e democrazia per me è Sarah Palin, un perfetto illetterato. Ogni sua frase è un insieme di mancanze grammaticali e semantiche ideali per catalizzare le nuove plebi urbane e rurali Se nel 2012 Palin sarà la candidata sarà la fine dei whig».Eppure il suo libro ha battuto anche Dan Brown negli acquisti delle librerie.«È la riprova di quanto le sto dicendo». Meglio Sarah Palin o J. K. Rowling? «Peggio Palin, ma entrambe sono uno scandalo. Ciò detto, chi se ne frega di J. K. Rowling, Palin e Stephen King? Il tema è che si dovrebbe contemplare Dante e Beatrice, non Harry Potter» .Videocracy però è la vecchia tesi di Adorno e Anders, il Grande fratello che piace molto ai radicai chic. Americani e italiani. «Intendiamoci. Io non credo che Berlusconi abbia ordito un complotto, né che ne sia vittima. È paranoia. In realtà conta solo la finanza. E la verità è che Michelangelo e Beethoven vendono meno del rock e del gossip. Non c'è cospirazione, chi gestisce il sistema è troppo intelligente: peccato, perché sarebbe stato più interessante. Berlusconi e i reality sono semplicemente l'esito di un percorso, come la difficoltà crescente a concentrarsi. Dante è una lettura straordinaria, ma richiede una cultura che l'epoca dominata dalla tv non può più assicurare. Non so se un altro Ungaretti, un altro Montale sarebbero ancora possibili. O anche Saba, l'immenso Saba». Nemmeno qui in America? «Qui ci sono centinaia di romanzieri, ma nessuno raggiunge Beckett. Salvo soltanto Philip Roth, Thomas Pynchon e Cormac Mc Carthy».Cosa sta leggendo in questi giorni?« Whitman e Wallace Stevens, uno dei miei poeti preferiti. E Samuel Johnson, che a 300 anni dalla nascita rimane di grande influenza per l'esercizio della libertà intellettuale occidentale». Lalibertà è in pericolo? «No. La vera libertà è la cosa più difficile, pensare ciò che si vuole non quando qualcuno lo impedisce ma liberandosi dai propri condizionamenti. Alla mia età, comunque, questa parola non ha più molto significato».

IL NOSTRO GENOMA SI TRASFORMA

DI ELENA COMELLI da Nova del 26 nov 09 :a siamo ancora umani? Dipende. Certo è che l'evoluzione della nostra specie continua, anzi, sta accelerando. Il primo proto-umano, come noto, è un ominide africano chiamato Homo abilis, comparso 2 milioni e mezzo di anni fa. Da al- lora a oggi nella nostra famiglia si sono susseguite almeno altre sei specie ormai estinte, dall'Homo erectus all'Homo neander-thalensis, prima di arrivare all'Homo sapiens di oggi. Ogni specie si è evoluta per conto proprio, da un gruppo di ominidi rimasto separato dal grosso della popolazione per diverse genera-zioni, in un ambiente nuovo, che favoriva caratteristiche diverse. Tagliati fuori dai loro ex-compagni, questi piccoli gruppi andavano per la propria strada genetica e quindi perdevano la capacità di riprodursi con la popolazione d'origine. Siamo arrivati così anche noi, circa 2Oomila anni fa, ma la frammentarietà dei ritrovamenti fossili non ci consente di identificare con certezza il nostro primo antenato, com'è stato fatto con Lucy, il primo australopiteco ritrovato in Etiopia quando i Beat- les cablavano «Lucy in thè Sky with Diamonds». Da allora in poi la nostra specie si è sparsa nel mondo intero ed è prevalsa sulle altre: lomila anni fa l'Homo sa-piens aveva già colonizzato tutti i continenti, salvo l'Antartide. Con una presenza così estesa, si poteva presumere che l'evoluzione negli umani fosse terminata. E questa è stata la posizione di molti genetisti fino ai tempi recenti. Ma con la mappatura del genoma i ricercatori hanno potuto verificare meglio. Henry Harpending e John Hawks hanno scoperto che almeno il 7% del genoma umano si è evoluto negli ultimi cinquemila anni e questi cambiamenti dipendono da condizioni ambientali diverse: tanto per fare un esempio, pochi cinesi e africani sono in grado di digerire latte fresco da adulti, al contrario di quasi tutti gli europei del Nord (ndr ??). Un altro studio di Pardis Sabet ha scoperto che oltre 300 regioni del genoma umano mostrano l'evidenza di mutazioni recenti, ad esempio nelle variazioni di pigmentazione della pelle o nella resistenza a certe malattie, grazie alle quali le diverse popolazioni sono riuscite a sopravvivere meglio nel loro specifico ambiente naturale. Le ricerche di Harpending dimostrano che negli ultimi diecimila anni la specie umana si è evoluta cento volte più rapidamente di quanto sia avvenuto nei millenni precedenti, come spiega nel suo «The 10,000 year explosion», scritto insieme a John Cochran e pubblicato da Basic Boo-ks all'inizio di quest'anno. I due attribuiscono la nuova accelerazione soprattutto ai cam- biamenti enormi portati dallo sviluppo dell'agricoltura e dalla con-centrazione nelle città. Le mutazioni più recenti, infatti, sono tutte mirate a difenderci dalla micidiale combinazione di carenze igieniche, alimentazione diversa e malattie inedite (spesso contratte da animali domestici), tipica della nuova condizione in cui ci troviamo. Malgrado le riserve di alcuni studiosi, gli umani sembrerebbero quindi in piena evoluzione. Se diventeremo Jedi o Siili, però, non lo sa nessuno.

la selezione naturale continua attraverso l'innovazine tecnologica e gli slums ?.....commentate!

DI LUCA DE BIASE , da Novea del 26 nov 09 rogettiamo la forma J dei nostri edifici, ma poi sono gli edifici a modellare la nostra vita. Poco importa che l'abbia detto proprio Winston Churchill. Forse, peraltro, vale anche il viceversa. E non solo per l'architettura: si può sostenere pure per la medicina, per la robotica, per i social network o per le enciclopedie. Ammettere la complessità dei fenomeni non vuoi dire rendersi la vita difficile: piuttosto si vive male lontano dalla realtà, accoccolati nel realismo lineare delle relazioni causa-effetto. Un motore di ricerca non ci rende stupidi più del gioco dei pacchi televisivi. O dei pacchi finanziari. O dei pacchetti donati su Facebook. Il difficile è pensare bene, in un'epoca di cattivi pensieri. E non è certo colpa del fatto che sulla rete ci sono troppe informazioni: casomai abbiamo filtri insufficienti a gestirle. Come se sulkxschermo di un pilota d'aereo che atterra nella nebbia ci fossero interruzioni pubblicitarie, chiamate degli amici, racconti di fantascienza e scariche elettriche incontrollate. Nel caos dei segni, i fatti sono tracce solo se sappiamo che cosa stiamo cercando. Solo allora tentiamo di imparare a interpretarli. Per distinguere, ad esempio, le innovazioni destinate all'oblio da quelle che possono generare un cambiamento di lungo periodo. Per convivere con i timori e le speranze. Come stiamo trasformando il pianeta? Che cosa stiamo diventando noi? Quale prospettiva diprogresso possiamo coltivare? Sui monitor del futuro ci sono ancora le angosce di Bill Joy, ragionevolissimo scienziato dei computer, che nell'aprile del 2000, su Wired, si domandava se robotica, genetica, nanotecnologia, elettronica e intelligenza artificiale non stessero creando le condizioni per l'emergere di una nuova specie, più adatta di quella umana a sopravvivere nel percorso evolutivo. Non è impensabile: qualche decina di migliala di anni fa, sulla Terra coesistevano l'homo sapiens e l'uomo di Neandertal. Joel Garreau, autore di Radicai EvoZurion, ha intervistato i responsabili dei laboratori di Darpa, agenzia delle ricerche avanzate della Difesa degli Stati Uniti, incaricati di progettare con le biotecnologie e le neuroscienze il soldato del futuro, capace di performance fisiche e mentali sovru-mane. I fondi per quelle ricerche sono stati ridotti ultimamente, ma secondo un'inchiesta di WorldPoliti-cs Review la Darpa sta ancora lavorando a «trasformare i soldati cellula per cellula». Per l'antropologo Alberto Salza, invece, il laboratorio dei replicanti è altrove: «Ad Aroma Beach, nelle Filippine, l'inquinamento del mare, delle sabbie e dell'aria è intollerabile per l'organismo umano. E, in quei posti, ci vanno solo i poveri». Ma che cosa succede al patrimonio genetico delle persone che si trovano a vivere vicino alle discariche radioattive della Somalia o nei campi profughi delSudan, super-esposti ai raggi ultravioletti? Salza, autore di Niente, come sì vive quando manca tutto, osserva che i posti più tossici sono abitati dai piu' poveri, proprio coloro che generano più figli e che vivono all'estremo la lotta per la sopravvivenza. Per questo Salza, ex fisico, oggi antropologo, suggerisce che: «I miserabili sono i mutanti». Ipotesi o fantasie? Un fatto è certo: l'evoluzione della specie umana è avvenuta per via genetica, sociale e culturale: non solo il corpo, ma anche e, forse più efficacemente, l'organizzazione dei gruppi e dei saperi sono elementi mutanti attraverso i quali l'umani-. tà è sopravvissuta e si è sviluppata. E anche in questo ambito evolviamo, con l'entrata in gioco delle macchine per la comunicazione e l'archiviazione digitale. Progettiamo quelle macchine, poi quelle macchine ci cambiano. Come? Il numero 200 di Nova è ispirato da queste domande. Servono per dedicare maggiore attenzione a ciò che stiamo facendo, al pianeta e a noi stessi. È un modo per non subire l'idea che il fato sia l'unico comandante possibile della navicella spaziale che abitiamo. Perché il futuro non è il posto dal quale ci arrivano le novità. È l'insieme delle conseguenze delle nostre azioni nel presente. Ma qualunque teoria dell'azione è in fondo una teoria della prospettiva. Scrivono David Lane e Robert Maxfield, studiosi della complessità: «Ogni azione umana intenzionale è intrinsecamente temporale. Avviene nel presente, è diretta verso una trasformazione futura di certi aspetti del contesto presente, e il modo in cui è compiuta dipende dall'esperienza passata dell'attore. Possiamo pensare all'azione come a un ponte che gli attori costruiscono nel presente, per collegare il loro passato a un futuro desiderato». La prospettiva e l'azione sono indissolubilmente legate. Perché se il mondo appare come un labirinto e la visuale è schiacciata sempre solo sul prossimo bivio, prima o poi ci si perde: come spiegava Umberto Eco ne lì nome della rosa, un labirinto si risolve pensandolo dall'esterno. O almeno pensando. Questa non è l'epoca della certezza, forse... Ma di certo è un'epoca nella quale l'approfondimento e la riflessione sul senso di quello che stiamo facendo ci possono salvare. Iucadebiase.novcuoo.iko/e24ore.com

mercoledì 25 novembre 2009

Quali sono le leggi che devono essere applicate ad Internet? Qual è il confine fra necessità di sicurezza online e libertà di espressione?

dal blog Il Blog dell’Intergruppo Parlamentare 2.0 E’ necessario prima di tutto ricordare che già oggi esistono leggi che si occupano di Internet: la Direttiva sul Commercio Elettronico, recepita dal nostro Paese nel 2003 (Decreto legislativo 70/2003), fissa in modo chiaro obblighi e diritti sia di chi gestisce un sito che di chi naviga e carica contenuti sul sito – gli utenti navigatori. Tale normativa impone ai fornitori di servizi su Internet di informare l’autorità giudiziaria qualora siano a conoscenza di attività illecite sulle loro piattaforme, ma non li sottopone ad un obbligo generale e costante di sorveglianza sulle informazioni che trasmettono o memorizzano. È impossibile infatti per una piattaforma telematica come You Tube, sulla quale vengono caricate fino a 20 ore di video al minuto, avere un controllo sull’enorme quantità di contenuti immessi dagli utenti, o per una come Facebook monitorare tutti i profili o i commenti pubblicati ogni giorno dai milioni di persone che utilizzano questo social network. Un indirizzo più restrittivo in questo senso avrebbe come conseguenza quella di cambiare radicalmente la natura dei servizi online che siamo abituati ad usare tutti i giorni con importanti conseguenze da un punto di vista economico, sociale e democratico...............comunicazione: non può perché è tecnicamente impossibile assicurare il controllo di tutti i contenuti prodotti e caricati dagli utenti; non deve perché l’attribuzione della responsabilità delle condotte illecite alle piattaforme sulle quali vengono perpetrate rischia di portare i fornitori di servizi online ad essere sempre meno disponibili ad ospitare i contenuti generati dagli utenti, privando Internet della sua principale ricchezza e mettendo le imprese italiane in una posizione di inferiorità rispetto ai loro concorrenti europei ed americani. Come dice Riccardo Luna nel suo editoriale di Wired di questo mese, che consiglio di leggere, “Internet è nata così, aperta, democratica, partecipativa. E lo è oggi ancora più di prima, nonostante i continui tentativi di imbrigliarla. Internet non è come il telegrafo o il frigorifero, come dice chi non ha capito nulla. Internet è una cosa che non c’è mai stata prima. La prima arma di costruzione di massa".

agricoltura in crisi : il disagio sociale e' esteso

In occasione dei due grandi sit-in a Roma, anticipati dalla Cia i risultati di un’indagine fra i produttori che mette in evidenza la grave emergenza che sta vivendo l’agricoltura italiana. Il 96,3 per cento ritiene totalmente insufficienti i provvedimenti varati nell’ultimo anno. Il 34,8 per cento si dichiara scoraggiato e pensa addirittura ad un abbandono dell’attività. Unanime la previsione sulla crisi agricola: difficilmente si riuscirà a superare nel giro di tre-quattro anni.  Un agricoltore su tre teme di essere costretto a chiudere la propria azienda a causa delle grandi difficoltà (costi eccessivi, prezzi in crollo e burocrazia asfissiante) che incontra; sei su dieci hanno conti “in rosso”, il 96,3 per cento ritiene totalmente insufficienti per l’agricoltura i provvedimenti varati nell’ultimo anno, mentre il 34,8 per cento si dichiara scoraggiato e pensa addirittura ad un abbandono dell’attività produttiva. Per il 95,6 per cento l’attuale situazione di profonda crisi che sta investendo il settore primario, sempre più in emergenza, rischia di protrarsi ulteriormente e difficilmente si riuscirà a superare nel giro di tre-quattro anni. E’ quanto risulta da un’indagine compiuta dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori sull’intero territorio nazionale sull’indice di fiducia degli imprenditori agricoli davanti alla complessa congiuntura che sta penalizzando il mondo agricolo del nostro Paese.......................La quasi totalità dei produttori interpellati (97 per cento) punta l’indice sui costi divenuti insopportabili, sulla burocrazia che toglie risorse e soffoca ogni iniziativa, sui prezzi che sui campi sono in caduta verticale. Praticamente, si produce sottocosto in molti comparti, primo fra tutti quello dei cereali, dove i listini sono diminuiti anche del 30 per cento, con punte del 40-45 per cento per il grano duro...................

domenica 22 novembre 2009

Al No B-Day come cittadino

ma  il PD dov'e' ??

ci privatizzano l'acqua , speriamo ci lascino l'aria (anche se inquinata)

ma il PD dov'e' ??

In Toscana il PD e' favorevole alla privatizzazione dell'acqua : clicca qui per vedere i risultati

PRESIDENTE, RITIRI QUELLA NORMA DEL PRIVILEGIO , clicca

...........Le valutazioni del PM Spataro sul "processo breve"   ..................la lettera a mister B e l'appello , di Saviano.................. PRESIDENTE, RITIRI QUELLA NORMA DEL PRIVILEGIO SIGNOR Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul "processo breve" e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei. Con il "processo breve" saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l'unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia............. ....L'appello di Saviano : no al processo breve............... Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. E' una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuotadove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia. ROBERTO SAVIANO ascoltalo in diretta su Repubblica.it , clicca qui

sabato 21 novembre 2009

"La volonta' di sapere" , M.Foucault, la storia della sessualità:

I due concetti intrecciati attorno ai quali Foucault organizza i suoi scritti degli anni '70 sono l'ipotesi repressiva e il bio-potere. In La volontà di sapere (il primo volume della Storia della sessualità) Foucault polemizza contro l'ipotesi repressiva, ossia contro quel tipo di prospettiva secondo cui la verità, essendo intrinsecamente opposta al potere, svolgerebbe di conseguenza un ruolo liberatorio. Essa sostiene all'incirca che, nel corso della storia europea, siamo passati da un periodo di relativa apertura nei confronti del nostro corpo e del nostro discorso relativo ad esso, ad un periodo caratterizzato da una repressione e da un'ipocrisia sempre maggiori.  Durante il XVII secolo prevaleva ancora un atteggiamento di manifesta franchezza: "Dei gesti diretti, dei discorsi senza vergogna, delle trasgressioni visibili, delle forme anatomiche esibite, mescolate con disinvoltura, dei bambini sfacciati che si aggirano senza imbarazzo e senza scandalo fra le risate degli adulti"1. Verso la metà del XVII secolo la situazione era già notevolmente peggiorata, per giungere infine al XIX secolo quando "il riso venne sostituito dalle monotone notti vittoriane". La sessualità veniva ora confinata all'interno del focolare domestico, ben circoscritta dalla camera da letto. Si impose così la regola del silenzio e cominciò a regnare la censura. Per coloro che concordano con questa visione della repressione, la grande attrazione è costituita dal fatto che essa è facilmente collegabile al sorgere del capitalismo: " La piccola cronaca del sesso e dei suoi soprusi si traspone immediatamente nella cerimoniosa storia dei modi di produzione; la sua futilità svanisce". Il sesso veniva represso perché incompatibile con il lavoro etico richiesto dal capitalismo..........Foucault............ cerca di mettere in risalto l'importanza che la sessualità ha recentemente acquisito, proprio per i suoi legami con il potere, nell'ambito della nostra civiltà. Un altro aspetto dell'ipotesi repressiva consiste nella conclusione in base alla quale la liberazione sessuale o la resistenza alla repressione costituirebbero obiettivi di battaglie importanti: parlare di sesso, a partire dal XIX secolo, è divenuto un atto eminentemente politico, una sfida alla repressione . Ancora qualche decennio fa (ricordiamo che questo libro è stato scritto nel 1976) liberazione sessuale e rovesciamento del capitalismo costituivano un unico programma politico: parlare di sesso significava negare il potere costituito. L'ipotesi repressiva, secondo Foucault, resta ancorata ad una tradizione che nel potere non vede altro che costrizione, negatività e coercizione. Le forze del potere si presentano come uno strumento repressivo in grado di attuare una interdizione della verità. Ne segue che quando la verità viene detta, attraverso la voce trasgressiva della liberazione, allora viene apertamente lanciata una sfida al potere. Foucault definisce "giuridico-discorsiva" questa visione del potere. Essa è interamente negativa: il potere e la verità vengono visti come radicalmente estranei l'uno all'altra. Il potere non produce altro che "il limite e la mancanza". Esso è puro dominio, e tutto ciò che può ordinare di fare è obbedire. Foucault propone due ulteriori motivi per spiegare come questa idea sia risultata così facilmente recuperabile all'interno della nostra visione del potere............... La facilità di accettazione è il secondo argomento di Foucault. Egli sostiene che il potere moderno è tollerabile, a patto che riesca a mascherarsi, cosa che riesce a fare con estrema efficacia. In questo caso, se potere e verità non sono estranei l'uno all'altra, allora "il beneficio del locutore" (vedi testo integrale) e gli stratagemmi ad esso associati rientrano fra i modi in cui il potere essenzialmente opera: esso si dissimula producendo un discorso, che solo apparentemente è contro il potere, ma che in verità risulta parte di un suo ben più ampio dispositivo. Come afferma Foucault, "il potere come puro limite tracciato alla libertà costituisce, almeno nella nostra società, la forma generale della sua accettabilità"............. Foucault sceglie di studiare il campo della sessualità in quanto essa gli appare come "un punto di passaggio particolarmente denso per le relazioni di potere: fra uomini e donne, fra giovani e vecchi, fra genitori e figli, fra sacerdoti e laici, fra un'amministrazione e una popolazione"......... La sua tesi è che la sessualità fu inventata come strumento di questa diffusione. Egli non contesta la normale cronologia storica secondo la quale, nel XVIII secolo e soprattutto nel XIX, si assiste al passaggio da una sessualità relativamente libera ad una sessualità attentamente controllata e sorvegliata. La sua idea è che questi controlli produssero un dispiegamento drammatico e senza precedenti di discorsi scritti e riflessioni intorno al sesso. Anziché considerare gli ultimi secoli della nostra storia come un'epoca di crescente repressione sessuale, Foucault propone di considerarli come "una grande ingiunzione polimorfa" a parlare di sesso, al fine di sottoporlo a una crescente irregimentazione. Attraverso il dispositivo di sessualità il bio-potere diffuse la propria rete fino ai minimi movimenti del corpo e alle più piccole emozioni dell'anima. Questo fu possibile tramite la costruzione di una tecnologia specifica: la confessione del soggetto individuale. Occorre far parlare il soggetto per poterlo conoscere e, di conseguenza, controllare............. Così la demografia e i suoi campi associati vennero gradualmente a costituirsi come disciplina, e si occuparono della popolazione come di qualcosa che andava amministrato, conosciuto, controllato e fatto crescere: tasso di natalità, età del matrimonio, nascite legittime e illegittime, precocità e frequenza dei rapporti sessuali, divennero oggetto di studio, nonché di intervento, da parte degli amministratori francesi. Ed ecco che il sesso cominciò a diventare una questione che riguardava sia lo Stato che l'individuo. All'inizio del XIX secolo vi fu un ulteriore, importante mutamento: si realizzò una riformulazione del discorso sulla sessualità in termini medici. L'elemento fondamentale di questa trasformazione fu la separazione tra una medicina specifica del sesso e una medicina del corpo, una separazione fondata sull' "isolamento di un 'istinto' sessuale suscettibile, anche senza alterazioni organiche, di presentare delle anomalie costituzionali, delle deviazioni acquisite, delle infermità o dei processi patologici". A questo punto Foucault separa sesso e sessualità: fino al XVIII secolo c'era un "sesso" che veniva ordinato giuridicamente attraverso codici che riguardavano gli obblighi religiosi o legali del matrimonio, transazioni patrimoniali e legami di parentela (tutto quello che Foucault definisce dispositivo d'alleanza). L'insieme dei discorsi intorno al sesso che si svilupparono all'inizio del XIX secolo ruppero quest'alleanza fra sesso, trasferimento di ricchezza, proprietà e potere. La sessualità è una questione individuale: essa riguardava un tipo di piacere privato, e cominciò ad essere considerata come la vera essenza dell'individuo e il nucleo della sua identità personale. Fu possibile giungere ad una conoscenza dei segreti dell'individuo attraverso la mediazione dei medici, degli psichiatri e di altri a cui l'individuo confessava i segreti dei propri pensieri e delle proprie pratiche private. Questa personalizzazione, questa medicalizzazione e questa proliferazione di significati intorno al sesso, che apparvero in un determinato periodo storico, rappresentano secondo Foucault il dispositivo di sessualità. Foucault individua quattro "grandi insiemi strategici", all'interno dei quali potere e sapere si combinarono in meccanismi specifici costruiti intorno alla sessualità:  - un'isterizzazione del corpo della donna (attraverso la quale esso viene analizzato come un corpo integralmente saturato dalla sessualità); tramite l'insieme dei discorsi prodotti intorno ad esso, sia l'identità personale della donna che la salute della popolazione vennero legati in un comune vincolo fatto di sapere, potere e materialità del corpo. - una pedagogizzazione del corpo del bambino (tutte le tattiche elaborate per impedire la masturbazione offrono un chiaro esempio della produzione di un discorso costruito sulla credenza che i bambini fossero dotati di una sessualità naturale ma anche pericolosa). - una socializzazione del comportamento procreativo, dove la coppia riceveva una responsabilità sia medica che sociale; essa, agli occhi dello Stato, aveva una responsabilità nei confronti del corpo politico, e doveva limitare (o rinforzare) la popolazione regolando scrupolosamente le sue pratiche procreatrici. L'incapacità di dominare la propria sessualità da parte dell'individuo poteva comportare un pericoloso declino sia per la famiglia che per il corpo sociale. I movimenti per l'eugenetica possono sicuramente essere visti sotto questa luce. In ogni caso, secondo Foucault, non tutte le scienze sorte per occuparsi della sessualità umana ebbero questo ruolo biologico. La psicoanalisi, soprattutto nella fase iniziale, e indipendentemente dal ruolo normalizzatore che avrebbe avuto in seguito, seppe dimostrare una coraggiosa capacità di opposizione e resistenza contro le teorie della degenerazione ereditaria. - infine, una psichiatrizzazione dei piaceri perversi. I piaceri un tempo considerati proibiti divennero, verso la fine del XIX secolo, oggetto di una meticolosa attività classificatoria: ogni comportamento doveva essere inserito all'interno di una scala di normalizzazione e di patologizzazione di questo misterioso istinto sessuale. Una volta che si fosse stabilita scientificamente una diagnosi di perversione sarebbe stato possibile e necessario applicare delle tecnologie correttive per il bene dell'individuo e della società............sessualità [...]. Questa non deve essere considerata come una specie di dato naturale che il potere cercherebbe di domare, o come un campo oscuro che il sapere tenterebbe, a dir poco, di svelare..............Foucault considera la confessione, e in particolare quella che riguarda la sessualità dell'individuo, come una componente fondamentale dell'espansione delle tecnologie sviluppate allo scopo di controllare e disciplinare i corpi, le popolazioni e la società stessa. Nella Volontà di sapere egli mette in contrapposizione quelle culture che cercano di sviluppare un sapere intorno al sesso mediante l'ars erotica, e la nostra cultura, che viceversa produce intorno ad esso una scienza (scientia sexualis). La tesi di Foucault è effettivamente molto originale: a differenza delle culture dotate di un'arte erotica, dove è l'intensificazione del piacere che tende a desessualizzare il corpo, in Occidente, l'idea che alla base di ogni piacere vi sia il sesso e che esso si debba preservare limitandolo alla procreazione (temi presenti già nella morale stoica e ripresi dal cristianesimo) ha fatto del sesso il codice del piacere. "Ed è per questo che ci sentiamo tanto liberi e trasgressivi ogni volta che riusciamo a decodificare il piacere in termini di sesso, il sesso finalmente smascherato. Mentre bisognerebbe piuttosto mirare ad una desessualizzazione, ad un'economia generale del piacere, che non sia sessualmente disciplinato". Nei volumi successivi egli analizzerà l'evoluzione della confessione, le tecniche particolari e i diversi tipi di discorso usati dai greci, dai romani, dai protocristiani e dalla Riforma. In questa "storia del presente" lo scopo è di scoprire come funziona questa tecnologia di sé: capire quel tipo di discorso e quelle particolari tecniche che si suppone debbano rivelare il nostro più profondo sé . La chiave per comprendere come opera la tecnologia di sé è la convinzione che si possa, con l'aiuto di esperti, dire la verità su se stessi. Questa convinzione così tenace che la confessione riveli la verità trova la sua più potente espressione nell'attenzione che rivolgiamo alla sessualità. Si tratta cioè della credenza che il corpo e i suoi desideri, una volta scientificamente interpretati, siano la forma di verità più profonda riguardo un particolare individuo e gli esseri umani in generale. Dalla penitenza cristiana fino ai giorni nostri, i desideri del corpo sono stati l'argomento centrale della confessione. Nel XIX secolo, in Occidente, i discorsi sulla sessualità si intersecarono con le moderne scienze dell'uomo. A poco a poco si costituì un "grande archivio del piacere". La medicina, la psichiatria e la pedagogia trasformarono il desiderio in un discorso scientifico sistematico. Si elaborarono vari sistemi di classificazione, si mise insieme una serie di descrizioni e si instaurò una scienza della confessione, ossia una scienza che si interessava a cose nascoste innominabili. Si svilupparono cioè come scienze interpretative "soggettivanti" che, attraverso l'esame (medico), la confessione e l'idea di sessualità, ricercavano nel sesso il significato profondo dell'individuo. Per Foucault la costituzione moderna di queste scienze ermeneutiche attraversò due fasi. Nella prima il soggetto era considerato capace, attraverso la confessione, di esprimere i propri desideri all'interno di un discorso appropriato. L'ascoltatore provocava, giudicava o consolava il soggetto, ma l'intellegibilità del nucleo essenziale del discorso era ancora accessibile, almeno in linea di principio, al soggetto stesso. Nella seconda fase, corrispondente circa al lavoro di Freud, non si pensava più all'individuo come ad un soggetto in grado di rendere intellegibili a se stesso i propri desideri, benché egli fosse pur sempre tenuto a confessarli. Il loro significato essenziale gli era nascosto, sia per la sua natura inconscia, sia per le profonde opacità di origine corporea che solo un esperto era in grado di interpretare. Il soggetto aveva ora bisogno di un interprete che ascoltasse il suo discorso e che lo rendesse disponibile ad essere padroneggiato. E' importante chiarire che, esattamente come Foucault non pretendeva che il ruolo delle scienze sociali oggettive fosse un semplice riflesso dell'istituzione carceraria, allo stesso modo egli non intende ridurre l'arte e la scienza dell'interpretazione, così importanti nel pensiero del XIX e del XX secolo, all'esame psichiatrico. Ciononostante, il potere che esercitano queste scienze interpretative deriva in parte dalla pretesa di poter svelare la verità sulla nostra psiche, sulla nostra cultura, sulla nostra società: verità che possono essere comprese solo da specialisti dell'interpretazione. Foucault conclude la Volontà di sapere affermando che "l'ironia di questo dispositivo ci fa credere che in esso ne va della nostra liberazione". Finché le scienze dell'interpretazione continueranno a cercare una verità profonda postulando un "grande interprete" che, solo, può avere un accesso privilegiato al significato, esse saranno destinate a fornire un contributo alle strategie del potere. Pur sostenendo di essere esterne al potere, di fatto sono semplicemente un aspetto del suo dispositivo. Quindi, Freud con la sua teoria della repressione degli istinti e, soprattutto, il modo di fare psicoanalisi che si è affermato dopo di lui, non avrebbero fatto altro che rafforzare l'idea che vi siano una sessualità e un desiderio che andrebbero controllati e razionalizzati attraverso il linguaggio. La psicoanalisi continuerebbe un discorso intorno al sesso avviato dal cristianesimo, attraverso cui ognuno deve disciplinare il proprio corpo, controllarne i movimenti e giustificarne gli eccessi. Essa altro non sarebbe che una raffinata tecnologia di controllo dei comportamenti sessuali. Per questo, secondo Foucault, è molto più importante evidenziare "il problema etico della definizione delle pratiche di libertà" piuttosto che continuare a enfatizzare un'affermazione ormai vuota di senso (specialmente per quanto riguarda la problematica della sessualità) come quella che continua a dirci che "bisogna liberare la sessualità o il desiderio", che dobbiamo scoprire la verità su noi stessi, sul nostro sesso e che possiamo farlo proprio confessandoci a chi è deputato a interpretarlo per ridarcene il senso. La direzione dell'invito foucaultiano a dire la verità del sesso è quindi quella di uscire dall'ottica repressiva (reichiana o marcusiana) fondata sulle pratiche di verbalizzazione di sé messe in atto dalle strategie di potere-sapere, per riattivare quella dimensione affettiva ed etica propria dell'ars erotica che, dall'Oriente a Roma, ha visto nell'uso dei piaceri non un'esperienza, la cui verità deve essere "svelata", ma una pratica che, attraverso la cura di sé, ci può far riscoprire un nuovo rapporto con noi stessi e con gli altri .Questo tema dell'etica sarà al centro degli interessi di Foucault negli ultimi anni della sua vita, testimoniato dagli ultimi due volumi della Storia della sessualità: un lavoro di scavo archeologico nel passato greco e romano, per scoprire che cosa fosse un'etica precristiana e munirsi dei mezzi per formulare un'etica post-cristiana che valga per i nostri tempi. Una ricerca non conclusa, forse perché la morte gli impedirà di portarla a termine, o forse perché, come direbbe Deleuze (e come cerchérò di mostrare nel quarto capitolo), la ricerca di noi stessi attraverso le souci de soi conduce ad un percorso mai concluso, rizomatico e nomade. Un percorso assolutamente autonomo che, partendo da sé, può aprirci la strada verso nuove possibilità di esistenza.

per il documento integrale : http://www.swif.uniba.it/lei/filpol/ktbo/22.html

consultare anche x il concetto di biopolitica e di biopotere in Foucault il sito (interessante anche musicalmente):

http://www.cittacreativa.com/ 

orso castano : il documento su Foucault andrebbe letto nella sua integrita' e meditato. In questi giorni numerose vicende "di sesso" producono non solo gossip ma addirittura compromettono immagini pubbliche fino a produrre crisi politiche non di poco conto. Certo e' che l'uso di droghe accompagnato da pratiche sessuali "particolari" avvicina pericolosamente al mondo della mafia e dei ricatti , chi le pratica. Siamo molto lontani dalla sessualita' romana o greca ricordata da Foucault. Se le chiavi di lettura che egli ci fornisce sono ancora molto attuali e ci consentono di capire meglio quello che succede intorno a noi , accade anche che  al di la della comprensione ci troviamo di fronte a violenze, spacci di droga, dipendenze da droghe varie,  ricatti e persino omicidi. Questo richiede analisi oltre che socio-culturali , criminologiche e pone l'inderogabile esigenza di  evitare , come una feroce disgrazia , simili accidenti. Cercheremo in seguito di cercare chiavi di lettura che ci aiutino a spiegare questa strana e pericolosissima collusione tra comportamenti sessuali e comportamenti criminali 

una giustificazione "intellettuale" al porno : la libido femminile e' potente, se non piu' di quella maschile, ma non l'aveva ipotizzato Freud?) , cli

Ovidie Becht, pornostar non per i soliti clichè: sesso e soldi, ma per la voglia di conoscenza, per essere consapevole di ciò che vuole criticare. Ma se criticare era il suo scopo iniziale lo si può considerare fallito perchè si è ricreduta sull'ambiente porno ed ora ne fa parte, anzi ne è la regina affascinante, pallida e contestatrice. Non vuole più andare a braccetto con le femministe ricche di preconcetti e si è stancata del femminismo europero spesso troppo tradizionale. Non si può attaccare la pornografia, accusarla di essere solo un esempio di sottomissione della donna. Perchè la pornografia che Ovidie ci racconta non è fatta assolutamente di umiliazioni ma bensì di rigide regole e contratti, libertà di scegliere le scene da girare e nessuno sfruttamento nè utilizzo di minorenni; la pornografia accusata di incetivare la pedofilia in realtà ha ben poche responsabilità in tutto questo,è la moda, il fashion business con le sue modelle giovani ed androgine, sfruttate e maltrattate. ...Ovidie Becht, pornostar non per i soliti clichè: sesso e soldi, ma per la voglia di conoscenza, per essere consapevole di ciò che vuole criticare. Ma se criticare era il suo scopo iniziale lo si può considerare fallito perchè si è ricreduta sull'ambiente porno ed ora ne fa parte, anzi ne è la regina affascinante, pallida e contestatrice. Non vuole più andare a braccetto con le femministe ricche di preconcetti e si è stancata del femminismo europero spesso troppo tradizionale. Non si può attaccre la pornografia, accusarla di essere solo un esempio di sottomissione della donna. Perchè la pornografia che Ovidie ci racconta non è fatta assolutamente di umiliazioni ma bensì di rigide regole e contratti, libertà di scegliere le scene da girare e nessuno sfruttamento nè utilizzo di minorenni; la pornografia accusata di incetivare la pedofilia in realtà ha ben poche responsabilità in tutto questo,è la moda, il fashion business con le sue modelle giovani ed androgine, sfruttate e maltrattate. ... I primi film che vidi non erano come li avevo immaginati. I corpi degli attori non erano caricature; le donne non erano sottomesse ma potentemente carismatiche; la stessa enfasi veniva posta sia sul piacere maschile che su quello femminile; la qualità delle immagini e la regia erano in alcuni casi eccellenti. Decisi di recitare in questi film perché iniziai a pensare che il femminismo e la pornografia potessere non essere affatto incompatibili. Dal momento che il campo di battaglia delle femministe è la sessualità loro devono essere coinvolte nella rappesentazione del sesso e quindi nei film pornografici. Tutte queste nuove idee mi hanno condotto in un mondo in cui queste donne per le quali avevo sempre provato compassione adesso mi sembravano mirabili e affascinanti. Volevo avere un’immagine sessuale ugualmente potente. Ovidie è odiata dalle femministe per le sue accuse all'ipocrisia nei confronti dela pornografia. La signorina non vuole coprire il suo seno in copertina e poi vedere le modelle in vetrina sculettanti e senza veli. Non è una ninfomane nè una stupida presuntuosa. La nostra eroina vive da sola dall'eta di 16 anni, militante di sinistra, ora ventiduenne sta con il so professore dell'università, vive senza eccessi e con qualche piercing, vegetariana dall'età di 13 anni "amavo il mio cane, non avrei mai immaginato di poterlo mangiare, allora con quale diritto potevo mangiare altri animali?"; non prende la pillola perchè la considera solo una sostanza nociva alla donna oltre che deresponsabilizzante per uomo. Oltre ad essere un'attrice, diviene anche regista e ora scrittrice con il suo Porno Manifesto già divenuto un caso in Francia. Ovidie si sente demoralizzata quando le cassette porno vengono "utilizzate" e non guardate, perchè la pornografia se fatta decentemente è un'arte, la maggior espressione del corpo, dell'armonia, come una danza. Il problema oggi, non è tanto il dominio dell'uomo sulla donna, infatti questa si è liberato dal giogo maschile per poi buttarsi tra le braccia di un nuovo padrone, il capitalismo. E' schiava di qualcosa di più potente il consumismo sfrenato. Divenuta lavoratrice-consumatrice allo stesso livello dell'uomo e come conseguenza aumenta pateticamente la corsa al sesso come se fosse una raccolta di punti, la raccolta di orgasmi.

per saperne di piu' : http://www.ibs.it/code/9788884902955/becht-ovidie/porno-manifesto-storia.html

Brenda uccisa "Troppi potenti coinvolti, le fiamme sono un avvertimento" da Il Fatto del 21/11/09

LUXURIA: È STATA MASSACRATA DAI MEDIA E LASCIATA IN MANO Al KILLER. I BIG TIRANO UN SOSPIRO DI SOLLIEVO , di Luca Telese

" Sono stata, purtroppo, profeta di sventura, una...  Cassandra...": e mentre lo dice, per la prima volta l'eloquio tambureggiante e affilato di Vladimir Luxuria si interrompe, annega nell'amarezza. Tono disincantato, a tratti sarcastico, infine la rabbia. Lei l'aveva detto, prima del rogo: "Attenti, Brenda va protetta". Vladimir, perché paventava il peggio?......Ma qualcuno di voi ha davvero pensato che Marrazzo fosse il solo? Quel computer immerso nell'acqua è qualcosa di più di un indizio, è un movente. Volevano tapparle la bocca? Oh, certo. Il messaggio alle altre trans non ha bisogno di interpreti: state tutte zitte o fate una fine schifosa"...... Quindi lei sospetta di un altro cliente?....... C'erano molti clienti eccellenti nella sua agenda, e in quelle delle altre ragazze di via due Ponti. Davvero pensate che Marrazzo fosse il solo? .....Lo immagina o lo sa? (Una unga pausa) Lo so. Ma non ho prove........Che tipo di persona bisogna cercare?...... Un potente. Uno che ha moltissimo da perdere. Può essere uno degli altri politici o un cliente mafioso. Lei è rabbiosa, adesso."Sì. Ditemi in quale altro paese del mondo un testimone chiave viene trasformato in carne da macello. È stata penalizzata perché trans? (Riso amaro) Mi pare evidente. È stata massacrata e data in pasto ai killer: perché era trans... perché era straniera... e perché era una prostituta. Per sottovalutazione o per velata emofobia? Pensate all'immagine che si è data di questa comunità: ricattatrici, spacciatrici di droga, sfasciafamiglie. Io so che un potente ha tirato un sospiro di sollievo, voglio sperare che ora si pensi a proteggere anche Nalalie. L'aggressione di pochi giorni fa è collegata? È evidente. È stato sottovalutato il furto del telefonino. Tutti sottolineavano la notizia della rissa: e stata linciata, questa è la verità. Ci sono due pesi e due misure. Fra chi?...."In un locale ho incontrato delle trans che mi hanno detto: "Fate vedere le foto dei carabinieri". E mi chiedo: perché non si fanno vedere? Chissà quante persone, riconoscendoli, potrebbero contribuire alle indagini........... Pensa che si voglia tutelarli più del dovuto? Di Brenda, che non era indagata, conoscevamo il viso, sapevamo il nome, l'indirizzo, persino la misura del seno. Di loro, sospetti di ricatto, nulla. Un garante della privacy... a facce alterne. Dietro questa violenza si nasconde altro? C'è un sovrappiù di efferatezza che è indice di qualcosa di più complesso....... Ovvero? Di un rapporto schizofrenico con le trans. C'è una certa antropologia fatta di uomini di potere che li usano li odiano allo stesso tempo..... Perché secondo lei? Piu' stanno bene nel rapporto sessuale, più sviluppa rancore tornando alla vita di facciata, all'aplomb dl| reprensibilità apparente. Il timore di vederla infranta, essere scoperti, produce rabbia e odio....... Cosa consiglia alle trans? Capisco che dipende da una voglia di riscatto, ma la smettano di vantarsi delle loro conquiste.......... Cosa bisogna fare per Brenda? Un piccolo gesto di carità che troppo spesso viene gato. Concederle il funerale in Chiesa se lo ha chiesto...

orso castano : speriamo che , se chiesto, la pietas cristiana prevalga ed il funerale venga celebrato la dove e' stato chiesto.

tra i valori proposti dai media (spacciati per buoni livelli culturali ) :Sasha Grey "cresciuta a tv, un certo internet , film porno ....)

Pasolini criticava la forza e la capacita' dei media di influenzare i comportamenti di chi li usa quotidianamente ; piu' sotto viene riportato un esempio di come anche il "porno" sui nedia (compreso internet) possa ammantarsi di una veste "liberatoria-esistenziale" per essere proposto come valore culturale di rottura "positiva" da perseguire.....la forma piu' soft italiana  sono le veline , la piu lampante le escort di mister B.  Estratto del documentario "La voce di Pasolini" di Mario Sesti e Vincenzo Cerami, in cui i brani (tratti da saggi,scritti, poesie,e interviste) del regista di "Accattone", "Mamma Roma" e "Uccellacci e uccellini" vengono letti dall'attore Toni Servillo.In questo documento Pasolini esprime il proprio parere sulla televisione e sui mass media. un esempio contemporaneo cresciuto a porno, tv ed internet:  Marina Hantzis, alias Sasha Grey, sa ciò che vuole dalla vita. Almeno da quando, tre anni fa, appena diciottenne, decise d'iniziare una carriera nell'industria del porno. Oggi è l'attrice hardcore più nota al mondo, perfettamente consapevole di quel che fa. E tiene a sottolinearlo in ogni occasione. Forse perché in tanti vorrebbero farne il modello esemplare della ragazza perduta, sbandata, abusata. Invece lei, la "regina delle pornostar", come l'ha definita il regista tedesco Jens Hoffman che sul tema ha girato un documentario dì successo (9 to 5 - Days in Porri), non fa più solo film hard. Anzi, si sta trasformando in icona pop e imprenditrice dì successo. È il nuovo volto di American Apparel in una campagna pubblicitaria planetaria, splende in un hook del fotografo-cult Terry Richardson, troneggia sulla copertina del nuovo ed degli Srnashìng Pumpkins e ha appena registrato un duetto con il musicista newyorkese Moby. Infine, tra pochi giorni debutta con la sua band, gli A-Telecine. Intanto ha iniziato a scrivere un libro, un po' autobiografia, un po' cronaca dall'industria del porno, un po' ritratto impietoso dei ventenni d'America. Ma non è tutto. Presto la vedremo sul grande schermo in due produzioni importanti, in ruoli da protagonista, l'horror canadese Smash Cute soprattutto il nuovo lavoro di Steven Soderbergh The Girlfriend Experìence , il quale, dopo i successi milionari di Ocean 11, 12 e 13, è tornato al cinema a basso costo di sapore autoriale con una pellicola forte che racconta la vita delle call girl di lusso. Ma il fulcro della sua attività, chiarisce Sasha, è e resta, il porno.! Meglio quindi continuare a farlo in autonomia, con una casa! di produzione propria, la Grey Art, di cui sta per uscire il primo titolo, che suona quasi come un'ammissione, in linea] con il candore del personaggio: FuckJunkìe. A Sacramento oppure a Los Angeles la fermano a ogni angolo dì strada, perché la considerano una star. Grey è bella, intelligente, determinata, dì successo. Alice Schwarzer, icona del porno Made in Usa, la chiama "il mio peggiore incubo", perché i suoi film hanno in Rete una media di 5 milioni dì visitatori unici al mese. Le 150 pellicole che finora ha girato hanno contribuito parecchio ai fatturati stellari del settore, nonostante la crisi e la rivoluzione digitale, cui Sasha peraltro s'è adattata benissimo, visto che i suoi film, interi oppure a pezzi, si acquistano esclusivamente online. insomma rappresenta l'archetipo della digital native generation, i ragazzi e cresciuti a pane e Internet, la cui vita e stata modellata dal flusso costante di musica, video, tv. contatti virtuali. A 18 anni Sasha scopre col suo compagno d'allora la pornografia in rete. Una rivelazione e una promessa: diventare pornostar. La velocità del web ha fatto il resto.«La mia», racconta la performer, «è una scelta del tutto consapevole, sapevo benìssimo che carriera stavo per iniziare». Quasi un manifesto. «Mi piace il sesso in tutte le sue manifestazioni, private e di fronte alla telecamera. Mostro alle donne che non c'è nulla di male ad avere delle fantasie, e neanche a vìverle. Al di là della forma che assumono». Essere diventata una diva dell'eros, però, non le basta più. L'obiettivo, più o meno dichiarato, è la conquista della cultura pop, in tutte le sue declinazioni. È l'unico autentico fenomeno crossover su piazza: legge Hunter S.Thompson, le piacciono i film di Werner Herzog, considera se stessa un'opera d'arte globale, recita per registi come Soderbergh. La pellicola, una storia di sesso e denaro, non sarebbe forse una gran novità se il suo nome non l'avesse già trasformata in un film dì culto. Ma con tutte le interpreti brave e dì successo che ci sono a Hollywood, perché scegliere proprio lei? «So che Soderbergh aveva letto un articolo su di me sul Los Angeles Magazine. Poi mi ha confidato di voler lavorare con un'attrice che avesse una dimestichezza professionale col sesso. Questo film, per me, è l'occasione preziosa per dimostrare di essere un'attrice». Problemi sul set? «La mia carriera non è stata un problema per nessuno, se è quello che intende». Una cosa ammette di non sopportare, i pregiudizi verso l'industria dell'hardcore. Dì recente era ospìte del Tyra Banks Show, seguitissìmo talk show, e la moderatrice ha fatto di tutto per dipingerla come una ragazza fredda e confusa, vittima dì un ambiente distruttivo. «Mi hanno usata per far impennare l'audience», ricorda. Poteva alzarsi e lasciare lo studio, invece ha preferito usare l'opportunità dì un programma tra i più seguiti d'America per incrementare la sua popolarità. Tra una campagna pubblicitaria, la collaborazione con i big della musica e l'ennesimo porno da protagonista, Sasha Grey oggi è specializzata soprattutto neli'attraversamento dei generi. L'importante è farlo col massimo della disinvoltura. «Perché non dovrei? Il porno fa parte della cultura pop, che ha sempre cercato la rottura dei tabù e l'esplorazione del proibito». Impegnata nella produzione del primo ed con gli A-Telecine, collabora a un libro su «sesso e filosofia» e intanto sta per uscire Fuck Junkie, debutto della sua mini-ma-jor hard, «Dov'è il problema? Presto il porno sarà accettato dallo show business, ma l'opinione pubblica sa poco di chi ci lavora». Da poco ha reso pubblico d'essere felicemente fidanzata con un fotografo, che nulla ha a che fare con l'industria del porno. Com'è una relazione con una pornostar? «Il difficile è stato chiarirgli il mio punto di vista sul mio lavoro. Una volta accettato, non c'era più un problema. Certo, non è una passeggiata. Del resto, quale rapporto lo è?». da Wikipedia :Sasha Grey (born Marina Ann Hantzis[1] on March 14, 1988, in North Highlands, California)[3] is an American pornographic actress. She is also active outside of pornography through modeling, acting, and music.[4][5] Growing up in Sacramento, California, Grey moved to Los Angeles and began appearing in pornographic films shortly after turning 18. Grey was featured in a 2006 issue of Los Angeles, which interested the director Steven Soderbergh. She won several AVN Awards in 2007 and 2008. During the same period, Grey began modeling and was cast in Soderbergh's The Girlfriend Experience. Grey also recorded an industrial music project, ATelecine...Early life :Grey grew up in a working-class family in Sacramento, California and her mother worked for the state of California.[3] Her parents divorced before she finished middle school, and her mother remarried in 2000 when Grey was 12.[3] Grey states that she felt miserable at home around her step father, and as a result at 16, informed her mother she was going to move out.[3] She describes her relationship with her mother as "somewhat estranged".[6] Grey attended four high schools before graduating, unhappy in each one.[3] In autumn 2005, she attended junior college and took classes in film, dance, and acting.[3] Grey contemplated stripping during college so she wouldn't have to work as much, but eventually settled on porn.[7] She waited tables at a steak house through March 2006 and saved $7,000 for a move to Los Angeles.[3]

la crisi esiste ed e' pesante ; non e' vero che si va per il meglio

Alcoa, i lavoratori sequestrano fabbrica e dirigenti , clicca

Gli operai dello stabilimento dell'Alcoa di Portovesme in Sardegna hanno occupato lo stabilimento trattenendo in assemblea i dirigenti. Si tratta della reazione all'annuncio da parte dei vertici della multinazionale Usa dell'alluminio di sospendere la produzione a causa della richiesta Ue di restituzione delle agevolazioni, illegali, sulle tariffe elettriche. In Italia Alcoa impiega circa 2.500 persone, ma nella chiusura degli stabilimenti sono coinvolti altri 1000 lavoratori dell’indotto. Nel video di youtube gli operai rivendicano l'occupazione della fabbrica................

Roma. Corteo dei lavoratori sardi caricato dalla polizia. Blocco del traffico in via del Corso dove hanno avviene il primo contatto con la polizia fino all' angolo con la Rinascente. Qui manganellate violente e una testata da parte dei poliziotti. Tutti poi di nuovo in corteo verso il ministero del lavoro; a rischio infatti 2000 posti di lavoro per un debito dell' Alcoa nei confronti dello stato di circa 400 milioni di euro.............

Alfa di Arese: 232 tecnici il lotta contro il trasferimento in massa a Torino

La FIAT chiude di fatto Arese e Formigoni fa finta di nulla. Servizio di Silvia Tagliabue. C'era una folta delegazione di lavoratori cassaintegrati dell'Alfa di Arese al presidio organizzato dall'FlmUniti-CUB davanti alla sede di Regione Lombardia. La Fiat ha infatti aperto la procedura per trasferire gli enti tecnici a Torino e chiudere così definitivamente una storica realtà industriale e occupazionale di Milano e della Lombardia............ pace sociale" e che gli operai son sempre a scioperare "Fabbriche occupate, scuole picchettate qui non si produce più" I giornali dei padroni ... Il caso Eutelia e il PD dov'e' ?! orso castano : un bell'intervento di Di Pietro , esplicativo e chiaro !! Leggetelo, ogni commento e' superfluo : il governo inerte di fronte alla possibile collusione tra chiusura delle fabbriche e futuri appalti ad aziende oscure di settori molto delicati dello stato!! La situazione e' drammatica. Ma il PD dov'e'?!

venerdì 20 novembre 2009

Censis: boom dei social network , clicca

19/11/2009 -  Social network su internet sempre più popolari, in crescita esponenziale, ma la lettura dei libri sta perdendo terreno. Lo scenario emerge dal rapporto sui consumi mediatici del Censis, che evidenzia una crescita dei social network su internet. La top five italiana è costituita in primis da Facebook, noto al 61,6% degli italiani, YouTube (60,9%), Messenger (50,5%), Skype (37,6%) e MySpace (31,8%). E sono soprattutto i giovani a frequentare questo tipo di comunità. Il 30,9% degli italiani usa You Tube, mentre il 25,9% usa Facebook. La lettura è la prima tre le attività che si sacrificano a vantaggio di Facebook: il 42,4% degli iscritti al social network che afferma di dedicare meno tempo ad altre attività ha dato questa risposta. Segue la consultazione di altri siti Internet (40%), andare al cinema (11%) o guardare film in dvd (9,1%), la rinuncia allo shopping (5,3%) e l’ascolto della radio (5,6%). Quanto ai rapporti interpersonali, il 14,4% di utenti sacrifica le telefonate agli amici e l’11,5% di chi usa Facebook esce meno per incontrare gli amici pur di restare connesso.  Non va trascurato, scrive il Censis, il 21,7% di utenti che avverte di dedicare meno tempo ad altre attività a causa di Facebook che indica di sacrificare lo studio o il lavoro per connettersi (21,7%). Perché iscriversi a Facebook? Tra le ragioni principali, secondo l’indagine, non figurano né il desiderio di mettersi in mostra, né la speranza di intrecciare una relazione intima, che hanno spinto appena l’1,8% degli intervistati all’iscrizione, in particolare i maschi (2,6%). Ci si iscrive per mantenere i contatti con gli amici (70,5%%), rincontrare quelli vecchi (57,8%), per svago (34,8%) e per cercare nuove amicizie (19,4%). Tra le attività preferite: guardare cosa c’è nelle bacheche degli amici (41,2%), inviare messaggi personali (40,5%). Il 54,6% degli utenti fa parte di gruppi di interesse o ha sottoscritto citazioni apparse su Facebook, e il 10% ha effettivamente partecipato a eventi sociali, manifestazioni politiche, spettacoli di cui è venuto a conoscenza tramite il social network. Poco più di un utente su quattro constata che da quando si è iscritto a Facebook tende a dedicare meno tempo ad altre attività (il 26,8%) e tale sensazione è maggiormente percepita dalle donne (il 32,2%) e dalle persone meno istruite (il 31,2%). La maggioranza degli utenti (il 68,4%) preferisce accedere a Facebook di sera, il 36,5% si connette solitamente di giorno, il 15,3% durante il lavoro o lo studio, e solo uno su dieci accede al sito esclusivamente nel weekend.  La crisi non ha certo aiutato la stampa periodica a riprendersi dal declino che ha caratterizzato tutto il decennio. La lettura, anche occasionale, dei settimanali coinvolge nel 2009 il 26,1% degli italiani (-14,2%) e quella dei mensili il 18,6% (-8,1%), con un calo vistoso rispetto al biennio precedente. In leggera flessione anche la lettura dei libri, che era cresciuta per tutto il decennio, raggiungendo il 59,4% nel 2007, per ripiegare poi al 56,5% nel 2009. La flessione si presenta tra uomini e donne, soggetti più istruiti e meno scolarizzati, per cui è difficile non considerarla collegata alla congiuntura economica (del resto, anche tra i lettori diminuisce leggermente il numero medio dei libri letti nell’anno: altro sintomo della ricerca di risparmiare). Però non manca uno spiraglio di ottimismo, perchè tra i giovani il numero dei lettori aumenta, anche se di poco, passando dal 74,1% al 75,4%. Il Rapporto Censis/Ucsi analizza il fenomeno anche sotto il profilo dei pacchetti a pagamento. Tra gli italiani che guardano la tv digitale satellitare o terrestre la percentuale di chi ha sottoscritto un abbonamento è complessivamente superiore al 60% con una contrazione significativa tra gli anziani, nella fascia 65-80 anni, per i quali il dato scende al 43,3%. Ma quali sono le principali motivazioni che inducono il pubblico della tv a pagare per vedere un programma ? Naturalmente al primo posto ci sono le partite di calcio e in generale gli eventi sportivi con un complessivo 31,2%, e al secondo posto i film in prima visione 24,8%. Tra gli uomini poi, la percentuale riferita alle partite di calcio sale al 39%, mentre le donne preferiscono i film (24,7%). Seguono i cartoni animati (13%) e i canali specializzati su viaggi, storia, scienze con un quasi 12%. Anche in questa classifica sono i più istruiti a trainare la domanda con il 64,9% degli abbonati, ed è la fascia 30-64 anni ad abbracciare la percentuale maggiore (senza distinzioni di sesso e grado di istruzione) con il 66,9%. I giovani comunque, sono sempre oltre la metà con il 53,4%. Infine, ad abbonarsi con maggiore frequenza risultano gli uomini, circa il 64,7%, laddove le donne sono su livelli del 55,6%

orso castano : cambia il modo di informarsi e di comunicare. Questo portera' , come gia' accadde per la televisione, da una parte  ad una modifica dei comportamenti , e dall'altra parte , ad una lotta per accaparrarsi i nuovi media da chi vuole un controllo sull'informazione stessa, nel tentativo di rendere sempre piu' dipendenti i ricettori dai centri piu' importangi delle erogazione dell'informazione e per indurre all'aquisizione di una scala gerarchica di informazioni importanti, prestabilita nei contenuti e nelle modalita' di acquisizione. Ci auguriamo che il pluralismo e la liberta' dell'informazione resista e che un'ondata di banalizzazione nel campo dell'informazione alla fine la invalidi.