martedì 22 dicembre 2015

opera che lascia perplessi : e gli altri grossi ed importanti centri ospedalieri che fine faranno?? Saitta deve spiegarlo , non e' un "faraone" egiziano al comando della Sanita' Piemontese!!

Il Parco della Salute, la faraonica opera in cui sono stati investiti più di 600 milioni di Euro, sta per diventare realtà a tutti gli effetti.

L’enorme struttura, che abbraccerà più di 160 metri quadri posandosi in parte su terreni industriali dismessi della Fiat, sarà facilmente accessibile sia dalla città che fuori, grazie ai suoi collegamenti con i mezzi pubblici e con la tangenziale. Il Parco della Salute comprenderà le strutture Sant’Anna, Molinette e Regina Margherita, nonché i poli universitari della sanità, lasciando il CTO come ospedale di territorio.

L’inizio dei lavori per questo costoso e ambizioso progetto, è previsto per il 2017 con un’investimento del Ministero della Sanità pari a 250 milioni di Euro e uno della Regione di più di 12 milioni. Il Presidente della Regione Sergio Chiamparino ha sottolineato ulteriormente l’importanza di questo pesante investimento, sia per il ruolo che il Parco andrà a coprire nella città di Torino, sia per i cambiamenti che apporterà alla medesima.

Staremo a vedere come si trasformerà il sistema sanitario torinese (e piemontese) in questi anni grazie a questo ambizioso progetto volto a riqualificare le aree urbane e a restaurare le condizioni vigenti.

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un altro passo avanti nella ricerca , copiando dalle piante.


CULTURA 22 dicembre 2015

Il genio delle donne applicato alla robotica: al top una scienziata dell’Iit

Francesco Margiocco
80.0%IMPORTANTE
20.0% Insignificante
Barbara Mazzolai dell’Iit e Cecilia Laschi della Scuola Superiore di Pisa
Barbara Mazzolai dell’Iit e Cecilia Laschi della Scuola Superiore di Pisa

Plantoide è il nome del robot che imita gli alberi e che sta portando tanta gloria alla sua inventrice. Mazzolai, responsabile del centro di micro bio-robotica dell’Istituto italiano di tecnologia, è una delle “25 donne della robotica” che secondo l’annuale classifica del sito per specialisti Robohub.org, “vale la pena di conoscere”. Plantoide ha radici munite di sensori in tutto simili ai sensori naturali che si trovano sulle punte delle radici degli alberi. Come i sensori degli alberi riescono a riconoscere la presenza di acqua e di sostanze necessarie per vivere, così fanno quelli del robot. Plantoide è formato da un tronco, da foglie e da radici ciascuna con cinque sensori: di gravità, di temperatura, di umidità, tattili e chimici.«Le radici degli alberi crescono autonomamente, dalla punta, per la successiva aggiunta di materiale naturale, ossia di cellule, ed è esattamente quello che fanno le radici del robot», spiega Mazzolai. «Solo che qui - aggiunge - la crescita avviene per l’aggiunta successiva di un materiale artificiale».Il materiale è il Pla, l’acido polilattico usato nelle stampanti tridimensionali. È un materiale di derivazione organica - può provenire dalla canna da zucchero o dall’amido di mais - con proprietà termo-plastiche che lo rendono malleabile quando è sottoposto ad elevate temperature. Si presenta come un filo che, se riscaldato, può dare origine, un filo dopo l’altro, a nuove forme. In questo caso l’acido polilattico avvolto in una bobina che si trova all’interno del robot è trascinato da un motore fino alla punta della radice dove, riscaldandosi, crea un prolungamento della radice stessa.
Le applicazioni di Plantoide possono essere molte. In agricoltura può servire a conoscere la qualità del suolo. «Questi controlli in agricoltura andrebbero fatti sempre, e il nostro robot offre un sistema molto economico che non necessita nemmeno di un operatore, perché Plantoide ha in sé la capacità di crescere a seconda di quello che trova». Il robot potrebbe anche essere impiegato nella ricerca del petrolio, per cercare nuovi giacimenti e rinviare di qualche decenni le ansie sul presunto esaurimento dell’oro nero. «Il prototipo è pronto e abbiamo ricevuto diverse manifestazioni di interesse da parte di aziende»..........................

mercoledì 9 dicembre 2015

stragi, catastrofi umanitarie e petrolio :NIGERIA:150 CIVILI INERMI TRUCIDATI DA SOLDATI DEL CAMERUN -

orso castano : uno dei tanti quotidiani massacri in Africa. In secondo piano ma strettamente connessi gli ingteressi sul petrolio. L'occidente deve accelerare la produzione di energie rinnovabili . La tecnologia gia' esiste, manca la distribuzione delle energie rinnovabili , le attrezzature che consentono , ad es. , lungo le strade e le autostrade , la "ricarica " delle fonti di queste energie! E' davvero strano e sospetto che di fronte ad una tecnologia ormai avanzata si tardi da parte dei governi a investire in queste strutture!
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Nigeria, attacco kamikaze di Boko Haram, decine di morti in una processione sciita Nigeria: oltre 30 morti e 80 feriti per un attentato attribuito ai Boko Haram Ciad, 38 morti in triplice attacco al confine con Nigeria 09 dicembre 2015 Alcuni sopravvissuti nigeriani raccontano che soldati del Camerun hanno attraversato il confine con la Nigeria, assalito e bruciato villaggi, ucciso almeno 150 civili inermi. Coloro che sono riusciti a scappare dal massacro hanno impiegato giorni di cammino nella foresta prima di arrivare in un centro per rifugiati di Fufore. Il governo di Yaoundè ha negato tutto: "I nostri soldati sono molto ben addestrati e rispettano i diritti umani". La tensione tra i due Paesi sta effettivamente crescendo a causa delle continue stragi perpetrate dagli integralisti islamici nigeriani Boko Haram anche in Camerun. Al centro di Fufore sono arrivati almeno 643 rifugiati. Provengono dai villaggi nigeriani situati tra Gamboru e Banki, una striscia di circa 150 chilometri lungo il confine con il Camerun. Al momento non è ancora chiaro chi abbia effettivamente attaccato queste centinaia di civili inermi massacrandoli a decine né perché, ma secondo il responsabile dell'Onu per la regione si tratta di "un vero e proprio disastro umanitario". La scorsa settimana il ministro del Petrolio della Nigeria aveva parlato di una importante scoperta di petrolio nel bacino del lago Ciad che rischia di alimentare conflitti di confine tra Nigeria, Ciad, Camerun e Niger. - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Nigeria-150-civili-inermi-sono-stati-trucidati-da-soldati-del-Camerun-che-hanno-passato-i-confini-Resonsabile-Onu-per-la-regione-un-vero-e-proprio-disastro-umanitario-22a05b9e-1d86-4de6-8168-f9b2f7744368.html

martedì 8 dicembre 2015

alla finestra a guardare e filosofare

orso castano : l'analisi del manifesto sulll'impoverimento dei ceti medi e' interessante ma , al di la' della "necessita' per il capitalismo di far ripartire il processo di accumulazione e di "impiegare il capitale umano inutilizzato" , occorre fare proposte concrete per "sblindare" ,"sbloccare" queste energie, per recuperare questi saperi,per innovarli, e sopratutto occorre che la modalita'  di produzione e di organizzazione delle piccole aziende venga agevolata e supportata dal fisco fino al supporto tecnologico ed alla ricerca scientifica. ma sembra che che dovrebbe istituzionalmente far questo sia "fermo al palo " e continui a ragionale secondo vecchie, o staravecchie,
vecchie logiche di potere e di cerchie chiuse , ed il governop , come i vecchi governi, sta a guardare!


http://ilmanifesto.info/ceti-medi-senza-futuro/
Come si fa a mobilitare una società arroccata in se stessa e sfinita dalla crisi? Questa è la domanda che percorre il 48° rapporto Censis sulla società italiana presentato ieri al Cnel a Roma. I dati sulla recessione analizzati nell’ultimo anno confermano il crollo dei consumi delle famiglie: –8% del Pil dal 2008, Questo ha comportato un cambiamento delle abitudini, soprattutto del ceto medio che continua ad essere l’ago della bilancia di tutte le politiche sociali. Si sta scoprendo una vita «a consumo zero» con la riduzione di pranzi e cene fuori casa (62%), cinema e svago (58%). Si riducono gli spostamenti in auto per risparmiare la benzina e si cambiano le abitudini alimentari. In un paese dove crescono drammaticamente le diseguaglianze economiche, e la redistribuzione delle risorse viene annientata dalle politiche dell’austerità, le famiglie risparmiano su tutto.
Per il Censis è questo il senso dell’aumento del risparmio privato, contanti e depositi bancari sono aumentati in termini reali del 4,9% e costituiscono il 30,9% del totale (erano il 27,3% nel 2007). Questa massa monetaria pari a 1.219 miliardi di euro a giugno viene definita come «capitale inagito». Si tratta di un capitale liquido, o «cash», che rappresenta una forma di tutela individuale contro i rischi sistemici di un paese giunto al terzo anno di recessione senza vedere all’orizzonte una svolta. Anzi, la percezione della «vulnerabilità» porta il 60% degli italiani a temere di finire in povertà in qualsiasi momento: «è come se la povertà fosse un virus che può contagiare chiunque» aggiunge il Censis, riferendosi al ceto medio in via di impoverimento o di vera e propria proletarizzazione. Questo «capitale inagito» «è anche il carburante dell’informale, del nero, del sommerso, serve a creare reddito non tassato e per abbattere i costi». Quelli da sostenere nel caso di una malattia improvvisa, oppure per l’istruzione dei figli e ancora per la perdita del lavoro.
Il bonus Irpef da 80 euro, che vedrà la probabile consacrazione nella legge di stabilità, finirà in queste pieghe. Non rilancerà dunque i consumi, come auspica il governo Renzi, ma potenzierà le strategie di immunizzazione approntata dal ceto medio del lavoro dipendente che percepisce tra gli 8 mila e i 26 mila euro annui. Da questa elargizione sono state escluse tutte le forme del lavoro autonomo, il precariato, e i pensionati. Soggetti che restano nel cono d’ombra della politica. Una decisione che sembra avverare una previsione fatta nel 2007 da Sergio Bologna nel libro «Ceti medi senza futuro?» (Derive Approdi). La crisi ha bloccato anche gli investimenti. Nel rapporto viene descritto il crollo nell’hardware (-28,8%), nelle costruzioni (-26,9%), mezzi di trasporto (-26,1%). Dal 2007, il crollo è stato superiore a 333 miliardi di euro, più di quanto previsto dal bluff del piano Juncker (poco più di 300 milioni, quelli reali sono solo 21). Non vanno meglio gli investimenti diretti esteri: nel 2013 sono stati 12,4 miliardi contro i 72 dell’anno precedente. Gli investimenti che dovrebbero creare nuove imprese e rilanciare l’occupazione, quelli per cui è stato fatto il Jobs Act che cancella l’articolo 18 e eroga tutele a singhiozzo per i neo-assunti, sono crollati del 60%. Considerate le premesse strutturali della crisi non è detto che quest’opera di deregolamentazione raggiunga il risultato auspicato.C’è poi il «capitale umano dissipato». Così il Censis descrive il secondo effetto della recessione italiana: oltre 3 milioni di disoccupati, 1,8 di inattivi, 3 «disponibili a lavorare». In Italia ci sono «8 milioni di individui non utilizzati» che «aspettano di essere valorizzati e instradati verso un mercato del lavoro per tradurre il loro potenziale in energia lavorativa e produttiva».
La scelta di questa terminologia neoliberista ricavata da Gary Becker — il teorico del «capitale umano» — non è casuale. Il rapporto fa proprio il problema del capitalismo contemporaneo, e il suo punto di vista scisso tra l’euforia finanziaria e la depressione per la catastrofe di quella reale. Il suo problema è far ripartire il processo di accumulazione, quello di valorizzazione della forza-lavoro e l’efficacia dell’azione politica che ha interiorizzato il punto di vista del mercato e distrugge lo Stato, il welfare o i beni comuni.
La politica, subalterna alla cultura neo-liberale, è incapace di cogliere il cuore della contraddizione e continua a rispondere agli input del mercato promuovendo la frammentazione sociale, la distruzione del sistema dei «corpi intermedi» istituzionali, professionali o di categoria, come della rappresentanza democratica o del lavoro. La sua incapacità di fornire una risposta all’altezza della crisi del capitale si riflette nel blocco — variamente descritto nel rapporto — del desiderio. Non circola il denaro e non si consuma. Al soggetto indebitato vengono negate le sorgenti della sua felicità e per questo diventa sempre più riottoso e individualista.
In questo approccio manca una profonda critica del neoliberismo, e dei suoi presupposti antropologici. La domanda iniziale: come si «movimenta» una società in crisi rischia di non trovare una risposta che non sia quella di una politica che coinvolga la società all’interno di un discorso «neo-borghese». Un tentativo che si è rivelato fallimentare negli anni dei governi delle «larghe intese», come del resto attesta la stessa indagine del Censis.
Dalla lettura del rapporto si evince ancora un alto tasso di fiducia nei sindacati, soggetti utili alla vita democratica. Interessante è la descrizione della «terra di mezzo» dove crescono identità lavorative «ibride» tra nuova impresa, lavoro autonomo e precariato. Nel 2013, 3,4 milioni di occupati. Tra i 15–24 anni queste «identità» sono maggioritarie. Si sta consolidando un «quinto stato» che non trova rappresentanza nè tra i sindacati nè nell’impresa e che subisce, più di altri, la violenza della crisi.

uan "societa' sghemba anche nei pensieri"

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orso castano : la sanita' italiana a furia di tagli e di vere e proprie ruberie , come riferiscono ormai frequentissimamente i giornali quotidiani, si sta' sfarinando sotto i nostri occhi. A tutto questo il governo Renzi non sa o non vuole porre rimedio. Forse spera che una sanita' privata di rincalzo poissa risolvere il problema. Ma Renzi deve  (ma non c'e' l'ha) avere una prospettiva storica. La sanita' privata in Italia e' , nella grande maggioreanza dei casi, a rimorchio di quella pubblica, non c'e' mai stata vera competizione nelle tariffe e nella presa in carico seria e dignitosa dei casi piu' gravi (anche perche' piu' onerosi e con un ritorno economico quasi nullo). La sanita' pubblica non deve morire anche se Renzi a furia di tagli sembra volere prorpio questo. E' urgente che chi . come lui, non riesce a governare si faccia da parte, con umilta' e senso civico, ammesso che riesca a trovarne. Il welfare soffre e si sfascia. Come sostine il censis "siamo in una societa' sghemba anche nei pensieri".


dal Rapporto Censis......................La sanità nella percezione degli italiani
Oggi arriva il Censis con la sua poderosa opera di analisi della situazione sanitaria, che, per flash, è così rappresentata: “È il 42,7% dei cittadini italiani a pensare che la sanità stia peggiorando, quota che sale al 64% al Sud. Inoltre, il 55,5% considera inadeguato il Servizio sanitario regionale, quota che sale all'82,8% nel Mezzogiorno. Per capire il ricorso al privato, va considerato il trade off tra costo e tempi di attesa che, con la capacità del privato di offrire prestazioni a prezzi sostenibili e la lunghezza delle liste di attesa nel pubblico, si risolve spesso nella scelta dei cittadini di pagare per intero di tasca propria le prestazioni. Ad esempio, per una colonscopia nel privato si spendono 224 euro e si attendono 8 giorni, nel pubblico con il ticket si spendono 56 euro e si attendono 87 giorni; per una risonanza magnetica nel privato si spendono 142 euro e si attendono 5 giorni, con il ticket si pagano 63 euro e si attendono 74 giorni. Costi e tempi di attesa hanno andamenti inversi nel passaggio dal pubblico al privato, poiché all'aumentare dei costi delle prestazioni nel privato corrisponde una diminuzione dei tempi di attesa e viceversa. Una colonscopia nel privato richiede circa 169 euro in più rispetto al pubblico e riduce i tempi di attesa di 74 giorni; per una risonanza magnetica nel privato la spesa è di 79 euro in più con una riduzione dei tempi di attesa di 69 giorni”.

Fiducia nel medico di famiglia ma difficoltà nei percorsi di cura

Il Censis conferma poi la fiducia che gli italiani ripongono nel medico di famiglia, come emerse già negli anni scorsi: “Gli italiani ribadiscono l'importanza del ruolo svolto dal medico di famiglia:
il 57,3% afferma che dovrebbe essere sua la responsabilità di dare informazioni circostanziate ai pazienti e guidarli verso le strutture più adatte. Il 42,6% ritiene che gli Uffici relazioni con il pubblico e gli sportelli delle Asl dovrebbero offrire informazioni più precise e articolate. Un italiano su 5 vorrebbe anche disporre di graduatorie sui servizi e la loro qualità basate sui giudizi dei pazienti. Accanto a quelle di tipo informativo, le difficoltà che i cittadini sperimentano nel rapportarsi al Servizio sanitario nazionale sono anche di carattere pratico, legate ai tempi di attesa prima di accedere ai servizi richiesti. Tra le persone che hanno effettuato visite specialistiche e accertamenti diagnostici, rispettivamente il 22,6% e il 19,4% ha dovuto attendere perché privo di alternative. E quando l'attesa c'è stata, è stata consistente: in media, 55,1 giorni prima di effettuare una visita specialistica e 46,1 giorni per un accertamento”.
...........................Risultati immagini per censis

Queste analisi sulla situazione sanitaria si inquadrano in uno

scenario che vede la società italiana con una forte difficoltà

nell’autopropulsione. Giuseppe De Rita e Massimiliano Valerii

hanno parlato della sindrome del “limbo”, in continuità con

l’intuizione Censis dell’anno scorso, quando si parlò di “deflazione

delle aspettative” e di una “società sghemba anche nei pensieri”.

Temi e sforzo di interpretazione da parte dei due esponenti del

Censis, tutto da approfondire. Cosa che faremo con attenzione

nei prossimi giorni.

Orfeo Notaristefano

sabato 5 dicembre 2015

graduatoria ospedali da la Stampa : secondo la Regione Piemonte

La classifica degli ospedali piemontesi FEMORE (l’intervento entro 48 ore dalla rottura riduce il rischio di morte) Martini di Torino Ospedale di Mondovì (Cuneo) Ospedale degli infermi di Biella I MIGLIORI 3 I PEGGIORI 3 San Giacomo di Novi Ligure (Alessandria) Gradenigo di Torino Civile di Aqui Terme (Alessandria) INFARTO MIOCARDIO (minore mortalità a 30 giorni) Martini di Torino Civile di Ivrea (Torino) Molinette di Torino I MIGLIORI 3 I PEGGIORI 3 Maggiore della Carità di Novara Ospedale degli Infermi di Biella San Pietro e Paolo di Borgosesia (Vercelli) TUMORE DELLA MAMMELLA (strutture con maggior numero di interventi) Sant’Anna di Torino Molinette di Torino IRCCS di Candiolo (Torino) I MIGLIORI 3 I PEGGIORI 3 San Lorenzo di Carmagnola (Torino) Policlinico di Vercelli San Pietro e Paolo di Borgosesia (Vercelli) - LA STAMPA VALLE D’AOSTA LOMBARDIA LIGURIA VALLE D’AOSTA andria) lessandria a) dria) TORINO Vercelli Carmagnola Alessandria Candiolo M
qsRapporto Censis. Il 42% degli italiani pensa che la sanità stia peggiorando. Più della metà boccia le gestioni regionali. E sono quasi 8 milioni i cittadini che si indebitano per pagarsi le cure

orso castano :    No Comment !!

dispersione nell'ambiente di metaboliti di farmaci nei paesi in via di sviluppo

orso castano : l'ecofarmacovigilanza si va sviluppando. La dispersione nell'ambiente di metaboliti attivi di derivazione dai farmaci testimonia di uno smaltimento scorretto e di un filtraggio, da parte dei depuratori, veramente deficitario. Lanciare un allarme e' indispensabile !!

 
Il dicloflenac, l’ibuprofene e altri principi attivi comunemente usati – lo studio stima ne vengano prescritti più di 30 milioni al giorno nel mondo – avrebbero effetti negativi sulla crescita di piante come la lattuga e il ravanello. I farmaci a uso umano finiscono nell’ambiente e nel suolo in diversi modi, ad esempio quando i sistemi di gestione e smaltimento dei rifiuti non sono in grado di rimuovere i composti chimici dai liquami. Un problema serio soprattutto se si considera che in molti Paesi in via di sviluppo i detriti fognari vengono usati come fertilizzanti e le acque reflue, le acque di scarico per l’irrigazione dei campi.
 
Gli effetti negativi della presenza di queste sostanze chimiche nel suolo sono riscontrabili nella lunghezza delle radici così come dei germogli e nella dimensione complessiva della pianta, caratteristiche che vanno a incidere direttamente sul processo di fotosintesi clorofilliana. 

 vedi anche molto interessante come proposta di modello da utilizzare nella ricerca degli inquinanti ambientali da farmaci :
.......Banca dati Farmacoambiente Il database “Farmacoambiente”, raccoglie le informazioni reperibili nella letteratura scientifica sulla presenza nell’ambiente, persistenza nei media ambientali e tossicologia ambientale dei farmaci. Complessivamente sono stati reperiti dati di presenza, persistenza e tossicologia ambientale relativi a circa 100 principi attivi farmacologici, contenuti in altrettanti articoli scientifici pubblicati nella letteratura Internazionale. Le informazioni relative a ciascun farmaco sono state successivamente completate con dati sulle caratteristiche farmacocinetiche-metaboliche e chimico-fisiche di rilevanza ambientale. Quando disponibili i dati di vendita per l’Italia -anno 1997- è stato inoltre possibile calcolare, per alcuni di essi, i carichi ambientali teorici, ossia la stima dei quantitativi di principi attivi riversati annualmente nell’ambiente in Italia. Tutte le informazioni così reperite sono state organizzate in un database denominato “Banca dati Farmacoambiente” contenuto nel CD accluso e, nel prossimo futuro, disponibile anche on line......................

Farmaceutica in ambiente: Sources, destino, effetti e rischi

Klaus Kümmerer
Springer Science & Business Media, 9 marzo 2013 - 265 pagine