orso castano : e' un dramma, lascia davvero senza speranza . Mentre mister Renzi pensa al senato di nominati, il dramma dei neet cresce e sopratutto tra gli immigrati. C'e' un cinismol da parte governativa che fa paura!! L'Europa vuole farci accogliere chi arriva dalla guerra e dalla miseria ed ha ragione ma nel contempo rifiuta una politica unitaria verso lìAfrica e , sopratutto, verso il Nord Africa. Qualsiasi ipotesi di rinnovamento del nostro welfare salta di fronte a queste cifre. Ormai c'e' solod aorganizzare un sostegno umanitario degno di questo nome , mentre un governol superficiale e sempre piu' autoritario si allea con una destra confusa e segnata da condanne ed incriminazioni!
Immigrati, i Neet arrivano quasi a 400 mila: soprattutto ragazze (link)
I dati del quarto rapporto annuale del ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Sempre più giovani figli di stranieri non studiano né lavorano: il 67 per cento sono donne. Forlani: “Incide la componente culturale”. Crescono gli inattivi: +77mila rispetto al 2012
30 luglio 2014
ROMA - Sono circa 400 mila i giovani stranieri che non studiano né lavorano. Il fenomeno dei cosiddetti Neet (not in employment, education and training), coinvolge sempre di più anche i figli di cittadini immigrati. Allo stesso tempo tra gli stranieri sono in aumento gli inattivi (+77mila unità tra il 2012 e il 2013) soprattutto tra gli extracomunitari. A rivelarlo è il IV rapporto annuale 2014 “Gli immigrati nel mercato del lavoro in Italia” realizzato dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali e presentato oggi a Roma.
La tendenza alla segmentazione di genere è molto più evidente nel caso di alcune specifiche comunità – spiega il rapporto - ad esempio, nei casi delle cittadinanze quali Marocco, Bangladesh, India, Moldavia, Ucraina, Pakistan e Sri Lanka (Ceylon), le donne sono i due terzi dei Neet complessivamente stimati, superano cioè il 70 per cento del totale.
“Il fenomeno dei Neet, prima considerato prerogativa degli italiani, oggi coinvolge sempre di più gli stranieri – spiega Natale Forlani, direttore generale Immigrazione e politiche di integrazione del ministero -. In molti casi si tratta di giovani venuti qui in seguito a ricongiungimenti familiari. Riguarda soprattutto le ragazze, perché a incidere è soprattutto la componente culturale, che vede le donne stare a casa e gli uomini lavorare. Un aspetto questo su cui dovremo lavorare, e che è recuperabile soprattutto per le seconde generazioni. Mentre è più difficile agire sulle prime”.
Il rapporto sottolinea inoltre che è in crescita anche la popolazione straniera inattiva, che nel 2013 ha raggiunto quota 1.275.343 (+77 mila unità su base annua). L’aumento, spiega il rapporto del ministero ha interessato soprattutto la componente extra Ue (+52 mila), dovuta al fenomeno dei ricongiungimenti familiari, all’aumento del numero di stranieri di “seconda generazione” ed alle quote di ingresso non programmate di popolazione straniera non comunitaria come i richiedenti protezione internazionale. (ec)
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