
In collaborazione con il Cajal Institute e lo Spanish National Research Council di Madrid, le ricercatrici torinesi guidate da Annalisa Buffo (nella foto) hanno studiato a fondo questi aspetti, mostrando per la prima volta l'esistenza e la precisa localizzazione nel tessuto delle cellule “bipotenti”, nonché il loro processo di moltiplicazione fino al loro esaurimento, formulando l’ipotesi che alcuni di questi progenitori rimangano come elementi silenti anche nell’adulto: “è possibile dunque immaginare di riattivarli a seguito di un danno, generando così nuovi neuroni nel cervelletto che invecchia o si ammala.”

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