Magistrati contro premier «Mette a rischio l'equilibrio tra istituzioni»
Il premier vuole una magistratura docile, il livello delle invettive e degli insulti ha raggiunto livelli mai visti e con la violenza dei suoi attacchi Berlusconi mette a rischio l'equilibrio tra le istituzioni (che è – lo ricordiamo – uno dei cardini della divisione dei poteri nelle democrazie). Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Luca Palamara commenta con amarezza e durezza le invettive del presidente del Consiglio che invoca una commissione d'inchiesta sui magistrati dove, per lui, ci sarebbe una vera associazione a delinquere che trama perché intenzionata a destituirlo dal potere benché – come ripete – investito dal popolo.
La situazione è gravissima e Palamara non lo nasconde. «Assistiamo a invettive e insulti, si vuole una magistratura docile che non disturbi il manovratore di turno», dichiara. «È difficile trovare parole per esprimere il più ampio disappunto», confessa a Sky Tg24, perché ormai «si sono raggiunti, negli ultimi tempi, livelli mai visti». Per il magistrato il quadro è allarmante: «mettere in maniera così violenta in discussione un'istituzione dello Stato, rischia realmente di sovvertire gli equilibri», ma «qui non si può più parlare di rispetto reciproco o altro, qui si tratta un'aggressione di fronte alla quale quotidianamente» siamo costretti a replicare «e questo è un problema, non solo più dei magistrati, ma delle istituzioni e del paese intero».
Le conseguenze di simili attacchi sono nefaste per la democrazia stessa, dunque. «Se questo è il principio al quale dobbiamo giungere allora possiamo pure chiudere le serrande e andare via», constata infine il magistrato. Amara, come constatazione, e purtroppo fondata.
La situazione è gravissima e Palamara non lo nasconde. «Assistiamo a invettive e insulti, si vuole una magistratura docile che non disturbi il manovratore di turno», dichiara. «È difficile trovare parole per esprimere il più ampio disappunto», confessa a Sky Tg24, perché ormai «si sono raggiunti, negli ultimi tempi, livelli mai visti». Per il magistrato il quadro è allarmante: «mettere in maniera così violenta in discussione un'istituzione dello Stato, rischia realmente di sovvertire gli equilibri», ma «qui non si può più parlare di rispetto reciproco o altro, qui si tratta un'aggressione di fronte alla quale quotidianamente» siamo costretti a replicare «e questo è un problema, non solo più dei magistrati, ma delle istituzioni e del paese intero».
Le conseguenze di simili attacchi sono nefaste per la democrazia stessa, dunque. «Se questo è il principio al quale dobbiamo giungere allora possiamo pure chiudere le serrande e andare via», constata infine il magistrato. Amara, come constatazione, e purtroppo fondata.
1 commento:
orso castano: la psichiatria non deve disinteressarsi di cio' che accade nelle istituzioni poste a garanzia del cittadino. Se si indebolisce l'istituzione preposta a garante dei diritti dei pazienti , questi stessi diritti verranno calpestati , inesorabilmente. La psichiatria e' una specie di crocicchio ("multifattoriale") dove cultura, neuroscienza, diritti civili ed istituzionali, valori etici, si incontrano, anche dialetticamente, di continuo. E continueranno ad incontrarsi ed a dialettizzarsi chissa ancora per quanto tempo per il futuro, per fortuna. Se tale dialettica , talora vivace , ma sempre produttiva, dovesse fermarsi' dovremmo seriamente preoccuparci, perche' qualcosa nelle istituzioni democratiche non sta seriamente funzionando.
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