In una cultura come la nostra, abituata a frazionare ogni cosa al fine di controllarla, è talvolta un po' urtante sentirsi ricordare che, dal punto di vista operativo e pratico, il medium è il messaggio. Questo significa, semplicemente, che le conseguenze individuali e sociali di ogni medium cioè di ogni estensione di noi stessi derivano dalle nuove proporzioni introdotte nella nostra situazione personale da ognuna di tali estensioni o da ogni nuova tecnologia.
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Il messaggio di un medium o di una tecnologia - sostiene McLuhan - è il mutamento di proporzioni, di ritmi e di schemi che introduce nei rapporti umani, mentre i suoi contenuti o utilizzazioni possono essere diversi, ma non hanno influenza sulle forme di associazione umana.
Chi pensa che gli strumenti in sé non sono né buoni né cattivi, e che la loro bontà dipende dall'uso che se ne fa, non tiene conto della natura del medium, e sembra davvero esprimere il narcisismo di chi è ipnotizzato dal suo proprio essere, amputato ed estensivamente assunto in una nuova forma tecnica.
La "tecnica" è il nostro rapporto col mondo
Solo un artista autentico - dice McLuhan - può essere in grado di fronteggiare impunemente la tecnologia, proprio perché è un esperto consapevole dei mutamenti che intervengono nella percezione sensoriale.
Le nuove idee di McLuhan sono simili alle vecchie idee di Platone
...invece le favole di Hera messa in catene dal figlio, di Efesto fatto precipitare dal padre mentre accorreva a difendere la madre percossa, e di tutte le battaglie divine riportate da Omero, non si devono ammettere nella città, abbiano o no queste invenzioni un significato nascosto. [378d]
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L'interpretazione dei poeti in base al criterio del significato più profondo e nascosto, o hyponoia, era stata inaugurata da Teagene di Reggio(VI secolo), e comportava una distinzione fra forma e contenuto, fra significato ed effetto di una espressione, fra messaggio e mezzo. Omero non va preso alla lettera, ma va interpretato allegoricamente: le lotte fra gli dei rappresentano semplicemente le "lotte" fra gli elementi naturali.
Di contro, il Socrate della Repubblica, come notano anche F. de Luise e G. Farinetti (Hyponoia. L'ombra di Antistene, in Platone, La Repubblica, Napoli, Bibliopolis, 1998, vol II, pp. 393-402) considera la poesia nei suoi effetti comunicativi e per questo ritiene inaccettabile ogni tentativo di restauro ermeneutico. L'interpretazione allegorica presuppone un distacco erudito dal canto poetico e non considera il suo carattere "mediatico" di performance basata sulla passività e sull'ìmmedesimazione degli ascoltatori. Le modalità di comunicazione tipiche del medium rendono il messaggio intrinsecamente sospetto.
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