......................In un post precedente Watson aveva messo in guardia nei confronti del Cloud computing, la tecnologia reclamizzatissima ultimamente, specie dopo il lancio dell’iCloud di Apple, che consentirà di trasferire i propri files sulla “nuvola” rendendoli accessibili dovunque uno si trovi e attraverso qualsiasi macchina (PC, telefonino smart, rete locale, internet cafè ecc). Al di là della comodità di non dovere ogni volta portarsi dietro i propri files – scriveva - questa tecnologia sarebbe parte di una tendenza generale a sostituire la proprietà fisica dei contenutimediatici da parte degli utenti, con un affitto dei contenuti medesimi attraverso il Cloud. Solo che il Cloud è praticamente un YouTube universale, nel senso che consentirebbe di bloccare, censurare, cancellare normalmente i contenuti a richiesta dei governi, esattamente come fa già oggi You Tube. E senza nemmeno l’ordine di un giudice: basterebbe un’ingiunzione (diceva al Washinghton Post Chris Calabrese, dell’American Civil Liberties Union). L’obiettivo è costringere tutti a usare una delle reti Cloud detenute dai grandi providers come Apple, Google, Facebook, tassando , regolamentando e facendo diventare internet costoso. Oltre a renderle il web facile soggetto di censure e cancellazioni. Una volta che la maggior parte dei dati saranno confinati sul Cloud, sarà infatti facile rendere a poco a poco più stringenti le regole di copyright, libera espressione e diffamazione e cacciare siti e media alternativi. Insomma il Cloud secondo questa teoria non sarebbe nient’altro che un cavallo di Troia per svuotare l’internet libero . Uno sforzo per assimilare i media alternativi,prima di distruggerli. E rendere il web più simile alla tv via cavo,dove un numero limitato di grandi corporations può decidere insieme ai governi quello che può o non può essere pubblicato. | |
lunedì 5 settembre 2011
I RISCHI DEL CLOUD COMPUTING: CAVALLO DI TROIA PER IL CONTROLLO DELLLA RETE? da "La Stampa"
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