giovedì 29 dicembre 2011

Inghilterra : dalle origini del Welfare state allo smantellamento Thatcheriano

Il Welfare State, detto anche Stato del Benessere o Stato Keynesiano, si diffonde in seguito alla crisi
economica del ’29 in un momento in cui il Modello Liberale/Liberista, basato sul non intervento dello Stato
nell’economia, iniziava a perdere credibilità.
Mentre lo Stato Liberale, in virtù della convinzione che il mercato potesse raggiungere un equilibrio
ottimale autonomamente grazie all’azione endogena delle forze concorrenziali, si poneva quasi da esterno
rispetto al sistema economico e interveniva soltanto per correggere delle disfunzioni del mercato, con
l’avvento del Welfare State, lo Stato inizia a svolgere un ruolo determinante nella dinamica economicoistituzionale.
Le tre funzioni dello Stato possono essere così riassunte e semplificate:
1)  redistribuzione del reddito (per raggiungere equilibri sociali equi, tramite un utilizzo mirato
della spesa pubblica)
2)  stabilizzazione macroeconomica (spesso, facendo un eccessivo utilizzo della spesa pubblica, è
diventato impossibile, in quanto si è perso il controllo sull’economia e sul mercato)
3) regolazione del mercato
Con l’avvento del Welfare State, lo Stato non si limita alla mera regolazione ma diviene protagonista in
ambito produttivo e utilizza strumenti di politica economica per assicurare un livello minimo di benessere
ad ogni cittadino, attuando anche delle politiche redistributive in base alla convinzione che un equilibrio
Pareto-efficiente non fosse necessariamente socialmente equo.
Il modello anglosassone di Welfare.
In seguito al verificarsi della Grande Depressione in Gran Bretagna nascono le tesi economiche di John
Maynard Keynes, favorevole ad usare il deficit spending (=spesa in disavanzo, situazione nella quale la
spesa pubblica non è finanziata da entrate tributarie e genera pertanto un disavanzo di bilancio) come
input della crescita economica, e i piani di sicurezza sociale di Lord Beveridge, estesi a coprire la
disoccupazione e l’invalidità.
Il piano Beveridge, presentato al governo inglese  nel ‘42 e attuato nel dopoguerra, viene considerato
come atto di fondazione del moderno Welfare State. Alla sua base c’è il diritto sociale del cittadino di
avere dei livelli minimi di sussistenza garantiti dallo Stato che quindi deve tutelare e garantire una vasta
gamma di diritti (“from the cradle to the grave”).
Per anni, questo tipo di politica si è contraddistinto per la centralità del ruolo del servizio pubblico e per
l’alta qualità delle prestazioni erogate.
Avvento dei Conservatori: Margaret Thatcher.
Nella seconda metà degli anni ’70, si verificò una delle peggiori crisi economiche della storia
dell’Inghilterra (come del resto del mondo), in seguito alla crisi petrolifera del 1973, che portò il Paese ad
uno stato di bancarotta virtuale.
Il governo fu costretto a negoziare il credito dall’IMF (International Monetary Fund), il quale intervenne
imponendo severi controlli della spesa interna come condizione del prestito.
Questi fattori portarono alla mancata rielezione del governo laburista e all’ascesa dei conservatori con il
Primo Ministro Margaret Thatcher nel Maggio del 1979.
La politica thatcheriana ha dato l’avvio allo smantellamento del Welfare State.
Per superare la crisi di quel momento era necessario, almeno nel breve periodo, ricorrere a misure
drastiche.
Sebbene le imposte dirette (che vanno ad agire sugli individui) vennero tagliate, il bilancio doveva essere
risanato e così le  imposte indirette (che colpiscono indirettamente il consumo in quanto vengono
applicate come maggiorazione del prezzo di particolari tipi di beni) furono aumentate.
Il naturale gap tra inflazione e disoccupazione richiedeva di operare delle scelte: i Conservatori
naturalmente si posero come obiettivo primario quello di contenere  la crescita dei prezzi.
Supponendo una formazione delle aspettative di tipo razionale, ciò era possibile soltanto se il Policy
Maker avesse goduto di una certa credibilità: si fece in modo che fosse chiaro che il Governo avrebbe con
ogni mezzo mantenuto tassi di inflazione bassi, in modo che anche le aspettative d’inflazione fossero
contenute. Per mantenere questa credibilità, si sacrificò l’altro obiettivo: si era ben lontani dal pieno impiego, con livelli di disoccupazione, intorno ai 3 milioni che iniziarono a diminuire soltanto nel 1986, verso la fine
della secondo “Governo Thatcher”L’aumento delle tasse, nel momento di peggiore recessione, sebbene in contrasto con le teorie keynesiane (secondo cui, per ottenere un aumento della domanda durante una recessione, le imposte dovrebbero essere diminuite) rese possibile una diminuzione dei tassi di interesse e portò una ripresa dell’economia e ad una crescita di lungo periodo. 
Il sostegno da parte dell’elettorato, provenne anche dall’episodio dell’Aprile 1982 riguardante l’invasione 
delle Falkland, quando la Thatcher, in seguito al fallimento delle negoziazioni diplomatiche con 
l’Argentina, dispiegò le forze militari inglesi per riconquistare l’arcipelago e vi riuscì nel Giugno dello 
stesso anno. Il governo fu rieletto ed il numero di seggi dei conservatori fu più che triplicato (da 43 nel 
1979 a 144 nel 1983). 
Il secondo mandato cominciò con almeno tante difficoltà, quanto il primo. 
Nel 1984, dichiarando obsoleto un accordo siglato dieci anni prima, si annunciò la chiusura di 20 miniere, 
che avrebbe portato alla perdita di 20.000 posti di lavoro e della fonte primaria di occupazione, 
soprattutto nelle aree più povere, l’Inghilterra del Nord ed il Galles. Una serie di proteste e di scioperi 
attraversarono l’Inghilterra e si conclusero solo un anno dopo nel Marzo 1985, quando la NUM (National 
Union of Mineworkers), con a capo Arthur Scargill, ammise la sconfitta, contro un governo ostile. 
Durante lo sciopero dei minatori anche i rapporti tra il governo inglese e l’Ulster peggiorarono e l’IRA 
(Irish Republic Army) progettò un attentato alla Thatcher dal quale uscì incolume. 
A parte questi problemi,anche durante la seconda legislatura, l’economia continuò a crescere e il governo 
diede avvio alle prime privatizzazioni. Proprio tramite le privatizzazioni, che riguardarono settori di monopolio naturale ma anche beni di primario interesse, si può vedere come il modello alla Beveridge, contraddistinto dal ruolo centrale del servizio pubblico, venga definitivamente abbandonato................


orso castano , ancora qualche stralcio dall'art:. ....Proprio tramite le privatizzazioni, che riguardarono settori di monopolio naturale ma anche beni di primario interesse, si può vedere come il modello alla Beveridge, contraddistinto dal ruolo centrale del servizio pubblico, venga definitivamente abbandonato. Le privatizzazioni riguardarono molte industrie prima di prooprietà dello Stato, tra cui telecomunicazioni, trasporti e fonti di energia ma anche il sistema pensionistico. Sebbene il benessere del popolo inglese aumentò, il Governo non intervenne con politiche di sussistenza, ma, al contrario, promosse le pensioni come assicurazioni di tipo privato...............Sebbene non si possa dire che in UE non sia presente un certo grado di Welfare State, basti pensare al enfasi posta sui diritti sociali e sulla Carta Europea dei Diritti Fondamentali proclamata a Nizza nel 2000, è inevitabile notare come le privatizzazioni che si sono susseguite a partire dagli anni ’90 siano retaggio della politica rivoluzionaria thatcheriana. Bisogna sottolineare però come le privatizzazioni comunitarie siano orientate a creare una concorrenza fortemente regolata, mentre il primo ministro inglese mirava alla deregulation (liberalizzazione di attività economiche già sottoposte a controlli o vincoli da parte dell'autorità pubblica) del mercato.
Orso castano : Dunque , prudente fu l'Europa a recepire, ma con chiare e precise regole , le privatizzazioni.
In Italia il discorso oggi e' ancora diverso, siamo ancora in una fase in cui piu' che di privatizzazioni sono necessarie le Liberalizzazioni,. Viviamo in un paese che ha un background culturale formato da un mix di Machiavellismo ("il fine giustifica il mezzo" mitigato da un senso del peccato, spesso farisaico di origine religiosa), da un Guicciardinismo d'accatto ("fa che in ogni tuo operare ci sia un tornaconto") , ed un "familismo amorale" che , se considerato sotto il profilo di piu' famiglie che hanno una medesima attivita' lavorativa, porta alle Lobby, alla difesa di queste in maniera strenua, alle Caste degli "intoccabili" sul modello Indiano, per cui gli interessi costituiti non si toccano sotto ricatto del voto e della caduta del governo di turno; e questo mettera' in crisi il bipartitismo, con conseguente piu' difficile gestione delle maggioranze parlamentari. Eppure le Liberalizzazioni vanno fatte : non si possono aumentare le tasse dirette ed indirette impoverendo i gia' meno abbienti senza operareperche' la competitivita' mitigni i prezzi ed impedisca il sorgere elo svilupparsi di un'inflazione "feroce", gia' vista nel passato nel nostro paese!  Speriamo bene!Il Welfare alla Beveridge che faceva dello stato un protagonista ha mostrato limiti. Lo Stato non puo' gestire tutto, parecchi fallimenti hanno fatto scuola e dato "legnate", ma la mancanza d'equilibrio e prudenza, con conseguente sbandata nel versante opposto, a scapito dei "soliti noti" sarebbe solo foriera di conflitti sociali, e , vista la situazione, non da poco.

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