martedì 10 novembre 2009

Lo scienziato come ribelle e la scienza come contropotere , clicca qui'

...............Freeman ci racconta che il mondo scientifico si sta allontanando dalla semplicità dei bisogni primari della gente comune e si orienta sempre di più a fornire giocattoli ultratecnologici all’élite intellettuale ed economica. Così “Il principale beneficio sociale apportato dalla scienza pura in campi esoterici è quello di svolgere la funzione di programma di welfare per gli scienziati e gli ingegneri” (p. 40). Come sembra accadere intorno al supposto fenomeno del riscaldamento globale e negli studi sull’anidride carbonica: la Biosfera è talmente complessa che gli scienziati più onesti ammettono la scarsa comprensione delle interconnessioni intersistemiche della Natura. In realtà, "Benché scienza pura e scienza applicata possano dare l’impressione di muoversi in direzioni opposte, esiste una singola causa sottostante che ha agito su entrambe. Questa causa è il potere dei consigli di amministrazione e nel finanziamento della scienza. Nel caso della scienza pura , i comitati sono composti da esperti scientifici che eseguono i rituali dei giudizi dei pari [in concorrenza tra di loro]. Nel caso della scienza applicata, i comitati sono composti da dirigenti e amministratori di aziende commerciali. Di solito queste persone danno il loro sostegno a prodotti che possono comprare clienti ricchi come loro” (p. 40). Perciò vengono tralasciati o scartati progetti scarsamente comprensibili dalle masse, dai politici o dagli uomini più ricchi, oppure troppo audaci agli occhi di tutti. Non ci rendiamo conto che nel terzo millennio “Le norme etiche degli scienziati devono cambiare essendo cambiata la portata del bene e del male causata dalla scienza. A lungo andare il progresso etico è l’unica terapia per il danno prodotto dal progresso scientifico” (Haldane; Einstein). Inoltre bisogna sottolineare che “la scienza è un mosaico di visioni parziali e conflittuali. In tutte queste visioni c’è però un elemento comune: la ribellione contro le restrizioni imposte dalla cultura localmente dominante, occidentale o orientale che sia” (p. 19). E spesso sono gli studiosi meno accademici o addirittura i dilettanti ad avere più libertà di sperimentare e di innovare (p. 142). Il messaggio principale di Freeman è che “la scienza è un’attività umana, e che il modo migliore per capirla è capire gli individui che la praticano. La scienza è una forma d’arte e non un metodo filosofico. I grandi progressi nella scienza sono di solito la conseguenza di nuovi strumenti e non di nuove dottrine. La scienza prospera nel modo migliore quando usa liberamente tutti gli strumenti disponibili, senza essere costretta da nozioni preconcette di come la scienza dovrebbe essere. Ogni volta che introduciamo un nuovo strumento, esso conduce sempre a scoperte nuove e inattese, perché l’immaginazione della natura è più ricca della nostra” (p. 32). Dunque la scienza è mantenuta in moto da forze sociali e nello stesso tempo trascende queste forze per scoprire le innumerevoli realtà naturali. Esiste la storia sociale e la storia intellettuale, e c’è anche il contributo di scienziati artisti e ribelli, che obbediscono “ai loro istinti più che alle domande sociali o a principi filosofici” (p. 29). Anche se “Gran parte della storia della scienza, come di quella della religione, è una storia di lotte causate dal desiderio di denaro e di potere”, molti studiosi “vedono la massima ricompensa che si può ottenere dall’essere scienziati non nel potere e nel denaro, ma nell’opportunità di cogliere un barlume della bellezza trascendente della natura. Sia nella scienza sia nella storia c’è spazio per una varietà di stili e di intenti” (p. 30)............Freeman ha lavorato all’Institute for Advanced Study di Princeton (www.ias.edu) e si definisce un vecchio conservatore. Invece secondo il mio modesto parere, Freeman è anche un fisico che ama stare con i piedi per terra e che ha la mente ben motivata e ben orientata a interpretare il nostro futuro. Così, in ogni angolo di questa ormai lurida Terra, dispersa tra libere stelle che viaggiano nell’infinito, la vera “scienza è un’alleanza di spiriti liberi che si ribellano contro la tirannide locale che ogni cultura impone ai propri figli” (p. 20).

orso castano: una visione libertaria della scienza , direi ottimistica, che tiene conto dei condizionamenti ma li spinge sullo sfondo. Purtroppo questi esistono e l'amore dello scienziato per l'arte o la bellezza  (oltre che talora per il potere , il danaro ed il  successo)  non sempre riescono a romper questi orpelli. Piu' realista , ma anche piu' esterema,  la posizione di Fayaraband (vince l'ipotesi scientifica  che ha dietro piu' soldi e potere) .......cercare una posizione mediana non e' facile ed e' indispensabile studiare le varie posizioni approfonditamente.

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