sabato 21 novembre 2009

"La volonta' di sapere" , M.Foucault, la storia della sessualità:

I due concetti intrecciati attorno ai quali Foucault organizza i suoi scritti degli anni '70 sono l'ipotesi repressiva e il bio-potere. In La volontà di sapere (il primo volume della Storia della sessualità) Foucault polemizza contro l'ipotesi repressiva, ossia contro quel tipo di prospettiva secondo cui la verità, essendo intrinsecamente opposta al potere, svolgerebbe di conseguenza un ruolo liberatorio. Essa sostiene all'incirca che, nel corso della storia europea, siamo passati da un periodo di relativa apertura nei confronti del nostro corpo e del nostro discorso relativo ad esso, ad un periodo caratterizzato da una repressione e da un'ipocrisia sempre maggiori.  Durante il XVII secolo prevaleva ancora un atteggiamento di manifesta franchezza: "Dei gesti diretti, dei discorsi senza vergogna, delle trasgressioni visibili, delle forme anatomiche esibite, mescolate con disinvoltura, dei bambini sfacciati che si aggirano senza imbarazzo e senza scandalo fra le risate degli adulti"1. Verso la metà del XVII secolo la situazione era già notevolmente peggiorata, per giungere infine al XIX secolo quando "il riso venne sostituito dalle monotone notti vittoriane". La sessualità veniva ora confinata all'interno del focolare domestico, ben circoscritta dalla camera da letto. Si impose così la regola del silenzio e cominciò a regnare la censura. Per coloro che concordano con questa visione della repressione, la grande attrazione è costituita dal fatto che essa è facilmente collegabile al sorgere del capitalismo: " La piccola cronaca del sesso e dei suoi soprusi si traspone immediatamente nella cerimoniosa storia dei modi di produzione; la sua futilità svanisce". Il sesso veniva represso perché incompatibile con il lavoro etico richiesto dal capitalismo..........Foucault............ cerca di mettere in risalto l'importanza che la sessualità ha recentemente acquisito, proprio per i suoi legami con il potere, nell'ambito della nostra civiltà. Un altro aspetto dell'ipotesi repressiva consiste nella conclusione in base alla quale la liberazione sessuale o la resistenza alla repressione costituirebbero obiettivi di battaglie importanti: parlare di sesso, a partire dal XIX secolo, è divenuto un atto eminentemente politico, una sfida alla repressione . Ancora qualche decennio fa (ricordiamo che questo libro è stato scritto nel 1976) liberazione sessuale e rovesciamento del capitalismo costituivano un unico programma politico: parlare di sesso significava negare il potere costituito. L'ipotesi repressiva, secondo Foucault, resta ancorata ad una tradizione che nel potere non vede altro che costrizione, negatività e coercizione. Le forze del potere si presentano come uno strumento repressivo in grado di attuare una interdizione della verità. Ne segue che quando la verità viene detta, attraverso la voce trasgressiva della liberazione, allora viene apertamente lanciata una sfida al potere. Foucault definisce "giuridico-discorsiva" questa visione del potere. Essa è interamente negativa: il potere e la verità vengono visti come radicalmente estranei l'uno all'altra. Il potere non produce altro che "il limite e la mancanza". Esso è puro dominio, e tutto ciò che può ordinare di fare è obbedire. Foucault propone due ulteriori motivi per spiegare come questa idea sia risultata così facilmente recuperabile all'interno della nostra visione del potere............... La facilità di accettazione è il secondo argomento di Foucault. Egli sostiene che il potere moderno è tollerabile, a patto che riesca a mascherarsi, cosa che riesce a fare con estrema efficacia. In questo caso, se potere e verità non sono estranei l'uno all'altra, allora "il beneficio del locutore" (vedi testo integrale) e gli stratagemmi ad esso associati rientrano fra i modi in cui il potere essenzialmente opera: esso si dissimula producendo un discorso, che solo apparentemente è contro il potere, ma che in verità risulta parte di un suo ben più ampio dispositivo. Come afferma Foucault, "il potere come puro limite tracciato alla libertà costituisce, almeno nella nostra società, la forma generale della sua accettabilità"............. Foucault sceglie di studiare il campo della sessualità in quanto essa gli appare come "un punto di passaggio particolarmente denso per le relazioni di potere: fra uomini e donne, fra giovani e vecchi, fra genitori e figli, fra sacerdoti e laici, fra un'amministrazione e una popolazione"......... La sua tesi è che la sessualità fu inventata come strumento di questa diffusione. Egli non contesta la normale cronologia storica secondo la quale, nel XVIII secolo e soprattutto nel XIX, si assiste al passaggio da una sessualità relativamente libera ad una sessualità attentamente controllata e sorvegliata. La sua idea è che questi controlli produssero un dispiegamento drammatico e senza precedenti di discorsi scritti e riflessioni intorno al sesso. Anziché considerare gli ultimi secoli della nostra storia come un'epoca di crescente repressione sessuale, Foucault propone di considerarli come "una grande ingiunzione polimorfa" a parlare di sesso, al fine di sottoporlo a una crescente irregimentazione. Attraverso il dispositivo di sessualità il bio-potere diffuse la propria rete fino ai minimi movimenti del corpo e alle più piccole emozioni dell'anima. Questo fu possibile tramite la costruzione di una tecnologia specifica: la confessione del soggetto individuale. Occorre far parlare il soggetto per poterlo conoscere e, di conseguenza, controllare............. Così la demografia e i suoi campi associati vennero gradualmente a costituirsi come disciplina, e si occuparono della popolazione come di qualcosa che andava amministrato, conosciuto, controllato e fatto crescere: tasso di natalità, età del matrimonio, nascite legittime e illegittime, precocità e frequenza dei rapporti sessuali, divennero oggetto di studio, nonché di intervento, da parte degli amministratori francesi. Ed ecco che il sesso cominciò a diventare una questione che riguardava sia lo Stato che l'individuo. All'inizio del XIX secolo vi fu un ulteriore, importante mutamento: si realizzò una riformulazione del discorso sulla sessualità in termini medici. L'elemento fondamentale di questa trasformazione fu la separazione tra una medicina specifica del sesso e una medicina del corpo, una separazione fondata sull' "isolamento di un 'istinto' sessuale suscettibile, anche senza alterazioni organiche, di presentare delle anomalie costituzionali, delle deviazioni acquisite, delle infermità o dei processi patologici". A questo punto Foucault separa sesso e sessualità: fino al XVIII secolo c'era un "sesso" che veniva ordinato giuridicamente attraverso codici che riguardavano gli obblighi religiosi o legali del matrimonio, transazioni patrimoniali e legami di parentela (tutto quello che Foucault definisce dispositivo d'alleanza). L'insieme dei discorsi intorno al sesso che si svilupparono all'inizio del XIX secolo ruppero quest'alleanza fra sesso, trasferimento di ricchezza, proprietà e potere. La sessualità è una questione individuale: essa riguardava un tipo di piacere privato, e cominciò ad essere considerata come la vera essenza dell'individuo e il nucleo della sua identità personale. Fu possibile giungere ad una conoscenza dei segreti dell'individuo attraverso la mediazione dei medici, degli psichiatri e di altri a cui l'individuo confessava i segreti dei propri pensieri e delle proprie pratiche private. Questa personalizzazione, questa medicalizzazione e questa proliferazione di significati intorno al sesso, che apparvero in un determinato periodo storico, rappresentano secondo Foucault il dispositivo di sessualità. Foucault individua quattro "grandi insiemi strategici", all'interno dei quali potere e sapere si combinarono in meccanismi specifici costruiti intorno alla sessualità:  - un'isterizzazione del corpo della donna (attraverso la quale esso viene analizzato come un corpo integralmente saturato dalla sessualità); tramite l'insieme dei discorsi prodotti intorno ad esso, sia l'identità personale della donna che la salute della popolazione vennero legati in un comune vincolo fatto di sapere, potere e materialità del corpo. - una pedagogizzazione del corpo del bambino (tutte le tattiche elaborate per impedire la masturbazione offrono un chiaro esempio della produzione di un discorso costruito sulla credenza che i bambini fossero dotati di una sessualità naturale ma anche pericolosa). - una socializzazione del comportamento procreativo, dove la coppia riceveva una responsabilità sia medica che sociale; essa, agli occhi dello Stato, aveva una responsabilità nei confronti del corpo politico, e doveva limitare (o rinforzare) la popolazione regolando scrupolosamente le sue pratiche procreatrici. L'incapacità di dominare la propria sessualità da parte dell'individuo poteva comportare un pericoloso declino sia per la famiglia che per il corpo sociale. I movimenti per l'eugenetica possono sicuramente essere visti sotto questa luce. In ogni caso, secondo Foucault, non tutte le scienze sorte per occuparsi della sessualità umana ebbero questo ruolo biologico. La psicoanalisi, soprattutto nella fase iniziale, e indipendentemente dal ruolo normalizzatore che avrebbe avuto in seguito, seppe dimostrare una coraggiosa capacità di opposizione e resistenza contro le teorie della degenerazione ereditaria. - infine, una psichiatrizzazione dei piaceri perversi. I piaceri un tempo considerati proibiti divennero, verso la fine del XIX secolo, oggetto di una meticolosa attività classificatoria: ogni comportamento doveva essere inserito all'interno di una scala di normalizzazione e di patologizzazione di questo misterioso istinto sessuale. Una volta che si fosse stabilita scientificamente una diagnosi di perversione sarebbe stato possibile e necessario applicare delle tecnologie correttive per il bene dell'individuo e della società............sessualità [...]. Questa non deve essere considerata come una specie di dato naturale che il potere cercherebbe di domare, o come un campo oscuro che il sapere tenterebbe, a dir poco, di svelare..............Foucault considera la confessione, e in particolare quella che riguarda la sessualità dell'individuo, come una componente fondamentale dell'espansione delle tecnologie sviluppate allo scopo di controllare e disciplinare i corpi, le popolazioni e la società stessa. Nella Volontà di sapere egli mette in contrapposizione quelle culture che cercano di sviluppare un sapere intorno al sesso mediante l'ars erotica, e la nostra cultura, che viceversa produce intorno ad esso una scienza (scientia sexualis). La tesi di Foucault è effettivamente molto originale: a differenza delle culture dotate di un'arte erotica, dove è l'intensificazione del piacere che tende a desessualizzare il corpo, in Occidente, l'idea che alla base di ogni piacere vi sia il sesso e che esso si debba preservare limitandolo alla procreazione (temi presenti già nella morale stoica e ripresi dal cristianesimo) ha fatto del sesso il codice del piacere. "Ed è per questo che ci sentiamo tanto liberi e trasgressivi ogni volta che riusciamo a decodificare il piacere in termini di sesso, il sesso finalmente smascherato. Mentre bisognerebbe piuttosto mirare ad una desessualizzazione, ad un'economia generale del piacere, che non sia sessualmente disciplinato". Nei volumi successivi egli analizzerà l'evoluzione della confessione, le tecniche particolari e i diversi tipi di discorso usati dai greci, dai romani, dai protocristiani e dalla Riforma. In questa "storia del presente" lo scopo è di scoprire come funziona questa tecnologia di sé: capire quel tipo di discorso e quelle particolari tecniche che si suppone debbano rivelare il nostro più profondo sé . La chiave per comprendere come opera la tecnologia di sé è la convinzione che si possa, con l'aiuto di esperti, dire la verità su se stessi. Questa convinzione così tenace che la confessione riveli la verità trova la sua più potente espressione nell'attenzione che rivolgiamo alla sessualità. Si tratta cioè della credenza che il corpo e i suoi desideri, una volta scientificamente interpretati, siano la forma di verità più profonda riguardo un particolare individuo e gli esseri umani in generale. Dalla penitenza cristiana fino ai giorni nostri, i desideri del corpo sono stati l'argomento centrale della confessione. Nel XIX secolo, in Occidente, i discorsi sulla sessualità si intersecarono con le moderne scienze dell'uomo. A poco a poco si costituì un "grande archivio del piacere". La medicina, la psichiatria e la pedagogia trasformarono il desiderio in un discorso scientifico sistematico. Si elaborarono vari sistemi di classificazione, si mise insieme una serie di descrizioni e si instaurò una scienza della confessione, ossia una scienza che si interessava a cose nascoste innominabili. Si svilupparono cioè come scienze interpretative "soggettivanti" che, attraverso l'esame (medico), la confessione e l'idea di sessualità, ricercavano nel sesso il significato profondo dell'individuo. Per Foucault la costituzione moderna di queste scienze ermeneutiche attraversò due fasi. Nella prima il soggetto era considerato capace, attraverso la confessione, di esprimere i propri desideri all'interno di un discorso appropriato. L'ascoltatore provocava, giudicava o consolava il soggetto, ma l'intellegibilità del nucleo essenziale del discorso era ancora accessibile, almeno in linea di principio, al soggetto stesso. Nella seconda fase, corrispondente circa al lavoro di Freud, non si pensava più all'individuo come ad un soggetto in grado di rendere intellegibili a se stesso i propri desideri, benché egli fosse pur sempre tenuto a confessarli. Il loro significato essenziale gli era nascosto, sia per la sua natura inconscia, sia per le profonde opacità di origine corporea che solo un esperto era in grado di interpretare. Il soggetto aveva ora bisogno di un interprete che ascoltasse il suo discorso e che lo rendesse disponibile ad essere padroneggiato. E' importante chiarire che, esattamente come Foucault non pretendeva che il ruolo delle scienze sociali oggettive fosse un semplice riflesso dell'istituzione carceraria, allo stesso modo egli non intende ridurre l'arte e la scienza dell'interpretazione, così importanti nel pensiero del XIX e del XX secolo, all'esame psichiatrico. Ciononostante, il potere che esercitano queste scienze interpretative deriva in parte dalla pretesa di poter svelare la verità sulla nostra psiche, sulla nostra cultura, sulla nostra società: verità che possono essere comprese solo da specialisti dell'interpretazione. Foucault conclude la Volontà di sapere affermando che "l'ironia di questo dispositivo ci fa credere che in esso ne va della nostra liberazione". Finché le scienze dell'interpretazione continueranno a cercare una verità profonda postulando un "grande interprete" che, solo, può avere un accesso privilegiato al significato, esse saranno destinate a fornire un contributo alle strategie del potere. Pur sostenendo di essere esterne al potere, di fatto sono semplicemente un aspetto del suo dispositivo. Quindi, Freud con la sua teoria della repressione degli istinti e, soprattutto, il modo di fare psicoanalisi che si è affermato dopo di lui, non avrebbero fatto altro che rafforzare l'idea che vi siano una sessualità e un desiderio che andrebbero controllati e razionalizzati attraverso il linguaggio. La psicoanalisi continuerebbe un discorso intorno al sesso avviato dal cristianesimo, attraverso cui ognuno deve disciplinare il proprio corpo, controllarne i movimenti e giustificarne gli eccessi. Essa altro non sarebbe che una raffinata tecnologia di controllo dei comportamenti sessuali. Per questo, secondo Foucault, è molto più importante evidenziare "il problema etico della definizione delle pratiche di libertà" piuttosto che continuare a enfatizzare un'affermazione ormai vuota di senso (specialmente per quanto riguarda la problematica della sessualità) come quella che continua a dirci che "bisogna liberare la sessualità o il desiderio", che dobbiamo scoprire la verità su noi stessi, sul nostro sesso e che possiamo farlo proprio confessandoci a chi è deputato a interpretarlo per ridarcene il senso. La direzione dell'invito foucaultiano a dire la verità del sesso è quindi quella di uscire dall'ottica repressiva (reichiana o marcusiana) fondata sulle pratiche di verbalizzazione di sé messe in atto dalle strategie di potere-sapere, per riattivare quella dimensione affettiva ed etica propria dell'ars erotica che, dall'Oriente a Roma, ha visto nell'uso dei piaceri non un'esperienza, la cui verità deve essere "svelata", ma una pratica che, attraverso la cura di sé, ci può far riscoprire un nuovo rapporto con noi stessi e con gli altri .Questo tema dell'etica sarà al centro degli interessi di Foucault negli ultimi anni della sua vita, testimoniato dagli ultimi due volumi della Storia della sessualità: un lavoro di scavo archeologico nel passato greco e romano, per scoprire che cosa fosse un'etica precristiana e munirsi dei mezzi per formulare un'etica post-cristiana che valga per i nostri tempi. Una ricerca non conclusa, forse perché la morte gli impedirà di portarla a termine, o forse perché, come direbbe Deleuze (e come cerchérò di mostrare nel quarto capitolo), la ricerca di noi stessi attraverso le souci de soi conduce ad un percorso mai concluso, rizomatico e nomade. Un percorso assolutamente autonomo che, partendo da sé, può aprirci la strada verso nuove possibilità di esistenza.

per il documento integrale : http://www.swif.uniba.it/lei/filpol/ktbo/22.html

consultare anche x il concetto di biopolitica e di biopotere in Foucault il sito (interessante anche musicalmente):

http://www.cittacreativa.com/ 

orso castano : il documento su Foucault andrebbe letto nella sua integrita' e meditato. In questi giorni numerose vicende "di sesso" producono non solo gossip ma addirittura compromettono immagini pubbliche fino a produrre crisi politiche non di poco conto. Certo e' che l'uso di droghe accompagnato da pratiche sessuali "particolari" avvicina pericolosamente al mondo della mafia e dei ricatti , chi le pratica. Siamo molto lontani dalla sessualita' romana o greca ricordata da Foucault. Se le chiavi di lettura che egli ci fornisce sono ancora molto attuali e ci consentono di capire meglio quello che succede intorno a noi , accade anche che  al di la della comprensione ci troviamo di fronte a violenze, spacci di droga, dipendenze da droghe varie,  ricatti e persino omicidi. Questo richiede analisi oltre che socio-culturali , criminologiche e pone l'inderogabile esigenza di  evitare , come una feroce disgrazia , simili accidenti. Cercheremo in seguito di cercare chiavi di lettura che ci aiutino a spiegare questa strana e pericolosissima collusione tra comportamenti sessuali e comportamenti criminali 

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