giovedì 19 novembre 2009

miser B. il tagliatore ....di futuro

DA LA REPUBBLICA "L'Italia sarà fuori dal mercato aspetteremo le scoperte degli altri" di MARIO REGGIO   ROMA - "I politici non vogliono capire l'importanza strategica della ricerca. Nessuno vuol fare più il ricercatore e i giovani emigreranno sempre di più all'estero. L'Italia rischia di perdere rapidamente il livello che ha raggiunto tra i paesi industrializzati". Il professor Silvio Garattini non riesce a trattenere il suo disappunto dopo l'ennesima notizia sulle scarse risorse destinate alla ricerca. La storia si ripete: dopo le promesse, la disillusione. "Il problema è chiaro: i governi, di qualsiasi natura e colore politico, non ritengono strategica la ricerca. Perché se la ritenessero importante farebbero gli stessi sforzi che hanno fatto per assicurare una maggiore sicurezza al Paese. Questa è certamente importante, ma la ricerca lo è altrettanto e rinviare anno dopo anno vuol dire relegare il paese al sottosviluppo". Di questo passo il gap con gli altri paesi avanzati sarà incolmabile. "Già oggi noi siamo praticamente fuori dai mercati e dai prodotti che hanno un alto valore aggiunto, come l'elettronica, le telecomunicazioni e la farmaceutica. Siamo ridotti al rango di semplici consumatori e concessionari di prodotti che compriamo da altri". Un sistema che costa all'Italia migliaia di miliardi. "Certo. La non ricerca ci costa cifre spaventose. Non esportiamo nuovi prodotti e siamo costretti a pagare brevetti e licenze per poter mantenere in vita il sistema. Nel campo biomedico, ad esempio, non possiamo continuare ad essere parassiti e godere delle scoperte degli altri. Così non possiamo far valere le nostre opinioni e accettare tutto passivamente. La ricerca ha tempi lunghi ma, se non cominciamo, non avremo mai risultati". Anche con i ricercatori siamo messi male "Abbiamo la metà dei ricercatori francesi e poco più di un terzo di quelli inglesi, quindi possiamo scordarci la competitività con questi paesi. Nel frattempo l'età media aumenta perché i giovani, quelli più intelligenti e preparati, preferiscono scegliere carriere nuove e più remunerative, come nell'informatica e nella finanza. Oggi, d'altro canto, vengono date borse di studio al limite della sopravvivenza. Per queste ragioni i politici devono capire che è strategico invogliare i giovani ad intraprendere la ricerca, perché è da lì che nasce l'innovazione, quindi la competitività". Ci sarà un incremento della fuga di cervelli? "Se non ci sarà una scossa vitale, il processo diventerà inarrestabile. I giovani che sono fuggiti all'estero non tornano in questa situazione di miseria, non solo perché non ci sono soldi, ma anche perché l'ambiente non è molto stimolante". I privati possono dare una mano? "L'Airc, Telethon, 30 ore per la vita danno già soldi per la ricerca. Ma certamente non basta. I politici potrebbero stimolare gli investimenti dei privati detassando le risorse che vengono destinate alla ricerca. Oppure potrebbero aprire una nuova voce dell'8 per mille: i cittadini potrebbero scegliere tra le confessioni religiose e la ricerca e questo non costerebbe nulla allo Stato. Ad esempio le risorse raccolte potrebbero essere destinate ad accrescere le misere borse di studio ai ricercatori. In fin dei conti non sono pessimista: alla fine a forza d'insistere qualcosa dovrebbe uscire fuori". (23 ottobre 2001) ............ORSO CASTANO : E' DAL 2001 CHE IL GOVERNO TAGLIA I FONDI ALLA RICERCA SCIENTIFICA !! DOVE VUOLE ARRIVARE E PERCHE'? SPERA DI PRIVATIZZARE IN TAL MODO LE UNIVERSITA' PUBBLICHE? O MEGLIO DI DISTRUGGERLE  PER SVENDERLE? COSI' FACENDO STA DISTRUGGENDO IL DIRITTO ALLO STUDIO ALLARGATO ED ANCHE IL FUTURO DELLA PRODUTTIVITA' IN ITALIA. ESPORTEREMO LE ESCORT AL POSTO DI BREVETTI SCIENTIFICI!

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