Solo con il terziario usciremo dalla crisi, un settore che vale il 71% della ricchezza prodotta nel Paese ma che deve trovare forme organizzative di tipo industriale. Questa in sintesi l'indicazione che esce dalla ricerca 'Il terziario e' un'industria?' realizzata dal Censis e presentata oggi a Roma. L'onda della crisi ha portato a una razionalizzazione del sistema d'impresa terziari. Tra i settori che hanno resistito, va iscritto tutto il mondo dei servizi sociali alla persona e alla famiglia che ha segnato nell'ultimo quinquennio l'incremento piu' significativo di nuovi occupati (+29,5% tra il 2004 e il 2009).
17/03/2010 Laureati in crisi: più disoccupati e
L'indagine Almalaurea: scende l'occupazione, salari giù per tutte le tipologie. Senza contare il potere d'acquisto. Male anche le “lauree forti” come ingegneria. Crolla la richiesta delle aziende: -31% nel I bimestre 2010.Trovano meno lavoro e, se ci riescono, guadagnano meno di un anno fa. Questo il quadro attuale dei laureati italiani secondo Almalaurea, che ha presentato oggi (mercoledì 17 marzo) il tradizionale rapporto sulla loro condizione occupazionale. L’indagine coinvolge oltre 210mila giovani, laureati nel 2008 e interpellati un anno dopo la tesi: emerge un aumento sensibile della disoccupazione, non solo fra i laureati triennali (dal 16,5 al 22%), ma anche per chi ha scelto una “laurea forte” come ingegneria. In calo anche la stabilità dell'impiego a 12 mesi dal titolo e la consistenza delle buste paga: a un anno dalla fine degli studi il guadagno supera appena i 1.050 euro netti mensili, la contrazione oscilla dal 2% fra i laureati di primo livello, al 3% tra i colleghi a ciclo unico fino ad arrivare al 5% tra gli specialistici.
La crisi delle “lauree forti”
Le difficoltà sono generalizzate, dunque, anche per chi sceglie una laurea specialistica a ciclo unico (medici, architetti, veterinari, ecc.). Per questi il tasso di disoccupazione è salito dal 9% al 15%. La tendenza si registra indipendentemente dal corso di studio: anche indirizzi tradizionalmente più solidi, come ingegneria, non offrono certezze di lavoro. Frena il flusso di entrata nel mercato del lavoro: tra i laureati di primo livello l’occupazione scende quasi del 7% (62% rispetto al 69% del 2009). Gli specialistici superano anche la contrazione di 7 punti (45,5% contro il 53% dell’anno scorso), quelli a ciclo unico scendono del 5% (dal 43% al 37%).Buste paga più leggere per tutti.....A un anno dalla laurea, come detto, si guadagnano 1.050 euro mensili: nello specifico, 1.057 per gli specialistici, 1.109 per il primo livello, 1.110 euro per gli specialistici a ciclo unico. Rispetto alla precedente indagine, spiega, gli stipendi calano per tutte le tipologie: 2% per i laureati primo livello, 3% per il ciclo unico, 5% per la specialistica. Con queste premesse, secondo il consorzio, è naturale attendere un quadro più critico se si considerano le retribuzioni reali, ovvero i cambiamenti del potere d’acquisto.Aziende, -31% richieste nel I bimestreScenario fosco anche da parte delle aziende: nel periodo gennaio-febbraio 2010 le richieste di laureati sono crollate del 31%, rispetto agli stessi due mesi dell’anno precedente. La contrazione della domanda coinvolge quasi tutti i percorsi di studio, fa notare l’indagine, anche quelli solitamente al vertice dell’occupazione (per esempio -37% nelle facoltà economico-statistiche, -9% per ingegneria). Infine la situazione degli stage. L’esperienza resta un vantaggio occupazionale rispetto a chi non la intraprende, sostiene Almalaurea, ma è un vantaggio che diminuisce su base annua: il tasso di occupazione degli stagisti è pari al 49% contro il 46% degli altri (+3% contro il +6,5% del 2009).
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