sabato 14 aprile 2012

una carneficina: le banche non pagano eppure sono piene dei soldi della BCE, i mercati sono in crisi , la concorrenza e' micidiale e globalizzata, il governo non e' capace di rilanciare l'economia e non difende la piccola industria.. Manca un'alleanza tra operai e piccola industria, il governo se ne vada. Ci vuole un governo delle sinistre!! Un governo serio che cacci tutti i ladri distato e non , che dia il potere a chi lavora ed a chi lo crea veramente, cacciando i tromboni di stato!


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  1. orso castano: dovunque si guardi e' un fiorire di corruzione, non se ne puo' piu', medntre i piu piccoli , quelli che hanno fatto mile sacrifici, operai e piccoli imprenditori si ammazzano!. La soluzione non e' questa. se questo governo e' inacapace e pensaa che solo con le tasse e con i ricatti di riassestare il paese ,VADA A CASA : FORNERO, SE NON SEI CAPACE, ABBI IL PUDORE DI ANDARTENE E NON LA CATTIVERIA DI RICATTARE!!
iL SIGN. MONTI, GRANDE TECNICO AL SERVIZIO DELLA FINANZA INTERNAZIONALE, NON VUOLE FARE NESSUNA PATRIMONIALE, I RICCHI NON SI TOCCANO!!

FORNERO NON RICATTARE:dimettiti se non accetti la dialettica!!

A Roma per mercoledì 18 aprile intanto è stata organizzata una fiaccolata "silenziosa"  tra imprenditori e lavoratori per dire "mai più suicidi". Associazioni datoriali e sindacati hanno illustrato l'iniziativa congiunta di sensibilizzazione che si terrà al Pantheon e che inizierà alle 20. Dopo l'allarme lanciato all'inizio dell'anno dal presidente di Federlazio Maurizio Flammini, ora hanno aderito molte organizzazioni romane e laziali, da Casartigiani a Coldiretti, da Confagricoltura a Confartigianato e poi Confcommercio, Confesercenti, Confcooperative, Legacoop, Unindustria fino a Cgil, Cisl, Uil e Ugl

Cgia, 23 suicidi dall'inizio del 2012
un'impresa su due chiude entro 5 anni

I dati drammatici diffusi dall'associazione di Mestre: 9 casi solo in Veneto. L'allarme: "Tasse, burocrazia, ma  soprattutto la mancanza di liquidità sono i principali ostacoli che costringono molti a gettare la spugna anzitempo". A Roma una fiaccolata "silenziosa" il 18 aprile

ROMA - A causa della crisi economica dall'inizio del 2012 in Italia ci sono stati 23 suicidi di imprenditori. Lo fa sapere la Cgia di Mestre spiegando che solo in Veneto i casi sono stati nove, l'ultimo pochi giorni fa 1. Dati drammatici che oltretutto sono limitati ai titolari di impresa, mentre non esiste ricerca nazionale che consideri il fenomeno tra i disoccupati, i precari e coloro che negli ultimi quattro anni hanno perso il lavoro o hanno visto drasticamente ridotto il loro salario dalla cassa integrazione.

I dati dell'Istat fanno eco. Nel 2010 i suicidi in Italia sono stati 3.048, in aumento rispetto ai 2.986 del 2009. Dalle tabelle più recenti si deduce che i suicidi con un movente economico nel 2010 sono stati 187 a fronte dei 198 del 2009. Per motivi economici nel 2010 si sono uccisi 187 uomini e cinque donne. "Il meccanismo si sta spezzando - dice Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia - questi suicidi sono un vero grido di allarme lanciato da chi non ce la fa più. Le tasse, la burocrazia, la stretta creditizia e i ritardi nei pagamenti hanno creato un clima ostile che penalizza chi fa impresa. Per molti, il suicidio è visto come un gesto di ribellione contro un sistema sordo e insensibile che non riesce a cogliere la gravità della situazione".

Queste difficoltà sono testimoniate da un altro dato diffuso dalla Cgia, secondo il quale un'impresa su due chiude i battenti entro i primi 5 
anni di vita: "Soprattutto la mancanza di liquidità - dice Bortolussi - è uno tra i principali ostacoli che costringono molti a gettare la spugna anzitempo". "E' vero - aggiunge il segretario Cgia - che molte persone, soprattutto giovani, tentano la via dell'autoimpresa senza avere il know how necessario, tuttavia è un segnale preoccupante anche alla luce delle tragedie che si stanno consumando in questi ultimi mesi".

La nota della Cgia si chiude sottolineando l'importanza delle piccole micro imprese in chiave occupazionale. Se, come sottolinea l'Unione Europea, il 58% dei nuovi posti di lavoro è creato dalle imprese con meno di 10 addetti, e se come risulta dai dati Istat, il 60% dei giovani italiani neoassunti nel 2011 è stato "assorbito" dalle micro imprese con meno di 15 addetti, è chiaro che il governo non può non intervenire abbassando il carico fiscale sulle imprese e in generale sul mondo del lavoro, altrimenti sarà difficile far ripartire l'economia di questo Paese.


Anche la Uil lancia l'allarme elaborando i dati Inps: a marzo le imprese italiane hanno chiesto all'Inps quasi 100 milioni di ore di cassa integrazione per un totale di lavoratori protetti dall'ammortizzatore pari a 597.000 unità. Con questo trend - afferma il sindacato - nel 2012 almeno 1,5 milioni di lavoratori beneficeranno del sussidio.

Se nel 2012 l'andamento della cassa integrazione dovesse confermarsi a questi livelli - sottolinea la Uil - "saranno oltre 1,5 milioni i lavoratori che vivranno l'esperienza di essere sospesi dalla produzione".
"In questo quadro che non è esagerato definire drammatico - afferma la Uil -  si inserisce la discussione parlamentare sulla Riforma del mercato del lavoro che pone da subito il tema emergenza con la conferma delle risorse necessarie a garantire lo strumento della Cassa in deroga sulla quale, in prospettiva, si dovrà intervenire anche con la partecipazione delle imprese al finanziamento".


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(14 aprile 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA



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