....Nonostante le nuove misure di austerità approvate ieri dal Parlamento greco per ottenere il secondo prestito internazionale di 130 miliardi di euro, l’ipotesi di un fallimento per il paese non è affatto scongiurata. Il 20 marzo scadranno titoli di Stato emessi dalla Grecia per un valore di 14,5 miliardi di euro. Dopo l’approvazione della manovra quella data fa meno paura, ma ancora oggi, nonostante tutti i tagli alla spesa e i sacrifici, il governo spende molto di più di quanto guadagna in entrate fiscali. La situazione resta molto critica, e questi guai cominciano da lontano........
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Il crollo definitivo
L’inizio del crollo definitivo è avvenuto nel dicembre 2009, quando le agenzie di rating Fitch e Standard & Poor’s hanno declassato il debito della Grecia da A- a BBB+ (come successo recentemente all’Italia). Questi annunci hanno fatto crollare la fiducia degli investitori della Grecia, che così ha dovuto ricevere prestiti a tassi di interesse sempre più alti. Ancora pochi mesi e il rating è diventato “junk”, ossia “spazzatura”, quello dei paesi considerati ad altissimo rischio di fallimento.
Perché la frase dell’articolo è: Grecia avrebbe pagato milioni di dollari a Goldman Sachs e ad altre banche di investimento perché queste mascherassero la quantità di denaro che richiedeva in prestito dai mercati.
E in questo caso il fine della condotta è esplicito (nell’articolo) ad entrambi gli attori dell’accordo: i governanti greci e GS.
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Se le cose stanno così, in Italia, questo sarebbe reato (eccome). In Grecia non so. Sulla piazza di NY dovrebbe esserlo (reato) proprio come in Italia.
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La domanda è vera e reale: vale a dire, l’articolo dice una cosa imprecisa o no?
Tutto sommato alcune cartolarizzazioni (leggi vendite) di immobili pubblici fatti (su cui poi si è dovuto pagare l’affitto) dal governo italiano non sono molto dissimili.