domenica 23 novembre 2014

la salute delle donne

orso  castano: c'e' un problema: porre il problema delle differenze di genere nel campo medico (ma gli altri generi?) e' indubbiamente corretto, ma il disease   mongering e' in agguato.  Dovrebbe essere maggiormrnte approfondita  l'assunzione del 40 per cento in piu' degli uomini. La suggestione in questo campo, il mito dell'uso dei farmaci "naturali" puo' indurre a diagnosi e conseguenti terapie errate. Sviluppare la conoscnze della fitoterapia a carattere scientifico e' assolutamente indispensabile.





...............infarti e ictus, alcol e fumo - Dal Libro Bianco emerge che, da parte del genere femminile, cresce la disattenzione verso fattori di rischio tipicamente maschili come l’abitudine al fumo, aumentata di mezzo punto percentuale nella popolazione femminile, e all’alcool, con sempre più donne che consumano oltre 6 bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione. 
In aumento anche le malattie prima appannaggio esclusivo del sesso maschile, in particolare quelle cerebrovascolari, che in Italia registrano nella popolazione femminile circa 130 mila decessi annui - di cui 33.000 per infarto del miocardio - arrivando così a numeri pari a più del triplo del tumore della mammella. Tra i fattori di rischio, oltre all'emulazione di vizi tipicamente maschili come alcol e fumo, la sottovalutazione della patologia cardiovascolare - considerata ancora "campo esclusivo" degli uomini - e un inadeguato stile di vita, sempre più sedentario. «Oltre a fattori esterni - spiega Tiziana Sabetta, dell'Osservatorio Nazionale sulla salute nelle Regioni Italiane diretto da Walter Ricciardi, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma - è importante considerare anche fattori non modificabili come l’età. Analizzando la mortalità per malattie ischemiche del cuore si osserva, infatti, tra le donne più anziane, un tasso di decessi addirittura 144 volte più alto rispetto a quello delle più giovani». ..................................Ricorso ai farmaci e accesso alle cure - Le donne consumano più farmaci degli uomini - circa il 20-30% in più - e il 40% in più di integratori. Una differenza spiegata, in parte, dal fatto che «vivono in media 5 anni in più dell'uomo - spiega Scaccabarozzi - entrando nella fascia d'età in cui sorgono più patologie». Quanto all'accesso alle cure, dal Libro emerge una situazione a "macchia di leopardo", con le regioni del Nord più virtuose di quelle del Sud, che mette in evidenza che le aree in cui la mortalità è maggiore sono quelle in cui l'accesso ai farmaci e alle cure è ridotto: «Questo è un dato molto interessante, ed è un aspetto che deve essere preso in seria considerazione. La civiltà di un Paese si vede dalle attenzioni dedicate all'istruzione dei bambini e alla salute delle donne e dei bambini».

La patologie "in rosa" - Dal Libro emerge che disturbi psichici e dell’umore come ansia e depressione, nevrosi, e disturbi di personalità, a cui si aggiunge l'obesità, sono le patologie a cui la popolazione femminile è maggiormente predisposta complici le alterazioni ormonali nelle diverse fasi riproduttive (gravidanza, puerperio e menopausa) e un maggior numero di eventi stressanti a cui la donna va incontro. «Oggi le donne hanno problemi nuovi e ben più gravi rispetto agli uomini - spiega Francesca Merzagora, Presidente dell'Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (ONDA) -. L'assenza del marito o del compagno, separazioni o divorzi, mancanza di lavoro o di pensione, comunque di un reddito, colpiscono le donne molto più della popolazione maschile e sono alla base di problemi sociali ed economici decisivi che influenzano l'equilibrio psico-fisico della donna. Sono infatti questi i fattori che piu' di frequente incidono nell'insorgenza di disturbi e malattie psichiche, prime fra tutte la depressione»..................

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