martedì 9 agosto 2016

Papa Francesco ad Auschwitz, lungo momento di silenzio "Signore perdona tanta crudeltà"

Il marxismo di Gramsci e la religioneRisultati immagini per papa ad auschwitz

 l. m. :
Del Noce , ovviamente, parte dal cattolicesimo ed in questa rilettura di Gramsci , resta nel cattolicesimo . Pure dopo argomentazioni critiche al pensiero di Gramsci, sostiene in chiusura:
"Pure, è l'unica forma di comunismo che possa aver successo in Occidente, anche se esso debba realizzarsi nella forma che si è detta. Ciò non porta a ravvisarvi l'autoamputazione del marxismo? La considerazione critica del gramscismo può rivelarsi una delle vie migliori per ritrovare il pensiero della tradizione, nel senso più alto del termine, cattolica."
uno stralcio del post ,molto interessante , consigliato da leggere : 
"Il marxismo di Gramsci e la religione
di Augusto del Noce(Centro Romano Incontri Sacerdotali, documenti, Anno IV, n. 35, Roma febbraio 1977)


Gramsci: marxismo per l'Occidente
Quale posto assegnare a Gramsci tra i teorici occidentali del comunismo? Un fatto è incontestabile: tra i teorici occidentali del comunismo, il solo Gramsci ha definito una linea politica capace di riuscire nei paesi occidentali. Poiché per il marxismo il filosofo, lo storico, il politico sono indistinguibili, poiché il criterio di verità è posto per il marxismo nella verifica storica, sembra legittimo concludere da ciò che si deve vedere nella posizione gramsciana anche lo sviluppo più rigoroso che il marxismo abbia raggiunto. Finora, il marxismo non è riuscito a vincere in Occidente e con ciò a universalizzarsi La possibile vittoria della ‘battaglia di Occidente’ diventa il possibile segno della sua universalità. In ogni caso è con il comunismo gramsciano che dobbiamo fare i conti.
Posto questo, dobbiamo domandarci: esiste per tale forma di marxismo una possibilità di conciliazione, non solo con il cattolicesimo, ma con qualsiasi posizione di pensiero che ammetta una realtà trascendente? O invece il gramscismo contiene la risposta decisiva, però negativa, a ogni possibilità di dialogo?
Decisiva perché la negazione della trascendenza religiosa appare in Gramsci non come una sovrastruttura accompagnante, in ragione di errori storici commessi da credenti, o di abitudini laicistiche di pensiero, una pratica che in sé sarebbe neutrale, così da essere quindi destinata, come sovrastruttura a cadere, ma come una condizione, per dir così, trascendentale, nei riguardi degli aspetti teorici e di quelli pratici del suo pensiero.
Gli errori del neomodernismo marxista
Penso che questo si debba dire anzitutto per il rispetto dovuto alla lealtà intellettuale di Gramsci; a essa, così come alla coerenza e al rigore a cui tutta la sua opera è impostata. Confesso che mi ripugnano nel più ripulsivo dei modi quei discorsi ­ oggi purtroppo correnti tra i cattolici - secondo cui il compito del filosofo e del teologo sarebbe quello di cristianizzare le varie filosofie che hanno avuto successo (stranamente assumendo il successo a criterio di valore!); ponendosi, si dice, nel loro riguardo in posizione critica e non polemica, assumendo la loro ragione piuttosto che combatterla. Si dice che l'ateo nega in realtà un'immagine deformata e idolatrica di Dio, che ognuno è ateo rispetto a qualche falsa immagine di Dio, eccetera. Questo discorso è certamente ineccepibile, ma ha il torto di dimenticare quanto vi è di più essenziale: che chi nega Dio non può non sostituirlo con un idolo, e che il processo idolatrico è elevazione a totalità di una parte della realtà (non è un caso che l'epoca dell'ateismo è anche quella del totalitarismo, perché il totalitarismo è appunto l'ateismo politico). Che cattolici che non hanno dedicato al lavoro intellettuale la loro professione possano cadere in inganno e venire tratti a simpatie per il comunismo, è comprensibile; non lo è che nel loro errore trovino. incoraggiamento da parte di coloro che, come gli intellettuali, avrebbero il compito di illuminare le coscienze. Il tema del 'tradimento dei chierici', titolo di una fortunata opera pubblicata giusto mezzo secolo fa, ritorna.
Per venire alla radice dell'errore, che è poi quello di credere possibile un 'inveramento' del marxismo nel cristianesimo, occorre osservare che quel che è valido per le filosofie precristiane non lo è per le postcristiane; non lo è per il processo di pensiero il cui risultato è l'ateismo, fenomeno postcristiano e legato all'idea stessa di postcristianesimo, come sia io che Cornelio Fabro abbiamo posto in luce nei nostri libri sull'ateismo. Certamente il patrimonio del pensiero cristiano si accresce, e quel che c'era di virtuale nelle tesi tradizionali si manifesta in quel momento in cui la critica dell'errore porta a far luce sulla sua genesi. Che sia esistito, in un passato abbastanza recente, un pensiero cattolico piuttosto acritico perché deformava le posizioni che intendeva combattere, è vero; che esista oggi un pensiero cattolico maggiormente acritico nel suo tentativo di benedire o battezzare le idee che non soltanto sono state presentate come avverse, ma lo sono, è ugualmente vero. Non è detto che la deformazione a sinistra ­ meglio sarebbe dire le deformazioni dirette a conciliarsi i nuovi potenti perché un filo rosso unisce oggi la borghesia progressista radicale, che è anche la borghesia più ricca, e il comunismo - siano più valide delle deformazioni a destra.
Consentitemi di riferirmi alle discussioni dell'anno 1945, o di quelli che immediatamente lo seguirono (1) e riconoscetemi almeno un merito: l'aver avvertito fin da allora la potenza filosofica del marxismo, in tempi in cui nella filosofia cattolica italiana l'esclusione del marxismo dalla storia della filosofia (la sua riduzione a semplice ideologia atta a muovere le masse) era un dogma tacitamente, o non troppo tacitamente accettato; con le conseguenze che oggi si vedono. Si sconta l'errore che allora si compiva a destra ripetendolo a sinistra, e in proporzioni tanto maggiori: da un po' di tempo i cattolici non fanno che leggere coloro che vengono detti i grandi demistificatori e in testa, naturalmente, Marx e i suoi commentatori. Siamo davanti, si potrebbe dire, celiando un po' ma non troppo, alla sostituzione dell'antica patrologia con una 'patrologia tedesca' (Feuerbach, Marx, Freud). Cristianesimo vero, o adeguato ai 'segni dei tempi' sarebbe quel che rimane dopo che è passato attraverso le critiche di questi nuovi maestri; ed è naturale non ne rimanga nulla; la teologia che constata 'la morte di Dio' è il legittimo risultato.

Per Gramsci, assoluta incompatibilità marxismo - religione
Ricordo l'impressione che provai quando lessi il primo libro filosofico di Gramsci, Il materialismo storico e la filosofia di Benedetto Croce, non appena fu pubblicato nel gennaio 1948.Quella d'aver trovato la conferma definitiva alla mia tesi. Lo ripeto anche oggi, con consapevolezza maggiore. C'è una verità di Gramsci. Questa: senza odio anticattolico, senza odio anticlericale (da vero storicista egli non odia), Gramsci ha però messo in luce l'incompatibilità e inscindibilità assoluta di cristianesimo e di marxismo. Se è vero, cioè, che il gramscismo rappresenta la forma più rigorosa di quel che si suole dire marxismo 'critico' rispetto così al marxismo letterale come al materialismo dialettico o Diamat, è altrettanto vero che questo marxismo definisce il suo avversario primo nel cattolicesimo, ancor più che nella borghesia (2).
La filosofia diventa religione atea
Passando alla dimostrazione, cominciamo col vedere in che senso il pensiero di Gramsci, pur essendo assai lontano dalla lettera, possa e debba dirsi marxista. Riflettiamo perciò sul punto seguente: il tratto unico che specifica il marxismo nell'intera storia del pensiero sta nel suo presentarsi come il pensiero moderno, nell'aspetto in cui si definisce laico, cioè come oltrepassante definitivamente il pensiero trascendente, che diventa religione. Il processo del pensiero immanentistico moderno era stato sempre, nell'età moderna, processo della religione verso la filosofia; col marxismo la linea direttiva viene invertita, diventa processo della filosofia verso la religione (3). In che senso? In quello di una concezione della vita che unifica gli intellettuali e le masse. È in questo senso che si esprime Gramsci quando afferma che "la forza delle religioni e specialmente della Chiesa cattolica è consistita in ciò che esse sentono energicamente la necessità dell'unione dottrinale di tutta la massa religiosa, e lottano perché gli strati intellettualmente superiori non si stacchino da quelli inferiori" (4). O, se vogliamo usare un altro termine, quel che distingue il marxismo dalle altre posizioni filosofiche moderne è la sua critica rivolta all'idea della religione come momento assoluto della vita spirituale, o anche rappresentazione della verità in forma simbolica e mitica. In conseguenza di questa negazione la filosofia si fa religione pur non perdendo il suo carattere secolare; e qui si ritrova il senso autentico di un termine che troppo spesso è stato usato, così da diventare logoro, ma che pure, bene inteso, ha una piena verità, quello di 'religione secolare'.
L'immanentismo radicale di Gramsci.............................continua

l'ingegberia genetica , nella ricerca biomedica e' sempre piu' centrale :Atrofia muscolare spinale: piccolo organismo ferma morte neuroni

C elegans stained.jpgCaenorhabditis elegans è un verme nematode fasmidario, lungo circa 1 mm, che vive nel suolo, in regioni temperate. Si tratta di un organismo modello molto usato per lo studio della biologia dello sviluppo e dell'apoptosi.



Roma - Uno studio dell'Ibbr-Cnr di Napoli ha permesso di analizzare, in vivo, gli eventi che precedono la morte neuronale, alla base di malattie come l'atrofia muscolare spinale (Sma). Fondamentale l'intercambiabilita' tra alcuni meccanismi genetici umani e del Caenorhabditis elegans, un piccolo organismo che puo' prevenire il processo degenerativo dei neuroni. La ricerca e' stata pubblicata su Human molecular genetics. La Sma e' una malattia neurodegenerativa rara, ma tra le piu' comuni cause di mortalita' infantile, colpendo un neonato ogni 6.000-10.000 in tutto il mondo. E' caratterizzata dalla morte di alcuni neuroni motori del midollo spinale ed e' causata dalla mancanza del gene Smn1. Non esistendo ancora una terapia efficace, sono di fondamentale importanza gli studi di ricerca di base su questo gene e l'utilizzo di piccoli organismi modello. Ricercatori dell'Istituto di bioscienze e biorisorse del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibbr-Cnr) di Napoli hanno analizzato, per la prima volta, gli eventi iniziali che accadono durante la morte neuronale quando manca il gene Smn1.

"I nostri studi ci hanno permesso di dimostrare che la mancanza di Smn1 scatena un meccanismo di morte programmata, chiamata apoptosi", spiega Elia Di Schiavi dell'Ibbr-Cnr, morte che, pero', puo' essere contrastata in vari modi. "Abbiamo dimostrato l'intercambiabilita' tra il gene umano e quello di Caenorhabditis elegans, un piccolo animale invertebrato che costituisce un importante modello genetico per l'analisi dei processi neuro-degenerativi: attraverso la sostituzione del gene di C. elegans con quello umano siamo riusciti infatti a prevenire la morte dei neuroni. Inoltre, e' stato possibile prevenire la neuro-degenerazione utilizzando un farmaco, l'acido valproico, gia' impiegato in trials clinici su pazienti affetti da Sma. Studiare quello che succede in C. elegans ha quindi un impatto ed e' rilevante anche per capire la funzione del gene umano, la cui mancanza provoca la Sma". Lo studio mostra pero' altri modi per evitare la neuro-degenerazione nel C. elegans. "Per prevenire la morte neuronale gioca un ruolo importante anche un altro gene, Plastin3, la cui presenza permette in parte di scongiurare la morte dei neuroni", prosegue il ricercatore dell'Ibbr-Cnr. "Questi esperimenti spiegano a livello molecolare il dato clinico secondo cui i pazienti che dispongono di maggiori quantita' di Plastin3 hanno una forma meno grave della malattia". I ricercatori hanno utilizzato questo modello animale per le sue caratteristiche, che lo rendono ottimale per valutare le conseguenze di mutazioni genetiche sulla sopravvivenza dei neuroni. "C. elegans, seppur evolutivamente distantissimo dall'uomo, possiede molti geni che svolgono una funzione simile nell'essere umano", conclude Di Schiavi. "La nostra ricerca ci ha permesso di scoprire che tra questi geni che hanno una conservazione funzionale c'e' anche il gene Smn1". (AGI)

domenica 31 luglio 2016

PAPA FRANCESCO AD AUSCHWITZ: "SIGNORE, PERDONA TANTA CRUDELTÀ"

i leader del PCI ed il Vaticano

http://www.scuolanticoli.com/pagegramsci.htm


Libera Scuola di Umanità diretta da Luigi Scialanca

Una boccata d’aria pura

Antonio Gramsci sulla religione e sulla Chiesa cattolica

e, a seguire: Una boccata d’aria stantìa - Togliatti, Longo e Berlinguer sulla religione e sulla Chiesa cattolica



(da Antonio Gramsci, Quaderni dal carcere, Edizione critica dell’Istituto Gramsci
a cura di Valentino Gerratana, Einaudi, Torino, 1975, in quattro volumi;
e da Antonio Gramsci, Lettere dal carcere, Editrice l’Unità, 1988, in due volumi)


(Articolo de La Correspandance Internationale del 12 marzo 1924, firmato G. Masci)
(tratto da Antonio Gramsci, Sul fascismo, Editori Riuniti, 1978, Roma, pp. 220-224)

Risultati immagini per Gramsci

"Il Vaticano è senza dubbio la più vasta e potente organizzazione privata che sia mai esistita. Ha, per certi aspetti, il carattere di uno Stato, ed è riconosciuto come tale da un certo numero di governi. Benché lo smembramento della monarchia austro-ungherese abbia considerevolmente diminuito la sua influenza, esso rimane tuttora una delle forze politiche più efficienti della storia moderna. La base organizzativa del Vaticano è in Italia: qui risiedono gli organi dirigenti delle organizzazioni cattoliche, la cui complessa rete abbraccia una gran parte del globo.
In Italia l’apparato ecclesiastico del Vaticano si comporta di circa 200.000 persone; cifra imponente, soprattutto quando si consideri che essa comprende migliaia e migliaia di persone dotate di intelligenza, cultura, abilità consumata nell’arte dell’intrigo e nella preparazione e condotta metodica e silenziosa dei disegni politici. Molti di questi uomini incarnano le più vecchie tradizioni d’organizzazione delle masse e, di conseguenza, la più grande forza reazionaria esistente in Italia, forza tanto più temibile in quanto insidiosa e inafferrabile. Il fascismo prima di tentare il suo colpo di Stato dovette trovare un accordo con essa. Si dice che il Vaticano, benché molto interessato all’avvento del fascismo al potere, abbia fatto pagare molto caro l’appoggio al fascismo. Il salvataggio del Banco di Roma, dove erano depositati tutti i fondi ecclesiastici, è costato, a quel che si dice, più di un miliardo di lire al popolo italiano.


Poiché si parla spesso del Vaticano e della sua influenza senza conoscerne esattamente la struttura e la reale forza d’organizzazione, non è senza interesse darne un’idea precisa. Il Vaticano è un nemico internazionale del proletariato rivoluzionario. È evidente che il proletariato italiano dovrà risolvere in gran parte con mezzi propri il problema del papato, ma è egualmente evidente che non vi arriverà senza il concorso efficace del proletariato internazionale. L’organizzazione ecclesiastica del Vaticano riflette il suo carattere internazionale. Essa costituisce la base del potere del papato in Italia e nel mondo. [...].............."
il post raccoglie molte delle affermazioni dei migliori leader comunisti italiani sul rapporto tra stato e chiesa. Daleggere tutto, anche se un po lungo.Molto interessante ed utile , anche se non sola,  chiave di lettura
l.m. : la battaglia contro l'amianto, la radioattivita', le polveri sottili, il rumore delle macchine ed una viabilita' che produce incidenti e' solo all'inizio!

http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/Una-procura-per-i-reati-ambientali-.aspx



Raffaele Guariniello oggi è un magistrato in pensione, il superconsulente della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’amianto e sull’uranio impoverito nelle Forze Armate; ma per tutti è il grande accusatore dell’Eternit, il procuratore che ha aperto la stagione dei processi all’amianto che uccide. E che guarda all’esito della battaglia con grande disincanto.

Partiamo dalla sentenza Olivetti: a Ivrea è stata condannata la Storia industriale del Paese?

Guardi, la prima condanna per un caso di mesotelioma, con la morte di un lavoratore che lavorava alla coibentazione del grattacielo Rai di Torino, è addirittura del 1995; poi venne l’Eternit e altre inchieste, sino all’Olivetti, che è giunta solo al primo grado di giudizio; insomma, siamo di fronte a un processo di giustizia molto lungo e complesso, che negli anni ha creato una ricca giurisprudenza. Più che processare la Storia industriale del nostro Paese direi che l’Italia sta facendo scuola; anzi, è già diventato un faro giuridico a livello internazionale. Qui si celebrano procedimenti che non si fanno in nessun’altra parte del mondo. A ottobre sono invitato a parlare in Brasile perché sono tutti stupefatti di quello che avviene in Italia. Non dimentichiamo che l’amianto continua a essere prodotto e utilizzato in sessanta Paesi, tra cui la Cina, la Russia, l’India.


Perché il cuore di questa battaglia batte proprio a Torino?

Perché quella procura, dove ho lavorato per tanti anni, era attrezzata per raccogliere questa sfida, mentre molte altre devono fare i conti con deficit strutturali che impediscono di rispondere alla domanda di giustizia di tantissime vittime dell’amianto, le quali ancora muoiono senza che nessuno istruisca un processo. Dal Piemonte alla Sicilia, ci sono migliaia di tragedie inascoltate: a Torino, come a Ivrea, non ci sono magistrati più bravi che altrove; semplicemente, altre procure dispongono di organici troppo ridotti e non riescono a diventare un punto di riferimento per i medici, i quali, una volta riscontrato un caso di mesotelioma, dovrebbero comunicarlo alla magistratura.


Come si supera questo deficit strutturale?
Il governo dovrebbe dare finalmente una risposta alla domanda di giustizia che sale dal Paese e creare una organizzazione unitaria, una procura o un’agenzia nazionale che si occupi di reati ambientali e non solo. Ad esempio, la procura di Trani sta lavorando bene sulla tragedia ferroviaria di Corato, ma quanti binari a rischio ci sono in Italia? Per prevenire, le procure, vincolate al territorio, non sono sufficienti.


Non sempre basta celebrare un processo per avere giustizia.
Vero, se si riferisce al primo processo Eternit, conclusosi con la prescrizione, un esito che abbiamo evitato nel caso Thyssen solo perché abbiamo indagato in meno di tre mesi; e anche in quel caso è stato decisivo disporre di inquirenti specializzati. Eternit è finita com’è finita, peraltro, perché abbiamo seguito una prima interpretazione della Cassazione, secondo la quale il reato si consuma finché non cessa nel tempo, ma in seguito la Corte ha cambiato orientamento.


Con l’inchiesta Eternit bis avete contestato il reato di omicidio, lo stesso che ha condotto alla condanna di De Benedetti.
Non proprio lo stesso, visto che in quel caso si tratta di omicidio colposo, mentre noi abbiamo contestato l’omicidio con dolo diretto.


La Corte Costituzionale permetterà che si celebri quel processo?Bisogna aspettare con profondo rispetto il suo pronunciamento sul ne bis in idem. È in discussione una norma del codice secondo cui, stando anche all’interpretazione della Cassazione, non saremmo di fronte a un “duplicato”, quindi io confido. Confido, ma rispetto. È una decisione importante: farà giurisprudenza e segnerà il futuro di tutti.


Le vostre inchieste lo hanno segnato al punto di ispirare la riforma del codice penale che ha introdotto il reato di disastro ambientale. È un deterrente efficace?
Non è dipeso tutto da noi, però, effettivamente, abbiamo dato la spinta finale. Quella riforma introduce pene severe ma non risolve tutto, perché, come avevo sottolineato durante il dibattito parlamentare, è ancora possibile la prescrizione, un problema grosso con disastri che si manifestano a distanza di decenni.

Non crede che tutte queste difficoltà dipendano anche dal fatto che il mondo sta camminando in senso contrario alla sicurezza sul lavoro?
Noi dobbiamo realizzare una globalizzazione della salute e della sicurezza: non accettare passivamente quella del rischio, che mi pare molto più arretrata, sul piano della civiltà.


Le riforme del diritto del lavoro che stanno affermandosi in Europa ci rendono più o meno civili?
Ci sono tante novità, ma il testo unico sulla sicurezza del lavoro resta il più avanzato al mondo. Il nostro problema non riguarda le leggi ma la loro applicazione. Poi è anche vero che in Francia, dove pure c’è la Eternit, non sono mai riusciti a celebrare un processo e ciò dipende forse anche dal fatto che il pubblico ministero in Italia non è subordinato al potere esecutivo: un altro motivo per ringraziare i nostri padri costituenti.
© riproduzione riservata

giovedì 28 luglio 2016

Francesco: “Di fronte al terrorismo islamico interroghiamoci su come abbiamo esportato la democrazia”

http://www.lastampa.it/2016/05/16/vaticaninsider/ita/inchieste-e-interviste/francesco-di-fronte-al-terrorismo-islamico-interroghiamoci-su-come-abbiamo-esportato-la-democrazia-aqkjej2CuLhDnj5sdJ7vcN/pagina.html   
...............«Di fronte al terrorismo islamico, sarebbe meglio interrogarci sul modo in cui un modello troppo occidentale di democrazia è stato esportato in paesi come l’Iraq». Papa Francesco ha concesso un’intervista esclusiva a La Croix, parlando di immigrazione, guerra e laicità.  
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Migranti, guerre e sottosviluppo  
Alla domanda se il vecchio continente ha la capacità di accogliere così tanti immigrati, Francesco ha risposto in questo modo: «Questa è una domanda responsabile perché uno non può aprire le porte in modo irrazionale. Ma la domanda di fondo da farsi è perché ci sono così tanti migranti ora. I problemi iniziali sono le guerre in Medio Oriente e in Africa e il sottosviluppo del continente africano, che provoca la fame. Se ci sono guerre è perché ci sono fabbricanti di armi - che possono essere giustificati per propositi difensivi - e soprattutto trafficanti di armi. Se c’è così tanta disoccupazione, è per mancanza di investimenti capaci di portare il lavoro di cui l’Africa ha così tanto bisogno».  

Il mercato totalmente libero non va  
«Più in generale - ha insistito Francesco - ciò solleva il problema di un sistema economico mondiale che è caduto nell’idolatria del denaro. Più dell’80 per cento delle ricchezze dell’umanità sono nelle mani del 16 per cento della popolazione. Un mercato completamente libero non funziona. I mercati in sé sono un bene ma richiedono una parte terza o uno stato che li monitori e li bilanci. In altre parole ciò che serve è un’economia sociale di mercato».  

Integrare e non ghettizzare gli immigrati  
«Tornando ai migranti - ha continuato il Pontefice - la peggior forma di accoglienza è la ghettizzazione. Al contrario, è necessario integrarli. A Bruxelles, i terroristi erano belgi, figli di immigrati, ma cresciuti in un ghetto. A Londra, il nuovo sindaco (Sadiq Khan, figlio di musulmani pakistani, ndr) ha prestato il suo giuramento in una cattedrale e sicuramente incontrerà la regina. Questo mostra la necessità che l’Europa riscopra la sua capacità di integrare. Penso qui a Gregorio Magno, che aveva negoziato con popoli conosciuti come barbari, i quali si sono poi integrati. Questa integrazione è tanto più necessaria in quanto oggi, a seguito di una ricerca egoistica del benessere, l’Europa sta vivendo il grave problema di un tasso di natalità in declino». 

Paura della conquista islamica  
Francesco ha quindi risposto a una domanda sulla paura dell’islam nelle società europee. «Oggi io non credo che ci sia paura dell’islam - ha detto - ma dell’Isis e della sua guerra di conquista che è in parte tratta dall’islam. È vero che l’idea della conquista appartiene allo spirito dell’islam. Ma si potrebbe interpretare secondo la stessa idea di conquista la fine del Vangelo di Matteo, quando Gesù invia i suoi discepoli a tutte le nazioni. Di fronte al terrorismo islamico, sarebbe meglio interrogarci sul modo in cui un modello troppo occidentale di democrazia è stato esportato in paesi come l’Iraq, dove un governo forte esisteva in precedenza. Oppure, in Libia, dove esiste una struttura tribale. Non possiamo andare avanti senza prendere in considerazione queste culture. Come ha detto di recente un libico: “Eravamo abituati ad avere un Gheddafi, ora ne abbiamo cinquanta.” La coesistenza tra cristiani e musulmani è ancora possibile. Io provengo da un paese dove coabitano bene». 

Laicità e religione in ambito pubblico  
Il Papa ha risposto anche a una domanda sul modello della «laicité» francese. «Gli stati devono essere secolari, quelli confessionali finiscono male - ha detto - Sono contro la storia. Io credo che una versione della laicità, accompagnata da una solida legge che garantisca la libertà di religione, offra un quadro di riferimento per andare avanti. Siamo tutti figli e figlie di Dio, con la nostra personale dignità. Ognuno deve avere la libertà di esprimere la propria fede. Se una donna musulmana vuole indossare il velo, deve poterlo fare. Allo stesso modo, se un cattolico vuole indossare una croce. Le persone devono essere libere di professare la loro fede nel cuore delle loro proprie culture e non ai loro margini. La modesta critica che io vorrei rivolgere alla Francia riguarda il fatto che esagera con la laicità. Questo porta a considerare le religioni come sotto-culture, piuttosto che culture a pieno titolo con i loro diritti. Temo che questo approccio, un comprensibile patrimonio dei Lumi, continui ad esistere. La Francia ha bisogno di fare un passo avanti su questo tema al fine di accettare il fatto che l’apertura alla trascendenza è un diritto per tutti»................... 

dal Fatto quotidiano :Germania, “killer di Monaco amava Hitler”. Isis: “Ansbach, aggressore aveva combattuto in Siria e Iraq”

l.m.: 
e' piuttosto allarmante la  notizia de "il fatto": si vorrebbe far passare per "matto" un adolescente che simpatizzava per Hitler , che odiava gli arabi, si vantava di essere di "razza ariana" e che avrebbe potuto scegliere con cura le proprie vittime, tutte turche ed albanesi. La domanda che sorge spontanea e': ma quanta influenza oggi esercita ancora una figura , a dir poco squallida e da condannare senza esitazione del fuher e del  suo "mein  kampf ?"Immagine per il risultato di tipo notizie
da Wikipedia :"Nel libro Hitler sostiene apertamente che in futuro la Germania "dovrà dipendere dalla conquista dei territori ad est a spese della Russia"[13].Nel corso dell'opera, Hitler evidenzia le sofferenze politiche del cancelliere tedesco nel parlamento dellaRepubblica di Weimar e inveisce contro gli ebrei e i socialdemocratici, così come i marxisti. Annuncia di voler distruggere completamente il sistema parlamentare ritenendolo per lo più corrotto, sulla base del principio secondo cui i detentori del potere sono opportunisti per natura.
Altri punti salienti del libro sono:
Hitler si rappresenta come "Übermensch", con riferimento all'opera Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche, intendendo con "superuomo" un uomo capace di essere superiore a se stesso e ai propri impulsi e che, quindi, in questa accezione, andrebbe tradotto con un più esplicativo "oltreuomo". Tuttavia lo stesso Nietzsche era stato uno dei più grandi critici tedeschi contro l'antisemitismo sviluppatosi nel XIX secolo[2].
Nel Mein Kampf è presente una diffusa enfasi sul cristianesimo quale base ideologica della dottrina di Hitler che paragona l'ascesa del nazismo a quella del cristianesimo originale ed equipara se stesso a Gesù nella sua opposizione alle istituzioni ebraiche[14].
Mein Kampf fu profondamente influenzato dalle teorie sull'evoluzione di Ernst Haeckel[15]........ Nella prima edizione Hitler ha affermato che la distruzione del debole e del malato è molto più umana della loro protezione. A parte ciò, Hitler vede uno scopo nel distruggere "il debole" perché tale azione fornisce, più di ogni altra cosa, lo spazio e la purezza necessaria al forte."
Vorrei ora in forte sintesi, riportare alcuni passaggi descrittivi della figura di Wihlelm Reich  e dell sue riflessioni sul nazismo :sempre da Wikipedia : ".....In rotta con il partito fin dal 1932 a causa della sua propaganda anti-stalinista (in passato aveva avuto una corrispondenza epistolare anche con Lev Trotsky[16]) tra i giovani iscritti e per le posizioni propugnate nel saggioLa psicologia di massa del fascismo (dove individua nel fascismo "l'espressione politicamente organizzata della struttura caratteriale umana media" in quanto costituisce "l'atteggiamento fondamentale dell'uomo autoritariamente represso dalla civiltà delle macchine"), Reich è anche bandito – nel 1934 – dalla "Società psicoanalitica internazionale", mentre già si trova a vagabondare per l'Europa per sottrarsi al nazismo oramai dilagante.[9]........La morale sessuale dominante nella società e nella famiglia si esplica in sostanza, tramite una struttura psichica che reprime le pulsioni sessuali, generando nevrosi e infelicità. con un'educazione dolce e severa la famiglia instaura una dipendenza emotiva che incentiva la permanenza nelle mura di casa e ostacola l'allontanamento dei figli, e la piena capacità di lotta inizialmente verso l'autorità paterna, e in un secondo momento lotta di classe verso l'ordine costituito.[1]
Reich ha in questo profondamente influenzato studiosi come Fromm e Marcuse,..............
« Il carattere sadico-pervertito dell'ideologia razziale tradisce la sua natura anche nel suo atteggiamento di fronte alla religione. Si dice che il fascismo sarebbe un ritorno al paganesimo e il nemico mortale della religione. Ben lungi da ciò, il fascismo è l'estrema espressione del misticismo religioso. Come tale si manifesta sotto una particolare forma sociale. Il fascismo appoggia quella religiosità che nasce dal pervertimento sessuale, e trasforma il carattere masochista della religione della sofferenza dell'antico patriarcato in una religione sadica. Di conseguenza traspone la religione dall'aldilà della filosofia della sofferenza nell'aldiqua dell'omicidio sadico. »
(La psicologia di massa del fascismo, Prefazione alla III edizione del 1932)

La "peste emozionale"[modifica | modifica wikitesto]

Reich sostenne che i movimenti di masse alienate, inneggianti alla guerra, al razzismo, al linciaggio e alla crudeltà, sono vittime della cosiddetta "peste emozionale" (su cui scriveranno anche Marcuse, Fromm, Hannah Arendt e Albert Camus). Questo concetto è relativo sia al concetto di psicologia delle masse di Freud, sia con la nozione di alienazione di Marx.[15] Vi sono alcuni feticci che conducono alla "piaga", quali il nazionalismo, ilpatriottismo esasperato, la tradizione, il patriarcato, l'autoritarismo, il familismo, la religione, l'obbedienza e legerarchie, tutti processi di disumanizzazione in cui gli individui vengono trasformati in una massa meccanizzata, ad opera delle classi dirigenti "psicopatiche" della società.[15]""   . 
Mi fermo qui' ma il pensiero di Reich e' complesso (a parte quello problematico dell'ultimo periodo )La critica all'educazione prevalente somministrata ai giovani tedeschi mi sembra utile per capire, ancora oggi, alcuni comportamenti ed infatuazioni della fascia adolescenziale di oggi.

da "Il fatto" , art, di F.Q. del 27/07/2016
“Sonboly razzista. Adorava Hitler” – La Frankfurter Allgemeine Zeitung (FaZ) scrive che l’assassino di Monaco di Baviera era un razzista con un orientamento di estrema destra e per lui era un “onore” essere nato il 20 aprile, lo stesso giorno diAdolf Hitler. In più, si vantava del fatto di essere di “razza ariana” in quanto di origine iraniana. D’altra parte, Ali Sonboly odiava visceralmente i turchi e gli arabi, rispetto ai quali si sentiva “superiore”. E’ per questo che gli inquirenti stanno valutando l’ipotesi che il giovane killer abbia in verità selezionato le sue vittime, che avevano tutte un background di immigrazione: tre teenager avevano infatti origini turche e turca era la donna 45enne. Altri tre teenager, un ragazzo e due ragazze, erano albanesi delKosovo. Qualora questa ipotesi fosse verificata, destituirebbe di fondamento quella secondo cui il giovane avrebbe agito in uno stato di malattia mentale ed in reazione al bullismo subito dai coetanei.

La polizia ha inoltre arrestato a Ludwigsburg, a quindici chilometri da Stoccarda, un quindicenne che ha avuto contatti su internet con Sonboly. Secondo la Bild, il ragazzo voleva pure lui fare un attentato ed aveva pubblicato su instagram foto e disegni che indicavano tale intento con una bomba artigianale. Gli agenti lo hanno prelevato casa in cui vive con i genitori, dove gli investigatori hanno fatto irruzione e hanno trovato circa 300 cartucce oltre a diversi coltelli e pugnali ed una grande quantità di prodotti chimici, materiali e istruzioni per la fabbricazione di esplosivi rudimentali. Voleva fare una strage nella sua scuola, dove è stato vittima di bullismo. Ha ammesso il suo piano alla polizia, aggiungendo anche che aveva deciso di desistere. E’ stato ricoverato in un centro psichiatrico.

sabato 23 luglio 2016

https://desertoepace.wordpress.com/2016/06/14/turismo-sessuale-e-minori-italiani-in-testa-nella-classifica-dei-clienti/


TURISMO SESSUALE E MINORI – ITALIANI IN TESTA NELLA CLASSIFICA DEI CLIENTI


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Nota delle Admin: Vogliamo riproporvi questo articolo del giugno 2013, perchè le cose non sono cambiate, perchè il problema sussiste ancora e non è stato risolto (anzi), perchè, come dicono tanti italiani ‘brava-gente’: “tutti i problemi degli italiani sono gli extracomunitari”, e la cosa tragica è che non fanno nemmeno più ridere!, e perchè quest’anno in Brasile si svolgeranno le Olimpiadi. Quindi, diciamo NO AL TURISMO SESSUALE INFANTILE!



L’estate scorsa avevamo parlato di turismo sessuale femminile, spiegando come anche le donne partano per mete esotiche con l’obiettivo di avere rapporti a pagamento. Avevamo spiegato che questa abitudine sempre più diffusa non le rende in alcun modo diverse dagli uomini.

Ma quest’anno dobbiamo tornare ad affrontare l’argomento quasi esclusivamente da un punto di vista maschile. Già, perché secondo l’ultimo rapporto di Ecpat Italia (organizzazione che si batte contro lo sfruttamento sessuale dei bambini) salta fuori che gli italiani (per lo più uomini) sono ai primi posti come clienti di bambini fatti prostituire in Paesi del Terzo Mondo.

“Se prima in alcuni Paesi eravamo fra le prime 4-5 nazionalità, oggi siamo i più presenti in molti paesi”, spiegano Ecpat e Fiab che hanno lanciato la campagna che partirà domani in 29 città “Un altro viaggio è possibile”, per chiedere che i mondiali di calcio in Brasile siano a “impatto zero sui bambini”.

“Questa tendenza è molto allarmante”, spiega Marco Scarpati, presidente della sezione italiana dell’organizzazione. “Queste persone non sono pedofili. I pedofili abituali sono il 5 per cento, la maggioranza invece dei turisti sessuali è composta da persone che vanno all’estero per provare un’esperienza trasgressiva”, spiega Scarpati. L’organizzazione ha stimato che nel mondo ogni anno ci sono un milione di turisti sessuali che rivolgono le loro attenzioni a minori tra i 12 e 14 anni, e a volte anche più piccoli. I turisti che si rivolgono alla prostituzione minorile sono un terzo del totale.

A parlare del rapporto è anche il Daily Telegraph, che indica come le mete preferite dai turisti sessuali italiani siano il Kenya, Santo Domingo, la Colombia e il Brasile. Il turismo sessuale e la pornografia sono spesso gestiti da reti criminali internazionali e quindi l’unico modo per combatterli è quello di coordinare le attività della polizia a livello internazionale. Dopo l’Italia i turisti sessuali vengono da Germania, Giappone, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e recentemente anche Cina.

Il Kenya è tra i paesi più a rischio: da 10.000 a 15.000 bambine che vivono nelle aree costiere di Malindi, Mombasa, Kalifi e Diani sono coinvolte nella prostituzione occasionale – fino al 30% di tutte le bambine fra i 12 e i 18 anni che vivono in quelle zone. Fra 2.000 o 3.000 bambine e bambini sono inoltre coinvolti nel mercato del sesso a tempo pieno.

Secondo l’identikit del turista che va in cerca di sesso con minori realizzato da Ecpat, l’età media si è abbassata (tra i 20 e i 40 anni); possono essere sposati o single, maschi o femmine (anche se la maggioranza sono maschi) stranieri o locali, ricchi o turisti con budget limitato. Possono avere un alto livello socio-economico o provenire da un ambiente svantaggiato. Lo studio distingue i turisti sessuali in tre distinte categorie: quelli occasionali (spesso in quel Paese per lavoro) sono la maggioranza ; poi ci sono i turisti abitudinari che acquistano residenze che abitano in alcuni periodi dell’anno; e i pedofili.

I motivi che inducono un turista sessuale ad andare alla ricerca di sesso da bambini e adolescenti sono diversi: tra questi “l’anonimato e l’impunità”, ma anche la ricerca di nuove esperienze: classico di un “consumismo sessuale”; la discriminazione che sconfina nel razzismo; la difficoltà nello stabilire rapporti paritari con le donne; la falsa credenza che fare sesso con bambini sia a minor rischio Aids”. Secondo stime dell’Organizzazione mondiale del turismo ogni anno almeno 3 milioni di persone partono per viaggi a scopo ‘sessuale’. Un sesto di loro, tra quelli che arrivano in America Latina e nei Caraibi, è a caccia di bambini o adolescenti.
Di Marta Serafini
8 giugno 2013 – http://27esimaora.corriere.it/articolo/turismo-sessuale-e-prostituzione-minorile-italiani-in-testa-nella-classifica-dei-clienti/

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Qui invece vogliamo riproporvi il film-documento di Silvestro Montanaro “LA CARNE FRESCA“, andato in onda su Rai 3 il 14 marzo 2001.

Questo documentario è stato realizzato da Silvestro Montanaro a Fortaleza, in Brasile, con la collaborazione della giovane regista, vincitrice del Premio Solinas, edizione 1999, Barbara Rossi Prudente. Racconta la storia di quattro bambine brasiliane, la loro quotidianità assediata dal turismo sessuale, turismo che troppo spesso parla italiano.
Non esistono statistiche precise sul fenomeno dello sfruttamento sessuale dei minori: la cifra più attendibile, anche se probabilmente in difetto, è che ogni anno un milione di bambini e bambine vengono avviati alla prostituzione. Di questi, il 70 per cento è coinvolto nel circuito del turismo sessuale. La carne fresca, raccontano alcuni italiani incontrati da Silvestro Montanaro, è l’unica vera motivazione dei loro viaggi raccontati invece a casa come vacanze al sole di poveri papà stanchi dopo un anno di lavoro. Ne sono coscienti le giovani protagoniste del documentario. Guai invecchiare. Sedici anni alle volte sono troppi. Allora, come unico rimedio per incontrare clienti e danaro con cui sopravvivere, c’è solo accompagnarsi con una giovane recluta tra i nove e gli undici anni. Carne nuova e fresca, per l’appunto, e sempre disponibile e in abbondanza, figlia com’è della crescente miseria dei tanti sud del mondo.