domenica 31 agosto 2014

500 motivi x fuggire

da Italiansin fuga , un bel sito  500 motivi per lasciare l’Italia (papa francesco prega per noi, solo Dio puo' salvarci. Questo governo affamato di potere , brutale, pasticcione ci sta solo affamando e buttando nel baratro !)

Archiviato in Italiani in Italia il agosto 27, 2014 con 34 commenti

Come promesso ecco i VOSTRI motivi per lasciare l’Italia.

Alcuni giorni fa ho invitato i lettori di Italiansinfuga a partecipare ad un sondaggio per condividere un motivo per lasciare l’Italia.
Un ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato e un invito a lasciare un commento in fondo alla pagina con la vostra opinione su questi motivi.

“Perché un paese che non offre sicurezze,prospettive e lavoro ai propri cittadini è un paese fallito.Voglio andarmene,anche se a malincuore,perché dopo tre anni dalla Laurea,non ho ancora un lavoro stabile.Poi perché preferisco che le tasse del mio lavoro finiscano in mano ad uno stato che mi offre servizi e non disservizi.” -

“”Poca meritocrazia, poche opportunità per i giovani. Scarso rispetto del codice della strada.”" – Joseph Pike

“Per vivere in un luogo più consono al mio modo di sentire e vivere che mi consenta di esprimere al meglio me stessa e le mie potenzialità.” – Carlotta Baccino

“per la non possibilita’ di costruirsi un futuro, comprare casa, avere un lavoro, fare famiglia” – graziano mutolo

“Perché mi sono rotto le scatole di aspettare che qualcosa cambi. l’Italia non ha costruito nessun futuro, importando clandestini senza educazione e denaro. Inoltre esaspera i cittadini con leggi assurde che penalizzano gli italiani onesti e favoriscono i disonesti.” – Alberto G.

“”"Quando la frase:”" dai l’Italia si risolleverà l’anno prossimo…ce la faremo!”" diventa demodè inizi a farti qualche domanda in più. Quando vedi che vorresti pagarti l’ultimo anno di studi, lavorando solo part-time per frequentare i corsi, ma diventa impossibile. Quando vedi che la ricerca è considerata una risorsa e non uno spreco,pensi più di una volta di vivere nel posto sbagliato.Quando vedi i tuoi amici emigrati fuori, non preoccuparsi della parola garante per fare un acquisto onoreso; pensi che quelle tue catene invece non si romperanno mai.Quando non pensi più che gli altri tuoi amici, colleghi ed ex compagni di università abbiano intrapreso la scelta più facile emigrando e solo tu resti l’unico scemo. Quando la parola politica di causa conati di vomito incontrollabili…allora è giunto il momento di preparare i bagagli
Bye bye Italy, I’ll come to Canada”" – Giuseppe

“Perché all’estero posso provare DAVVERO a trovare il lavoro che amo e per cui ho studiato e lavorato per sei anni: la restauratrice/legatrice di libri antichi e opere d’arte su carta. Qui in Italia sarei destinata alla fame, o a relegare il mio lavoro ad hobby, facendo per vivere un altro lavoro che non mi interessa.” – laura dellapiana

“Per la profonda ingiustizia che c’è fra le generazioni, in cui le vecchie generazioni si sono accaparrate una serie di privilegi (che chiamano diritti acquisiti) che gravano sulle spalle delle generazioni più giovani condannandole a pagare per qualcosa che a loro non spetterà mai. Esempio per eccellenza è il sistema pensionistico, e in generale l’incremento inarrestabile di debito pubblico è sinonimo di questo spostamento sulle generazioni future dei problemi odierni e passati. Il problema è che l’Italia ha dimostrato di essere incapace di cambiare rotta, col risultato di condannare i giovani ad un futuro in declino senza una speranza di crescita e miglioramento. Ritengo fondamentale nella vita la speranza in un miglioramento e l’unico modo che vedo per riaverla è andarse.” -

“È un paese corrotto che non dà speranze riguardo un futuro cambiamento. Non si vede la fine di questa crisi, non c’è lavoro, non ci sono prospettive. La maggior parte della gente è pessimista, grigia, se non addiririttura disperarata. Altri approfittano di questa situazione e il tutto al momento pare senza soluzione. Non è quello che voglio per me, men che meno per i miei figli. Spero di farcela…” – una tra tante

“Perché l’Italia è un Paese con gravi problemi irrisolti rispetto ad altri Paesi avanzati (tasso di disoccupazione troppo alto, corruzione, clientelismo, corporativismo, immobilismo burocratico e legislativo, accoglienza immigrati clandestini, ecc.)” – Antonella Tromba

“perché il mio sogno é di aprire un ristorante e non ho intenzione di pagare il 60 % di tasse sul mio lavoro …” -

“Perché non si scommette sui giovani. Ovunque io giri lo sguardo vedo persone anziane che hanno il controllo su tutto e prendono le decisioni per il popolo intero, ma dubito che un 70enne possa sapere cosa è meglio per un ragazzo di 20 anni che magari vuole solamente perseguire i propri sogni nel paese dove è nato. Questa problematica è radicata ad ogni livello in questa società: dalla politica allo spettacolo, dallo sport ai lavori pubblici e sembra che siamo lungi dal trovare una soluzione a questo male insopportabile. Avrei almeno altri 10-12 buoni motivi altrettanto validi che mi spingono a voler lasciare l’Italia, ma qui c’è scritto di fornire uno solo e mi limito a questo…” -

“Non vivo in Italia perchè non ci sono possibilità decenti di crescita professionale nel mio settore (architettura).” – Margherita Orsini

“Perché è un paese vecchio, e non progredisce. Da italiana che ama davvero il suo paese lo devo dire: rimaniamo sempre indietro su tutto. Che poi il merito non si premi è facoltativo…” -

“Non avere un futuro e nessun tipo di soddisfazione personale professionale logora lentamente la mia dignità” -

“Non voglio che lo Stato Italiano succhi il sangue dei miei figli.” – Giovanni

“Troppe chiacchere/provvedimenti inutili da parte sia del governo sia della gente comune. E’ un paese invivibile atttualmente buono solo per una vacanza mordi e fuggi.” – Daniele P.

“Perché in Italia non c’è speranza di un futuro, per me, mio figlio, la mia famiglia.” – B.

“Perché mancano le basi per vivere un futuro sereno e civile” – Marco Famà

“Perché temo che diventerà un paese sempre più povero, con tutte le conseguenze che ne derivano (disoccupazione, delinquenza, degrado..)” – Stefano

“Perché non intendo sottomettersi alle loro ESTORSIONI fiscali. Lavoro o attività in proprio?? Solo all’estero please. Qui non faccio NuLLA. Campo coi soldi di mamma’.” -

“”"Perchè in Italia non c’è futuro.
Perchè continuo a passare da un lavoro all’altro con contratti di un mese, 2 o 3 e poi di nuovo a casa per mesi interminabili senza sapere quando arriverà un altro lavoro.
In più ormai c’è la guerra tra i poveri! Tutti sgomitano per arrivare primi, siamo tutti contro tutti, non c’è più solidarietà, anzi!
I rapporti umani si sono deteriorati. Ci si insulta ai semafori e ci si ammazza per cose da niente!
Per questo me ne vado perchè non esiste più una vita serena”" – Simona!

“Trovare l’amore” -

“Perché è e sarà sempre governata da incapaci e disonesti che pensano più al benessere personale che a quello del nostro paese dove la furbizia e il clientelismo sono sempre stati considerati delle doti da perseguire. Per gli onesti e per le persone semplici è come vivere con un nemico in casa.” -

“Per formarmi professionalmente. In Italia per i giovani questo non è possibile, li vogliono tutti “nati imparati”" – Martina

“”"Perché è una nazione che ha perso il coraggio di inseguire i propri sogni e provarr ad essere migliore.
Vado via ad aprile :) ”" – Eliana

“Per non pagare le mie tasse ad uno Stato corrotto ed incapace!!!” -

“Me ne vado perché non voglio che mio figlio cresca in un ambiente cosi pericoloso e mal sano, con ragazzi della sua età buttati li nelle 4 strade.” – Debora d.b

“Voglio lasciare l’Italia perché non vedo futuro per me 20enne, perché trovare un lavoro non é semplice e il più delle volte anche se si trova bisogna accontentarsi, con un salario minimo, che tende sempre di più ad assottigliare il potere di acquisto e quindi danneggiare un’economia già pesantemente tassata. Il tutto giustificato da un anno in Australia, dove effettivamente se vuoi lavorare puoi trovare una possibilità che ti permette di vivere decentemente, uscendo dalla casa familiare e riuscendo a salvare dei risparmi per una futura propria famiglia o progetti/ambizioni.” – Nicolò Silvani

“L’Italia non è un paese per giovani, non vedo futuro qui, purtroppo.” -

“Bassa qualità della vita (e lo dice uno che sta per diventare medico ed è informato su stipendi, stile di vita e possibilità di carriera).” -

“Io verrei lasciare l’Italia perché sostanzialmente è un paese vecchio, abbastanza chiuso e arretrato. Non c’è tutela dei propri diritti (e il primo dei diritti è avere un lavoro tutelato) e ne mancano anche di fondamentali che la legge non vuole riconoscere. Questo è un paese dove una famiglia spende molti soldi in istruzione dei propri figli e poi questi sono ridotti a lavori per i quali manca hanno studiato, e tra l’altro viene detto loro di accontentarsi e di essere grati e contenti di quello che passa in convento. E’ un paese dove le opportunità sono scarse, dove vige un baronato incredibile, dove la burocrazie è interminabile e le tasse strozzano le piccole attività. Insomma: niente diritti, poco lavoro (e mal curato), impossibilità di costruire qualcosa di solido, queste sono le cose che secondo me mancano, e ce ne sarebbero altre ancora da dire. Spero un giorno di poter andare via e di poter costruire una vita salda, cosa che qui è ostacolata in mille modi.” – Claudio

“Voglio iniziare una nuova vita, quella che non riesco ad avere restando qui.” – Alessia

“”"Voglio lasciare l’Italia perchè, in un Paese dove a un 30enne non viene dato lavoro perchè troppo “”vecchio”" io, personalmente, non ci voglio stare.
Se poi aggiungiamo che, alle istituzioni, vengono messe persone quasi sempre over 60 la cosa ha moooolto controsenso. E poi ci dicono che bisogna svecchiare il Paese. Bel coraggio.
E se aggiungiamo il fatto della quasi inesistenza di un sistema meritocratico sul posto di lavoro, dove se sei bravo non conta (l’importante è essere giovani da apprendistato e/o figlio di qualche conoscente) allora è molto meglio andarsene.
È ora di imparare l’inglese e fuggire.
Altrove chi ha voglia di fare e sacrificarsi viene premiato REALMENTE.”" – Gaetano Bacchio


“Il problema dell’Italia sono gli italiani (menefreghisti, scansafatiche, parassiti pubblici, furbi, disonesti, maleducati e senza senso civico) e i loro politici che l’hanno rovinata. Dovrei far crescere qui i miei figli e finire qui i miei anni? No grazie!” – Luca

“Perché è diventato un paese governato da chi sta mirando a distruggerlo e voglio salvare me e la mia famiglia!” – Giuseppe Alfano

“Perché il mio stipendio non equivale al lavoro che faccio, le tasse sono troppo alte e alla fine la libera professione non è libera per niente!” -

“Perché non abbiamo l’umiltà di ammettere che abbiamo fallito e ricominciare così da zero.” – Edoardo

“zero possibilità di crescita professionale per merito” – Annalisa Valente

“”"Perché non farlo!?!? Cosa c’è nel bel paese che funziona!!! Sanità sempre più allo sbando, scuole sempre più lasciate al degrado più totale, opportunità lavorative ormai nulle, sistema giudiziario incapace di svolgere il proprio lavoro, assenza di progetto come nazione, è ormai un paese morto e solo per anziani.
In tutto questo macello manca la cosa fondamentale sono siamo riusciti ad annullare ogni tipo di sogno agli italiani e senza prospettiva un paese non sa, dove andare.
Spero un giorno di poter fuggire da qui e magari chissà andare a Montreal oppure anche in Svizzera: questa ormai è diventata la mia missione, per me e la mia famiglia.
“” – Marco Mari


“Premessa: lascerei l’Italia non per sempre ma per un po’ (2-3 anni), comunque il motivo che mi porta a lasciare l’Italia è migliorare l’inglese e arricchire il curriculum, in vista di un impiego migliore in Italia” – Filippo Polanzan

“Voglio lasciare l’Italia perché, pur amando la mia lingua e la mia cultura, sto scoprendo ogni giorno di più che siamo un popolo di perdenti nati, pignoni, lamentosi e ignorante.” -

“Perché vedo questo paese andare alla deriva… Saccheggiato da orde di immigrati clandestini che stanno cancellando la nostra storia e vengono trattati con più civiltà di come venga trattata una persona anziana o i malati di S L A , insultato e umiliato da un’unione europea che ci ha solo resi schiavi , è svergognato da una classe politica che solo per il fatto che continua a esistere ci classifica tra uno dei popolo più misero e incapace di reagire … Che dire … Da qui a cinque anni io vedi solo desolazione …” – CrissyMiao

“Per garantire una vita dignitosa ai miei figli. Ho un contratto a tempo determinato e mio marito è disoccupato. Questa non è vita” -

“non mi rispecchio nella sporcizia, nelle strade rotte, nell’incuria che hanno i comuni per le città, non mi rispecchio nel governo, non mi rispecchio nella mafia, nella ‘ndrangheta, in una democrazia inesistente, nei notiziari falsi venduti al sistema, nella presunzione delle università di essere migliori, nell’incapacità del governo di governare e di dare opportunità di lavoro, nel suo essere assassino dell’imprenditoria giovanile, nel proprinare programmi televisivi che ci fanno rimanere stupidi, ignoranti e senza possibilità di incrementare il senso critico e creativo…. e non mi rispecchio in un governo che non aiuta le famiglie ma, le affonda ecc.. ecc… ecc…” – jolanda

“Perchè voglio vivere in un paese civile dove esista la meritocrazia e dove ci sia giustizia, senza menzogne e senza papponi mafiosi al governo. Un paese dove non ti trattino come un oggetto ma come una persona.” -

“Perchè ormai è un paese noioso e bigotto ma ciò che è più deprimente è il suo livello e la sua spinta culturale. Ad esempio basta accendere la radio e ascoltare la musica che girano per buttarsi giù e rendersi conto che questo è un paese senza speranza.” -

“La mancanza di RISPETTO, percepita in Italia verso gli altri, verso i beni comuni, verso le regole, … Penso sia il problema alla radice di molti altri.” – Fabrizio

“Perchè in Italia lavoro anche 16 ore al giorno ma non ti pagano mai!” – Eugenia

“Perché vorrei vivere in un paese civile, dove il rispetto delle regole e delle libertà individuali sono ancora un valore condiviso e tutelato.” -

“”"Perchè l’Italia ormai è governata da una casta a tutti gli effetti, che pensa solo a sè stessa.
In più il lavoro è sempre più sottopagato e la meritocrazia non esiste.
“” – Guido


“lascierei l ‘italia xkè è diventato un Paese troppo xbenista dove shanno la precedenza gli stranieri lo stato x i suoi cittadini nn esiste dal lavoro alle leggi troppo ingiuste alla chiesa che ci governa ancora troppo a insaputa della popolazione ignorante, dove nn ti senti protetto e aiutato in casa tua, dove anche se hai un lavoro a stento riesci a sopravivere e sono sempre i cittadini anonimi a pagare…solo x questo andrei via…..” – gullotta ylenia

“Voglio la meritocrazia sul lavoro.” – Matteo

“Perché voglio avere uno stipendio dignitoso, perché voglio usare uber senza polemiche, perché voglio vivere in una nazione in grado di fornirmi servizi adeguati e senza burocrazia eccessiva . Infine non voglio lavorare per pagare pensioni a gente che non se le è guadagnate .” -

“Lascerei l’Italia perché governata da persone che fanno i loro interessi coprendoci di ridicolo, e la cosa più triste è che siamo stati noi cittadini a permettere tutto questo..” -

“l’italia non offre nessuna opportunità ai giovani..lo stato non ti aiuta in niente,si paga solo x tutto .tutto aumenta ,tranne gli stipendi i datori di lavoro stabiliscono loro stessi gli stipendi e le ora da lavorare.vivo in francia da molti anni, grazie agli aiuti dello stato e alle leggi che ci sono, ho potuto comprare casa,ho un posto pisso, uno stipendio che il 30 di ogni mese é sul mio conto, mai un ritardo di pagamento…se faccio ore in piu’ sono pagate finoall’ultimo centesimo e grazie agli aiuti dello stato ho potuto mettere al mondo 2 figli …tante cose non vanno anche qui é owio, ma almeno laFrancia ti offre molte possibilità , e in quanto donna, non mi sono mai dovuta mettere davanti a scelte come:o fai 1 figlio (anche 2 o piu’) o ti tieni il posto fisso..in Italia conosco persone costrette a rinunciare al diritto di essere madri perché il proprio datore di lavoro le “minaccia” owiamente in modo indiretto facendole capire che se hanno la minima intenzione di procreare,possono scordarsi il posto di lavoro…é una vergogna….dovessi dare un consiglio a chi sta ancora valutando se lasciare tutto e partire all’estero? si fatelo sopratutto se siete ancora giovani,fatelo per voi e sopratutto per dare un awenire ai vostri figli…” -

“Perchè siamo governati da CRIMINALI, che pensano solo ed esclusivamente ai loro interessi, e guai a chi glieli tocca, non rinunciano a niente, fregandosene di un paese che sta cadendo a pezzi, fisicamente e moralmente. Non che in altri paesi non ci siano i ladri, però almeno si vive meglio, le cose funzionano malgrado tutto. Mi fermo qui!!!!” -

“Perché da noi ci sono troppi ostacoli per fare tutto: economici, culturali e burocratici. Abbiamo una cultura troppo arretrata e facciamo fatica a staccarci da modi di pensare inattuali e poco pratici.” -

“Futuro molto incerto in italia” – Roberto Alaimo

“Perché non si può più lavorare in Italia.” – Claudia prinavera

“Perche’ non vedo futuro in italia specialmente per i miei figli…” – Gianfranco r

“Per la crisi…” -

“Non è paese meritocratico. Chi si dà da fare si vede passare avanti persone inadatte solo perchè hanno le giuste conoscenze.” -

“”"Perché i sacrifici che faccio qua in Italia per sopravvivere, nonostante una vita di studio, servano all’estero per permettere a me e alla mia famiglia una vita dignitosa e a mio figlio la possibilità di avere delle opportunità che io non ho avuto.
“” – Mauro A.


“Perché non ci sono dei servizi publicci di qualità (sanità, aiuti per studio, disabili, ecc, trasporti pubblici…)” – maria nellina

“gli italiani.” -

“Perché non vedo un futuro, non tanto per me (anche se non avrò mai una pensione!), quanto per i miei figli. Ora sono piccoli, ma sinceramente non vedo miglioramenti nei prossimi anni.” – Luisa

“Non vedo futuro per i miei figli” – Gian Luca Canavese

“Mi piacerebbe vivere in un paese dove avviare un’attività non si impossibile. Dove ci siano leggi che aiutano i giovani imprenditori che hanno voglia di fare,dove il tuo incasso sudato non viene tassato in quantità spropositata,dove se sei un artigiano non esistono leggi a volte incomprensibili che ti costringono a spendere un sacco di soldi per rendere a norma il tuo laboratorio. Dove sia pih semplice seguire le regole e dove sai che non esistere una corsia preferenziale dettata dalle tue ipotetiche conoscenze i parentele.” – leyla

“Non vorrei mai lasciare l’Italia, ma la parola mai fortunatamente non esiste così mi piace pensare che un giorno potrebbe portarmi lì la vita e spero solo non sia per un dovere ma un sano bisogno!!” -

“Voglio lasciare l’Italia per lo scarsissimo riconoscimento degli sforzi fatti nel mio per l’ottenimento di un titolo di studio, o comunque in generale per le capacità che molti italiani possiedono ma che non vengono adeguatamente valorizzate, e anzi sono addirittura considerate come un peso per la società anziché una risorsa.” – Alessandro Salaris

“Lascerei l’Italia per la paura del futuro,in special modo delle mie figlie!!!!” -

“Per avere un bun lavoro e possibilita’ di crescita lavorativa (salario e responsabilita’)” -

“Ho l’opportunità di fare il dottorato. A Milano non ho passato l’esame per ben due volte, in Germania mi hanno presa al primo colloquio. Vorrà ben dire qualcosa, sia che non ho fatto l’esame bene sia che i posti sono già raccomandati.” – eva

“Per avere la possibilita di fare mantenere una famiglia !!!” – viviana

“Perchè a 43 anni, con 25 anni di lavoro vario più specializzazioni nell’automazione,informatica,elettronica e meccanica, non c’è posto nel mondo del lavoro italiano. Esperienza e flessibilità e capacità e conoscenza sono una disabilità al pari dell’età avanzata!” -

“Non riesco a vedere un futuro qui e non voglio fare un lavoro che non mi piace solo perché funziona tutto con le raccomandazioni. Sono stanca di sentire ogni giorno di gente che aguzza l’ingegno solo per fregare il sistema e vedere che, in ogni caso, lo stesso siatema frega tutti.” – Anna Rossi

“io abbandonerei l’Italia principalmente per la usa lenta burocrazia,e il servizio sanitario che spesso mi è risultato molto penoso.non mi soffermo sulla disoccupazione perchè credo che sia l’elemento base…purtroppo” – tony

“”"Credo sia superfluo citare la pessima situazione lavorativa, inutile ripetere che gli ‘stipendi’ non permettono l’indipendenza ai giovani e che non c’è spazio per il merito ma solo per la raccomandazione.
Inciviltà, ignoranza e maleducazione, al di là delle questioni di base, sono i fattori che non mi permettono più di tollerare questa pessima Italia.”" – Allie


“Dilagante assenza di meritocrazia.” -

“Perché vorrei lasciare l’Italia? Perché in questo paese nn vedo più il mio futuro, perché se guardo avanti tutto mi appare incerto, perché se guardo negli occhi le mie figlie è la cosa migliore che potrei fare attualmente per loro. So anche però che nn è così semplice andarsene, che se si fa la scelta sbagliata sarà ancora più dura poi rientrare, come tutti forse spero che arrivi presto l’opportunità giusta…” – Alesandra

“L’ignoranza diffusa e la maleducazione.” – Noemi

“stato mafioso che vuole distruggere i suoi cittadini” – Cristiano Scardia

“per poter dare un futuro alla mia famiglia in un luogo dove le capacità sono un valore” – fabio gambino

“”"1)Non vedo un futuro all’altezza delle aspettative in Italia.
2)Per confrontarmi con una realta’ socio-culturale differente rispetto a quella in cui sono nato e cresciuto.”" – Mattia Cremasco


“Vai all’estero perché per te in Italia ti dicono che “non c’è lavoro e soprattutto meritocrazia”, quindi scegli il compromesso: una vita professionale e delle opportunità, al prezzo del luogo dove sei cresciuto.” -

“70% di tassazione diretta è un buon motivo?” – LR

“Principalmente la ragione è culturale. Si fa presto a dire che le cose vanno male e che si emigra per cercare condizioni di vita differenti, ma noto che in Italia non esiste la minima prospettiva di miglioramento. Altri Paesi Occidentali (non entro in merito del cosiddetto III mondo) in passato hanno attraversato periodi più o meno bui, ma si sono saputi rialzare grazie alle doti morali, di organizzazione e di carattere della popolazione. In Italia, al netto della crisi che è mondiale, non si vede la benchè minima attitudine a cambiare realmente le cose, a sradicare le (male) abitudini che ci contraddistinguono agli occhi del mondo e che ci hanno condotto sin quasi al baratro. Mi riferisco alla cultura dell’individualismo, dell’egoismo, del menefreghismo, della superficialità che poi si traducono nel clientelismo,nelle tangenti, nella politica poco attenta al cittadino( tanto x citare alcune conseguenze)…in tutti quegli scandali che hanno poi reso il nostro Paese lo zimbello di mezzo mondo. Sono convinto che il nostro Paese abbia delle potenzialità enormi ma che ci voglia un terremoto culturale per farlo funzionare. Quando non riuscirò più a riconoscere un italiano all’estero, beh…allora mi renderò conto che ciò sarà avvenuto. Nel frattempo vi lascio….” – Fabio G.

“Perché in Italia hanno futuro solo i figli di papà!!” -

“Perchè in italia non esiste un futuro” – Silvano Paternoster

“I motivi sono tantissimi, ma se proprio devo darne uno solo, è la voglia immensa di cambiare ambiente e lifestyle siccome personalmente non mi trovo compatibile con il carattere dell’italiano medio.” – Nuri Amer

“In Italia non c’è futuro, non c’è lavoro, c’è così tanta consapevolezza dell’alto grado di corruzione di questo paese ma così poca voglia di cambiarlo davvero, l’Italia è un paese affetto da un cancro inguaribile e le cose non cambieranno mai. Voglio lasciare l’Italia perché vedo troppe persone a me care deprimersi perché per un full time gli è stato proposto uno “stipendio di 200 euro lordi”. Voglio lasciare l’Italia perché dopo aver studiato in Italia e dopo aver studiato all’estero, non ho fatto altro che uno stage sottopagato senza contratto, rincorrendo per la città il mio ex boss che inventava scuse per non pagarmi ciò che mi era dovuto. Ora ho quasi terminato la magistrale e tornerò a studiare per altri sei mesi a 8000 km da qui. Perché dovrei tornare in Italia? Qual è il prezzo di tutti questi sacrifici? Perché dovrei farmi mortificare con pochi spiccioli al mese, senza un contratto, senza alcuna prospettiva? Preferisco vivere dignitosamente da qualche altra parte, provandoci a usare il mio bel pezzo di carta e le mie conoscenze. Potrei essere un’inguaribile ottimista a pensare che possa andarmi bene, a pensare che io possa davvero trovare oltre i confini il mio paese dei balocchi. Potrebbe andarmi anche male, certo… e allora? Vivrei sicuramente con un sorriso sulla faccia con qualsiasi altro lavoro fuori da questo paese che non da attenzione ai giovani e che non vuole darci una chance… e a chi dice “è troppo comodo andarsene”, rispondo “infatti, CIAO!”" -

“Per dare alla mia famiglia un miglioramento della vita sotto tutti gli aspetti, non solo economici. In Italia é tutto già predestinato.” – Lucio

“”"Per non essere più presi in giro da un sistema corrotto in cui la parola “”crisi”" viene utilizzata più come alibi che come “”fatto effettivo”", e chi ne paga le conseguenze non merita un tale trattamento: il nostro sistema finanziario è stato derubato da una generazione di ladri,
mentre noi lavoriamo sempre più duramente per avere sempre meno.
Ci stanno rendendo schiavi virtuali. Siamo NOI a creare la ricchezza, non loro.
“” -


“Perché manca lavoro e personalmente, dopo aver studiato anni e anni, mi ritrovo disoccupata e senza prospettive!!! E poi perché non esiste giustizia, se ne sentono di tutti i colori, le peggio atrocità …ma la pena certa e’ un’utopia!!!” – Lidia

“Ho 30 anni, e nonostante varie difficoltà, studio, prossimo alla laurea, ho un lavoro che mi permette di mantenere gli studi, ma non mi permette di crearmi una famiglia, e lasciare la casa dei miei genitori. Se rimarrei ancora qui in Italia ho paura che i miei obbiettivi professionali e lavorativi non vengono riconosciuti, tutto sommato è un paese “vecchio” …il costo della vita aumenta, ogni anno, ma il lavoro, nonostante quello che dicono, non aumenta. Calano le opportunità e sinceramente in questo momento non consiglierei a nessuno di rimanere.” – Gennaro Domenico

“Voglio lasciare l’Italia perchè “Non è un paese per giovani”. Voglio vivere in un paese che dia la possibilità a tutti di trovare un lavoro, mettere su famiglia, diventare indipendenti. Penso siano diritti fondamentali, che in Italia purtroppo ci vengono negati. Siamo senza futuro e speranza.” – Leonardo Cola

“Voglio lasciare Italia per potermi creare una vita dignitosa, dove lo stipendio lo posdo utilizzare anche per me stessa, per fare un viaggio o semplicemente per potermi permettere una cena al ristorante al mese. Ora, vivendo da sola, lo stipendio mi va tutto in bollente, affitto e tasse! Non è vita questa!” – kosmi

“mancanza di prospettive e assoluta mancanza di certezze sia pratiche che giuridiche” -

“Salve, mi auguro di trovare un’impiego lavorativo all’estero, perchè in Italia sono un disoccupato. Saluti!” – Giovanni Aldieri

“Per trovare una dimensione umana della vita, un lavoro finalizzato a sottolineare l’importanza della dignità, un Governo che incarni i valori di sostegno per i deboli, gli ammalati e gli anziani. Nel nostro Bel Paese non è rimasta più neanche l’ombra di un valore e chi resta è attonito e depresso. Voglio far parte invece di un popolo fiero e orgoglioso,” – io

“Perchè è un paese di vecchi, e per vecchi. Si respira solo mancanza di scopo, e un deprimente sentimento d’inedia.” – Aurora

“Il paese occidentale con piu discriminazione sessuale probabilmente.” -

“”"Un solo motivo? difficile scegliere tra i tanti. Da facente parte di questa generazione dal futuro bruciato penso che la risposta da dare sia: l’autoconsapevolezza. Perchè solo chi è consapevole dei troppi problemi che come un cancro radicato stanno facendo appassire questo paese e i suoi abitanti può avere il coraggio di andarsene. Chè chi dice “”invece di andartene stai e cerca di migliorare il tuo paese”" ma purtroppo non ho mai sentito mio questo paese, non ho mai voluto che i suoi problemi ed il suo marciume in ogni aspetto della vita delle persone,dai rapporti umani per finire alle leggi che ci governano, fossero i miei. Ecco perchè voglio lasciare l’italia, con la consapevolezza che di paesi perfetti non ce ne sono ma che quello da cui provengo non è quello dove voglio passare e finire la mia vita.
https://www.facebook.com/riccardo.baricchi?fref=ufi” " – Riccardo Baricchi


“Per la mentalità retrograda” -

“”"La maggioranza della gente è disonesta, qualunquista, stolta, inetta, negligente, ignorante, vile e meschina.
Coloro che governano questo paese rispecchiano la natura della gente che vi vive.
Di conseguenza l’Italia procede verso il collasso economico finanziario e verso ad una sempre più evidente restrizione della libertà dei cittadini.”" -...............................

sabato 30 agosto 2014

l'islamismo

orso castano: e' difficile , vista la complessita' ed il numero dei movimenti dai Whaabiti , agli Sciiti ed ai Sunniti, fino allo Sceiccato dell'IS descrivere e prevedere come "andra' a finire. Ricordiamo la terribile profezia della Fallaci : "la rabbia e l'orgoglio" art. che consiglio :  http://www.oriana-fallaci.com/29-settembre-2001/articolo.html ; " Cari amici: è l’immigrazione, non il terrorismo, il cavallo di Troia che ha penetrato l’Occidente e trasformato l’Europa in ciò che chiamo Eurabia. È l’immigrazione, non il terrorismo, l’arma su cui contano per conquistarci annientarci distruggerci. L’arma per cui da anni grido: «Troia brucia, Troia brucia». Un’immigrazione che in Europa-Eurabia supera di gran lunga l’allucinante sconfinamento dei messicani che col beneplacito della vostra Sinistra e l’imprimatur della vostra Destra invadono gli Stati Uniti. "  http://www.liberoquotidiano.it/news/libero-pensiero/11680428/Oriana-Fallaci-e-l-Islam-.html  . Tale profezia si avverera'? non lo sappiamo. Ma su una cosa siamo in maggioranza d'accordo. Non siamo disposti a buttare dalla finestra i nostri valori di democrazia e liberta' .


Differenze fra il concetto di Islam e islamismo

Quanto al lessico impiegato, se in contesti linguistici diversi da quello italiano la differenza fra il termine Islam e Islamismo è abbastanza sfumata, in italiano una diversità sostanziale invece esiste, perché con la parola Islam s'intende quell'insieme di atti di fede, di pratiche rituali e di norme comportamentali che è praticato da sunniti, sciiti e ibaditiche, insieme, rappresentano quasi il 99.9% dei fedeli musulmani, mentre il termine Islamismo indica di fatto una concezione essenzialmente politica dell'Islam.
Origine del termine
Il termine "islamismo" è di origine francese (islamisme). In quella lingua ne è, infatti, attestato l'uso fin dal XVIII secolo, quando Voltaire ne propose l'impiego in sostituzione del dispregiativo mahométisme (traducibile liberamente come maomettismo) per indicare la religione dei musulmani. Quest'uso si consolidò poi nel corso del XIX secolo, in particolare con Alexis de Tocqueville (1838) ed Ernest Renan (1883). Con il progredire degli studi e della conoscenza su quel mondo, a partire dal XX secolo a islamisme si è consigliato il termine Islam, perché utilizzato dagli stessi musulmani per indicare la propria religione. I suoi seguaci furono quindi detti islamistes e il termine islamisme cadde in disuso fino a che è stato recuperato per indicare, piuttosto vagamente all'inizio, le ideologie politiche legate all'Islam.
A seconda delle epoche e dei luoghi, infatti, i movimenti islamisti hanno fatto propri principi di altre ideologie, sebbene sempre riletti alla luce dell'Islam visto come una religione politica (come per esempio l'Islah).
Ad esempio, per gran parte del XX secolo un tema politico comune nei paesi musulmani è stato la resistenza al razzismo, al colonialismo ed all'imperialismo dell'Impero britannico e dell'Impero ottomano (sebbene quest'ultimo fosse esso stesso islamico). Nel secondo dopoguerra ebbe un seguito importante il nazionalismo arabo di ispirazione socialista(incarnato principalmente dal Partito Ba'th e dal nasserismo) che puntò anche su una percezione fondamentalmente ostile dell'influenza militare, economica, geopolitica, sociale e culturale Occidentale. In ogni caso il nasserismo fallì nel guidare la trasformazione sociale di quelle popolazioni. Il vuoto ideale provocato dalla caduta dell'Unione Sovietica e la fine della Guerra fredda, unita alla mancanza di democrazia ed alla corruzione imperante negli stati musulmani, è stato successivamente colmato dai movimenti rivoluzionari islamici che promettono di stabilire stati più etici ispirati all'Islam.
Oltre al socialismo, altre ideologie che hanno sempre influenzato l'islamismo sono il panislamismo e il panarabismo..........Per quanto riguarda più specificatamente il rapporto con la religione islamica, comune tra gli islamisti è la ricerca ed il recupero del messaggio originario e dei primi modelli di vita della loro religione. Da questo punto di vista c'è chi, più tradizionalista, si ispira direttamente al Corano e ai Hadith. In questo ambito si inquadrano i movimenti fondamentalisti, soprattutto i più estremisti. Accanto al tradizionalismo, a partire dal XIX secolo un certo seguito ha avuto una tendenza progressista che si è incamminata su un sentiero più propriamente liberale, sebbene alcuni autori preferiscono tenere distinto progressismo e liberalismo islamico. Il loro rapporto con la religione è guidata dalla ijtihad, ovvero una reinterpretazione delle scritture che mira a recuperare i principi che guidavano le prime comunità musulmane insieme agli insegnamenti etici e pluralistici che si trovano nelle scritture. Questo movimento riformista usa il monoteismo (tawhid) "come un principio organizzativo per la società umana e la base delle conoscenze religiose, della storia, della metafisica, dell'estetica e dell'etica, così come dell'ordine sociale ed economico mondiale"...............Secondo molti, un ruolo a parte è svolto dalla confraternita dei Fratelli Musulmani, che si pone sulla scia di un tradizionalismo rinnovato.[4] Il loro programma politico osteggia l'egemonia culturale della modernità occidentale , in favore di una maggiore osservanza ai precetti del Corano. Sono presenti soprattutto in molti settori della politica tradizionale, dell'insegnamento, della sanità e delle attività sociali in genere, oltre che nell'organizzazione di incontri di preghiera e di spiritualità. Fondati in Egitto nel 1928, in un primo tempo conquistarono poco seguito, ma nel corso degli anni hanno aumentato via via la loro influenza, soprattutto a partire dagli anni ottanta, estendendo la loro presenza in tutto i paesi islamici.