giovedì 30 aprile 2009

A FAVORE DELLA SCIENZA OPEN ACCESS da Nova del 23/4/2009

1 La ricerca prodotta e' disponibile in modalita' open access

L'adozione negli atenei italiani di modalità pubblicazione ad accesso aperto, secondo di secondo standard e protocolli internazionali, può assicurare la rapida diffusione, nei circuiti della  comunicazione scientifica, dei contributi di ricerca del nostro Paese (Piero Attanasio.Responsabile Aie per l'editoria universitaria e professionale).

La creazione di archivi istituzionali Open access per le pubblicazioni scientifiche indebolirebbe le case editrici medio-piccole del settore, categoria che comprende anche gli editori italiani. Questi  ultimi perderebbero posizioni a favore dei grandi , editori scientifici internazionali. (Roberto Delle Donne.Presidente commissione Open access della Crui.)

2 Il materiale didattico e' disponibile sotto forma di didattica aperta È giusto promuovere licenze aperte: la comunità accademica deve riappropriarsi del capitale intellettuale che produce, materiali che affida a soggetti esterni, cedendo la proprietà intellettuale e limitando così le azioni sulle proprie opere. (Antonella De Rebbio.Centro d'ateneo per le biblioteche Università degli studi di Padova)

L'uso di materiali didattici nella direziono dell'Open access rende necessario un "patto" tra editori e mondo universitario, per aprire la strada alla costituzione, anche in Italia, di vere University Press, oggi ancora in fase embrionale e con una mission spesso indefinita e ondivaga. (Mario Gallarati.Presidente Associazione  culturale cooperative e  librerie universitarie). 

3 Vengono adottati software libero e standard aperti

Utilizzando software libero le Università realizzano i propri scopii istituzionali. Inoltre contribuiscono alla realizzazione di uguaglianza, solidarietà e libertà d'informazione d'iniziativa economica e d'accesso alla cultura. (Marco Ciurcina.Presidente Associazione nazionale software libero)

L'Università dovrebbe adottare ove possibile "standard aperti", implementabili sia con software libero che proprietario. Ma non dovrebbe costringere tutti all'utilizzo di software open source, limitando a un solo orientamento il percorso nell'apprendimento e nella ricerca. (Pier Paolo Boccadamo.Direttore Strategia di piattaforma di Microsoft Italia)

4 Se l'Universita' detiene brevetti, li licenzia prontamente a favore di software libero, medicine essenziali, bene comune

Quando le Università licenziano i loro brevetti in modo non esclusivo, non nascono solo innovazioni, ma sistemi di imprese e tecnologie avanzate. Se i brevetti riguardano poi aspetti sociali rilevanti come lecure sanitarie essenziali, la loro cessione è un dovere. (Alfonso Gambardella. Economia e management della tecnologia, Univ. Bocconi)

I brevetti godono di cattiva fama soprattutto nel non profit per i Paesi poveri. Ma il brevetto è assunzione di responsabilità, non prevaricazione: con questo strumento l'Università può divulgare e proteggere una tecnologia, scegliendo di affidarla solo a chi ne fa un uso etico. (Riccardo Pietrabissa.Politecnico di Milano, presidente Network per la valorizzazione della ricerca universitaria)

5 La rete informatica riflette la natura aperta di internet

La rete aperta è un Giano bifronte: favorisce la condivisione della conoscenza, ma rende più difficili le verifiche'su qualità e correttezza. Mai come qui la diffusione del sapere ha necessità di un'etica. E l'etica ha bisogno di un controllo, formale o collettivo. (Marco Mezzalama.Vicerettore per i sistemi informatici, Politecnico di Torino.)

La struttura a rete di un'Università è uno strumento fondamentale per favorire l'apertura dell'ateneo. ! Come Internet è il motore della società dell'informazione, la quinta tesi è il motore di tutte le altre: senza una rete aperta, non può esserci ' un'Università aperta. (Stefano TrumpyPresidente di società internet -Isoc Italia)

da La Stampa del 30/4/09  a cura di MARCO CASTELNUOVO Cos'è il federalismo fiscale? Il federalismo fiscale è regolato dall'articolo 119 della Costituzione. Si prevede che una legge detti «i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario» nel nuovo assetto federale previsto dal titolo V della stessa Costituzione. Il fisco diventa a più livelli, ognuno con propria autonomia, anche se nel rispetto dei principi di capacità contributiva e di progressività. Si può dire che l'Italia diventa un Paese federale come la Spagna o gli Usa? No, il federalismo varato in Italia è solo di tipo fiscale. Certo, nei progetti della Lega è un primo passo verso un federalismo più compiuto, anche istituzionale, con la trasformazione del Senato in un'«Assemblea delle regioni» come nei paesi federalisti. È vero però che in tutti gli stati federali oggi esistenti nel mondo, ogni regione (o Stato o cantone) ha autonomia e capacità impositiva. Questo, in sostanza, è fondamentale affinchè ciascun territorio dia risposte alle esigenze che giungono dalla propria cittadinanza. Perché si Introduce una misura del genere? È ormai comune l'idea che solo riallineando entrate e uscite è possibile responsabilizzare Regioni ed enti locali. Già è stato fatto molto in questa di-rezione. Si pensi che nel 1990 Regioni ed enti locali gestivano circa il 30% della spesa pubblica ma soltanto l'8% delle entrate tributarie totali. Da allora la quota della spesa è rimasta invariata (ha sempre oscillato tra il 30% e il 32%), ma la quota delle entrate tributarie si è quasi triplicata, superando la soglia del 20% nel 2000 e attestandosi poi negli anni più recenti intorno al 21-22%. Quando entra in vigore la riforma? I più ottimisti dicono tra cinque anni, i pessimisti tra sette. Non si andrà comunque oltre il 2016.1 tempi sono già contingentati: entro l'anno prossimo vi sarà il primo decreto attuativo che conterrà una relazione tecnica con i costi della riforma. Entro il 2011 saranno varati tutti i decreti attuativi che verranno sottoposti a una commissione parlamentare bicamerale. Dopodiché ci sarà una fase provvisoria lunga cinque anni. A sovrintende-re su tutto il processo sarà una Commissione paritetica che dovrà studiare i numeri e affiancare il governo nella scrittura dei decreti. Quanto ci costerà? Non è dato sapere. È questo uno dei punti più controversi del progetto. Sui costi di transizione al nuovo assetto fiscale decentrato sono state indi- cate cifre diverse (dai 70 ai 100 miliardi) spalmate negli anni di transizione, che come detto durerà cinque anni. Ma pagheremo meno tasse? È quello che ci auguriamo tutti ovviamente, ma non sappiamo se sarà così, soprattutto all'inizio. C'è però una clausola di salvaguardia la quale esclude che, a regime, si possano pagare più tasse di quante se ne paghino ora. Sulla carta, il federalismo fiscale ha il merito di garantire più trasparenza e più possibilità di controllo da parte dei cittadini. Quindi meno sprechi. Le regioni del Sud saranno svantaggiate? No. Però alcune di esse dovranno combattere maggiormente l'inefficienza. Infatti, con l'approvazione del Ddl, i Livelli essenziali di prestazioni per sanità, assistenza e istruzione verranno calcolati secondo un fabbisogno o costo standard superando il criterio attuale della spesa storica. Ci sarà poi un fondo di perequazione che servirà per sostenere le Regioni con minor capacità fiscale per abitanti. Queste potranno accedere a questo fondo «di solidarietà» alimentato dalle regioni più ricche. Ci sarà un fondo perequativo anche per comuni e province. Si parla di passaggio da costo storico a costo standard. Che significa? Oggi i trasferimenti statali alle Regioni per finanziare le funzioni essenziali (sanità, istruzione e assistenza) avvengono sulla base della spesa storica. E un meccanismo perverso che premia con maggiori risorse gli enti che spendono di più. D'ora in poi, per ogni servizio erogato dagli enti territoriali, si individuerà un costo standard, cui tutti dovranno uniformarsi. Ma le Regioni come si finanzieranno? E che poteri avranno? Per finanziare l'erogazione dei servizi, le autonomie locali potranno contare sul fondo perequativo, sulla compartecipazione a tributi erariali e su tributi propri, superando il meccanismo dei trasferimenti. Le funzioni fondamentali delle Regioni sono l'assistenza e la sanità, alle quali si aggiunge la quota di spese amministrative dell'istruzione. Le «uscite» delle regioni possono essere coperte con diversi strumenti: tributi propri derivati, istituiti con legge statale; addi- zionale regionale Irpef; compartecipazione all'Iva; quote di fondo perequativo; Irap, ma questa imposta solo in via transitoria in vista di un superamento. E i comuni come si finanzieranno? Le spese essenziali dei Comuni (territorio e ambiente, istruzione con gli asili nido o l'edilizia scolastica, viabilità, settore sociale...) vengono finanziate con le imposte immobiliari, un mix di compartecipazione a Iva e Irpef e fondo di perequazione. Per le altre ci sono tributi propri e compartecipazione a tributi regionali. Le città metropolitane sostituiscono le province? Sì, ma solo dove sono previste le città metropolitane, cioè Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria e Roma capitale, che avrà nuove funzioni e un patrimonio proporzionale. Sul resto del territorio le province continueranno ad esistere. Ma una persona residente al Sud, potrà ancora farsi operare al Nord? Certo, nulla cambierà dal punto di vista della sanità, se non nella gestione amministrativa del settore. Con il federalismo fiscale aumenterà la sicurezza? I due argomenti non sono strettamente collegati. Le Regioni non potranno introdurre forze di polizia locali. Ogni Regione avrà il suo programma scolastico? No, per quanto riguarda l'istruzione, le Regioni avranno autonomia solo sulle spese amministrative, ,non sui contenuti. E il trasporto pubblico sarà organizzato diversamente? Sarà definito su base nazionale un livello di servizio minimo per il trasporto pubblico locale che non è però tra le funzioni essenziali. Si combatterà meglio l'evasione fiscale? Sì. Anche perché sono previsti premi per le Regioni e gli enti locali che abbiano ottenuto risultati positivi in termini di maggior gettito sul fronte del contrasto all'evasione e all'elusione fiscale. Inoltre sono previsti premi alle amministrazioni che incentivano l'occupazione e l'imprenditorialità femminile. Cosa cambia per le Regioni a statuto speciale? Praticamente nulla. Resteranno in vigore e concorreranno agli obiettivi di perequazione e solidarietà secondo criteri e modalità da definire.

mercoledì 29 aprile 2009

Cinema e letteratura, Il sesso e la disabilità

di Antonio Tripodi Sesso e disabilità fanno coppia sul grande schermo più spesso di quanto si pensi. E sono anche gli argomenti trattati in una recente discussa pubblicazione. Sesso e disabilità: due tematiche diverse che però sono spesso sottoposte a un approccio analogo. Di sesso si parla molto, ma spesso in maniera distorta e riservando l’attenzione al mero aspetto di soddisfazione fisica. Fa parte, però, di quei temi che è preferibile evitare come argomento di discussione negli ambienti “buoni”. Un tema, insomma, di dubbio gusto e parecchio imbarazzante, su cui le regole del moderno galateo impongono che venga calata la cortina del silenzio. Meglio non parlarne… Lo stesso meccanismo si ripete con la disabilità. Per quanto la tematica assuma, ovviamente, contenuti molto diversi, allo stesso modo, però, crea imbarazzo e fastidio. In entrambe prevale l’aspetto “vergognoso” che è meglio ignorare e ipocritamente nascondere. Figuriamoci allora quando si vuole parlare di sesso collegato ai problemi della disabilità! Per quanto da tanti anni si lotti nel modificare la percezione negativa che la società ha del disabile e della disabilità, c’è da dire che pregiudizi incancrenitisi nei secoli sono difficili da sradicare. La società continua ancora a identificare la disabilità con la malattia, il disabile come persona “non sana”. L’idea di persone “malate” che si dedichino ad attività riservate ai “sani” crea fastidio e imbarazzo. La società consumistica, da parte sua, impone come immagine standardizzata i corpi di giovani atletici che si uniscono in un rapporto sessuale soddisfacente e spettacolare. La disabilità è distante da questo immaginario. L’immagine di una persona costretta in carrozzina che ha un rapporto sessuale magari con un altro disabile è quanto di più lontano ci possa essere da tali stereotipi di perfezione e salute. È forse per questo che nei convegni illuminati relatori urlano: “Anche i disabili hanno diritto alla loro sessualità!”. Con questa magica frase ritengono di avere spalancato delle porte. Pensano di avere autorizzato attività altrimenti impraticabili. Ma le persone con disabilità non hanno bisogno di questa illuminata autorizzazione. Accesso al sesso È quello che ci racconta Bruno Tescari nel suo libro (Accesso al sesso – Il kamasabile, Tivoli 2007) in 230 pagine, tramite 23 interviste a disabili fisici e a genitori di disabili psichici. È bene dire che in questo libro non si parla di sessualità come ampia sfera che coinvolge anche l’emotività e gli affetti, ma semplicemente di sesso realmente praticato. Questo è il limite, ma anche la provocazione di questo libro. Il sesso come piacere ma pure come problema pratico da risolvere, esigenza fisica da soddisfare. La prima parte del libro, in particolare, è un kamasutra riferito alle persone disabili. Si potrebbe definire “come lo fanno i disabili”. Ad accreditare questa affermazione concorrono le 23 illustrazioni di Anna Benedetti che dipingono un piccolo kamasutra della disabilità. Nella seconda parte, in cui sono riportate le interviste ai genitori di disabili psichici, emergono gli aspetti più drammatici e inquietanti: padri che offrono prostitute ai figli per soddisfarne le esigenze, ma anche madri pronte a pagare uomini disposti a fare sesso con la figlia e addirittura madri che hanno rapporti sessuali con i propri figli, dal momento che non trovano neppure le prostitute disponibili a farlo.

Profumo di donna Tali tematiche, il sesso e l’amore vissuti e sofferti da persone con gravi disabilità fisiche o psichiche, sono state affrontate in parecchie rappresentazioni cinematografiche. Sicuramente Profumo di donna (Italia 1974, di Dino Risi, con Vittorio Gassman) è l’opera ancora oggi più conosciuta nell’ambito del cinema italiano. Un film divertente e malinconico che affronta temi impegnativi con la scanzonata lievità della commedia all’italiana. Il film parla del disperato viaggio da Torino a Napoli di Fausto, capitano dell’esercito, cieco, e del suo cadetto (soprannominato da Fausto “Ciccio”). Ma soprattutto si sofferma sulla crudele storia d’amore del capitano con la bella e giovane Sara. Il film ha anche un remake con Scent of a Woman (USA 1992, di Martin Brest, con Al Pacino). Un film interessante, con una interpretazione forse eccessiva di Al Pacino, ma che commette il grave errore di dimenticarsi del tutto del tema che aveva dato significato e valore all’opera di Risi: la storia tra il capitano Fausto e Sara.

Le altre pellicole Figli di un Dio minore (Children of a Lesser God, USA 1986, di Randa Haines, con William Hurt e Marlee Matlin) invece è l’opera più conosciuta a livello internazionale che tratti di queste tematiche. Esemplificativa è la ripresa del lungo amplesso tra i due protagonisti, la sorda Sarah Norman e il professore James Leeds. Un risvolto, quello della sessualità al femminile tutt’altro che sondato e approfondito ogniqualvolta si affrontino questi temi. Anche L’ottavo giorno (Le huitième jour, Belgio-Francia 1996, di Jaco Van Dormael, con Daniel Auteuil e Pascal Duquenne) affronta il tema della difficoltà del protagonista down di avere un rapporto affettivo e sessuale “normale” con una ragazza. Purtroppo affronta l’argomento con il sentimentalismo e la gravità emotiva che è una costante di tutto il film. Molto meglio invece Piovono mucche (Italia 2003, di Luca Vendruscolo) che parla di come un gruppo di volontari che lavora con persone disabili si preoccupi di assecondare anche le loro esigenze sessuali. Per quanto riguarda invece la disabilità psichica è di grande interesse l’episodio “Il miracolo” – su soggetto di Federico Fellini e con Fellini stesso protagonista – del film L’amore (Italia 1948, di Roberto Rossellini). La protagonista (Anna Magnani), una disabile psichica, fa l’amore con un vagabondo (Federico Fellini) che scambia per San Giuseppe. Quando rimarrà incinta riterrà di avere in grembo il nuovo Salvatore. L’opera, di struggente bellezza, mette a fuoco la sofferenza e il disagio di una umanità marginale ed emarginata, utilizzando tocchi che vanno dal neorealismo, alla commedia, al misticismo laico pasoliniano. Da citare infine La ragazza di Trieste (Italia 1982, di Pasquale Festa Campanile, con Ornella Muti e Ben Gazzara) che tenta di spiegare, con riferimenti al lavoro di Basaglia, il tormentato amore fra una ragazza con problemi psichiatrici e un disegnatore di fumetti.  

Marien, asistente sexual de minusválidos : intervistata da El Mundo

traduttore google

'Les doy todo el cariño que puedo. Están necesitados de afecto, son especiales'

Las trabajadoras del sexo lo ven como 'un servicio social' Martín Mucha (Crónica) | Actualizado domingo 19/04/2009 18:24 horas Disminuye el tamaño del texto Aumenta el tamaño del texto Cruza la calle con andar de gacela. Su casi metro ochenta. Sus cuarentaitantos años. Ella es Marien en su vida profesional y Montse cuando recupera su auténtico yo [y viceversa]. Su cuerpo es su negocio. Cruza y nos invita a visitar su refugio. Estamos en un pueblo de costa a 50 kilómetros de Vigo donde ella está de vacaciones. Se ve el Atlántico y la montaña desde la ventana de su apartamento. Ella es prostituta. Pero con una especialidad que la hace distinta. Única. Marien atiende a discapacitados. "Hombres con síndrome de Down, tetrapléjicos, quemados, gente que padece obesidad mórbida... Comencé hace 11 años...". En plena charla, las olas, la lluvia y el viento se cruzan formando un sonido ambiental extraño, de distorsión natural. Es Jueves de Pasión y, por momentos, el ruido se hace tenue. Permite escuchar mejor lo que dice Montse. Comenta, como si fuera un confidente, los inicios de Marien. Ella encontró su senda atendiendo a aquellos que ninguna otra prostituta quiere. -Cómo se dio a conocer? -Comencé a anunciarme en los periódicos de Cataluña cuando me hice escort independiente. En los clasificados ponía desde un principio que atendía a discapacitados. Me especialicé. Tengo clientes fijos, de años. Pero son anónimos. No hago preguntas, aunque ellos suelen contarlo todo. Pelo azabache, tornasol a pesar de lo grisáceo del día. Ondulado. Lleva una chaqueta marrón de tela de traje y una minifalda a juego. Sus piernas lucen extensas y musculadas. Ha trabajado mucho con ellas. En el gimnasio y en la vida. Los zapatos de tacón, con tiras que rodean sus pies y sus tobillos, le recuerdan que vive una permanente dualidad. "Es el icono fetiche de Marien". A pesar de estar cerca de los 50, no tiene arrugas. No hay cicatrices de operaciones, así que esa lozanía es suya. Natural. Sus manos son aún mas jovenes que su rostro. Dedos largos. Un anillo con un cristal enorme. Uñas con manicura recien hecha. De ascendencia gallega, nació en Cataluña. Ejerció de todo. Limpió escaleras a los seis años. Cuidó ancianos... Se casó a los 17. Fracasó. Eligió un sendero diferente. Su último servicio antes del encuentro con Crónica, un hombre [llamémosle Juan] con esclerosis lateral amiotrófica, la terrible ELA. Pagó sin negociar. "No acepto los regateos, simplemente cuelgo el teléfono". Son 200 euros la hora. Juan, cuarentón, recibió de ella las primeras caricias de mujer adulta de su vida. "Eso me dijo, no tenía por qué mentir". Marien, profesional, hizo su trabajo. Le dio placer. El hombre había llegado a su piso de Barcelona -ciudad donde ella trabaja y reside- apoyándose en las paredes del pasillo. Ella le recibió con unas sandalias. Al verlo, recuerda, la comisura de sus labios se quebró, pícara, hacía arriba. "Les doy todo el cariño que puedo. Ellos están necesitados de afecto, son especiales". Tabú "Era agresivo y sus educadores decían que era por el sexo. Después de dejarle jugar sobre mí, cambió". Esa peregrinación no es extraña. Es la única meretriz especializada en España [no conoce a nadie más y en nuestra investigación no hemos podido encontrar a ninguna otra]. Se pueden contar con los dedos los clubes de alterne con instalaciones adaptadas. Una realidad que mezcla lo tabú y lo silente. El sexo de los discapacitados [3,8 millones forman este colectivo en el país]. La satisfacción de una necesidad biológica intensa. Completamente instintiva, absolutamente vital. España, donde la prostitución se encuentra en un estadio de alegalidad, es lugar de éxodo de ingleses paralíticos, ciegos, amputados... Un documental de la BBC -One life, For one night only- muestra la Costa Brava como su particular paraíso del placer. Emitido hace un año y medio, en él, Asta Anthony Philpo [24 años, sólo puede mover su cabeza y algo las manos] convoca a un parapléjico y a un invidente a perder la virginidad en un local de sexo de pago en Girona. Su odisea, iniciada en un barco que lo traía de Inglaterra, termina en una cama redonda del Club Eclipse. Frank, el anfitrión, explica que desde entonces reciben -sobre todo entre los meses de junio y julio- un considerable número de estos nuevos turistas. "No todas las chicas se atreven. La mayoría tienen reticencias. Lo hacen ocasionalmente", dice sin explicar más. Marien, la pionera, sabe del tema. Ella comenzó a trabajar en nightclubs hace dos décadas, cambió de nombre para su oficio cuando tenía 27 años. Estaba separada. En la quiebra. Con hijos y padres que mantener. Comenzó a vender su cuerpo a todos los públicos, en locales sin glamour. «Llegué a los 20 servicios por día». Vio cómo las chicas despreciaban a hombres en sillas de ruedas, a los cojos, a los que llevaban gafas con el ancho de la luna de un blindado. Marien, no. -¿Qué aprendió entonces? -Son seres humanos que necesitan el mismo tipo de afecto. Parece una conclusión fácil pero no es así. Entonces [y ahora] mis compañeras me decían: "¡Cómo puedes!". No les explicaba porque no tenía mayor sentido. Descubrí también que no son tan frágiles . Tienen problemas, necesitan ayuda para determinados momentos, pero poseen una capacidad para superar inconvenientes... Cuando ofrecía auxilio sólo conseguía enfadarlos. Son orgullosos en el buen sentido, porque quieren la menor cantidad de ayuda posible. Saben lo que ellos pueden hacer y lo que no. Lo que necesitan lo piden. El dinero que ha ganado le permite vivir cómodamente. Ya ha pagado sus dos pisos. Estudió Ciencias Políticas en la Universidad Autónoma de Barcelona. Pronto comenzará su doctorado. Se ha convertido en un mito erótico en los foros de Internet. Escribe un blog de referencia [En una imagen se lee: I'm not a bitch, i'm the bitch and to you i'm Mrs Bitch. / No soy una puta, soy la puta y para tí una Sra. Puta]. Sus propias colegas la recomiendan. Le piden consejo. Si se retira, no deja escuela. Todavía... "Se debe tener paciencia con un hombre que tiene el 80% de su cuerpo con quemaduras. Acariciar esa piel es una experiencia distinta, para él y para mí" De película El debate sobre este asunto es cada vez más intenso. En los cantones suizos de habla alemana los asistentes sexuales ejercen libremente desde hace seis años. "Al principio no fue fácil", reconoce Lorenzo Fumagalli, un fisioterapeuta que se informó sobre estas prácticas leyendo el periódico. "Me acuerdo que la noticia provocó reacciones muy violentas", cuenta Fumagalli, quien se desplaza por todo el país ofreciendo sus servicios. La demanda es muy diversa. Explica el caso de un hombre con una grave discapacidad física y mental. "Era agresivo y sus educadores decían que era por el sexo. Después de dejarle jugar sobre mí, cambió". Catherine Agthe-Diserens, presidenta de la Asociación Sexualidad y Discapacidades Plurales, se lanzó hace un año en la formación de acompañantes eróticos. Lo primero que enseña es a distinguir entre los distintos tipos de discapacidad. -¿Qué los hace distintos? -Un joven en una silla de ruedas, por ejemplo, puede manifestar claramente sus deseos. En cambio, alguien con discapacidad mental no podrá comunicarse de la misma manera. Una tetrapléjica querrá sentir la piel de un hombre. Un muchacho autista deseará ver el torso desnudo de una mujer. Un espástico [experimenta contracciones involuntarias de los músculos esqueléticos] necesitará ayuda para masturbarse. Una chica con miopatía soñará con masajes placenteros... -¿La demanda más frecuente?-Recibimos solicitudes muy diferentes. Para darle un ejemplo tuvimos en Ginebra una mujer que sufría una enfermedad física degenerativa incurable y su último deseo era sentir el contacto de un hombre desnudo contra su piel. "No quiero que me haga nada. Pero antes de morir necesito que un desconocido me abrace", eso nos dijo. En otros casos se trata de parejas que sufren de parálisis motriz cerebral y piden ayuda a un asistente sexual para que los ponga juntos sobre la cama, los ayude a desnudarse y acerque sus cuerpos. El asistente ha de ayudar al hombre a meter su pene en la vagina de su mujer, porque no puede. Se han dado casos en los que los discapacitados tienen deseos sexuales y llegan a pedir al personal que trabaja en los hospitales caricias y masajes que ellos no pueden prestar. Incluso en casos extremos hay quienes no pueden hablar y comunican su ansiedad escribiendo en la pantalla del ordenador o utilizando una quebrada voz digital. ...En un café con arañas de cristal y sillones rococó Marien cuenta que ha vivido situaciones similares o más dramáticas. Es consciente de que demasiadas veces es la primera pareja de estos clientes especiales. "Se debe tener paciencia con un hombre que tiene el 80% de su cuerpo con quemaduras. Acariciar esa piel es una experiencia distinta, para él y para mí". O con un amputado, sin piernas. Es ver sus cicatrices sin sentir compasión. Es acariciarlas y -al ver que su cuerpo termina donde no debería- no estremecerte... O enfrentarse a un cuerpo inmóvil que mira y no habla. "Pero desea como usted o como yo". -¿O más? -En algunos casos poseen tanto dentro que para alcanzar el orgasmo les basta con una caricia. Un masaje. El contacto. Muchos no tienen erecciones y aprenden conmigo que no todo es lo genital. Que lo establecido no es lo único. Es necesario hasta saber contestarles las llamadas. Dicen cosas como: «Tengo parálisis cerebral. Por favor no cuelgues. No estoy borracho». Voy a sus casas. Aún me sorprendo. Cada caso es especial, pero suele repasar sus cuerpos con su boca. Comienza por la frente. Sigue por las cejas. Las orejas. El orden de los besos los redibuja. Y los vuelve a hacer sentir completos. Tras sus servicios suele recibir ramos de flores. Con notas que repiten siempre una palabra. "Gracias". Hay un empresario enano que se cita con ella. Cenan juntos. Lo que más le gusta es caminar a su lado y percibir el contraste. La disparidad. Hay los que pueden pagar su compañía por un fin de semana. Son 2.000 euros [sin incluir el transporte y las comidas]. Ha viajado por toda España por esos servicios. Las casas de esas personas son como un hospital de lujo. Camas adaptadas, pasillos anchos, inodoros especiales... A veces ella sólo se sienta a su lado y les escucha. -Suena a guión de un filme... -Viajan, viven y, a pesar de todo, como no tienen dificultades económicas, pueden disfrutar del sexo cuando quieren. Ese mundo existe y alcanzan la casi plenitud -dice. Se distrae mirando un muro de piedra donde las olas rompen... En Dinamarca, Torben Vegne, que padece espasticidad, denunció en 2005 al Ayuntamiento de Aarhus, segunda ciudad del país, por no subvencionar las visitas de señoritas de compañía a su domicilio. Los jueces fallaron en su contra, pero la sentencia no zanjó la polémica. Allí, las trabajadoras del sexo que tratan con minusválidos consideran que prestan "un servicio social". Una de ellas es Lilje Deluxe, la prostituta más famosa del país por su infatigable defensa del oficio ante quienes pretenden prohibirlo: "Tengo un montón de clientes discapacitados. Cuando estoy con ellos sé que ayudo a un ser humano". Montse siente lo mismo. Viagra gratis . Juan José Borrás, director de Discasex.com, el foro más importante de atención sexológica al discapacitado [apoyado por la Generalitat Valenciana], cree que el "temor al rechazo" -por el entorno social- es uno de los principales inconvenientes para que disfruten de una vida en pareja plena. "Decimos que llevan una silla en la cabeza"... Gracias a su iniciativa, se creó un programa en Valencia que financia el 100% de los gastos en Viagra, Cialis y otros tratamientos de disfunción eréctil. Una idea pionera -y prácticamente desconocida- que ha permitido que se emitan más de 2.000 recetas desde julio de 2006 a personas con lesiones medulares en la zona que incluye también a enfermos de espina bífida, esclerosis múltiple y lateral amiotrófica [con ello cumplen una prerrogativa de la Organización Mundial de la Salud (OMS) que señala que toda persona tiene derecho a una sexualidad libre y respetada]. -¿Qué opinan de las asistentes sexuales para discapacitados? --Desde el punto de vista científico, no podemos objetar nada. Aunque soy consciente de sus consecuencias, de las limitaciones morales. Es una decisión personal y familiar. Recordemos que en muchos casos, son los allegados quienes tendrán que llevarlos. ¿Y los que padecen síndrome de Down? Tienen los mismos dilemas. Hace unas semanas, Lucy Baxter protagonizó una singular petición pública en Inglaterra. Ayúdenme -venía a decir- a que mi hijo de 21 años pierda la virginidad. Otto nació con un gen de más en el cromosoma 21. "Quiero que viva una sexualidad plena y no quiero recurrir a una prostituta", clamaba la madre. Aunque no lo descartaba si su convocatoria fracasa. Termina la charla con Montse. Besos de adiós. En pleno Jueves de Pasión, toma rumbo de la iglesia. Aún queda una pregunta. Su respuesta la lanza como un flash. Como preludio cuenta que cuidó enfermos y ancianos antes de ser prostituta. Cambiaba pañales enormes. Limpió vómitos. Sin nausea. Percibió el afecto que necesitaban. -¿Algo de amor da Marien? -Algo. Algo.

Sesso a pagamento con i disabili : In Olanda le «volontarie del piacere»

ZEIST (Olanda) , 02 aprile 2007, Corriere della sera

«2.500 contatti all’anno. Il prezzo? 85 euro per un’ora e mezzo» La Bbc ha raccontato il caso di alcune suore che hanno aiutato un ventenne handicappato a trovare una prostituta su Internet «Loro si sentono bene e io provo belle sensazioni nell’offrire il mio aiuto a chi ne ha bisogno ».Così l’infermiera olandese Tika spiega perché ha deciso di estendere il suo lavoro di assistenza agli handicappati anche al sesso, entrando tra i «volontari a pagamento » dell’Associazione per le relazioni alternative Sar di Zeist in Olanda, che si dichiara la prima al mondo nata per risolvere questa esigenza ai disabili impossibilitati a soddisfarla. Il Sar è un’espressione tipica della permissiva cultura laica degli olandesi. Ma è guardata con sempre meno pregiudizi anche dai cattolici da quando Papa Giovanni Paolo II ammonì: «Particolare attenzione merita la cura delle dimensioni affettive e sessuali della persona handicappata. Si tratta di un peso spesso rimosso e affrontato in modo superficiale e riduttivo o addirittura ideologico ».  La Bbc di Londra ha raccontato il caso delle suore di un ospedale di Oxford, che hanno aiutato un ventenne handicappato a trovare una prostituta su Internet per esaudire il suo desiderio di provare cosa è il sesso. A Zeist si sono organizzati. «Con dodici volontarie e cinque volontari consentiamo circa 2.500 contatti sessuali all’anno, richiesti al 95% da handicappati maschi e per il resto da donne», spiega uno dei fondatori del Sar, René Vercoutre, olandese, 65 anni, immobilizzato sulla sedia a rotelle da quando aveva 15 anni. Sposato e padre di due figli, Vercoutre dopo il divorzio non si rassegnò a considerare l’astinenza sessuale obbligata come l’immobilità. Nell’82 fondò l’associazione con altri quattro disabili nella sua Zeist, un piccolo centro vicino a Utrecht. All’inizio emergevano problemi, tra cui richieste «sommerse» di regali costosi dopo le prestazioni sessuali. Poi è stato sviluppato il sistema del «volontariato a pagamento». Un incontro dura in genere un’ora e mezzo e costa 85 euro, che vanno quasi tutti ai volontari.  Una piccola parte copre le spese del Sar, che opera come un call center autogestito dagli handicappati. Il prezzo fisso scoraggia gli abusi, l’illusione di coinvolgimenti sentimentali e le richieste troppo frequenti. La «procedura» è semplice. Si telefona e si chiede un contatto a casa o in albergo. La volontaria o il volontario valutano la situazione caso per caso. «Più della metà dei clienti hanno handicap mentali, gli altri fisici—dice Vercoutre —. Operiamo in Olanda e nelle zone di confine del Belgio e della Germania. Alcuni clienti arrivano da lontano. Un medico di Roma viene due volte all’anno in Olanda per beneficiare dei nostri contatti». Molti disabili preferiscono sempre lo stesso partner. Altri cambiano frequenza e volontari. Alcuni sono ricorsi al Sar perché volevano provare almeno una volta nella vita. «L’esperienza mi ha fatto capire che il sesso è molto importante per gli handicappati e che una prostituta spesso non ha la delicatezza necessaria in queste situazioni— afferma Carolien, volontaria del Sar da 15 anni —.Dopo un contatto soddisfacente i disabili si sentono meglio, si tranquillizzano, guadagnano in autostima. Ero assistente di un medico quando dei pazienti del Sar mi convinsero a provare. In genere i contatti con chi ha ritardi mentali sono più difficili rispetto a quelli con chi ha handicap solo fisici».  Scettici restano gli organismi assistenziali olandesi. «Solo pochi comuni danno un contributo minimo ai clienti del Sar—dice Vercoutre —. Invece andrebbero aiutati tutti gli handicappati con difficoltà economiche, come avviene per le prestazioni di uno psicologo o di un fisioterapista». Qualche disabile a volte si innamora. «Noi lo incoraggiamo a vivere i suoi sentimenti nel proprio intimo, chiarendogli però che non possiamo ricambiarli — afferma Tika, che si fa chiamare così per tenere riservato il suo nome —.Di questa mia attività parlo solo con pochi amici fidati. In Olanda quello che fa il Sar tanti non lo apprezzano». Pol K., 36 anni, immobilizzato dalla nascita, i contatti li richiede solo tramite la badante per tenerli nascosti ai genitori.  Ivo Caizzi per saperne di piu' sulla masturbazione clicca 

VIVA L'ITALIA

"Ma ci hanno ricattato: chi vota perderà il lavoro"

Nel «triangolo della morte» veleno nelle falde acquifere. Bambini senza mani, senza orecchie, autistici, incapaci di stare in piedi, con il labbro leporino o il cuore troppo fragile. Figli dei veleni industriali respirati e mangiati dalle madri all'interno del «triangolo della morte». Trenta chilometri tra Augusta, Priolo e Melilli, lungo la costa della Sicilia orientale. Centomila abitanti in un'ininterrotta zona industriale con quattro aziende chimiche, tre raffinerie petrolifere, tre centrali elettriche. ......I depositi di idrocarburi si sostituiscono alle distèse di margherite. E il fetore ti entra nei polmoni anche se chiudi i finestrini. L'hanno sentito anche i ministri dell'Ambiente di tutto il mondo, pochi giorni — fa, convocati a Si-racusa per il G8.Domenica a Melilli si è svolto il referendum per il rigassificatore, destinato a sorgere proprio qui. Un progetto Erg e Shell da 800 milioni di euro per trasformare in metano il gas liquido arrivato in nave.A favore, praticamente tutti .......... Contro il rigassificatore un comitato guidato da Pippo Armino, ............Al seggio nel quartiere popolare, dove vivono migliaia di operai del petrolchimico, soprattutto donne e ragazzi. «I nostri mariti sono rimasti a casa - raccontavano -. Qui si rischia il posto e qualche politico ha fatto sapere che i nomi dei votanti saranno controllati». Il polo industriale da lavoro a 10 mila persone. ..... qualcuno s'è svegliato. «Nel 1980 registrai in ospedale un aumento di malformazioni congenite - racconta il medico Giacinto Franco, che da quel momento ha raccolto i dati -. Augusta è la città d'Italia a più alto tasso di tumori». Fuori dal «triangolo dellamorte», il rischio di ammalarsi quasi si dimezza. E poi i neonati malformati, «aumentati fino al 5,6% nel 2000, più del doppio della media nazionale». Negli ultimi anni il dato si è stabilizzato sul 3,3%, ma solo perché le donne abortiscono quattro volte più che nel resto d'Italia.Qualche anno fa, 150 malati furono convocati in un ambulatorio -«una scena straziante» ricorda chi c'era - per ricevere dall'Enichem, dopò una breve visita medica, un «ristoro» economico (lo chiamavano così perché la parola risarcimento implica il riconoscimento di una responsabilità). Assegni da 10-20 mila euro in cambio dell'impegno a non fare causa. Enzo Toscano, tecnico di raffineria, ha «una figlia che non cammina da sola, non va in bagno da sola e non si lava da sola. Già sei mesi dopo la nascita era strana, non si muoveva, non riusciva a tenere il capo alzato».Patologia rara, spiegavano i neuropsichiatri di mezza Italia: una mutazione genetica l'ha resa vulnerabile dai tumori. «A sette anni due operazioni al cervello, 20 ore sotto i ferri, poi il coma, una lunga riabilitazione per consentirle almeno di parlare, muovere le mani. Da allora la nostra vita è stravolta». Enzo si è rivolto alla magistratura e ha fondato un'associazione per bambini disabili. Il principale imputato delle malformazioni è il mercurio per decenni versato in mare e nelle falde acquifere, dunque entrato nella catena alimentare. ............Oggi ci sono decine di aree sequestrate dalla magistratura e centinaia di inchieste aperte. Il rigassificatore sarebbe di gran lunga l'impianto più sicuro e con il minore impatto ambientale. ........... tutte le valutazioni di sicurezza sono state superate e il rischio sismico calcolato. Domenica sera, al Comune di Melilli, si facevano i conti. Ha stravinto il no (96%), ma i sostenitori del rigassificatore esultano per la bassa partecipazione (26%, peraltro come per il referendum sulla Costituzione tre anni fa). La battaglia continua. Comunque la si pensi, in questo minuscolo paese siciliano si è votato per l'ambiente, la salute, il lavoro, la paura, la speranza, i figli. I loro, ma anche un po' i nostri.

oorso castano : ci siamo sempre chiesti chi fosse e  da dove arrivasse la Prestigiacomo. Questo video lo chiarisce. Ecco chiariti tanti perche'...........la ricca  ministra appartiene alla classe di chi oggi detiene il potere.....

martedì 28 aprile 2009

Mario Renato Capecchi, Nobel per la Medicina (i topi geneticamente modificati , usati in tutto il mondo) ricercatore over-anta : BRAVO!!!

immagine ed "infanzia " da Wikipedia , clicca , ne vale la pena! "Nato in Italia da Luciano Capecchi e da Lucia "Lucy" Ramberg, Capecchi rimane presto orfano di padre, che verrà dato per disperso in Libia, dove era stato inviato come mitragliere contraereo. La madre, un'artista di origine americana, si fa ben presto notare dal regime fascista: dopo l'emanazione delle leggi razziali, la donna comincia a scrivere opuscoli antifascisti e antitedeschi. Quando Mario aveva cinque anni, Lucia fu prelevata dalla Gestapo e deportata a Dachau come prigioniera politica. La madre, prevedendo l'accaduto, riesce ad affidare Mario ad una famiglia di contadini, cui aveva dato i mezzi economici per mantenere suo figlio. Ma la guerra consumò rapidamente il denaro destinato a Mario, che un anno dopo viene abbandonato dalla famiglia che non può più mantenerlo. Si reca a piedi o con mezzi di fortuna a Verona alla ricerca del padre che riesce a trovare. Rifiutato da questi continua il suo vagabondaggio fino ad entrare in una banda di ragazzini di strada, che sopravvivono rubacchiando. Nel 1945 Mario comincia a stare malissimo, contrae il tifo e, raccolto da un ignoto "samaritano", si ritrova in un ospedale di Reggio Emilia, dove la madre, liberata da Dachau, lo ritrova."............. STAMINALI :La scoperta di Capecchi  «La cosa più straordinaria di Mario Capecchi (nella foto) è che, a 72 anni, ha lo stesso entusiasmo di un ragazzo che inizia a fare ricerca». Così si è espresso Eugenio Sangiorgi, dell'Università Cattolica di Roma, commentando lo studio che lui e il premio Nobel 2007 hanno appena pubblicato su «Pnas» che, oltre a fornire informazioni e metodologie fondamentali per la cura delle malattie del pancreas, rimette in discussione la natura stessa delle cellule staminali. Servendosi di una proteina fluorescente, Capecchi e Sangiorgi hanno descritto, per la prima volta, un metodo per visualizzare le staminali all'interno del pancreas. E, hanno scoperto che a comportarsi da staminali non sono generiche cellule totipotenti, ma le cellule degli acini ,  deputate anche alla secrezione di enzimi fondamentali. Le staminali non servirebbero quindi solo come riserva, ma sarebbero dotate della capacità di generare nuove cellule secondo le necessità. Il metodo ideato, basato su frammenti di Dna attivabili con un farmaco, è potenzialmente utile in altri tessuti, (o.cod.)

lunedì 27 aprile 2009

CINEMA E PRECARIATO da Generazione 1000 euro di Boris Sollazzo , il Sole24ore, clicca

.........Un poker di 30enni, giovani, carini e male occupati, schiacciati da una vita a tempo determinato come lo è la multinazionale di Angelica e Matteo (Crescentini e Tiberi), che a termine lo è perché si fonda su contratti a progetto e perché cerca di sfangarla con i suoi manager furbastri fino alla prossima fusione, annessione, inglobamento. Una storia di straordinaria Tutta la vita davanti normalità che racconta un paese gerontofilo e mai meritocratico, che usa il genere giovanilistico riesumato da Fausto Brizzi (Notte prima degli esami è figlio di American Graffiti come di Sapore di Mare e padre di troppe sbiadite imitazioni negli ultimi anni) per raccontare i presunti "bamboccioni". Un esercito di lavoratori flessibili, contorsionisti nella vita e nella carriera per esigenze di mercato e avidità delle corporations, dovevano essere rappresentati anche al cinema. Almeno sei milioni di persone che sul grande schermo sono stati fantasmi per almeno un decennio, finora. Nell'ultimo biennio però la tendenza si è invertita drasticamente: Paolo Virzì si è prodotto in una commedia neo (sur) realista ai tempi del call center (Tutta la vita davanti), Ascanio Celestini in un documentario di resistenza civile raccontato come i suoi piccoli grandi drammi teatrali sulla guerra (Parole sante), Federico Rizzo, solo una settimana fa, ha visto uscire in sala il suo tragicomico Fuga dal call center (buona la parte surreale di finzione e gli inserti documentari), Guido Chiesa ha messo insieme meteorologia e politica, intermittenti e nuvole in un documentario molto originale (Le pere di Adamo ), persino Silvio Soldini non si è sottratto a questa fotografia dolorosa di lavoro negato, mostrando il precariato di mezz'età (). Infine, la pellicola finora più bella, Cover boy di Carmine Amoroso, ci ha fatto capire come il precariato ormai sia uno stato esistenziale oltre che professionale, e molti giovani si commuovono ancora alla splendida battuta di Luca Lionello nel film: "si è extracomunitari anche nel proprio paese, se si è precari"........................Da antologia, infine, alcune battute: "Sono Matteo Moretti, e sono un luogo comune", "Questa è la prima generazione dove qualcuno torna in Molise", "la nostalgia è il primo segnale della crisi: c'è gente che ha così paura del futuro da scoppiare a piangere quando vede un Big Jim". Da far vedere a manager e studenti. Riso amaro.

domenica 26 aprile 2009

PM10: maglia nera a Torino

da Ecoblog , pubblicato: venerdì 19 dicembre 2008 da Simone Muscas in: Italia Persone Politica Auto  E’ stata pubblicata nei giorni scorsi da Legambiente la speciale classifica 2008 dei livelli di PM10 delle città italiane. Fra quelle monitorate è la città di Torino a risultare in testa alla classifica dei superamenti dei livelli di PM10, mentre la città meno interessata al problema risulta essere Siena.  E’ qui possibile vedere la speciale classifica in cui risultano fuori legge il 65% dei capoluoghi di provincia. Anche il 2008, come gli anni scorsi, ha visto elevati livelli di polveri sottili in molte città: addirittura il 65% dei capoluoghi monitorati non ha rispettato il limite consentito, superando i 50 microgrammi/m3 in alcuni casi ben oltre i 35 giorni autorizzati per legge.  Mettendo a confronto i livelli di PM10 dei 78 capoluoghi di Provincia a Torino (con 118 giorni di superamento della soglia nel corso del 2008) segue Venezia dove il limite è stato oltrepassato per 102 giorni. Ma anche altre grandi città non riescono a tenere i livelli delle polveri sottili sotto i valori consentiti: Milano (94 superamenti), Firenze (86), Roma (67), Salerno (63), Bologna (57) e Bari (44).

Stefano Montanari : polveri sottili e nanoparticelle (e a Torino?)

insalata mortale al tarassaco della Pellerina (nuova specie vegetale a Torino!!)

Greenpeace : inspiring action

earth breathing by lu'

mercoledì 22 aprile 2009

Tavole di mortalità della popolazione residente , nuovi metodi dell'ISTAT

dal sito ISTAT  Salute e welfare - Salute e sanità Periodo di riferimento: Anni 1974-2006 Diffuso il: 17 febbraio 2009 All'indirizzo www.demo.istat.it, nella sezione "Elaborazioni", l'Istat mette a disposizione l’archivio delle tavole di mortalità della popolazione residente su base territoriale nazionale, regionale e provinciale. Interrogazioni personalizzate permettono all’utente di costruire le tabelle di interesse e scaricare i dati in formato rielaborabile. Le tavole sono annuali e riportano per ogni classe di età i parametri di sopravvivenza: probabilità di morte (per mille) sopravviventi decessi anni vissuti probabilità prospettive di sopravvivenza speranza di vita. Per le regioni (incluse le province autonome di Bolzano e Trento), le ripartizioni geografiche e l'Italia in complesso il periodo ricoperto dall'elaborazione va dal 1974 al 2006. Per le province l'elaborazione parte dal 1992 e la classificazione territoriale adottata è a 103 aree omogenee nel tempo fino all'anno 2005. Si accorda, pertanto, l'ipotesi che l'assetto provinciale del territorio nazionale costituitosi statisticamente dal 1° gennaio 1995 (comprendente le province di Biella, Verbano-Cusio-Ossola, Lodi, Lecco, Rimini, Prato, Crotone, Vibo Valentia e modificante l'assetto territoriale preesistente) abbia avuto origine il 1° gennaio 1992. La novità per l'edizione 2006 delle tavole è l'introduzione delle nuove province della regione Sardegna il cui assetto territoriale sotto il profilo statistico è mutato il 31 dicembre 2005. Si tratta delle province di Olbia-Tempio, Ogliastra, Medio Campidano e Carbonia-Iglesias venutesi a costituire in seguito a cessione di territorio con le preesistenti province di Sassari, Cagliari, Nuoro e Oristano (per approfondimenti si vedano i Codici dei comuni, delle province e delle regioni). Pertanto, si richiama l'attenzione sul fatto che per le province sarde la serie storica dei parametri di sopravvivenza presenta una discontinuità. Un'ulteriore novità dell'edizione 2006 è rappresentata dall'introduzione di una innovazione di processo relativa al calcolo della mortalità alle età anziane. In particolare il modello demografico di chiusura delle tavole di mortalità alle età senili è stato aggiornato nei parametri e spostato in avanti con le età (da 95-119 a 100-119). Conseguentemente, il calendario rispetto al quale i parametri di sopravvivenza sono stati calcolati sulla base di dati empiricamente osservati è stato spostato da 0-94 a 0-99 anni di età.

Per ulteriori dettagli metodologici si rimanda al volume Istat Tavole di mortalità della popolazione italiana per provincia e regione di residenza, Anno 1998, Informazioni, n. 19, 2002

per saperne di piu' clicca

Berlusconi e la liberta' su internet

aumenta la poverta' assoluta in Italia, clicca

In Italia, circa due milioni e mezzo di persone vivono in povertà assoluta i "poveri fra i poveri". Si trovano in questa condizione 975mila famiglie, il 4,1% dei nuclei familiari. Lo stima l'Istat che oggi ha presentato un rapporto sulla povertà assoluta riferito al 2007 e nel quale sottolinea che rispetto al 2005, "la povertà assoluta è rimasta stabile e sostanzialmente immutata". Il fenomeno è concentrato al Sud dove la povertà assoluta arriva a 5,8%; il Nord si attesta al 3,5 e il Centro al 2,9.

processo eternit !!

Duemila le vittime solo in Italia, l'Inail chiede 250 milioni di euro Due manager della multinazionale accusati di disastro doloso. Le persone offese, nel capo d'accusa, sono 2.889 - Fonte Corriere della sera... Canne fumarie di eternit spaccate durante una ristrutturazione. I tumori da amianto continueranno ad aumentare. Si fa il processo all'eternit, ma l'eternit resta. e a Torino ? dove finisce l'amianto demolito? Le ASL 1 e 2 ne  sanno qualcosa ?

PRESIDENTE NON FACCIA PASSARE QUESTA NORMA INFAME , clicca

dal sito Caduti sul lavoro del 21/4/09

I parenti delle vittime del rogo alla Thyssen di Torino, del 6 dicembre 2007, hanno inviato una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che arrivera' oggi nel capoluogo piemontese, per chiedere di intervenire per impedire che passi l'articolo 10 bis del testo unico per la sicurezza sui luoghi di lavoro. Si tratta di una norma che prevede di punire la condotta dei datori di lavoro, in caso di infortunio, solo a determinate condizioni: tra queste, anche la condizione che non vi siano responsabilita' degli operai coinvolti. La norma, cosi' formulata, rischierebbe di avere conseguenze giudiziarie anche sulla punibilita' degli imputati nel processo Thyssen, che e' ripreso questa mattina a Torino. A denunciare la formulazione dell'articolo 10 bis e' stata ieri la Fiom, ma gia' nelle settimane scorse il pm Raffaele Guariniello aveva segnalato che la norma sarebbe in contrasto con l'articolo 40 del codice penale secondo cui "chi non fa di tutto per impedire un evento, avendo l'obbligo di farlo, e' come se cagionasse l'evento stesso". "E' strano che vogliano introdurre una simile norma proprio ora che ci sono in corso i processi Thyssen e Eternit"............................

orso castano: chissa' perche' viene tirato proprio ora questa norma che puzza di incotistuzionalita' , proprio ora che ci sono i processi Eternit e Thyssen ?

lunedì 20 aprile 2009

terremoto e random : non è sismologia, è epistemologia

dal blog Uguali Amori  ,

questo l'articolo di partenza ; interssanti i 13 commenti, da leggere , trattasi di terremoto!

Einstein non credeva molto nella meccanica quantistica: “Dio non gioca a dadi” è una sua frase celebre. Ricordo una scena di Morte di un matematico napoletano in cui uno studente chiede conto a Cacioppoli del perchè di questa idea di Einstein, e il professore gli dice che ogni idea scientifica rivoluzionaria genera delle resistenze. Io non ho alcun elemento per valutare se la misurazione dei livelli di radon sia o non sia un buon modo per prevedere un terremoto, però osservo alcune cose: chi ha fatto queste misurazioni lavora per l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), mentre di terremoti in Italia si occupa l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Chi è addentro al campo della ricerca sa bene che non siamo affatto degli stinchi di santo, e che gli scienziati sono esseri umani come gli altri; come tali anche dotati di gelosie, invidie professionali, approssimazioni e tutto quello che volete. Voglio dire, se io fossi dell’INGV avrei dei motivi umanamente comprensibili per vedere con fastidio uno dell’INFN che si occupa di terremoti. Devo raccontare del mio dipartimento e della mia tesi, in cui “è meglio se non parli di X” perchè c’è un’altra parrocchietta che si occupa di X? Senza capirci una beata di X? queste predizioni sono errate per un aspetto molto importante, ovvero la stima del luogo del terremoto: Sulmona non solo non è l’Aquila, ma è in una zona sismica diversa, per cui i terremoti che riguardano una non riguardano l’altra; per tornare ad Einstein, lui diceva che le equazioni prima le vedeva e poi le scriveva (o Ramanujan, gliele suggeriva una dea indiana; o Bohr, prima decise il modello dell’atomo poi cercò conferme sperimentali). Nella scienza non conta per niente come hai elaborato una teoria, conta se il modello che ne ricavi ti permette di fare delle predizioni. Le predizioni che ha fatto questo fisico nucleare non saranno state molto esatte, ma rispetto al niente che abbiamo sono già qualcosa. La cosa grave, e veramente antiscientifica, è che nessuno ha discusso con questa persona che cosa egli abbia scoperto e come. Per quanto ne sappiamo, i suoi rilevatori di radon potrebbero essere così buoni da trovare variazioni che finora sono sfuggite agli altri. Oppure li ha posizionati, magari per puro caso, in punti che sono significativi. Ma di tutto questo se ne discute nei consessi scientifici, dove chi ha scoperto qualcosa porta le sue scoperte e gli altri ne parlano. Liquidare tutto come “l’avevano provato a fare dieci anni fa e non funzionava allora, quindi non funziona oggi” è un atteggiamento mentale sicuramente umano, ma non degno del progresso della scienza.

riporto una replica presente nel blog per mostrarne il dibattito che mi sembra molto interessante....:

Paolo  7 Aprile 2009 Allo stregone di Modena non ho riservato un trattamento diverso da quello del ricercatore aquilano: se uno dice che ha una teoria, un modello o una cura per qualcosa, mi aspetto che lo si ascolti (nelle sedi e nei modi dovuti, che se stiamo a sentire tutti ci mettiamo a fare solo quello) e si valuti quello che dice; e non in modo aprioristico, tantomeno considerando se è un laureato o meno, uno che fa queste cose per hobby o meno, e altre categorie che sanno molto di sottile razzismo, che non penso sia una categoria adattabile a quello che tu scrivi, ma al comunicato dell’Istituto di Astrofisica sì; assolutissimamente sì: Giuliani è solo un “signor Giuliani” perchè è un “tecnico non laureato” e quindi non è un “dottor Giuliani”, “professor Giuliani” e così via. A Di Bella venne chiesto di mostrare alcune cartelle cliniche a supporto delle sue tesi, e poi c’è stata una sperimentazione del tutto fallimentare. E’ un approccio scientifico e non un pregiudizio. Ed era un caso molto complesso, perchè le terapie mediche per definizione non possono che applicarsi su degli ammalati, quindi non possiamo ascoltare chiunque proponga qualcosa, ma lì c’era una pressione dell’opinione pubblica che andava anch’essa governata, la scienza non vive fuori dalla società e il protocollo dovette adattarsi.  In questo caso, la linea è “è impossibile che funzioni”, senza nemmeno sapere *cosa* avrebbe dovuto funzionare o meno, e considerato che stare ad ascoltare uno di numero che presenta dei grafici credo sia una cosa possibile anche per un professorone universitario di sismologia, direi che si potrebbe fare. Non facendo comunicati in cui lo si accusa che non è laureato, manco gli Odone erano laureati e trovarono una cura per una malattia impossibile a curarsi. E nessuno che ha avuto la decenza di dargli il Nobel per la Medicina, perchè in tanti circoli scientifici c’è chi c’ha rosicato.

leggi gli altri commenti, clicca

Oltre lo scientismo laicista

per gli altri interventi del Prof. Sigismondi clicca qui' Gualberto Gismondi, XXI Secolo. Scienze, potenzialità, limiti Cap 3°. Oltre lo scientismo laicista 1. I mutati paradigmi scientifici e culturali Nei due precedenti capitoli abbiamo rilevato che attività e conoscenze scientifiche non postulano né producono a nessun titolo: ateismo, non credenza, negazioni di Dio, rifiuto di religione e fede ecc. È anche emerso che le incomprensioni e i presunti conflitti fra fede e scienza derivarono dalle circostanze storiche e dai contesti culturali nei quali le scienze moderne si svilupparono, da opinioni personali, appartenenze ideologiche ecc. Quelle variegate situazioni spiegano la compresenza, anche nel laicismo attuale, di posizioni alquanto contraddittorie, da quelle più chiuse, obsolete e restrittive, a quelle più aperte ai risultati nuovi e contemporanei. Dopo gli aspetti generali esaminati nei precedenti capitoli, in questo capitolo dovremo considerarne alcuni più specifici, ossia alcuni criteri di rilettura e d'interpretazione delle nuove acquisizioni scientifiche. Anzitutto dovremo esaminare le ragioni che tuttora impediscono al pensiero laicista, di liberarsi dai suoi equivoci, errori e confusioni scientiste, dai condizionamenti storici e dalle incongruenze epistemologiche messi in luce dalla riflessione sulle scienze, approfondita nel XX secolo. Ad esempio, i risultati attuali della ricerca storica e della critica epistemologica non consentono più di considerare le asserzioni scientifiche come verità certe e indiscutibili. Ormai è stato accertato che: esse sono ipotesi parziali, provvisorie, sempre dimostrabili false (principio di falsificazione), mai dimostrabili definitivamente vere (principio di verificazione), quindi sempre rivedibili e riformabili (K. Popper). Ciò significa che il sapere scientifico non consente un accumulo omogeneo e organico, poiché è discontinuo e soggetto a continue e profonde revisioni (T.S. Kuhn). Ciò non sminuisce affatto la grandezza della scienza, perché indica che i risultati più importanti della ricerca non risiedono nelle acquisizioni sempre riformabili (staticismo tecnoscientifico), ma nei problemi sempre nuovi, inesauribili, riproposti in continuazione (dinamismo tecnoscientifico). L’incessante necessità di modificare le conoscenze acquisite in precedenza conferisce all'impegno tecnoscientifico il suo elevato potere di problematizzazione. E' esattamente questo l’elemento culturale e umanistico fondamentale della scienza. E' questo l'aspetto che la riflessione e il dialogo di tutti i saperi (epistemologia, filosofia, etica, teologia ecc.) dovrà valorizzare sistematicamente, perché l'insostituibile dignità e grandezza dell'impegno tecnoscientifico si manifesti e dia i suoi frutti umanizzanti. (Continua)

Informazione e Grande Fratello : la struttura delta esiste ?