venerdì 31 ottobre 2014

r.k. : alzheimer: diagnosi precoce dal sangue

Il Professor Hilli, ovvero il coordinatore della ricerca, ha dichiarato: «Il nostro studio è unico nel suo genere. Abbiamo scoperto che nel sangue ci sono dei piccoli geni, chiamati microRNA, presenti nel corpo umano per un totale di duemila unità. Abbiamo quindi identificato sedici geni che, nelle persone affette dal morbo di Alzheimer, risultano essere mutati». I ricercatori, per arrivare a rendere nota tale scoperta, ovviamente hanno lavorato duramente per tanti anni, ed effettuando parecchi studi ed esperimenti coinvolgendo circa 110 persone, ai quali è stato prelevato un campione di sangue. Ebbene, i risultati sono stati davvero straordinari, in quanto, i ricercatori erano riusciti a scoprire, con una precisione del 91% quali partecipanti tra i 110 avrebbero nel corso della loro vita sviluppato la patologia dell’Alzheimer. La ricerca oggi è stata pubblicata sulla nota rivista Molecular Psychiatry. Ci sarebbe anche da dire,che questiricercatori, avevano già effettuato una grande scoperta tanti anni fa, quando avevano scoperto che fosse stato possibile scoprire in anticipo di anche 20 anni, se nel corso della vita il soggetto avrebbe sviluppato l‘Alzheimer, attraverso uno scanner celebrale.

POCHE PAROLE: LA DEPRESSIONE CHE ARRIVA DALLA PRECARIETA' E DALLA DISOCCUPAZIONE E' CURABILE : VOGLIAMO UN NUOVO WELFARE

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Oggi è stata pubblicata una lettera della madre di una giovane di 28 anni calabrese che si è tolta la vita lo scorso 4 aprile lanciandosi da un balcone. Nella lettera si parla di una storia purtroppo comune: neolaureata con 110/110 in ingegneria, una figlia di due anni, l’impossibilità di trovare un lavoro dignitoso nonostante gli studi. Una ricerca dell’Eures mostra cifre inquietanti che lanciano un vero e proprio allarme sociale: quasi ogni giorno una persona si suicida a causa della disoccupazione e della precarietà, una cifra consistente e non in discontinuità con gli ultimi anni, che hanno visto il numero dei suicidi crescere notevolmente dall’inizio della crisi economica. L’insicurezza della vita lavorativa (dovuta alla precarietà o alla disoccupazione) diventa spesso esistenziale: l’impossibilità di programmare il proprio futuro, anche a breve termine, è una costante per molti nostri coetanei e non solo.
Più di 300 morti all’anno sono quasi le stesse cifre di una guerra. Sono cifre che dovrebbero far riflettere nei giorni in cui si prepara la discussione su una riforma del mercato del lavoro che fa poco o nulla per contrastare la precarietà o per garantire ai precari un welfare e che va a distruggere e indebolire le poche tutele che ancora rimangono nel nostro paese, come dimostra la caparbietà con cui il governo e Confindustria si gettano all’attacco dell’articolo 18.
Eppure questo dato allarmante non sembra interessare a chi in questi giorni propone di porre la fiducia sulla riforma del mercato del lavoro e continua a portare avanti politiche di distruzione dell’università e della scuola pubbliche, rendendo ancora più precario il nostro futuro.
Spesso quando si parla di lavoro e di welfare ci si dimentica che sono temi che vanno a toccare la vita quotidiana di uomini e di donne, di giovani e meno giovani e che i costi sociali che rimangono fuori dai conti di questo governo di professori hanno un nome e un volto.
Per questo riteniamo che maggiori tutele sul lavoro e un reddito di cittadinanza che garantisca tutte e tutti siano misure indispensabili. La crisi non può essere una scusa per rimandare oltre, anzi proprio a causa della crisi esse diventano sempre più necessarie.

giovedì 30 ottobre 2014

red key : prevenzione secondaria : Google e la pillola per stanare il cancro :

orso castano : la prevenzione secondaria, e piu' precisamente l'intervento precoce, necessita' di conoscere precocemente l'esistenza di una malattia . Google ha elaborato e sperimentato con la Novartis un sistema basato sulle nanoparticelle che assunte per via orale o , comunque,immesse nel sangue circolante, piu' o meno magnetizzate o ricoperte di sostanze rivelatrici, sono in grado di trasmette ad un rilevatore esterno e piu 'precisamente ad una lente artificiale collocata sull'occhio dotata di un chip , informazioni continue che vengono inviate ad un computer in grado di assemblarle e di formulare una diagnosi precoce. Va detto che gia' Veronesi ha utilizzato il metodo delle particelle per la terapia del cancro. Andrebbero studiati a fondo i risultati. Chi puo' garantire che una massa di nanoparticelle individui la cellula maligna o la sostanza rivelatrice.? queste potrebbero sfuggire al monitopraggio. Avveniristico!! ma problematico : chi ci assicura che queste nanoparticelle verranno espulse totalmente dalle urine ? queste particelle sono "addobbate" di volta in volta con sostanze specifiche in grado di rilevare cellule o metaboliti pastogeni. Dove finiscono queste sostanzed? c'e' poi il problema della privacy: certo chi ha gia' avuto un cancro sara' nben lieto di monitorare l'evoluzione o laricomparsa di cellule cancerogene del tipo gia' avuto , ma chi gasrantisce la privacy di qwueste informazioni?. Questi ed altri quesiti si pongono, ancher se uqesta matodica non invasiva e' promettente e sicuramente ha una prospettiva. Ma , ripeto le nano particelle non sono innocue, passano dappertutto e ci deve essere la garanzia che n on interagiscano o vadano a modificare la struttura del DNA. L'Epigenetica  insegna!!



.......Il nuovo progetto del laboratorio X punta a trasformare per sempre il concetto di "diagnosi precoce" con tecnologia indossabile e nanoparticelle. Google sta lavorando ad un sistema per individuare le malattie nel loro stadio preliminare. Si tratterebbe di un sistema con appena un grado di separazione da quello immaginato in Viaggio Allucinante, in cui gli scienziati venivano rimpiccioliti insieme al loro veicolo per viaggiare all'interno di un corpo umano: l'idea è la stessa, guardare da vicino cosa avviene all'interno, ma adesso viene perseguita con nanoparticelle.........  una ricerca ancora nella fase preliminare, ma che ha già registrato interessanti risultati negli esperimenti finora condotti. Idealmente sembra rappresentare il proseguimento del lavoro svolto con il "Baseline Study" con cui Google si è posto come obiettivo la formulazione di parametri di un corpo umano in perfetta salute. Partendo dai dati raccolti attraverso tale ricerca, il nuovo sistema anticipato da Google provvederebbe ad individuare nel loro primo stadio le malattie che colpiscono il paziente, intercettando e contrassegnando le cellule malate attraverso un sistema basato su pillole da ingerire e fasce intelligenti.In pratica, Google ha sviluppato delle nanoparticelle magnetizzate in grado di "contrassegnare" diverse molecole-precursore di disturbi e malattie: l'idea è che i pazienti ingoino una pillola contenente tali particelle, che viaggeranno poi nel flusso sanguigno alla ricerca di eventuali segnali del sopraggiungere di problemi di salute. Tali nanoparticelle, riferisce Conrad, sono destinate ad essere espulse naturalmente attraverso l'urina e sono assolutamente sicure e già impiegate in diversi farmaci in commercio, e utilizzano normali mezzi di contrasto utilizzati per esempio nelle risonanza magnetica.
Una volta individuati i microfattori segno che qualcosa non va nell'organismo, le nanoparticelle provvedono ad inviare segnali appositi al dispositivo di ricezione predisposto da Google e probabilmente incorporato in fasce indossabili, potenzialmente programmabili per inviare i dati via Interent direttamente ad un medico. Tali dispositivi sfruttano la magnetizzazione dei nuclei delle nanoparticelle per raccoglierle di nuovo insieme e "leggerne" le testimonianze.
Il progetto non è direttamente correlato con Calico, la startup fondata da Google per attenuare le conseguenze e le ripercussioni dell'invecchiamento. Tuttavia si inserisce perfettamente nel macro-programma di Google di continuare ad investire per inserirsi nel settore in espansione dell'e-health e delle tecnologie indossabili: pur continuando a guardare al futuro, d'altra parte, Mountain View nelle settimane scorse ha integrato nei risultati della sua ricerca le consulenze video dei medici di Helpouts e da ultimo ha lanciato  ufficialmente Google Fit, attraverso cui vuole offrire una piattaforma per lo sviluppo di app che integrino tecnologie indossabili e dispositivi Androidi e sfruttino i dati relativi all'attività fisica e ai valori sanitari come il battito cardiaco degli utenti.Lo stesso gruppo di ricercatori di Google X, ancora, è quello dietro le lenti a contatto in grado di individuare i livelli di glucosio nel portatore, sviluppate a Moutain View e licenziate a Novartis, e agli strumenti per aiutare a gestire il tremore sofferto dai pazienti affetti dal morbo di Parkinson. Al netto dei preventivabili problemi legati alla privacy ed alla gestione di dati così sensibili, si tratta di sistemi che potrebbero rivoluzionare il sistema sanitario: il loro utilizzo giornaliero (che siano pillole più fasce intelligenti, o lenti a contatto) permetterebbe di individuare con largo anticipo le malattie, consentendo un tempestivo intervento di prevenzione che sarebbe particolarmente determinante nel caso di cancro o di problemi cardiaci che possono portare all'infarto e di cui si può trovare avvisaglia - per esempio - nel rilascio di determinati enzimi da parte delle placche arteriose in procinto di rompersi.

Claudio Tamburrino

Intervisata ad Andrew Conrad , guru di Google nel campo bioigneristico medico :

Detecting Disease early with nanoparticles


[Steven Levy] You are announcing a wildly ambitious project involving nanoparticles, wearables, and big data. Is this the kind of thing that led you to Google X?
[Andrew Conrad] It’s pretty much what they expected me to do. Healthcare is a huge problem, and it’s Google X’s mission to take on huge problems Sergey [Brin] said come to Google X, try something crazy, do something that’s a 10x change.
You’ve had a storied career. I imagine you’d have a zillion options.
I was not unemployed or worried about things at the time, I was having a pretty good time. But this was the chance to totally reinvent something I had seen and felt from the inside, and that was ready for some change. We knew it we would take partners, but I thought Google X was a big enough soapbox that we could try do it. It was this notion of trying to do something ten times different. That was both hugely intriguing and hugely challenging—how do you make a ten times difference? That’s sort of a dream aspiration.
It’s also ten times the chance you’ll fail, right?
Yeah, but at this point failure is not terribly scary because I would just fail back to being a happy, retired guy. I would be living in our Hawaii house and surfing more. So the risk didn’t scare me as much as the opportunity to really make a huge difference.
So tell me how this project began.
For the last two thousand years, healthcare has been this transactional, reactive system. You go to the doctor when you’re sick and the doctor prods you, taps you, and gives you a prescription or does some procedure, then sends you on your way. But with serious disease, we frequently encounter the physician when we already are very sick. In fact, a majority of cancers are diagnosed in the later stages because they’ve become clinically apparent. Some cancers have ninety percent success rate if you diagnose them in early stage one. But most cancers have a five or ten percent survival rate if you diagnose them in stage four. We’re diagnosing cancer at the wrong time. It’s analogous to only changing the oil on your car when it breaks down. If you think of airplanes or cars or any complex entity, preventative maintenance has been proven without a doubt to be the better model. Yet for some reason we don’t concentrate on that in Western medicine. So our central thesis was that there’s clearly something amiss. So we needed to see if, with partners, we could change the system in healthcare from being reactive to proactive.
How do you start on that?
The first thing you realize is the triggers of diseases usually start way before they’re clinically apparent. They are usually subtle and rare. Most of the time people are not sick. That means monitoring would have to be done continuously. You have to measure all the time because if you only measure once a year when people visit he doctor—or in men’s cases, once a decade—you’re going to miss huge swaths of the possibility of detecting disease early. So we have to make a continuous monitoring and measuring device. Since it’s continuous, it has to be something people wear, right? Can you imagine if you had to carry a sixty-pound thing around with a radar dish on your head and poke yourself with needles every hour? People just wouldn’t do it.
So the radical solution was to move away from the episodic, “Wait ‘til you feel a big lump in your chest before you go into the doctor” approach, and do a continuous measurement of key biological markers through non-invasive devices. And we would do that by miniaturizing electronics. We can make a little computer chip which has three hundred and sixty thousand transistors on it, yet it’s the size of a piece of glitter. One of the other ways is to functionalize nanoparticles. Nanoparticles are the smallest engineered particles, the smallest engineered machines or things that you can make. Nature does its business on the molecular level or the cellular level. But for two thousand years we’ve looked at medicine at the organ or the organism level. That’s not the right way to do it. Imagine that you’re trying to describe the Parisian culture by flying over Paris in an airplane. You can describe the way the city looks and there’s a big tower and a river down the middle. But it’s really, really hard to opine or understand the culture from doing that. Its the same thing when we look at systems—you can see that there’s a complex system, but unless you’re down at the level where the transactions occur, it’s very hard for you to imagine how it works; that’s when we began to realize that this idea of nanotechnology, miniature electronics, and continuous measurements of biological parameters were all possible. So instead going to the doctor who says, “Let me draw blood and in three days I’ll call you if there’s anything wrong,” the doctor can can look and say, “Oh, I just checked all your blood over this last year, and it looks like your kidneys are good, your liver is good, I don’t see any indication of oncologic cells, pretty good, thanks.” We use Star Trek as our guiding force around Google because there used to be a computer called Tricorder —you’d talk to it and it would answer any question. That’s what we’re really looking for at Google X. We want to have a Tricorder where Dr. McCoy will wave this thing and say “Oh, you’re suffering from Valerian death fever.” And he’d then give some shot in a person’s neck and they’d immediately get better. We won’t do the shots—our partners will do the shots. But we’re hoping to build the Tricorder.
Can you describe your system?
So this nanoparticle platform we’re talking about essentially does the following: You take a capsule chock full of the nanoparticles, and they absorb into your body and into your bloodstream. These nanoparticles are two thousand times smaller than a single red blood cell. They’re tiny. They’re so little that they can pass through parts of your body, they go through the blood, they go through your lymph system, they just walk around. They’re essentially very benign particles—-there’s already lots of FDA approved nanoparticles for imaging and stuff like that, because they’re simply made out of an iron oxide core, like you take in a One-A-Day Plus Iron pill. And they’re decorated with proteins and amino acids and DNA to make them bind to certain things.
So there’s no issues of consequences of having these in your ?
No. Actual particles like these have been tested for quite a while to be safe. The trick is decorate them with smart molecules on their surface so they do smart things.You say you decorate the nanoparticles. I’ve also heard the word painting. I’m having trouble wrapping my mind around how you paint a nanoparticle.It’s done with chemistry. The core of the nanoparticle is iron oxide. So you take all the little particles, you can’t see individual ones, but you take a spoonful of particles, and you throw it into a mix of almost a polymer, like paint, that coats the outside. And coating the outside of it makes it permissible to attach other things to the surface.

So you have a generic nanoparticle and paint different things on its surface to target different kinds of markers for disease.


Yes. You can use these nanoparticles to detect rare things like a cancer cell or you can use them to measure common molecules. For example, in one case we put a coating on the nanoparticle that finds sodium — it’s a super common molecule but very important in renal disease. When a sodium molecule comes into the nanoparticle, it causes the nanoparticle to fluoresce light at a different color. So by collecting those nanoparticles at your wrist, where you have a device that detects these changes, we can see what color they’re glowing, and that way you can tell the concentration of sodium. In another case, by having a magnet at your wrist you can tell whether the nanoparticles are bound to cancer cells. This allows us to let these messengers walk around Paris, bring them all back to a central location, and ask them what they saw, what they did, what they encountered. And imagine that is the way in which we’re trying to understand the culture of the French.

There’s not going to be a traffic jam at my wrist as you call all these particles home?


No. Two thousand of them are the size of one red blood cell. You have millions and millions of red blood cells running through your wrist at any time. So if we able to get all the nanoparticles that you take in that pill to collect in your wrist, maybe it would have some tiny effect. Also, there are super para-magnetic nanoparticles, they’re iron oxide. When you take the magnet away, they don’t retain their magnetism, they just disperse back into the wind. You bring them to your wrist for, let’s say, only an hour a day. Or you can do it for a minute every hour. It depends on the algorithm that you want to use.

What about false positives?

This goes back to our Baseline Study. We are looking at thousands of normal, healthy people and we’re going to measure everything we can think to measure in an effort to answer questions like how many cancer cells should a normal healthy person have, Zero? I don’t know. One? I don’t know. Ten? I don’t know. Because we might have cancer going around all the time but the immune system stifles it. So if you really want to be proactive, you need a ground truth. And the baseline is enrolling thousands of super healthy people, measuring all these things on them, then putting these devices on them to make sure we know what do when we’re looking for someone who’s transitioning from health to disease.

How much have you done?

We’ve done a lot, to be quite humble about it. Enough to give us great confidence that this is all likely to work. At our Google facilities, we’ve been able to build the nanoparticles, decorate them, prove that they bind to the things that we want them to bind to, in really clever artificial systems. We’ve made these molded arms where we pump fake blood through them and then try devices to detect the nanoparticles. We’re pretty good at concentrating and detecting nanoparticles. We’re pretty good at making sure that those particles bind only to cancer cells and not to other cells. You know that sodium experiment I just spoke about? That’s the actual data that I was talking about. We’ve built particles that can measure small molecules.

So you’re saying that of the four components of this system — delivery, targeting, detecting, and counting— you’ve sort of got a proof of concept of each?


Yes, we have really compelling experiments that demonstrate each of the four sub-components of this.

And how about working together?


We have many of them working together.

In the last couple days I’ve spoken to a couple people who are working with you— Dr. Sam Gambhir of Stanford, and Dr. Robert Langer at MIT. Both of them are excited about the project but emphasized remaining challenges in delivery, detection, and other areas. They’re bullish in the long run but haven’t expressed the certainty that you’re displaying now.

I don’t want to say I have any certainty whatsoever. There’s a big journey in between the in vitro [lab testing] demonstration principle and in vivo[testing in living organisms]. Both Gambhir and Langer are working with us on the in vivo part of it. We’ve done as much as we can do in vitro. We know that much of this works: we’ve become very good at nanoparticle decorating, we’ve become very good at concentrating them and understanding how they behave in magnetic fields. There’s still a million crazy things that happen with people, and there’s a long journey to put medicines into people, and it has to be done in the open because we’re going to do experiments— people will be wearing these devices at our Baseline Study. But I think we have years to go, not decades.

You’re not going test on animals first?

You don’t have to in this case, the medicines are well known. I think we have pretty demonstrable evidence that this concept is plausible, maybe even probable. But we still have this long journey and that’s why we’re partnering with MIT and Stanford. We’re having hospitals and doctors and folks beginning to think about how this works. And eventually we’ll find big partners who will take this to the next step.

Have you patented this stuff?

Yeah. That’s part of the reason we had to talk about this. There’s a pretty substantial body of patents that describe what we’re talking about in great detail that will be publicly noticeable in the next month or so.

That seems to indicate how you might monetize these advances, something that even Google X keeps in mind for its long-range projects. You would license it?


Yeah, and that’s what we did with our contact lens. We licensed to Novartis. It was extremely beneficial to both parties. They have expertise at doing exactly this, taking contact lenses, taking medicines and taking diagnostics and bringing them forward to the world.



Do you anticipate any pushback to this procedure? 
I can imagine someone saying, “I’m not going to let Google put stuff in my blood.”

Remember, most rational people let pharma companies put things in their blood all the time. What do you think happens when you swallow any pill?
But we do it reactively. I’ve got a headache, I take a pill. I have cancer, I get chemo. It’s different to ask a healthy person to take a pill and say, “This is going to watch you.”

That’s a good point. Imagine the first group of people who would wear this…

Yeah, Sergey and Peter Thiel.

That’s funny. But the first people using this might have had breast cancer, and they’re worried about reoccurrence. Half of those women reoccur within five years. Wouldn’t you want to know if that was going to happen earlier? So instead of eight rounds of chemo you only get one round of chemo? Boy, I bet you lots of women with breast cancer would be glad to swallow that pill. Now imagine the papers that would come out reporting that when women use these devices, we were able to detect their reoccurrence eight months sooner and therefore their treatments were 47% more effective than the women who were diagnosed conventionally. I’m pretty sure most people would do it then. Next would be women at high risk for breast cancer, they’d hear, “Even if you haven’t had it yet, you should do this.” This is why we take partners, because there are lots of very good healthcare companies that would promote this notion. We’re going to be inventors that work on the technology— disruptive, innovative technology—and then we’re going to look for partners who will bring it forward .

Besides targeting and detecting known diseases, would this system lead to other benefits?

If we and our partners could bind nanoparticles to all the tumors maybe we could do something to get rid of them, too, right?

Is that on the road map?

Yeah. The mission of Google X Life Sciences is to change healthcare from reactive to proactive. Ultimately it’s to prevent disease and extend the average lifespan through the prevention of disease, make people live longer, healthier lives.

It sounds like that mission overlaps a little with another Google health enterprise, Calico. Are you working with them?

Let me give you the subtle difference. Calico’s mission is to improve the maximum lifespan, to make people live longer through developing new ways to prevent aging. Our mission is to make most people live longer, getting rid of the diseases that kill you earlier.

Basically you’re helping me live long enough for Calico’s stuff to kick in.

Exactly. We’re helping you live long enough so Calico can make you live longer. And I think what’s beautiful about Google is when Google attacks a problem, like healthcare, they really put some force behind it in a magical way.

Is all this data you collect going to be aggregated where analysis can be used to come up with new insights?

Of course. Imagine that every patient at Stanford University gets to use this device. The ability to understand the new description of the way people are, the molecular profiles of patients, would allow those doctors to make decisions that would be completely different than under other contexts. Physicians will now be empowered to say, “If you have a seventeen percent increase in such and such, does that have material, clinical effect? Let me see everyone else who had seventeen percent last year. Oh yeah, look, nobody had any clinical sequelae, that’s probably just a noise in the system.” It would be amazing to me if questions like that could be answered.



You’ve been at Google almost two years now. Have you found this to be a dramatically different kind of place to do work like this than in an institution or medical facility?


I will have been here two years this March. In nineteen months we have been able to hire a more than hundred scientists to work on this. We’ve been able to build customized labs and get the equipment to make nanoparticles and decorate them and functionalize them. We’ve been able to strike up collaborations with MIT and Stanford and Duke. We’ve been able to initiate protocols and partnerships with companies like Novartis. We’ve been able to initiate trials like the baseline trial. This would be good decade somewhere else.

And you don’t have to have your staff spend endless time on funding requests.


No, you don’t. We’re super-fiscally responsible, though—we’re probably as cautious and thoughtful about spending money as anyone. But we’re unafraid. As long as you’re trying nobly, failure is not frowned upon. People frown upon a stupid attempt, but when it’s a brave and wise one, failure is actually a blessing because we often learn more from failures than success. If told you ten years ago I was going to make a computer that could do complex calculations, have a built-in radio, many different sensors, and put it in the size of a piece of glitter, you’d laugh at me, right? And even if I were to tell you I could do that in the next ten years, you would’ve laughed at me.

So in ten years am I going to have this thing on my wrist?


Oh yeah.

Really?

One would hope so. I would hope so.

How about five years?

I think we’ll find partners who will begin to do that in the next few years, yeah. Yeah, I think we’re a few years away. This is a giant program and the mission is a noble one — to prevent disease instead of just trying to find ways to treat it. It’s like we want to build your house out of fireproof materials instead of providing lots of fire extinguishers. By miniaturizing electronics, by creating an understanding of how to use nanoparticles, by having a ground truth that baseline provides, the opportunity for us to create many, many, many more devices, many, many more new innovations in healthcare become plausible.

There’s one more thing I want to say— this nanoparticle detection is a project, the contact lens is a project, the Baseline Study is a project. But those projects are manifestations of a program. Each of these things are fascinating and seem pretty science fiction-y, but the message is that we’re actually pretty methodical. We’re instituting a program that includes really, really powerful partnerships with universities, with healthcare providers, with pharma companies. And by having a philosophy that says partner wisely, we’re punching way above our weight, and we may have a chance to turn this battleship of healthcare around. Because each time we pick beautiful partners like Stanford and Harvard and Duke and Novartis we’re using part of the system in a sort jiu-jitsu-esque way, where we take the inertia of the system and sort of flip it around. Those are serious players. We know that we’re just upstarts but we’re trying to dream big and trying to work hard to have an effect on the overall system.

mercoledì 29 ottobre 2014

l'analisi di Assange sul controllo di come si stanno sviluppando le comunicazioni a livello USA-EUROPA

orso castano : al di la della scelta del "nemico  da combattere, e' interessante l'analisi di Assange che evidenzia la necessita' per gli USA di controllare il tipo di cultura che si sta sviluppando in Europa. L'Europa ,con le sue potenzialita' va controllata , se la crisi picchia e la gente e'costretta ad emigrare e gli stati nazionali non riescono a trovare una politica di lungo repiro, bene , tanto bene per l'oltreoceano. Ma Un'Europa commercialmente forte riequilibrerebbe un mondo che si sta globalmente squilibrando e rischia di arrivare sull'orlo di una catastrofe globale.

Il tuo nuovo libro si concentra su Google, che tu hai definito apertamente come il nemico. Da questo punto di vista, quali sono le minacce più gravi che l’azienda californiana rappresenta?
“Ci sono fondamentalmente due gradi di minaccia che G ha avuto un ruolo in determinare e che sono i più significativi. Prima di tutto, G è una versiona privata dell’Nsa. È un’azienda di sorveglianza di massa per via della quantità di informazioni che raccoglie e per il numero di persone che coinvolge. E lo fa con la trappola di servizi gratuiti.
“Per esempio, fornisce funzioni di ricerca che riescono a raccogliere quello che le persone pensano e sono in grado di aggregare anche informazioni persino sul computer che gli utenti utilizzano. Ora sono in commercio anche smartphone che sono controllati direttamente da G, per via del sistema operativo che montano, che è fornito da Google stessa. In questo modo possono tracciare la localizzazione degli utenti, i loro network, quello che ricercano, i loro contatti e le loro email. Inoltre, anche se visiti un sito che pensi non abbia alcun legame con BigG, magari usando un computer che allo stesso modo pensi non sia connesso a loro, quasi certamente le tue attività saranno registrate per via degli annunci pubblicitari forniti da Google o per via di Analytics.
“Il business model di Google è la raccolta della vita privata delle persone: raccogliere queste informazioni, archiviarle, indicizzarle e costruire modelli di comporamento basati su questi dati. E tutto questo viene venduto a fini pubblicitari. Di fatto, è il medesimo modello che le agenzie di sorveglianza come la Nsa e il Gchq hanno messo in atto: raccogliere tutto, archiviare tutto, indicizzare tutto e sfruttare tutto”.
In videoconferenza dall'ambasciata dove è rinchiuso alle 18 italiane di sabato 8 (Photo: Getty)
E il tuo libro si concentra anche sulle connessioni strettissime di Google con le autorità e il governo americano.
“Google può fare tutto questo perché opera nella giurisdizione americana e ha interazioni strette con il dipartimento di Stato e il governo. La Nsa sostiene questa attività di raccolta globale. Ma esiste anche una seconda minaccia, che potrebbe diventare anche più grande nel corso del tempo. L’ho documentata nel libro con un episodio emblematico: Google ha usato la sua front page, la pagina più visibile di tutta Internet, per sostenere il bombardamento della Siria, evidenziando un discorso in streaming di John Kerry.
“Questo riflette chiaramente l’integrazione di G nel dipartimento di Stato su un piano sociale e ideologico. Google può essere uno strumento per l’intelligence Usa e di fatto lo è; può essere ed è stata uno strumento per l’agenda di politica estera americana”.
L’evoluzione che G ha in mente per la tecnologia e la Rete, quindi, porterebbe alla morte della privacy. La questione è diventata ancora più stringente dopo le rivelazioni di Snowden. E nel libro pensi che la crittografia possa essere una parte della soluzione. Sarà possibile una sua diffusione su larga scala?
“Uno dei principali risultati delle rivelazioni sulla Nsa, e di quelle contenute nel mio libro precedente, è stato che negli ultimi due o tre anni abbiamo assistito alla crescita dal punto di vista della domanda di mercato e della comprensione, da parte dei programmatori, di come la sorveglianza abbia un effetto sulle nostre vite e sia una minaccia per le democrazie. Queste persone hanno lavorato sullo sviluppo di soluzioni e abbiamo visto una fioritura di strumenti per la privacy e dell’integrazione della criptografia nei programmi utilizzati dalla maggior parte degli utenti.
Si tratta di un processo lungo, ma abbiamo già visto uscire diversi strumenti di questo genere, come per esempio Telegram o Textsecure, e abbiamo visto l’integrazione della crittografia nei browser, come nel caso di Tor Browser Bundle o nei tentativi di avere l’https dappertutto. Al momento, questo è il territorio di quelle persone attente a questi temi e che hanno tempo per interessarsene.
Noi stiamo spingendo affinché  qualcosa venga fatto per questo problema. Ciò non significa che la crittografia possa risolverlo del tutto, perché i programmi più diffusi possono essere minati e le aziende che li producono hackerate. Forse, la rivelazione più importante di Snowden e anche la più trascurata è il budget che la Nsa ha per sovvertire questi software, che è più di 350 milioni di dollari all’anno”.
Sia dopo le rivelazioni pubblicate da WikiLeaks che dopo l’esplosione del Datagate, la reazione delle autorità Usa è stata quella di “attaccare il messaggero” e abbiamo visto come tu, Edward Snowden, Chelsea Manning, Sarah Harrison, Barrett Brown e Jeremy Hammond, tra gli altri, abbiate dovuto affrontare conseguenze durissime per via delle vostre attività. Pensi che la libertà di espressione sia in pericolo?
“Gli Usa hanno avuto questo approccio sin dal 1917 con la nascita dell’Espionage Act. Eugene Debs era un attivista contro la guerra e si batteva affinchè gli Usa non entrassero nella Prima Guerra Mondiale. Debs è stato accusato ai sensi dell’Espionage Act e condannato a 10 anni. Anche il New York Times aveva chiesto la sua accusa. Niente è cambiato in relazione al sostegno del New York Times ad alcuni tra i peggiori comportamenti del governo Usa o in relazione all’abuso dell’Espionage Act da parte dello stesso governo Usa.
“Ma c’è stato invece un significativo cambiamento dal punto di vista quantitativo: l’amministrazione Obama ha investigato e accusato ai sensi dell’Espionage Act più whistleblower e giornalisti di tutti i precedenti presidenti messi insieme dal 1917. Di fatto, ha usato questa strategia in un numero doppio di casi.
“C’è un significativo, bizzaro ed estremo aumento di influenza dello stato di sicurezza nazionale contro la libertà di stampa negli Usa e c’è un tentativo di espandere tutto questo in ogni paese per esercitare un’autorità extraterritoriale su tutti i giornalisti e gli editori al mondo. Non sono americano e WikiLeaks non è un’azienda americana, essendo fondamentalmente di base in Europa. Ma contro di noi è stata mossa la più grande investigazione di sempre da parte dek dipartimento di Giustizia contro un editore”.
Alla conferenza Ohm2013 hai parlato della sicurezza nazionale come di una nuova religione. Pensi che le ultime rivelazioni di Snowden dimostrino un’evoluzione in questo senso?
“Penso da diversi anni che negli Usa la sicurezza nazionale sia diventata una sorta di religione, è vero. Per darti un esempio di questo si può dire che la sicurezza nazionale negli Stati Uniti abbia un approccio basato su un criterio di  ‘santo‘ ed ‘empio‘. Da  loro punto di vista, i loro documenti sono santi e può succedere che vengano profanati.
“Se WikiLeaks pubblica dei loro documenti, alle persone all’interno del governo viene detto di non poterle leggere e che, qualora lo facessero, dovrebbero distruggere la macchina con cui ci sono venuti a contatto, anche se il documento è pubblico, letto in tutto il mondo e pubblicato dai giornali.
“Questa cosa sta diventando a tal punto bizzarra che l’esercito Usa ha creato persino un filtro per le email che fa in modo che tutti i messaggi che menzionano la parola ‘WikiLeaks‘ non siano recapitate. Come menzionare il diavolo nel 14esimo secolo. Durante il processo di Chelsea Manning, l’accusa ha dovuto ammettere che tutte le mail che si riferivano a WikiLeaks non erano state consegnate”.
In When Google Met WikiLeaks parli molto del funzionamento e dell’evoluzione di WikiLeaks e dici che la tua organizzazione è diventata lo status quo del sistema mediatico contemporaneo. Come defineresti l’attuale situazione di WikiLeaks?
“WikiLeaks sta molto bene. Nel 2010 eravamo entrati un periodo difficile. Il banking blockade che era stato costituito su pressione di Washington coinvolgendo Bank of America, Visa, MasterCard, PayPal e Western Union aveva portato i nostri introiti sostanzialmente a zero, mettendoci sotto un’enorme pressione finanziaria. Nello stesso periodo, dodici agenzie Usa avevano iniziato l’investigazione contro di noi, un’indagine che è ancora in corso.
“In risposta abbiano iniziato a investire in Bitcoin: il risultato è che abbiamo vinto in tribunale contro il blocco finanziario e l’investimento in Bitcoin ha avuto un ritorno dell’8.000%. Abbiamo più staff che in qualsiasi altro momento della nostra storia”.
Quali sono i tuoi programmi per la tua condizione nel prossimo futuro? Di recente hai tenuto una conferenza stampa in cui dicevi di voler lasciare l’ambasciata presto. Come pensi evolverà la situazione?
“La consapevolezza che quello che mi è successo sia stato veramente ingiusto è cresciuta anche all’interno del governo del Regno Unito. Certo, il paese ha una relazione con gli Usa, la Gran Bretagna è uno stato orgoglioso e vuole restare corente al suo senso di prestigio. Ma molte persone che siedono in Parlamento erano preoccupate che ci potessero essere degli estradati senza essere accusati di alcun crimine, come nel mio caso.
“Di conseguenza, due mesi fa, il Regno Unito ha promosso una modifica legislativa che vieta l’estradizione senza accuse. La questione potrà essere più complessa negli Usa. Alcuni scenari geopolitici potrebbero influire, come la crisi in Ucraina, l’indipendenza della Scozia o le elezioni in Svezia. Ma è inevitabile ora, è solo una questione di tempo”.

TTIP approvato dal CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA il 17 giugno 2013 e ora reso pubblico con decisione dello stesso Consiglio del 9 ottobre 2014.

orso castano : l'associazione radicale esperanto fa una critica forte a questo trattato. Gli USA non vogliono in nessun modo un'Europa forte ed unita , magari con la Russia dentro. Sarebbe , collocata com'e', al centro del mondo , un'entita' fortemente competitiva per i loro prodotti.L'Europa ha accumulato un sapere tecnologico che non e' da meno di quello americano, la Russia ha una grande quantita' di materie prime, Ma l'Europa ha bisogno di unificarsi e di difendersi anche  dagli attacchi sotterranei che molti paesi arabi, forti del petrolio gli stanno portando sul piano energetico, ma c'e' chi rema contro la nostra autonomia energetica compatibile.Se e' questa la filosofia geopolitica che si snoda sotto i nostri occhi, e' chiaro cosa fare, ma Renzi e' aggrappato alla sua crollante poltrona ed e' rigido, non sa fare politica! Si muove maldestramente in politica estera ; vedremo cosa sapra' fare per riunificare realmente un'Europa  riottosa e conflittuale al suo interno. Occorrerebbero statisti di ben altra leva. Il Sindaco di Firenze dovrebbe farsi da parte . La sua supponenza ed arroganza potrebbero portarci sul baratro. Renzi lavora per "lo sfascio delle forze produttrici e non assolutamente per la loro unita'. Si pone come arbitro ma non lo sa fare. E' ondivago: un giorno rifiuta di parlare con i sindacati ed un altro giorno, resosi conto della loro forza, fa fare dai suoi amici timidi affondi. Il panorama si fa sempre piu' chiaro e sarebbe ora che Renzi si facesse da parte per , almeno in politica estera affidare il testimone a chi ne sa piu' di lui. 

 (clicca per leggere tutto il trattato)  ,per una riflessione critica vai su http://notizie.radicali.it/articolo/2014-10-28/intervento/un-milione-di-firme-europee-fermare-il-ttip-e-il-ceta-siamo-oltre-700

L’Associazione Radicale Esperanto è l’unica organizzazione italiana che, insieme a centinaia di altre in Europa, sta raccogliendo 1 milione di firme per fermare gli accordi presi sottobanco da Stati Uniti, Unione Europea e Canada e che terranno i nostri servizi pubblici ostaggio delle grandi multinazionali.
L’appello, rigorosamente in italiano - oggi, considerata l’occupazione linguistica inglese in atto in Italia, è bene non darlo per scontato - è sottoscrivibile sul sito tripla w.eraonlus.org
L’ERA unica organizzazione ufficiale italiana nella raccolta di 1.000.000 di firme contro TTIP e CETA.Se vogliamo il servizio sanitario gestito nell'interesse pubblico, se vogliamo proteggere il futuro del nostro ambiente, se vogliamo fermare la prevista perdita di un milione di posti di lavoro, se vogliamo proteggere i prodotti delle nostre tradizioni culinarie e la nostra industria alimentare da organismi geneticamente modificati o da prodotti chimici nocivi, dobbiamo renderci conto che questi e altri settori saranno colpiti dal TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership - Partenariato Transatlantico del commercio e degli investimenti) e dal CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement - Accordo economico e commerciale globale).
Accordi commerciali preparati in modo occulto proprio con il principale paese dedito allo spionaggio e all’imbroglio con gli alleati europei, e con l’altro paese coinvolto, il Canada che, insieme a Regno Unito, Nuova Zelanda e Australia, costituiscono i Five Eyes, il sistema di spionaggio anglofono globale con l'NSA alla guida, costituiscono dei veri e propri cavalli di Troia che metteranno in ginocchio il sistema di solidarietà europeo. 
È altresì sempre più chiara, ora, la vera motivazione che spingeva Obama nel costringere in ogni modo l’Europa a sempre maggiori sanzioni economiche contro la Russia, un mercato con un paese confinante con un numero di abitanti uguale a quello statunitense ma con maggiori materie prime. Non era la questione della democrazia in Ucraina bensì quella di isolare l’Europa via terra per costringerla ad una unica via d’uscita, la loro.
Lori Wallach, dell’Osservatorio sul Commercio Globale di Public Citizen, organizzazione che per statuto non accetta finanziamenti da lobby o da governi, ha pubblicamente detto «Conosco molti di questi lobbisti. Li ho sentiti dire: ‘È fantastico che la crisi picchi duro i paesi europei, sono disperati. Hanno un tale bisogno di crescita che accettano condizioni che non avrebbero mai accettato nel 1998, nel 2000 o nel 2005’».
Sono oltre  700.000 finora le persone che hanno sottoscritto l’appello, dobbiamo arrivare ad un milione al più presto: www.eraonlus.org

Natura e campo d'applicazione dell'accordo.
1. L'accordo deve contenere esclusivamente disposizioni, applicabili tra le Parti, in materia di scambi commerciali e di questioni attinenti al commercio. Esso deve confermare che il partenariato transatlantico sugli scambi e sugli investimenti si basa su valori comuni, comprese la tutela e la promozione dei diritti umani e la sicurezza internazionale.
2. L'accordo deve essere ambizioso, globale, equilibrato e pienamente coerente con le norme e gli obblighi previsti dall'Organizzazione mondiale del commercio (OMC).
3. L'accordo deve prevedere la reciproca liberalizzazione degli scambi di beni e servizi nonché norme riguardanti questioni attinenti agli scambi commerciali, con ambizioni molto elevate che vanno oltre gli impegni esistenti nell'ambito dell'OMC.
4. Gli obblighi assunti nell'ambito dell'accordo saranno vincolanti per tutti i livelli di governo.
5. L'accordo deve essere composto di tre elementi chiave: a) accesso al mercato, b) questioni
normative e ostacoli non tariffari e c) norme. Tutti e tre gli elementi saranno negoziati in
parallelo e formeranno parte di un unico sforzo in modo da garantire un risultato
equilibrato tra la soppressione dei dazi, l'eliminazione di inutili ostacoli normativi agli
scambi e il miglioramento normativo, conseguendo un risultato consistente in ciascuno dei
tre elementi nonché un'efficace apertura dei reciproci mercati.
Preambolo e principi generali
6. Il preambolo deve ricordare che il partenariato con gli Stati Uniti si basa su principi e
valori comuni coerenti con i principi e gli obiettivi dell'azione esterna dell'Unione. Esso
dovrà contenere, tra l'altro, i seguenti richiami:
- i valori condivisi in aree come i diritti umani, le libertà fondamentali, la democrazia e
lo stato di diritto;
- l'impegno delle Parti a favore dello sviluppo sostenibile e il contributo del
commercio internazionale allo sviluppo sostenibile per quanto riguarda i suoi aspetti
economici, sociali e ambientali, inclusi lo sviluppo economico, l'occupazione piena e
produttiva e il lavoro dignitoso per tutti, nonché la tutela e la conservazione
dell'ambiente e delle risorse naturali;
- l'impegno delle Parti per la conclusione di un accordo pienamente coerente con i loro
diritti e obblighi derivanti dall'OMC e favorevole al sistema di scambi multilaterali;
- il diritto delle Parti di prendere le misure necessarie per realizzare obiettivi legittimi
di politica pubblica in base al livello di tutela della salute, della sicurezza, dei
lavoratori, dei consumatori, dell'ambiente e della promozione della diversità culturale
sancita dalla convenzione dell'UNESCO sulla protezione e la promozione della
diversità delle espressioni culturali, che esse ritengono appropriato;
- l'obiettivo, che le Parti condividono, di tenere conto dei problemi specifici che le
piccole e medie imprese devono affrontare quando partecipano allo sviluppo degli
scambi commerciali e degli investimenti;
- l'impegno delle Parti di comunicare con tutte le altre parti interessate, compresi il
settore privato e le organizzazioni della società civile.
7. L'obiettivo dell'accordo è aumentare gli scambi e gli investimenti tra l'UE e gli Stati Uniti
realizzando il potenziale inutilizzato di un mercato veramente transatlantico, generando
nuove opportunità economiche di creazione di posti di lavoro e di crescita mediante un
maggiore accesso al mercato e una migliore compatibilità normativa e ponendo le basi per
norme globali.
8. L'accordo deve riconoscere che lo sviluppo sostenibile costituisce un obiettivo essenziale
delle Parti, le quali intendono anche garantire e facilitare il rispetto degli accordi e delle
norme internazionali in materia ambientale e del lavoro promuovendo nel contempo elevati
livelli di tutela dell'ambiente, del lavoro e dei consumatori, coerenti con l'acquis dell'UE e
la legislazione degli Stati membri. L'accordo deve riconoscere che le Parti non
promuoveranno gli scambi o gli investimenti diretti esteri rendendo meno severe la
legislazione e le norme nazionali in materia di ambiente, lavoro, salute e sicurezza sul
lavoro o meno rigide le politiche e le norme fondamentali del lavoro o le disposizioni
legislative finalizzate alla tutela e alla promozione della diversità culturale.
9. L'accordo non deve contenere disposizioni che potrebbero pregiudicare la diversità
culturale o linguistica dell'Unione o dei suoi Stati membri, in particolare nel settore della
cultura, né impedire all'Unione e agli Stati membri di mantenere le politiche e le misure
esistenti a sostegno del settore della cultura, considerato il loro status speciale nell'UE e
negli Stati membri. L'accordo non pregiudica la facoltà dell'Unione e degli Stati membri di
attuare politiche e misure volte a tenere conto degli sviluppi in tale settore, in particolare
nel contesto digitale.
ACCESSO AL MERCATO
Scambi di merci
10. Dazi doganali e altri requisiti relativi all'importazione e all'esportazione
L'obiettivo è sopprimere tutti i dazi sugli scambi bilaterali, con lo scopo comune di
raggiungere una sostanziale eliminazione delle tariffe al momento dell'entrata in vigore
dell'accordo e una graduale abolizione di tutte le tariffe, salvo quelle più sensibili, in un
breve arco di tempo. Nel corso dei negoziati entrambe le Parti prenderanno in
considerazione le opzioni per il trattamento dei prodotti più sensibili, inclusi i contingenti
tariffari. All'entrata in vigore dell'accordo saranno aboliti tutti i dazi doganali, le tasse, gli
altri oneri e le restrizioni quantitative o gli obblighi di autorizzazione sulle esportazioni
verso l'altra Parte che non siano giustificati dalle eccezioni previste dall'accordo. I negoziati
devono affrontare i problemi relativi agli ostacoli rimanenti agli scambi di prodotti a duplice
uso che pregiudicano l'integrità del mercato unico.
11. Norme di origine
I negoziati mireranno a conciliare l'approccio dell'UE e degli Stati Uniti in materia di
norme di origine in modo da facilitare il commercio tra le Parti e tenere conto delle norme
di origine dell'UE e degli interessi dei produttori dell'Unione. Devono inoltre mirare a
garantire che gli errori amministrativi siano trattati in modo appropriato. Dopo la
presentazione di un'analisi da parte della Commissione sulle sue eventuali conseguenze
economiche, e previa consultazione del comitato della politica commerciale, sarà presa in
considerazione la possibilità di cumulo con i paesi vicini che abbiano concluso accordi di
libero scambio sia con l'UE sia con gli Stati Uniti.
12. Eccezioni generali
L'accordo deve comprendere una clausola sulle eccezioni generali ispirata agli articoli XX
e XXI del GATT
13. Misure antidumping e compensative
L'accordo deve comprendere una clausola sulle misure antidumping e compensative, la
quale riconosca che una qualsiasi delle Parti può prendere le misure appropriate contro il
dumping e/o sovvenzioni compensative conformemente all'Accordo dell'OMC
sull'attuazione dell'articolo VI dell'Accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio
1994 o all'Accordo dell'OMC relativo alle sovvenzioni e misure compensative. L'accordo
deve istituire un dialogo periodico in materia di difesa commerciale.
14. Misure di salvaguardia
Per massimizzare gli impegni in materia di liberalizzazione, deve essere inserita
nell'accordo una clausola di salvaguardia bilaterale che consenta ad una qualsiasi delle
Parti di rimuovere, in parte o integralmente, le preferenze se l'aumento delle importazioni
di un prodotto proveniente dall'altra Parte arreca o minaccia di arrecare un grave
pregiudizio alla sua industria nazionale.
Scambi di servizi e stabilimento
15. I negoziati sugli scambi di servizi devono tendere a vincolare l'esistente livello autonomo
di liberalizzazione di entrambe le Parti al livello di liberalizzazione più elevato raggiunto
dagli attuali accordi di libero scambio, conformemente all'articolo V del GATS, coprendo
sostanzialmente tutti i settori e tutte le modalità di fornitura, raggiungendo nel contempo
un nuovo accesso al mercato mediante la risoluzione del problema dei rimanenti ostacoli di
vecchia data all'accesso al mercato, con il riconoscimento della natura sensibile di taluni
settori. Inoltre gli Stati Uniti e l'UE dovranno prevedere impegni vincolanti per aumentare la
trasparenza, l'imparzialità e la legalità per quanto riguarda gli obblighi e le procedure in
materia di licenze e qualifiche, nonché per migliorare la disciplina normativa degli attuali
accordi di libero scambio degli Stati Uniti e dell'UE.
16. Le Parti devono convenire di assicurare un trattamento non meno favorevole per lo
stabilimento sul loro territorio di società, consociate o filiali dell'altra Parte di quello
accordato alle proprie società, consociate o filiali, tenendo debitamente conto della natura
sensibile di taluni settori specifici.
17. L'accordo deve creare un quadro atto a facilitare il reciproco riconoscimento delle
qualifiche professionali.
18. L'accordo non deve precludere l'applicazione delle eccezioni in materia di prestazione dei
servizi compatibili con le pertinenti norme OMC (articoli XIV e XIV bis del GATS). La
Commissione deve inoltre provvedere affinché nessuna disposizione dell'accordo vieti alle
Parti di applicare le loro disposizioni legislative e regolamentari e le condizioni
concernenti l'ingresso e il soggiorno purché queste ultime non annullino o compromettano i
vantaggi derivanti dall'accordo. Rimangono applicabili le disposizioni legislative e
regolamentari e le condizioni dell'UE e degli Stati membri in materia di lavoro.
19. L'elevata qualità dei servizi pubblici dell'UE deve essere preservata conformemente al
TFUE e in particolare al protocollo n. 26 sui servizi di interesse generale e tenendo conto
dell'impegno dell'UE in tale settore, compreso il GATS.
20. I servizi forniti nell'esercizio dei poteri governativi ai sensi dell'articolo I.3 del GATS sono
esclusi dai presenti negoziati.
21. I servizi audiovisivi non saranno oggetto del presente capitolo.
22. L'obiettivo dei negoziati sugli investimenti deve essere di negoziare disposizioni sulla
liberalizzazione e sulla tutela degli investimenti, inclusi i settori di competenza mista quali gli
investimenti di portafoglio e gli aspetti della proprietà e dell'esproprio, in base ai livelli più
elevati di liberalizzazione e agli standard di tutela più alti che entrambe le Parti abbiano
negoziato finora. Previa consultazione con gli Stati membri e conformemente ai trattati UE,
l'inclusione della tutela degli investimenti e della risoluzione delle controversie tra
investitore e Stato (ISDS) dipenderà dall'eventuale raggiungimento di una soluzione
soddisfacente rispondente agli interessi dell'UE di cui al punto 23. La questione sarà
valutata anche considerando l'equilibrio finale dell'accordo.
23. Per quanto riguarda la tutela degli investimenti l'obiettivo delle rispettive disposizioni
dell'accordo deve essere:
- prevedere il più alto grado possibile di tutela giuridica e certezza del diritto per gli
investitori europei negli Stati Uniti;
- prevedere la promozione degli standard di tutela europei in modo da aumentare
l'attrattiva dell'Europa quale luogo di investimenti esteri;
- prevedere condizioni di parità per gli investitori negli Stati Uniti e nell'UE;
- fondarsi sull'esperienza degli Stati membri e sulle loro migliori pratiche legate agli
accordi bilaterali sugli investimenti con paesi terzi;
- non pregiudicare il diritto dell'UE e degli Stati membri di adottare e applicare,
conformemente alle loro rispettive competenze, le misure necessarie al
perseguimento non discriminatorio di legittimi interessi di politica pubblica negli
ambiti sociale, ambientale, della sicurezza nazionale, della stabilità del sistema
finanziario, della salute pubblica e della sicurezza. L'accordo deve rispettare le
politiche dell'UE e degli Stati membri per la promozione e la protezione della
diversità culturale.
Campo di applicazione: il capo dell'accordo dedicato alla tutela degli investimenti deve
coprire un ampio spettro di investitori e i loro investimenti, tra cui i diritti di proprietà
intellettuale, e applicarsi indipendentemente dal fatto che gli investimenti siano stati
effettuati prima o dopo l'entrata in vigore dell'accordo.
Norme di trattamento: i negoziati devono tendere a includere, in particolare ma non
esclusivamente, gli standard di trattamento e le norme seguenti:
a) trattamento giusto ed equo, incluso un divieto di misure irragionevoli, arbitrarie o
discriminatorie;
b) trattamento nazionale;
c) trattamento della nazione più favorita;
d) tutela dall'esproprio diretto e indiretto, compreso il diritto a un indennizzo
tempestivo, congruo ed effettivo;
e) completa tutela e sicurezza per gli investitori e gli investimenti;
f) altre disposizioni di tutela efficaci, come l'"umbrella clause";
g) libertà di trasferimento di fondi di capitale e di pagamento da parte degli investitori;
h) regole sulla surrogazione.
Applicazione: l'accordo deve essere volto a prevedere un meccanismo di composizione
delle controversie efficace e moderno, che garantisca la trasparenza, l'indipendenza degli
arbitri e la prevedibilità dell'accordo, anche mediante la possibilità di un'interpretazione
vincolante dell'accordo ad opera delle Parti. Va prevista la risoluzione delle controversie a
livello di Stati, che non deve però interferire con il diritto degli investitori di avvalersi dei
meccanismi di risoluzione delle controversie tra investitore e Stato. Gli investitori devono
avere a disposizione l'ampia gamma di fori di arbitrato attualmente prevista dagli accordi
bilaterali sugli investimenti conclusi dagli Stati membri. Il meccanismo di risoluzione delle
controversie tra investitore e Stato deve contenere misure di salvaguardia contro richieste
manifestamente infondate o futili. Va presa in considerazione la possibilità di creare,
nell'ambito dell'accordo, un meccanismo d'appello applicabile alla composizione delle
controversie tra investitori e Stato e il rapporto adeguato tra il meccanismo di risoluzione
delle controversie tra investitore e Stato e i mezzi di ricorso interni............

LA MODERNITA DI Renzi : botte agli operai disoccupati ed abolizione del welfare : i bankieri ci vogliono tutti precari per risolvere una crisi sempre piu globale!

ORSO CASTANO : E' SOLO L'INIZIO, LA CRISI MORDE E MORDERA' SEMPRE DI PIU'. lE ALLEANZE DI DESTRA COSTRUITE E CONSOLIDATE DA rENZI PRODUCONO QUESTI FRUTTI DISASTROSI: BOTTE AGLI OPERAI CHE NON SI RASSEGNANO ALLA PRECARIZZAZIONE TOTALE, cOSI' VOGLIONO I BANCHIERI AMERICANI ED EUROPEI : UNA POPOLAZIONE DI PRECARIATI, RASSEGNATA, UBBIDIENTE, SILENZIOSA. CREDO CHE QUESTO SIA UN BRUTTO SOGNOL CHE NON SI AVVERERA'. RENZI DOVRA' QUANTO PRIMA DIMETTERSI. PRIMA E' INDISPENSABILE UNA RIUNIFICAZIONE7ALLEANZA/RETE, ANCHE PLURALE,  DELLA SINISTRA  (DALLA SINISTRA PD A QUELLA FETTA DI 5 STELLE CHE NON VOGLIONO PIU' ESSERE POPULISTI E NON VOGLIONO PIU' SOTTOSTARE  AL COMICO SALTANTE!

Momenti di tensione e scontri a Roma tra la polizia e le centinaia di operai dell'Acciaieria di Terni che manifestavano contro il piano industriale di ThyssenKrupp. I dimostranti hanno denunciato di essere stati manganellati, quattro operai sono stati soccorsi, due sono in ospedale con ferite alla testa. Maurizio Landini, segretario Fiom, che era nel corteo, ha confermato: 'Appena siamo partiti, siamo stati caricati senza alcuna motivazione - ha detto Landini - Anch'io ho preso le botte dai poliziotti. Ci hanno menato, non siamo delinquenti. Ma non finisce qui'.La Questura di Roma fa sapere che gli operai "volevano andare verso la stazione Termini e occupare lo scalo romano, hanno forzato il cordone delle forze di polizia e per questo c'è stata una carica di contenimento.  Nel tentativo di creare un corteo non autorizzato verso la Stazione Termini sono stati tirati oggetti contro le forze dell'ordine e un funzionario e tre agenti di polizia sono rimasti feriti". Il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, si è detta "dispiaciuta e rammaricata" per gli scontri e assicaurato che "il Governo entro stasera farà fatte tutte le verifiche ed è pronto a prendere anche eventuali misure". "Esprimo l'auspicio - ha concluso - che sia un caso unico, irripetibile. Episodi del genere non devono capitare"....... Landini. "Riteniamo necessario - ha aggiunto Landini - che si chieda scusa ai lavoratori di Terni per quello che è successo oggi". Landini ha poi spiegato: "Non chiediamo le dimissioni da nessuno ma senz'altro che sia fatta chiarezza. Non siamo più disponibili a tollerare che i lavoratori siano caricati, probabilmente sono ordini. La polizia non può andare come se ci fossero dei delinquenti". Secondo fonti sindacali il bilancio degli scontri è di cinque feriti, che sono andati in ospedale, e dieci contusi, tra questi anche il segretario nazionale Fiom, Rosario Rappa, e il coordinatore Fiom, Gianni Venturi.............I deputati di Sel hanno esposto nell'Aula della Camera cartelli con la scritta "Alfano dimettiti" alla fine dell'intervento di Ciccio Ferrara sull'informativa del ministro Federica Guidi sulla vertenza Ast di Terni. Sel ha annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro dell'Interno. "La questura - ha affermato Ferrara - ha detto falsità: Non è vero che i lavoratori volevano occupare la stazione Termini ma volevano essere ricevuti dal ministro Guidi".

lunedì 27 ottobre 2014

red key :Pnei e patologie psiconutrizionali

http://www.pnei4u.com/
la dott.ssa Corgna formula un'ipotesi interessante coniugando anoressia e bulimia

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molto più diffusa è, invece, la percezione del cibo come irrinunciabile gratificazione (compulsione alimentare), soprattutto nelle ore serali e notturne, momento in cui il substrato neuroendocrino giustifica la ricerca di cibi dolci o di carboidrati o spuntini che affiancano, integrano o sostituiscono il pasto serale, che per molti soggetti rappresenta l’unico pasto della giornata.Nel 1973 Bruch aveva rilevato che il 25% delle pazienti anoressiche erano bulimiche. Nel 1980 questa percentuale era salita al 50%, mentre dieci anni più tardi il gruppo di Toronto rilevava la presenza di bulimia nel 75% delle donne anoressiche.

Le bulimie nervose vengono suddivise in forme purging e non purging.Tale distinzione è di estremo interesse in quanto le forme purging si accompagnano in genere ad un’elevata incidenza di psicopatologie. I pazienti purging presentano gravi disturbi dell’immagine corporea, elevatissimo livello di ansia per l’assunzione di cibo, maggiore incidenza di comportamenti autolesionistici e ideazioni suicide.Tra i fattori di rischio dei pazienti che hanno problemi psiconutrizionali, ricordiamo: stati depressivi, turbe dell’affettività, impulsività, mancanza di autostima, violenze sessuali subite, atteggiamento dei genitori (aspettative in termini di prestazioni e di immagine), critiche da parte dei compagni di scuola o degli amici, influenza dei mass media.Un gruppo particolarmente a rischio per le patologie nutrizionali e per il successivo sviluppo di obesità è quello rappresentato da individui che scelgono carriere che impongono la magrezza (danzatrici, modelle), competitivi nello sport o nella professione. Le donne sono più a rischio per bulimia e obesità per la maggiore prevalenza di disturbi a sfondo depressivo legati anche alla modulazione endocrina, alla preoccupazione per il peso corporeo e alle pressioni dei mass media in rapporto al corpo magro “a qualunque costo” con conseguente imposizione di specifici canoni di bellezza.

Per la definizione psiconeuroendocrina del biotipo maggiormente predisposto alla comparsa di patologie psiconutrizionali, sembrerebbe corretta la somministrazione di farmaci prevalentemente “neurodistonici” che presentano sovente quadri clinici il cui substrato neuroendocrino riguarda principalmente la regolazione ipotalamica, pineale, limbica e diencefalica.

Crisi del capitalismo e impoverimento globale

orso castano : una visione catastrofica , che vede gli USA  al centro della finanza internazionale e la loro paura di sprofondare nel baratro dei deficit nazionali che creswcono in maniera diffusa. Inevitabilmente questo scenario portera' i governi degli stati nazionali , che hanno ricevuto aiuti dagli USA, a tagliare e tagliare welfare ed investimenti pubblici per ripianare il debito con gli Usa. Diversamente gli USA svaluteranno al massimo il dollaro e , con la potenza dei loro prodotti, tecnologia  ed economia controlleranno gli altri stati nazionali. Non c'e' male come previsione. Di fronte a questo e di fronte ad un'ostinato rifiuto delle nazioni  e degli Usa ad una redistribuzione internazionale delle ricchezze , alle classi meno abbienti non rimane che unirsi per difendersi , a livcello globale, pena un impoverimento mai visto.
E' uno scenario catastrofico , ma se guardiamo al governo Renzi, al suo voltafaccia, al suo spostarsi sempre piu' a destra, al suo vole precarizzare non solo il lavoro ma l'intero sistema di welfare che , nei suoi progetti dovrebbe essere sempre piu' colpito dai tagli , ebbene , c'e' da drizzare le orecchie per cercare di capire dove diavolo stiamo andando a parare. Qui' sotto l'analisi di Dufur tratta dal sito di vincenzomaddaloni.it
di Jules Dufour*
 (linca  sito)  Il 2010 è  un anno in cui l’economia mondiale reale è stata gravemente colpita dalla crisi finanziaria. Le economie dei paesi ricchi sono state profondamente indebolite da elevati deficit di bilancio e pesanti debiti nazionali. Molti di essi si sono quindi trovati in una situazione che li ha obbligati a tagliare la spesa pubblica, mettendo in pericolo i programmi sociali. Nel febbraio 2010, un anno dopo l’analisi prospettica del Laboratorio europeo d’anticipazione politica (LEAP) sull’avvenire dell’economia mondiale, si è potuto costatare che “un tale processo è effettivamente in corso: Stati sul bordo della bancarotta, aumento inesorabile della disoccupazione, milioni di persone escluse dalla rete di protezione sociale,riduzione dei salari, soppressione di servizi pubblici, indebolimento del sistema di governance globale (fallimento del vertice di Copenaghen, crescenti contrasti Cina/Usa, ritorno del rischio di conflitto Iran/Israele/Usa, guerra monetaria globale, ecc.)” (LEAP, 2010). Secondo lo stesso rapporto, siamotuttavia solo all’inizio di questa fase. L’aggravarsi della crisi sistemica globale sarà caratterizzata da un’accelerazione e/o un inasprimento delle cinque fondamentali tendenze negative seguenti:
“- L’esplosione dei deficit pubblici e la conseguente insolvenza del debito degli Stati;
- La collisione fatale del sistema bancario occidentale con l’aumento delle insolvenze e il muro dei debiti arrivati a scadenza;
- L’ineluttabile aumento dei tassi d’interesse;
- Il moltiplicarsi delle situazioni di tensione internazionale;
- La crescente insicurezza sociale”.
Nel Global Europe Anticipation Bulletin N°42, il LEAP ha scelto d’analizzare il “caso greco” perché è emblematico di ciò che ci ha riservato il 2010 e perché illustra perfettamente l’evoluzione dell’informazione sulla crisi mondiale, e cioè una “comunicazione di guerra” tra blocchi d’interesse sempre più conflittuali. Si tratta, infatti, di un “must” per riuscire a decifrare l’informazione mondiale dei mesi e degli anni che verranno, la quale sarà un vettore crescente d’operazioni manipolative. (LEAP, 2010)
I. Impoverimento generalizzato e aumento della fame
Questa situazione esercita ed eserciterà un impatto notevole sulle economie dei paesi poveri rendendoli ancora più vulnerabili ai flussi dei prezzi delle materie prime e alle manovre speculative del mercato mondiale. Secondo gli organismi delle Nazioni Unite aumenterà l’impoverimento di milioni di persone e quindi il numero degli affamati e dei senza-tetto. Secondo la FAO, nel 2010 925 milioni di persone sono vittime di fame cronica, di cui 15 milioni nei paesi ricchi. Secondo la Croce Rossa, più di 827,6 milioni sono costretti a vivere in bidonville senza le minime condizioni sanitarie. (AFP- Ginevra, 2010) Secondo la Conferenza delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo (CNUCED) “negli ultimi quarant’anni il numero dei paesi molto poveri è raddoppiato passando da 25 nel 1971 a 49 nel 2010, e la stessa cosa è avvenuta per il numero delle persone al di sotto della soglia di povertà a partire dagli anni 80′”. (AFP- Ginevra, 2010) Nel rapporto 2010 sui 49 paesi meno sviluppati del (PMS), la CNUCED afferma che “il modello di sviluppo prevalso fino ad oggi per questi paesi è fallito e deve essere rivisto”. (AFP- Ginevra, 2010)
II. Catastrofi d’origine naturale e umana di grande ampiezza
A questa situazione inquietante, sia al Nord che al Sud, si sono aggiunte una serie di catastrofi d’origine naturale e umana di grande ampiezza. Secondo il gruppo assicurativo Swiss RE, le catastrofi hanno inciso pesantementesull’economia mondiale nel 2010, per un ammontare di 222 miliardi di dollari, cioè il triplo rispetto al 2009. (AFP-Ginevra, 2010) Queste catastrofi sono state devastatrici per l’ambiente e per gli insediamenti umani: il terremoto ad Haiti in gennaio ha causato la morte di 225.000 persone e danneggiato una grande zona del territorio nazionale; il passaggio della tempesta Cinzia in febbraio ha devastato l’Europa dell’Est; nello stesso periodo un violento terremoto di magnitudo 8,8 ha colpito il Cile; l’esplosione della piattaforma Deepwater Horizon nel golfo del Messico nel mese dell’ aprile scorso ha causato la più grande marea nera nella storia degli Stati Uniti; in luglio delle inondazioni senza precedenti hanno sommerso territori immensi in Pakistan e in Cina. (AFP-Ginevra, 2010).
III. Spese militari in continuo aumento
Mentre il grido d’allarme delle organizzazioni internazionali denuncia senza sosta la povertà, la fame e la miseria, i paesi ricchi consacrano somme enormi perl’acquisto d’armamenti e per la preparazione della guerra. E’ possibile affermare che la crisi economica non ha toccato il settore della difesa. Le spese militari, infatti, non hanno smesso d’aumentare e le cifre mostrano che alle voci difesa e sicurezza sono previste somme aggiuntive per il 2011 rispetto al 2010. Nel bilancio americano la voce difesa mostra degli aumenti sostanziali. Nel bilancio nazionale americano la somma stanziata per la difesa era di 661 miliardi di dollarinel 2009 e quella prevista per il 2011 dovrebbe raggiungere i 749, 5 miliardi. Nel 2010, le spese americane per le operazioni militari sono state di 719,2 miliardi di dollari, di 125,9 miliardi per l’assistenza ai Veterani, di 9,9 miliardi per l’aiuto militare all’estero e di 41,2 miliardi per l’aiuto economico.  (http://www.usgovernmentspending.com/defense_budget_2010_3.html)
I contratti d’acquisto di nuovi equipaggiamenti da combattimento sono saliti alle stelle. Degli accordi d’acquisto d’aerei da caccia sono stati firmati con le principali industrie militari e, in particolare, con la compagnia Lockeed Martin per la costruzione dell’aereo da caccia F-35. Secondo la banca dati del SIPRI, nel 2009 le spese militari mondiali hanno raggiunto i 1531 miliardi di dollari, di cui più della metà effettuate dagli Stati Uniti (figure 1, 2 e 3). Secondo i dati di un rapporto SIPRI, ripreso da I. Gedilaghine, nel 2009 le spese militari mondiali hanno raggiunto dei nuovi record senza subire l’effetto della crisi, grazie soprattutto agli Stati Uniti, il cui cambio d’amministrazione non ha comunque modificato la tendenza. Nell’anno passato, il mondo ha stanziato 1531 miliardi di dollari (1244 miliardi d’euro) per il settore militare, cioè un aumento del 5,9% rispetto al 2008 e del 49% rispetto al 2000, scrive l’Istituto internazionale di ricerca per la pace di Stoccolma (SIPRI). E’ possibile costatare che nulla viene trascurato per l’organizzazione della guerra, la sicurezza e la sorveglianza delle riserve di risorse strategiche e delle infrastrutture produttive: da ciò dipende la prosperità dei potenti del pianeta.La visione del Laboratorio Europeo d’Anticipazione Politica. Europa 2020 LEAP 2011
Secondo il LEAP ci si sta muovendo verso una rottura del sistema economico e finanziario mondiale. Qui di seguito riproduciamo per intero l’analisi del LEAP per il 2011. L’analisi rivela che nel corso dei prossimi mesi assisteremo a un progressivo deterioramento dell’economia americana con effetti devastantiinizialmente per più di 60 milioni d’americani e poi per tutti gli strati della società occidentale.
“Come anticipato dal LEAP/E2020 nel febbraio scorso nel GEAB n. 42, il secondo semestre 2010 è stato caratterizzato da un peggioramento brutale della crisi, accompagnato dalla fine dell’illusione d’una ripresa in cui credevano i dirigenti occidentali, i quali hanno ormai costatato le migliaia di miliardi inghiottitidalle banche e i piani di “stimolo” economico senza efficacia.
I prossimi mesi sveleranno una realtà semplice, ma particolarmente dolorosa: l’economia occidentale, e quella americana in particolare, non è mai realmente uscita dalla recessione. I sobbalzi statistici registrati dall’estate 2009 sono stati solo una conseguenza passeggera della massiccia iniezione di liquidità in un sistema che è diventato fondamentalmente insolvibile agli occhi del consumatore americano.
Al centro della crisi sistemica globale fin dall’inizio, gli Stati Uniti dimostreranno nei prossimi mesi di trascinare nuovamente l’economia e la finanza mondiale nel “cuore delle tenebre”, poiché non riescono a uscire da questa “grande depressione USA”.
Considerando i tassi di crescita ridivenuti negativi e in previsione dei sobbalzi politici delle elezioni americane del novembre prossimo, il mondo dovrà affrontare “la grande rottura” del sistema economico e finanziario mondiale, il quale dagli anni 60′ è fondato sulla necessità che l’economia americana non si trovi mai in una recessione prolungata.
Ebbene, la prima metà del 2011 imporrà all’economia americana una cura d’austerità senza precedenti che provocherà nel pianeta un nuovo caos finanziario, monetario, economico e sociale.
I trimestri a venire saranno particolarmente pericolosi per il sistema economico e finanziario mondiale.
Nella recente riunione delle banche centrali mondiali a Jackson Hole nel Wyoming, il Direttore della Fed, Ben Bernanke, in modo assai diplomatico, ha fatto comunque passare un messaggio chiaro: nonostante la politica di rilancio dell’economia americana sia fallita, il resto del mondo deve continuare a finanziare il suo deficit, sperando che questo serva per evitare il collasso del sistema globale, oppure gli Stati Uniti monetizzeranno il loro debito trasformando in carta straccia l’insieme dei Dollari e dei Buoni del Tesoro americani sparsi nelle banche del mondo intero.
Come ogni potenza in crisi, gli Stati Uniti sono ormai costretti a usare le minacce, oltre che la pressione, per ottenere ciò che vogliono. Fino all’anno scorso, i dirigenti e i responsabili finanziari del mondo erano ben disposti a sostenere l’economia americana. Oggi le cose sono cambiate perché la rassicurazione di Washington si è dimostrata un’arroganza, fondata sulla pretesa d’aver capito la natura della crisi e di avere gli strumenti per dominarla. Al contrario la disoccupazione non smette d’aumentare: nonostante la stabilità delle cifre ufficiali, in sei mesi più di due milioni d’americani sono usciti dal mercato del lavoro; il mercato immobiliare continua a mantenersi ad un livello molto basso ed è ricominciato a scendere da l’ultimo trimestre del 2010; partendo da queste condizioni, com’è facile immaginare, il consumatore USA resta e resterà un debitore inadempiente poiché la sua insolvibilità è aggravata da ogni americano su cinque che si trova senza lavoro.
Dietro queste considerazioni statistiche si nascondono due realtà che trasformeranno radicalmente il paesaggio politico, economico e sociale americano e mondiale nei prossimi mesi, quando emergeranno nella coscienza collettiva.
C’è un disagio popolare molto grave, quello di decine di milioni d’americani (più di sessanta milioni dipendono ormai da buoni alimentari) che non hanno più lavoro, più casa, più risparmi e che si chiedono come potranno sopravvivere negli anni a venire.” (Crise systémique globale)
Conclusioni
La popolazione mondiale raggiungerà, nel 2011, i sette miliardi d’abitanti. Poiché l’essenziale degli effettivi (più d’ottanta milioni di persone) si aggiunge ogni anno nei paesi in via di sviluppo, è lecito pensare che il tasso di vulnerabilità di quelle regioni continuerà a crescere causando più vittime e danni più importanti agli insediamenti umani. Secondo Hervé Domenach, Demografo, Direttore di Ricerca all’Istituto di Ricerca per lo Sviluppo, “circa il 95% dell’accrescimento demografico attuale del mondo riguarda i paesi non occidentali, e la proporzione dei loro effettivi nella popolazione mondiale, che era del 68% nel 1950, raggiungerebbe l’87% nel 2050. Se queste previsioni dovessero realizzarsi, assisteremmo a una formidabile redistribuzione della popolazione mondiale” (http://www.x-environnement.org/index.php?option=com_content&view=article&id=51%3Asept-2007&catid=36%3Ajaune-rouge&Itemid=41&limitstart=3)
Questa situazione attirerà sempre più le forze del governo mondiale verso i paesi emergenti e i paesi dotati di risorse strategiche importanti. Il panorama geopolitico mondiale è destinato a cambiare e lo scenario che ci sembra prevedibile per il 2011, è quello segnato da un aumento delle tensioni fra Stati, poiché più le economie occidentali scivoleranno nel baratro dei deficit di bilancio, più gli altri fattori di destabilizzazione agiranno sulla governance mondiale. La dottrina dell’intervento armato preventivo, promosso dagli Stati Uniti con la guerra mondiale contro il terrore, potrebbe essere applicata da potenze regionali, ma le prerogative delle grandi potenze trionferanno ancora a lungo, attizzando i luoghi caldi come la Corea del Nord, il Medio Oriente o il consenso creato dalla resistenza dei membri dell’ALBA.
Tra i fattori decisivi ci saranno la volontà di potenza della Russia e le strategie di conquista della Cina per le nuove fonti di materie prime e per i mercati finanziari ed economici emergenti.
E’ innegabile che le guerre d’invasione dell’Iraq e dell’Afghanistan siano giunte alla fine, essendo divenute ormai sempre più ingiustificabili dall’imperialismo. In Afghanistan, l’esercito nazionale rifondato e meglio equipaggiato per i combattimenti sostituirà le forze della coalizione. Si costituirà quindi un modus operandi “normale” con il sostegno militare ed economico delle potenze occidentali. L’Afghanistan si trasformerà in un grande alleato continentale per gli Stati Uniti e la Nato, assumendo un ruolo simile a quello giocato da Israele in Medio Oriente e dalla Colombia in America Latina.
All’orizzonte, è tuttavia possibile intravvedere un lento ma inesorabile tramonto dell’Occidente, il quale sarà logicamente determinato dal progressivo indebolimento del suo peso demografico su scala mondiale. Per riuscire a mobilitare l’economia mondiale dietro i loro interessi egemonici, le grandi potenze dovranno creare situazioni in cui la posta in gioco è altissima. L’esplosione d’una guerra nucleare contro l’Iran e la Corea del Nord? Un altro 11 settembre? Un’invasione armata del Venezuela? Gli strateghi del Pentagono e della Casa Bianca non escluderanno nessuna opzione per salvaguardare gli interessi della prima potenza mondiale.
* Jules Dufour, Ph.D., è presidente de l’Association canadienne pour les Nations Unies (ACNU) /Section Saguenay-Lac-Saint-Jean, professore emerito all’Università del Québec a Chicoutimi, membro del circolo universale degli Ambasciatori della Pace, membro cavaliere de l’Ordre national del Québec. E’ ricercatore associato al CRM (Centre de recherche sur la Mondialisation).
Titolo originale: “2011. Crise du capitalisme hégémonique. Appauvrissement, faim et plus grande vulnérabilité des zones de vie”
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MARIO SEI