lunedì 30 marzo 2015

La “Coalizione sociale” anti Renzi di Landini con Gino Strada e Libera, ma senza partiti (da "il fatto quotidiano" del 14 marzo

orso castano: l'assocoazione di Landini non e' un partito 8almeno per ora) , ma una ree di associazioni che hanno una vasta ramificazione in Italia. Da Libera a Gino Strada ; tale associazione e' indubbio che influenzera' la sinistra PD mettendola in una situazione di scacco. Chi rappresentano infatti Civati  ed amici vari? il PD oppure i bisogni dei piu' deboli del paese? Bersani dovra' dare una risposta alle proposte di Landini , e se scegliera' il PD di Renzi in nome dell'unita' di un partito lacerato e "comandato" da un personaggio arrogante ed autoritario come Renzi , spostato a destra per sottrarre voti ad un Berlusconi in fase calante, saranno fuori dal gioco politico senza piui' nessuna funzione e prospettiva. E' un vero peccato!! Ma Landini ha ragione . La misura e' colma!!Risultati immagini per renzi uomo di destraRisultati immagini per renzi uomo di destra

Risultati immagini per il fatto quotidianoRisultati immagini per landini fiomNon sarà un partito – «E’ andata molto bene», assicura a ilfattoquotidiano.it il vice presidente dell’Arci Filippo Miraglia. «L’obiettivo è quello di avviare il percorso proposto dalla Fiom per rianimare la democrazia italiana dando vita ad una coalizione di associazioni che restituisca un’opportunità alla politica. Una politica sempre più distante dai cittadini a loro volta sempre più esclusi dalla partecipazione. Un progetto interessante, insomma, rispetto al quale ho chiesto tempo per discuterne al nostro interno». Un interesse che ruota intorno alla fondamentale premessa partenza. «Non c’è alcuna intenzione di fondare l’ennesimo partitino di sinistra, su questo Landini è stato chiaro – continua Miraglia –. Ad un’ipotesi del genere l’Arci non sarebbe assolutamente interessata, mentre è molto interessata all’idea della coalizione sociale che porti avanti le sue battaglie sui temi del lavoro, dei diritti, della scuola e della lotta alla povertà». Esclusa la formazione di liste e, di conseguenza, la partecipazione a competizioni elettorali, come si pensa di far valere le rivendicazioni della coalizione nelle sedi istituzionali? «L’obiettivo è fare politica nella società rapportandoci con i partiti, ma rimanendone distinti – osserva il vice presidente dell’Arci –. Strumenti come ilreferendum abrogativo o la legge di iniziativa popolare possono essere, ad esempio, delle strade percorribili». E alla manifestazione del 18, a Francoforte, contro l’austerity, anche l’associazione di Miraglia si farà vedere. «Qualcuno dell’Arci sicuramente ci sarà – continua –. Per dire basta a questa politica economica che, a livello comunitario, sta solo aggravando il divario tra ricchi e poveri». Temi per la verità che richiamano molto quelli cavalcati in Grecia da Syriza, il partito dall’attuale premier Tsipras. «Una convergenza che al massimo si può scorgere su singoli temi condivisi – conclude Miraglia –. Ma loro sono un partito, noi no».Qualcuno già ci teme -  «Il progetto è di fare politica fuori dai partiti – spiega a ilfattoquotidiano.it la presidente nazionale di Libertà e Giustizia, Sandra Bonsanti –. Già in passato era accaduto una cosa del genere, ma questa iniziativa è molto diversa perché è scesa in campo la Fiom nel suo insieme. Non è solo l’impegno di Maurizio Landini». Il tratto distintivo dell’incontro era «l’entusiasmo delle associazioni presenti». Sulla natura del progetto, la presidente di Libertà e Giustizia esprime un giudizio netto: nessuna vicinanza con gli attuali partiti presenti in Parlamento. «L’obiettivo è di mettere in piedi una massa critica, ma soprattutto capace di elaborare delle proposte», ribadisce.........(di Antonio Pitoni e Stefano Iannaccone)
da Il PostRisultati immagini per il post
...............Ci sarà anche Libera di don Luigi Ciotti, legato con Maurizio Landini da un forte vincolo personale, che in questi mesi sta svolgendo un’importante battaglia a favore del reddito di cittadinanza. Alla riunione della Fiom di oggi ci saranno anche altre associazioni come Arci, Libertà e Giustizia, sigle del mondo sindacale studentesco come UdS, e realtà legate ai centri sociali. Un arcipelago del mondo associativo della sinistra, allargata a frange più radicali, per dare vita a una sorta di “associazione delle associazioni” che diventi riferimento per l’opposizione sociale e politica al governo di Matteo Renzi. Per rimarcare la novità di questo percorso Landini e sopratutto le associazioni coinvolte hanno messo un veto alla partecipazione dei partiti come Sel e Rifondazione comunista. Il segretario della Fiom persegue una via di rivitalizzazione della sinistra più simile a quello seguito da Syriza e Podemos, più legate ai movimenti che alla realtà partititiche. Stefano Rodotà, una delle personalità più vicine a questa sensibilità, ha definito recentemente “zavorra” i partiti alla sinistra del PD........... (gad lerner ) 

lo sfascio della sanita'

orso castano : ormai siamo alla frutta ed il governo Renzi invece di stabilire delle regole di ricambio  come ad esmpio una rotazione triennale REALE DEI CULI DI PIETRA CHE STANNO BEN SALDI SULLA  POLTRONA  ormai consociati , spesso, inrete con reti di interessi oscuri e che sfruttano la malattia , considerandola un affare,  la privatizza peggiorandone ancora di piu' l'accesso , l'universalita' e l'equita' nel trattamento. Il Governo Renzi se ne deve andare . Le Regioni sono responsabili di nomine spesso oscure e molte nomine sono finite nel mirino della Magistratura, vanno quindi deresponsabilizzate per alcuni compiti e velocemente. Diversamente le Regioni, troppo autonome nelle loro nomine e nelle decisioni in materia sanitaria, Le ASL di conseguenza sono politicizzate fino all'ultimo operatore. Chi non rispetta le decisionoi dei politici viene emarginato!! E' ora di dire basta!!Risultati immagini per lo sfascioRisultati immagini per lo sfascio



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Associazioni, riforma costituzionale non tutela unitarietà del Ssn
ADNKronos Salute27 Mar 20159 Visualizzazioni

Bologna, 27 mar. (AdnKronos Salute) - Il Senato "riveda l'articolo 117 della riforma costituzionale" approvata dalla Camera, in modo da "assegnare in maniera inequivocabile allo Stato il ruolo di garante del diritto della tutela della salute". E' la richiesta della Fondazione Gimbe e dell'associazione Dossetti, che fanno fronte comune per la riforma del Titolo V della Costituzione.

E' lo Stato che deve "assicurare una uniforme erogazione dei Lea in tutte le Regioni - sottolineano il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta, e il segretario nazionale dell'associazione Dossetti, Claudio Giustozzi, dalla X conferenza nazionale della Fondazione Gimbe a Bologna - riallineare il Ssn sui principi di equità e universalismo che lo contraddistinguono". Ma nel testo approvato in prima lettura dalla Camera, così non è".

Con la formulazione attuale, obiettano, "lo Stato non recupera il diritto a esercitare poteri sostitutivi nei confronti delle Regioni inadempienti nell'attuazione dei Lea". Da qui la richiesta di modifica: "Riteniamo indispensabile che la riforma del Titolo V espliciti la determinazione dei livelli essenziali concernenti i diritti sanitari e la tutela della salute nella clausola di supremazia", concludono Cartabellotta e Giustozzi.




Sanità, sprechi voragine da 25 miliardi nel 2014
ADNKronos Salute27 Mar 20150 Visualizzazioni


Bologna, 27 mar. (Dall'inviata dell'AdnKronos Salute Adelisa Maio) - Ben 25 miliardi di euro sono stati sprecati in sanità nel 2014, circa il 23% del totale della spesa, 111,4 mld. Le voci che hanno gravato di piu' sono l'eccessivo numero di prestazioni inefficaci, inappropriate o troppo costose rispetto ai benefici reali (7,6 mld) e la corruzione, male italico che si annida anche nel Ssn (5-6 mld). Queste le cifre illustrate dal presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, in apertura della X conferenza nazionale Gimbe, che riunisce a Bologna circa 500 partecipanti da tutt'Italia, in rappresentanza di tutte le professioni sanitarie.

Gli sprechi, dunque, rappresentano una voragine da 25 miliardi di euro, sottratti a servizi essenziali e innovazione. Di questi "il 30%, circa 7,69 mld - spiega - viene assorbito dal sovra utilizzo di interventi sanitari inefficaci, inappropriati o dai costi elevati rispetto ai benefici reali. In pratica, stiamo sprecando troppo denaro in prestazioni che non servono, a causa della medicina difensiva ma anche dell'orientamento giudiziario, della medicalizzazione della società e delle aspettative dei pazienti, del turn over delle tecnologie, dei conflitti di interesse". Altro che 'less is more'.

A questi si aggiungono "5-6 miliardi di euro (20%) erosi da frodi e abusi - prosegue Cartabellotta - comportamenti che minano la credibilità del Ssn e contro cui servono azioni concrete". Poco piu' di 4 mld vengono sprecati "nell'acquisto di tecnologie sanitarie, farmaci e strumenti medici e di beni e servizi non sanitarie, come mense e lavanderie, a costi eccessivi, non standardizzati da un capo all'altro della Penisola". Ma c'è anche un "sottoutilizzo delle prestazioni - evidenzia l'esperto - che brucia 3,08 miliardi (12%) per l'aggravamento delle condizioni dei pazienti, ricoveri e altri interventi evitabili che si fosse agito meglio prima". Burocrazia, ipertrofia del comparto amministrativo e la scarsa diffusione delle tecnologie assorbono circa 3 mld (12%). (segue)

Infine, "l'inadeguato coordinamento dell'assistenza, fra ospedale e territorio, ma anche all'interno di uno stesso ospedale - afferma Cartabellotta - pesa per 2,56 miliardi di euro (10%)".

E' "intollerabile - sottolinea - che 25 miliardi di euro l'anno vengano sprecati in quest modo. Negli ultimi anni la tendenza al de finanziamento del Ssn e' stata costante e non si arresta. In futuro non ci saranno risorse aggiuntive e non si potranno finanziare servizi essenziali e vere innovazioni se le Regioni non avvia un processo di disinvestimento da sprechi e inefficiente per reinvestire in ciò che serve davvero, sulla base delle evidenze scientifiche".

Un processo "necessario, che deve avvenire responsabilizzando le aziende sanitarie, che a loro volta devono coinvolgere professionisti sanitari e cittadini". All'insegna del motto 'less is more', "perché il troppo in sanità e medicina non sempre e' salutare ed efficace", conclude.

martedì 17 marzo 2015

Corruzione, Ue all’Italia: “La vostra norma non basta. E stop leggi ad personam” da "Il Fatto quotidiamo"

orso castano: un articolo. puntuale quello del fatto. Questo disegno di legge giace ormai da oltre due anni nei cassetti del Parlamento. Questo governo resiste, la tira per le lunghe, figli di grandi dirigenti, dirigenti incollati alla propria sedia, dappertutto, anche nella saniota', dove ci sono Primari, nominati dai Direttori Generali, nominati dai politici Regionali (tutti, di tutti i partiti) , che garantiscono la stabilita' e gli equilibri di potere e le distribuzioni familistiche (dalla famiglia tradizionale a quelle politiche istituzionali , le famose "caste") dei posti chiave , perche' nulla cambi ed i rivoli del danaro finiscano sempre nelle stesse mani. L'Italia cosi' si sta impoverendo, chi vuole innovare o ha idee nuove deve, dico , deve andare all'estero, dove mette a frutto le sue idee e rende piu' ricche quelle nazioni. Viene una grande tristezza a parlarne, ci si sente impotenti. Allora vien da dire bene Landini, bene anche Salvini , quando parla del magna magna che viene operato da persone molto vicine al potere, come mostrano gli organi di stampa, bene anche i cinque stelle,  quando partecipano ai dibattitti pubblici e denunciano le c orruttele ormai quotidiane, uno stile comportamentale nazionale, un decadimentomorale che non si ferma piu'. E' un intero ceto politico che se ne deve andare e si deve rinnovare. C'e' un sistema che ci sta portando sulla strada della Grecia , se non peggio.

Risultati immagini per il fattoRisultati immagini per ladriRisultati immagini per ladriRapporto della Commissione europea: "Nodi irrisolti: non modifica la prescrizione, il falso in bilancio e l'autoriciclaggio. Stop a norme ad personam"La nuova legge italiana contro la corruzione “lascia irrisolti” vari problemi perché “non modifica la disciplina della prescrizione, la legge sul falso in bilancio e l’autoriciclaggioe non introduce reati per il voto di scambio“. E poi basta con le leggi ad personam e bisogna mettere mano finalmente alla legge sulconflitto d’interesse, questione annosa e costantemente rimandata in Italia. A dirlo all’Italia è la Commissione europea nel Rapporto 2014 anticorruzione. Un’emergenza tale, secondo l’Ue, che il totale dei costi diretti della corruzione in Italia ammonta a 60 miliardi di euro ogni anno, pari al 4% del Pil italiano, cioè metà dei danni provocati in Europa, indicati dalla Commissione in 120 miliardi di euro l’anno. Il dato, derivato da una vecchia stima della Banca mondiale sull’incidenza della corruzione sul Pil a livello globale, è in realtà riduttivo. “Indica soltanto il probabile ordine di grandezza del puro costo monetario della corruzione, cioè delle risorse che dal bilancio pubblico finiscono in tasche private”, rileva Alberto Vannucci, coordinatore del master su corruzione e criminalità organizzata dell’Università di Pisa (e blogger di ilfattoquotidiano.it). “Uno studio della Corte dei contistima per esempio che le tangenti comportino un costo aggiuntivo del 40% sugli appalti pubblici, che in Italia ammontano a 100 miliardi di euro l’anno. Ma il problema”, continua, “è che non si possono calcolare i costi che gravano sul sistema: le aziende costrette a investire in mazzette invece che in Ricerca e sviluppo, i fondi pubblici allocati secondo la convenienza delle cricche e in generale una minore efficienza del mercato”. Secondo il rapportoRisultati immagini per il fatto
presentato oggi, tre quartidei cittadini europei e il 97% degli italiani, ritengono che la corruzione sia diffusa nel proprio Paese. E per due europei su tre, e per l’88% degli italiani, le mazzette e l’utilizzo di legami, sono il modo più semplice per ottenere alcuni servizi pubblici. Bruxelles suggerisce di perfezionare la legge sulla corruzione, anche perché tra l’altro “frammenta” le disposizioni su concussione e corruzione, “rischiando di dare adito ad ambiguità nella pratica e limitare ulteriormente la discrezionalità dell’azione penale”. Sono “ancora insufficienti le nuove disposizioni sulla corruzione nel settore privato e sulla tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti. La prescrizione è un problema “particolarmente serio per la lotta alla corruzione...............