lunedì 31 agosto 2015

Tunisia: dopo la primavera, la delusione ed il terrorismo

orso castano: intervista molto interessante anche se "tronca" (poteva essere piu' approfondita, visto lo spessore del personaggio). La blogger Ben Mhenni viene intervistata e valuta la non bella fine della primav era tunisina.

19 marzo 2015



ROMA - Lina Ben Mhenni è una delle voci più famose della Primavera araba: in quei giorni del 2011 in cui il mondo guardava incredulo un paese intero ribellarsi, il suo blog divenne un punto di riferimento per chi cercava di capire cosa stesse accadendo a Tunisi. Da allora è diventata una celebrità, premiata in tutto il mondo e citata anche dall'allora candidato segretario del Pd Matteo Renzi nel pantheon dei suoi miti, accanto a Papa Giovanni e Nelson Mandela.

Lina, si aspettava un attacco come questo nel cuore della sua città?
"Assolutamente no. Sono sotto choc, come molti tunisini oggi: pensare che tutto sia avvenuto a pochi passi dal Parlamento, in pieno centro, è incredibile. Mai avrei pensato a una cosa simile".

Quale messaggio c'è dietro ad un'azione così?
"Stanno cercando di distruggere il paese simbolo della Primavera araba. Ma non vinceranno: torno ora dal centro, c'erano centinaia di persone a manifestare, spontanea mente. Torneremo in strada nelle prossime ore per dire che non siamo spaventati, che chi ha sparato non rappresenta la vera Tunisia".

Però il suo paese è quello che ha il più alto numero di giovani partiti per la Siria...
"La Tunisia non ha ancora vinto la sua scommessa: nessuno dei governi che si sono succeduti dopo la caduta di Ben Ali ha centrato gli obiettivi che si era posta la rivoluzione e molti hanno perso la speranza. Chi perde la speranza è fragile e facilmente manipolabile: è per questo che i terroristi hanno trovato qui un terreno fertile".

E Lei che della Primavera tunisina è stata la voce e il volto cosa pensa?
"Sono triste: è difficile vedere a che punto siamo oggi e pensare a dove avremmo voluto arrivare quattro anni fa. Ma non perdo la speranza. È un processo lungo e difficile, dobbiamo essere pazienti ".

Tunisian girl. La rivoluzione vista da un bloghttp://www.ibs.it/code/9788889772683/mhenni-leena-b-/tunisian-girl-rivoluzione.html
Intanto l'Is avanza...

"È vero: stanno guadagnando spazio. È vero, il numero di quelli che si schierano con loro è in aumento. Ma, lo ripeto, ci sono delle ragioni dietro a tutto questo: ed è a quelle che dobbiamo guardare ".

una sintesi , non molto aggiornata, ma sicuramente molto interessante per capire cos'e' la medicina antiaging, cioe' la prevenzione dell'invecchiamento

La medicina anti aging

Per comprendere le basi della medicina anti-aging intesa come medicina preventiva e necessario comprendere il processo biologico dell’invecchiamento fenomeno che appartiene a tutti gli esseri viventi.
L’invecchiamento fisiologico va distinto da quello patologico che e rappresentato da una serie di segni e sintomi ad insorgenza rapida e precoce.
La vita dell’uomo e regolata dall’equilibrio tra il Sistema Nervoso,  Immunitario ed Endocrino. Dobbiamo quindi considerare l’organismo come un sistema aperto dove ogni singolo distretto comunica e collabora con gli altri al fine di garantire un buon equilibrio dell’insieme con l’ambiente. L’invecchiamento deve quindi considerarsi come una alterazione della comunicazione tra questi tre grandi sistemi, in definitiva una sconnessione di segnali e di informazioni che porta ad una maggiore vulnerabilita dell’organismo  nei confronti degli agenti patogeni.
Esistono varie teorie sull’invecchiamento che investono sia l’organismo che i singoli organi. A cui si aggiungono le teorie sull’invecchiamento cellulare e molecolare.
Tra le teorie sistemiche emergono quelle:
  • dell’autointossicazione (Metchnikoff 1904)
  • dell’“error catastrophe” (Orgel 1963)
  • del“wear and tear” (Sacher 1966)
  • dello“stress damaging” (Selye 1970)
  • dell’evoluzionismo che prevede un invecchiamento programmato
Tra le teorie che coinvolgono singoli organi ricordiamo: quella endocrina (Korencheysky 1961) ed immuno-biologica (Waford 1969)
A livello cellulare invece abbiamo la teoria:
·         delle mutazioni somatiche (Szilard 1959)
·         della plasma membrana (Zs.Nagy 1978)
·         mitocondriale (Miquel et al. 1980)
·         dell’asse mitocondri-lisosomi (Brunck et al. 2002)
A livello molecolare la teoria:
  • dei radicali liberi (Harman 1953-2003)
  • della formazione di legami crociati (Bjorksten 1968)
  • immuno-biologica (Waford 1969)
  • dell’accumulo di alterazioni sul DNA (Vilenchik 1970)
  • degli oligo-elementi (Eichhorn 1979)
  • della glicosilazione non-enzimatica (Cerami 1985)
  • dello stress ossidativo (Sohal & Allen 1990)
  • dell’intossicazione da carbonili (Yin & Brunck 1995)
  • del “garbage catastrophe” (Terman 2001)
possiamo enunciare una formula per valutare le alterazioni molecolari, cellulari, tessutali:
A = D – R
A = alterazioni molecolari, cellulari, tessutali
D = danni che si accumulano nel tempo
R = meccanismi di riparazione
I bersagli molecolari coinvolti sono innanzitutto il Dna, le proteine ed i lipidi.
Ma al di la delle varie teorie quali sono le cause dell’invecchiamento? Oggi e stato dimostrato il meccanismo mediante il quale il danno ossidativo produce morte cellulare. Queste ricerche hanno dimostrato che la vita di ogni cellula e il risultato dell’equilibrio tra  produzione di composti ossidanti, radicali liberi, e sostanze antiossidanti.
Questo equilibrio e influenzato da fattori interni genetici e fattori esterni come stile di vita, alimentazione, fumo, stress, radiazioni UV, inquinamento, inadeguata attivita fisica.
Gli effetti dell’invecchiamento sono caratterizzati:
  1. da stress ossidativo con produzione di radicali liberi dell’ossigeno e danni alle membrane, ed ai tessuti in generale;
  2. dalla glicazione delle proteine;
  3. dal deficit di metilazione con riduzione della funzionalita del DNA cellulare;
  4. dall’ingresso eccessivo degli ioni calcio all’interno della cellula con perdita della sua funzione;
  5. dallo squilibrio degli acidi grassi essenziali con alterazione delle membrane biologiche;
  6. dalla disfunzione del sistema immunitario;
  7. da alterazione della produzione di neurotrasmettitori;
  8. da alterazione della funzione circolatoria con danni da ipossia cronica.
Approfondiamo la conoscenza dei primi quattro punti.
  1. I Radicali Liberi e l’Ossidazione
    La formazione di radicali liberi e dovuta ad alterazione della catena respiratoria mitocondriale.
    Si tratta di sostanze chimiche che possiedono uno o piu elettroni spaiati negli orbitali esterni, con conseguente sottrazione di elettroni ad altre molecole. La sottrazione elettronica si rende necessaria  per completare il loro ottetto, che attiva una  reazione a catena. Caratteristica fondamentale dei radicali liberi e la loro spiccata reattivita e instabilita con vita molto breve. Questi radicali possono essere prodotti direttamente nel corpo (microcosmo-endogeni) o possono provenire dall’ambiente esterno (macrocosmo-esogeni).
    In che modo alimentiamo la produzione di radicali liberi?
    Attraverso le diete ipocaloriche, l’alcool, l’attivita fisica intensa, l’esposizione ai raggi UV del sole, il tabacco, i processi infiammatori dell’organismo, soprattutto cronici, l’inquinamento, i trattamenti farmacologici e le vaccinazioni, lo stress.
    Il rapporto tra radicali liberi, invecchiamento e danni cardiovascolari si realizza attraverso  danni cellulari per ossidazione degli acidi grassi polinsaturi. In conseguenza di cio le proteine si frammentano con frequente danneggiamento del DNA.
    I Radicali Liberi
    Possono essere classificati come reattivi all’ossigeno ROS - Anione Superossido (-O2), Idrossile (OH-), Singoletto d'ossigeno (+O2), - o all’azoto RNS        - Ossido nitrico (NO-), Biossido d'azoto (NO2-), Perossido nitrico (OONO-)-.
    Quindi questi Radicali liberi provocano uno stress ossidativo. La misura dello stress ossidativo viene determinata tramite le Unita Carratelli. Una Unita Carratelli corrisponde ad una concentrazione di perossido di idrogeno (H2O2) di 0,08 mg/100 ml. Queste misurazioni sono effettuate prelevando una goccia di sangue capillare e analizzata tramite il d-ROMs Test (test per la determinazione dei metaboliti reattivi dell'ossigeno).
    In conclusione i punti chiave dell’ossidazione sono:
    1. Complesso I NADH deidrogenasi - puo perdere un elettrone e formare O2-
    2. CoQ 10  puo perdere un elettrone e formare O2-
    3. SOD (superossidodismutasi)  in caso di deficit  di Cu e Zn puo perdere funzionalita con aumento O2-
    4. Catalasi in caso di deficit  di Cu e Zn puo perdere funzionalita con aumento O2-
    5. Glutatione perossidasi  In caso di deficit di selenio l’enzima perde funzione con aumento dell’ H2O2
    6. PL – PUFA    Un deficit di questi acidi grassi o l’eccesso di quelli saturi porta ad alterazione della fluidita della membrana mitocondriale con alterazione sterica dei sistemi enzimatici  e perdita della loro funzione.
    7. La Vit. B1 (Tiamina) rientra come coenzima in 24 sottoprocessi della fosforilazione. Un suo deficit comporta riduzione della funzionalita mitocondriale.
    8. Il Cu, Fe, Zn  sono presenti in quasi tutti i complessi enzimatici. Un deficit comporta blocco della catena.
    9. I Complessi  II e III (citocromi) possono alterarsi per carenza di metalli e PL – PUFA
    10.  La Citocromo ossidasi  puo alterarsi per carenza di rame o instabilita della membrana

  2. Glicazione o glicosilazione non enzimatica

In determinate condizioni il Glucosio puo reagire con i gruppi NH2 (aminoacidi, peptidi, proteine). Il fenomeno e accentuato e piu rapido nei pazienti diabetici.
Le “reazioni di Maillard” (1912) portano alla formazione di “basi di Schiff” e “prodotti di Amadori” (stabili). Si formano anche carbonili insaturi (gliossale, metil-gliossale, deossi-glucosoni) simili ai prodotti della perossidazione lipidica. Tutti questi prodotti sono denominati: AGEs -Advanced Glycation End-products ( pirraline e pirroli, pentosidine,  carbossimetil-lisina, vesperlisine)- e ALEs -Advanced Lipoxidation end products): (aldeidi, carbonili idro-Liposolubili.
Reazione di Maillard
fig 1
fig 2

  1. La metilazione
  2.  La metilazione e il trasferimento di  gruppi metile al DNA trasformandolo nella sua forma inattiva detta eterocromatina. La metilazione e anche importante per la formazione di molte molecole biologiche (mielina, fosfatidiletanolamina, varie proteine ecc…)
    I gruppi metili vengono donati da molecole donatrici e tra queste la piu importante e la metionina che si condensa con ATP formando S – adenosilmetionina (SAM) un potente donatore di metili.
    La reazione e catalizzata da metionina – sintetasi, B12 e 5 – metil   tetraidrofolato.
    La carenza di questi componenti comporta aumento di Omocisteina con aumento del rischio cardiovascolare.

  3. Il calcio
    1. Il calcio e fondamentale per la trasmissione dei segnali ormonali, di neurotrasmettitori e dei fattori di crescita.
    2. Un aumento della sua concentrazione intracellulare indica l’alterazione dei processi di comunicazione intercellulare,  alterazione che aumenta con i processi di invecchiamento.
    3. Il calcio e normalmente uno ione extracellulare che, in condizioni di ischemia tessutale, irrompe entro il clitoplasma, scompaginando la membrana limitante e distruggendo il citoscheletro, impedendo i normali scambi con il tessuto circostante e sostituendosi agli altri elementi citoplasmatici. Alla cellula cosi colpita non resta che mettere a disposizione tutte le riserve energetiche residue al fine di rimuovere l'abnorme accumulo di calcio in essa creatosi. Ne consegue un progressivo deterioramento della cellula che esita nella morte cellulare stessa
alla base dell’invecchiamento  e soprattutto il danno da radicali liberi che colpisce:
  1. il DNA mitocondriale e nucleare
  2. le membrane mitocondriali, nucleari e citoplasmatiche
  3. le strutture lipoproteiche dell’organismo
  4. l’attivazione della caspase
 Il DNA Mitocondriale
Il primo bersaglio e il DNA mitocondriale dove una sola delezione puo portare alla perdita di funzione di tutto il filamento. Il DNA e un target importante del HO°(idrossil radicale) producendo 8 – idrossiguanosina (8 – Ohdg come marker di danno).
Aleksandra Trifunovic e colleghi del Karolinska Institute di Stoccolma, in Svezia, hanno condotto uno studio sull'invecchiamento ed e risultato che questo e causato dell'accumulo di errori nel genoma mitocondriale. I difetti del DNA mitocondriale provocano o contribuiscono a provocare una vasta gamma di patologie.
Ogni cellula possiede centinaia di migliaia di mitocondri, per cui perché il danno si manifesti occorre che molti mitocondri riportino quegli errori; in effetti e quello che accade nelle persone anziane.
I mitocondri sono intimamente interessati alla produzione di ROS che si forma normalmente come prodotto “di scarto” della catena respiratoria in prossimita fisica del DNA mitocondriale.  La riduzione della funzionalita degli enzimi della catena respiratoria, non solo diminuisce la sintesi di ATP, ma aumenta la produzione di radicali dell’ossigeno in un tragico circolo vizioso tra danno respiratorio, accumulo di radicali liberi e mutazione del DNA mitocondriale.

Il DNA Nucleare
Il danneggiamento del DNA nucleare (da parte di 8 Ohdg) puo portare all’alterazione dei processi di sintesi e di replicazione della cellula con conseguente morte della stessa. Durante la fase di crossing – over della mitosi il danno da radicali liberi puo indurre  una non disgiunzione dei cromosomi con morte cellulare

Il danno delle membrane biologiche
Il danno alle membrane biologiche si manifesta principalmente mediante formazione di lipoperossidi con formazione di:
-          Aldeidi (malondialdeide)
-          Acido glutarico
-          Acido azelaico
La perossidazione dei lipidi attiva la fosfolipasi A2 con liberazione di PL – PUFA che vengono trasferiti in omega 3 ed omega 6. L’aumento del rapporto omega 3/6 comporta danni sistemici come blocco Th1 (omega 3 in eccesso).
L’ossidazione dei lipidi di membrana comporta irrigidimento della stessa con perdita di fluidita ed alterazione delle funzioni recettoriali

INVECCHIAMENTO CUTANEO
L’invecchiamento cutaneo puo essere fisiologico “crono-aging”, o fotoindotto “fotoaging”.
L’invecchiamento fisiologico provoca:
Diminuita capacita di rigenerazione dei vasi
Rughe sottili
Diminuito turnover cellulare
Riduzione del tessuto elastico
Riduzione del collagene
Segni clinici
-          Cute sottile
-          Secchezza
-          Perdita elasticita
-          Rughe

L’invecchiamento fotoindotto provoca:
Grave perdita dei vasi
Grana spessa
Rughe profonde e irregolari
Grave perdita di collagene
Produzione irregolare tessuto elastico anomalo
Segni clinici
Modificazione colore cutaneo
Inspessimento
Fragilita vascolare
Rughe profonde
Spesso Cronoaging e Fotoaging sono associati
Le modificazioni piu importanti colpiscono il derma:
-          Ipertrofia  del derma con elastosi e produzione di fibre elastiche anomale nel caso del fotoaging. Iperproduzione di isolotti di tessuto associato a grave perdita di collagene per danno UV indotto ai fibroblasti. Epidermide inspessita.
-          Atrofia con ipoproduzione di fibre elastiche e collagene nel cronoaging. L’epidermide e assottigliata
In entrambi i casi e presente: grave perdita di GAG e acido jaluronico. Alterazioni del microcircolo.
In conclusione i punti chiave dell’ossidazione sono:
  1. Complesso I NADH deidrogenasi - puo perdere un elettrone e formare O2
  2. CoQ 10  puo perdere un elettrone e formare O2-
  3. SOD (superossidodismutasi)  in caso di deficit  di Cu e Zn puo perdere funzionalita con aumento O2-
  4. Catalasi in caso di deficit  di Cu e Zn puo perdere funzionalita con aumento O2-
  5. Glutatione perossidasi  In caso di deficit di selenio l’enzima perde funzione con aumento dell’ H2O2
  6. PL – PUFA    Un deficit di questi acidi grassi o l’eccesso di quelli saturi porta ad alterazione della fluidita della membrana mitocondriale con alterazione sterica dei sistemi enzimatici  e perdita della loro funzione.
  7. La Vit. B1 (Tiamina) rientra come coenzima in 24 sottoprocessi della fosforilazione. Un suo deficit comporta riduzione della funzionalita mitocondriale.
  8. Il Cu, Fe, Zn  sono presenti in quasi tutti i complessi enzimatici. Un deficit comporta blocco della catena.
  9. I Complessi  II e III (citocromi) possono alterarsi per carenza di metalli e PL – PUFA
  10. La Citocromo ossidasi  puo alterarsi per carenza di rame o instabilita della membrana
Terapia anti-aging 
  1. Un ruolo di primo piano hanno gli interventi antiossidanti 
  2. Essenziale e il recupero dell’attivita del I – II – III  e  IV  complesso mitocondriale attraverso la somministrazione di:
    1.  Cu, Zn e Fe come oligoelementi o a diluizione omeopatica;
    2. NADH (che attraversa anche la barriera emato-encefalica);
    3. Ubichinone (va assunto a stomaco pieno dopo un pasto con sostanze grasse);
    4. Carnitina – favorisce la formazione di ATP;
    5. Creatina – Stabilizza la membrana mitocondriale e i citocromi (II – III)
    6. Picnogenolo (potente antiossidante che attraversa la barriera emato-encefalica);
    7. Zeolite (potente antiossidante molto attivo sulla pelle);
    8. PL – PUFA. 

  3. Fondamentali sono tutti gli interventi di  biorigenerazione:
  4.  cioe di stimolo ed attivazione delle funzioni biologiche della cutanee per ottimizzarne la fisiologia con  conseguente miglioramento estetico. L’obiettivo del trattamento e la stimolazione di un regolare ricambio epidermico ed una normalizzazione della fisiologia del derma, mediante: normalizzazione delle funzioni dell’EGF e dei caloni ed ottimizzazione chimico – fisica della matrice (mantenimento dello stato colloidale e stimolazione dei componenti strutturali).
    La biorigenerazione puo essere effettuata  mediante l’iniezione di: 
    ·         Vitamine del complesso B, Vitamina A, C, E
    ·         Minerali (Ca, Mg, K, N, Cl)
    ·         Aminoacidi precursori dei componenti della matrice
    ·         Acido jaluronico (attivatore di CD 44)
    ·         Coenzimi
    ·         Antiossidanti  e  NAC
    Obiettivo di un trattamento di biorigenerazione completo ed efficace deve mirare alla prevenzione ed al trattamento dell’ invecchiamento cutaneo e generale.
    Tutto questo si puo ottenere mediante:
     ·         Aumento delle capacita di difesa (fattori anti – ossidanti gia visti).
    ·         Riduzione dei fattori di danno (miglioramento dello stile di vita).
    ·         Ottimizzazione della fisiologia dell’organismo (endofarmacologia).
Altrettanto importanti sono i trattamenti con sostanze che stimolano la plasticita neuronale, di membrana e recettoriale quali i: 
Fosfolipidi ipotalamici
Farmaci Nootropi (derivati dal Diacetam con capacita di aumentare la sensibilita recettoriale agli aminoacidi eccitatori).
S – Adenosil Metionina
Farmaci che migliorano la funzione mitocondriale
Acetilcarnitina e altri antiossidanti
Cosi come i farmaci antidegenerativi:
Vitamina E
Glutatione
Acetilcarnitina
Il NAC o N – Acetil cisteina e la variante acetilata della L – cisteina, precursore del Glutatione ridotto (GSH).
Il GSH ha azione: 
-          Antiossidante
-          Disintossicante (chelazione metalli pesanti e aumento biodisponibilita del ferro)
-          Attivita pro - immunitaria
-          Attivita protettiva su SNC
Ricerche degli ultimi anni dell’Universita di Pisa hanno evidenziato che buona parte dei fenomeni di plasticita cerebrale e legata a delle proteine che fanno parte dell’ossatura del DNA ed in particolare agli “istoni”. Queste proteine sarebbero piu reattive nei giovani ed inoltre sono modificabili da stimoli esterni, come un fascio di luce. Poiché queste modifiche influenzano l'attivita dei geni, il team di Pisa ha identificato in esse la causa della maggiore o minore plasticita del cervello. Per dimostrarlo, i ricercatori hanno provato a produrre delle modificazioni sugli istoni;  hanno cioe usato sui topi una sostanza, la tricostatina, che aumentando l'acetilazione degli istoni, provoca le stesse reazioni generate in una giovane mente da una stimolazione luminosa. Il risultato ha confermato che nei cervelli adulti trattati con tricostatina la plasticita della corteccia visiva e aumentata e che i topi adulti si sono comportati come quelli in via di sviluppo. La tricostatina quindi a livello sperimentale si e dimostrata, almeno sui topi, una sostanza anti-aging per la plasticita cerebrale.
Sempre alla plasticita e legata l’attitudine del sistema nervoso centrale a riorganizzarsi dopo una lesione, con conseguente recupero funzionale, parziale o totale.
In conclusione il cervello e un organo capace di produrre nuovi neuroni, dalle proprie cellule staminali e tutto questo e controllato dai neurotrasmettitori e da tutto il sistema PNEI. Il cervello e una rete dinamica mutabile. Peculiarita che gli permette di aggiornarsi continuamente in funzione alle necessita comunicative e computazionali. La potenzialita plastica del cervello nell'uomo e dimostrabile in base al cambiamento di massa encefalica dalla nascita alla maturita. Questo  aumento e di circa il doppio. Il principio su cui si basa la plasticita e la memoria cellulare. Le cellule neuronali hanno maggiore attivita e di conseguenza formano piu sinapsi tra di loro in ambienti arricchiti, durante l'apprendimento e in caso di riorganizzazione cerebrale.
In conclusione possiamo prevedere un protocollo anti-aging con:
  1. Biostimolazione intradermica con NAC ogni 14 – 21 giorni
  2. Biorigenerazione intradermica  ogni 7 – 14 – 21 giorni
  3. Carbossiterapia ogni 7 – 14 giorni (metodica che prevede l’utilizzo della CO2 medicale a scopo terapeutico mediante iniezione intradermica/ sottocutanea).
  4. NAC per os da 600 a 1200 mg / die
  5. Terapia integrativa (antiossidanti, antiaging, endofarmacologia, omeopatia, omotossicologia e organoterapia omeopatica)
  6. Restrizione calorica, mangiare meno migliora il metabolismo dei grassi e riduce l’infiammazione
  7. Attivita fisica, che nutre il cervello inducendo l’espressione di fattori trofici come il BDNF (fattore nervoso derivato dal cervello) e aumentando l’espressione di geni che regolano il metabolismo e l’infiammazione, le due chiavi della neurodegenerazione.
  8. Tecniche di corretta gestione dello stress e di liberazione emozionale, per sciogliere i blocchi del sistema PNEI
  9. Attivita sessuale, per rafforzare il sistema immunitario e migliorare la stabilita psichica e la produzione degli ormoni.
  10. Ridere molto, gioire della vita.
  11. Dormire a sufficienza.


Bibliografia: 


speranze fitoterapeutiche

La Ruta graveolens, pianta molto diffusa in Italia potrebbe dare speranze contro il glioblastoma, micidiale tumore al cervello

Da una pianta speranze contro il tumore al cervello (ma servono anni)

La Ruta graveolens è in grado di uccidere le cellule tumorali del glioblastoma risparmiando quelle sane. Ma la sperimentazione sull’uomo è ancora lontana...............

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Chi ha fatto la ricerca
La ricerca è stata coordinata da Colucci-D’Amato, con la collaborazione del Laboratorio di Botanica della Sun diretto da Claudia Ciniglia, di quello di Farmacologia dell’università di Genova, diretto da Tullio Florio, di Floriana Volpicelli, fisiologa dell’università Federico II di Napoli, e Marina Melone, neurologa della Sun. Gli esperimenti sono stati finanziati dal Network per la salvaguardia e la gestione delle risorse genetiche agro-alimentari `Agrigenet´, dal Progetto Sicurezza, sostenibilità e competitività nelle produzioni agroalimentari della Campania `Carina´, e dal Programma di ricerca scientifica di rilevante interesse nazionale (Prin).

sabato 29 agosto 2015

Giallo in Puglia: Cgil, "bracciante morto, il cadavere e' stato occultato"


orso castano: l'orrore sta arrivando fino a due passi da noi". tanta violenza , in molti media, ci stiamo assuefacendo alla cultura dell' l'ISIS che, la considera come una cosa quotidiana, (la morte accompagna il vivere sociale; e' una cosa , in fondo con cui si puo' convivere). Bisogna ribellarsi , bisogna gridare forte , dire no" bisogna recuperare il rispetto per la vita umana. 50 morti ancora oggi nella stiva di un barcone e l'Europa che fa? L'Africa sta diventando un film dell'orrore, complici magari, dicono alcuni la Turchia, che chissa vorrebbe creare uno stato islamico in Europa. Non sarebbe la prima volta : L'assedio di Vienna fu posto a partire dal 14 luglio 1683 dall'esercito dell'Impero Ottomano, composto da circa 140 000 uomini. Da Wikipedia : "la battaglia decisiva cominciò l'11 settembre, quando cioè si concluse il raggruppamento dei rinforzi dalla Polonia, comandati da Sobieski, dalla Germania e dal resto dell'Austria, oltre alle forze presenti nella città https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Vienna.
La Storia non va ignorata, la Turchia sta ragionando solo in termini di "Volonta' di Potenza" , un comportamento irrazionale che produrra' , se non vigiliamo molto attentamente, una terzza guerra mondiale , i cui germi, dice il Presidente Mattarella, sono gia' presenti.
da Limes 27/07/2015

lunedì 24 agosto 2015

neuroni accesi con un telecomando



Foto 15


È stata sviluppata dall'Istituto italiano di Tecnologia e dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Le potenziali applicazioni vanno dalla stimolazione del nervo acustico al trattamento del Parkinson luglio 2015

UNA TECNICA che potrebbe aprire la strada a una nuova stimolazione neurale non invasiva (senza elettrodi collegati al paziente) per malattie come il Parkinson, e perfino nuove prospettive per la cura della sordità e per la stimolazione dei muscoli, compreso quello cardiaco. È stata sviluppata da un gruppo internazionale di ricerca guidato dal Centro di Micro-BioRobotica dell'Istituto italiano di Tecnologia (Iit) a Pontedera e dall'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e si basa sull'"accensione" a distanza delle cellule nervose via wireless. La nuova tecnica è basata sull'uso di nanoparticelle e ultrasuoni. I risultati ottenuti in provetta sono stati pubblicati sulla rivista ACS Nano.

"Nei nostri esperimenti abbiamo coltivato i neuroni in presenza di nanoparticelle piezoelettriche, capaci cioè di convertire energia meccanica in energia elettrica", spiega Attilio Marino, dottorando in BioRobotica del Sant'Anna presso l'Iit. "Per produrle", aggiunge, "abbiamo usato il titanato di bario, un materiale biocompatibile e sicuro anche ad alte concentrazioni". Una volta a contatto con i neuroni, le nanoparticelle si sono andate a incastonare sulla loro membrana esterna, pronte a entrare in azione: "Quando vengono stimolate a distanza con gli ultrasuoni, le nanoparticelle si deformano", continua Marino, "e convertono questa energia meccanica in un potenziale elettrico in grado di eccitare le cellule nervose".Le possibili applicazioni di questa scoperta sono molteplici, come spiega Gianni Ciofani, coordinatore del gruppo presso l'Iit di Pontedera: si va dalla ricerca sul sistema nervoso alle neuroprotesi, dal trattamento del Parkinson alla medicina rigenerativa. "Altre applicazioni potenziali", precisa Ciofani, "sono la rigenerazione dei nervi periferici e la stimolazione sensoriale, ad esempio quella del nervo acustico in alcuni tipi di sordità". La tecnica potrebbe essere usata "per stimolare anche altri tessuti eccitabili come il tessuto cardiaco".

demenza senile: possibile scoprire predisposizione !!

New York, 21 ago. - E' possibile rilevare il rischio degli anziani di soffrire di demenza eseguendo un semplice test della saliva. Lo ha suggerito un gruppo di ricercatori del National Institute on Ageing di Bethesda (Usa) in uno studio pubblicato sulla rivista Neurology. Con il test si misurerebbero i livelli di cortisolo, il cosiddetto ormone dello stress, collegato alla funzione cerebrale. Lo screening avverrebbe sui soggetti con elevati livelli dell'ormone. Gli scienziati, infatti, hanno scoperto che le persone con elevati livelli di cortisolo hanno piu' probabilita' di avere un volume cerebrale totale inferiore e prestazioni peggiori nei test cognitivi e mnemonici. "Gli studi hanno dimostrato che la depressione aumenta il rischio di demenza, ma non sappiamo molto su questo rapporto", ha spiegato Lenore Launer, autrice dello studio. "Alti livelli di cortisolo, l'ormone dello stress, sono stati trovati nelle persone con depressione - ha continuato - e la teoria e' che il cortisolo ha un effetto tossico sull'area cerebrale dell'ippocampo, che svolge un ruolo importante nella memoria". Per arrivare a queste conclusioni lo studio ha coinvolto 4.244 persone con un'eta' media di 76 anni che non soffrono di demenza. I partecipanti sono stati sottoposti a scansione cerebrale per rilevare il volume del cervello e sono stati presi in considerazione prove della loro capacita' di pensiero e di memoria. Inoltre, i ricercatori hanno prelevato campioni di saliva una volta al mattino e un'altra la sera con lo scopo di determinare i livelli di cortisolo. I soggetti sono stati poi divisi in tre gruppi in base ai livelli dell'ormone: alto, basso e medio. Ebbene, dai risultati e' emerso che le persone con piu' elevati livelli di cortisolo hanno piu' probabilita' di avere un volume cerebrale inferiore.
 

domenica 23 agosto 2015

TAO TE CHING : un testo da rileggere, potrebbe aiutarci a capire quello che oggi succede in Italia

orso castano: ...ma oggi e' impossibile tenere alloscuro il popolo di quello che succede in politica. Internet lo impedisce! quello che sta succedendo e' che avanza sempre piu' una spinta all'atomizzazione dei soggetti , al consumismo esasperato, alla "genitalizzazione" dell'Eros  (secondo la lettura di Marcuse , grande preveggente), mentre la scienza e la tecnica avanzano a gran velocita' e potrebbero dare da mangiare a tutto il mondo. Ma una trasformazione dei valori sociali , sempre piu' improntati ad un assurdo narcisismo  (per fortuna non generalizzato) ed all'anomia, sta operando una sorta di graduale mutazione genetica del procedere della stessa scienza che inevitabilmente viene influeenzata dal contesto e dai valori egemoni nello stesso. Si che le stesse potenzialita' della scienza di risolvere i problemi drammatici del nostro tempo paiono restare sullo sfondo di una civilta' occidentale bloccata , incapace di trovare al suo interno idee ed energia per evolvere.

Il Libro del Tao e della virtù (Tao Tê Ching), considerato come una delle vette del pensiero cinese  è opera di Lao-tse (o Lao-tzu), nato intorno al 570 a. C. Ogni capitolo comincia di solito con qualche paradosso e lo sviluppa con rilievi paralleli, introdotti dalla parola " perciò" . Una parola che, comunque, non è da intendere in senso causale: difatti, a differenza della logica occidentale, la logica cinese prevede che la causa possa essere un effetto e un effetto possa essere una parte della causa: per i cinesi, ha scritto lo studioso Lyn Yutang, "causa ed effetto non sono aspetti successivi, ma solo aspetti simultanei della stessa verità".

......................III - TENERE TRANQUILLO IL POPOLO

Non esaltare i più capaci
fa sì che il popolo non contenda,
non pregiare i beni che con difficoltà s'ottengono
fa sì che il popolo non diventi ladro,
non ostentare ciò che può desiderarsi
fa sì che il cuore del popolo non si turbi.
Per questo il governo del santo
svuota il cuore al popolo
e ne riempie il ventre,
ne infiacchisce il volere
e ne rafforza le ossa
sempre fa sì che non abbia scienza né brama
e che colui che sa non osi agire.
Poiché egli pratica il non agire
nulla v'è che non sia governato.

IV - QUEL CHE NON HA ORIGINE

Il Tao viene usato perché è vuoto
e non è mai pieno.
Quale abisso!
sembra il progenitore delle diecimila creature.
Smussa le sue punte,
districa i suoi nodi,
mitiga il suo splendore,
si rende simile alla sua polvere.
Quale profondità!
sembra che da sempre esista.
Non so di chi sia figlio,
pare anteriore all'Imperatore del Cielo...............................

sabato 1 agosto 2015

tessuti vegetali usati nella moda

La stilista Suzanne Lee mostra i suoi esperimenti per coltivare un materiale a base di kombucha che può essere usato come tessuto o pelle vegetale per creare dei vestiti. Il processo è affascinante, i risultati bellissimi (anche se c'è ancora un piccolo inconveniente...) e il potenziale è semplicemente sensazionale.
Risultati immagini per kombucha  piantaper preparare il kombucha è la scelta del tè. Ne esistono davvero tanti tipi, ma la cosa sorprendente è che derivano tutti dalla medesima pianta.

Il Kombucha in realtà non è un fungo vero e proprio ma una colonia di tre tipi di lieviti e batteri1. Il tè da esso ricavato contiene tutte le vitamine del gruppo B e vitamina C in grandi quantità2, oltre a molti acidi indispensabili per il nostro organismo3, fra i quali l’acido lattico, l’acido acetico, l’acido malico, l’acido ossalico, l’acido glucoronico, l’acido burritico, gli acidi nucleici, gli amminoacidi e gli enzimi.
Utilizzo: Favorisce l’equilibrio acido-basico, ripulisce le vene –proteggendo così dall’arteriosclerosi e dalla pressione alta4 –oltre ad avviare i processi naturali di autoguarigione nell’organismo5. Facilita la digestione, normalizza le evacuazioni sia in caso di diarrea che stitichezza, impedisce la formazione dei calcoli ai reni e alla vescica6. E’ un eccellente disintossicante, depura il fegato dalle tossine7, può aiutare anche a prevenire la cataratta. Grazie alla presenza dell’acido usnico, dall’effetto antibiotico, è un potente antiinfiammatorio8, capace di uccidere batteri, alcuni tipi di funghi e anche virus9.
Risultati clinici: E’ stata dimostrata la sua efficcacia nella prevenzione del cancro10. L’acido lattico destrogiro (L-acido lattico) che si trova in questo fungo infatti non è presente nelle cellule dei malati di cancro, poichè finchè nell’organismo è presente l’acido lattico L I tumori non possono svilupparsi11 12. Secondo le ultime ricerche il fungo Kombucha è in grado di ripristinare l’equilibrio della flora intestinale13.

Ebola, un vaccino che funziona?


Risultati immagini per wiredMolto incoraggianti i risultati sul vaccino Vsv-Ebov ma servono ulteriori test, afferma l’Oms..........l prosieguo dei test appare necessario per capire l’efficacia in ottica di immunità di gregge. La sperimentazione è stata attuata con una metodologia ad anello, sulla premessa che vaccinando tutte le persone che sono entrate in contatto con una persona infettata, si crei un anello protettivo e si fermi il virus da un ulteriore diffusione. Un primo cluster di pazienti (4.123) ha ricevuto subito il vaccino; un secondo (3.528 persone) dopo un lasso di tempo in cui, però, 16 persone hanno contratto la malattia. Nessun nuovo caso di contagio è stato diagnosticato nei sei giorni post vaccinazione in ambo i gruppi: la sua efficacia raggiunge praticamente il 100%. In virtù dei risultati, anche sul fronte sicurezza, la sperimentazione continuerà includendo persone comprese in un range di età dai 13 ai 17, e possibilmente dai 6 ai 12. Per Margaret Chan, direttore generale della World Health Organization, “è uno sviluppo veramente promettente; il cui credito va al governo della Guinea, alle persone che vivono nelle comunità coinvolte e ai nostri partner nel progetto. Un vaccino efficace sarà uno strumento importante nelle attuali e futuri epidemie di ebola”.Risultati immagini per wired


Leggi anche :

Se i vaccini (deboli) rendono un virus più pericoloso

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Oggi, per la prima volta al mondo, un’équipe di scienziati della Penn State University ha pubblicato su PLoS Biology uno studio scientifico che sembrerebbe confermare, almeno in parte, tale teoria................I ricercatori si sono concentrati proprio su un vaccino di quest’ultimo tipo. In particolare, hanno studiato gli effetti di un vaccino leaky somministrato ai polli per l’immunizzazione contro un herpesvirus responsabile del disturbo di Marek, chiamato Mdv(Marek’s disease virus). “La nostra ricerca”, spiega Venugopal Nair, un autore dello studio, “dimostra che questo vaccino potrebbe permettere la sopravvivenza di forme estremamente aggressive del virus”. “Permettere la sopravvivenza”, per essere precisi, non vuol dire che i vaccini abbiano provocato lo sviluppo di forme più aggressive del virus. Su questo punto gli scienziati non si sono espressi: i risultati della ricerca mostrano che, qualsiasi sia la ragione che abbia causato lo sviluppo di tali ceppi del virus, il vaccino ha permesso loro di continuare a esistere e riprodursi.
Per fare un esempio concreto, immaginate che un pollo sia contagiato dal ceppo più virale dell’Mdv, che lo porta alla morte indieci giorni. Il virus ha una velocità di trasmissione piuttosto lenta: in dieci giorni può contagiare al massimo uno o due altri animali. Se, invece, il pollo colpito dal ceppo aggressivo fosse vaccinato, il trattamento leaky potrebbe salvargli la vita, ma al contempo non arresterebbe la trasmissione del virus ad altri animali. Il pollo fortunato diventerebbe improvvisamente ilpaziente zero dell’epidemia.
È proprio questa l’ipotesi sulla quale hanno lavorato i ricercatori, dopo aver studiato, in un articolo precedente, un modello matematico di contagio. Per dimostrare la propria tesi, gli scienziati hanno fatto coabitare animali non vaccinati e animali infetti ma vaccinati, osservando la diffusione della malattia:“L’esperimento mostra che i ceppi troppo aggressivi per sopravvivere in un ambiente di individui non vaccinati possono in realtà sopravvivere quando vengono somministrate vaccinazionideboli.
Gli scienziati, comunque, sottolineano che le proprie scoperte non hanno niente a che vedere con i vaccini umani“È importante che questo studio”, commenta Peter Openshaw, presidente dellaBritish Society for Immunology e professore di medicina sperimentale allo Imperial College di Londra, non coinvolto nello studio, “non sia interpretato come un argomento anti-vaccinazioni per l’influenza o per qualsiasi altra malattia”. Lo ribadiamo ancora una volta: i vaccini sono il trattamento più sicuro ed economicoper prevenire le malattie, preservare la salute e mantenere efficiente la sanità pubblica.

Curcuma : il turmerone induce proliferazione delle cellule staminali neurali in vitro e in vivo.

orso castano: il mondo vegetale, i Principi Attivi delle piantte non finiscono di fornire novita' per i ricercatori. Stupiscono i diversi usi per varie patologie che possono essere fatti con questa come per altre piante. Questa versatilita' andrebbe profondamente studiata per comprendere la fisiopatologia umana.!!

Stem Cell Research & Therapy

........................Risultati

Effetti sulla NSC proliferazione in vitro 

Per valutare gli effetti di ar-turmerone sul NSC in coltura primaria, ratto fetale NSC sono state coltivate in presenza di varie concentrazioni di ar-turmerone per 72 ore. Il numero di cellule significativamente aumentata quando le cellule staminali neurali sono stati trattati con 3,125-25 mg / ml ar-turmerone ( p  <0.05), con un incremento massimo di numeri NSC da ~ 80% a 6,25 mg / ml (Figura  1 A; P  <0,01). 
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Figura 1
Ar-turmerone aumenta NSC proliferazione  . in vitro  (A)  Ar-turmerone aumentato in modo significativo il numero di NSC fetale di ratto in coltura monostrato primaria (media ± SEM; * P  <0,05, rispetto al controllo), dipendente dalla sua concentrazione; immagini a contrasto di fase rappresentativi sono raffigurati di NSC-trattati senza (A') o con (A'') 6,25 mg / ml ar-turmerone (barra rappresenta 200 micron). (B) Ar-turmerone ha aumentato notevolmente il numero di NSC proliferazione, valutata per BrdU-incorporazione (media ± SEM; ** p  <0,01, rispetto al controllo), dipendente dalla sua concentrazione; immagini rappresentative sono raffigurati di NSC trattato senza (B') o con (B'') 3,125 mg / ml ar-turmerone, macchiato per BrdU-incorporazione (barra rappresenta 200 micron). (C) CSN Trattamento con 6,25 mg / ml ar-turmerone led ad un aumento significativo Ki67 mRNA; livelli di mRNA sono stati normalizzati all'espressione RPL13a endogena e calcolati con il 2 -ΔCt metodo; i dati sono rappresentati come media ± SEM; * p  . <0.05 (D) In alte concentrazioni, ar-turmerone notevolmente diminuito rapporto NSC sopravvissuti entro 24 ore di trattamento, concentrazioni wheres tra 1,56 e 6,25 mg / ml avuto alcun effetto (media ± SEM; * P  <0,05, rispetto con il controllo).       
Con il saggio di BrdU-incorporazione, abbiamo prossimo studiato se questo aumento del numero NSC è stato causato da un aumento della NSC proliferazione. Infatti, il trattamento con determinate concentrazioni di ar-turmerone aumentato significativamente la percentuale di NSCs proliferanti dal ~ 50% al ~ 80% (Figura  1 B; P  <0,01). Questo risultato è stato verificato a livello di mRNA utilizzando qPCR per il marcatore di proliferazione Ki67. In linea con i dati BrdU, il trattamento con 6,25 mg / ml ar-turmerone ha portato ad un aumento significativo Ki67 mRNA (Figura  1 C; P  <0,05).  
Per valutare se ar-turmerone colpite NSC sopravvivenza, cellule vitali e morti sono stati determinati dopo 24 ore, e la proporzione di cellule sopravvissute è stato quantificato per ogni concentrazione di ar-turmerone. Concentrazioni tra 1,56 e 6,25 mg / ml che aveva ceduto il massimo effetto sulla proliferazione NSC non ha influenzato la sopravvivenza cellulare. Concentrazioni più elevate di 12,5 e 25 ug / ml hanno determinato una significativa diminuzione del numero di cellule staminali neurali vitali (Figura  1 D; P  <0,05). 

Potenziale di differenziazione delle cellule staminali neurali

Per valutare l'effetto di ar-turmerone sul potenziale differenziazione delle NSC in vitro , le cellule in fase di espansione sono stati trattati con o senza 6,25 mcg / ml ar-turmerone e permesso di differenziare per 10 giorni dal prelievo di FGF2. Rispetto che nelle cellule di controllo non trattati, il processo di differenziazione era significativamente accelerato in NSC ar-turmerone-trattati, con meno indifferenziate (SOX2-positive cellule) 10 giorni dopo FGF2-ritiro (Figura  2 A; P  <0,01). Inoltre, ar-turmerone trattati con le cellule staminali neurali preferenzialmente differenziato in giovani neuroni, come valutato dal TUJ1 colorazione, rispetto alle cellule di controllo non trattati (Figura  2 A, B, P  <0,01). La generazione di GFAP-positive astrociti e oligodendrociti CNPase-positivi è stata influenzata da ar-turmerone (Figura  2 A, B).   
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Figura 2
Ar-turmerone induce neurogenesi  in vitro  e  in vivo.  (A)  NSC potevano differenziare in assenza (controllo) o presenza di 6,25 mg / ml ar-turmerone. Immunocitochimica 10 giorni dopo fattore di crescita interruzione rivelato meno indifferenziate (Sox2 +) NSC nel gruppo turmerone trattato, ma più giovani neuroni. La generazione di astrociti e oligodendrociti non è stata influenzata da ar-turmerone (media ± SEM; ** p  . <0.01, rispetto al controllo) (B) Immagini rappresentative di cellule differenziate sono oligodendrociti CNPase-positivi (a sinistra), TUJ1 positivo giovane neuroni (al centro), e astrociti GFAP-positivo (a destra); . barra rappresenta 50 micron (C) Dopo l'iniezione ICV di 3 mg (1 mg / ml) ar-turmerone, più neuroblasti DCX-positive notevolmente sono stati osservati nel SVZ rispetto agli animali di controllo a iniezione placebo (media ± SEM; ** P  <0.01). (D) colorazione Rappresentante di neuroblasti DCX-positive nel SVZ (barra rappresenta 50 micron).     
Per studiare gli effetti di ar-turmerone sulla neurogenesi in vivo , ratti adulti sono stati iniettati con 3 mg ar-turmerone nel ventricolo laterale del cervello (intracerebroventricolare, ICV). Una settimana dopo il trattamento, il numero di neuroblasti DCX-positive nella zona subventricolare (SVZ) è stato significativamente aumentato rispetto a iniezione placebo animali di controllo (Figura  2 C, D). 

La proliferazione delle cellule staminali neurali endogene in vivo 

L'effetto di ar-turmerone sulle cellule staminali neurali endogene in vivo è stata valutata iniettando ratti adulti con ar-turmerone ICV Per i seguenti 5 giorni, i ratti hanno ricevuto iniezioni sistemiche quotidiane di BrdU per etichettare le cellule proliferanti in vivo . Immunoistochimica 1 settimana dopo il trattamento ar-turmerone rivelato SVZ di ratti trattati per essere più ampia di quella di animali di controllo-iniettato con placebo, come misurato dalla colorazione BrdU (Figura  3 A). Differenze nella dimensione del SVZ, valutata mediante BrdU-colorazione, erano statisticamente significative (Figura  3 B; P  <0,05). BrdU-colorazione dell'ippocampo non ha evidenziato un aumento statisticamente significativo della larghezza della fascia dentata, anche se è stata osservata una tendenza verso una più ampia fascia dentata dopo trattamento con ar-turmerone (Figura  3 C).    
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Figura 3
Proliferazione di endogena NSC è indotta da ar-turmerone  in vivo.  (A)  Staining per proliferanti NSC con anti-BrdU dimostra che la zona sottoventricolare (SVZ) di ratti trattati con 3 mg (1 mg / ml) ar-turmerone ICV (sinistra ) è più ampia di quella di animali di controllo trattati con placebo (A', a destra); barra rappresenta 100 micron. (B) Le differenze nella larghezza della SVZ era statisticamente significativa (media ± SEM; * P  <0,05, rispetto ai controlli). (C) BrdU colorazione dell'ippocampo non ha rivelato un aumento statisticamente significativo nel larghezza del giro dentato, anche se è stata notata una tendenza a favore ar-turmerone (media ± SEM).    

Mobilitazione di NSC endogene dalle nicchie neurogenici

Un test non invasivo PET imaging è stato utilizzato per visualizzare e quantificare la mobilitazione di NSC endogene dalle nicchie neurogenici di animali ar-turmerone trattati in vivo . Una settimana dopo l'iniezione ICV di ar-turmerone, il radiofarmaco [ 18 F] FLT è stato iniettato per via sistemica per etichetta proliferanti NSC endogene in vivo , e quindi i dati PET sono stati acquisiti e co-registrato per un 3D atlante del cervello di ratto.  
I cervelli dei ratti ar-turmerone-trattati hanno mostrato notevole accumulo di [ 18 F] FLT nel SVZ ipsi- e controlaterale per l'iniezione ICV (Figura  4 A), rispetto agli animali di controllo Salina a iniezione (Figura  4 B). Inoltre, ratti ar-turmerone-trattati hanno mostrato significativamente più [ 18 F] FLT-accumulo sia nella SVZ e l'ippocampo rispetto agli animali di controllo ( P  <0,01), indicando così una mobilitazione di proliferazione NSCs da entrambi nicchie neurogena (Figura  4 C ).
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Figura 4
NSC endogene nelle nicchie neurogene del cervello del ratto sono mobilitati per ar-turmerone  in vivo.  (A)  [ 18 F] FLT-PET di un cervello di ratto 1 settimana dopo l'iniezione intracerebroventricolare di ar-turmerone mostra potenziata accumulo di [ 18 F] FLT nella zona subventricolare rispetto a (B) Saline-iniettato cerebrale di controllo, che indica un aumento di proliferazione NSC endogene causate da ar-turmerone. (C) Ar-turmerone-ratti trattati hanno mostrato significativamente più [ 18 F] accumulo FLT nel SVZ e l'ippocampo che ha animali di controllo (media ± SEM; ** P  <0,01).    

Discussione

I dati suggeriscono che ar-turmerone aumenta l'attività proliferativa delle cellule staminali neurali. Recentemente, gli effetti positivi e negativi sulla proliferazione sono stati attribuiti ad ar-turmerone, dipendente dal tipo cellulare studiato [ 22 ]. Anche se ar-turmerone ha inibito la proliferazione di diverse linee cellulari tumorali, è migliorata la proliferazione delle cellule mononucleari del sangue periferico [ 22 ]. Con la prospettiva di valutare ar-turmerone come candidato farmaco per patologie neurodegenerative o ictus, si deve tenere presente che il potenziamento della proliferazione di NSC, soprattutto da manipolazioni genetiche, porta un certo rischio oncogeno [ 23 ]. Tuttavia, l'espansione farmacologico della nicchia di cellule staminali senza manipolazioni genetiche sembra essere meno associato ad un aumentato rischio di cancro [ 13 , 14 ]. 
Un'altra questione da considerare prima di promuovere l'uso di ar-turmerone negli studi clinici è che siamo qui applicato ar-turmerone in vivo tramite iniezione icv, un percorso che non è ovviamente applicabile in studi clinici. Tuttavia, un altro studio recente ha trovato buona biodisponibilità di ar-turmerone dopo l'iniezione endovenosa o intraperitoneale, sia nel topo [ 24 ].  
In vivo , ar-turmerone ampliato la larghezza della SVZ per ~ 45%. Un'espansione di questa nicchia NSC è stato dimostrato anche per altri agenti farmacologici, quali fattori di crescita [ 13 , 14 ]. In un contesto sperimentale simile, abbiamo precedentemente osservato che FGF2 espansa SVZ da ~ 350%, mentre una combinazione del ligando Notch Delta-like 4 e insulina ha portato ad un aumento della larghezza della SVZ di ~ 66% [ 18 ]. I nostri dati suggeriscono quindi che l'effetto di ar-turmerone sulla nicchia NSC in vivo è di poco inferiore a quella di "classici" pathways NSC-attivazione. Tuttavia, gli effetti pleiotropici di ar-turmerone rendono un promettente farmaco per ulteriori studi.   
Ar-turmerone è stato recentemente descritto per inibire la LPS o l'attivazione Aß indotta della microglia attraverso l'inibizione di NF-kB, JNK-, e le vie p38-MAPK [ 4 , 5 ]. Attivazione microglia come il segno distintivo di una risposta infiammatoria innata del sistema nervoso centrale (SNC) è stato trovato in molti disturbi neurologici che sono considerati essere principalmente nonimmunogenic, come l'ictus [ 25 , 26 ], trauma cranico (TBI [ 27 ] , morbo di Parkinson [ 6 ], o malattia di Alzheimer [ 7 ]. NSC e le cellule immunitarie hanno interagito molto [ 16 , 17 , 28 - 30 ]. Pertanto, terapeuticamente regolano il destino uno dell'ente potrebbe influenzare l'altro.    
Eppure, la nostra conoscenza circa l'interazione di NSC e le risposte infiammatorie nel sistema nervoso centrale in materia di rigenerazione e recupero funzionale ad oggi rimane scarsa. Su attrazione dalle citochine proinfiammatorie, NSC endogene influenzano notevolmente questa risposta rigenerativa [ 31 , 32 ], ad esempio, attraverso inducendo remyelinization [ 33 ] e neuroprotezione [ 15 ]. Come ar-turmerone entrambi i limiti di attivazione della microglia e induce la proliferazione NSC, essa costituisce un futuro candidato promettente farmaco per sostenere la rigenerazione nei disturbi neurologici. 
In presenza di mitogeno in coltura cellulare, così come in condizioni fisiologiche in vivo , abbiamo trovato ar-turmerone promuovere neurogenesi. Tuttavia, dopo l'interruzione FGF2 in vitro , il trattamento con ar-turmerone ha portato ad una riduzione accelerata di indifferenziata NSC, indicando una rapida uscita dal ciclo cellulare. Questo effetto suggerisce che ar-turmerone può agire come antagonista debole al FGF recettore solo in assenza del ligando.  
Ulteriori studi sono necessari per chiarire un tale rapporto putativo. A sostegno di questa nozione, un recente rapporto suggerisce che ar-turmerone agisce come un antagonista sul relativo fattore di crescita epidermico (EGF) recettore [ 34 ].
Non invasiva in vivo imaging è uno strumento fondamentale per la traduzione dal laboratorio al letto del paziente (cioè, da animale sperimentale per studi sull'uomo). Abbiamo usato l'imaging PET e il radiofarmaco [ 18 F] FLT che permette l'imaging e la misurazione della proliferazione, consentendo in tal modo la rilevazione non invasiva e la quantificazione dei endogena NSC mobilitazione nel cervello di ratto adulto in vivo [ 18 ]. Questo test di imaging è in grado di monitorare gli effetti dei farmaci finalizzate ad ampliare l'nicchia NSC [ 35 ]. Usando [ 18 F] FLT-PET, abbiamo trovato qui ar-turmerone per mobilitare NSCs da entrambe le nicchie neurogeni, SVZ e il giro dentato dell'ippocampo, in vivo . Pertanto, questo studio fornisce ulteriori prove per NSC attivazione da parte di ar-turmerone, spaziando dagli accertamenti cellule di coltura che in vivo imaging.       

Conclusioni

In questo studio, abbiamo studiato gli effetti di ar-turmerone sul NSC in vitro e in vivo . Ar-turmerone aumentato il numero di cellule staminali neurali, sia in coltura cellulare e nel cervello di ratto adulto in vivo. Questo aumento il risultato di una maggiore proliferazione NSC e ha portato alla neurogenesi promosso durante la differenziazione. In vivo , ar-turmerone mobilitato le cellule staminali neurali endogene di entrambe le nicchie neurogena, SVZ e l'ippocampo. Proponiamo che ar-turmerone costituisce un futuro candidato promettente farmaco per sostenere la rigenerazione nei disturbi neurologici.      

Ringraziamenti

Questo lavoro è stato sostenuto dal Programma Koeln Fortune / Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università di Colonia, in Germania (106/2012), e il progetto del 7 ° PQ dell'UE "NeuroFGL." Ringraziamo la signora Claudia Drapatz e la signora Katrin Eckstein per un'eccellente assistenza tecnica.