venerdì 31 agosto 2012

Stem cell treatments, cell therapy, stem cells


orso castano : questo sito offre una panoramica sull'itilizzo delle cellule staminali per diverse importanti terapie. Non risultano serie valutazioni a dustanza , al di la' del fatto che i risultati a brevi sono promettenti. Non resta che seguire e monitorare nel tempo questa terapia che potrebbe esser d'aiuto per molte terribili malattie

Stem cell treatments, cell therapy, stem cells

our clinic offers advanced patented methods of stem cell treatment for different diseases and conditions. The fetal stem cells we use are nonspecialized cells able to differentiate (turn) into any other cell types forming different tissues and organs. Fetal stem cells have huge potential for differentiation and proliferation and are not rejected by the recipient’s body more...
Stem cell therapy has proven to be effective for organs and tissues restoration, and for fight against the incurable and obstinate diseases. We treat patients with various diseases, such as diabetes mellitus, multiple sclerosis, Parkinson’s disease, Duchenne muscular dystrophy, cancer, blood diseases and many others, including rare genetic and hereditary diseases. Among our patients there are also people willing to undergo anti-aging treatment. Stem cell treatment allows for achieving effects that are far beyond the capacity of any other modern method more...


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breve sintesi sulla Mildness

orso castano : una nuova proposta psicoterapeutica ?
oppure piu' semplicemente una ennesima sintesi onnicomprensiva 
di teorie temporalmente datate? Vedremo

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Neuroscienze e Mindfulness

Segal all’ EABCT 2012: Neuroscienze e Mindfulness – Opening Lecture

(Stralci)...........................Con il nuovo secolo l’interesse si è spostato sui processi cognitivi, sulle variabili metacognitive, sulle emozioni, sulle componenti evolutive, sugli interventi neo-comportamentali di riaddestramento dell’attenzione e su tante altre cose. Si è parlato ora di accettazione, ora di compassione, ora di metacognizione, ora di mindfulness. Tutto questo non si è incanalato in un unico nuovo paradigma, ma in molteplici ondate di nuovi saperi clinici che si sono accavallate disordinatamente. Soprattutto a metà degli anni zero del nuovo secolo i congressi sono diventati a volte campi di battaglia tra fautori dei nuovi e vecchi modelli, con scontri personalistici che ci hanno insegnato qualcosa su come veramente si sviluppa la scienza.
Ieri è iniziato il 42esimo congresso annuale della EABCT, la European Society of Behaviour and Cognitive Therapy. Una buona occasione per tentare di farsi un’idea delle linee di sviluppo scientifiche e cliniche che si aprono davanti alle terapie cognitive e comportamentali. Cosa c’è di nuovo?...........Scorrendo il programma del congresso, notiamo che campeggiano la mindfulness (vera dominatrice, almeno secondo le mie impressioni), alleata a qualcosa che inizia a chiamarsi il modello neuropsicoterapeutico..............In questo primo articolo da Ginevra commento concisamente il discorso di apertura del congresso EABCT affidato a Segal, intitolato“Psychotherapy and neuroscience: a promising union”.
Segal ha passato in rassegna alcuni risultati della ricerca sugli indici di modificazione neurocerebrale correlati al cambiamento psicoterapeutico ed è riuscito a dare l’impressione che questa strada stia iniziando a dare i primi frutti. Non si tratta più di far vedere zone cerebrali più o meno colorate in pazienti ed ex pazienti (immagini che spesso mi parevano in rapporto con la psicoterapia come una foto della Francia dalla Luna è in rapporto con una passeggiata sul lungosenna a Parigi), ma si sta iniziando a trovare indici neuroscientifici di funzioni mentali che si modificano in psicoterapia. Il livello di informazione mi pare ancora basso, ma almeno non si ha più l’impressione di vedere fotografie scattate dallo spazio vuoto.
Tuttavia il vero interesse di Segal mi è sembrato essere diretto verso qualcosa che non era citato nel titolo della sua presentazione: la mindfulness. Voglio dire, dopo un po’ è diventato chiaro che i dati neuroscientifici scelti di Segal descrivono funzioni mentali di tipo attentivo e processuale che sono tipicamente quelli che si modificano in seguito a trattamenti di mindfulness. Ovvero, un incremento delle capacità di elaborazione non automatizzata e non distorta da bias attenzionali e della memoria di lavoro, ma focalizzata sul presente, sul qui e ora elaborato con il minimo indispensabile di routine cognitive già apprese e con la massima disponibilità a un sorta di innocenza aperta e priva di pregiudizi e preconcetti.
Non basta. Se Segal avesse fatto solo questo, avrebbe fatto molto, ma in fondo si sarebbe limitato a produrre una delle tante increspature che vanno a comporre il dorso ancora (molto) informe della terza ondata. A mio parere l’operazione di Segal è più ambiziosa. Collegando neuroscienze e mindfulness e definendo la mindfulness come il bacino che può comprendere e contenere tutto il coacervo di interventi processuali a cui in fondo si riduce la terza ondata, Segal si propone di riuscire ad essere la nuova mano ordinatrice che davvero stabilisce i confini di un nuovo paradigma.
Ovvero, Segal col termine mindfulness non indica più un singolo intervento specifico, che sia la  accettazione o la compassione o la validazione emotiva, ma di una vera categoria onnicomprensiva, così come onnicomprensivo era il concetto di interpretazione e ristrutturazione cognitiva di credenze distorte proposto da Beck. Categoria che si propone di diventare il descrittore dell’unico e vero processo terapeutico che starebbe alla base del cambiamento del paziente. Perché la mindfulness sembra avere non dico più possibilità, ma più fascino della metacognizione -concetto potenzialmente altrettanto onnicomprensivo- è un altro discorso, troppo lungo da affrontare qui (ma una parola si può dire: la metacognizione è ancora legata al vecchio paradigma logico e razionalistico della ristrutturazione cognitiva; la mindfulness no). E inoltre questa categoria, a differenza di altre, ha pure una base neuroscientifica ed elimina così una volta per tutte un vecchio complesso di inferiorità della psicoterapia rispetto alla medicina; finalmente avremo la nostra anatomia patologica al posto delle bislacche sindromi descrittive del DSM.......Vero, però ho l’impressione che Segal stia suggerendo che ci possono essere tante strade, ma che l’esito sia uno solo: la mindfulness. E in questo modo, pur nel rispetto delle varie possibili varianti, si crea un nuovo ombrello clinico e concettuale: la mindfulness based cognitive therapy

Crisi, disoccupazione: record dal '99

orso castano : Monti vede l'uscita dalla crisi, l'ISTAT vede nero, Monti fa l'imbonitore? Il fatto e' che l'attenzione dei giornalisti sono tutti impegnati sulle "indiscrezioni" irrilevanti, insomma "pettegulezz" , di Napolitano, mentre gli operai della Sulcis e dell'Alcoa manifestano sotto il parlamento , con Bersani che sbatte la porta in faccia alla FIOM e si muove per un secondo Monti. Non si sente , in realta' pronto a governare. La situazione del paese , per le fasce deboli e' una piccola bomba vagante....
daMessaggero logo 
Senza lavoro il 35% dei giovani

 Dati Istat. A luglio tasso stabile al 10,7%. (stralcio)  Ma su base annua le persone in cerca di occupazione sono cresciute di 700mila unità. Picco tra le ragazze del Sud........Giovani. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni nel secondo trimestre del 2012 sale al 33,9%, dal 27,4% del secondo trimestre 2011. È il tasso più alto, in base a confronti tendenziali, dal secondo trimestre del 1993, inizio delle serie storiche. A luglio il tasso dei giovani senza lavoro è al 35,3%, in aumento di 1,3 punti percentuali su giugno e di 7,4 punti su base annua (dati destagionalizzati e provvisorie). Il ritmo di crescita annuo della disoccupazione giovanile è triplo rispetto a quello complessivo. Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 618 mila........

vedi anche siti interessanti :   http://menteallegrahelp.blogspot.it/2012/08/siti-interessanti.html


giovedì 30 agosto 2012

una nuova cultura dell'energia , l'ultimo libro della Irigaray

orso castano : si ma la Irigaray riflette su come trovare dentro di se l'elan vital, l'energia indispensabile a farci andare avanti, a crescere. Quello che si dimentica e' che la ricerca di nuove fonti energetiche , rinnovabili , obblighera' l'Uomo a costruire una nuova visione di se' , a partire  da come utilizzera' le risorse che ha attorno. Finora questa correlazione tra uso di nuove fonti energetiche e nuove immagini dell'essere umano mi sembra, ma forse e' solo mia ignoranza, essere stata poco approfondita. Il passaggio dall'Homo prometeico all'Homo pater , protettore della Natura mater e' stato poco approfondito. Eppure queste riflessioni dovranno essere la base per rinnovare3 la nostra cultura occidentale.

Come far nascere una nuova cultura dell’energia? Per rispondere a questa domanda concorrono tutte le competenze, potrei dire anche tutti i vissuti, di Luce Irigaray: il pensiero filosofico, il lavoro di psicoanalista, quello di studiosa del linguaggio, l’esperienza di praticante dello yoga.
“Una nuova cultura dell’energia. Al di là di Oriente e Occidente” è il nuovo libro di Luce Irigaray, pubblicato in Italia da Bollati Boringhieri. Luce Irigaray, da molti anni, pratica lo yoga. E’ lei stessa a raccontare, nell’introduzione, come ha incontrato questa disciplina: per curare o, meglio, rimediare ai danni di un incidente d’auto.
Ma questo libro non è, o non è soltanto, un libro sullo yoga. Riprende piuttosto il filo del ragionamento – svolto soprattutto in “Oltre i propri confini” del 2007 e in “Condividere il mondo” del 2009 - sull’incontro necessario tra culture differenti e sull’utilità di andare al di là di esse per costruire una comunità umana mondiale.
L’aspetto, per me, più affascinante del libro è l’accento posto dalla Irigaray sulla pratica personale che non si può separare dal pensiero. E’ la propria pratica personale dello yoga che ha portato l’autrice a sentirsi parte di Oriente e Occidente: “ormai appartengo a entrambi”, dice. E dice anche che non è tanto importante costruire ponti tra le culture, quanto sforzarsi di “essere ponti” tra culture differenti.
Come far nascere una nuova cultura dell’energia? Per rispondere a questa domanda concorrono tutte le competenze, potrei dire anche tutti i vissuti, dell’autrice: il pensiero filosofico, il lavoro di psicoanalista, quello di studiosa del linguaggio, l’esperienza di praticante dello yoga.
Ancora una volta, è la differenza fra i sessi, prima ancora che la differenza fra le culture, il punto su cui tornare per ritrovare “la più grande fonte di energia naturale”.
Un’energia che, a partire dall’attrazione sessuale, spinge ogni individuo “a trascendersi, ad andare al di là di sé, verso un altro”.
L’importanza della differenza sessuale è tuttavia ancora sconosciuta sia nella tradizione occidentale che in quella dello yoga e anche in questo libro Irigaray ci ritorna parlando dell’energia.
La pratica dello yoga può condurci, soprattutto grazie alla coltivazione del respiro, a fare l’esperienza di un’energia libera.
Ma il modo in cui si insegna e si pratica lo yoga in Occidente, nota Irigaray, ha un limite nell’assenza della dimensione relazionale e nell’occultamento della differenza sessuale.
E’ molto attenta, l’autrice, ogni volta che parla di yoga, a precisare che lo yoga con cui si confronta è quello che si pratica in Occidente dove ”gli insegnanti di yoga sostengono, proprio come nella tradizione occidentale, che il sapere è neutro.”
Anzi, sono molti gli episodi che Irigaray racconta in cui “l’ambiente dello yoga” ha reagito ignorando o trattando con sufficienza ogni suo tentativo di introdurre una riflessione sulla fecondità della differenza sessuale nel percorso spirituale. In proposito, vale la pena di notare che in questo libro sono spesso riferite esperienze personali, modalità in genere non presente in questa autrice che ha sempre tenuto molto a mantenere il riserbo sulla propria biografia.
In Occidente, continua Irigaray, si insegna a praticare yoga come tecnica performante: un percorso competitivo solitario, un divenire fatto “di presa, controllo, possesso”, un accumulo di vitalità che deve poi essere consumata.
E’ il modello proposto da Freud per la sessualità maschile, nota Irigaray: un accumulo di tensione che deve essere scaricata per tornare a un grado zero, all’omeostasi .
E invece l’energia deve essere conservata, coltivata e trasformata. Non in solitudine. Un divenire alimentato “dall’interrogazione, dalla sorpresa e dall’accoglienza accordate al divenire dell’altro” è possibile, dice Irigaray, solo se non si rinuncia alla fecondità della differenza sessuale. Lo yoga offre comunque la possibilità di sperimentare una forma di energia vitale che altrimenti resterebbe, per noi occidentali, sconosciuta. Nella cultura occidentale, infatti, l’energia è ingabbiata, immobilizzata: “si conosce soltanto sotto forma di istinti, pulsioni o passioni più o meno umane, più o meno patogene o reprensibili.”
La cultura occidentale non coltiva l’energia, si occupa invece di disciplinarla/reprimerla nelle bambine e nei bambini e negli adolescenti, e di consumarla negli adulti. “Nella nostra tradizione siamo stati abituati ad affidare il corpo ai medici e l’anima ai preti, oppure lo spirito ai professori. Siamo rimasti dipendenti dagli altri, quindi, come sono i bambini”. Il primo gesto di autonomia compiuto dal piccolo umano è il respiro autonomo (un gesto che non si compie senza angoscia e senza sofferenza: si accompagna infatti a un grido, e “non assomiglia certo a un grido di gioia!”). Ma non possiamo restare al respiro come esigenza vitale. Per essere umani dobbiamo coltivare il nostro respiro e preoccuparci di mantenerlo nella sua purezza. “Una nuova cultura dell’energia” è un libro ricco di argomenti e lo si può leggere seguendo diversi filoni: il pensiero della differenza, l’educazione, il confronto tra culture. Molto interessanti, e da approfondire, sono alcuni nodi teorici, per esempio quello del confronto tra il “non nuocere”, primo insegnamento dello yoga, e l’amore, il “grande comandamento” della tradizione cristiana.
Il primo insegnamento dello yoga, dice Irigaray, è non nuocere a sé e agli altri. Nella tradizione cristiana, invece, il primo comandamento è l’amore (anche se è stato inteso soprattutto come amore di Dio e del prossimo, amato però “in Dio”).
Irigaray sostiene che l’amore è l’unica strada per portare a compimento la nostra umanità. Che cosa viene prima, dunque, qual è il primo “comandamento”?
La risposta di Irigaray a questa domanda è un ragionamento filosofico, un vero e proprio esercizio laico di pensiero fatto per cogliere, nella differenza delle culture e delle tradizioni, la propria sintesi personale.
L’amore, dice Irigaray, esige la necessità di non nuocere: “L’amore reciproco richiede innanzitutto un mutuo rispetto, non formale, ma assoluto nei confronti della vita e dell’esistenza di ognuno”, significa “lasciar essere l’altro: lasciarlo al suo cammino, al suo divenire, alla sua differenza, nel rispetto di se stessi.”
Se non nuocere è allora un gesto preliminare all’amore, in qualche modo questo gesto è reso possibile, a sua volta, da “una forma d’amore”, quel “prestare attenzione a chi è quest’altro(a), percepirlo(a) nella sua differenza.”
Un analogo percorso di attraversamento critico Irigaray lo propone anche rispetto ad un’altra “parola ponte” tra Oriente e Occidente: compassione.
Invece, la parola desiderio è sostanzialmente trascurata in entrambe le culture: perché – si chiede - negli ambienti spirituali, anche quelli legati allo yoga, il desiderio non viene mai evocato? “Forse perché il desiderio esiste grazie a una dualità umana di cui le tradizioni più elaborate non tengono conto e che non hanno coltivato come si dovrebbe.”
Anche il ruolo della percezione sensibile nella nostra evoluzione spirituale è analizzato con grande profondità (interessantissima la distinzione tra l’estasi mistica cristiana e l’illuminazione orientale), così come il confronto tra il differente valore dato alla parola e al silenzio nelle due culture.
Raccogliersi nel silenzio è indispensabile per scegliere il senso delle proprie parole, il silenzio è “la prima parola rivolta all’altro. E’ il segno della mia disponibilità ad accoglierlo(a) così com’è, senza piegarlo(a) al mio discorso, senza includerlo(a) nel mio mondo”. Questo insegnamento non viene dalla cultura occidentale, un mondo nel quale la meta del percorso umano è piuttosto, come in Hegel, “raccogliere in sé la totalità dei discorsi”.
L’ultimo libro di Irigaray è un libro di molte domande, a partire da quella fondamentale posta nell’introduzione: come portare a compimento la mia umanità? E’ un libro anche di molti insegnamenti, dei quali dobbiamo ringraziarla ancora una volta.
Io la ringrazierò soprattutto per un’illuminazione fondamentale, in questi tempi di banalità e di false semplificazioni.
Grazie allo yoga, dice Irigaray, le domande non le si presentano mai in forma astratta, puramente teorica o morale: “Sarà l’effetto della mia decisione sulla vita quotidiana a decidere della sua fondatezza.”
Nella nuova cultura dell’energia “è la nostra stessa esperienza che deve istruirci e insegnarci gradualmente a diventare i maestri di noi stessi. “
 Luce Irigaray, Una nuova cultura dell’energia. Al di là di Oriente e Occidente, Bollati Boringhieri, traduzione di Paola Carmagnani, Torino 2011, euro 12.00
26|07|11


Balduzzi ci ripensi, sentenza fondata

orso castano : e' incredibile la protervia di questi "ministri tecnici" tanto amati da Napolitano , (che odia tanto Di Pietro ed i Magistrati che si occupano della trattativa stato-mafia....( Napolitano scenda dal podio su cui tutti lo avevano collocato, ha  fatto decisamente una brutta figura!)   Balduzzi, ignorante in materia sanitaria, dopo una serie di "svarioni" e' meglio che passi  il testimone ad altri, ma come la Fornero,ha l'appoggio dei santi Bersani & Co., cioe' di quelli che non invitano gli operai in lotta ai loro congressi nazionali (vedi caso FIOM) !!

Procreazione: Franco (Pd) 

29 Agosto 201

.............................Per Franco la senternza ''si occupa proprio dei due punti della legge piu' problematici: il divieto del ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita alle coppie fertili ma portatrici di malattie genetiche e l'incoerenza dell'ordinamento giuridico, che impedisce la diagnosi pre impianto e la conseguente selezione degli embrioni, ma non il ricorso all'aborto terapeutico, legittimamente consentito dalla legge 194''.

''Come abbiamo piu' volte osservato - prosegue Vittoria Franco - le coppie portatrici di malattie ereditarie sono di fatto per forza di cose infertili, e per questo dovrebbero poter accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Proprio per risolvere questa questione abbiamo depositato in Senato un disegno di legge di modifica della legge 40. Inoltre riteniamo che, il divieto di diagnosi pre impianto, a fronte della possibilita' di accedere in seguito all'aborto terapeutico, configuri un'ingerenza intollerabile dello Stato nella vita delle persone e delle famiglie. Si tratta questo di un aspetto particolarmente disumano della legge 40, che speriamo possa essere invece presto modificata'

ENEA e tecniche x carbone pulito


IL CARBONE DALLA A ALLA Z. INTERVISTA A GIUSEPPE GIRARDI


“Con il termine ‘carbone pulito’, dall’inglese ‘clean coal’, si intende un ampio spettro di tecnologie, alcune già oggi applicate, altre in fase di dimostrazione, altre ancora in fase di studio e sviluppo, che consentono di utilizzare questa fonte con sempre più elevata efficienza e ridotte emissioni di inquinanti gassosi, particolato e anidride carbonica. Le attività riguardano non solo la generazione elettrica, ma anche tutta la filiera del carbone e quindi estrazione, pre-trattamento, trasporto e stoccaggio”. 
A parlare è l’ingegnere Giuseppe Girardi, responsabile della Sezione Impianti e Processi Energetici della Casaccia,  che spiega perché intorno al carbone oggi si è creato tanto interesse. “Il rinnovato interesse a questa fonte fossile deriva essenzialmente dall’oggettiva
competitività, sia per quanto riguarda il costo della materia prima, più basso e più stabile rispetto a quelli di gas naturale e olio combustibile, che dalla sua disponibilità ben più elevata e distribuita
come provenienza geografica. Oggi il suo utilizzo comporta un impatto ambientale più ridotto rispetto alle applicazioni meno recenti, con prospettive di riduzione delle emissioni di CO2 e l’obiettivo strategico delle emissioni prossime a zero. Questi fattori hanno contribuito ad una rinnovata competitività del carbone rispetto alle altre fonti fossili, nonostante i più elevati costi e tempi di costruzione degli impianti.” 
- Come si è evoluta la situazione negli ultimi 10 anni?
“C’è stato un notevole sviluppo delle tecnologie e dei sistemi di riduzione delle emissioni, andato di pari passo con l’evoluzione di normative ambientali sempre più stringenti. Parallelamente è poi aumentata l’efficienza degli impianti che, a parità di energia prodotta, ‘consumano’ meno carbone e quindi producono minori quantità di anidride carbonica e altre emissioni inquinanti. Nell’ultimo decennio sono stati fatti molti investimenti per lo sviluppo di tecnologie e la costruzione di installazioni sperimentali puntando alla realizzazione di impianti a ‘emissione zero di CO2’: si tratta in realtà di una filiera complessa che prevede ‘cattura e separazione’ dell’anidride carbonica dal processo di produzione termoelettrico, sostanza che sarà confinata in siti geologici opportunamente individuati. Siamo ormai giunti alla fase della dimostrazione industriale, con la realizzazione di impianti di taglia rilevante. Ed è proprio sulla cosiddetta ‘sequestrazione della CO2’, che si gioca la sfida dell’immediato futuro.
- Come si posiziona l’Italia nella ricerca e nelle relative applicazioni?
”Sono diversi i soggetti, soprattutto nell’ultimo periodo, interessati a questo settore. Da un lato operano le aziende detentrici degli impianti, prima fra tutti l’ENEL; dall’altro le imprese costruttrici 
di impianti con in testa Ansaldo. Vi sono, infine, enti e società di ricerca come ENEA, Sotacarbo, CESI Ricerca, OGS-Istituto Nazionale di Oceonografia e di Geofisica Sperimentale, INGV–Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, CNR e varie università. Il fatto che in Italia comunque si usi meno carbone rispetto ad altri paesi europei, ha avuto conseguenze in termini di  investimenti in ricerca. Da qualche tempo si sta però aggiustando il tiro: infatti, sono state finanziate dal Ministero dell’Università e della Ricerca importanti iniziative di ricerca, che puntano alla produzione di idrogeno ed elettricità da carbone, ed è appena partito un ampio programma sostenuto dal Ministero dello Sviluppo Economico, con  Accordi di Programma con i principali enti nazionali, fra cui l’ENEA. Voglio anche ricordare che l’ENEA intende partecipare alle iniziative previste dal 7° Programma Quadro dell’UE in questo settore.”

CARBONE PULITO: UN RUOLO STRATEGICO PER L'ENEA


 (stralcio)....................La strategia dell’ENEA per lo sviluppo di tecnologie

CARBONE PULITO

Carbone, una speranza per il futuro?
In tema di carbone.... alcuni programmi in corso
Il carbone dalla A alla Z. Intervista a Giuseppe Girardi
La sequestrazione della CO2: tutte le tecnologie per il carbone pulito
Carbone pulito: un ruolo strategico per l'ENEA
ENEA nel mondo del carbone
Il carbone e il caso Cina
 sul carbone pulito segue uno schema molto preciso: condurre programmi di ricerca, sviluppo e dimostrazione di tecnologie e processi innovativi che possano trovare un utilizzo industriale nel breve-medio termine ma senza escludere  anche prospettive più ampie. Si  tratta di sviluppare la filiera della sequestrazione della CO2 in due diverse tipologie di impianti: quelli basati sulla combustione innovativa del carbone con ossigeno, e quelli che provvedono ad una preventiva gassificazione del carbone. Nel primo caso si punta ad introdurre una nuova modalità di combustione per il carbone in modo da raggiungere eccellenti risultati di efficienza e prestazioni ambientali: si tratta della cosiddettacombustione ‘mild’ o ‘senza fiamma’ studiata da anni nei laboratori dell’Ente, che ha fornito risultati eccezionali nel settore siderurgico e, recentemente, anche nella termovalorizzazione dei rifiuti. La sfida è applicarla in modo ingegneristicamente efficace anche per il carbone. Le frontiere riguardano i nuovi cicli di gassificazione con cattura e sequestro della CO2, la produzione combinata di energia elettrica e idrogeno, il confinamento definitivo della CO2, ad esempio nelle formazioni carbonifere del Sulcis, in Sardegna, con contemporanea estrazione del metano. Nell’ambito delle iniziative internazionali si punta poi a rafforzare la presenza nelle piattaforme tecnologiche della Commissione Europea, nel Carbon Sequestration Leadership Forum e nell’International Partneship for Hydrogen Economy, con una partecipazione attiva e propositiva resa possibile dai successi ottenuti nei laboratori nazionali.
Zecomix

Moody's : «pil italiano in peggioramento nel 2012»


dal Corriere della sera.it

orso castano : il rilancio produttivo continua , in Italia a languire. , cioe' ancora piu' disoccupati e nuove generazioni a passeggio, aumento dei NEET e sfarinamento (per fortuna finora solo un rischio) in aumento

Riviste al ribasso le stime: da 1%-2 % a 1,5%-2,50% nel 2012.
La crisi dell'eurozona può riflettersi sull'economia globale

La crisi greca da un lato, le tensioni sui finanziamenti di Spagna e Italia dall'altro. Il tutto in un contesto economico europeo ancora troppo incerto. Con queste motivazioni l'agenzia di rating Moody's ribassa ulteriormente la previsione sul pil italiano. In un rapporto dedicato alle prospettive economiche globali per il 2012 e il 2013 - in cui si spiega come la crisi della zona euro continui a rappresentare un elemento di rischio - Moody's prevede che l'economia italiana si contrarrà tra il 2,5% e l'1,5% quest'anno e tra l'1% e al più un andamento piatto il prossimo...................................

mercoledì 29 agosto 2012

Balduzzi confuso ignora come e' strutturato il territorio


Renato Balduzziorso castano : un piccolissimo passo avanti , non basta , Questo decreto suscitera' discussioni , dovra' essere discusso ,o meglio dovrebbe essere discusso, venerdi' in aula, molti i punti da precisare, speriamo in una discussione aperta senza ricorso alla solita fiducia , e speriamo che le spinte privatizzanti non sbilancino ancora di piu il decreto. Sui medici di base occorrono garanzie, ma sopratutto non si capisce che fine faranno la pletora ,ormai costosissima, che induce al consumo di analisi, degli accreditati e dei poliambulatori. Ognuno di questa tipologia di strutture ha propei sindacati e non sembra che Balduzzi abbia usato il metodo della "concertazione" per razionalizzare questa pletora costosissima, ne' c'e' nessun accenno ad un collegamento ospedale-territorio, quindi nessuna indicazione sulla "continuita" terapeutica, , sulla prevenzione poi ilo silenzio e' assoluto. In buona sostanza l'avvicinarsi delle elezioni ha sbilanciato verso i  medici di famiglia che sono stati enfaticamente portati su di un piano di attenzione perche' portano voti e tanti. Degli altri servizi territoriali: psichiatria, NPI, SERT, Medicina legale, eccc. profondo silenzio rosso. Bravi i medici di famigliua che come sempre hanno mostrato la loro capacita' di acchiappare soldi e di "pesare" sulle sdcelte sanitarie genberali. Bravi, hanno dasavvero la capacita' politica di occupare sgomitando ilcentro decisionale, con buona pace della salute dei cittadini! 
la posizione  (provvisoria, il decvreto dovra' essere discusso)
 cgil :    
"sulle cure primarie non c’è nessuna garanzia che i cittadini, finalmente, possano rivolgersi ai medici di base nelle 24 ore e per tutti i giorni della settimana. Sfuma così la possibilità di aprire centri socio sanitari diffusi nel territorio, utili anche per prevenire ricoveri inutili e sovraffollamenti in pronto soccorso". 
E poi, "sulla libera professione si attua una “sanatoria” per chi non si è messo in regola con le leggi, permettendo di svolgere a medici pubblici l’attività intramoenia negli studi privati". 
E ancora, "sulla non autosufficienza - vera emergenza nazionale - non si stanziano risorse aggiuntive, anzi si interviene in modo confuso e preoccupante, persino sull’indennità di accompagnamento per i disabili".
E infine, "sull’edilizia sanitaria si prevede un allargamento degli spazi ai privati, fino alla cessione di ospedali pubblici in cambio di lavori di ristrutturazione". "Dopo le ultime manovre, compresa la spending review concludono i due sindacalisti - ci si aspettava dal Ministro un intervento limpido per riqualificare il servizio sanitario nazionale pubblico, duramente provato dai tagli. Invece ci troviamo di fronte a proposte confuse e contradittorie, presentate ancora una volta con decreto legge, senza un confronto trasparente con il sindacato e le associazioni di rappresentanza".

Il decreto legge di 27 articoli  :...doverbbe arrivare in Consiglio dei ministri venerdì.
Tassa sulle bibite......e' introdotto per tre anni un contributo straordinario a carico dei produttori di bevande analcoliche con zuccheri aggiunti e con edulcoranti, in ragione di 7,16 euro per ogni 100 litri immessi sul mercato, nonche' a carico di produttori di superalcolici in ragione di 50 euro per ogni 100 litri immessi sul mercato..... destina il ricavato al finanziamento dell'adeguamento dei livelli essenziali di assistenza".

LudopatiaLa ludopatia viene considerata come una vera e propria malattia con tanto di divieto di installazione di apparecchi dedicati al gioco d'azzardo nel raggio di 500 metri da scuole, centri giovanili, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale e luoghi di culto Multe per la vendita di tabacco ai minori "Chiunque vende o somministra i prodotti del tabacco ai minori di anni diciotto e' punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 250 a 1.000 euro. Se il fatto e' commesso piu' di una volta si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 2.000 euro e la sospensione, per tre mesi, della licenza all'esercizio dell'attivita'"..... 
Trasparenza nelle nomine dei dg ..... Le regioni dovranno garantire adeguate misure di pubblicità dei bandi, delle nomine e dei curricula, di trasparenza nella valutazione degli aspiranti, nonche' il possesso da parte degli aspiranti medesimi di un diploma di laurea magistrale e di adeguata esperienza dirigenziale, almeno quinquennale nel campo delle strutture sanitarie e settennale negli altri settori. La bozza di decreto fissa inoltre il requisito dell'età anagrafica non superiore a 65 anni, alla data della nomina".  procedure 'garantiste' per la nomina dei primari e direttori generali, e "la piena pubblicità a tutte le procedure sul sito internet dell'azienda, pena l'annullabilità della procedura". Ma non solo: sul web devono finire anche le spese sostenute dalle asl. Ed è inoltre previsto un controllo tracciabilità per le prestazioni intramoenia, niente più contanti per i pagamenti ai medici che svolgono attività intramuraria fuori dall'ospedale in assenza di spazi dedicati.
"le aziende sanitarie devono pubblicare sul sito internet i prezzi unitari per gli acquisti di beni e servizi".
Per quanto riguarda la nomina dei direttori generali, la bozza, all'articolo 4, stabilisce misure di pubblicità dei bandi, delle nomine e dei curricula e Trasparenza nella valutazione degli aspiranti. "Le regioni provvedono alla nomina dei direttori generali delle aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale garantendo adeguate misure di pubblicità dei bandi, delle nomine e dei curricula, di trasparenza nella valutazione degli aspiranti".
Malattie croniche e rare .....elenco delle malattie croniche e delle malattie rare" per assicurare "il bisogno di salute, l'equita' nell'accesso all'assistenza, la qualita' delle cure e la loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze". Saranno aggiornati i Livelli essenziali di assistenza (Lea) in particolare per quanto riguarda le "persone affette da malattie croniche, da malattie rare, nonche' da dipendenza da gioco d'azzardo patologico".  
Farmaci
Revisione straordinaria del Prontuario farmaceutico nazionale per escludere dalla rimborsabilita' farmaci non piu' di interesse per il Servizio sanitario nazionale. Obiettivo alla base del provvedimento sarebbe quello di ridurre il prezzo di quei farmaci analoghi ....Farmaci omeopatici
Semplificare le procedure di registrazione dei medicinali omeopatici per garantire la qualita' e l'adeguatezza delle relative officine di produzione ai fini di tutela della salute pubblica.
Medici di base: i medici di famiglia si riuniranno in aggregazioni di studi per garantire un servizio sul territorio 24 ore su 24.
Vertici Asl: la bozza prevede maggiore trasparenza per le nomine dei direttori generali delle aziende e degli enti del Servizio Sanitario Regionale
Intraemonia e pagamenti: prevista la tracciabilità dei pagamenti ai medici che svolgono visite private fuori dall'ospedale (in assenza di spazi dedicati dall'azienda sanitaria regionale). I pagamenti dovranno essere effettuati con carte di credito e bancomat, non in contanti.
 Fascicolo sanitario elettronico: Il paziente avrà un fascicolo elettronico che conterrà «l'insieme dei dati e documenti digitali di tpo sanitario e sociosanitario generati da eventi clinici presenti e trascorsi».
 I certificati d'idoneità per l'attività sportiva potranno esser rilasciati, come al momento, anche dai medici di famiglia.

La favola del “carbone pulito”

18.05.2012  GREENPEACE

La favola del “carbone pulito”

Come si giustifica la determinazione di Enel a investire sulla fonte più sporca, nociva per la salute, l’ambiente e il clima? Semplice: con una favola. Quella del “carbone pulito”, ovvero una tecnologia denominata CCS (Carbon Capture and Storage) attraverso la quale catturare l’anidride carbonica prodotta dalla combustione del carbone e immagazzinarla sotto terra, riducendo così l’impatto climatico.
La CCS viene ampiamente promossa dall’industria del carbone e dalle aziende elettriche, tra cui Enel, come giustificazione alla costruzione di nuove centrali a carbone. A oggi è certo che:
- la tecnologia CCS non arriverà in tempo per arginare i cambiamenti climatici. Non si prevede, infatti, che la tecnologia possa essere commercialmente disponibile prima del 2030. Per evitare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici, le emissioni mondiali dei gas serra devono iniziare a ridursi dopo il 2015, tra appena tre anni;
- la CCS consuma molta energia: tra il 10% e il 40% dell’energia prodotta da una centrale termoelettrica. L’adozione su ampia scala della CCS annullerà, quindi, i miglioramenti in termini di efficienza degli ultimi 50 anni e farà aumentare il consumo delle risorse di un terzo. Non solo maggiore carbone da estrarre, da trasportare e bruciare, ma anche acqua. Diversi studi indicano che le centrali con CCS avranno bisogno del 90% in più di risorse idriche;
- stoccare la CO2 sottoterra è rischioso. Il confinamento sicuro della CO2 nel lungo periodo non può essere garantito, e persino una quantità molto bassa di perdite di CO2 potrebbe compromettere qualsiasi sforzo per attenuare i cambiamenti climatici. La quantità di CO2 da catturare e confinare per avere qualche effetto sensato sulla mitigazione del clima al 2050, richiederebbe la realizzazione di 6.000 progetti, ognuno dei quali dovrebbe pompare nel sottosuolo un milione di tonnellate di CO2 all’anno. Attualmente non sappiamo se catturare e confinare tale quantità di CO2 sia tecnicamente possibile, e non è chiaro se esistano siti di stoccaggio in numero sufficiente nei pressi degli impianti. Il costo per il trasporto della CO2 per distanze superiori a 100 chilometri, infatti, risulterebbe proibitivo.
- la CCS è una tecnologia costosa e potrebbe far raddoppiare i costi per la realizzazione di centrali a  carbone, con un aumento dei prezzi dell’elettricità del 20-90%. Il denaro speso per la CCS farebbe allontanare gli investimenti destinati a soluzioni sostenibili per i cambiamenti climatici, come fonti rinnovabili ed efficienza energetica.
Un recente rapporto del WorldWatch Institute segnala come di 75 progetti di CCS presenti in 17 Paesi, solo 8 sono diventati operativi. Lo stesso Global CCS Institute sostiene che per sviluppare e rendere operativo su vasta scala il sistema CCS bisognerebbe investire, nei prossimi 40 anni, gli stessi capitali investiti nei passati 100 anni nell’industria degli idrocarburi. Si parla di 100 miliardi di dollari l’anno. Nel 2011 ne sono stati investiti 23,5, stessa cifra del 2010.
Mentre Enel continua a raccontare le sue favole sul “carbone pulito”, noi pubblichiamo la versione integrale del rapporto che stima gli impatti del suo carbone. Quelli veri. Scarica “Enel Today & Tomorrow”

carbone pulito


orso castano : le miniere del Sulcis , come altre miniere a carbone hanno sollevato , ora, mentre la lotta del Sulcis e' in piedi, il problema del carbone pulito. Sull'impatto di questa tecnica sull'ambiente c'e' stato un grosso dibattito ed una sentenza del consiglio di stato. Non cosi' in Inghilterra.

martedì 28 agosto 2012

Procreazione, Corte europea boccia l'Italia

orso castano : meno male che c'e' la Corte Europea che di tanto in tanto bacchetta il legislatore italiano, "incoerente e quindi "ingiusto. In questo caso "la legge ha violato il diritto al rispetto della vita privata e familiare ", in sostanza chi attarevrso esami genetici accerta che il feto puo' essere affetto da malattia grave ereditaria, puo' accedere alla preselezione per la fecondazione assistita. Certo un monito per il legislatore italiano che dovrebbe sentire il dovere di modificare la legge. Lo fara? Vedremo, ma ne dubitiamo!! 


Messaggero logoSTRASBURGO - La Corte europea dei diritti umani ha bocciato la legge 40 per quanto riguarda l'impossibilità per una coppia fertile ma portatrice sana di fibrosi cisticadi accedere alla diagnosi preimpianto degli embrioni.

La sentenza. Secondo i giudici della Corte di Strasburgo, la cui decisione diverrà definitiva entro tre mesi se nessuna delle parti farà ricorso per ottenere una revisione davanti alla Grande Camera, «il sistema legislativo italiano in materia di diagnosi preimpianto degli embrioni è incoerente» in quanto allo stesso tempo un'altra legge dello Stato permette alla coppia di accedere a un aborto terapeutico in caso che il feto venga trovato affetto da fibrosi cistica.

La Corte ha quindi stabilito che cosi com'è formulata la legge 40 ha violato il diritto al rispetto della vita privata e familiare di Rosetta Costa e Walter Pavan a cui lo Stato dovrà versare 15mila euro per danni morali e 2.500 per le spese legali sostenute.

domenica 26 agosto 2012

Fassina: "E' il suo errore sistematico snobba il dialogo sociale"

orso castano : fa bene Fassina a precisare il concetto di dialogo sociale , la concertazione come e' stata svolta in passato ha portato ad inenze , ma anche ad ottimi risultati ed alla difesa dei diritti dei lavoratori. Ma cosa vuol dire "dialogo sociale"? vorrei riportare due stralci , a caratteree storico che aiutano a capire a quale modello europeo (tedesco) si fa riferimento quando si parla di concertazione : "da Il modello tedesco del riformismo di MARIO PIRANI , la Repubblica del 10/4/2012 "modello tedesco". Questo è articolato su due pilastri, il primo è il Congresso di Bad Godesberg del 1958 in cui il partito socialdemocratico (Spd) proclamò il distacco dal marxismo ed avviò quella "economia sociale di mercato" o "modello renano", che costituirà la base ideale e pratica del riformismo europeo e la premessa per l'alternanza della sinistra democratica al governo della Germania. Bad Godesberg era stata preceduta, però, da una riforma anche più incisiva, l'introduzione della Mitbestimmung (cogestione in azienda), una serie di leggi varate dalla Repubblica di Weimar negli anni Venti, che sanciscono il diritto-dovere del sindacato a partecipare a livello aziendale alla gestione dell'economia in nome dell'interesse comune. Abrogata dal nazismo la Cogestione viene reintrodotta dagli eserciti alleati e, quindi, nel 1951-52, dal padre della nuova democrazia, Konrad Adenauer, che, col consenso pieno della Spd, la impose ovunque. La fortuna della Mitbestimmung si spiega nell'aver reso compatibili le più avanzate rivendicazioni salariali e normative con gli equilibri economici settoriali e aziendali, in una dialettica declinata non sui paradigmi della lotta di classe ma sui calcoli macro economici di gruppi di "saggi" delle due parti, che studiano e prevedono i confini predettati dalle attese d'inflazione, entro cui flettere le rivendicazioni. Così le fasi di crisi, come quella del 2008, vengono affrontate assieme: i sindacati accettano riduzioni di salario e di orario e gli imprenditori s'impegnano a non delocalizzare le fabbriche. Quando le cose andranno meglio i salari saranno i più alti d'Europa e l'export tirerà l'economia. La paura dell'inflazione, terrificante retaggio storico, incide Quello di Bad Godesberg è stato più volte integrato e modificato dalla SPD (apportandovi, ad esempio, il tema centrale oggi della compatibilità ecologica della crescita) ma nelle sue linee essenziali e nel suo quadro di valori e principi ispiratori è rimasto inalterato e resta un essenziale punto di riferimento di grossa parte del socialismo democratico.
In breve: quel programma (che è la sintesi finale di un grosso lavoro di elaborazione del socialismo europeo – non solo tedesco – iniziato negli anni '30) è il ripensamento del socialismo nell’ambito delle profonde trasformazioni economiche e sociali succedute alla II Guerra Mondiale. C’è innovazione ed insieme fedeltà al nucleo vitale del pensiero e del progetto socialista.C’è l’idea di socialismo quale compito permanente a favore della giustizia sociale, della solidarietà e della libertà, in una visione della storia che rifiuta il determinismo e finalismo hegeliano (e degli hegelo-marxisti) in cui non esiste uno stadio finale della storia prevedibile in cui si dissolvono tutti i conflitti e le contraddizioni. Di qui il rifiuto di quegli elementi residui di utopismo in Marx (mutuati da Saint Simon) quale l’estinzione dello stato (ma questo lo aveva già detto Kautsky negli anni 20) che non ha permesso al marxismo canonico di comprendere ed analizzare bene l’essenza della democrazia. E tale lacuna grave ha aperto la strada al volontarismo totalitario e giacobino di Lenin e Trotzky, con tutti i guai che esso ha prodotto. Seguendo l’insegnamento del Kautsky maturo, Bad Godesberg vede nella democrazia politica un elemento sostanziale inseparabile dal socialismo. In realtà la differenza radicale tra il socialismo democratico ed il comunismo sul piano teorico sta in ciò. Il comunismo non si riesce a liberare dei residui di utopismo (estinzione dello stato) e della metafisica storicista di Hegel. Di qui il suo approccio strumentale al tema della democrazia e l’accettazione di una pur spietata dittatura rivoluzionaria in vista del “paradiso” dell’estinzione dello stato (e della politica) e di una società pacificata senza conflitti e contraddizioni. Il socialismo democratico parte da un approccio laico ed umanistico al tema del socialismo. Non palingenesi definitiva, ma processo aperto a realizzare una società continuamente perfettibile (seguendo Kant) e di cui la democrazia è essenza vitale.anche psicologicamente sulle scelte politiche dell'oggi."
e da "Melograno rosso" , on line, http://www.melogranorosso.eu/index.php?option=com_k2&view=item&id=169:una-%E2%80%9Cbad-godesberg%E2%80%9D-per-la-rinascita-della-sinistra-italiana&Itemid=212 "Quello di Bad Godesberg è stato più volte integrato e modificato dalla SPD (apportandovi, ad esempio, il tema centrale oggi della compatibilità ecologica della crescita) ma nelle sue linee essenziali e nel suo quadro di valori e principi ispiratori è rimasto inalterato e resta un essenziale punto di riferimento di grossa parte del socialismo democratico.
In breve: quel programma (che è la sintesi finale di un grosso lavoro di elaborazione del socialismo europeo – non solo tedesco – iniziato negli anni '30) è il ripensamento del socialismo nell’ambito delle profonde trasformazioni economiche e sociali succedute alla II Guerra Mondiale. C’è innovazione ed insieme fedeltà al nucleo vitale del pensiero e del progetto socialista.

C’è l’idea di socialismo quale compito permanente a favore della giustizia sociale, della solidarietà e della libertà, in una visione della storia che rifiuta il determinismo e finalismo hegeliano (e degli hegelo-marxisti) in cui non esiste uno stadio finale della storia prevedibile in cui si dissolvono tutti i conflitti e le contraddizioni. Di qui il rifiuto di quegli elementi residui di utopismo in Marx (mutuati da Saint Simon) quale l’estinzione dello stato (ma questo lo aveva già detto Kautsky negli anni 20) che non ha permesso al marxismo canonico di comprendere ed analizzare bene l’essenza della democrazia. E tale lacuna grave ha aperto la strada al volontarismo totalitario e giacobino di Lenin e Trotzky, con tutti i guai che esso ha prodotto. Seguendo l’insegnamento del Kautsky maturo, Bad Godesberg vede nella democrazia politica un elemento sostanziale inseparabile dal socialismo. In realtà la differenza radicale tra il socialismo democratico ed il comunismo sul piano teorico sta in ciò. Il comunismo non si riesce a liberare dei residui di utopismo (estinzione dello stato) e della metafisica storicista di Hegel. Di qui il suo approccio strumentale al tema della democrazia e l’accettazione di una pur spietata dittatura rivoluzionaria in vista del “paradiso” dell’estinzione dello stato (e della politica) e di una società pacificata senza conflitti e contraddizioni. Il socialismo democratico parte da un approccio laico ed umanistico al tema del socialismo. Non palingenesi definitiva, ma processo aperto a realizzare una società continuamente perfettibile (seguendo Kant) e di cui la democrazia è essenza vitale."
Ma l'accordo di Bad Goodsberg , splendido post, e' lontano di decenni, nel frattempo c'e' stato il 68, uncambiamento vorticoso dei costumi sociali, la rivoluzione informatica, ancora largamente incommpiuta. Queste cose influenzano decisamente il mdello di democrazia diretta e della partecipazione alle informazioni ed alle sccelte. Julian Assange, un rappresentante della democrazia diretta mediante il digitale, in realta' ricorda il Foscolo quando dice di Machiavelli che mostra alle genti di che lacrime e sangue e' formato il potere, dopo averne sfrondato , nel "Principe" gli allori....

L' agenda Monti è solo in parte la nostra. Intervista a S. Fassina - la Repubblica

 
Fassina, Monti sbaglia sulla concertazione?
«Monti sottovaluta la rilevanza del dialogo sociale per fare riforme strutturali. Persino al Fondo monetario internazionale parlavamo ownership, che significa il coinvolgimento attivo dei diretti interessati nella costruzione delle riforme».

In altre parole, la concertazione ci vuole, è indispensabile?
«Concertazione è un termine ambiguo, si deve parlare di dialogo sociale.
Non mi pare che le parti sociali in Italia abbiamo mai rivendicato diritti di veto, semmai c`è stato un problema di debolezza della politica. Comunque la concertazione ha avuto una storia differenziata, il cui segno è largamente positivo, anche a partire da quanto i sindacati hanno fatto nel`92 -`93 con l`intelligente regia di Ciampi che sapeva appunto svolgere il dialogo sociale».

Quello di Monti è lo stesso metodo del governo Berlusconi, lei ha detto più volte.
«Il governo Berlusconi aveva l`obiettivo di dividere le forze sindacali, Monti no. Ma sottovaluta sistematica- mente l`importanza del coinvolgimento delle parti sociali come ricordava De Rita qualche giorno fa».

Monti dopo Monti?
«Per l`Italia ci vuole un programma progressista che rimetta al centro l`economia reale, le imprese e i lavoratori».

Ma molti nel suo partito, il Pd, pensano che l`agenda Monti debba valere anche dopo il 2013?
«Molti, vedremo: il Pd è sulla linea di Bersani. Ricordo che l`agenda di Monti è solo ín parte la nostra agenda abbiamo punti specifici di una forza progressista quali noi siamo: la riduzione del debito pubblico attraverso lo sviluppo, il primato dell`economia reale, impresa, lavoro, l`attenzione alla distribuzione del reddito e all`equità, le politiche industriali e ambientali.. L`Italia ha bisogno di riforme incisive e condivise».
   

 

il valore della concertazione

Mia intervista al senatore Ichino a cura di Giovanna Casadio pubblicata su la Repubblica il 12 luglio 2012, affiancata a un’intervista a Stefano Fassina, responsabile nazionale per l’economia del Pd (questa pure disponibile qui sotto) - In argomento v. anche la mia intervista a Italia Oggi del 13 luglio 2012
Lei condivide l’affermazione di Monti, che “la concertazione è causa dei mali italiani”, senatore Ichino?
La concertazione è un metodo che può dare una marcia in più al paese e al governo, ma a una condizione: che tra governo e rappresentanti delle parti sociali ci sia una piena concordanza sugli obiettivi da raggiungere e i vincoli da rispettare. Questa condizione sussisteva nei primi anni Novanta ed è stata quella che ha consentito a Ciampi il miracolo di soddisfare i requisiti per l’ingresso nell’euro. Allora nessuno avrebbe puntato un soldo bucato nella capacità del paese di realizzare quell’obiettivo. È evidente che lì la concertazione ha costituito uno strumento di eccezionale valore.
Quindi Monti sbaglia?
Il problema è che in Italia quella concordanza su obiettivi e vincoli da rispettare c’era ai tempi dei Lama e dei Trentin, ma oggi non c’è più. In questo contesto, applicare il metodo della concertazione significa di fatto attribuire un potere di veto a organizzazioni che, oltretutto, rappresentano soltanto un segmento minoritario anche nell’ambito delle categorie che intendono rappresentare. Per questo la concertazione oggi in Italia non può costituire il metodo per compiere le riforme strutturali di cui abbiamo bisogno.
Lei è filo Monti, tra quelli che vorrebbero un Monti-bis nel 2013?
Alla persona di Monti mi lega un’antica amicizia personale e grande stima sul piano intellettuale e professionale. Ma ovviamente non è questo il punto, anche perché noi dobbiamo mettere in conto che Monti venga chiamato a responsabilità più alta di quella attuale, a livello nazionale o europeo. Il problema è se la sua agenda resta al centro della prossima legislatura o se invece l’agenda Monti va intesa come la toppa da mettere a una falla temporanea, rispetto alla quale ci si riserva di prendere delle distanze, appena la congiuntura sarà passata. La mia convinzione è che il nostro Paese stia correndo un rischio gravissimo e che non abbiamo una strategia migliore per evitarlo, rispetto all’agenda Monti. Nell’operato dei suoi ministri ci sono molti difetti ed errori, ma le riforme strutturali che Monti sta perseguendo, nel welfare, nel mercato del lavoro, nelle amministrazioni pubbliche, devono costituire l’agenda politica almeno per i prossimi sei anni.
Non è la linea del Pd di Bersani?Una larga maggioranza degli elettori e degli iscritti al Pd è convinta che questa scommessa europea dell’Italia sia necessaria e che sia possibile vincerla.

Stralci dall'art di Teodoro Fulgione dell'ANSA.it

orso castano: era ora che Monti si indirizzasse verso una "concertazione" tra le parti sociali rendendole compartecipi del destino del paese. Ma non ci siamo ancora, Monti non e' un politico , e' un super tecncico ad horas e non riesce neppure a concepire metodi e pratica della concertazione , che appartengono alla sfera della dialettica politica e non alla sfera del mondo tecnico e tecnologico, insomma  possono includere tecnica e scienza , ma sono cosa piu' ampia, piu' profonda , piu' lungimirante, hanno a che fare con i valori umani, con le ideologie politiche , dello Stato Moderno, della dialettica , di "fraternite' , egalite', liberte'". Monti , da bravo tecnico,  ne e' distantissimo, i suoi ministri molto lontani, qualcuno a mala pena se la cava. Il buon Bersani minimizza e sostiene che si' , qualche ministro atuale, puo' entrare nella squadraa futura, in fondo "sono esseri umani come gli altri e se voglino far politica la possono fare" Speriamo bene, c'e' confusione a sinistra , proprio quando per la stassa e' il mpmento di prendere le redini del comando del paese. 

..........."Non a caso, prima del Cdm, il premier ha incontrato il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco (clicca per art. inte.), per avere rassicurazione sui dati congiunturali dell'economia italiana in modo da capire quali possono essere i margini di spesa per l'esecutivo. L'importanza della fattibilità economica e giuridica dei progetti è stata ribadita dallo stesso Monti, prima ancora di ascoltare gli interventi. "Tutti devono fare la propria parte", ha detto il premier, esortando ad "impegnarsi al massimo". Allo stesso tempo - viene spiegato - il professore ha invitato a "tener conto della crisi internazionale" e a non dimenticare "l'obbligo del raggiungimento del pareggio di bilancio". Insomma, le risorse sono limitate, ma ora si deve agire. Anzi, su questo punto Monti avrebbe sollecitato l'impegno di tutti i ministri per "l'attuazione di quanto già decretato". Anche nel crono-programma presentato per i prossimi mesi, una parte degli interventi mira a rendere effettivi i decreti delle ultime settimane.
Quanto ai nuovi progetti, il governo prevede di individuare delle priorità in maniera collegiale. Oggi i ministri hanno presentato i 'compiti assegnati' per le vacanze dallo stesso premier: uno dopo l'altro hanno esposto "proposte e progetti". "Una giornata intera dedicata alla riflessione su come mobilitare tutte le energie per raggiungere l'obiettivo della crescita", scrive Palazzo Chigi al termine della riunione. La discussione - si legge nella nota - è stata introdotta dal ministro Passera che ha fatto il punto sulle politiche già avviate e in parte realizzate dal suo dicastero e ha prospettato le direttrici affinché il Paese ritorni a crescere".

venerdì 24 agosto 2012

come si uccide la cultura in Italia


cerca su youtube :http://youtu.be/5tGyxdqPoe4

orso castano : e' un video impressionante!! una vera violenza contro la nostra identita' culturale. Contro la memoria della nostra civilta' . Questo governo Monti , tecnico di grande ignoranza culturale si dia una scossa oppure vada via . Caro Napolitano ci hai fatto un bel tegalo. Caro Bersani attento a chi difendi!!

Policies to Encourage Start-up Creation by RYAN KAPSAR on 19th Nov 2011


da Urban Times Logo   
While many government officials argue that small business lead to job growth, it isin fact start-ups, spin-offs and spin-outs that increase job growth in a sector, industry, city, region or country.However, depending on the definition you apply, each of these types of firms develop differently. In this article I will use the following definitions: start-up is a firm started that was not associated with a firm or university, a spin-off will be defined as a firm created from another firm, finally a spin-out will be created from a university. Each of these different types of firms require similar yet different types of governmental policies in place to increase the likelihood of their survival. In addition, the policies in place will not always encourage the expected response from entrepreneurs, because of path dependencies within culture and government policies.
I'm currently conducting research on university based spin-outs for my Master's thesis, so I'm fairly familiar with the policies that encourage these, however some of these will really help benefit all types of start-ups. In 2010 Phillipe Mustar and Mike Wright published an article conducting an in depth analysis of the different policies that have been put into place in France and the UK. The article's focus is on academic spin-outs so much of the perspective is in an attempt to understand what policies are best to create a university spin-out.
Why the focus on the universities though? Universities are one of the largest sources of research conducted in a wide range of fields at multiple levels of development any country has. For instance, Eindhoven University of Technologyin the Netherlands, conducts research on both applied and basic physics in semiconductors. Much of this research is done in collaboration with corporations like Philips. Since this and majority of universities are publicly funded governments have pushed for universities to begin to “valorize” their research. In other words, license or create a company based on the research to create economic growth in the region. The two most world famous universities for this are without a doubt MIT and Stanford. However, nearly every university is currently engaging in valorization of their research. The differences between the number of spin-outs a university creates is dependent on a number of factors. National policies are incredibly important.

Gap from Start-up to VC; Source February 12, 2007 | Ride BMX Magazine
Both France and the UK have a large number of different policies that have been put into place to spur the spin-out process, I'm not going to list them all here but I will include some highlights. The UK offered several different seed fund packages to encourage investment in a spin-out. Seed funds are typically used in the start-up stage between initial proof of concept and venture capital. Many researchers call this the death gap or valley of death . It's a time when it is very difficult to acquire funding for a venture. These seed funds were dispersed based on competitive merits. Other policies included increasing education on entrepreneurship and firm creation. 

mercoledì 22 agosto 2012

ILVA COME ETERNIT?

orso castano : ebbene si ILVA come ETERNIT , e come chissa' quante altre realta' industriali che mettono il profitto al primo posto infischiandosene della vita e della salute dei lavoratori e delle persone che vivono in quel contesto. Il problema , in un mondo globalizzato , dove la delocalizzazione per profitto e per vincere la concorrenza . dove lo sfruttamento aumenta sempre di piu', globalizzandosi, come K Marx aveva previsto , va affrontato , e da subito , dai sindacati di tutto il mondo a livello globale. Siamo in forte ritardo , la finanza corre veloce e finanzia speculatori d'ogni sorta e senza peli sullo stomaco che hanno come unico valore e come unica ragion d'essere l'accumulazione del capitale per vincere o morire. E' una sorta di guerra santa in nome dell'accumulazione in cui i vinti sono fuori dai templi del dio danaro come wall street ed altro. Eppure , come diceva Marcuse , oggi la tecnologia e' in grado di sfamare tutti e bene, ma non sfamera' mai la brama di potere e non riuscira' a costruire una nuova identita' umana. Tocchera' alla Politica internazionale , ma sara' una lotta lunga e duraa....
Intervista a Silvana Mossano, che ha seguito tutti gli sviluppi della vicenda di Casale Monferrato
Migliaia di posti di lavoro a rischio e moltissime vite altrettanto a rischio. Operai che scendono in piazza per difendere la loro unica possibilità di reddito e operai che scendono in piazza per difendere il diritto alla salute. Tecnici aziendali che spiegano la possibilità di produrre in modo pulito e scienziati che affermano il contrario. Quello che si sta svolgendo in questi giorni a Taranto è un film già visto per Silvana Mossano, giornalista de ’La Stampa’ che ha seguito la vicenda della Eternit di Casale Monferrato: la fabbrica di amianto chiusa nel 1986 i cui due principali dirigenti sono stati condannati a 16 anni ciascuno perché ritenuti responsabili della morte di 2191 persone. "Di fronte alla cartella clinica di un bambino morto di tumore – racconta la giornalista di Alessandria – un magistrato non può fare altro che intervenire subito". 
Silvana Mossano ha seguito la vicenda della fabbrica di amianto fino alla conclusione giudiziaria senza precedenti che ha visto la condanna dei due proprietari Jean Louis deCartier e Stephan Schmidheiny. E ora, di fronte al dramma della cittadina ionica non vede molte differenze rispetto a quanto accaduto a partire dalla fine degli anni settanta a Casale Monferrato. "E’ una questione di tempi – spiega – adesso la fabbrica è ancora attiva e impiega tantissime persone. E’ chiaro che la paura sia tanta. Ma anche da noi è stato così: nei primi anni ottanta la direzione aziendale aveva già deciso che prima o poi l’attività sarebbe cessata. Lo stabilimento era del 1906 quindi molto obsoleto e troppo costoso daristrutturare e mettere in sicurezza. Inoltre i rischi ambientali non erano più nascondibili. Infatti nel 1986 la fabbrica chiude perché la direzione porta i libri in tribunale. Ma gli operai non sapevano di queste intenzioni e hanno lottato fino alla fine per mantenere il posto di lavoro". Insomma anche nel più ricco Piemonte e in un periodo di crescita economica come gli anni ottanta il ricatto fra posto di lavoro e salute funzionava eccome. "Basti pensare – prosegue Silvana Mossano – che nel 1987, un anno dopo la chiusura, un’azienda francese propose di rilevare la fabbrica e assumere parte dei lavoratori rimasti a casa. In quel momento in molti ci sperarono, nonostante tutto quello che era successo. Il sindaco disse che potevano riaprire a patto che non utilizzassero l’amianto nei processi produttivi. I francesi si rifiutarono e non se ne fece nulla". 
Secondo la giornalista il problema, uguale a Casale Monferrato come a Taranto, è sempre uno: "La gente preferisce credere ai discorsi che fanno le aziende e suonano più o meno così: “Una volta con i vecchi sistemi faceva male ma adesso non più”. In realtà non è mai così e ancora oggi in Brasile si produce amianto con metodi dannosissimi". A Taranto i posti di lavoro a rischio sono davvero tantissimi, si parla di 12mila più indotto, e le organizzazioni dei lavoratori ci stanno andando con i piedi di piombo. E proprio su questo la giornalista che ha seguito il caso Eternit ha qualcosa da dire: "Mi sarei aspettata che i sindacati intervenissero prima. Certo il problema sociale è di una portata enorme ma credo che il diritto alla salute sia ancora più importante di quello al lavoro". Silvana Mossano ci tiene però a specificare meglio questa sua affermazione: "Il lavoro e la vita sono due diritti sanciti dalla Costituzione italiana. Un lavoratore volendo potrebbe anche scegliere di dare la priorità al suo reddito nonostante i danni alle sue condizioni fisiche. Il problema è che queste fabbriche colpiscono tutta la popolazione di un territorio e non solo chi ci lavora dentro. A Casale ci sono ancora oggi persone che muoiono a causa dell’amianto e ancora ce ne saranno perché la malattia ha un’incubazione che può arrivare fino a trent’anni". 
Secondo la giornalista piemontese, quindi, le prospettive per l’Ilva non sono certamente rosee: "Quando emergeranno le indagini epidemiologiche più accurate a molte persone tremeranno i polsi. Il posto di lavoro è sacro e anche la cassa integrazione è una situazione drammatica e insopportabile ma il punto è che da certe diagnosi non si torna indietro. E allora ci si chiede cosa è stato fatto visto che di questo problema si sa da tempo. Evidentemente nulla o non abbastanza. Non è possibile mettere sullo stesso piano il lavoro e la salute. Ho saputo che a Taranto sono stati scoperti casi di bambini affetti da malattie dovute alle emissioni. Anche questa volta si tratta di persone che non hanno nemmeno potuto avere i benefici di uno stipendio e di un lavoro. Hanno semplicemente subito gli effetti devastanti dell’inquinamento". Silvana Mossano si ritrova quindi di fronte allo stesso dramma che lei stessa ha seguito e documentato per anni e prova a immaginare un finale diverso per la situazione di Taranto: "Anche oggi c’è chi dice che investendo per cambiare metodo di produzione non si sarebbe più competitivi con la Cina e i Paesi asiatici. Tutte cose probabilmente vere, ma io vorrei che le persone si trovassero per un momento davanti alla diagnosi di tumore incurabile. Come in un sogno vivido dal quale si risvegliano solo dopo aver provato quella disperazione e quella paura. Allora sì che capirebbero".