giovedì 31 luglio 2014

read Ley : neet : Istat, e' record per la disoccupazione giovanile. Tasso al 43,7


orso castano: e' un dramma:i neet aumentano , la disaffezione, tra i giovani, al lavoro cresce, "si puo' vivere anche senza lavoro" dicono una fetta di giovani in Inghilterra. Il senso di coesione  e di solidarismo sociale, la stessa identita'soggetiva e collettiva sociale e l'identita' e la funzione dei componenti all'interno delle famiglie rischia di andare incrisi. Se continua cosi' prevarra' la sfiducia ed un'edonismo amorale si fara' strada sotto le false spoglie di in comportamento disinibito e , quindi, piu' "moderno". Se ne cominciano ad intravedere i primi segni. Il vuoto e l'insufficienza esistenziale avanzano. I tentativi di psicologizzare attraverso "nuove tecniche" che non faranno altro che "nascondere sotto il tappeto questi gravi problemi illudendo , come tutte "le ideologie di ricambio" , con parole suadenti e miracolose, i soggetti , sono sempre piu' numerosi; la pornografia e la "genitalizzazione" dell'eros aumentano e rischiano nei giovani meno accorti di sostituirsi alla prassi politica collettiva, il Guicciardinismo, il Machiavellismo ed il familismo amorale rischiano di diventare, a livello di massa i comportamenti prevalenti. E' indispensabile uscire seriamente dagli interessi di bottega, dalle ideologie micragnose fatte in casa, dalle congreghe ed aprire subito una profonda discussione su un nuovo welfare....

E' sempre dramma lavoro per i giovani: a giugno gli occupati tra i 15 e i 24 anni sono stati 903 mila, in diminuzione del 3,3% rispetto al mese precedente e del 9,6% su base annua.Secondo l'istat rispetto a maggio, ci sono stati in meno 31 mila occupati tra i giovani e 96 mila in meno rispetto a giugno 2013. Il tasso di disoccupazione, cioe' la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati o disoccupati), sale cosi' al 43,7%, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,3 punti nei dodici mesi. Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono pertanto esclusi i giovani inattivi, cioe' coloro che non sono 

occupati e non cercano lavoro, ad esempio perche' impegnati negli studi. Il tasso di occupazione giovanile, pari al 15,1%, diminuisce di 0,5 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,5 punti nei dodici mesi. Il numero di giovani disoccupati, pari a 701 mila, diminuisce dello 0,7% nell'ultimo mese (-5 mila) mentre aumenta dell'8,0% rispetto a dodici mesi prima (+52 mila). L'incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di eta' e' pari all'11,7% (cioe' piu' di un giovane su 10 e' disoccupato). Tale incidenza diminuisce di 0,1 punti percentuali nell'ultimo mese mentre aumenta di 0,9 punti rispetto allo scorso anno. Il numero di giovani inattivi e' pari a 4 milioni 376 mila, in aumento dello 0,7% nel confronto congiunturale (+32 mila) e dello 0,1% su base annua (+2 mila). Il tasso di inattivita' dei giovani tra 15 e 24 anni, pari al 73,2%, cresce di 0,6 punti percentuali nell'ultimo mese e di 0,5 punti nei dodici mesi.



red Key :neet : immigrazione

orso castano : e' un dramma, lascia davvero senza speranza . Mentre mister Renzi pensa al senato di nominati, il dramma dei neet cresce e sopratutto tra gli immigrati. C'e' un cinismol da parte governativa che fa paura!!  L'Europa vuole farci accogliere chi arriva dalla guerra e dalla miseria ed ha ragione ma nel contempo rifiuta una politica unitaria verso lìAfrica e , sopratutto, verso il Nord Africa. Qualsiasi ipotesi di rinnovamento del nostro welfare salta di fronte a queste cifre. Ormai c'e'  solod aorganizzare un sostegno umanitario degno di questo nome , mentre un governol superficiale e sempre piu' autoritario si allea con una destra confusa e segnata da condanne ed incriminazioni! 


Immigrati, i Neet arrivano quasi a 400 mila: soprattutto ragazze (link)

I dati del quarto rapporto annuale del ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Sempre più giovani figli di stranieri non studiano né lavorano: il 67 per cento sono donne. Forlani: “Incide la componente culturale”. Crescono gli inattivi: +77mila rispetto al 2012

30 luglio 2014
ROMA  -  Sono circa 400 mila i giovani stranieri che non studiano né lavorano. Il fenomeno dei cosiddetti Neet  (not in employment, education and training),  coinvolge sempre di più anche i figli di cittadini immigrati. Allo stesso tempo tra gli stranieri sono in aumento gli inattivi (+77mila unità tra il 2012 e il 2013) soprattutto tra gli extracomunitari. A rivelarlo è il IV rapporto annuale 2014 “Gli immigrati nel mercato del lavoro in Italia” realizzato dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali e presentato oggi a Roma.
Dallo studio emerge che  nel 2013 sono 385.179 i giovani stranieri tra i 15 e 29 anni che non studiano né cercano lavoro, il 15,8 per cento dell’intera popolazione considerata. Il fenomeno coinvolge in particolare le ragazze, sia nel caso dei cittadini Ue che extra Ue, al contrario di quello che accade tra i ragazzi italiani. Le donne Neet sono infatti il 64,3 per centro tra i comunitari e il 67,3 per cento tra gli extra Ue, mentre tra i ragazzi italiani la componente femminile interessata dal fenomeno si ferma al 49,7 per cento.
La tendenza alla segmentazione di genere è molto più evidente nel caso di alcune specifiche comunità – spiega il rapporto - ad esempio, nei casi delle cittadinanze quali Marocco, Bangladesh, India, Moldavia, Ucraina, Pakistan e Sri Lanka (Ceylon), le donne sono i due terzi dei Neet complessivamente stimati, superano cioè il 70 per cento del totale.
“Il fenomeno dei Neet, prima considerato prerogativa degli italiani, oggi coinvolge sempre di più gli stranieri – spiega Natale Forlani, direttore generale Immigrazione e politiche di integrazione del ministero -. In molti casi si tratta di giovani venuti qui in seguito a ricongiungimenti familiari. Riguarda soprattutto le ragazze, perché a incidere è soprattutto la componente culturale, che vede le donne stare a casa e gli uomini lavorare. Un aspetto questo su cui dovremo lavorare, e che è recuperabile soprattutto per le seconde generazioni. Mentre è più difficile agire sulle prime”.
Il rapporto sottolinea inoltre che è in crescita anche la popolazione straniera inattiva, che nel 2013 ha raggiunto quota 1.275.343 (+77 mila unità su base annua). L’aumento, spiega il rapporto del ministero ha interessato soprattutto la componente extra Ue (+52 mila), dovuta al fenomeno dei ricongiungimenti familiari, all’aumento del numero di stranieri di “seconda generazione” ed alle quote di ingresso non programmate di popolazione straniera non comunitaria come i richiedenti protezione internazionale. (ec)

Music : Sixto Rodriguez : coming from reality

  1. Climb Up On My Music traduzione
  2. A Most Disgusting Song traduzione
  3. I Think Of You traduzione
  4. Heikki's Suburbia Bus Tour traduzione
  5. Silver Words traduzione
  6. Sandrevan Lullaby traduzione
  7. To Whom It May Concern traduzione
  8. It Started Out So Nice traduzione
  9. Halfway Up The Stairs traduzione
  10. Cause traduzione
  11. Can’t Get Away traduzione
  12. Street Boy traduzione
  13. I’ll Slip Away traduzione

"Primari in pensione a 68 anni è 'contentino' a una lobby"

orso castano : evviva , evviva, i culi di pietra , i leccalecca dei politici, quelli che.......l'attackkchair lo usano fin da bambini hanno vinto . Tutti gli altri fuori per legge , ed in futuro se non hanno raggiunto i requisiti per la pensione ....meglio ancora , si risparmiera' . Cosi' Renzi  (il decisionista, il rottamatore, l'amante delle svolte autoritarie, l'amico di merenda di B) e Madia, distruggono il SSN. Largo al privato!! Una massa di medici preparati ed ancora in piena efficienza passeranno al privato e , con grande gioia ed incazzatura daranno filo da torcere ad uno scassato SSN. E bravi anche i Sindacati che al di la' dei lamenti non hanno saputo organizzare un bel nulla!! Neppure il rinnovo dei contratti, scaduti nella sanita' da anni ed anni, assistendo impotenti al proliferare di lobby , ruberie, massonerie varie, cerchi magici e sprechi da schifo!!

Madia , quella del Partito dei Lavoratori .........

Riforma PA. Ripa di Meana (Fiaso): "Primari in pensione a 68 anni è 'contentino' a una lobby"

Il presidente Fiaso giudica il provvedimento non solo "demagogico", ma anche una "vendetta" contro quella che "si vuol far passare come una casta". Per Ripa di Meana il "contentino" dato alla lobby dei primari non risolve il problema: "Andrebbe ripensato tutto il sistema".

30 LUG - "L'innalzamento dell'età a cui i primari potranno essere mandati in pensione d'ufficio a 68 anni è solo un 'contentino' a una lobby, mentre l'intervento sul tema contenuto nel Dl sulla Pubblica amministrazione è demagogico e contiene una vendetta contro quella che si vuol far passare come casta". Lo ha affermatoFrancesco Ripa di Meana, presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso).

Il decreto in origine prevedeva il tetto di 65 anni per tutti, mentre ora è rimasto solo per i dirigenti medici, e non per i primari. "Io sono contrario all'archiviazione di una generazione per decreto - ha affermato Ripa di Meana - anche perchè agiamo in un regime di blocco del turnover, in cui spesso è difficile sostituire chi si perde. Quello dei 68 anni è un 'contentino' dato alla lobby dei primari, ma non risolve il problema, perchè in realtà andrebbe ripensato tutto il sistema".
Il nuovo regime, ha spiegato il presidente Fiaso, manca di flessibilità. "Noi dobbiamo avere delle regole che permettano di restare a chi serve per qualità ed esperienza, ed avere gli strumenti per riuscire a 'mandare via' quelli di cui non si ha il bisogno. Non si può - ha concluso - decidere di mandare via tutti per decreto senza guardare alla qualità delle persone".

30 luglio 2014
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lunedì 28 luglio 2014

Read Key : post-genomica

orso castano : la complessita' della geno,ica e della pos genomica ed ancor di piu' della epigenomica , cioe'dellom studio dell'ambiente sul DNA e degli altri operatori intracellulari come l'mRna CHE INTENVENGONO SULLA COSTRUZIONE DELLE PROTEINE , DEV E TENER CONTO SIA DELLA COMPLESSITA' (ADDIRITTURA SONO MOLTI I GENI CHE INTERVENGONO , A NCHE DISTANTI TRA LORO) E  DELLA IMPREVEDIBILITA' DEI FATTORI AMBIENTALI. qUALE MODELLO TEORICO PUO' GFAR FRONTE A QUESTI PROBLEMI .vEDREMO. fINORA TUTTI GLI ALGORITMI APPAIONO TROPPO SEMPLICI

da Wikipedia : Il ruolo dell'ingegneria genetica nella post-genomica

L'ingegneria genetica è oggi il gold standard nella ricerca sulle proteine. Tra gli strumenti di base che essa mette a disposizione figurano i seguenti.
  • Studi di loss of function (dall'inglese, perdita di funzione). Si tratta di esperimenti, genericamente chiamati di knock-out, che permettono di ingegnerizzare un organismo in modo tale da eliminare l'attività di un determinato gene. Ciò permette di studiare il difetto causato da questa mutazione, e può essere utile come screening iniziale della funzione di un gene. Spesso viene utilizzato in biologia dello sviluppo. Un esperimento di knock-out viene messo a punto attraverso la manipolazione in vitro di un costrutto di DNA che, nelle versioni base di un esperimento di knock-out, consiste nel gene di interesse modificato a sufficienza per perdere la funzione originale. Questo costrutto può essere poi inserito in una cellula incoltura, all'interno della quale sarà in grado di sostituire la versione originale (detta wildtype) del gene. Se le cellule che ricevono tale costrutto sono cellule staminali, esse possono essere inserite in una blastocisti, a sua volta inserita nell'utero di madri surrogate. Con questa tecnica, chiamata Embryonic Stem Cell Transfer (dall'inglese, trasferimento di cellule staminali embrionali), è possibile realizzare un organismo transgenico. Un metodo più semplice per lo screening di knock-out, che tuttavia può essere applicato solo ad animali meno complessi, consiste nell'induzione di mutazioni casuali in una popolazione molto ampia (ad esempio diDrosophila melanogaster, il moscerino della frutta). La progenie verrà strettamente analizzata alla ricerca della mutazione che si intende studiare. Tale metodo è correntemente utilizzato per gli organismi unicellulari, specialmente prokaryota, e talvolta per le piante.

  • Studi di gain of function (dall'inglese, acquisizione di funzione). Si tratta della logica controparte della produzione di knock-out. Sono spesso portati avanti insieme ai knock-out per valutare in modo più fine la funzione dei geni in esame. I procedimenti che vengono svolti per introdurre una mutazione ''gain of function sono molto simili a quelli utilizzati per produrre knock-out. In questo caso il costrutto porterà con sé alcuni accorgimenti tali da incrementare l'espressione della proteina (come ad esempio un promotore forte).
  • Studi con traccianti. Permettono di individuare l'esatta localizzazione e l'interazione della proteina in esame. Un metodo per ottenere ciò consiste nella sostituzione del gene wildtype con un gene di fusione, contenente il gene originale fuso con una terminazione visibile dall'operatore. Un esempio di tali terminazioni visibili è la GFP(dall'inglese Green Fluorescent Proteinproteina fluorescente verde). Tale proteina è molto utile perché permette nella maggior parte dei casi un corretto funzionamento della proteina originale con cui è fusa: uno dei principali problemi legato a questo tipo di tecnica consiste infatti nell'instabilità della maggior parte delle proteine di fusione. Il desiderio dell'operatore in questo tipo di saggi, infatti, è quello di seguire la proteina, non di modificarne i parametri strutturali e funzionali. Una strategia attualmente in sviluppo per migliorare la stabilità dei prodotti di fusione è la possibilità di realizzare code facilmente riconoscibili attraverso la somministrazione di anticorpi.
Sviluppi e applicazioni della postgenomica 
La scoperta delle basi molecolari delle malattie ha compiuto enormi progressi negli ultimi decenni; per esempio, si conoscono molti geni la cui mutazione causa l'insorgenza di tumori, e inoltre sono stati identificati tutti i geni responsabili dei difetti genetici più frequenti di tipo mendeliano e si dispone di strumenti per la diagnostica molecolare degli agenti infettivi patogeni più diffusi. 
  • Allo stesso tempo queste scoperte hanno ancor più evidenziato la complessità dei sistemi biologici e la necessità di applicare le discipline genomiche e postgenomiche alla ricerca biomedica. 
    In particolare, per alcuni settori della medicina è lecito attendersi ricadute concrete nei prossimi anni grazie agli sviluppi della genomica e della postgenomica. Il primo traguardo consiste, come già descritto, nell'identificazione dei geni che predispongono o contribuiscono all'insorgenza di malattie multigeniche e multifattoriali di elevato impatto sulla popolazione, quali vari tipi di tumori, le malattie cardiovascolari, la demenza e altre neuropatologie, il diabete e così via. La maggior parte di queste scoperte sarà dovuta all'utilizzazione di tecnologie a elevata produttività, come l'analisi degli SNPs che già oggi prevede applicazioni nelle quali vengono analizzati milioni di dati al giorno. Ci si può attendere, in un futuro non troppo lontano, che sia possibile valutare il nostro personale rischio di sviluppare una patologia comune (per es., una malattia cardiovascolare) in base alla particolare combinazione di geni ereditata e quindi poter ricorrere a misure preventive quali una dieta appropriata o farmaci adatti per quel tipo di patologia. 
    La tipizzazione del DNA genomico per un certo numero di SNPs permette anche, in linea di principio, di studiare come il materiale ereditario individuale influenzi la risposta dell'organismo alla somministrazione dei farmaci, e quindi di trovare per ognuno il trattamento farmacologico più efficace, limitando al tempo stesso gli effetti collaterali. Questo intreccio di genomica e farmacologia (a sua volta un esempio di ricerca postgenomica) è stato chiamato 'farmacogenomica'. Un esempio pratico di come la farmacogenomica rappresenti una forma di 'medicina personalizzata' è il caso del farmaco abacavir nel trattamento delle infezioni da HIV. Il 4% degli individui trattati con questo farmaco sviluppa una specifica reazione di ipersensibilità che determina gravi effetti collaterali. Lo studio del genoma ha identificato i marcatori genetici (SNPs) che comportano per il paziente una probabilità del 97% di sviluppare la reazione negativa. Quindi, è oggi possibile evitare gli eventi non favorevoli con un semplice test sul DNA prima che i pazienti assumano il farmaco. 
    Un aspetto importante della farmacogenomica, che ha attratto gli investimenti di tutte le multinazionali farmaceutiche, risiede nell'identificazione di nuovi bersagli molecolari per i farmaci; è noto, infatti, che le proteine con cui interagiscono i farmaci attuali sono in totale meno di 500 e che le ricerche di nuovi farmaci con i sistemi di screening tradizionali producono sempre più raramente nuovi bersagli. Le oltre 100.000 proteine identificate dalla proteomica rappresentano invece altrettanti potenziali bersagli per i farmaci del futuro. 
    Un altro sviluppo della postgenomica di grande interesse medico e commerciale è legato alla diagnostica molecolare: è stato dimostrato che l'identificazione di profili proteici o dell'espressione di RNA caratteristici di specifiche patologie può avere valore diagnostico e prognostico. 
    Per esempio, è stato riportato che l'analisi del profilo delle proteine del sangue mostra differenze tra il sangue di un individuo sano e quello di pazienti con carcinoma delle ovaie. Sebbene ancora sperimentali (identificano il tumore nel 95% dei casi) questi test sono comunque estremamente incoraggianti per future applicazioni che possiedono il vantaggio sia di non essere invasive sia di rilevare modifiche del profilo proteico già dagli stadi iniziali della malattia. 
    Diagnostica e predizioni sull'evoluzione delle malattie si possono effettuare anche con i microarray. Un esempio in questo senso è rappresentato dal Lymphochip sviluppato da una collaborazione tra ricercatori del NIH e della Stanford University. Il Lymphochip contiene oltre 18.000 frammenti di DNA corrispondenti a geni associati allo sviluppo normale e patologico dei linfociti umani e permette di caratterizzare in grande dettaglio l'espressione genica dei linfociti umani nelle condizioni più svariate. È stato dimostrato che, utilizzando il Lymphochip, si possono distinguere diversi tipi di un tumore del sangue chiamato DLBCL (diffuse large B cell lymphoma) che rappresenta, dopo il linfoma di Hodgkin, il più frequente tumore delle cellule B. È stato inoltre osservato che i profili trascrizionali permettono di riconoscere due gruppi di pazienti DLBCL la cui prognosi differisce assai nettamente. Tali gruppi, altrimenti non distinguibili, vanno quindi sottoposti a terapie differenziate sin dalla diagnosi con vantaggi per entrambi. 
    Con la stessa logica del Lymphochip e del tumore DLBCL sono in fase avanzata di ricerca applicazioni simili allestite con appositi microarray per i tumori del seno e il mieloma multiplo. 

    9. Conclusioni 

    Collins, uno dei principali coordinatori del Progetto genoma umano e direttore del National human genome research institute (NHGRI), in un suo editoriale, intitolato Microarrays and macroconsequences, ha analizzato le 'macroconseguenze' della tecnologia genomica e postgenomica sugli aspetti scientifici così come gli effetti che tali studi avranno sulla società. Per questo motivo è stato istituito, sin dall'inizio del Progetto genoma umano, un progetto parallelo denominato ELSI (Ethical, legal and social implications) a sua volta ripartito in quattro aree di attività: (1) privacy ed equità nell'uso e nell'interpretazione delle informazioni genetiche (per es., le eventuali conseguenze della futura disponibilità dell'informazione genetica individuale nei rapporti del cittadino con i datori di lavoro, con le compagnie di assicurazione e con la società in senso lato); (2) adozione a livello clinico delle nuove tecnologie genetiche (quali criteri adottare per l'introduzione delle nuove tecnologie diagnostiche e con quali conseguenze; quando e con quali costi verrà adottata la 'medicina personalizzata' al momento in cui questa sarà disponibile; cercare di capire se l'introduzione della medicina genetica avrà l'effetto di diminuire, oppure al contrario aumentare, il divario nell'accesso alla sanità delle varie popolazioni del pianeta); (3) controversie legate alla ricerca genetica (in particolare esaminare le conseguenze della ricerca genetica in tutti i settori non medici, per es., quello agroindustriale e l'ambiente; come cittadini abbiamo avuto recentemente un'anticipazione del contenuto di questi temi a causa delle controversie suscitate dalla commercializzazione degli organismi geneticamente modificati, OGM); (4) istruzione e informazione dei cittadini e dei professionisti (uno degli obiettivi principali è naturalmente di informare esaurientemente i cittadini in modo che le decisioni sugli usi di queste ricerche possano essere prese democraticamente; altri obiettivi riguardano la valutazione delle conseguenze che le nuove conoscenze scientifiche hanno su specifici aspetti filosofici, legali ed etici; si auspica che i risultati della ricerca genetica potranno modificare i concetti di razza, gruppo etnico, clan, identità familiare e individuale e potranno finalmente definire normali le malattie e le caratteristiche fisiche e comportamentali). 
    Il progetto ELSI e altri analoghi in Europa hanno probabilmente un'importanza equivalente a quella della ricerca primaria, non ultimo per il fatto che la comunità scientifica non ha alcun interesse a mantenere segreti sulle proprie attività, ma anzi desidera che i risultati della ricerca e le loro applicazioni siano effettivamente compresi, valutati ed eventualmente apprezzati dai cittadini. 
    È stato scritto che gli storici del futuro indicheranno nel completamento della sequenza del genoma umano l'evento scientifico più significativo del XX sec.; si può sostenere con certezza che quanto fin qui avvenuto non smentisce questa affermazione. 

    Bibliografia 
    Collins 2003: Collins, Francis S. - Green, Eric D. - Guttmacher, Alan E. - Guyer, Mark S., A vision for the future of genomics research, "Nature", 422, 2003, pp. 835-847. 
    Wulfkuhle 2003: Wulfkuhle, Julia D. - Liotta, Lance A. - Petricoin, Emanuel F.,Proteomic applications for the early detection of cancer, "Nature reviews cancer", 3, 2003, pp. 267-275. 

    Siti internet 
    The institute for genomic research (http://www.tigr.org/ ). 
    Genoma programs of the US department of energy office of science (http://DOEgenomes.org ). 
    Genomics & Genetics at the Sanger institute, sequencing genomics projects,Caenorhabditis genome sequencing projects (http://www.sanger.ac.uk/Projects/C_elegans/ ).