mercoledì 30 settembre 2009

piani alti, capoccioni e politici......come Brunetta portino al convegno i clip del post e non li dimentichino

A PISA, DAL 5 AL 7 OTTOBRE 2009, IL SECONDO INTERNET GOVERNANCE FORUM ITALIA........."Costruiamo insieme il futuro della Rete!"  Pisa, 5-7 Ottobre 2009 Auditorium del Centro Congressi dell'Area della Ricerca CNR Programma preliminare del Forum L'evento sara' trasmesso in diretta video,  per la visualizzazione per la visualizzazione seguire http://reti4.iit.cnr.it/live/live.jsp In seguito all'evento sarà disponibile sul sito tutta la documentazione audio-visiva.

LUNEDI' 5 OTTOBRE 2009 10:00 Registrazione 11:00 Saluti di benvenuto al Forum Claudio Montani, Presidente dell'Area della Ricerca CNR di Pisa Marco Filippeschi, Sindaco di Pisa 11:10 Saluti istituzionali e relazioni di apertura dei lavori Introduce Francesco Beltrame, Direttore del Dipartimento ICT del CNR Luciano Maiani, Presidente del CNR Renato Brunetta, Ministro della Pubblica Amministrazione e Innovazione [in attesa di conferma] Paolo Romani, Viceministro del Ministero dello Sviluppo Economico [in attesa di conferma] Giovanni Biondi, Capo Dipartimento per la Programmazione del Ministero dell'Istruzione, Universita' e Ricerca Relazioni di apertura: Markus Kummer, Coordinatore Esecutivo del Segretariato ONU per l'Internet Governance Forum Tarek Mohamed Kamel, Ministro delle Comunicazioni del Governo della Repubblica Araba di Egitto, Paese che ospitera' l'Internet Governance Forum 2009 [videomessaggio] Bertrand de La Chapelle, Rappresentante del Governo francese nell'High Level Group UE sull'Internet Governance Stefano Trumpy, Rappresentante del Governo italiano nel Governmental Advisory Committee di ICANN Domenico Laforenza, Direttore dell’Istituto di Informatica e Telematica del CNR 13:00 - 14:00 Pranzo (Chiostro 1° piano e sala 29) 14:00 - 16:00 Sessione tematica N.1: Sicurezza e liberta' di espressione: quale equilibrio? Presiede Guido Scorza, Docente di Diritto dell'Informatica, Universita' di Bologna 16:00 - 16:30 Pausa caffe' (Chiostro 1° piano e sala 29) 16:30 - 18:30 Sessione tematica N.2: Reti sociali: cosa e' pubblico, cosa e' privato Presiede Davide Bennato, Docente di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi, Universita' di Catania 18:30 Chiusura dei lavori MARTEDI' 6 OTTOBRE 2009 08:30 - 10:30 Sessione tematica N.3: Diritto d'autore: tra tutela e diffusione del sapere Presiede Juan Carlos De Martin, Co-Direttore del Centro NEXA su Internet & Societa' del Politecnico di Torino 10:30 - 11:00 Pausa caffe' (Chiostro 1° piano e sala 29) 11:00 - 13:00 Sessione tematica N.4: Identita' in Rete: anonimato o riconoscibilita'? Presiede Andrea Monti, Presidente dell'Associazione per la Liberta' nella Comunicazione Elettronica Interattiva 13:00 - 14:00 Pranzo (Chiostro 1° piano e sala 29) 14:00 - 16:00 Sessione tematica N.5: Diritti in Rete e principi: tra globalizzazione e nuove minacce Presiede Beatrice Magnolfi, Sottosegretario nella XV Leg. 16:00 - 16:30 Pausa caffe' (Chiostro 1° piano e sala 29) 16:30 - 18:30 Sessione tematica N.6: Gestione della Rete: verso quale futuro? Presiede Rita Forsi, Direttore dell’Istituto Superiore delle Comunicazioni e delle Tecnologie dell'Informazione 18:30 Ricordo del Professore Giuseppe Biorci MERCOLEDI' 7 OTTOBRE 2009 8:30 - 11:00 Confronto di esperienze (in parallelo) Internet e tecnologie del futuro Modera: Flavia Marzano, Presidente UnaRete Internet e nuove forme di impresa Modera: Sergio Bellucci, Consigliere di Amministrazione di LAit Internet e nuove forme di intervento amministrativo e politico Modera: Carlo Mochi Sismondi, Direttore Generale del FORUM PA Internet, arte e cultura Modera: Arturo di Corinto, Cattid - Universita' Sapienza di Roma 11:00 - 13:30 Sessione plenaria di chiusura del Forum Contributi al prossimo IGF globale di Sharm El Sheikh 2009 Introduce Laura Abba, Dirigente dell'Istituto IIT del CNR Intervengono i presidenti delle sessioni tematiche e i moderatori dei confronti di esperienze, con una breve relazione di rapporto sui principali argomenti emersi. Conclusione dei lavori dell’Internet Governance Forum Italia 2009 Introduce Domenico Laforenza, Direttore dell’Istituto IIT del CNR Intervengono: Angelo Raffaele Meo, Professore del Politecnico di Torino Tullio Gregory, Direttore del Dipartimento Identita' Culturale del CNR Fabio Pistella, Presidente del CNIPA Federico Gelli, Vicepresidente della Regione Toscana

"L'evento ha lo scopo di riunire gli attori della Rete italiana, provenienti da differenti settori: Amministrazioni Pubbliche, Universita' e Ricerca, comunita' tecniche, industrie e organizzazioni non governative. Tra i temi affrontati, alcuni nodi di grande attualita': la liberta' di espressione, la sicurezza, l'anonimato in Rete, il diritto d'autore, i diritti e doveri degli utenti e le reti sociali. Al Forum sono stati invitati, tra gli altri, i Ministri Mariastella Gelmini, Renato Brunetta e Giulio Tremonti, il Viceministro Paolo Romani e alcuni dei parlamentari piu' impegnati su questi temi, tra i quali Antonio Palmieri, Luigi Vimercati e Vincenzo Vita..........L'evento e' organizzato dall'Istituto di Informatica e Telematica (IIT) del CNR di Pisa in collaborazione con la sezione italiana della Internet SOCiety (ISOC Italia) e con l'Ufficio italiano del W3C (W3C Italy). La partecipazione sara' aperta a tutte le organizzazioni, le istituzioni e le singole persone. I risultati dei lavori di Pisa saranno presentati alla prossima riunione dell'IGF globale che si terra' a Sharm El Sheikh, nel Novembre 2009, ospitata dal governo egiziano. I partecipanti al Forum di Pisa sono invitati a proporsi per contribuire nelle sessioni tematiche e nei confronti di esperienze previsti nel programma. "

INTERNET: Vita, "Con ddl Pecorella è allarme rosso censura"

(ASCA) - Roma, 18 settembre 2009 ''La censura e il bavaglio della Rete sono come un effetto speciale nei giochi di magia: scompaiono da una parte e ricompaiono dall'altra. Sembrava frenata l'ansia repressiva del ddl sulle intercettazioni al Senato proprio in merito al tema della Rete, ma all'improvviso eccola rispuntare alla Camera sotto specie di ddl Pecorella/Costa: per l'equiparazione della disciplina sulla stampa ai 'siti internet aventi natura editoriale'. Cioe' tutti''. Lo denunciano il senatore Vincenzo Vita e il deputato Giuseppe Giuletti...........''E' noto, invece -spiega Vita- che proprio la diversa natura della Rete rispetto ai media tradizionali, richiede anche al diritto di aggiornare le sue forme di intervento. Siamo alle solite. Gran parte del sistema politico non conosce e non si occupa della Rete, ma vuole censurarla preventivamente, perche' e' un po' difficile controllarla e non ha programmi diretti da Bruno Vespa''.

dal sito del senatore Vita

orso castano : la situazione e' in gran movimento : il 3 ott, a Roma ci sara' la manifestazione per la liberta' d'espressione organizzata dai giornalisti che vogliono essere liberi, il 5-7 ott. a Pisa gli amici del giaguaro organizzeranno un (CONTRO?) convegno con "grossi nomi" che cercheranno PROPOSTE PER "regolamentare" (cioe' imbrigliare internet, poi tutti a Sharm El Sheikh, nel Novembre 2009, ospitata iL "democratico" governo egiziano , dove , ispirati dalle piramidi e dagli imperatori dell'antico egitto , ancora una volta si provera' a riflettere come rendere internet piu' efficiente e docile. Il Senatore Vita del PD sara' a Pisa, speriamo che non dimentichi quanto scritto sul suo sito. In sintesi , invece di aprire un dibattito, un forum su internet , si gioca nelle camere semichiuse con il "demolitore" Brunetta , a INVENTARSI B RIGLIE PER CONTROLLARE LA BESTIA .....internet. Evviva evviva!! Brunetta edizione tascabile e' una garanzia di liberta' ed efficienza. E' come Attila , dove passsa non cresce piu' erba (si intende quella cattiva!) !!

Messaggio del Presidente della Repubblica sulla Internet governance Cagliari 24 ottobre 2008

"... L'avvento della Societa' dell'Informazione a seguito della globalizzazione dei mercati, e della rivoluzione della rete, richiede forme nuove e condivise d'azione in adeguamento delle regole al nuovo scenario di opportunita' e di rischi. Negli ultimi anni si sono moltiplicati i tentativi della comunita' internazionale di stabilire principi e strumenti per gestire lo sviluppo armonico della Rete, e per diffonderne l'uso nel mondo, superando l'attuale divario digitale e favorendo cosi' la nascita della cittadinanza digitale globale. Si e' avviato un processo che ha permesso di discutere queste nuove prospettive e di compiere dei primi importanti passi in avanti con il convinto contributo dell'Italia. La persistente assenza di regole fondamentali per Internet non si traduce necessariamente in maggiore liberta', ma puo' al contrario significare la prevaricazione del piu' forte sul piu' debole. E' urgente definire principi comuni per un equilibrato sviluppo della rete, sulla base delle discussioni e delle iniziative intraprese in ambito ONU ed Europeo..." Giorgio Napolitano

orso castano : grazie giorgio , e' impossibile vivere in un mondo senza regole, sopratutto quando queste regole normano e governano la liberta' di stampa e di espressione , cosi' da moderare il dibattito politico ed impedire eccessi di critica. Ancora una volta , GRAZIE GIORGIO E GRAZIE ANCHE A CHI TI HA MESSO LI'' A VIGILARE LE SORTI DELLA DEMOCRAZIA.....

Eurodig e Governance di Internet

22 Settembre 2009 dia intergruppo2punto 0  L’Ufficio Federale svizzero della Comunicazione (OFCOM) e l’Unione europea di Radio- Televisione (UER) hanno organizzato col sostegno del Consiglio d’Europa il secondo dialogo pan-europeo sulla governance di Internet (EuroDIG), che si è svolto a Ginevra dal 14 al 15 settembre 2009. L’obiettivo di questo dialogo pan-europeo è quello di creare una piattaforma di discussione e di scambio tra le parti interessate al rispetto della vita privata online, alla cyber criminalità, all’informazione online, alla neutralità delle reti, alle risorse critiche e al futuro di Internet da qui al 2020. L’EuroDIG contribuisce al dialogo regionale e mondiale, in vista del Forum sulla governance di Internet (IGF) istituito dalle Nazioni Unite, il cui prossimo appuntamento sarà a Sharm-el-Sheik dal 15 al 18 novembre. In qualità di Vice Presidente della VII Commissione, istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport, del Senato della Repubblica, il Sen.Vincenzo Vita, membro dell’Intergruppo Parlamentare 2.0, ha preso parte alla tavola rotonda dei parlamentari europei per discutere dell’Internet Governance...................Oggi il principale attore che ha l’incarico di assegnare gli indirizzi IP, di identificare protocollo e gestione del sistema dei nomi a dominio e dei sistemi root server è l’ICANN, Internet Corporation for Assigned Names and Numbers, un ente internazionale non-profit, istituito il 18 settembre 1988 dal Dipartimento per il Commercio degli Stati Uniti.

ESTENDERE AMMORTIZZATORI AI PRECARI

DA IDV  :"Mentre il Pil continua a crollare, il governo non si occupa di sostenere le piccole e medie imprese ma bensi' pensa a limitare il diritto dei lavoratori a scioperare". Cosi' Leoluca Orlando, portavoce nazionale di Idv. "Idv propone urgentemente l'estensione degli ammortizzatori sociali per precari, apprendisti e categorie non protette da tali sussidi. A rischio - conclude Orlando - e' la sopravvivenza di centinaia di migliaia di persone e il paese che rischia di perdere professionalita' e unita' operative. Per Paolo Brutti ''servono ammortizzatori sociali abbondanti, semplici e quasi automatici, estesi ad ogni tipo di attivita' e di contratto, meglio se erogati dalle regioni, che mantengano i lavoratori legati alle loro attivita' produttive, magari con orari ridotti e flessibilizzati. Lo strumento da cui partire esiste gia': e' la cassa integrazione a rotazione a complemento dell'orario. La vera battaglia e' quella di estenderla agli apprendisti, ai precari e ai settori privi di protezioni sociali''

martedì 29 settembre 2009

ma la crisi e' finita?

da apcom (associated press) ....La crisi non è ancora finita e il suo impatto sull'occupazione si sta manifestando in questi giorni. Il dato dell'Inps sulla disoccupazione è "negativo", ha commentato dal canto suo il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. I dati dell'Inps confermano le pesanti conseguenze della crisi sull'economia e sull'occupazione", ha dichiarato Stefano Fassina, responsabile finanza pubblica del Pd. Le oltre 984.000 domande di disoccupazione presentate all'Inps "sono il dato più semplice ed immediato per capire che forse qualcosa non sta andando per il verso giusto e che il mercato del lavoro deve affrontare una situazione sempre più pesante", è stato invece il commento di Antonio Foccillo, segretario confederale Uil. "Finalmente emergono alcuni dei dati che da mesi chiediamo e che dimostrano senza ombra di dubbio quanto sia pesante la crisi e grave la ricaduta sui lavoratori". Così il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni.

INPS: I DISOCCUPATI SONO 450 MILA

(AGI) - Roma, 28 set. - L'Ufficio stampa dell'Inps precisa che il numero dei beneficiari di sussidio di disoccupazione ad aprile 2009 e' di 450mila soggetti (in marzo erano piu' di 460mila), cosi' come si legge sulla banca dati dell'Inps (www.inps.it). Si tratta dell'ultimo dato assestato disponibile: il numero dei beneficiari non corrisponde mai al numero delle domande presentate e accolte. La precisazione risulta, prosegue l'Istituto, necessaria per la lettura parziale offerta ai dati diffusi oggi durante la conferenza stampa del presidente dell'Istituto, Antonio Mastrapasqua. Il numero di domande ricevute e lavorate nel corso degli ultimi dodici mesi (1,1 milioni, di cui 980mila accolte) e' la sommatoria di richieste che si sono accumulate nel tempo. Non offrono la fotografia di un momento, ma la sequenza di fatti successivi. Il rapporto e' di circa 1 a 2: un beneficiario ogni due domande. La spiegazione e' semplice: il beneficio ha una durata variabile tra i sei e gli otto mesi; e non tutti i beneficiari ne godono per l'intero periodo, e non appena un beneficiario trova nuova occupazione decade dal diritto di ricevere il sussidio. E' lecito quindi stimare il numero attuale dei disoccupati tra i 450mila di aprile, accertati dall'Inps, e i circa 500mila previsti entro fine anno dal recente rapporto del cnel
28/09/2009

lunedì 28 settembre 2009

ammazzablog

Da Diritto alla Rete ,clicca immg

Se non riuscirà il governo italiano a toglierci la rete, ci penserà l'europa, come: Post aggiunto da imbuteria il 28 Settembre 2009 alle 12:00 Visualizza il blog di imbuteria;.......................IL TRATTATO DI LISBONA IN SINTESI E’ un impianto di regole europee raccolte in un Trattato che non è così come ce lo immagineremmo (un unico testo), ma è formato da migliaia di emendamenti a centinaia di regole già in essere per un totale di 2800 pagine. E’ stato fatto in quel modo con intento truffaldino e anti democratico, come spiego fra poco. Se ratificato da tutti gli Stati, esso diventerà di fatto una Costituzione che formerà la struttura per la nascita di un super Stato d’Europa, come gli Stati Uniti d’America, con una Presidenza, con un governo centrale, un Parlamento, un sistema giudiziario. Questo super Stato diventerà più forte e vincolante di qualsiasi odierna nazione europea. Tutti noi europei diverremo cittadini di quello Stato e soggetti più alle sue leggi che a quelle dei Parlamenti nazionali, pur mantenendo la cittadinanza presente (italiana, tedesca ecc.). Infatti le leggi fatte da questo super Stato d’Europa saranno vincolanti sulle nostre leggi nazionali, e saranno persino più forti della nostra Costituzione. Ma al contrario degli Stati Uniti, tali leggi verranno scritte da burocrati che noi non eleggiamo (es. Commissione Europea), mentre l’attuale Parlamento Europeo, dove risiedono i nostri veri rappresentanti da noi votati, non potrà proporre le leggi, né adottarle o bocciarle da solo. Potrà solo contestarle ma con procedure talmente complesse da renderlo di fatto secondario. Il Trattato di Lisbona infatti offrirà poteri enormi a istituzioni che nessun cittadino elegge direttamente (Consiglio Europeo che sarà la presidenza - Commissione Europea e Consiglio dei Ministri che sarà l’esecutivo - Corte di Giustizia Europea, che sarà il sistema giudiziario), le quali avranno persino la facoltà di far entrare in guerra l’Europa senza il voto dell’ONU. I poteri di cui si parla avranno principi ispiratori pericolosamente sbilanciati a favore del business, con poca attenzione per i bisogni sociali dei cittadini. Tutto il cosiddetto Capitolo Sociale del Trattato di Lisbona (lavoro, salute, scioperi, tutele, leggi sociali, impiego…) è miserrimo, con gravi limitazioni e omissioni, mentre sono sanciti con forza i principi del Libero Mercato pro mondo degli affari. Dovete ricordare mentre leggete queste righe, che stiamo parlando di un Trattato che potrebbe molto presto ribaltare la vostra vita come nulla da 60 anni a questa parte: nuovo Stato, nuova cittadinanza, nuove leggi, nuovi indirizzi di vita nella quotidianità anche più banale, sicuramente meno democrazia, e nessuno che ci abbia interpellati. Come sarà questa nuova esistenza? Migliore, o un salto indietro nella qualità di vita? Saremo più liberi o più schiavi degli interessi delle elite di potere? Anche nel Capitolo Giustizia il Trattato pone seri problemi. Ci sarà un organo superpotente, la Corte di Giustizia Europea, che emetterà sentenze vincolanti sui nostri diritti fondamentali e sulle leggi che ci regolano; la Corte sarà superiore in potere alla nostra Cassazione, al nostro Ministero di Giustizia, ma di nuovo sarà condotta da giudici nominati da burocrati che nessuno di noi ha scelto. Come interpreteranno i nostri diritti di uomini e di donne? Ci hanno interpellati? Ed è qui il punto. Un Trattato col potere di ribaltare tutta la nostra vita di comunità di cittadini, viene scritto in modo da essere illeggibile ed è stato già ratificato (manca solo la firma dell’Irlanda, che terrà un referendum il 2 ottobre) dai nostri governi completamente di nascosto da noi, e volutamente di nascosto. Questo poiché una versione simile di questo Trattato (la Costituzione Europea) e con simili scopi fu bocciato da Francia e Olanda nel 2005, proprio perché scandalosamente sbilanciato a favore delle lobby di potere europee e negligente verso i cittadini. Scottati da quell’umiliante esperienza, i pochi politici europei che contano (il 90% non ne sa nulla e firma senza capirci nulla) hanno architettato una riedizione di quelle Costituzione bocciata chiamandola Trattato di Lisbona, e la stanno facendo passare in segreto dietro le nostre spalle. Il Trattato di Lisbona contiene anche clausole di valore, che come ogni altra sua regola sarebbero vincolanti su tutti gli Stati, dunque anche su questa arretrata e cialtrona Italia, e limitatamente a ciò per noi non sarebbe un male. Tuttavia, la mole dei cambiamenti cruciali che porterebbe è tale e di tale potenza per la nostra vita di tutti i giorni e per i nostri diritti vitali, da obbligare chi vi scrive a lanciare un allarme: il Trattato di Lisbona va divulgato alle persone d’Europa e da queste giudicato con i referendum. Pena la possibilità di un futuro molto, ma molto più gramo di quello che qualsiasi Cavaliere potrà mai regalarci......................L’intera opera è stata architettata in modo da essere incomprensibile e letteralmente illeggibile dagli esseri umani ordinari, inclusi i nostri politici. In totale si sta parlando di 329 pagine di diversi e disconnessi emendamenti apportati a 17 concordati e che vanno inseriti nel posto giusto all’interno di 2800 pagine di leggi europee. Questo labirinto non è accidentale. Come spiega il parlamentare europeo danese Jens-Peter Bonde “i primi ministri erano pienamente consapevoli che il Trattato non sarebbe mai stato approvato se fosse stato letto, capito e sottoposto a referendum. La loro intenzione era di farlo approvare senza sporcarsi le mani con i loro elettori”. Il nostro Giuliano Amato ribadì il concetto appieno...................

sabato 26 settembre 2009

consumi delle famiglie Anno 2007 , ultimo aggior. ISTAT

stralcio da fonte ISTAT copia gli schemi in word(testo) opp open office(testo) , ecc. ,   per ingrandirli  

Le caratteristiche familiari e le differenze nei comportamenti di spesa. Complessivamente, nel 2007, la spesa media mensile familiare varia dai 1.641,41 euro delle famiglie di un solo componente ai 3.204,59 euro di quelle composte da cinque o più persone (Prospetto 1.4). Rispetto al 2006, a crescere di più è la spesa media mensile per consumi delle famiglie di due (+2,1 per cento) e di cinque e più componenti (+1,8 per cento).Il numero e le caratteristiche dei componenti di una famiglia determinano sia il livello che la struttura della sua spesa per consumi; tuttavia, se i componenti aumentano, la spesa non aumentain modo direttamente proporzionale, per effetto delle economie di scala che si realizzano e cheinteressano principalmente le spese relative all’abitazione e ai mobili, elettrodomestici e serviziper la casa. Le spese alimentari, quelle per abbigliamento e calzature, per trasporti, per istruzionee per altri beni e servizi sono invece più fortemente associate al numero dei componenti.La spesa media mensile per consumi aumenta all’aumentare del numero dei componenti, ma con incrementi decrescenti; tra le famiglie di tre componenti la spesa per abitazione è superiore a quella osservata tra le famiglie di quattro; le famiglie di cinque e più componenti mostrano livelli di spesa per sanità, per tempo libero, cultura e giochi e per altri beni e servizi inferiori a quelli delle famiglie di quattro componenti. Oltre ai maggiori vincoli di bilancio che caratterizzano le famiglie numerose, l’apparente paradosso è dovuto anche al fatto che tali famiglie si collocano principalmente nel Sud e nelle Isole, cioè in quelle porzioni di territorio dove i livelli di consumo sono più contenuti rispetto alla media e la spesa più orientata verso quei beni e servizi non comprimibili. Nelle famiglie formate da un solo componente, la quota di spesa totale più consistente è quella destinata all’abitazione (34,8 per cento), seguita dal 18,3 per cento degli alimentari. Sono gli anziani soli (con 65 anni e più), che rappresentano oltre la metà (il 51,9 per cento) delle famiglie di un solo componente, a far registrare la spesa media mensile più bassa (circa 1.356 euro) e il livello più contenuto di spesa per consumi alimentari (289 euro), ciononostante proprio per queste famiglie si registra l’incidenza più alta della spesa alimentare (21,3 per cento della spesa totale) (Prospetto 1.5). Inoltre, gli anziani soli spendono per l’abitazione ben il 40 per cento del loro budget mensile, a fronte del 30 per cento circa osservato tra i single giovani-adulti. Tra gli anziani soli si registra anche la massima incidenza, rispetto a tutte le tipologie familiari, della spesa per combustibili ed energia (6,7 per cento), mentre quella per sanità rappresenta il 5,3 per cento della spesa totale, a fronte del 2,1 per cento osservata tra i single giovani (con meno di 35 anni). Fra questi si riscontra, invece, l’incidenza massima della spesa non alimentare (84,5 per cento), in particolare di quella per altri beni e servizi (14,4 per cento). Nelle famiglie monocomponente, infine, si registra un’accentuata variabilità delle spese per trasporti, che passano dai 264 euro mensili (13,5 per cento della spesa totale) dei single adulti (con un’età compresa tra 35 e 64 anni) ai 73 euro degli anziani soli (appena il 5,4 per cento): un livello di spesa così basso, oltre che a una più limitata esigenza di muoversi sul territorio, si lega anche alle riduzioni e/o esenzioni dal pagamento del servizio di trasporto pubblico di cui spesso gli anziani beneficiano. Le quote di spesa totale più consistenti anche per le famiglie di due componenti sono quelle destinate all’abitazione (29,1 per cento, quasi 6 punti percentuali in meno delle famiglie monocomponente) e agli alimentari (18,8 per cento), che tra le coppie con persona di riferimento con 65 anni e più (il 40,7 per cento di tutte le famiglie di due componenti) raggiungono rispettivamente il 32,9 e il 21,7 per cento. Elevata è la quota di spesa totale destinata ai trasporti (14 per cento), che, tra le coppie giovani senza figli incide più della spesa alimentare (19,6 per cento contro 14,1 per cento). Tra le famiglie di due componenti si registra infine anche l’incidenza più elevata della spesa per sanità (4,7 per cento), in particolare fra le coppie anziane (5,7 per cento). Le famiglie di tre componenti (l’83 per cento delle quali sono coppie con un figlio) destinano quote di spesa totale elevate ad abitazione, alimentari e trasporti, e, riservano ben l’11,1 per cento del loro budget agli altri beni e servizi. Le famiglie di quattro componenti (formate per circa il 92 per cento da coppie con due figli), presentano, invece, il più alto livello di spesa mensile per consumi non alimentari (ben 2.582 euro, circa il doppio della spesa delle famiglie monocomponente) e fanno registrare l’incidenza più alta delle spese per abbigliamento e calzature (7,7 per cento della spesa totale che sale al 7,9 per cento tra le coppie con due figli), per tempo libero, cultura e giochi (4,8 per cento) e per istruzione (1,9 per cento). Le famiglie con almeno cinque componenti sono quelle che spendono di più per alimentari e bevande (circa 680 euro al mese) e per trasporti (550 euro), spese che crescono all’aumentare del numero di componenti; in particolare, le coppie con tre o più figli (che rappresentano circa il 74 per cento di queste famiglie) sono quelle che, tra tutte le coppie con figli, destinano più risorse agli alimentari (21,1 per cento della spesa totale), ai trasporti (17,3 per cento) e all’istruzione (2 per cento). Inoltre, tale tipologia familiare è quella che, dal 2006 al 2007, ha fatto registrare il maggior incremento della spesa media mensile, pari al +4,9 per cento.Le famiglie di monogenitori mostrano l’incidenza più elevata, rispetto a tutte le altre tipologie familiari, della spesa per comunicazioni (2,3 per cento della spesa totale). Nel complesso, i monogenitori destinano il 26,2 per cento del loro budget mensile all’abitazione, seguita da alimentari e bevande (19 per cento), trasporti (14,7 per cento) e altri beni e servizi (9,9 per cento). Per quanto concerne, infine, le famiglie di altra tipologia, si osserva che il 25 per cento del loro budget mensile è assorbito dall’abitazione, il 20,2 per cento dagli alimentari, il 16,9 per cento dai trasporti.Il livello e la struttura della spesa per consumi di una famiglia sono direttamente associati anche alla condizione professionale della persona di riferimento (Prospetto 1.6). Il livello di spesa media mensile più alto si riscontra tra le famiglie di imprenditori e liberi professionisti: circa 3.624 euro (-6 per cento rispetto al 2006), oltre mille euro in più rispetto alle famiglie con a capo un operaio o assimilato. Questa differenza si riferisce quasi esclusivamente all’acquisto di beni e servizi non alimentari, per i quali le seconde spendono oltre un terzo in meno delle prime (1.987 contro 3.099 euro mensili). Le famiglie con persona di riferimento non occupata sono, invece, quelle che mostrano i livelli di spesa media mensile più bassi: 2.101 se ritirato dal lavoro, 1.822 euro se si tratta di una persona in altra condizione non professionale (rispettivamente, +2,1 e +1,6 per cento rispetto al 2006). Queste ultime famiglie presentano anche la spesa per beni non alimentari più contenuta: 1.434 euro al mese. La spesa per l’abitazione rappresenta un quarto del budget mensile sia delle famiglie di imprenditori e liberi professionisti sia di quelle di dirigenti e impiegati. Le prime sono anche quelle che spendono di più per questa voce (921 euro), ma l’incidenza massima si riscontra laddove la persona di riferimento è ritirata dal lavoro (31 per cento) o in altra condizione non professionale (30,2 per cento). A spendere di più per l’acquisto di alimentari e bevande sono le famiglie di lavoratori in proprio (534 euro mensili), ma l’incidenza più elevata sul budget mensile interessa di nuovo le famiglie con persona di riferimento non occupata: il 20,9 per cento se è un ritirato dal lavoro, il 21,3 per cento se è in altra condizione non professionale.Le famiglie di imprenditori e liberi professionisti destinano alle spese alimentari la quota più bassa della spesa totale, pari al 14,5 per cento, mentre spendono molto più delle altre per i trasporti (610 euro al mese). La quota destinata a questa voce è tuttavia massima tra le famiglie di operai e assimilati (17,9 per cento della spesa totale) ed è minima tra le famiglie con persona di riferimento non occupata (11,7) per cento se è un ritirato dal lavoro, 11,8 per cento se in altra condizione non professionale). La spesa per sanità, il cui livello è più elevato nelle famiglie di imprenditori e liberi professionisti (110,98 euro), incide massimamente sul budget mensile delle famiglie di pensionati (5,2 per cento). La spesa per abbigliamento e calzature è invece più alta nelle famiglie di imprenditori e liberi professionisti sia come livello (286 euro mensili) che come incidenza (7,9 per cento); il suo peso è al contrario minimo nelle famiglie di ritirati dal lavoro (4,6 per cento). Le famiglie di imprenditori e liberi professionisti sono quelle che spendono di più anche per tempo libero, cultura e giochi (172,65 euro al mese); questa voce incide soprattutto sulla spesa delle famiglie di dirigenti e impiegati (5,l per cento) mentre ha rilevanza minima se la persona di riferimento è in condizione non professionale (3,6 per cento). Il livello e l’incidenza della spesa per altri beni e servizi sono più elevati, ancora una volta, nelle famiglie di imprenditori e liberi professionisti (474,37 euro, pari al 13,1 per cento della spesa totale); il peso di questa voce è invece minimo nelle famiglie dove la persona di riferimento è in condizione non professionale (8,1 per cento).La quota di spesa totale destinata alle comunicazioni, infine, è maggiore nelle famiglie dove la persona di riferimento è in condizione non professionale (2,3 per cento), mentre è minima tanto in quelle di imprenditori e liberi professionisti quanto in quelle di dirigenti e impiegati (1,9 per cento). In sintesi, le famiglie con persona di riferimento occupata e con profilo professionale medioalto presentano i livelli di spesa totale più elevati e, rispetto alle altre, destinano quote maggiori del loro budget allo svago e ad abbigliamento e calzature. Laddove, al contrario, il capofamiglia è occupato ma con un basso profilo professionale, la spesa media mensile è più contenuta. A spendere ancora meno sono, infine, le famiglie con persona di riferimento non occupata, che destinano quote di spesa superiori alla media ad alimentari e bevande, abitazione, combustibili ed energia e sanità.

L'obesità è un 'peso' sociale:

costa 8,3 miliardi all'anno In Italia quasi 4,9 milioni obesi, in futuro emergenza sanitaria  Obesità, emergenza sanitaria globale dei prossimi anni, ma anche un costo sociale che in Italia, dove ci sono quasi 4,9 milioni di italiani obesi, pesa per quasi 8,3 miliardi di euro all'anno. La determinazione del costo sociale dell'obesità in Italia rappresenta la prima fase di uno studio congiunto condotto dalla Scuola Superiore Sant'Anna e dall'Università Bocconi relativo all'obesità e alla Chirurgia Bariatrica. Il lavoro della Scuola Superiore Sant'Anna presenta i dati relativi alla prevalenza dell'obesità in Italia, negli USA e in Europa e svolge una revisione sistematica degli studi internazionali sul costo sociale dell'obesità, che ha permesso di stimare il costo sociale annuo di una "generica" persona obesa in 1.700 euro composti da 1.400 euro di costi sanitari e 300 di costi non sanitari.................. 

ghiacciai addio , da Virgilio

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mercoledì 23 settembre 2009

Dati Istat sull'occupazione

dall'Istat , sito internet

Periodo di riferimento: II trimestre 2009 Diffuso il: 22 settembre 2009 Prossimo comunicato: 17 dicembre 2009 Nel secondo trimestre 2009 (*) l’offerta di lavoro registra, rispetto allo stesso periodo del 2008, una riduzione dell’1,0 per cento (-241.000 unità). Rispetto al primo trimestre 2009, al netto dei fattori stagionali, l’offerta di lavoro si riduce dello 0,2 per cento. Nel secondo trimestre 2009 il numero di occupati risulta pari a 23.203.000 unità, in forte calo su base annua (-1,6 per cento, pari a -378.000 unità). Il risultato sintetizza il protrarsi della caduta dell’occupazione autonoma delle piccole imprese, l’accentuarsi del calo dei dipendenti a termine e la nuova riduzione del numero dei collaboratori. In termini destagionalizzati e in confronto al primo trimestre 2009, l’occupazione nell’insieme del territorio nazionale registra una flessione pari allo 0,3 per cento. Il tasso di occupazione della popolazione tra 15 e 64 anni scende dal 59,2 per cento del secondo trimestre 2008 all’attuale 57,9 per cento. Il numero delle persone in cerca di occupazione sale invece a 1.841.000 unità (+137.000 unità, pari al +8,1 per cento rispetto al secondo trimestre 2008). Iil tasso di disoccupazione aumenta, passando dal 6,7 per cento del secondo trimestre 2008 all’attuale 7,4 per cento. Rispetto al primo trimestre 2009, al netto dei fattori stagionali, il tasso di disoccupazione aumenta di un decimo di punto

Libro Verde di Sacconi e la centralita' dell'individuo , osservazioni UAAR

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RESPONSABILITÀ INDIVIDUALE È sicuramente da apprezzare la centralità che il Libro verde ha assegnato alla persona. Uno degli aspetti più importanti della modernità è senz’altro il passaggio da una concezione della persona come “suddito”, incentrata sui suoi doveri, a quella di individuo, incentrata sui suoi diritti: diritti che non devono ovviamente prescindere dall’assunzione di precise responsabilità, ma che non devono nemmeno più essere compressi nel nome di una mentalità uniformatrice. È un passaggio che, per ragioni storiche e culturali, in Italia non si è mai realmente concretizzato, e che contribuisce fortemente ad ampliare il gap che ci divide da gran parte delle nazioni europee. Non solo la nostra società impedisce frequentemente all’individuo l’espressione compiuta del proprio potenziale: quasi sempre, impedisce addirittura che egli si renda conto di disporre di un suo potenziale. Condividiamo pertanto appieno la tesi (p. 10) che «una società che sia al tempo stesso dinamica e assai più competitiva» debba porre al centro del sistema l’individuo, «con i suoi diritti e le sue potenzialità, ma anche con le sue responsabilità».

.......................COMUNITÀ E INDIVIDUO...................Per questo motivo, parlare di «Welfare fortemente comunitario» (p. 15), a proposito di una società ormai fortemente plurale come la nostra, può indurre a pensare a un’opzione preferenziale per uno scenario di tipo comunitarista, caratterizzato cioè da una scelta privilegiata dello Stato nei confronti delle comunità, anziché dell’individuo: la cui personalità rischia di essere compressa all’interno del gruppo e le cui proiezioni relazionali sono in realtà mediate dalla comunità di appartenenza, siano esse etniche o religiose. È un’interpretazione che può essere suffragata dal riferimento (p. 10) all’esigenza di una «proposta compiuta, ancorata ad una solida visione della comunità», peraltro immediatamente seguita dal riferimento a un «un orizzonte integrale, che abbracci la persona nella sua totalità».............Peraltro, sia l’opzione multiculturalista, sia l’opzione monoconfessionale finiscono per accantonare, per tagliar fuori dall’attenzione delle politiche governative coloro che non appartengono ad alcun gruppo, specialmente se di tipo religioso, venendo meno al principio dell’universalità dei diritti. «La calamità dell’esclusione» – ha scritto il premio Nobel Amartya K. Sen – «può andare a braccetto con la benedizione dell’inclusione»9. L’uomo moderno è al centro di una rete di molteplici interconnessioni ed è caratterizzato da una pluralità di interessi, relazioni e appartenenze, da un’unicità che mal si concilia con l’appartenenza (che si vorrebbe inscritta nel DNA) a un solo gruppo.........................Ricordiamo inoltre come la stessa Unione Europea identifichi come «competenza sociale» la «capacità di comunicare in modo costruttivo in ambienti diversi, di mostrare tolleranza, di esprimere e di comprendere diversi punti di vista, di negoziare con la capacità di creare fiducia e di essere in consonanza con gli altri», individuando come basi della «competenza civica» il «pieno rispetto dei diritti umani, tra cui anche quello dell’uguaglianza quale base per la democrazia, la consapevolezza e la comprensione delle differenze tra sistemi di valori di diversi gruppi religiosi o etnici», creando così i presupposti per un atteggiamento positivo.............................CONCLUSIONI..........La prosperità economica di una società è certo strettamente legata ai livelli di salute e alla possibilità che le nuove tecnologie «garantiscano un futuro competitivo e sostenibile per l’Europa», come ha affermato la Commissione Europea69. Sono tuttavia determinanti anche altri fattori: alti livelli di educazione e di conoscenza, in particolare scientifica; spazi di confronto e di informazione che permettano al maggior numero di cittadini di formarsi una propria opinione, di esporla liberamente e di partecipare ai processi decisionali; riconoscimento delle diversità di genere, di orientamento sessuale, di concezioni del mondo. Una società viva non può più, nel terzo millennio, pensare di fare a meno di queste condizioni.

orso castano : l'articolo andrebbe letto al completo. E' interessante. Da' , ovviamente, una lettura di parte del libro verde. Lo valuta come un tentativo (a suo dire non ben riuscito , pur se positivo)  di conciliare i diritti del soggetto che rischia di venire , a suo dire , schiacciato , oltre che da una certa cultura dominante , anche da un welfare totem che impedirebbe addirittura al soggetto di prendere coscienza delle sue potenzialita'. Quindi e' favorevole ad un welfare minimalista , che supporta con sostegni indiretti il soggetto e la sua famiglia. Ma tornando sulla terra ed alle vicende che tutti possiamo osservare : la crisi economica ed ocupazionale e' massiccia e crescente , (al di la' delle parole suggestive del governo), la precarizzazione dilaga e non credo la si possa indicare come inevitale , se non auspicabile , filosofia di vita; gli ammortizzatori sociali all'italiana non funzionano e non puntano ad investimenti massicci nel campo della ricerca , lo stesso concetto di merito si sfarina e passa attraverso le forche caudine del familismo amorale o delle lobby di potere, che sempre piu', nella crisi,  si aggrappano ai loro privilegi . E' qui' che queste osservazioni si arenano , non sembrano utili per individuare una strada di uscita dai problemi la cui dimensione e' di massa.

musica

musica

ministro Sacconi e la "centralita' del soggetto" (magari...debole e senza rete)

dal blog GIORNALETTISSIMO , clicca

.................UN LIBRO DEI SOGNI SENZA SOGNI – Un libro dei sogni che parte, a dispetto dei continui richiami al pragmatismo di cui il documento è infarcito, da un assunto davvero “ideologico“: l’idea che, in questi tempi di crisi e di ristrettezze, occorre ridimensionare uno stato sociale ormai insostenibile, che non ci possiamo più permettere. E che va sostituito con un modello “alternativo” in cui lo stato tira i remi in barca e lascia il campo ad altri soggetti. Come si dice qui, “un nuovo modello sociale basato sul concetto di stato minimo e diversificato per settori e realtà territoriali, sull’individualismo e su una bilateralità unicamente sostitutiva dell’intervento pubblico. Un progetto in cui i più deboli sono destinati a diventare ancora più indifesi e con il quale si sostituisce il welfare universale con un modello neocorporativo“. Insomma, un sogno senza sogni, un volo con ali ipotetiche, l’ideologia dello stato minimo che affida le politiche sociali al privato sociale, la tutela della salute alla sanità privata mentre si disconoscono gli impegni presi con le regioni e si delineano risorse finanziarie palesemente insufficienti per il Sistema sanitario nazionale, il sistema pensionistico alle “soluzioni individuali” e le relazioni industriali alla bilateralità “anestetizzata” a-conflittuale e a-sindacale. Un sogno senza sogni. Che poi muoiono all’alba. LA RITIRATA DELLO STATO – Un modello ideologico, perché non è supportato da dati di fatto: il documento non contiene un dato che è uno. E allora, partiamo noi da un dato: in Italia la spesa per il welfare non è affatto superiore a quella degli altri paesi europei, caso mai il contrario. Non lo dice Giornalettismo, ma l’Eurostat: è il 26,4% del Pil contro il 27,8% della media Ue, il 29,4% della Germania, il 31,5% della Francia. Il nostro problema, da sempre, è casomai lo squilibrio esistente tra tutelati ed esclusi: ad esempio, il peso eccessivo della spesa per le pensioni, che il ministro Sacconi ha sempre detto di non voler riformare nonostante le ripetute dichiarazioni dei ministri Brunetta e Tremonti. Il nostro problema è casomai nella tutela di alcune categorie di lavoratori a spese degli altri, ma di fronte alle continue richieste di una riforma complessiva degli ammortizzatori sociali il ministro ha sempre fatto spallucce. Mentre nel libro bianco parla esplicitamente di welfare occupazionale, che però significa - guarda caso – che i lavoratori più forti possono assicurarsi più tutele, mentre ignora le condizioni dei lavoratori più deboli. Proprio mentre l’attuale flessibilità (che a Sacconi tra l’altro piace assai) comporta soprattutto per giovani e donne continui passaggi da occupazione a disoccupazione e a ri-occupazione.

link : prefazione : http://www.lavoro.gov.it/NR/rdonlyres/7494E9D8-980B-4B82-9ECD-17DE4D368B52/0/PaginedalibroverdeDEF25luglio_presentezione.pdf

libro verde : http://www.lavoro.gov.it/NR/rdonlyres/B8453482-9DD3-474E-BA13-08D248430849/0/libroverdeDEF25luglio.pdf

Presidenza del Consiglio dei Ministri :http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/libro_verde_welfare/

verso la catastrofe irreversibile

Il ministro scajola ha dimenticato che gli italiani bocciarono il nucleare con un referendum

da Virgilio : Nucleare/ Scajola sfida le Regioni ribelli: Consulta ci dirà sì Il ritorno all'atomo è un bene primario   Garantire all'Italia "energia elettrica a prezzi allineati con quelli degli altri Paesi europei nel pieno rispetto dell'ambiente è un bene primario per i cittadini e per la tutela dell'unità economica del Paese" e dato che "quest'obiettivo si può raggiungere solo con una quota di energia nucleare, crediamo che il potere sostitutivo del governo sia non solo legittimo ma necessario. Speriamo che la Corte Costituzionale confermi quest'orientamento". Così, in un'intervista a Libero, il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, intervie sul ricorso che sei Regioni hanno presentato alla Consulta in materia di politica nucleare. Secondo il ministro "il processo di rientro nel nucleare è trasparente e motivato".

orso castano : ancora il nucleare, in un paese ad alto tasso di zone sismiche. Altro che energia rinnovabile , inquinamento e dei peggiori. In Piemonte non e' ancora stato risolto il problema della  vecchia centrale di Caorso , ancora li ' in piedi, abbandonata eed intatta. Npon sanno dove depositare le macerie. Evvivva ! Bravo Scajola , quello, lo ricordo per averlo sentito personalmente in TV , che aveva detto che Biagi (poi assassinato dalle BR) "era solo un rompi......"

martedì 22 settembre 2009

Conferenza mondiale sul futuro della scienza , Venezia , 20/22 sett. 09

I temi in sintesi della Conferenza.............. La ricerca sul Dna non allungherà vita ma certo la migliorerà In futuro immaginabile sara' possibile check up completo con unico esame sangue Venezia , 21 set. (Apcom) - La ricerca sul Dna porterà a migliorare "la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle malattie". La sintesi della tre-giorni su 'Il Futuro della scienza' dedicata quest'anno alla 'Rivoluzione del Dna' e del segretario generale della Conferenza Chiara Tonelli. "L'obiettivo - spiega ancora - non è un ulteriore allungamento della durata della vita", che ha già quasi raggiunto il suo tetto, "ma far sì che si possa vivere bene, in salute, tutto il tempo", possibilmente fino all'ultimo. In un futuro forse non troppo lontano, si potrà così immaginare di controllarsi con un unico esame del sangue che fotograferà tutto il nostro stato di salute, indicando per esempio anche il principio di un tumore. "La maggior parte delle malattie - riassume ancora Chiara Tonelli - se diagnosticata precocemente può essere non solo curata ma guarita". In tema di prevenzione, per esempio, con la genetica si può pensare di creare alimenti non solo mirati ad alleviare la fame nel mondo ma anche che aiutino a prevenire l'obesità, come il pomodoro viola come una melanzana, ottenuto aggiungendo antociani, pigmenti presenti , per esempio, in fragole, mirtilli e ciliegie, che la ricerca condotta fino ad ora solo su topolini, con gli umani si sta iniziando, sta identificando come armi anti-obesità oltre che come potenti antiossidanti in grado di combattere le infiammazioni alla base di alcune malattie croniche. E per la cura? La domanda che alleggia è quando la ricerca sul Dna sarà in grado di curare i diversi tumori. "I tumori - sottolinea il genetista Edoardo Boncinelli - non sono le uniche malattie esistenti, anche se la la loro probabilità cresce con l'aumentare dell'età. Certamente il genoma ha spianato la strada ed ha aumentato la velocità per la ricerca su questa malattia, tenendo presente che non si tratta di una patologia unica ma di almeno duecento tipi: saremo in grado di affrontarne alcuni presto, altri tra qualche anno, altri ancora ci faranno penare. Non se ne può parlare - mette in rilievo - come si trattasse di un unico problema. la ricerca sui tumori - sottolinea - è comunque ben finanziata persino in Italia". Anche l'oncologo Umberto Veronesi, presidente della Conferenza e fondatore dell'Istituto europeo di oncologia, racconta come nella sua creatura ci siano cinquecento persone al lavoro sul tema.Quando si avranno dei risultati? Il Dna, sintetizza, ha fatto fare notevoli balzi in avanti. Ma è presto per sbilanciarsi su tempi precisi.

Creare la VITA in laboratorio .....Veronesi dal pensiero forte . "le magnifiche sorti e progressive", clicca

Creare la VITA in laboratorio non è solo un rischio, ma una possibilità in più. Il genetista americano Craig Venter ha fatto un altro passo avanti nel processo della creazione della “vita sintetica”. Dietro questa espressione, che suona un po’ oscura, c’è la realizzazione - dopo un lungo lavoro di laboratorio - di una nuova specie di batterio mai esistita prima. Il dna di un microrganismo è stato prelevato, modificato e inserito in un altro microrganismo, dando così origine a nuova forma di vita........Certo, la scoperta del “codice della Vita” - così si può definire la mappatura del genoma umano e lo studio della funzione dei geni – ha prodotto la più grande rivoluzione culturale della storia recente dell’uomo. E oggi pone dei nuovi interrogativi al nostro pensiero.Nel dna abbiamo trovato l’alfabeto per leggere il libro della biologia sulla Terra e ci troviamo a dover elaborare un nuova etica che tenga conto di un fatto inedito: la biologia umana non differisce molto da quella degli altri esseri viventi, ma l’uomo è l’unico in grado di intervenire su ogni forma di vita. Anche la sua.Purtroppo non è abbastanza diffusa la convinzione che la scienza non lavora per ciò che non è utile all’uomo e, dunque, processi tecnicamente fattibili, come la creazione di un dna artificiale o la clonazione, non saranno mai sviluppati se non in casi di provato vantaggio per il bene dell’umanità. Proprio per questa riflessione, la prossima Conferenza mondiale sul futuro della scienza, che si terrà a Venezia dal 20 al 22 settembre, ha per titolo “La Rivoluzione del dna”. L’obiettivo è, prima di tutto, quello di spiegare alla gente le straordinarie potenzialità di questa nuova conoscenza attraverso le testimonianze di Craig Venter e dei Premi Nobel Renato Dulbecco e James Watson. Si parlerà di genomica e della speranza di sconfiggere, grazie al trasferimento di geni, malattie degenerative (come il Parkinson e l’Alzheimer) ed evolutive (come il cancro). I geni sono anche la piattaforma per gli studi sulla longevità e sulle cure personalizzate, la chiave - applicati in agricoltura - per combattere la fame e la sete.

Medici sempre più sotto stress , da Doctor News del 22/9/09

Brunetta il "Rottamatore" , il nemico dei fannulloni",  quello che vuole svendere la sanita'... legga e mediti  !!! La dedizione al lavoro e ai pazienti, la paura di commettere errori, i turni a volte massacranti li rendono vulnerabili. Fragili, cercano rifugio nell'alcol e nella droga e arrivano al suicidio 2-4 volte più spesso rispetto alla media generale

Si chiama dipendenza patologica professionale, una malattia pericolosa che, se non curata, può portare anche a soluzioni estreme. E spesso proprio i dottori non cercano aiuto e non si curano. Non è un caso che, in tutto il mondo, il tasso di suicidi tra i camici bianchi è due volte superiore a quello della popolazione generale tra gli uomini e addirittura quattro volte tra le donne. Numeri da brividi, che hanno origine proprio dalle dipendenze legate alla professione."Secondo quanto registrato in Spagna, Paese molto simile a noi anche nel sistema sanitario, i medici che trovano rifugio nell'alcol, nelle droghe e nel gioco d'azzardo, sono circa il 12%. Di questi, l'8% ha problemi con l'alcol". A riferirlo è l'allergologa dell'ospedale Sant'Anna di Torino Paola Mora, responsabile del Centro studi Albert Schweitzer, che ha organizzato un congresso nazionale sul tema dal titolo 'Ardere, non bruciarsi', in programma sabato alle Molinette di Torino. Un appuntamento che porrà l'accento proprio su quanto poco si è fatto e si sta facendo in Italia per affrontare questa emergenza. "Nel nostro Paese - spiega Mora - non si è fatto alcun tipo di indagine in questo senso. Non a caso i dati che abbiamo ci arrivano da oltreconfine. In Spagna, tanto per fare un esempio, da 10 anni il loro Ordine dei medici ha iniziato un programma specifico che si chiama 'El Paime'. Un programma dal quale è emerso che circa il 12% dei 165 mila camici bianchi spagnoli soffrirà almeno una volta in carriera di queste dipendenze. Stiamo parlando di circa ventimila professionisti". Adottando questa formula anche in Italia, sarebbero circa 40 mila i camici bianchi italiani alle prese con questi problemi. A finire nel tunnel della dipendenza sono soprattutto i medici più bravi e stakanovisti. "A cadere nella trappola - spiega Mora sono proprio i camici bianchi che dedicano tutta la loro vita al lavoro. Sempre pronti a correre in ospedale e sostenere turni massacranti". Professionisti 'scoppiati' che iniziano a essere depressi e a rifugiarsi nell'alcol o nella droga o in entrambi. Per far fronte a questo tipo di problemi ci si dovrebbe rivolgere a strutture assistenziali pubbliche "alle quali il medico non può rivolgersi, perché - spiega l'esperta - si ha paura di essere riconosciuti e di avere ripercussioni sulla carriera". Una vera emergenza che da noi sembra ignorata, ma non lo è negli altri Paesi. "Negli Usa - spiega - esiste un programma federale che dà ottimi risultati.Il 75% dei medici riesce infatti a risolvere i propri problemi". In Italia, secondo l'esperta, buio fitto o quasi. "In Piemonte - sottolinea Moro - il Centro torinese di solidarietà, l'Adimed (Associazione difesa del medico) e lo Schweitzer hanno elaborato il primo progetto destinato al personale sanitario in difficoltà". Un progetto ancora rimasto sulla carta. "Per renderlo operativo - conclude - chiediamo aiuto alle Istituzioni e alla Federazione nazionale degli Ordini dei medici. E anche all'Istat, affinché si cominci a fare delle rilevazioni anche da noi"

orso castano: il comportamento del "Rottamatore" "va a morire ammazzato" non e' qualificabile  oltre che ingiustificabile. Attendiamo che i  sindacati medici aprano finalmente le procedure per verificare l'incostituzionalita' dei suoi decreti!!

Influenza A: operazione pandemia? riceviamo via mail e pubblichiamo

Da:Benedetta Saglietti (eusebioeflorestano@gmail.com) Che ne pensano i medici di un video del genere? un saluto Benedetta........................ E' difficile ignorare che l'allarme mondiale per l'influenza A sta di fatto arricchendo l'industria farmaceutica, come spiega bene su AgoraVox tale Lucio, citizen-journalist maestro di scuola primaria... Gli fa eco quest'interessante video-inchiesta che gira su YouTube. Che cosa ne pensate? La trovo piuttosto convincente. Mi ricorda il migliore Michael Moore, quando in uno dei suoi primi film-documentari denunciava il giornalismo americano che faceva da megafono agli allarmi lanciati dalle lobby governative che alimentavano la paura collettiva per qualsiasi cosa, distraendo l'attenzione dai veri problemi su cui indagare: non la povertà, la disoccupazione, le guerre, la malasanità, le carenze nelle scuole o le frodi ai danni dei cittadini, ma l'invasione delle zanzare-tigre, delle api-assassine, ecc. ecc. ... orso castano: speriamo bene per la comprensione della lingua. Ovviamente chi sta al potere ha tutto l'interesse a "distrarre" l'informazione dai problemi piu' gravi che richiedono cambiamenti nella distribuzione delle risorse e del potere. Il mercato dei farmaci e' ormai un mercato globale controllato dalle multinazionali ma bisogna stare attenti a demonizzare tutto. Si rischia di buttare via con l'acqua sporca anche il bambino.I problemi vanno analizzati caso per caso.Grazie.

doc sub : video , clicca e commenta, anche via e-mail , pubblicheremo le mail

lunedì 21 settembre 2009

Che bella la Sanita' Pugliese !

“Le scelte di Federmeccanica rappresentano un atto di arroganza intollerabile”, ha detto il Segretario Generale dei metalmeccanici della CGIL, Gianni Rinaldini, dopo aver ricevuto e preso visione della lettera indirizzata in serata dall´organizzazione delle imprese al sindacato, al termine del consiglio direttivo tenuto a Milano, in cui la stessa federazione ha formalmente risposto ai quattro punti indicati dalla FIOM CGIL, per scongiurare un´intesa separata ed eventualmente anche la decisione di scioperare. Federmeccanica ha respinto la richiesta di bloccare i licenziamenti ritenendola “in se inaccettabile in quanto esporrebbe le imprese che necessitano di ristrutturare gli organici a morte sicura”. E sulla questione della sospensione dell´applicazione dell´accordo separato sul modello contrattuale e, conseguentemente, di un via libera ad una soluzione economica transitoria, un accordo ´ponte´ per i prossimi due anni, ha sostenuto come non “è nelle disponibilità delle singole categorie” farlo, spettando invece alle confederazioni. orso castano : la precarizzazione del posto di lavoro e , direi, del sistema di vita, in moltissimi suoi aspetti, a partire dalla scelte che molte donne fanno di rinviare o di non avere dei figli , sta portando a conseguenze sociali e soggettive molto gravi. Qualche studioso , non so se illuminato o meno , quasi quasi non disapprova e parla di societa' "fluida" , all'interno della quale anche i"valori si fluidificherebbero" . A me sembra che questa fluidificazione dei valori non ci sia, c'e' piuttosto una violenta costrizione a rinviare scelte di vita fondamentali, costrizione determinata da una cronica e vasta carenza/assenza di forme di ammortizzazioni sociali che dovrebbero tutelare i soggetti, sopratutto i piu' deboli, consentendogli di vivere una vita degna e non disumana, come quella che vive chi e' al limite della poverta'. Cosi' il conflitto tra forze del lavoro e capitale rinvia agli interventi mancati e distorti che questo stato va facendo, non tutelando le fasce deboli. E' forse questo quello che il ministro Sacconi nel suo documento programmatico intende per "vogliamo porre al centro di tutto la persona", cioe' ciascuno si arrangi ed "impari a far qualcosa" come dice la Gelmini agli insegnanti?.......

cosa propone Magistratura Democratica per la Giustizia

.........................Occorre proseguire in questa direzione concentrando l'azione sui temi più scottanti e sensibili:  l'immigrazione, che costituisce banco di prova della democrazia e della tenuta dei principi di civiltà e di uguaglianza su cui si fonda il patto costituzionale ,  il carcere, e l'aumento della popolazione carceraria, dovuto al'aumento della criminalizzazione, piuttosto che al dato oggettivo dell'aumento dello della criminalità;  il diritto dell'economia, a fronte di una crisi che sconfessa ogni fiducia illimitata nella capacità del mercato di fornire a tutti garanzie ed opportunità;  il processo penale e la sua evoluzione dopo l'introduzione del modello accusatorio, ribadendone la funzione di accertamento dei fatti di reato e delle responsabilità individuali, nel pieno rispetto delle regole e delle garanzie sin dalla fase delle indagini;  il sequestro e la confisca dei profitti illeciti e dei patrimoni di mafia, con una ricognizione dell'attività giudiziaria in materia di misure di prevenzione patrimoniali, anche alla luce delle recenti modifiche normative;  il funzionamento della giustizia civile quale tramite di tutela efficace e tempestiva dei dritti individuali e collettivi di fondamentali principi di uguaglianza.  Magistratura democratica intende continuare nel suo impegno a fianco dei colleghi che operano nelle realtà più difficili e disagiate, esponendosi in condizioni ambientali spesso compromesse per affermare il valore della legalità. La vicinanza, anche fisica, alle realtà meridionali, deve continuare, per supportare l'azione dei singoli, sia sul piano del presidio della legalità, sia su quello della denuncia delle situazioni opache, se non colluse, all'interno degli uffici.  In materia di diritto del lavoro, Md intende contrastare con forza il processo di riduzione dei controlli attraverso l'ampliamento dello spazio di discrezionalità del datore di lavoro, strategicamente rivolto all'indebolimento dell'unità sindacale, ed alla compressione del ruolo della giurisdizione: occorre riportare il focus dell'intervento giurisdizionale sulla persona e sulla dignità del lavoro e del lavoratore, fondamento della nostra Costituzione e delle Carte europee. E' imprescindibile un intervento riformatore serio sul sistema italiano di welfare, efficace ed equo e capace di realizzare forme di inclusione attiva di tutti i lavoratori, indipendentemente dalla forma contrattuale del rapporto, auspicando l'introduzione di forme di tutela universalistica dei "minimi vitali", funzionale ad evitare che consistenti fasce di popolazione scivolino verso la povertà e la compromissione dei diritti di cittadinanza, civili, politici e sociali.  MD rinnova il proprio impegno in favore della riapertura del processo di costituzionalizzazione dell'Unione e più in generale per una profonda democratizzazione del suo sistema decisionale attraverso il rafforzamento dei poteri del Parlamento Europeo e delle forme di partecipazione della società civile e dei cittadini alla sfera pubblica europea. Tappa essenziale di questo riavvio del "discorso costituzionale" rimane la ratifica definitiva del Trattato di Lisbona che consente di conservare le innovazioni più significative del vecchio Progetto di costituzione europea, a cominciare dalla formale obbligatorietà della Carta dei diritti dell'U.E. MD ribadisce l'urgente necessità del rafforzamento del capitolo sociale dell'Unione a fronte della crisi economica internazionale e dei rischi di disoccupazione di massa e delle difficoltà in cui si trovano i sistemi di tutela sociale nazionale, attraverso la predisposizione dei " minimi di trattamento comune" e la promozione del dialogo sociale. Ribadisce il suo impegno più che decennale per la costruzione e il completamento di un sistema di protezione dei diritti fondamentali multilivello incentrato sulla compenetrazione tra Costituzioni nazionali e Carte dei diritti sovranazionali e sul principio del " trattamento di miglior favore" che valorizza il ruolo del giudice ordinario come motore e cuore dell'intero sistema. Manifesta, in questa prospettiva, la propria soddisfazione per l'imponente "applicazione anticipata " della Carta di Nizza ad opera delle Corti i ogni livello .  Ricorda l'imponente lavoro realizzato da Medel in questi anni che ha intensificato i legami tra i gruppi professionali di vari paesi e guadagnato il ruolo di interlocutore privilegiato sia degli organi dell'UE che di quelli del Consiglio d'Europa. Il confronto e il rapporto tra magistrati europei, se si vuole una presenza garantistica efficace orientata ai valori del costituzionalismo europeo, si rivela come una risorsa strategicamente decisiva.  Approvato all'unanimità, Modena 29 marzo 2009

orso castano : condivisibile il documento, per la prudenza (nessun accenno , quindi nessuna polemica) alla separazione delle carriere . Questo pero' e' solo il documento di presentazione del congresso nazionale....vedremo il dibattito. La giustizia comunque e' deteminante per la sicurezza dei cittadini.

mercoledì 16 settembre 2009

Le reti sociali e la sete di dati , un rischio per la tutela della privacy, l'ombra di un Grande Fratello

II potere dei network e di tutti gli altri ......Un'opportunità per gli statistici, un rischio per la tutela della privacy .Oggi più che mai si fa largo utilizzo di espressioni quali "Web Sociale" e "Web par-tecipativo", al fine di enfatizzare due degi aspetti principali attorno ai quali ruota quel grande meccanismo comunemente chiamato internet: la facilità con la quale gli internauti riescono a interagire tra loro e il potere che ciascun utente ha di produrre contenuti (user generated content). Quest'ultimi, presentati nelle forme multimediali del momento (testo, audio, video), contengono una grande mole di informazioni relative al loro autore; è il cosiddetto "bias dell'informazione", secondo il quale chiunque dia vita a un contenuto non può esimersi dal corredarlo di tracce personali. Molto importante è poi la tendenza alla creazione di reti sociali virtuali, in grado di mettere in contatto persone dalle caratteristiche affini; ciò richiede specifiche piattaforme (i social network) e la completa disposizione dell'utente a fornire informazioni genuine su di sé, che aggregate permettono la creazione di un profilo accessibile a chiunque e necessario per la riuscita del "gioco". Entrambi questi aspetti fanno sì che in Rete vi sia un inesauribile flusso di dati personali (talora sensibili) , alcuni volutamente condivisi, altri ingenuamente creduti al sicuro, che ne fanno un interessantissimo laboratorio perle indagini statistiche. Ma chi ha la possibilità di registrare ed elaborare questi dati? Principalmente i proprietari delle piattaforme web, gli unici in grado di tracciare e in seguito analizzare il comportamento dei propri utenti. Questi enormi concentrati di informazioni personali attraggono i centri di studio statistici e i gruppi di marketing, che per potervi accedere devono però pagare i proprietari delle .piattaforme; nasce così il mercato dei dati aggregati, fondato sul commercio dei dati personali quotidianamente lasciati in Rete. Tra le piattaforme in grado di immagazzinare il maggior flusso di informazioni è leader Facebook, che ha il grande vantaggio di essere generalista, il che gli permette di ospitare un'utenza eterogenea e di disporre quindi di ogni sorta di dati sensibili. Un vantaggio che, racconta Daniele Frongia (dirigente interno Istat), non nasconde di voler sfruttare. L'obiettivo è infatti quello di mappare le relazioni tra individui mediante un'avanzata ricerca antropologica e sociale, al fine di creare veri e propri grafici matematici esplicativi dell'articolarsi delle relazioni umane. Una ricerca dall'alto tasso informativo, che diviene preoccupante se pensata totalmente nelle mani di un'unica azienda. La possibilità di reperire dati personali in Réte non si esaurisce con i social network: come spiega Davide Bennato (docente di Sociologia della ricerca e innovazione all'Università La Sapienza di Roma) sono sempre di più i portali che chiedono agli utenti pareri e previsioni in merito a qualcosa (film, attore, presidente, governo) con l'obiettivo di aggregare le loro risposte e dar vita a previsioni e indagini culturali. Per indurre gli utenti a partecipare al meccanismo vengono sfruttati i più articolati stratagemmi: da premi virtuali a coloro le quali previsioni si rivelano veritiere, a vere e proprie ricompense in denaro; tra questi fece scalpore il portale che chiedeva agli iscritti di scommettere denaro sulla zona del Medio Oriente che nei mesi a venire sarebbe stata colpita da un attentato. Un servizio dietro il quale non si celava sadismo, bensì la volontà di comprendere quali fossero le zone più a rischio secondo il parere popolare, per poi prendere le dovute precauzioni. All'obiezione secondo la quale indagini statistiche incentrate su dati raccolti in Rete non abbiano valore universale risponde Chris Anderson, direttore di Wired: con il trascorrere del tempo la coda lunga della Rete sarà in grado di fornire quantità di dati tali da poter essere definite universali. Ciò sancirà la scomparsa del metodo sdentitico di campionatura che tuttora sta alla base degli studi statistici, sostituito dal data mining di queste gigantesche quantità di informazioni. Oggi la tendenza è di riconoscere l'aspetto "social" della Rete come un valore aggiunto per le indagini statìstiche, sebbene centri di statìstica tradizionali (Istat, Eurostat, National Statìstics), per loro stessa ammissione, non facciano diretto utilizzo di questa tipolpgia di dati, dal momento che richiedono una tecnica di reperimento che esula dai rigidi standard ai quali da tempo sono soliti fare affidamento. Questa, sempre secondo Bennato, si articola in diretta o indiretta. Nel primo caso si tiene conto delle classifiche, delle votazioni, delle preferenze che gli internauti manifestano apertamente, nel secondo si mira alla creazione di un profilo per ciascun utente generato dall'analisi delle caratteristiche, degli elementi ricorrenti e di altri aspetti distintivi presenti negli user generated cóntent (siano essi con fini divulgativi, personali o altro). Esistono inoltre studi statistici che per mezzo di Robot, software silenziosi installati su j computer di utenti-campione,  ne registrano ogni attività in Rete; sfruttando così la tendenza culturale alla socializzazione e alla condivisione, possono reperire ingenti quantità di informazioni bypassando le piattaforme. A rallentare l'insediamento dei Robot si oppongono lampanti problematiche legate alla privacy, che rapportate però al mercato dei dati aggregati e alle analisi antropologiche sui rapporti umani, rischiano di passare in secondo piano. GUIDO ARATA , da nova'a del Solke 24ore del 13/7/09

Ass. Lavoro over 40 : una petizione per i senza lavoro over 40 , clicca x doc.integ.

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OGGETTO: Petizione a sostegno dei disoccupati over 40. Illustri Onorevoli, con la presente vorremmo attirare la Vostra attenzione su un fenomeno preesistente alla crisi economica dell’ultimo anno, ma amplificato da essa: la disoccupazione over 40. Chi sono i disoccupati over 40? Uomini e donne ritrovatisi senza un lavoro da un giorno all’altro per la crisi e che incontrano oggettive difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro. Uomini, spesso unica fonte di reddito per le proprie famiglie o per se stessi, troppo giovani per andare in pensione, ma ritenuti, a torto, un costo troppo alto da sostenere. Donne uscite dal lavoro per dedicarsi alla famiglia, inizialmente per un periodo limitato necessario alla gestione dei figli, ed alle quali non viene più data la possibilità di ritornarvi. Sono fantasmi perché ogni giorno devono lottare non solo con la frustrazione di non rappresentare un sostegno per la propria famiglia, ma anche con la difficoltà di farsi ascoltare, di essere considerati in base alla propria esperienza e non “solo” in base alla propria età anagrafica. Tutto questo in un momento particolare della propria vita in cui si ritrovano a fare i conti con i costi di gestione di una famiglia già avviata, ma troppo “giovane” per essere autonoma. In un momento della loro vita lavorativa in cui si credeva di poter rappresentare un “valore” che viene puntualmente ignorato a fronte di un mero vantaggio economico, spesso infondato. Dietro ogni disoccupato over 40, si nasconde il rischio di un mutuo non pagato, di un figlio che non potrà continuare gli studi, di una famiglia senza possibilità di pagare un affitto, di una pensione futura che non arriverà mai ai contributi minimi per essere rimborsata e di una disperazione che in alcuni casi sfocia in gesti estremi, senza possibilità di ritorno. Un costo sociale troppo alto per essere ignorato. La situazione è ulteriormente aggravata per i soggetti diversamente abili e per i soggetti affetti da malattie professionali causa d’inabilità permanenti. Chi Vi scrive tocca ogni giorno con mano i disagi dell’essere un disoccupato over 40. Siamo stanchi di essere ignorati, privati di un “plus valore” costato anni di sacrifici e di gavetta, defraudati della dignità e dell’orgoglio d’essere parte attiva nella società e nelle nostre famiglie. Per questo chiediamo misure “concrete” volte a monitorare il problema ed a risolverlo, dal momento che da soli, i corsi di formazione previsti dalla Comunità Europea, risolvono parzialmente il problema a medio termine e non tengono minimamente conto dell’urgenza della situazione. Inoltre, l’attuale legge Biagi prevede interventi con sgravi contributivi per gli over 50 (art 54 e segg.), mentre la criticità è individuabile già dai 40 anni. In passato altri “appelli” sono stati tentati in più occasioni, da parte di associazioni che si occupano del problema, attraverso petizioni consegnate al Senato o alla Camera, a partire dal 2003, per un totale di 10.000 firme, ma senza la minima attenzione. Nel frattempo il problema si è enfatizzato, al punto che, recentemente, il Papa Benedetto XVI, nella sua ultima enciclica, ha caldamente raccomandato di non dimenticare coloro che perdono il posto di lavoro ed ai quali è doveroso rivolgere la massima attenzione e cura. Non ultimo, il nostro Presidente del Consiglio, il quale ha condiviso l’invito del Papa confermando la volontà, in occasione del G8 tenutosi a L’Aquila, di porre attenzione a coloro che si ritrovano disoccupati da un giorno all’altro, per cause che prescindono dalla loro competenza o dalla volontà personale............