venerdì 28 gennaio 2011

Vodafone, l'Internet mobile viaggia sopra i 40 Mega. E triplicherà nel 2013

Sono Roma e Milano le due prime culle della banda larghissima in mobilità. Poi, da marzo, la possibilità di navigare on line da dispositivo mobile a una velocità massima di 43,2 Megabit per secondo, una velocità doppia rispetto a quella attualmente garantita dall’offerta di mobile Internet dell’operatore, sarà estesa a complessive città italiane. Questa la promessa che Vodafone ha ufficializzato oggi annunciando alla stampa la “road map”.......Resta però il fatto che la velocità di punta di cui sopra è solo teorica e ad approfittare della mega banda sono solo pochi eletti, tanto che la velocità media per cliente in condizioni standard si ferma fra i sei e i 10 Megabit. Chi però, ancora oggi, invece vive o lavora in aree non coperte adeguatamente dai ponti radio mobili può sì dotarsi di chiavette e terminali di ultima generazione ma non evitare il rischio di usufruire di capacità in download di poche centinaia di Kbps al secondo, quando va bene. Sul fatto che le reti Lte garantiranno nell’immediato futuro prestazioni comparabili a quelle delle reti fisse e con una migliore resa energetica non si discute; il punto è quanti degli utenti con in tasca uno smartphone, un tablet o un pc portatile connesso alla rete mobile possono e potranno effettivamente beneficiare di queste prestazioni..........
orso castano : e per quanto riguarda la salute, questo aumento di onde radio sempre piu' diffuse e potenti, come la mettiamo? .....Andremo a vedere se esistono a liovello internazionale studi al riguardo. La Vodafone intanto ignora il problema..

martedì 25 gennaio 2011

stituzioni di lavoro e disoccupazione - confronto Stati Uniti / Germania , Antonio Lettieri , clicca


La crescita drammatica della disoccupazione negli Stati Uniti non può essere visto solo come una conseguenza della crisi: una delle causa è la totale deregolamentazione del mercato del lavoro. Il caso tedesco e l'attacco UE a lui del modello sociale europeo
Nella loro violenta campagna contro il presidente Barack Obama, i repubblicani non hanno anticipato una politica alternativa per affrontare la crisi economica. Nonostante questo, hanno conseguito un successo elettorale. In poco più di due anni il panorama politico americano è cambiato ad una velocità spaventosa. Colpita dalla peggiore crisi economica dagli anni Trenta, il mondo occidentale si spera visto l'avvento del nuovo presidente degli Stati Uniti.Perché un tale capovolgimento radicale? Qual è stato errore di Obama?  Una volta alla Casa Bianca, Obama ha attuato due grandi piani politici. Ha lanciato un pacchetto di stimolo economico, compresi i tagli fiscali per le classi inferiori e gli investimenti, per circa $ 800 miliardi. E ha avviato la riforma del sistema sanitario, per eliminare la vergogna di quasi cinquanta milioni di persone senza assicurazione sanitaria nel paese più ricco del pianeta.Può il Presidente fare di più per promuovere la ripresa economica e combattere la crescente ondata di disoccupazione? Non vi è dubbio che lo stimolo fiscale dovrebbe essere significativamente maggiore, come molti economisti liberali e democratici progressisti hanno sostenuto. E, seguendo la "opzione pubblica", la riforma dell'assistenza sanitaria  avrebbe potuto essere più coerente ed efficace nel ridurre l'attesa delle compagnie di assicurazione che guida i costi complessivi a livelli incomparabili. Una politica più audace sarebbe stata certamente possibile su questi due temi. Tuttavia, i repubblicani erano contrari a ogni proposta, il loro obiettivo politico di essere solo la lotta contro il nuovo presidente. Hanno combattuto le elezioni di medio termine su due questioni principali: la disoccupazione e l'opposizione alla riforma sanitaria. Non avevano nessuna proposta per la disoccupazione, salvo per una politica fiscale restrittiva. Sul secondo, hanno insistito su argomentazioni ridicole come i "pannicelli di morte" o la sovversione socialista della libertà individuale. Nonostante questo, hanno trionfato.Cosa non ha funzionato sul versante dell'amministrazione Obama? La politica monetaria ha portato i tassi di interesse vicini allo zero, e una massiccia "quantitative easing" è stata utilizzata dalla Fed per salvare le banche, mentre un nuovo pacchetto vale 600 miliardi dollari è stata annunciata da Bernanke a "monetizzare" una parte del debito pubblico. Per quanto riguarda la politica fiscale, un pacchetto coerente, più ampio di quello di qualsiasi altro paese OCSE, era stata migliorata, come abbiamo visto, a rafforzare la ripresa e sostenere l'occupazione.Quindi si pone una domanda intrigante. Come è possibile che, nonostante queste misure monetarie e fiscali estese, la disoccupazione degli Stati Uniti è raddoppiato tra il 2007 e il 2009, passando da sette a quasi quindici milioni di euro, cioè, dal 4,6% al 10% della forza lavoro? Una risposta conservatrice è la parte della nuova disoccupazione ha cause strutturali, come il fattore "mismatch", nel senso che le imprese non riesce a trovare lavoratori con competenze adeguate. Questo è il ricorrente, metafisico, argomento usato per accusare i lavoratori di essere senza lavoro.Per trovare una risposta, dobbiamo guardare alle istituzioni di lavoro. La crescita drammatica della disoccupazione negli Stati Uniti non può essere visto solo come una conseguenza della crisi. Uno, non fattore secondario, deve essere capito in deregolamentazione del mercato del lavoro, che una terapia keynesiano da solo, sulla base di rimedi monetaria e fiscale, non poteva curare.Facciamo un confronto con l'Unione europea. Più di 2.008-09 il calo cumulato del PIL è stata del 4,2% nell'UE rispetto al 2,6% negli Stati Uniti. Nonostante ciò, il tasso di disoccupazione medio è aumentato tra il 2007 e il 2009 del 1,7% nell'UE rispetto ai 4,7 negli Stati Uniti.Le cifre tedesche sono ancora più significativi. Nel 2009, al vertice della crisi, il PIL è sceso lì da circa il 5%, quasi il doppio della cifra per gli Stati Uniti, ma la disoccupazione è cresciuta in Germania solo dal 7,3% al 7,5% tra il 2008 e il 2009. E se guardiamo a tutto il periodo, l'OCSE calcola che in Germania, la disoccupazione è scesa dal 8,4% (media 2007) al 6,8% entro il terzo trimestre del 2010.Questo risultato nettamente diverso non viene da una politica espansiva in UE o in Germania, ma da diverse norme sul mercato del lavoro. In Germania e in Europa, il mercato del lavoro offre diversi livelli di protezione ai lavoratori, mentre in generale le imprese statunitensi possono  assumere e licenziare liberamente. Questi hanno approfittato della crisi per eseguire licenziamenti di massa ben oltre la caduta di uscita. Questo ha permesso una straordinaria crescita della produttività del lavoro del 3,8 per cento tra il 2007 e il 2009 negli Stati Uniti contro, nello stesso periodo, un calo del 1,3% in Germania. Pertanto, non sorprende che i profitti per il 500 S & P delle società quotate ha raggiunto, secondo Fortune, uno dei più alti livelli nel corso degli ultimi cinquant'anni. Nello stesso tempo l'ascesa travolgente di disoccupazione è aumentata la povertà e, secondo il WSJ (In USA, il 14% Affidatevi a Food Stamps, 4 novembre 2010), 45 milioni di persone dipendono dagli aiuti alimentari .Si deve aggiungere che, quando il lavoro viene perso, la tutela delle retribuzioni dei lavoratori 'è generalmente più elevato in Europa. Ad esempio, la spesa dello Stato per importi indennità di disoccupazione per l'1% del PIL negli Stati Uniti, mentre tocca in media il 1,4% nei paesi OCSE ed è quasi doppia (1,9%) in Germania, secondo le stime OCSE. Negli ultimi decenni gli economisti neoliberali hanno elogiato il modello americano di deregolamentazione del mercato del lavoro, mentre la tutela di lavoro europeo è stato accusato come antiquato e dannoso rigida. L'attuale crisi racconta una storia diversa. La liberalizzazione totale del mercato del lavoro statunitense ha portato conseguenze disastrose, mentre la rigidità molto criticata del lavoro europeo ha limitato il tasso di disoccupazione e, da questo punto di vista, l'impatto della crisi. In questo quadro il ruolo dei sindacati è particolarmente rilevante. In adesione all'Unione europea dei sindacati è caduto nel corso degli ultimi due decenni, anche se ancora raggiunto livelli elevati - intorno al 60 per cento della forza lavoro - nei paesi nordici. E anche se l'adesione è limitata, la trattativa dei sindacati 'riguarda in genere la maggioranza della forza lavoro. In Germania, per esempio, la sindacalizzazione è sceso negli ultimi due decenni al 20% della forza lavoro, ma la contrattazione collettiva copre direttamente oltre il 50 per cento della forza lavoro e imposta il riferimento per i non sindacalizzati. Negli Stati Uniti il commercio soci sindacati copre circa il 12%, e scende al 8% nel settore privato. Paradossalmente, l'Unione europea, le autorità monetarie e finanziarie considerare la regolamentazione del mercato del lavoro e la "generosità" del welfare, che fanno parte del modello sociale europeo, un male da combattere. The asse Francoforte-Bruxelles, cioè, la Banca centrale europea e la Commissione europea, hanno imposto agli Stati membri, dura "austerità" programmi, sulla base dei vincoli di Maastricht fiscale, che inevitabilmente rallentano la ripresa. E, al di là del rigore ufficialmente i piani volti a ridurre il deficit di bilancio, un insieme di misure sono previste per più ampie liberalizzazioni nel mercato del lavoro e di ulteriori tagli dello Stato sociale. Una inversione politico in direzione di Herbert Hoover, che potrebbe solo aggravare e prolungare la crisi economica. Così, possiamo vedere due atteggiamenti molto diversi. Negli Stati Uniti la lotta per ridurre la disoccupazione attraverso una politica macroeconomica espansiva è stata rovesciata da parte delle istituzioni del lavoro duramente deregolamentato. Nell'Unione europea, dove la disoccupazione è stata contenuta, i piani di austerità  stanno cercando di smantellare ciò che è noto come il modello sociale europeo.In conclusione, la lotta del parere progressisti e partiti politici per evitare un triste decennio perduto dal lato due delle Atlantico si trova ad affrontare diverse, ma convergenti compiti: negli Stati Uniti, l'impegno di una amministrazione migliore Obama 'per promuovere la necessità economica e cambiamenti sociali, evitando la strada bassa di un compromesso illusorio con l'opposizione repubblicana, mentre in Europa la capacità dei partiti di sinistra ei sindacati per guidare il malcontento e la protesta di massa contro l'approccio neo-conservatore di asse Francoforte-Bruxelles. 




orso castano: che c'entra tutto questo con la psichiatria.? Bene: la politica europea e' stata un po paradossale, da un lato ha cercato di conservare i diritti acquisiti e le garanzie sociali, dall'altro con i piani di austerita' , di fatto, ha smontato proprio queste garanzie, abbassando il livello dei salari (sacrifici, anche se non per tutti, non riuscendo ad eliminare le estese sacche di corruzione e rendite improduttivo-mafiose) , tagliando sugli investimenti sociali e sulla ricerca, nella illusione che il sistema trovasse al suo interno le risorse indispensabili per rinnovarsi tramite la ricerca, l'innovazione, ecc. Questo strano mix ha provocato una enorme disoccupazione, reti di salvataggio sociali del tutto insufficienti, costose ed improduttive rispetto a quello di cui c'era piu' bisogno: ricerca ed innovazione. E siccome tradizionalmente la ricerca in Europa e' stata sempre supportata dallo stato + industria , venendo a mancare un pilastro fondamentale, si e' rimasti al palo col rischio di essere sorpassati persino dai paesi in via di sviluppo che certo non si sono lasciati scappare l'occasione di tentare il sorpasso proprio sul terreno sul quale erano piu' deboli (ricerca ed innovazione). In questa situazione, stante uno stato confusionale e , direi, di blocco dei partiti politici, i sindacati non hanno saputo prendere la palla al balzo e giocare da primattori la, partita che gli toccava giocare. La latitanza della politica e' costata cara e costera' ancora piu' cara se le forze sociali, se un nuovo patto sociale tra le forze del lavoro no si mettera' in piedi. I politici piu' reazionari , quelli che si sono limitati a "tagliare" senza investire nella ricerca e nell'innovazione, hanno prevalso e la poverta' sta avanzando assieme alla distruzione dei diritti che si volevano difendere. E' ora del cambiamento e checche' ne pensino i coltivatori di escort, e' ora che ci sia un ricambio serio. Le conseguenze di tutto questo si vedono negli individui: precarieta', corruzione, individualismo, familismo amorale, opportunismo, mors tua vita mea, insomma un allentarsi pauroso della coesione sociale ed un lento degrado della solidarieta' sociale!  
Antonio Lettieri
Presidente del CISS - Centro Internazionale di Studi Sociali (Roma). E 'stato Segretario nazionale della CGIL, membro del consiglio di amministrazione dell'OIL e Consigliere del Ministro del Lavoro per gli Affari europei (. a.lettieri @ insightweb.it ).

La musica? Una scarica di piacere per il cervello, al pari di cibo e droghe


....................La musica ha anche poteri lenitivi del dolore fisico ed è stato dimostrato il suo ruolo terapeutico nella convalescenza post-operatoria. Di recente, poi, è anche stato scoperto che la musica può avere «effetti dopanti» durante l'attività fisica, migliorando, come emerso da una ricerca pubblicata sulJournal of Sport & Exercise Psychology, la resa negli allenamenti. Ma perchè siamo così indissolubilmente catturati dalla musica?
Lo studio canadese potrebbe suggerire una risposta: infatti gli esperti hanno visto su un gruppo di volontari che più una musica piace, più il suo ascolto è legato a manifestazioni fisiologiche di piacere (modifica del ritmo cardiaco e del respiro, della sudorazione e della capacità della cute di condurre corrente - parametro usato per misurare lo stato emotivo di una persona); inoltre gli esperti hanno visto - osservando il cervello dei volontari con Pet e risonanza magnetica - che l'ascolto di musica piacevole è legato al rilascio nel cervello di dopamina, in quantità proporzionale al grado di piacevolezza offerto dall'ascolto (il piacere provato all'ascolto è stato misurato sulla base di parametri fisiologici e tramite i giudizi soggettivi dei partecipanti).........

Disoccupazione, precariato, salari da fame a tinte fosche il quadro del lavoro nel mondo , clicca


di VITTORIO LONGHI   L'Ilo fa il punto sulle tendenze globali: 40 milioni di occupati poveri in più rispetto al 2007, i giovani senza impiego sono due volte e mezzo gli adulti, la metà dei posti perduti riguarda i Paesi ricchi. E non si prevede un miglioramento a breve

IL  numero dei disoccupati nel mondo si attesta oggi a circa 205 milioni. Non è aumentato molto tra 2009 e 2010 ma è ancora forte lo scarto rispetto al 2007, prima della crisi, di 27,6 milioni. Secondo i ricercatori dell'agenzia Onu nel 2011 il numero complessivo dovrebbe scendere a 203,3 milioni.Oltre la metà dei posti persi riguarda le economie sviluppate e l'Unione Europea, nonostante la regione rappresenti solo il 15 per cento della forza lavoro mondiale. Il lavoro nell'industria europea, ad esempio, è crollato di 9,5 milioni fra il 2007 e il 2009. Al contrario, in Paesi come Brasile, Kazakistan, Sri Lanka, Thailandia e Uruguay l'industria si sta riprendendo e il tasso di disoccupazione è tornato al di sotto dei livelli pre-crisi.
La minore disoccupazione non si traduce automaticamente in migliore occupazione, però. I lavori precari, quelli dell'economia informale, non sono cresciuti rispetto al 2008 ma è significativo che questo tasso di "occupazione vulnerabile" abbia interrotto il lungo calo registrato fino al 2007. Infatti oggi ci sono 40 milioni di lavoratori poveri in più, con un aumento dell'1,6 per cento rispetto ad allora. Per "poveri" si intende quei lavoratori che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno. 
L'altro dato preoccupante è relativo al numero dei disoccupati giovani: sono due volte e mezzo il numero dei disoccupati adulti e sono sempre più scoraggiati. Nei 56 Paesi per cui si hanno i dati sono scomparsi dal mercato del lavoro 1,7 milioni di giovani. Si tratta di quelli non calcolati come disoccupati perché non risultano più essere alla ricerca attiva di un posto. . "Questa situazione dimostra l'incapacità dell'economia mondiale di garantire un futuro ai giovani", ha dichiarato il direttore generale dell'Ilo, Juan Somavia. "E questo mina la famiglia, la coesione sociale e la credibilità delle politiche realizzate".........



orso castano : i sindacati europei, forse i primi sindacati comparsi sulla scena internazionale per via della rivoluzione industriale che negli ultimi due secoli ha trovato in Europa il suo nascere ed il suo sviluppo , possono (e debbono giocare un ruolo fondamentale nella globalizzazione che sta attraversando al galoppo il mondo. Se pensiamo ai sindacati della tedeschi della volkwsagen , al loro contratto, alla loro partecipazione alle strategie industriali  e governative in tema di investimenti in ricerca e reti sociali di supporto , potremo concludere    che certo , mutatis mutandis , non mancano buoni esempi per superare questa crisi in Europa . Il che induce ad un moderato ottimismo...

giovedì 20 gennaio 2011

Riesplode la guerra alla “sanità socialista” di Obama , la destra e' uguale dappertutto., clicca


E’ la più importante delle riforme varate nel primo biennio della presidenza Obama. Ieri la Camera dei deputati guidata dal neo Speaker of the House John Boehner (foto) l’ha “abrogata”, con una maggioranza nettissima: 245 voti contro 189 che l’hanno difesa. La destra repubblicana ha voluto così mantenere le promesse. Nel “patto con gli elettori” che l’ha portata alla vittoria nelle legislative di mid-term a novembre, cancellare la nuova sanità “socialista” era il primo degli obiettivi. Appena il nuovo Congresso si è riunito a Washington, ha messo all’ordine del giorno l’abolizione. Ma attenzione:................ 

CASO RUBY La rabbia dei poliziotti con il premier "Da lui e dal Pdl accuse inaccettabili"


I sindacati degli agenti insorgono dopo che alcuni esponenti di maggioranza si sono lamentati perché il presidente del Consiglio non era stato informato delle intercettazioni. Dalla questura di Milano, malumori per le affermazioni di Berlusconi nel videomessaggiodi MARCO PASQUA....... , clicca x art. da la Repubblica

Il 21,2% dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni non studia nè lavora



In Italia un giovane su cinque non studia, nè lavora: i ragazzi «non più inseriti in un percorso scolastico-formativo, ma neppure impegnati in un’attività lavorativa, sono poco più di due milioni, il 21,2% tra i 15-29enni (anno 2009), la quota più elevata a livello europeo». È quanto emerge dal rapporto dell’Istat ..............

Michelle Obama ai giovani americani: studiate in Cina , clicca


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“Andate a studiare in Cina, vi conquisterete prospettive migliori nel mercato del lavoro globale. E non solo: darete un contributo alla comprensione tra le nostre due nazioni, essenziale per costruire un mondo migliore”. Lo ha detto Michelle Obama, lanciando una campagna chiamata “100.000 Strong Initiative”.
Già oggi il Dipartimento di Stato manda più americani a studiare in Cina che in qualsiasi altro paese del mondo.
 Ora l’iniziativa patrocinata dalla First Lady punta a mandare centomila giovani, con Borse di studio finanziate da Citigroup, Motorola, Caterpillar. Il capitalismo americano vuole formare una generazione che sappia il mandarino.

orso castano: gli effetti della globalizzazione saranno terribili  se l'Europa non cambia politica ed in fretta. Vogliamo un'Europa unita , forte, e progressista con al centro i problemi del lavoro, punto di riferimento internazionale dei diritti dei lavotari. Si puo' produrre di piu' e meglio rispettando e coinvolgendo nelle decisioni strategiche le rappresentanze democratiche dei lavoratori.

mercoledì 19 gennaio 2011

successful aging , cos'e' , come si costruisce , stralci del bell'art. su Psichiatria oggi , ultimo numero


Nonostante il successful aging non sia stato un tema ricorrente della letteratura biomedica fino agli inizi degli anni '60 , da molto tempo si tentava di comprendere come potesse essere aumentata la longevità e favorito il benessere fisico durante la vecchiaia. Gli scritti degli antichi filosofi rivelano un evidente disaccordo su quelle che possono essere le emozioni positive dell'età avanzata. L'invecchiamento è stato descritto ora come un processo sostanzialmente "intrattabile" (4), ora come l'opportunità di adattarsi a nuovi ruoli . Gli psichiatri e gli psicologi moderni I considerano l'età avanzata sia come il prodotto di un processo di sviluppo primario, sia come un periodo di crescita continua e di nuovi conflitti da affrontare ed elaborare. Negli anni '70 e '80 sono emersi alcuni I           modelli formali di successful aging. Nel loro autorevole articolo del 1987, Rowe e Kahn  hanno evidenziato come la ricerca sull'invecchiamento sia stata storicamente dominata dal tentativo di distinguere tra invecchiamento "normale" e patologico, mentre è stata rivolta poca attenzione a quella che può essere considerata come "l'appendice finale" di un continuum (vale a dire, il successful aging). Il successful aging si caratterizza per la presenza di tre componenti: a) assenza di malattie e disabilità, b) elevata funzionalità fisica e cognitiva e e) coinvolgimento in attività sociali e produttive. Il McArthur Network on Successful Aging ha reso operativi questi criteri, seguendo per sette anni un campione di 1000 anziani che soddisfacevano i criteri stessi. Un altro modello proposto all'incirca nello stesso periodo è quello di Baltes (10), che ha descritto il successful aging come una traiettoria di sviluppo che dura tutta la vita, ponendo un'attenzione particolare ai meccanismi comportamentali e psicologici di adattamento alle perdite. Durante i due decenni successivi sono stati realizzati numerosi studi epidemiologici che hanno preso in esame la frequenza nella popolazione e i fattori predittivi del successful aging, utilizzando una serie di definizioni operative. Depp e Jeste (11) hanno individuato 28 studi pubblicati su riviste in lingua inglese, in cui le dimensioni del campione superavano le cento unità e che includevano adulti con più di 60 anni. Nelle varie definizioni operative fornite in questi studi, sono stati utilizzati 14 fattori che individuavano il successful aging. La funzionalità fisica e l'assenza di disabilita erano incluse in quasi tutte le definizioni, mentre nessuno degli altri fattori era presente in più del 50% degli studi. In generale, nei 28 studi erano state utilizzate 29 diverse definizioni di successful aging. È evidente quindi che tra i ricercatori, ad eccezione che per la funzionalità fisica, non c'era molto accordo riguardo ai diversi elementi che lo caratterizzano.
Un sottogruppo più piccolo di studi ha utilizzato metodi qualitativi (vale a dire, focus su specifici gruppi, indagini, interviste individuali) per identificare'quali potevano essere, oltre alla funzionalità fisica, gli altri elementi del successful aging (12-14). Questi studi offrono un interessante contrasto rispetto a quelli quantitativi, che focalizzano l'attenzione soprattutto sugli aspetti fisici e funzionali. Negli studi qualitativi, il concetto di successful aging dell'anziano enfatizza soprattutto aspetti come l'adattamento alle malattie, il coinvolgimento sociale (vale a dire, le relazioni sociali) e altri particolari tratti psicologici, ad esempio, l'ottimismo e il rimanere propositivi. Nell'ambito di questi studi, il punto di vista degli anziani sembrava essere diverso a seconda del metodo utilizzato [ad es., i pazienti considerati come gruppo, enfatizzavano le esperienze condivise correlate all'invecchiamento  mentre le interviste individuali concentravano l'attenzione più sul concetto di traiettoria di sviluppo] e della cultura d'origine, ad es., gli anziani giapponesi parlavano di senso di appartenenza, laddove gli americani ponevano l'accento sul concetto di indipendenza ................Proprio come il concetto di successful aging manca di una definizione su cui tutti si dichiarano d'accordo, anche gli sforzi paralleli per definire gli "stati positivi" delle patologie psichiatriche si sono rivelati una sfida non indifferente. Come avviene per il successful aging, esiste un evidente contrasto tra un modello che parla di "remissione continua" delle malattie mentali croniche e un modello che utilizza invece il concètto di "guarigione" (recovery) ( 16). Il primo termine si riferisce all'assenza di livelli sindromici di sintomi associati a compromissione funzionale per un periodo di tempo determinato (ad es., 2 anni), mentre le diverse definizioni di guarigione fecalizzano l'attenzione sull'adattamento necessario per raggiungere determinati obiettivi, vale a dire "un percorso di guarigione e di trasformazione che permette ad un individuo.. .di vivere una vita significativa all'interno della comunità, mentre tenta di realizzare tutto quello che è nelle proprie potenzialità" (17). La guarigione, come a volte viene definito in modo del tutto soggettivo il successful aging, è più un processo che un esito, è più individuale e non richiede l'assenza di sintomi o malattia. Il limitato consenso sul concetto di successful aging o guarigione dai disturbi psichiatrici riflette quelle che sono alcune delle difficoltà che si incontrano comunemente nella definizione degli stati positivi. Queste difficoltà derivano in parte dalla mancanza di obblighi morali, oltre che clinici e politici, che spingono a cercare un consenso sull'argomento, obblighi che invece sono ben presenti quando si tratta di definire dei termini diagnostici. Un'ulteriore difficoltà che si incontra nel differenziare gli stati positivi da tutti gli altri, è legata al fatto che alcuni individui non possono in alcun modo essere definiti come "successful". Tuttavia, ci sono alcuni aspetti sui quali si concorda. Le definizioni di "successful aging", remissione e guarigione sono tutte multidi-mensionali e integrano tra loro molti domini (ad es., funzionamento fisico, cognitivo, emotivo e sociale). Le definizioni soggettive tendono a rappresentare più che altro il concetto di processo, enfatizzando aspetti come il mantenimento degli obiettivi raggiunti, il guardare a se stessi e al futuro in un'ottica positiva e la capacità di riuscire a ottenere punti di riferimento e validi rapporti sociali. Le definizioni oggettive enfatizzano invece il concetto di assenza di malattia e disabilità. In termini di percorso (traiettoria), la definizione di successful aging tende a porre  in evidenza il concetto di riduzione del deterioramento cognitivo, mentre la guarigione o remissione rappresenta un periodo prolungato di benessere interepisodi............Vista la mancanza di consenso su ciò che costituisce il successful aging, non stupisce che le stime circa la sua frequenza nella comunità siano piuttosto variabili. Tuttavia, si può osservare un trend interessante che riguarda le percentuali relative al successful aging, in base a quelle che sono le diverse definizioni e le modalità attraverso le quali esso viene valutato. In una i review dei 28 studi descritti in precedenza, la percentuale di successful aging j (11) andava dallo 0,4 al 96%. La media di soggetti che soddisfacevano i criteri del successful aging era del 35%, valore simile a quello osservato nel MacArthur Network on , nel quale un j terzo degli anziani soddisfaceva i criteri operativi di JRow e  Kane per il surcf,Successful Aging. Aggregando i dati degli studi presi in esame, si è evidenziato che maggiore era il numero delle componenti incluse nel modello di riferimento, più bassa era la percentuale di successful aging. . Quando si valutava il contributo delle coponenti individuali alla quota totale di succcessful aging appariva evidente che la presenza di malattie croniche o disabilità rappresentava il fattore che maggiormente influenzava la percentuale rilevata, mentre la maggior parte del campione di anziani mostrava un buon inserimento sociale e una funzionalità cognitiva relativamente conservata. Un numero limitato di studi ha chiesto ai pazienti anziani di valutare se stessi in termini di successful aging. In uno studio di questo tipo realizzato su 205 anziani che vivevano nella comunità, Montross et al. I (19) hanno evidenziato come la maggiori parte di loro ritenesse di invecchiare bene, nonostante la presenza di malattie fisiche e disabilità. In un altro studio di ap profondimento di questi dati abbiamo somministrato un questionario ad un! campione di 1.979 donne di età superiore ai 60 anni, che avevano frequentato ili Centro di San Diego nell'ambito della Women 's Health Initiative (20). Ad ogni paziente è stato chiesto di dare una valutazione di se stessa secondo una scala da 11 (non successful) a 10 (molto successful). La maggior parte delle anziane si attribuiva un punteggio uguale a 7 o più, mentre sole una ridotta percentuale si descriveva come "unsuccessful". Il dato in base al quale la maggior parte delle donne anziane riteneva di invecchiare bene, anche quando in realtà non soddisfaceva i criteri oggettivi  per il successful aging, risultava conforme a quello di altri studi (14,21). Sappiamo poco circa la percentuale di successful aging in pazienti affetti da gravi disturbi psichiatrici. Nella schizofrenia, gli studi difollow-up a lungo termine condotti da Bleuler (22), Harding (23) e Ciompi (24) indicano che, al contrario di quanto si credeva inizialmente riguardo al deterioramento cognitivo progressivo, una buona percentuale di pazienti mostrava un miglioramento clinico significativo in età avanzata. Più recentemente, Bellack ha stimato che durante la vita il 50% dei pazienti schizofrenici presenta almeno un breve periodo di guarigione (16). Queste stime sono più elevate rispetto a quelle relative alla remissione continua (vale a dire, assenza di sintomi per due o più anni): in un campione di 251 anziani affetti da schizofrenia, Auslander et al. (25) hanno rilevato una quota di remissione continua di circa il 10%. In uno studio condotto su anziani schizofrenici, Cohen et al. (26) hanno valutato gli outcome facendo riferimento a cinque fattori positivi: guarigione (recovery), remissione, integrazione sociale, successful aging oggettivo e sog-"gettivo. Gli Autori hanno messo a confronto i pazienti schizofrenici con un gruppo di controllo di anziani di età corrispondente, senza disturbi psichiatrici maggiori, che vivevano nella comunità. Nel gruppo di soggetti schizofrenici, il 23% soddisfaceva i criteri per l'integrazione nella comunità (vs 41 % del gruppo di controllo), il 13% quelli per il successful aging soggettivo (vs 27% del gruppo di controllo), mentre solo il 2% soddisfaceva in pieno i criteri per il successful aging oggettivo (vs 19% del gruppo di controllo).
Sulla base di queste evidenze, sembra probabile che solo una ridotta percentuale di anziani può essere definita successful aging secondo i criteri oggettivi relativi alla salute fisica, mentre una percentuale notevolmente più alta ritiene soggettivamente di invecchiare bene e soddisfa gli altri criteri psicosociali per il successful aging. Allo stesso modo, solo una minoranza di anziani schizofrenici presenta una remissione sintomatologica continua ed una percentuale ancora più bassa soddisfa i criteri oggettivi per il successful aging.
Negli studi epidemiologici, i fattori predittivi di successful aging, così come definito dai criteri oggettivi, sembrano corrispondere a quelli per le malattie mentali croniche . Ciò è conforme alla dipendenza dal funzionamento fisico di cui parlano le definizioni oggettive. Allo  stesso modo, negli studi epidemiologia longitudinali, i migliori fattori predittivi di successful aging includono l'età più giovane, la mancanza di artrite, diabete e consumo di sigarette. Tuttavia, nel caso in cui è il paziente a valutare il proprio successful aging, i fattori predittivi sembrano essere in qualche modo diversi. Per esempio, esaminando il campione di 1.979 donne descritto in precedenza, abbiamo identificato numerosi fattori predittivi di successful aging secondo il giudizio del paziente stesso. I correlati positivi comprendevano ottimismo, resilienza, capacità cognitive e qualità della vita correlata alla salute fisica e mentale. Tuttavia, l'età cronologica non si associava all'autovaluta-zione del successful aging, mentre la scolarità e il reddito lo erano solo in minima parte.
Il contributo dei fattori genetici al successful aging è un campo di ricerca emergente. Glatt et al. (27) hanno preso in esame alcuni studi sull' influenza dei fattori genetici sulle definizioni multidimensio-nali di successful aging in campioni di anziani. In alcuni studi case-control che prendevano in esame lo SNP (single nucleo-udc pulymorphisrn), la variazione alleli-ca che in due o più report serviva a differenziare in maniera significativa i pazienti successful rispetto al gruppo di controllo includevano sei geni: APOE, GSTT1, IL6, ILIO, PONI e SIRT3. Nonostante si tratti solo di 29 studi con un consenso piuttosto limitato riguardo ai fenotipi del successful aging. è possibile che questi geni abbiano una qualche relazione con i processi biologici e i fattori di rischio di malattia nella senescenza. Nello stesso tempo, in età avanzata ci sono chiaramente variazioni fenotipiche che dipendono in vario grado da fattori non ereditari. Negli studi sui gemelli, la durata della vita dipende da fattori ereditari per il 20-30% e la variabilità nel funzionamento personale in un campione di anziani legata a tali fattori era del 22% (28). Sia la longevità che il funzionamento personale sembrano meno influenzati dai fattori ereditari rispetto alle capacità cognitive (30-50%) (29). L'obiettivo di modificare i processi biologici fondamentali che governano l'entità dell'invecchiamento rappresenta un salto concettuale rispetto all'attenzione rivolta finora alle specifiche malattie (30). Considerata l'assenza di una teoria unica sull'invecchiamento e nonostante non sia in alcun modo chiara la natura dei meccanismi che sottendono l'invecchiamento stesso, al momento attuale c'è grande interesse sul ruolo dello stress ossidativo e infiammatorio. Nell'uomo, l'esposizione cronica allo stress si associa ad alterazioni cromosomiche, danni cerebrali e mortalità precoce (31). Il ridotto apporto calorico, che nell'uomo e nei topi può determinare un prolungamento della durata della vita, sembra ridurre i livelli infiammatori   ............marker infiammateli (32). Nell'anziano, anche una maggiore integrazione sociale si associa ad una riduzione di questi fattori (33). Tuttavia, la relazione tra fattori biologici e stress non è a senso unico. Livelli lievi di stress, come quelli prodotti dall'esercizio fisico, dall'attività cognitiva o dalla restrizione calorica, possono stimolare la produzione di fattori trofici che a loro volta determinano una maggiore resistenza allo stress (un processo chiamato ormesi) (34). hi questo modo, interventi mirati su aspetti multipli possono avere dei meccanismi in comune (ad es., determinare una riduzione dell'infiammazione, stimolare un aumento della resistenza allo stress). Inoltre, questi studi sottolineano la necessità di quantificare oltre allo stress, anche la resilienza. Ci sono alcune modalità di autovalutazione della resilienza che evidenziano negli anziani buone proprietà psicometriche (35,36); tuttavia, è necessario poter disporre di paradigmi og-gettivi e sperimentali che possano in questi pazienti valutare la resilienza in modo più adeguato.
Diversamente da quanto sostenuto in passato, al momento attuale sembra che la possibilità di modificare i processi che regolano l'invecchiamento cerebrale non sia circoscritta ad interventi durante le prime fasi della vita, ma si estenda anche all'età adulta. I cervelli di animali vecchi messi in ambienti stimolanti mostrano un aumento della sinaptogenesi (37) e della neurogenesi in determinate regioni cerebrali (giro dentato dell'ippocampo). Ci sono alcune evidenze derivate da studi di neu-roimaging funzionale che evidenziano come anziani con performance elevate mostrano una maggiore attivazione bilaterale nei compiti cognitivi, suggerendo in questo modo che l'invecchiamento cerebrale "successfuF' può comportare un'attività di riorganizzazione e compensazione del deterioramento cognitivo (38). L'ACTTVE (Advanced Cognitive Training for Inde-pendent and \ Ita! Elderly), il più grande studio randomizzato controllato di questo genere, ha evidenziato come tra gli anziani non dementi, un breve training cognitivo secondo una serie di modalità diverse migliori \eperformance nei test cognitivi (39). Anche nella schizofrenia è stato osservato un analogo miglioramento delle capacità cognitive attraverso un training cognitivo associato ad interventi farmacologici e non farmacologici (40). Come dimostrano i nuovi approcci di analisi delle reti sociali, oltre ai fattori individuali, anche l'integrazione e i rapporti sociali sembrano veicolare e favorire sia gli stati positivi della salute, come la felicità, sia quelli negativi, come la solitudine, l'obesità e il fumo (42.43). Negli anziani. la solitudine è un fattore predittivo di aumentoo di rischio per la malattia di Alzheimer.



martedì 18 gennaio 2011

5a puntata , di Paolo Pizzuti ,Universita' del Molise, Diritto del Lavoro, Brunetta e la sua mannaia incostituzionale


costituzionali del buon andamento e dell'imparzialità dell'amministrazione. Del resto, sempre la Corte Costituzionale ha affermato che nel settore pubblico la flessibilità del lavoro deve sempre essere "strumentale ad assicurare il buon andamento dell'amministrazione" e non ad aumentare il potere dell'organo politico (a scapito della professionalità del dipendente e dell'efficienza della gestione degli uffici: Corte Cost. n. 313 del 1996). Così, si ritiene che il dirigente che venga immotivatamente estromesso dall'incarico, ai sensi delle nuove disposizioni, possa impugnare il provvedimento dell'amministrazione sollevando davanti al giudice di merito la questione di illegittimità costituzionale della norma per i motivi che si sono visti in precedenza. La Corte Costituzionale, ove accogliesse le argomentazioni in esame, dovrebbe dichiarare l'incostituzionalità dell'art. 9, comma 32, D.L. n. 78/2010, per contrarietà quantomeno all'art. 97 della Costituzione. Sotto il profilo  del trattamento trattamento retributivo, la nuova normativa sottrae alla contrattazione collettiva il compito di disciplinare la materia, in contrasto con quelle che sono le prerogative e le libertà sindacali espresse dagli artt. 36 e 39 della Costituzione. Anche sul punto, la Corte Costituzionale ha affermato che "L!attribuzione di trattamenti economici al personale contrattualizzato può avvenire esclusivamente in sede di contrattazione collettiva" e che nell'impiego pubblico "sono regolate mediante la contrattazione collettiva tutte le materie relative al rapporto di lavoro ed, in particolare, il trattamento economico fondamentale ed accessorio è definito dai contratti collettivi". Tanto più se si considera che l'intervento in materia retributiva operato dal legislatore del 2010 determina la disapplicazione delle disposizioni collettive già stipulate — in materia di diritto alla retribuzione, indennità, progressioni, etc. — comportando di fatto l'inadempimento da parte delle amministrazioni degli obblighi assunti tramite i contratti collettivi stipulati dall'Aran (cfr. Corte Cost. 17 ottobre 1997, n. 309), anche qui in violazione degli artt. 36, 39 e 97 Cost.


orso castano : ringraziamo molto Paolo Pizzuti, pubblichiamo integralmente il suo articolo  per la sua precisione, chiarezza ed importanza. Quanto sta succedendo  ad opera del picconatore Brunetta nella PA va chiaramente documentato. Ancora Grazie. La Costituzione per Brunetta  e' solo un pezzo di carta.Leggete i 5 pezzi (fanno tutti parte dello steso articolo) per avere un'idea chiara dei danni che Brunetta ha prodotto con la sua legge-mannaia. Vuole "sterminare" la Pubblica Amministrazione!!



3a puntata , di Paolo Pizzuti ,Universita' del Molise, Diritto del Lavoro, Brunetta e la sua mannaia incostituzonale

legislatore aveva, cosi, chiàramente individuato in maniera tassativa quali condotte potessero comportare il venir meno dell'incarico, escludendo la possibilità di procedere ad esautorazioni arbitrarie fondate su ragioni "fiduciarie" (me-lius: personali) non oggettivamente motivate, e persino su ragioni organizzative che non comportassero modifiche dell'assetto strutturale dell'amministrazione. Tutto questo, come è stato detto, "nell'ambito di quell'auspicato circolo virtuoso costituito da separazione tra indirizzo politico e attività di gestione ed autonomia/verifica dei risultati/responsabilità della dirigenza" (Carinci, 2000, 67). E ciò anche, anzi soprattutto, in ossequio al principio sancito dalla Corte Costituzionale, secondo cui è "indispensabile. . .che siano previste adeguate garanzie procedimentali nella valutazione dei risultati e dell'osservanza delle direttive ministeriali finalizzate alla adozione di un eventuale provvedimento di revoca dell'incari-(co per accertata responsabilità 1 dirigenziale" (Corte Cost. 23 .marzo 2007, n. 103,- v. anche ,Corte Cost. 16 maggio 2002,(n. 193,- Corte Cost. 30 gennaio 2002, n. 11). Tutto ciò perché la deroga ai  principi del diritto del lavoro, (ed in particolare la deroga al principio che tutela la professionalità del dipendente e del dirigente (pubblico o privato),......


orso castano : ringraziamo molto Paolo Pizzuti, pubblichiamo integralmente il suo articolo  per la sua precisione, chiarezza ed importanza. Quanto sta succedendo  ad opera del picconatore Brunetta nella PA va chiaramente documentato. Ancora Grazie. La Costituzione per Brunetta  e' solo un pezzo di carta.

4a puntata, di Paolo Pizzuti ,Universita' del Molise, Diritto del Lavoro, Brunetta e la sua mannaia incostituzionale

non può essere ammessa dall'ordinamento giuridico se non è finalizzata a tutelare altri valori costituzionali, e nei limiti in cui ciò sia strettamente necessario (principio di proporzionalità del bilanciamento). Nel nostro caso, soltanto in presenza di una valutazione tecnicamente negativa del dirigente o di esigenze strutturali dell'amministrazione è possibile derogare a quel principio, poiché si impone l'interesse generale al buon andamento della pubblica amministrazione.
Viceversa, in mancanza di tale presupposto, ciò che è considerato prevalente — sempre in ossequio al principio di buon andamento - è la continuità dell'azione amministrativa che presuppone la conservazione dell'incarico per i dirigenti che hanno conseguito gli obiettivi prefissati.
In questo senso, la Corte Costituzionale ha chiaramente affermato che "il rapporto di lavoro di natura dirigenziale, pur se caratterizzato dalla temporaneità dell'incarico, deve essere connotato da specifiche garanzie, le quali presuppongano che esso sia regolato in modo tale da assicurare la ten-denziale continuità dell'azione amministrativa e una chiara distinzione funzionale tra i compiti di indirizzo politico amministrativo e quelli di gestione", aggiungendo che "è, dunque, indispensabile, come questa Corte ha già avuto modo di affermare (sentenza n. 193 del 2002 e ordinanza n. 11 del 2002), che siano previste adeguate garanzie procedimenta-Ji nella valutazione dei risulta-t; ti e dell'osservanza delle diret-j tive ministeriali finalizzate alila adozione di un eventuale (provvedimento di revoca del-
l'incarico per accertata respoi sabilità dirigenziale" (Con Cost. 23 marzo 2007, n. 103 Inoltre, la necessità di una mo£ tivazione tecnica del prowe dimento di revoca delfincari co dirigenziale appare neces saria anche in funzione de, « principio di imparzialità della^ pubblica amministrazione, perg garantire che la selezione del I dirigente avvenga sulla base di valutazioni professionali e non meramente discrezionali. Il sistema basato sul merito in relazione ai risultati conseguiti dalle amministrazioni pubbliche, infatti, è funzionale al potenziamento del "livello di efficienza degli uffici pubblici, contrastando i fenomeni di scarsa produttività" (art. 7, co. 1, L. n.  15/2009) (Bettini, 2009, 298).Anche sul punto, la Consulta ha affermato che il controllo giurisdizionale sulla revoca degli incarichi ha la finalità "di garantire — attraverso la esternazione delle ragioni che stanno alla base della determinazione assunta dall'organo politico — scelte trasparenti e verificabili, in grado di consentire la prosecuzione dell'attività gestoria in ossequio al precetto costituzionale della imparzialità dell'azione amministrativa" (Corte Cost. n. 103 del 2007). Di conseguenza, la norma del 2010 che prevede la possibilità di revoca del dirigente, anche in mancanza di valutazione negativa o di esigenze strutturali, viola la regola che tutela la professionalità del lavoratore (pubblico o privato) senza che vi sia un'adeguata motivazione sul piano costituzionale.Non solo, secondo'i princìpi ricordati dal Giudice delle Leggi, essa si pone in aperto contrasto con i principi .............


orso castano : ringraziamo molto Paolo Pizzuti, pubblichiamo integralmente il suo articolo  per la sua precisione, chiarezza ed importanza. Quanto sta succedendo  ad opera del picconatore Brunetta nella PA va chiaramente documentato. Ancora Grazie. La Costituzione per Brunetta  e' solo un pezzo di carta.

2°puntata : di Paolo Pizzuti, Universita' mdel Molise , Diritto del Lavoro, Brunetta e la sua mannaia incostituzionale

comunque denominate eventualmente disposte negli anni 20t i, 2012 e 20i3 hanno effetto, per i predetti anni, ai fini esclusivamente giuridici. Per il personale con-trattualizzato le progressioni di carriera comunque denominate ed i passaggi tra le aree eventualmente disposte negli anni 20i i, 2012 e 20i3 hanno effetto, per i predetti anni, affini esclusivamente giuridici" (comma 2i). Le norme in questione prevedono - da un lato - la possibilità per le pubbliche amministrazioni di revocare l'incarico del dirigente in maniera del tutto discrezionale, cioè a prescindere da una valutazione tecnica negativa, e — dall'altro lato — "espropriano" la competenza della contrattazione collettiva (e individuale) a stabilire la retribuzione del dipendente pubblico, prevedendo il blocco di tutte le retribuzioni e il taglio di quelle esistenti (sopra una certa soglia).Come si vedrà di seguito, entrambi gli interventi legislativi si espongono a profili di incostituzionalità.II problema della disciplina del lavoro pubblico e della priva-tizzazione del pubblico impiego va inquadrato nell'ottica del bilanciamento tra diversi valori costituzionali, quelli che tutelano il lavoro e quelli che riguardano la pubblica amministrazione (Orsi Battaglini, 466). Il valore del lavoro è considerato come centrale tra i "Principi fondamentali" della Carta Costituzionale (artt. 1-12 Cost.), perché esso comprende valori essenziali dell'individuo, sia come singolo (art. 4, e. 1), sia nell'ottica di un suo processo di emancipazione (art. 3, e. 2), sia in una visione ideale di società (art. 4, e. 2), tanto da essere assunto come elemento fondante del nostro ordinamento repubblicano (art. 1).A tali norme fondamentali, si aggiungono quelle che riguardano direttamente la disciplina del lavoro, cioè quelle sui "Rapporti economici" (artt. 35-38), che tutelano il diritto alla retribuzione, al riposo, alle ferie, alla parità per le donne lavoratrici, per i minori, alla previdenza ed all'assistenza sociale.Inoltre, gli artt. 39 e 40 della Carta Costituzionale introducono un sistema di autoregolamentazione collettiva delle condizioni di lavoro attraverso il meccanismo sindacale della contrattazione collettiva. Tutti questi valori costituzionali, sottendono un principio generale di parità di trattamento tra lavoratori, che è recepito espressamente anche nel settore pubblico, compreso ovviamente quello sanitario (Bet-tini, 2008, 567 ss.). A fronte di questi valori che riguardano l'uomo che lavora stanno altri principi che attengono alla pubblica amministrazione e che certamente devono essere salvaguardati. In particolare, si fa riferimento ai principi derivanti dall'art. 97 della Carta Costituzionale relativi agli scopi della formazione in materia di pubblico impiego, e cioè - in particolare -l'imparzialità e il buon andamento dell'amministrazione. L'imparzialità, intesa come scelta avulsa da preferenze di tipo non tecnico professionale, e il buon andamento, inteso come valorizzazione dei migliori al fine di massimizzare l'efficienza dell'azione amministrativa. Ora. l'eventuale conflitto tra    questi due gruppi di valori costituzionali non può essere risolto attribuendo la prevalenza dell'uno nei confronti dell'altro, bensì mediante un adeguato bilanciamento tra di essi, che conservi il contenuto essenziale di ognuno e che, soprattutto, sia proporzionato alle finalità dell'ordinamento in relazione alla gerarchia tra i valori stessi. In altre parole, i principi e le regole essenziali dell'ordinamento lavoristico non possono essere soppressi senza che vi sia - alla base - una esigenza costituzionale superiore collegata alla imparzialità ed al buon andamento dell'amministrazione.
E ciò a maggior ragione se si considera che il meccanismo della privatizzazione prevede - come regola - la riconduzione al diritto civile dei rapporti di lavoro e di impiego con le pubbliche amministrazioni, e che quindi ogni eccezione è ammessa soltanto in presenza di preminenti "interessi generali".
Con riferimento alla disciplina delle mansioni nel pubblico impiego, l'art. 52, comma 1, del D.lgs. n. 165 del 2001 prevede il divieto di adibire il lavoratore pubblico a mansioni inferiori rispetto a quelle contrattuali, come è stabilito nel settore privato dall'art. 2103 c.c. Il dipendente pubblico demansionato ha, quindi, diritto al risarcimento del danno  e ad occupare la posizione spettantegli in base al corretto inquadramento sindacale (Liebman,  644 ss.).
Tuttavia, come è noto, con riferimento al sistema degli incarichi dirigenziali, è previsto dal Tu che "al conferimento degli incarichi e al passaggio ad incarichi diversi non si applica  l'articolo 2103 del codice civile" (art. 19, comma 1). «Prima  delle  modifiche  del  2010, tale eccezione significava che l'incarico dirigenziale \ poteva essere revocato per il  caso di responsabilità dirigenziale dovuta al mancato raggiungimento degli obiettivi,  ovvero ad inosservanza delle direttive, imputabili al dirigente. Anche il mancato rinnovo  dell'incarico doveva essere supportato da una idonea motivazione ovvero da processi di  riorganizzazione coinvolgenti l'amministrazione il legislàtòre aveva, cosi, chiaramente individuato in maniera tassativa quali condotte potessero comportare il venir meno dell'incarico, escludendo la possibilità di procedere ad esautorazioni arbitrarie fondate su ragioni "fiduciarie" (melius: personali) non oggettivamente motivate, e persino su ragioni organizzative che non comportassero modifiche dell'assetto strutturale dell'amministrazione. Tutto questo, come è stato detto, "nell'ambito di quell'auspicato circolo virtuoso costituito da separazione tra indirizzo politico e attività di gestione ed autonomia/verifica dei risultati/responsabilità della dirigenza" (Carinci, 2000, 67). E ciò anche, anzi soprattutto, in ossequio al principio sancito dalla Corte Costituzionale, secondo cui è "indispensabile. . che siano previste adeguate garanzie procedimentali nella valutazione dei risultati e dell'osservanza delle direttive ministeriali finalizzate alla adozione di un eventuale provvedimento di revoca dell'incarico per accertata responsabilità  dirigenziale" (Corte Cost. 23 .marzo 2007, n. 103,- v. anche Corte Cost. 16 maggio 2002,(n. 193,- Corte Cost. 30 gennaio 2002, n. 11). Tutto ciò perché la deroga ai principi del diritto del lavoro, (ed in particolare la deroga al principio che tutela la professionalità del dipendente e del dirigente (pubblico o privato),..................


orso castano : ringraziamo molto Paolo Pizzuti, pubblichiamo integralmente il suo articolo  per la sua precisione, chiarezza ed importanza. Quanto sta succedendo  ad opera del picconatore Brunetta nella PA va chiaramente documentato. Ancora Grazie. La Costituzione per Brunetta  e' solo un pezzo di carta.

1a puntata, di Paolo Pizzuti ,Universita' del Molisa, Diritto del Lavoro dalla rivista COSMed , sindacato 25% della PA. Brunetta e la sua mannaia.

L'art. 9, comma 32, delD.L 31 maggio 2010n. 78, convertito in legge n. 122 del 2010, ha stabilito che "a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente provvedimento le pubbliche amministrazioni di cui all'art. i, comma 2, del decreto legislativo n. i65 del 2001 che, alla scadenza di un incarico di livello dirigenziale, anche in dipendenza dei processi di riorganizzazione, non intendono, anche in assenza di una valutazione negativa, confermare l'incarico conferito al dirigente, conferiscono al medesimo dirigente un altro incarico, anche di valore economico inferiore. Non si applicano le eventuali disposizioni normative e contrattuali più favorevoli/ a decorrere dalla medesima data è abrogato l'ari. 19, comma i -ter, secondo periodo, del decreto legislativo n. 465 del 2001. resta ferma che, nelle ipotesi di cui al presente comma, al dirigente vien conferito un incarico di livello generale o di livello non generale, a seconda, rispettivamente, che il dirigente appartenga alla prima o alla seconda fascia". Inoltre, è previsto quanto segue "Pergli anni 2041, 204 2 e 2013 il trattamento economico complessivo dei singoli dipendenti, anche di qualifica dirigenziale, ivi compreso il trattamento accessorio, previsto dai rispettivi ordinamenti delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'Istituto nazionale di statistica (Istat) ai sensi del comma 3 dell'articolo 4 della legge 34 dicembre 2009, n. 496, non può superare, in ogni caso, il trattamento in godimento nell'anno 2040, fatto salvo quanto previsto dal comma 17, secondo periodo" (comma 2. "In considerazione della eccezionaiità della situazione economica intemazionale e tenuto conto delle esigenze prioritarie di raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica concordati in sede europea, a decorrere dal 1 °gennaio 2041 e sino al 3 4 dicembre 204 3 i trattamenti economici complessivi dei singoli dipendenti, anche di Qualifica dirigenziale, previsti da rispettivi ordinamenti, delle amministrazioni pubbliche, inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'Istituto nazionale di Statistica (Istat), ai sensi del comma 3, dell'ari, i, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, superiori a 90.000 euro lordi annui sono ridotti del 5% per la parte eccedente il predetto importo fino a 150.000 euro, nonché del 40% per la parte eccedente 4 50.000 euro,- a seguito della predetta riduzione il trattamento economico complessivo non può essere comunque inferiore 90.000 euro lordi annui, le indennità corrisposte ai responsabili degli uffici di diretta collaborazione dei Ministri di cui all'art. 14, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2004 sono ridotte del 40%,- la riduzione si applica sull'intero importo dell'indennità. Per i procuratori ed avvocati dello Stato rientrano nella definizione di trattamento economico complessivo, ai fini del presente comma, anche gli onorari di cui all'articolo 24 delR. D. 30ottobre 1933, n. 16 li. La riduzione prevista dal primo periodo del presente comma non opera ai fini previdenziali. A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto e sino al 31 dicembre 204 3, nell'ambito delle amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2004, n. 165 e successive modifiche e integrazioni, i trattamenti economici complessivi spettanti ai titolari degli incarichi dirigenziali, anche di livello generale, non possono essere stabiliti in misura superiore a Quella indicata nel contratto stipulato dal precedente titolare ovvero, in caso di rinnovo, dal medesimo titolare, ferma restando la riduzione prevista nel presente comma" (comma 2J. "A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente provvedimento, nei confronti dei titolari di incarichi di livello dirigenziale generale delle amministrazioni pubbliche, come individuate dall'Istituto nazionale di Statistica (IstatJ, ai sensi del comma 3, dell'ari, i, della legge 31 dicembre 2009, n. 496, non si applicano le disposizioni normative e contrattuali ciac autorizzano la corresponsione, a loro favore, di una quota dell'importo derivante dall'espletamento di incarichi aggiuntivi" (comma 3J. "I rinnovi contrattuali del personale dipendente dalle pubbliche amministrazioni per il biennio 2008-2009 ed i miglioramenti economici del rimanente personale in regime di diritto pubblico per il medesimo biennio non possono, in ogni caso, determinare aumenti retributivi superiori al 3,2%. La disposizione di cui al presente comma si applica anche ai contratti ed accordi stipulati prima della data di entrata in vigore del presente decreto, le clausole difformi contenute nei predetti contratti ed accordi sono inefficaci a decorrere dalla mensilità successiva alla data di entrata in vigore del presente decreto i trattamenti retributivi saranno conscguentemente adeguati. La disposizione di cui al primo periodo del presente comma non si applica al comparto sicurezza-difesa ed ai Vigili del fuoco" (comma 4). "I meccanismi di adeguamento retribu-tivo per il personale non contrattualiz-Zato di cui all'articolo 3, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 465, così come previsti dall'articolo 24 della legge 23 dicembre 1998, n. 448, non si applicano per gli anni 2041, 2012 e 2043 ancorché a titolo di acconto, e non danno comunque luogo a successivi recuperi. Per le categorie di personale di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2001, M. 165 e successive modificazioni, che fruiscono dì un meccanismo di progressione automatica degli stipendi, gli anni 201i, 2012 e 2013 non sono utili ai fini della maturazione delle classi e degli scatti di stipendio previsti dai rispettivi ordinamenti. Per il personale di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 30 marzo 2004, n. 165 e successive modificazioni le progressioni di carriera ...................

orso castano : ringraziamo molto Paolo Pizzuti, pubblichiamo integralmente il suo articolo  per la sua precisione, chiarezza ed importanza. Quanto sta succedendo  ad opera del picconatore Brunetta nella PA va chiaramente documentato. Ancora Grazie. La Costituzione per Brunetta  e' solo un pezzo di carta...


Brunetta , ex socialista craxiano, indefinibile , vuole demolire definitivamente la PA. , dallo speciale COSMED, rivista dei sindacati medici


Elenco delle nuove leggi speciali per i dipendenti della pubblica amministrazione
Dalla legge 122/2010
Blocco delle retribuzioni individuali per il 2011- 2012-2013
Soppressione del contratto di lavoro 2010-2012
solo per i dipendenti pubblici
Prelievo straordinario del 5% e del 10% sulle retribuzioni superiori a 90.000 e 150.000 euro per il triennio 2010-13. Incarichi aggiuntivi non retribuiti
solo per i dipendenti pubblici
Revoca dei precedenti aumenti contrattuali già stipulati superiori al 3,2%
solo per i dipendenti pubblici solo per i dipendenti pubblici
Blocco del turnover fino al 2015 e riduzione al 50% della spesa per il personale precario.
0,8% solo per i dipendenti pubblici
solo per i dipendenti pubblici con esclusione delSsn
Demansionamento discrezionale con facoltà di modifica degli incarichi dirigenziali anche in presenza di valutazone positiva e senza ristrutturazione aziendale con riduzione stipendiale in deroga ai contratti di lavoro
Sequestro di parte della liquidazione corrisposta frazionata in tre anni
solo per i dipendenti pubblici
Pensione di vecchiaia per le donne a 65 anni
solo per i dipendenti pubblici
solo perdonne della pubblica amministrazione
Dal decreto anticrisi
Rottamazione e licenziamento coatto senza incentivi con 40 anni di contribuzione
solo per i dipendenti pubblici parzialmente modificato per ilSsn
Dalle precedenti puntate
(legge 133/08, finanziarie, accordo sul costo del lavoro e decreti delegati di riforma della Pa)
Penalizzazioni economiche in caso di malattia solo per i dipendenti pubblici
Precariato a vita e licenziamento di precari per riduzioni di budget e piante organiche senza ammortizzatori sociali
Aumenti contrattuali secondo le disponibilità della finanza pubblica ovvero del datore di lavoro
solo per i dipendenti pubblici
Recupero dell'inflazione nel triennio contrattuale successivo Assenza di detrazioni fiscali automatiche per salario di produttività
solo per i dipendenti pubblici
Salario di risultato a scaglioni predeterminati a prescindere dagli effettivi risultati ottenuti
solo per i dipendenti pubblici
Pubblicità dei redditi, dati di carriera
solo per i dipendenti pubblici
Massima riservatezza sulla denuncia dei redditi, condoni per capitali e beni di lusso all'estero
solo per evasori non dipendenti pubblici
II dipendente pubblico è un cittadino di serie b: il diritto al lavoro, alla salute, alla retribuzione, all'equità fiscale e le stesse norme costituzionali non si applicano integralmente ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni.

orso castano : il COSMED , cioe' il 25% circa dei pubblici dipendenti dice NO! a questo squallido ed indefininibile decreto legge del vampiro Brunetta.

lunedì 17 gennaio 2011

dopo un acordo che nega il diritto alla rappresentanza e' indispensabile una legge che la garantisca !! da "la rosa rossa", on line , clicca

cosi' oggi la Camusso (CGIL)............"Sabato sarà definita al direttivo la nostra proposta è nostra intenzione aprire una grande campagna nei luoghi di lavoro. Su questo tema tutti siamo chiamati alla responsabilità. Il primo obbiettivo è un accordo su democrazia e rappresentanza per ottenere una legge. Per noi è importante immaginare un accordo che diventi la base per costruire una legge sulla rappresentanza. Questo sarà il segno che vogliamo dare nell'essere in piazza il 28 gennaio con la Fiom. Quello sciopero parla della libertà, della democrazia, della rappresentanza e del diritto alla contrattazione". 
Camusso ha ricordato che "il sistema delle relazioni è basato sul riconoscimento reciproco e la libertà di decidere i propri rappresentanti. Senza questi non è credibile fare una discussione"............ 


orso castano : il disagio sociale aumenta ed e' correlato con varie sofferenze a cominciare da un forte stato di tensione psichica fino , nei casi di persone piu' fragili o che vivono situazioni complicate, alla depressione. In questi casi e' indispensabile stare attenti alla "medicalizzazione" , anche se i medici di medicina generale, prescrivendo a larghe dosi psicofarmaci, come risulta ormai da numerose statistiche ( che le ASL si guardano bene dal pubblicare in maniera aggiornata), sono spinti a farlo per evitare che la situazione peggiori, ma la psichiatria cosidetta "di comunita'" deve essere chiara su questo punto, deve evitare le ambiguita' e le psicologizzazioni. Il disagio che deriva dai problemi sociali fa stare male e va combattuto cercando di eliminare le cause del disagio oppure lottando contro chi non fa sforzi, pur potendolo, di non rimuovere, le cause del disagio. Ci potra' essere l'impotenza a risolvere situazioni difficili, ma il medico deve essere chiaro sulle cause del malessere, sopratutto quando queste sono molto evidenti...come insegna il vedere piangere alcuni ex operai della Mirafiori  in queste ultime dolorose ore....

da EIRONLINE osservatorio europeo sul lavoro metalmeccanico


.............6. Statutory regulations of representativeness

6.1, 6.2 – 6.4, 6.5
Non esiste in Italia una legge che stabilisca i criteri per determinare la rappresentatività dei sindacati o delle organizzazioni dei datori di lavoro nel settore privato.
La legge 300/1970 (Statuto dei lavoratori) stabilisce i diritti sindacali dei lavoratori e i diritti e i doveri per i rappresentanti sindacali. Per le organizzazioni sindacali firmatarie dei contratti collettivi nazionali di lavoro, la legge stabilisce, come unico limite alla nomina di un proprio rappresentante sul luogo di lavoro, la soglia dei 15 dipendenti per le imprese industriali e dei 5 dipendenti per le imprese agricole.
Misure aggiuntive in termini di diritti sindacali individuali e collettivi vengono concordate tra le parti nei contratti collettivi nazionali che stabiliscono, fra l’altro, anche i criteri per partecipare agli organismi bilaterali o trilaterali.
Le forme della rappresentanza sono regolate per legge, diritti più estesi sono regolati tramite un accordo interconfederale stipulato nel 1993 e dai singoli contratti di categoria.
6.3
Per i sindacati, il numero di iscritti ed i risultati delle elezioni per le Rappresentanze Sindacali UnitarieRSU o il numero di Rappresentanze Sindacali Aziendali RSA nei luoghi di lavoro danno modo di definire il grado di rappresentatività di ciascuna organizzazione nell’ambito delle loro relazioni, senza che ciò assuma alcun rilievo giuridico.
Alle trattative per il rinnovo dei contratti collettivi possono partecipare tutte le rappresentanze sindacali, anche quelle meno rappresentative. È interesse delle aziende, di solito, far partecipare più organizzazioni possibili per prevenire azioni conflittuali al proprio interno. Le aziende mirano a contrattare con organizzazioni che rappresentino almeno il 50% dei lavoratori in azienda.
Una volta sottoscritto un contratto collettivo nazionale, alla contrattazione decentrata successiva partecipano soltanto le organizzazioni firmatarie del contratto nazionale.
6.6
Per le organizzazioni di rappresentanza imprenditoriali non esistono organismi che ne stabiliscano il peso rappresentativo. Quest’ultimo viene valutato sulla base del numero di imprese aderenti all’organizzazione.