giovedì 31 gennaio 2013


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Canale di PhilipStroke

Toledo metropolitana d'Arte: viaggio nel ventre marino di Napoli

Toledo metropolitana d'Arte, Olas, Oscar Tusquets Blanca

C’è un punto del sottosuolo in cui la città di Napoli
 sembra restringersi per poi riaprirsi nuovamente in un ambiente che ha il sentore magico del mondo sottomarino. Questo luogo coincide con la nuova stazione di Via Toledoaperta nel settembre scorso. Lo stop, situato nel centro rumoroso e caotico del capoluogo campano è un percorso nelle profondità marine, ideato dall’architetto catalano Oscar Tusquets Blanca, che si ricollega all’identità marinara degli abitanti. Dopo alcuni post dedicati eccoci di nuovo “sul luogo del delitto” a documentare fotograficamente le istallazioni artistiche che caratterizzano uno dei simboli più suggestivi della serie delle metropolitane d’Arte partenopee...............

martedì 29 gennaio 2013

Neet England: how many young people are Not in Employment Education or Training?


The latest figures show the first downward trend in over a year.

NEETS in England, all quarters2000 Q22001 Q32002 Q42004 Q12005 Q22006 Q32007 Q42009 Q12010 Q22011 Q30300.000600.000900.0001.200.000
Roll over line for number
The quarterly statistics, released by the Department for Education this week, indicate that by the end of 2011 the number of 16- to 24-year-olds not in education, work or training in England had fallen to 958,000 - a drop of 205,000 from the previous quarter, which had a record high of 1,163,000 "neets", the most since 2000.
This final quarter figure for 2011 is slightly higher than the same quarter the year before, with 15.9% of all 16- to 24-year-olds in England being NEET as compared to 15.6%. Figures tend to follow a seasonal pattern of lower rates in autumn after a peak in late summer, reflecting the academic year. By looking at the figures for Q4s, you can see that despite a drop in numbers from third to fourth quarter, 2011 still finishes higher than any other year:

NEETs - just Q42000200120022003200420052006200720082009201020110250.000500.000750.0001.000.00016-24 year-olds Not inEmployment Education or Training
Roll over line for number
The full data is below. What can you do with it?......
link  neet magazine , vai  anche al blog  "stress da non lavoro e da lavoro" >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>

lunedì 28 gennaio 2013

Formigoni indagato anche se sistema sanitario e' eccellententi di nti


orso castano : Dura Lex sed Lex , dicevano i Romani, ma e' anche vero che da un lato il livello di corruzione e di clientelismo sfacciato, come le occupazioni politiche della sanita', con Primari  garantisti degli interessi e di nomina politica , sono fenomenomeni diffusi come risulta dalla stampa, e, d'altro canto , questo groviglio di interessi impedisce lo sviluppo della ricerca e sta bloccando le migliori menti italiane, costringendole a trovare fuori d'Italia l'ossigeno indispensabile per svilupparsi.

28 Gennaio 2013 - 13:00

(ASCA) - Milano, 28 gen - ''L'unico Governatore che ha garantito il pareggio di bilancio alla propria Regione per gli ultimi 12 anni e che ha costruito un sistema eccellente e' sottoposto a indagini continue, esposto al ludibrio con accuse false, mai dimostrate e indimostrabili. Ma in Italia non c'e' ne' una giustizia giusta, ne' una stampa veramente libera che riconosca questo''. Cosi' il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, punta il dito contro la Procura di Milano che lo ha inscritto nel registrato degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sul crack del San Raffaele e gli contesta il reato di corruzione.

''Ribadisco parola per parola quanto da me dichiarato un anno fa e che lo stesso Corriere della Sera e' obbligato a riportare - aggiunge Formigoni - 'certamente noi abbiamo avuto un occhio di riguardo in tutti questi anni per eccellenze della Lombardia, le abbiamo aiutate a crescere, ma sempre e soltanto attraverso la legge'. E' cosi che abbiamo costruito l'eccellenza lombarda, con una attentissima programmazione, leggendo prima di tutti gli altri le esigenze in trasformazione del territorio, utilizzando al meglio le poche risorse che lo Stato ci da, rispettando le leggi.

Capisco - conclude il governatore lombardo - che costruire un sistema eccellente e' una colpa nell'Italia di oggi. Nessuno dei Governatori che, per incapacita' o per dolo hanno portato al default la propria Regione, e' indagato e non e' indagato neppure quel Governatore che ha permesso un buco di 400 milioni in una sola piccola Asl (ndr Massa Carrara)''.

Alice senza niente

Neet England: how many young people are Not in Employment Education or Training? The latest figures show the number of NEETs in England has fallen but remains high. Download the data for yourself


Neet England: how many young people are Not in Employment Education or Training?

The latest figures show the number of NEETs in England has fallen but remains high. Download the data for yourself
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Hoodies

domenica 27 gennaio 2013

Camusso : (Caro Bersani ndr) La patrimoniale e la lotta all'evasione sanno da fare1

«Pensiamo che la patrimoniale serva nel nostro Paese anche se c'è difficolta a farla» così la leader Cgil a proposito delle risorse da reperire per finanziare il piano lavoro. Affrontando nuovamente i temi riguardanti la crisi economica Camusso ha poi aggiunto che «bisogna cambiare marcia sul tema dell'evasione. C'è la sensazione che la si prenda troppo bassa sui tempi rispetto alle esigenze che abbiamo. Il contrasto all'evasione è necessario perché quei tanti canali che la criminalità organizzata ha trovato per entrare nelle imprese, sono ancora più forti».
Per Camusso i «temi dell'evasione e della patrimoniale non possono essere elusi perché non si affronta il tema della fiscalità. Per due volte si è ridotto cuneo fiscale ed è andato tutto alle imprese e niente al lavoro. Allora c'è una priorità quando si fanno queste scelte». Secondo la leader della Cgil «la riorganizzazione e il riordino della spesa pubblica non si fanno con tagli lineari e il taglio dell'occupazione.

Grillo a Firenze: Mps? Peggio di Parmalat

.....................«Oggi sono entrato nell’assemblea di una banca che era meravigliosa – ha esordito Grillo, riferendosi alla visita mattutina al Monte dei Paschi di Siena – fuori c’erano i dipendenti con le lacrime agli occhi. Li hanno costretti a comprare le azioni che ora non valgono niente». «Hanno fatto entrare i caimani e si sono mangiati la più bella banca del mondo – ha proseguito, attaccando l’establishment politico – Sono spariti 15 miliardi di euro: è uno scandalo peggiore della Parmalat». E ancora: «Ci voleva qualcuno che dicesse “denunciamo tutti i segretari del Partito Democratico che si sono mangiati questa banca”». Il popolo dei grillini ha reagito con un boato di approvazione................

ma Monti lo vuole veramente fare? La partitocrazia e' fortissima in Italia e non cede di un millimetro!!!



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é nazionalizzare le “Fondazioni bancarie”? Monti ci pensi, nonostante Passera!StampaE-mail
Il nostro sistema bancario è da tempo ormai in caduta libera, in capace di risollevarsi da sé, con i suoi mezzi, a causa di una gestione scriteriata (per altro in comune con molti altri sistemi finanziari mondiali) che, per effetto del ricorso “titoli tossici”, ha ancora perdite non emerse. Per questo motivo ha smesso di svolgere la sua funzione primaria (raccolta del risparmio dalle famiglie e impiego a fini produttivi presso le imprese) e ciò nonostante, per sopravvivere, è costretto a ricapitalizzarsi in modo massiccio per mantenere i parametri richiesti dalle norme di “Basilea”.
E’ evidente che, comunque vadano le cose, le nostre banche non potranno fallire, poiché trascinerebbero tutto il Paese al fallimento ed a pagarne il conto sarebbero poi le fasce più deboli della popolazione.
Come dimostra l’esempio Unicredit la difficoltà a trovare capitali di rischio è molto, molto grande. D’altronde, per resistere a shock particolarmente sfavorevoli, le banche italiane hanno bisogno di una ricapitalizzazione pari a 15,4 miliardi di euro, secondo l’indicazione dell'Autorità bancaria europea (Eba), l'organismo che dal primo gennaio di quest'anno ha il compito di sorvegliare il mercato bancario dell'Unione.
Ne consegue che nel malaugurato caso in cui una delle grandi banche italiane si dovesse trovare sull’orlo del fallimento il governo non potrebbe non intervenire per procedere alla sua nazionalizzazione. Per altro, con la manovra Monti, lo Stato ha dato la sua garanzia a tutti i nuovi debiti che saranno contratti dalle banche italiane e perciò, di fatto, le banche italiane sono già nazionalizzate, anche se non formalmente. Lo stesso problema si è posto per il gruppo bancario Dexia in Francia e Belgio.
A questo punto non possiamo dimenticare che la privatizzazione del sistema bancario italiano, dovuta alla cosiddetta “Legge Amato” del 1990 è sostanzialmente fallita, poiché non ha raggiunto l’obiettivo di creare un vero mercato competitivo del credito nel nostro Paese. Anzi grazie a nomine “politiche” (ricordiamo che in quegli anni ancora non era scoppiata Tangentopoli, eravamo in piena “prima repubblica”, con governi a base democristiana e socialista) ai vertici delle nuove “fondazioni bancarie” precisi interessi economici e finanziari si sono istallati nel nodo del controllo del sistema bancarioSi sono così create vere e proprie “monarchie” tant’è che molti presidenti nominati allora continuano a governare indisturbati dopo vent’anni. E le “fondazioni” non sono dovute a capitale privato, ma nascono sul territorio dalle Casse di Risparmio e dai Monti di credito su pegno.
Di fatto dunque una “finta privatizzazione”, divenuta formale in termini giuridici grazie ad alcune controverse sentenze della Corte Costituzionale, che di fatto hanno permesso a soggetti rappresentanti di potentati economici, appunto nominati attraverso “nomine politiche”, di impadronirsi del sistema bancario italiano. I “monarchi” si sono poi legati ai poteri politici locali (al Nord rappresentati prevalentemente dalla Lega) ed in collusione con essi hanno gestito (male) le loro controllate, affidandole a manager che hanno pensato soprattutto ad una politica di breve termine, fondata anche sul ricorso a titoli tossici, per accrescere la redditività a breve e con essa i lauti compensi (diretti e sotto forma di stock options) che avrebbero così percepito. Ricordare qui le vergognose attribuzioni di 50 milioni di stock options a Passera e ad Arpe, o i compensi di 20 milioni a Geronzi e di 40 milioni a Profumo è il minimo per capire ciò che è avvenuto.
Per questo e per concludere meglio sarebbe che il governo intervenisse ora con una “nazionalizzazione delle fondazioni bancarie”. Da farsi a costo zero per lo Stato, viste le premesse. Con essa lo Stato riprenderebbe ciò che era suo e cioè il controllo di tutte le banche italiane (perso con la legge Amato) e potrebbe riprendere quella funzione di indirizzo che serve per farle ritornare alla loro funzione primaria di soggetti che prestano denaro alle imprese, per far crescere l’economia. Più avanti, quando le condizioni lo permetteranno, si potrà procedere ad una “vera privatizzazione” cedendo quote, anche rilevanti, a soggetti che diano luogo ad un mercato del credito libero e competitivo.

Fondazione bancaria Intesa s. Paolo Onlus: ancora banche-economia locale- Universita'-politica :una Santa Alleanza ! I risultati sono sotto gli occhi di tutti a Torino! Case-Case-Case- Disoccupati-Neet- Precari: Grazie !!



La Fondazione

La Fondazione Intesa Sanpaolo ONLUS nasce grazie all'iniziativa e al contributo personale dei soci fondatori e rappresenta una concreta manifestazione di sensibilità e di responsabilità sociale nei confronti delle persone.
Tra le finalità della Fondazione infatti ci sono interventi di:
- sostegno a favore di dipendenti, ex dipendenti e pensionati della banca e delle aziende   controllate da Intesa Sanpaolo e relativi familiari a carico o conviventi, che si trovino a   causa e in conseguenza di malattie e/o comunque di eventi straordinari, in condizioni di   necessità economica o in situazioni di svantaggio fisico, psichico, sociale o familiare;
- promozione della cultura e dell'arte mediante borse di studio o corsi di formazione a favore   di persone svantaggiate in ragione di condizioni fisiche, psichiche, economiche, sociali o   familiari;
- beneficenza verso altri enti che operano nel campo della solidarietà e assistenza sociale.
© 2010 - Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus - Cod. Fisc. 97497360152          Partner 
Infogroup S.c.p.A. 
Intesa Sanpaolo S.p.A 
Intesa Sanpaolo Group Services S.c.p.A. 
Protiviti S.r.l. 
Reconta Ernst & Young Spa 

Santa Intesa: storia della fusione di Banche, Fondazioni, Finanziarie, sotto l'occhio vigile Politica-Chiesa: bravi!!


Santa Intesa /2

C’è qualcosa di sinistro (sinistro e rosso, è proprio il caso di dirlo) nella solerzia con cui a mercati chiusi gli azionisti più importanti di Banca Intesa e Sanpaolo IMI si sono precipitati a comunicare alle agenzie il loro gradimento alla mega fusione bancaria con cui verrà a costituirsi un colosso da 60 miliardi di capitalizzazione.Contento il Credit Agricole che, dopo essersi pappata le attivitò di credito al consumo di Fiat (8 miliardi di attivi), diventa primo azionista del primo gruppo bancario italiano per numero di sportelli e di attivi. In Italia avrà la buona compagnia di altri francesi che governano Mediobanca, senza dimenticare BNP che controlla il 100% di BNL.Contenta la Compagnia di Sanpaolo che pare riesca a mantenere la sede legale a Torino e a traghettare il controllo della nuova entità verso mani cattoliche. Dovrà sacrificare sull’altare del vaticano l’AD Alfonso Iozzo, ma non sembra essere un problema.Sono contente le altre piccole fondazioni azioniste di Sanpaolo e Intesa che vedono allontarsi il pericolo che i loro gioiellini finiscano in mani straniere: forti di una quota intorno al 25% della nuova entità, il loro ruolo resterà indispensabile per il controllo di Santa Intesa.Contenta Mediobanca che attraverso Generali controllerà circa il 5% della nuova società garantendosi una presa ancora più forte sul mercato italiano dell’m&a.IFIL si farà una bella plusvalenza con il suo 5% di Sanpaolo comprato qualche tempo fa.Resta a bocca asciutta Santander, unico imbronciato della partita che a meno di colpi di scena come un’opa su Sanpaolo pre-fusione, sarà tagliato fuori dai giochi.Cosa c’è dunque di sinistro nella Santa Intesa? Il mercato è stato del tutto driblato con un’operazione organizzata alla chetichella tra le segreterie di partito. Significativa questa dichiarazione di Guzzetti (Fondazione Cariplo) a margine del Meeting dell’Amicizia (i CdA di Santa Intesa somiglieranno molto a consessi di Comunione e Liberazione): “Se hanno convocato i consigli è perchè avranno il consenso di tutti gli azionisti”. Insomma, tutti i maggiori azionisti già conoscevano l’operazione avendola benedetta. Tutti tranne quello più importante: il mercato.
C’è solo da augurarsi che non si facciano porcate sul concambio. Ne sapremo di più dopo il Weed-end…

Compagnia S. Paolo: contiguita' Politica-Economia locale-Banche !!!


Azionisti fondamentali – Compagnia di San Paolo

Inserito da danybus | aprile 10, 2010
Riprendo la serie di post sulle fondazioni ex bancarie.Qui darò per assunti e letti alcuni dei concetti espressi nel primo post in cui affrontavo l’argomento (Azionisti fondamentali – Cariverona), per cui se non l’avete a mente o non l’avete letto, consiglio una rapida consultazione dei suoi primi paragrafi prima di procedere oltre.
Torino_ Piazza San Carlo 2008 on Flickr - Photo Sharing!.jpgCompagnia di San Paolo è una delle più ricche fondazioni ex bancarie in Italia. Non solo è titolare di una partecipazione del 10% in Intesa Sanpaolo (che oggi ai prezzi di mercato vale circa 3,5 miliardi di euro), ma ha anche in gestione una cospicua dote di circa 2,5 miliardi di euro che gli deriva dalla cessione di azioni del vecchio San Paolo a prezzi molto convenienti.
Vita, morte e miracoli (soprattutto miracoli), di questa fondazione piemontese sono sul suo sito internet. Sito che, peraltro, per completezza delle informazioni sorprende positivamente, venendo da un ente in odor di muffa come appunto una fondazione ex bancaria.
La Compagnia di San Paolo trae le sue origini dall’iniziativa di sette eminenti torinesi che fondarono nel 1563 la Compagnia delle Fede Cattolica sotto l’Invocazione di San Paolo per assistere i bisognosi attraverso la raccolta di elemosine. L’ente cominciò poi ad operare un Monte di pietà sedici anni dopo e diede vita a molti istituti assistenziali, avendo particolare riguardo per il mondo femminile (la Casa del soccorso era dedicata all’educazione delle fanciulle povere, mentre la Casa del deposito accoglieva donne vittime di sfruttamento e violenza). Il suo sviluppo fu favorito per contrastare l’usura allora dilagante in Piemonte e nei secoli successivi intensificò la propria attività finanziaria gestendo diversi monti dei pegni. Fu così che nel 1853 Vittorio Emanuele II separò l’attività religiosa della Compagnia, portando sotto il controllo pubblico le sue attività finanziarie, che confluirono in un ente gestito da un consiglio di nomina pubblica: “Opere Pie di San Paolo”, in seguito, dopo aver acquisito la Banca Agricola Italiana nel 1932, Istituto di San Paolo di Torino.Con la legge Amato-Carli, si creò la fondazione Compagnia di San Paolo nel 1991. Suo asset principale il 100% dell’Istituto di San Paolo di Torino trasformato in società per azioni. Nel 1992 venne collocato un 20% del capitale della S.p.A. in borsa, poi, con grande lungimiranza, la Compagnia cedette un ulteriore 60% con un successivo collocamento di azioni nel 1997. La storia dell’istituto si conosce poi: fusione con l’IMI, acquisizione del Banco di Napoli, di Cassa di Risparmio di Romagna, delle Casse del Nordest (Cardine) e infine la grande fusione con Banca Intesa. Tutte queste operazioni portarono la Compagnia a diluirsi fino al 7% del capitale.La struttura degli organi deliberanti è molto simile a quella della Fondazione Cariverona, cambiano solo alcune denominazioni, ma le funzioni sono sostanzialmente le stesse:
Il Presidente (con poteri di rappresentanza)
Il Consiglio Generale (una sorta di assemblea degli azionisti che approva il bilancio e nomina l’organo esecutivo)
Il Comitato di Gestione (una sorta di Cda)
Il Collegio dei Revisori (come il Collegio sindacale nelle S.p.A)
Il Segretario Generale (una sorta di Amministratore Delegato)
Similmente alla fondazione Cariverona si specifica che i componenti di questi organi devono essere in possesso di titoli culturali e professionali adeguati e devono aver maturato competenze ed esperienze attinenti almeno a uno dei settori rilevanti per la fondazione. Da notare che nel passato hanno fatto parte del Consiglio Generale personalità come Umberto Eco e Carlo Rubbia. Sono meno stringenti i limiti che sbarrano l’accesso alla Compagnia: mentre in Cariverona è ritenuto incompatibile per le nomine chiunque sia dipendente del gruppo bancario Unicredit, per Compagnia di San Paolo l’unica preclusione riguarda l’amministratore delegato della società bancaria conferitaria (cioè Intesa Sanpaolo). Come in Cariverona, per evitare interferenze e conflitti con la politica, sono incompatibili i membri del Parlamento italiano ed europeo, del Consiglio dei Ministri, della Corte Costituzionale ovvero di altri organi di governo o di rilevanza costituzionale anche a livello decentrato, i membri dei Consigli regionali, provinciali, comunali e dei Consigli delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, i Sindaci, gli Assessori regionali, provinciali e comunali, i Presidenti delle giunte regionali e provinciali. Tuttavia, mentre in Cariverona si era ritenuti incompatibili se uno degli incarichi pubblici di cui sopra non era cessato per più di due anni, in Compagnia di San Paolo rileva solamente la contemporaneità dell’incarico.Da questo punto di vista la governance della fondazione risulta un po’ debole e si continuano a registrare travasi di nomine dalla Compagnia alla banca conferitaria, dagli enti designanti alla Compagnia. Caso più eclatante è Enrico Salza, per molto tempo membro del Consiglio Generale della fondazione, poi presidente di Sanpaolo IMI e oggi presidente del Consiglio di Gestione di San Paolo IMI. Anche Elsa Fornero, candidata alla vicepresidenza del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo (inserita in lista proprio dalla Compagnia di San Paolo) è membro del Consiglio Generale della Compagnia. Pichetto, membro del Consiglio di Generale, è stato storico presidente della camera di commercio di Torino. Lo stesso avvocato Benessia, presidente della Comapgnia, “dal 1997 è stato consulente abituale della Compagnia di San Paolo, che ha assistito in diverse occasioni, come nella privatizzazione dell’Istituto Bancario San Paolo di Torino e nelle successive fusioni della Banca torinese prima con Imi, poi con Cardine e infine con Intesa”. Per il resto, tra i consiglieri della Fondazione la fanno da padroni i docenti universitari che occupano gran parte dei posti. Ha destato sorprese polemiche, però, la nomina del notaio Caterina Bima (designata da Unioncamere Piemonte) nel Comitato di gestione della Comapgnia.
Il Consiglio Generale dura in carica 4 anni (uno in meno rispetto a Cariverona) ed è composto da 21 consiglieri designati secondo queste modalità:
2 dal Comune di Torino
1 dalla Regione Piemonte
1 dalla Provincia di Torino
1 dal Comune di Genova
2 dalla CCIAA di Torino
1 dalla CCIAA di Genova
1 dalla CCIAA di Milano
1 dalla CCIAA di Roma
1 da Unioncamere Piemonte
1 dal Consiglio Regionale del Volontariato
1 dall’Accademia delle Scienze di Torino
1 dall’Accademia Nazionale dei Lincei
1 dalla Commissione Nazionale per la Parità e le Pari Opportunità tra uomo e donna
1 dal presidente della commissione UE, sentiti il CERN e l’ESA
1 da un Ente avente sede in uno degli Stati membri della Unione Europea svolgente attività istituzionale in uno o più dei settori rilevanti da indicarsi da parte del Consiglio Generale
4 componenti vengono cooptati dal Consiglio stesso tra eminenti personalità italiane o straniere.A confronto con la Fondazione Cariverona, in cui comparivano nomine vescovili e stringenti requisiti circa la residenza dei componenti del Consiglio nella provincia di Verona, la Compgnia di Sanpaolo si è data una struttura di più ampio respiro, prevedendo anche nomine internazionali. E’ curioso notare che in una fondazione ritenuta prettamente “sabauda”, solo un terzo dei membri del Consiglio Generale spetti ad enti di quel territorio. La vittoria di Cota all’elezione regionale in Piemonte non potrà modificare granché gli equilibri della Fondazione che per il momento rimangono spostati decisamente a sinistra.Rispetto alla Fondazione Cariverona c’è un’altra differenza di non poco conto. Le designazioni spettano agli enti, non alle persone. Sceglie il Comune di Torino, non il sindaco di Torino. La Regione Piemonte, non il governatore della regione. Suppongo che poi nella pratica le designazioni siano fatte dalla persona al vertice dell’ente designante, ma la teoria conta. Ad esempio la CCIAA potrebbe dotarsi di un regolamento interno per stabilire particolari procedure con cui designare i 2 Consiglieri nella Compagnia di San Paolo. La Fondazione Cariverona, invece, chiede la designazione direttamente alle persone: il vescovo, il sindaco, il rettore, etc.Sugli altri organi non c’è nulla di particolare da aggiungere rispetto a quanto già detto per la Fondazione Cariverona.Dopo aver letto i regolamenti di Compagnia di San Paolo e Fondazione Cariverona, due importanti enti non profit nonché primi azionisti delle prime due banche italiane, ho riscontrato una totale assenza di regolamenti e meccanismi per l’esercizio del voto nelle assemblee delle banche a cui partecipano. C’è una Governance molto specifica per l’indirizzamento degli interventi e delle erogazioni delle Fondazioni (che interessano pochissimo la stampa), ma su ciò che suscita più chiacchiere e interesse “politico” è tutto molto fumoso: come viene esercitato il potere nelle banche? In teoria la rappresentanza delle due Fondazioni spetta ai Presidenti, ma suppongo che vi siano consuetudini per cui sia il Comitato di gestione / Consiglio di Gestione a indirizzare i voti in assemblea e a compilare le liste per le nomine dei consiglieri di amministrazione nelle banche partecipate. Trovo pericoloso, ad esempio, che la Compagnia di SanPaolo scelga fra i propri membri i consiglieri di amministrazione da designare in Intesa Sanpaolo. E’ un atteggiamento da azionista “attivo” e fa della Fondazione, che dovrebbe gestire un patrimonio al servizio di un territorio, un trampolino di lancio verso gli organi deliberanti di una banca.Un po’ di chiarezza al riguardo e dei meccanismi che evitino interferenze politiche in questo campo non guasterebbero né alle fondazioni né alle banche che governano.

Le Fondazioni bancarie: un'anomalia italiana


Le Fondazioni bancarie sono un'anomalia italiana, pericoloso intreccio di affari e politica. Le Fondazioni avevano ed hanno forti partecipazioni in banche italiane quali Intesa, Mps e Unicredit e, complice la crisi internazionale, hanno cercato di:
a) mantenere le quote di partecipazioni in tali banche ed hanno ricevuto fondi da Mediobanca,dietro autorizzazione del min dell'economia.
b) hanno visto un pericoloso intreccio di persone dentro i Cda delle Fondazioni, delle banche partecipate ed in Mediobanca.
c) Mediobanca si trova di fatto a detenere piu partecipazioni nelle banche italiane.
Da Siena, a Torino fino a Verona, Padova e Rovigo, Bologna, giusto per citare le più importanti, almeno una decina di Fondazioni hanno investito centinaia di milioni in Mediobanca. E così il cerchio si chiude, come è tradizione nella storia dell’istituto. I debitori diventano azionisti e viceversa. Lo stesso succedeva ai tempi di Enrico Cuccia.
La pericolosità delle operazioni va interrotta perchè altrimenti si rischia di concentrare nelle mani di Mediobanca un potere eccessivo e Mediobanca, da banca di Affari, puo diventare, comitato politico sottoposto a pressioni di ogni genere, soprattutto dal Governo di turno.
Le Fondazioni vanno depotenziate, e non importa se fino ad oggi hanno vissuto dei dividendi delle banche, redistribuendoli nel territorio locale in termini di servizi, di beni, di partecipazioni. Sono una cosa del passato, sono, per usare un eufemismo, una macchina vecchia e non revisionata che vuole gareggiare in Formula 1.

Spetta al Ministero dell'Economia ed al capo del Governo, una eutanasia delle Fondazioni bancarie. Si risparmierebbero soldi, si limiterebbero comitati di affare e di minaccie dalla periferia al Centro. Le banche avrebbero piu libertà operativa.
Certo è difficile in un momento come questo dove le banche hanno chiesto soldi al mercato, ma la norma proposta passa anche dall'imporre un divieto di doppi, tripli, quadrupli... incarichi nei cda, da divieti di partecipazioni incrociate fra banche di affari e commerciali, e tra esse e Fondazioni.
 
Scritto da Giuseppe Bernardo   
Mercoledì 07 Marzo 2012