venerdì 29 marzo 2013

“Ecco perché Casaleggio scelse Grillo”

orso castano : il grillismo va sezionato ed analizzato . Casaleggio e' molto ricco, che cambiamento propone? Nulla , un miliardario non puo' che proporre altri business, occorre aprire gli occhi.
Giovedì 28 Marzo 2013 11:02
............................Enrico Sassoon mette in evidenza come sia stato Gianroberto Casaleggio ad aver 'creato' il fenomeno Grillo, in virtù delle sue potenzialità politiche: "Grillo ha toccato corde di carattere sociale e politico che hanno persuaso un numero crescente di persone. Credo che il blog sia un'idea di Casaleggio, penso che Grillo non sapesse proprio nulla di Internet quando gli fu proposto. Casaleggio ha notato il successo di Grillo grazie agli spettacoli con una componente di critica sociale e politica molto aggressiva. Ha pensato che potesse essere utile sfruttarlo e inserire Internet, le connessioni immediate, negli spettacoli in maniera tale che potesse far vedere le cose di cui parlava, ricordo ad esempio la vicenda Telecom. Hanno usato molto la famosa mappa del potere, elaborata da Casaleggio e Associati, che dimostrava come poche persone controllano molti Cda".
Nell'intervista al Fatto, Enrico Sassoon mette in risalto anche come la rete non significhi democrazia:"La rete è uno strumento come il telefono o come la televisione, ma ha barriere di accesso più basse. La rete non significa democrazia, se usata male può anche significare attentato alla democrazia. Chi vuole identificare la rete come democrazia, e si immagina un popolo della rete, dice cose sostanzialmente sbagliate. La rete è lo strumento più potente per fare politica, nessuno, però, la usa in maniera sistematica come loro"
E alla domanda "Quanto durerà il M5S in Parlamento?", Sassoon risponde: "La proposta politica di Grillo dipenderà dalla capacità di trasformare in programmi quelle che sono finora essenzialmente parole d'ordine peraltro abbastanza elementari e in parte solo di protesta. Per fare questo mi sembra che venga utilizzata una tecnica che ricorda molto quella economica del crowdsourcing (quando un'azienda si rivolge a terzi per far sviluppare un certo progetto o parte di esso, piuttosto che occuparsene direttamente ndr), cioè quando un'azienda o una persona si rivolge a una comunità online, più o meno specialistica, per risolvere un problema e ricevere proposte che poi dovrà scegliere, premiare e infine utilizzare. Questo richiede due condizioni: la prima che esista un pensiero strutturato, la seconda che ci sia un'organizzazione capace di filtrare quello che arriva. Ascoltando Grillo che utilizza questi termini in maniera piuttosto confusa, che sono certamente patrimonio culturale di Casaleggio, ho la netta sensazione che si illudano di fare crowdsourcing politico non avendo per ora né una struttura organizzata né un pensiero realmente definito".
Fonte "Il Fatto Quotidiano"

.......Un esperto ha spiegato al giornale di Confindustria che i guadagni sarebbero milionari per il portale del leader del Movimento 5 Stelle: Il sito web, fondato dall'ex comico nel 2005 e dal suo 'guru' Gianroberto Casaleggio, incasserebbe tra i 5 e i 10 milioni di euro l'anno.
L'analista, interpellato dal quotidiano economico, ha poi spiegato: "Purtroppo beppegrillo.it non è in Audiweb e non ci sono altri strumenti che consentano di verificare in modo puntuale il volume di traffico. Ma usando Alexa è possibile stimare che il traffico del sito sia di un milione, un milione e mezzo di pagine al giorno. Per cui si può affermare che i ricavi oscillino tra i 5 e i 10 milioni di euro all'anno. Certamente un merito per Grillo e Casaleggio, che hanno saputo tirare su il blog".
 "Il clamore intorno al M5S va a ingrossare il traffico e di conseguenza i ricavi. Chi frequenta il blog è di solito sensibile a temi quali il risparmio energetico - si legge nel quotidiano - , lo sviluppo sostenibile, la gestione dei rifiuti ed è spinto al cliccare sulle pubblicità proposte. "Anche se - conclude l'analista - credo che non ci siano solo i banner di Google AdSense. Motivo che porta a pensare che questi calcoli siano in difetto"".



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giovedì 28 marzo 2013

Spamhaus spiega il DDoS


orso castano: e' vitale che internet possa continuare ad esistere protetta da infiltrazioni e spioni che possono comprometterne le funzioni e la prosecuzione delle sue funzioni, che sono importantissime. Forse sarebbe ora che venissero fornite dai provider informazioni precise ed aggiornate su come , oltre ad antivirus consigliati dai provider stessi, organizzarsi per evitare infiltrazioni.

Punto Informatico

Non confermata la traccia che porta al Cyberbunker. Svelato qualche dettaglio in più su cosa è successo. Ma non c'è accordo sull'effettiva portata dell'evento
Roma - La più grande minaccia mai sperimentata da Internet. Ma anche no. In ogni caso si è trattato di un braccio di ferro imponente: l'aspro confronto tra l'osservatorio anti posta indesiderata Spamhaus e il provider Cyberbunker pare essersi placato, e a bocce ferme qualcuno prova a tirare le somme e stabilire che cosa sia successo esattamente. Quali sono le conseguenze reali di quanto accaduto?
Le voci dell'industria sono tutto sommato unanimi nel giudicare quanto accaduto come significativo: "Arbor monitora gli attacchi DDoS da oltre dodici anni e finora abbiamo registrato picchi massimi intorno ai 100 Gb per secondo - spiega il direttore del centro ricerca di Arbor NetworksDan Holden - L'attentato registrato supera di gran lunga gli standard rilevati negli ultimi anni, alzando la posta in gioco per i fornitori di servizi che si trovano in prima linea a combattere contro attacchi di tali dimensioni". Dello stesso avviso pure David Gubiani, technical manager di Check Point: "Quanto sta accadendo ora mostra come un gruppo ben organizzato possa bloccare le attività di ogni organizzazione, di ogni dimensione, indipendentemente da quanto ben difesi possano essere le sue reti ed i suoi sistemi".

In un nuovo intervento sul blog ufficiale, Spamhaus è tornata a illustrare cosa è capitato: se di attacco più grande della storia forse non si può parlare, anzi la testata USA Gizmodo è stata la più critica sulla definizione, senz'altro è stata la peggiore ondata offensiva mai sperimentata dal collettivo britannico. Il principale veicolo dell'attacco sono stati gli open DNS resolver presenti in Rete, sfruttati per amplificare la portata del DDoS e quindi mettere di fatto offline (rendendolo irraggiungibile) il sito di Spamhaus. La tecnica impiegata è stata anche piuttosto raffinata: ciascun vettore non impegnava più di 2,5Mbps circa di banda, in modo da passare il più possibile inosservato ai più comuni sistemi di filtraggio e mitigation normalmente presenti nella maggioranza dei sistemi.
Ma la portata dell'attacco ha davvero quasi messo in ginocchio Internet? Senz'altro tutto questo è servito a portare all'attenzione del grande pubblico alcuni dei problemi che le infrastrutture di Rete debbono affrontare ogni giorno, e quali sarebbero le iniziative da intraprendere per rendere più robusta Internet: in questo caso i tecnici concordanotutti sul fatto che gli open DNS  resolver sono un "mina vagante" che consente a chiunque di  approfittarsi del loro potere di amplificazione per complicare la vita al prossimo. Spamhaus cita espressamente almeno due misure di profilassi che andrebbero adottate per arginare questa possibilità: bloccare il traffico con indirizzi di partenza contraffatti (spoofed), chiusura degli open DNS resolver.
Curiosamente, una delle informazioni più ripetute in queste ore non viene confermata da Spamhaus stessa: alla voce "chi ha attaccato i vostri servizi" il collettivo anti-spam risponde che in molti hanno rivendicato l'attacco, ma in questa fase non è possibile fare nomi perché non c'è modo di confermare queste rivendicazioni. In ogni caso, conclude Spamhaus, il lavoro di censimento e inserimento di soggetti poco raccomandabili nelle blacklist andrà avanti senza sosta.

Luca Annunziata

giovedì 28 marzo 2013

Brevettabilita' : un problema etico serissimo. Secondo lo studio di due ricercatori della Cornell University di New York sono stati depositati oltre 40mila brevetti riguardanti il Dna.


orso castano : il mondo e' sempre meno civile. Il DNA appartiene all'essere umano in quanto entita' universale, specularci sopra, in una nazione ricca che puo' permettersi ricerche raffinate, e' semplicemente disumano. Questa perdita di eticita', di valori, si va diffondendo , la globalizzazione , se si va avanti cosi', fa veramente paura. Il patrimonio scientifico appartiene all'umanita', perche' per arrivare a fare certe scoperte , mille altre scoperte sono state fatte precedentemente e contemporaneamente. Questo valore deve essere affrmato e sostenuto, pena un'incivilta' sempre  piu' diffusa ed una montante concezione commercialistica dell'essere umano

Una recente ricerca è stata pubblicata da Genome Medicine, vi si legge che i geni che compongono il nostro Dna formati da sequenze di lettere secondo combinazioni variamente espresse.
dna-brevettoI ricercatori della Cornell University di New York hanno analizzato i brevetti dei frammenti di Dna ed hanno scoperto che essi coprono il 41%  del genoma umano. Il 15 aprile la Corte Suprema degli Stati Uniti deve esprimere il proprio parere in merito alla brevettabilità dei geni Brca1 e Brca2, che sono stati isolati nel laboratorio dalla Myriad Genetics. Questa società ne detiene i  brevetti.
La mutazione dei suddetti geni espone le donne ad un maggior rischio di tumore al seno. Il genoma umano è coperto da brevetti, così da mettere a rischio la libertà genetica di tutti.
Lo studio della Cornell University di New York è stato svolto da due ricercatori che hanno posto l’attenzione sugli oltre 40mila brevetti depositati. Il 41% del genoma umano è costituito da frammenti di Dna lunghi. Considerando anche le catene più piccole, si arriva al 99,999% dei geni.

Cancro favorito da varianti genetiche

Scoperte 74 nuove alterazioni legate all'insorgenza tumorale

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Le varianti genetiche che possono favorire lo sviluppo dei tumori sono centinaia. Uno studio appena pubblicato da un consorzio di ricerca al quale ha partecipato anche l'Istituto nazionale dei tumori di Milano ha ora scoperto 74 nuove alterazioni suscettibili di stimolare l'insorgenza tumorale.
Lo studio, pubblicato su Nature genetics, American Journal of Human Genetics e Plos Genetics, segnala la maggiore probabilità di sviluppare un cancro al seno, alla prostata o alle ovaie in presenza di queste alterazioni.
I ricercatori hanno analizzato il Dna di oltre 100 mila persone colpite dal cancro, confrontando le analisi con altrettanti campioni di Dna provenienti da soggetti sani. Paolo Radice, direttore della struttura di Medicina Predittiva dell'Istituto nazionale dei tumori, spiega a Repubblica: “il nostro istituto ha partecipato agli studi sul tumore al seno.Negli ultimi 10-15 anni 10-15 anni si è iniziato a usare dei test clinici che rilevano alcuni geni che identificano i pazienti a rischio, perché con mutazioni di origine familiare. Ma il problema è che nel 75-80% dei casi il test non porta a identificare una mutazione, questo perché evidentemente la predisposizione è legata ad altre varianti genetiche. Ciascuna di queste nuove varianti presa da sola comporta un piccolo aumento del rischio. Ma il loro effetto è cumulativo, e quindi se un individuo ne presenta almeno una dozzina, il suo rischio diventa elevato".Il risultato di questo studio potrebbe aprire presto la strada all'individuazione di nuovi target terapeutici e quindi alla messa a punto di nuovi trattamenti.
Leggi altre informazioni
28/03/2013 Arturo Bandini

questo post e' dedicato ai grillini; falsi innovatori, portatori di entropia e di distruzione per l'Italia

da Repubblica.it: il quotidiano online con tutte le notizie in tempo reale.

Papa Francesco atteso al carcere: anche una ragazza tra i 12 detenuti ai quali laverà i piedi

Il Pontefice arriverà nella prigione minorile di Casal del Marmo nel pomeriggio per il rito della lavanda dei piedi. Fra i ragazzi che rappresentano idealmente gli apostoli ci sarà anche una donna, forse due. E' la prima volta che accade nei riti papali. E quello di oggi non avrà per nulla la forma trionfalistica

CITTÀ DEL VATICANO - Papa Francesco, che preferisce spesso chiamarsi "vescovo di Roma" verso gli ultimi, i sofferenti e i poveri, celebrerà oggi il rito della lavanda dei piedi nel carcere minorile di Casal del Marmo. Tra i dodici giovani detenuti ai quali laverà i piedi ci sarà anche una ragazza, forse due. "A Buenos Aires il cardinale Jorge Mario Bergoglio ammise al rito anche delle ragazze. E noi oggi abbiamo proposto una presenza femminile. In Vaticano, dopo qualche resistenza, hanno accettato", ha detto padre Gaetano Greco, cappellano del carcere, dove questo pomeriggio arriverà il Pontefice.

Strappi alle regole. Il Papa ci sta abituando con grazia a ritrovarne la bellezza oltre il rito. Nessuna basilica di San Giovanni in Laterano per la lavanda dei piedi, e fra i dodici ragazzi che rappresentano idealmente i dodici apostoli a cui Gesù lavò i piedi durante l'ultima cena, anche una donna. E' la prima volta che accade nei riti papali. E quello di oggi non avrà per nulla la forma trionfalistica. "Cari sacerdoti, dio padre
Rinnovi in noi lo spirito di santità con cui siamo stati unti, lo rinnovi nel nostro cuore in modo tale che l'unzione giunga a tutti, anche alle 'periferie', là dove il nostro popolo fedele più lo attende ed apprezza", ha detto oggi Papa francesco nella santa messa del crisma nella basilica di San Pietro.
Sono stati gli ospiti della comunità di Villa San Francesco di Pedavena – comunità bellunese accoglie minori e non con difficoltà personali e familiari – a realizzare per Francesco un asciugatoio tessuto con un ordito di 720 fili diversi giunti da Nazareth, Betlemme, Tekoa, Tiberiade, Gerico, Gerusalemme, As-Samu, Ebron, Betania, Bet Hanina, Bet Jiallah, Cana e Cirene, fra Palestina, Israele e Terra Santa. Il grembiule - consegnato a monsignor Guido Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche del Pontefice - è stato realizzato a mano in alcuni mesi e contiene anche filamenti di reti di pescatori del Lago di Tiberiade. L'intento è ricostruire simbolicamente con il tessuto i viaggi a piedi di Gesù di duemila anni fa. Quella di Papa Francesco è una scelta audace, innovativa, generata da una chiesa, quella sudamericana, attenta ai poveri e agli oppressi. Nella prima udienza generale Bergoglio però ha spiegato anticipatamente: il buon samaritano della parabola di Gesù, narrazione del Dio misericordioso, va in soccorso della vittima dei briganti "senza chiedere nulla in cambio, senza chiedere se era ebreo, se era pagano, se era samaritano, se era ricco, se era povero". No, il samaritano si è avvicinato, si è sentito mosso a compassione nelle viscere e lo ha soccorso e curato. Ora, la chiesa è chiamata a vivere come il samaritano in mezzo agli uomini, a piegarsi sull'umanità, "a uscire da se stessa – come ha detto da cardinale nel suo intervento al conclave – verso le periferie esistenziali, quelle del peccato del dolore, dell'ingiustizia".

"Il sacerdote che esce poco da sè, che unge poco, si perde il meglio del nostro popolo, quello che è capace di attivare la parte più profonda del suo cuore", ha detto il Papa nella messa del crisma. "Chi non esce da sè - ha aggiunto - invece di essere mediatore, diventa a poco a poco un intermediario, un gestore". "La cosiddetta crisi di identità sacerdotale - ha aggiunto - ci minaccia tutti e si somma a una crisi di civiltà, però se sappiamo infrangere la sua onda, noi potremo prendere il largo nel nome del Signore e gettare le reti".Senza "il cuore" del nostro popolo, ha detto, i preti diventano "una sorta di collezionisti di antichità, o di novità, invece di essere pastori con l'odore delle pecorè, pastori in messo al proprio gregge, e pescatori di uomini". Nel nostro mondo, ha detto il Papa, per il prete "vale solo l'unzione e non la funzione".
(28 marzo 2013)


mercoledì 27 marzo 2013

streaming grillo Bersani

orso castano: E' evidente che Grillo non solo non e' la soluzione dei problemi del paese , ma e' il problema stesso dell'Italia. Una cosa inaspettata, ma che  sta rendendo la situazione italiana drammatica. Il gioco di Grillo e' chiaro e sotto gli ochhi di tutti : far perdere tempo , rendere l'Italia ingovernabile, far precipitare l'economia. Tutto questo perche'? Certo non per aumentare in voti e poi governare una  situazione completamente allo sfascio ed irrecuperabile. Non  ne sarebbe neppure capace  , vista la profonda impreparazione dei suoi deputati. C'e' qualcosa che sfugge, qualcosa di oscuro e di grave, qualcosa che fa pensare al tentativo di un golpe: Grillo e' lo strumento o addirittura il capo oscuro di una svolta a destra destabilizzatrice , il cavallo di troia attraverso il quale i nemici dell'Europa e della ricostruzione nazionale si infileranno nel nostro sistema per portare l'Italia sul baratro e renderla schiava di qualche potenza o di interessi potenti  incontrollabili (mafiosi?)  Bersani non insegua piu' Grillo, e' perfettamente inutile. La tattica dilatoria di Grillo  e' perdente per Bersani e per l'Italia. Grillo va attaccato e con forza di fronte al paese, i grillini hanno la responsabilita' di volerlo distruggere. Non sono degli irresponsabili ma astutamente perseguono questo scopo per lasciare spazio a forze oscure che schiacceranno la nostra democrazia. Agli intellettuali alla Dario Fo' sta sfuggendo tutto questo, ma loro sono ricchi, hanno soldi , non temono la crisi del paese, che , invece fa paura agli esodati, ai disoccupati, ai precari. Ma ne Grillo ne' Fo ne' Celentano li rappresentano. Che facciano il loro mestiere e stiano zitti!



martedì 26 marzo 2013

Topolino, un grande filosofo, parola di Giulio Giorello


In un saggio scritto con Ilaria Cozzaglio, il filosofo della scienza spiega come Mickey Mouse sia diventato il pensatore più provocatorio del Novecento. Lo abbiamo intervistato

  • 25-03-201317:52

Topolino, un grande filosofo, parola di Giulio Giorello
La filosofia di Topolino, di Giulio Giorello e Ilaria Cozzaglio per Guanda, particolare della copertina (ufficio stampa)






di Micol De Pas
Corto Maltese, invito al viaggio tra carta e eBookTopolino filosofo. Non è una nuova avventura di casa Disney, ma il filo conduttore di un nuovo saggio firmato da Giulio Giorello, docente di filosofia della scienza a Milano, e Ilaria Cozzaglio, ricercatrice. Che presentano il mitico topo nei panni del pensatore più provocatorio del Novecento. Spregiudicato, anticonformista e capace di scardinare i pregiudizi con una forza pari a quella di Russell, Popper o Heidegger. È di lui, Mickey Mouse, che si racconta in La filosofia di Topolino (Guanda). Ce ne parla Giulio Giorello.
Perché Topolino?
«Ho imparato a leggere con Mickey Mouse, è stato il compagno di tante giornate. È una chiave per capire il mondo e le sue avventure sono come un romanzo di formazione, paragonabile aMoby Dick. E poi, non è per niente vero che Mickey Mouse è il personaggio tutto legge e ordine…»
Perché?
«Detesta i cavilli burocratici e spesso si mette contro la legge per portare avanti la sua idea di giustizia. È un pragmatista empirista e, incontrando la cultura europea, diventa il topo pensante e dubitante, seguendo il solco di pensatori che vanno da Cartesio a Russell».
Un esempio?
«Il gusto del paradossale mette bene in luce il ragionamento di Mickey Mouse. Per esempio, in un incontro con i fantasmi, Topolino dichiara il suo scetticismo, dicendo di non credere alla loro esistenza. Cioè, la pensa come Spinoza. Ma Pippo gli obietta che i fantasmi abbondano nella casa del colonnello Basettoni: “Gridano, si lamentano, trascinano delle catene e svolazzano nei paraggi”, gli dice. E il topo ribatte seccamente: “ Che stupidaggine! È impossibile! Sono impazziti se credono una cosa simile”. E Pippo, il Simplicio della letteratura disneyana, replica: “Sì, lo so! Lo sosteneva anche il fantasma quando gliel’ho detto!”. Un'immagine degna di Wittgenstein!».
Dal 1929 fino ai nostri giorni, ha vestito innumerevoli ruoli…
«Gli autori e i disegnatori, anche italiani, hanno saputo innovare nella continuità. Fino a farne una sorta di Ulisse: vaga in molte avventure ed è un eroe mondiale. Globalizzato, nella migliore accezione del termine».
Il vostro saggio sembra un tentativo di nobilitare il fumetto...
«Il fumetto è un prodotto culturale molto sofisticato, capace di fornire tanti piani di lettura diversi. Ma soprattutto, spinge ad andare oltre l’idea di genere. Non esistono classificazioni. Prendiamo la fantascienza o il giallo: il Cyrano è un esponente del primo, con i suoi viaggi sulla luna, e l’Edipo Re di Sofocle è un meraviglioso poliziesco».
Sono pronti a diventare classici della letteratura, quindi?
«L’importante è continuare a creare buoni fumetti, con battute fulminanti, testi profondi, interessanti e coinvolgenti. Basati sul piacere della narrazione: la filosofia sarebbe stata solo un’attività accademica e teorica senza i romanzi di Voltaire, per esempio».
Un consiglio di lettura?
«L’Odissea su Topolino, disegnata da Tito Farace. È in uscita in questi giorni, proprio mentre andrà in scena l’omonimo spettacolo di Bob Wilson al Piccolo Teatro di Milano».
Giulio Giorello e Ilaria Cozzaglio
La filosofia di Topolino (Guanda)

Staminali, lettera aperta al Ministro della Salute


la comunità dei ricercatori e medici che lavora per sviluppare attraverso la ricerca e l’innovazione tecnologica trattamenti sicuri ed efficaci contro gravi malattie comuni o rare è perplessa di fronte alla Sua decisione, sull’onda di un sollevamento emotivo, di autorizzare la somministrazione di cellule dette mesenchimali, anche se prodotte in sicurezza da laboratori specializzati. Non esiste nessuna prova che queste cellule abbiano alcuna efficacia nelle malattie per cui sarebbero impiegate. Non esiste nessuna indicazione scientifica del presunto metodo originale secondo il quale le cellule sarebbero preparate. Ci sembra questo uno stravolgimento dei fondamenti scientifici e morali della medicina, che disconosce la dignità del dramma dei malati e dei loro familiari. Una condizione che abbiamo presente e che ci motiva moralmente ed empaticamente a produrre e garantire risultati attendibili, visibili e pubblici, senza i quali nessuna ipotesi diventerà mai cura. La libertà di ogni cittadino di curarsi o non curarsi come vuole, non implica l’obbligo del Governo di autorizzare come appropriate sul piano medico le proposte di terapie presunte da parte di chiunque. Scegliere per sé una terapia impropria, o anche solo immaginaria, rientra tra i diritti dell’individuo. Non rientra tra i diritti dell’individuo decidere quali terapie debbano essere autorizzate dal Governo, e messe in essere nelle strutture pubbliche o private. Non rientra tra i compiti del Governo assicurare che ogni scelta individuale sia tradotta in scelte terapeutiche e misure organizzative delle strutture sanitarie. Non sono le campagne mediatiche lo strumento in base al quale adottare decisioni di carattere medico e sanitario. Il diritto del singolo a curarsi con l’olio di serpente, se così reputa opportuno, non implica la preparazione dell’olio di serpente nella farmacia di un ospedale, né la sua autorizzazione da parte del Governo.  L’autorizzazione da parte del Governo a mettere in essere, nelle strutture sanitarie e vigilate, terapie solo presunte, proposte da soggetti o strutture non vigilate, coincide con un riconoscimento pubblico e autorevole, sebbene indiretto, delle stesse terapie agli occhi del grande pubblico. Assicurare che la preparazione tecnica di sospensioni cellulari da infondere ai pazienti avvenga entro laboratori adeguatamente certificati, ed escluda fini di lucro e sospetti di speculazione commerciale non è misura sufficiente. Il governo non può autorizzare terapie improprie, praticate al di fuori sia delle normali linee guida in tema di terapie convalidate, sia della formale sperimentazione clinica. L’uso cosiddetto «compassionevole» in casi singoli di terapie per le quali non esista conclusiva evidenza di innocuità ed efficacia non deve coincidere con l’autorizzazione ministeriale a mettere in essere nelle strutture sanitarie terapie solo presunte o unilateralmente definite tali, e sembra collidere con lo spirito e la lettera del DM 5/12/2006 che regolamenta (solo approssimativamente) natura, finalità e modi delle terapie dette «compassionevoli».  La neutralità intellettuale e morale scelta dal Ministero, rispetto al vero merito della questione sollevata, oggettivamente incoraggia e supporta pratiche commerciali che direttamente o indirettamente sottendono alla propaganda di terapie presunte, e alimenta un pericoloso corto circuito tra questi interessi e le necessità materiali o morali dei pazienti. Questo corto circuito esclude del tutto il ruolo non solo tecnico, ma anche sociale, educativo e morale della medicina e della conoscenza scientifica; prefigura uno scenario terribile in cui la libera scelta del paziente è confusa con la sua scelta disinformata, anzi mal guidata al fine di farla coincidere con interessi altri e impropri. Gli ospedali sono ridotti in questo scenario a divenire un mero contenitore entro il quale somministrare presunte terapie da parte di chiunque. Specifici interessi commerciali identificano nelle cosiddette «terapie compassionevoli» un percorso utile ad allentare la vigilanza regolatoria, al fine di estendere progressivamente l’uso di terapie solo presunte ma commerciabili, anche attraverso la creazione di pericolosi precedenti.  È triste assistere alla diffusione in Italia e in Europa di pratiche finora confinate a regioni del mondo nelle quali debole è la democrazia come la vigilanza sull’esercizio della medicina e sul commercio di farmaci. È infine obbligatorio rimarcare che il trasferimento a strutture sanitarie, riconosciute come tali, di pratiche «terapeutiche» solo presunte o immaginarie viola l’interesse generale della comunità civile e offende, in Italia e fuori, l’immagine del servizio sanitario nazionale e la credibilità del suo Governo, incapace di opporre a campagne mediatiche poco decorose e a interessi diversi, le ragioni autentiche della ragione, dell’umanità, e della medicina. 
Firmano:
Paolo Bianco, Ordinario di Anatomia Patologica, Direttore Laboratorio Cellule Staminali Dip. Medicina Molecolare, Sapienza Universita' di Roma

Giovanni Boniolo, Istituto Europeo di Oncologia, Milano 
Elena Cattaneo, Ordinario di Farmacologia, Direttore Centro di Ricerca UniStem, Università degli Studi di Milano 
Gilberto Corbellini, Ordinario di Storia della Medicina, Università La Sapienza Roma
Giulio Cossu, Ordinario di Istologia e Embriologia, Università degli Studi di Milano
Michele De Luca, Direttore Centro di Medicina Rigenerativa "Stefano Ferrari", Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia 
Silvio Garattini, Direttore Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri  IRCCS, Milano
Alberto Mantovani, Direttore Scientifico Istituto Clinico Humanitas, Rozzano, Milano
Graziella Pellegrini, Direttore Unità di Terapia Cellulare Centro di Medicina Rigenerativa"Stefano Ferrari", Università di Modena e Reggio Emilia 
Giuseppe Remuzzi, Primario di nefrologia e dialisi agli Ospedali Riuniti di Bergamo
Gianluca Vago, Rettore dell’Università degli Studi di Milano
Amedeo Santosuosso, Docente Università degli Studi di Pavia e giudice Corte d’Appello di Milano
Andrea Biondi, Ordinario di Pediatria Generale e Specialistica, Università degli Studi di Milano-Bicocca
15 marzo, 2013

Alienazione parentale. Cassazione: sindrome non ha basi scientifiche solide


orso castano : l'affido condiviso, come purtroppo noto, e' poco applicato, spesso per responsabilita' di uno o entrambi i genitori, che si lasciano prendere la mano dalla litigiosita', o per criteri utilizzati dai Giudici, criteri che, pur volendo rispettare l'autonomia e la neutralita' costituzionale dei Giudici, alla prova dei fatti lasciano talora perplessi. Torneremo sull'argomento, delicato ed importante. Siamo per il valore della famiglia, anche se di fronte alla alta conflittualita o ai maltrattamenti, anche morali, l'affido puo' essere una soluzione utile per il minore.


Per la Corte l'ipotesi della Sindrome di Alienazione Parentale (PAS) “necessita di un conforto scientifico”. Altrimenti si corre il rischio “di adottare soluzioni potenzialmente produttive di danni ancor più gravi di quelli che teorie non rigorosamente verificate pretendono di scongiurare”. La soddisfazione della Sip.LA SENTENZA.

125 MAR - “L’ipotesi della Sindrome di Alienazione Parentale (PAS) necessita di un conforto scientifico” in assenza del quale si corre il rischio “di adottare soluzioni potenzialmente produttive di danni ancor più gravi di quelli che teorie non rigorosamente verificate pretendono di scongiurare”. È quanto affermato da una sentenza della Corte di Cassazione in merito alla vicenda del bambino di Cittadella (Padova) prelevato a forza da scuola e condotto in una casa famiglia perché, secondo i giudici del tribunale di Venezia, era affetto dalla sindrome di alienazione parentale (Pas). Secondo il tribunale il piccolo era stato plagiato ed era affetto da una forma di alienazione genitoriale. E per questo era stato rinchiuso in una casa famiglia per costringerlo a ripristinare i rapporti con il padre. In ogni caso, per la Cassazione, “non può ritenersi che, soprattutto in ambito giudiziario, possano adottarsi delle soluzioni prive del necessario conforto scientifico, come tali potenzialmente produttive di danni ancor più gravi di quelli che le teorie ad esse sottese, non prudentemente e rigorosamente verificate, pretendono di scongiurare”.

“La Sindrome di Alienazione Parentale non è riconosciuta dalla letteratura scientifica di riferimento e non è inclusa né nel DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) né nell’ICD (International Classification of Diseases) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità” afferma il Presidente della SIP Giovanni Corsello. 

“La comunità scientifica si è già pronunciata contro l’uso improprio della PAS nelle sofferte e spesso laceranti controversie per l’affidamento dei figli”.
Questa sindrome, descritta per la prima volta nel 1985 dal discusso medico americano Richard Gardner, viene indicata come una grave condizione psichiatrica che affliggerebbe madre e bambino durante le cause di separazione e/o divorzio: la madre cercherebbe di interrompere la relazione padre/figlio attraverso una campagna di denigrazione dell’ex marito e il bambino, molto più di semplice vittima ed attivo protagonista, instaurerebbe una guerra contro il padre. La terapia consiste sostanzialmente in un provvedimento del giudice di sospensione dell’affidamento alla madre fino all’interruzione di ogni contatto col figlio, oltre all’ordine di una psicoterapia per entrambi. Nei casi più gravi il bambino deve essere allontanato dalla madre e inviato ad un “programma transizionale” in istituto, con incontri interrotti con la madre, fino a quando non sarà “pronto” ad essere trasferito nella casa del padre.
“Innanzitutto non esiste alcuna evidenza che un procedimento giudiziario possa determinare una sindrome psichiatrica”, spiega Maria Serenella Pignotti, pediatra e neonatologa autrice di un articolo sull’argomento pubblicato sull’ultimo numero della rivista SIP “Pediatria”.

 “Si diagnostica alla madre la PAS basandosi sull’esame dei figli e si prescrive un trattamento ai bambini basato sull’esame delle madri. Trattamento che invece di risolvere o alleviare il quadro clinico, è pura coercizione: imposizione di astenersi dal dare giudizi negativi sul padre, forzando il bambino ad agire in modo da dimostrare affetto. Un comportamento ottenuto con la minaccia continua di separare madre e bambino, fino ad interromperne ogni contatto”.
I pediatri ricordano che occorre sempre indirizzare gli sforzi  alla tutela del rapporto madre/bambino e dell’intera famiglia.  “Se i bambini soffrono per il divorzio dei genitori non devono essere etichettati con patologie, ma ascoltati, non obbligati ma aiutati. Se non vogliono vedere un genitore ci deve essere un motivo che va compreso”, conclude Corsello.  “Speriamo di non vedere mai più un bambino trascinato e portato laddove non vuole, nemmeno se si pensa che è per il suo bene”.

25 marzo 2013Padri.it | Associazione padri separati | Padri separati

L’affidamento condiviso può essere escluso a fronte di un comportamento gravemente denigratorio di un genitore nei confronti dell’altro

Corte di Cassazione, 11 agosto 2011, n. 17191Corte di Cassazione, 11 agosto 2011, n. 1719
.........5. Con il quarto motivo, il C. denuncia la violazione e falsa applicazione dell'art. 155 cod. civ.,
commi 1 e 2 e dell'art. 155 bis cod. civ., nonché vizio di motivazione, in relazione al diniego
dell'affidamento condiviso della figlia minore D. . Sostiene che la Corte, aderendo alle valutazioni
espresse dai consulenti d'ufficio prima della entrata in vigore della L. n. 54 del 2006, avrebbe
disatteso le modifiche normative da questa introdotte, la cui ratio consiste nel diritto del minore alla
bigenitorialità, diritto del quale la Corte ha privato la minore D. senza dimostrare i motivi della
presunta contrarietà all'interesse della minore dell'affido anche al padre, la cui idoneità genitoriale
era stata accertata dai c.t.u. (ancorché con l'aggiunta di una valutazione negativa in ordine alla sua
capacità di svolgere il ruolo di genitore responsabile), in tal modo finendo per basare la negazione
dell'affidamento condiviso sulla mera conflittualità e ostilità tra i genitori, che il primo giudice aveva
ritenuto superabile proprio con la necessità, derivante da tale condivisione, di ricercare una via di
collaborazione e di aiuto reciproco nel superiore interesse della corretta crescita della figlia.
Osserva tuttavia il collegio che la sentenza impugnata non ha disatteso il diritto della
minore alla bigenitorialità nel momento in cui ha ritenuto pregiudizievole per l'interesse
della medesima l'affidamento condiviso. La corte di merito ha infatti rettamente incentrato
le sue valutazioni sull'interesse della minore, motivando il suo convincimento sugli effetti
pregiudizievoli che potrebbero derivare allo sviluppo psicologico della medesima
dall'affidamento condiviso, sia - in positivo- con riguardo alla capacità genitoriale
riscontrata nella M. sia - in negativo - con riguardo alla particolare situazione del rapporto
del C. con la sua famiglia di origine ed in tale contesto al comportamento gravemente
denigratorio da lui, e dalla sua famiglia, assunto nei confronti della M. . La sentenza non si è
dunque limitata ad un generico riferimento ad una mera conflittualità tra coniugi, ma ha
esposto un percorso argomentativo conforme all'orientamento di questa Corte (cfr. ex
multis Cass. n. 16593/2008; n. 1202/2006) e congruamente sostenuto dalla indicazione delle
fonti sulle quali si basa, cioè delle risultanze degli accertamenti in atti, la cui valutazione
non può in questa sede di legittimità essere oggetto di riesame nel merito.

lunedì 25 marzo 2013

governo: Bersani, servirebbero miracoli. I partiti siano responsabili


da ASCA

25 Marzo 2013 - 17:37

Terminate le consultazioni con le forze sociali. Domani sara' la volta delle formazioni politiche. Giovedi' il segretario del Pd riferira' al Capo dello Stato. 

(ASCA) - Roma, 25 mar - ''La situazione del Paese e' difficilissima, c'e' una crisi acuta. Se uno facesse la somma di tutte le esigenze impellenti, ricaverebbe che serve un governo dei miracoli. Ora miracoli non se ne fanno ma uscire si puo'. Questi incontri hanno mostrato tutte le energie che abbiamo in questo paese, civiche e morali. Adesso tocca alle forze politiche, da domani inizieremo gli incontri. Mi auguro che questi tempi, queste 48 ore di riflessione siano state utili ad arrivare a un'assunzione di responsabilita' davanti al Paese''. Lo afferma il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, al termine della terza giornata di consultazioni. Rispondendo ai giornalisti, che gli chiedono un commento alla proposta di Silvio Berlusconi (''Ok a Bersani se Alfano vicepremier''), Bersani ha detto che ''siamo al dunque, e bisogna che facciamo discorsi seri, non si puo' al mattino annunciare la guerra mondiale e il pomeriggio abbracci. Qulcuno si carica di un'azione di governo e tutti insieme ci si corresponsabilizza per delle riforme''. Per quanto riguarda invece l'elezione del presidente della Repubblica il segretario Pd ha detto che ''se ne discutera' a tempo debito, non si mescolano cose differenti. Ci manca solo che ci mettiamo a discutere di chi e' il presidente della Repubblica''. Bersani dovrebbe salire al Quirinale giovedi' per riferire al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, l'esito delle consultazioni che servono a verificare se vi sia una maggioranza parlamentare per formare il nuovo governo. int/

Crisi, la laurea non basta più:


orso castano : ora la crisi e' piu' chiara. La laurea , ex status symbol, non basta piu', non da garanzie rispetto alla disoccupazione, e' un pezzo di carta che attesta una tua preparazione specifica, magari di buona qualita', ma difficilmente spendibile sul piano pratico. ........No! non e' cosi! Bisogna ribellarsi a quasta svalutazione sistematica , anticulturale, squalificante del sapere ! Bisogna invertire la rotta, bisogna entrare in una nuova dimensione del sapere, bisogna che un nuovo welfare garantisca, a chi vuole, la prosecuzione nell'aggiornamento , la possibilita' di startup e spin off diffusi, bisogna arrivare a nuove e piu' diffuse e democratiche forme di diritto allo studio retribuito,  ed alla partecipazione alla scienza per costruire al meglio la societa', bisogna che l'occidente vada verso un rivoluzione culturale diffusa, verso una riappropriazione del sapere dal basso !

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200mila disoccupati in più nel 2012

ROMA - Laurearsi non basta più per lavorare: nel 2012 si contano circa 200.000 disoccupati tra gli under 35 laureati. È quanto emerge da dati Istat, che indicano un aumento di circa il 28% sul 2011. La crisi colpisce quindi anche i giovani con i titoli di studio più elevati: a confronto con il 2008 si registra una crescita quasi del 43%.

Nel dettaglio si tratta di 197 mila ragazzi tra i 15 e i 34 anni, in cerca di un impiego e con in tasca un titolo accademico (+27,6% sul 2011). E il risultato non cambia anche allargando lo sguardo al totale delle persone disoccupate (15 anni e più) con certificati di laurea e post laurea: se ne contano 307.000, in aumento del 32,3% su base annua. Un rialzo perfino superiore all'incremento medio dei disoccupati complessivi (+30,1%). 

Naturalmente l'aumento dei dottori alla ricerca di un lavoro è anche spinto dalla crescita complessiva delle persone con il titolo di studio più alto. Quindi l'aumento dei laureati tra i disoccupati dipende anche dal fatto che stanno crescendo nella popolazione attiva. Infatti, se si osservano i tassi di disoccupazione, ovvero il rapporto percentuale tra il numero di chi cerca un impiego e il totale delle forze lavoro, ai giovani con passaporto accademico va ancora meno peggio rispetto ai coetanei con titoli di studio inferiori.




domenica 24 marzo 2013

Francis Collins: We need better drugs -- now


Ted LogoToday we know the molecular cause of 4,000 diseases, but treatments are available for only 250 of them. So what’s taking so long? Geneticist and physician Francis Collins explains why systematic drug discovery is imperative, even for rare and complex diseases, and offers a few solutions -- like teaching old drugs new tricks.
Francis Collins is the Director of the National Institutes of Health and was a key player in the completion of the Human Genome Project.
Well, what does this really look like? Well, what is it to make a therapeutic, anyway?What's a drug? A drug is made up of a small molecule of hydrogen, carbon, oxygen, nitrogen, and a few other atoms all cobbled together in a shape, and it's those shapes that determine whether, in fact, that particular drug is going to hit its target. Is it going to land where it's supposed to? So look at this picture here -- a lot of shapes dancing around for you. Now what you need to do, if you're trying to develop a new treatment for autism or Alzheimer's disease or cancer is to find the right shape in that mix that will ultimately provide benefit and will be safe. And when you look at what happens to that pipeline, you start out maybe with thousands, tens of thousands of compounds. You weed down through various steps that cause many of these to fail. Ultimately, maybe you can run a clinical trial with four or five of these, and if all goes well, 14 years after you started, you will get one approval. And it will cost you upwards of a billion dollars for that one success.
Well, let me tell you about a few examples where this has actually worked. One that has just happened in the last few months is the successful approval of a drug for cystic fibrosis.But it's taken a long time to get there. Cystic fibrosis had its molecular cause discovered in 1989 by my group working with another group in Toronto, discovering what the mutation was in a particular gene on chromosome 7. That picture you see there? Here it is. That's the same kid. That's Danny Bessette, 23 years later, because this is the year, and it's also the year where Danny got married, where we have, for the first time, the approval by the FDA of a drug that precisely targets the defect in cystic fibrosis based upon all this molecular understanding. That's the good news. The bad news is, this drug doesn't actually treat all cases of cystic fibrosis, and it won't work for Danny, and we're still waiting for that next generation to help him.
Well, one way to go faster is to take advantage of technology, and a very important technology that we depend on for all of this is the human genome, the ability to be able to look at a chromosome, to unzip it, to pull out all the DNA, and to be able to then read out the letters in that DNA code, the A's, C's, G's and T's that are our instruction book and the instruction book for all living things, and the cost of doing this, which used to be in the hundreds of millions of dollars, has in the course of the last 10 years fallen faster than Moore's Law, down to the point where it is less than 10,000 dollars today to have your genome sequenced, or mine, and we're headed for the $1,000 genome fairly soon. Well, that's exciting. How does that play out in terms of application to a disease?
Let me show you a video of what that does to the cell. The normal cell, if you looked at it under the microscope, would have a nucleus sitting in the middle of the cell, which is nice and round and smooth in its boundaries and it looks kind of like that. A progeria cell, on the other hand, because of this toxic protein called progerin, has these lumps and bumps in it.So what we would like to do after discovering this back in 2003 is to come up with a way to try to correct that. Well again, by knowing something about the molecular pathways, it was possible to pick one of those many, many compounds that might have been useful and try it out. In an experiment done in cell culture and shown here in a cartoon, if you take that particular compound and you add it to that cell that has progeria, and you watch to see what happened, in just 72 hours, that cell becomes, for all purposes that we can determine,almost like a normal cell.
Well that was exciting, but would it actually work in a real human being? This has led, in the space of only four years from the time the gene was discovered to the start of a clinical trial,to a test of that very compound. And the kids that you see here all volunteered to be part of this, 28 of them, and you can see as soon as the picture comes up that they are in fact a remarkable group of young people all afflicted by this disease, all looking quite similar to each other. And instead of telling you more about it, I'm going to invite one of them, Sam Berns from Boston, who's here this morning, to come up on the stage and tell us about his experience as a child affected with progeria. Sam is 15 years old. His parents, Scott Berns and Leslie Gordon, both physicians, are here with us this morning as well. Sam, please have a seat.
So I just want to say a couple more things about that particular story, and then try to generalize how could we have stories of success all over the place for these diseases, as Sam says, these 4,000 that are waiting for answers. You might have noticed that the drugthat is now in clinical trial for progeria is not a drug that was designed for that. It's such a rare disease, it would be hard for a company to justify spending hundreds of millions of dollars to generate a drug. This is a drug that was developed for cancer. Turned out, it didn't work very well for cancer, but it has exactly the right properties, the right shape, to work for progeria, and that's what's happened. Wouldn't it be great if we could do that more systematically? Could we, in fact, encourage all the companies that are out there that have drugs in their freezers that are known to be safe in humans but have never actually succeeded in terms of being effective for the treatments they were tried for? Now we're learning about all these new molecular pathways -- some of those could be repositioned or repurposed, or whatever word you want to use, for new applications, basically teaching old drugs new tricks. That could be a phenomenal, valuable activity. We have many discussions now between NIH and companies about doing this that are looking very promising.
So let me sum up. We are in a remarkable moment here. For me, at NIH now for almost 20 years, there has never been a time where there was more excitement about the potential that lies in front of us. We have made all these discoveries pouring out of laboratories across the world. What do we need to capitalize on this? First of all, we need resources.This is research that's high-risk, sometimes high-cost. The payoff is enormous, both in terms of health and in terms of economic growth. We need to support that. Second, we need new kinds of partnerships between academia and government and the private sectorand patient organizations, just like the one I've been describing here, in terms of the way in which we could go after repurposing new compounds. And third, and maybe most important, we need talent. We need the best and the brightest from many different disciplines to come and join this effort -- all ages, all different groups -- because this is the time, folks. This is the 21st-century biology that you've been waiting for, and we have the chance to take thatand turn it into something which will, in fact, knock out disease. That's my goal. I hope that's your goal. I think it'll be the goal of the poets and the muppets and the surfers and the bankers and all the other people who join this stage and think about what we're trying to do here and why it matters. It matters for now. It matters as soon as possible. If you don't believe me, just ask Sam.