mercoledì 31 agosto 2011

Sigaretta in menopausa aumenta livelli ormoni sessuali



Sigaretta in menopausa aumenta livelli ormoni sessuali
Roma, 1 set. (Adnkronos Salute) - Le donne che fumano durante la menopausa hanno livelli più elevati di ormoni sessuali, androgeni ed estrogeni, rispetto a chi non ha il vizio del tabacco. Con un tasso molto più alto per le fumatrici più accanite. Lo indica uno studio trasversale pubblicato sul 'Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism'. I ricercatori hanno eseguito analisi specifiche su 2.030 donne in menopausa dai 55 agli 81 anni. Individuando tassi elevati di estrogeni e androgeni in chi accedeva più sigarette. E visto che la presenza di questi ormoni sessuali è associata a fattori di rischio per i tumori al seno, all’endometrio e forse anche all’ovaio oltre che di diabete, secondo i ricercatori smettere di fumare aiuterebbe le donne a tenere lontane queste malattie.

Con lo sguardo afroeuropeo e non solo. L'Europa con i suoi pregi e difetti vista da un Afroeuropeo colto.


 Dal 11 al 27 paesi in pochissimi anni. Gli ultimi paesi accolti nell’Unione Europea sono la Romania e la Bulgaria. Paesi che un po’ piu’ di dieci anni fa erano collocati nel blocco sovietico, facevano parte dell’ ’URSS (Unione delle Repubbliche Socialisti e Sovietiche), e ora sono membri rispettabili dell’Unione Europea. È un bel traguardo ma è anche una sfida per una terra, l’Europa e i suoi 400 milioni di abitanti circa. Mi fà impressione sentirmi anch’io cittadino europeo, quando vent’anni fa ero solo un giovane studente africano, cittadino di una nazione come il Togo, ex colonia tedesca per 20 anni e francese per 40 anni. Ora sono cittadino afroeuropeo a tutti gli effetti e concittadini dei cittadini europei dei 27 paesi. Anche per me è unA SFIDA e un TRAGUARDO essere qui. Membro di una realtà cosi’ grossa e cosi’ importante come l’Europa.
Mi dico anche proprio  per queste sfide nuove che stanno accadendo anno dopo anno, l’Europa dovrà attrezzarsi nelle sue strutture e nelle sue istituzioni sociali, politiche, amministrative e sindacali. Perché dovrà rispondere a varie questioni che riguardano la vita, il benessere, le situazioni che stanno affliggendo i suoi cittadini, cioè Noi. Le situazioni sono sempre piu’dure e difficili, basta pensare alle condizioni lavorative dei cittadini, alla grossa questione della disoccupazione nonché alla crisi economica provocata a dire il vero dai miopi amministratori e dagli speculatori finanziari (per la maggior parte). A’ mio parere quella che sta colpendo duramente l’Europa e le sue istituzioni politiche ed economiche in questi tre anni è una crisi endogena, una CRISI, di cui le cause sono da ricercare non solo all’esterno dell’Europa, ma soprattutto all’interno.
Di fronte a queste drammatiche situazioni, l’Europa non dovrà più dare delle risposte approssimative e pressoché giuste ai problemi della gente. Dovrà mettere nella sua agenda le tre parole che in questi anni sa pronunciare bene e correttamente, ma non sa vivere e stenta a fare vivere: diritti, doveri ed opportunità.. vedremo in che modo queste tre “mots-clé” dovranno essere la chiave di volta della nuova Europa a 27 stati.
La più grande sfida per tutti noi è quella   di “apprendre à cohabiter”, di mparare a coabitare o meglio a convivere. Ognuno vicino e accanto all’altro rispettandone i ritmi di vita, i sentimenti, le espressioni, i linguaggi e la lingua, il credo sociale e religioso e dando a ciascuno le opportunità e valorizzando le capacità e i modelli di vita, ossia la “Weltanschauung”di ogni cittadino europeo e di altre nazioni. Anch’io che sono d’origine africana, possiedo il mio credo, una gamma di valori e di ideali, siano essi spirituali o politici e culturali, ma credo che non mi devo per nessun motivo rinchiudermi in essi (valori) in modo esclusivo ed escludente in difesa di non si sa quale identità culturale.
Intanto diciamo in varie lingue benvenuti, welcome, bienvenus, benvenidos, Willkommen in Europa a Cipro, Malta, Repubblica Ceca, la Slovacchia, alla Slovenia, alla Croazia,  alla Ungheria, all’Estonia, alla Lituania, alla Polonia, alla Bulgaria, alla Romania
 Nel 1957 (alla Convenzione di Roma) l’Europa che ha vissuto tra due spinte di segno opposto, ovverosia tra quella  indotta da esperienze unificanti ( il cristianesimo, l’impero carolingio, il rinascimento, l’illuminismo) e quella derivata da conflitti interconfessionali e interstatali ( le guerre di religione e i due conflitti mondiali ecc..) ha cercato di cambiare il corso della sua storia all’insegna della pace e del buon vicinato. Altiero Spinelli (italia), Jean Monnet (France), Robert Schuman (France), Charles De Gaulle (France), Conrad Adenaeur (Deutschland),   ebbero la singolare ispirazione di lavorare per la creazione di qualcosa che vada al dilà del nazionale, ma che non sia sovranale, ma che riesca a dare valore ad ogni singolo stato della Comunità Econimica Europea preceduta da CECA ( Comunità europea del Carbone e dell’aciao). Si misero in marcia, la France, Deutschland, Holland, Belgique, Italia e Luxemburg. Da cinque che erano i paesi sono passati a quindici, poi a  venticinque e ora a ventisette. Hanno adottato da dieci anni la moneta unica ed è la prima volta che degli stati scelgono liberamente la propria moneta unica. Nella mia Africa, abbiamo anche noi una moneta unica che è la FCFA (la moneta della Comunità francese di Africa, Occidentale e Centrale). 1 euro oggi equivale a 655,00 f cfa. Ma la moneta cfa non è stata scelta liberamente dagli stati africani all’indomani della loro indipendenza dai paesi colonizzatori europei. Se la sono trovati imposta dalle potenze politiche ed economiche europee, francesi per la precisione.
 La nostra moneta unica nei paesi francofoni in Africa è una imposizione neocoloniale.
  In Europa c’è stato un tentativo di realizzazione di una convenzione europea affinché ci sia una vera  Costituzione Europea (Commissione di lavoro presieduta dall’ex presidente francese Valéry Giscard D’Estaing e da Giuliano Amato). Non c’è stato nulla di fatto, per ora.
C’è comunque l’accordo Schengen per la libera circolazione dei cittadini residenti nell’Unione Europea. Personalmente considero quello dell’Accordo Schengen, la piu’ grande conquista che qualifica meglio l’idea e l’intuizione stessa della creazione dell’Unione Europea. L’Abbattimento dei confini e delle frontiere è una grande rivoluzione. Lo dico perché 21 anni, che già ero studente in Italia (fresco di arrivo dall’Africa), per potermi poi spostare dall’Italia in Francia a trovare i miei amici Oratoriani di Saint’Eustache a Parigi e quelli della Présence Africaine (Quartier Latin) dovevo sempre richiedere il visto francese presso il consolato francese a Venezia che qualche volta me lo negava. Sento ancora sul mio corpo quel dolore e quella tristezza di quella notte d’inverno del 22 dicembre 1994 quando al confine tra la Francia e la Svizzera la polizia svizzera mi fece scendere dal treno mentre dormivo. Il loro argomento era che non ero in possesso del visto per transitare per Svizzera verso l’Italia dove stavo rientrando dopo alcuni giorni a Parigi con i miei amici e sostenitori. Tristezza e umiliazione mescolate al senso di disprezzo nei confronti di questi tre poliziotti piuttosto arroganti e maleducati. Non ero un bandito, ma semplicemente cittadino immigrato, africano e nero regolarmente soggiornantr in Italia
Che tristezza per uno che pur essendo regolare in Italia non poteva uscire facilmente dallo spazio geografico in cui era confinato. Ero sempre arrabbiato per questo motivo.
Che bella, l’idea della Libera Circolazione.
Poi c’è stata quella della Moneta Unica, l’Euro. Anche qui è innegabile che anche questo è una bella Conquista. Finalmente quando devo spostare nei paesi dell’Unione, non devo piu’ andare presso la banca per chiedere il cambio delle monete. Non devo piu’ richiedere molte settimane prima né la deutsche Mark, né le Franc français. Questa fatica del cambio di moneta mi viene risparmiata anche quando ritorno in Togo e in Bénin (i miei due paesi d’origine) a trovare i miei parenti ed amici o tenere corsi agli studenti africani. A questi ultimi parlo ben volentieri dei traguardi che i cittadini europei ele loro Istituzioni hanno raggiunto nel corso degli anni. Mi vengono le lacrime agli occhi quando i n Africa parlo di queste cose, perché penso alle occasioni che i leaders africani hanno perso per realizzare una delle piu’ grandi intuizioni postcoloniali: IL PANAFRICANISMO. Una sorta di Unione Africana che era sempre stata nel sogno dei nostri padri dell’Indipendenza come Kwame N’krumah (ghana), Ahmed Sekou Touré (Guinea-Conakry), Jomo Kenyatta (kenya), Julius Nyerere (Tanzania-Zanzibar), Sylvanus Olympio (Togo), Patrice Emery Lumumba (Congo Democratico), Amilcar Cabral (Guinea-Bissau), Agosthino Neto (Angola), e altri ancora. I miei Maîtres-à-penser nella mia giovinezza africana) e ora anche in Europa.
Tornando a noi, in Europa. Devo dire che dall’idea della comunità economica si è passato, non in modo del tutto definitivo, come ci saremo augurati a quella dell’Unione di convivenza tra i cittadini. Vedo che il cammino è appena abbozzato e sarà faticoso arrivare alla metà, quella cioè dell’Eu come spazio di visibilità e di vita  degli uomini, delle donne e dei popoli che un modo o l’altro si trovano a entrarci.  Una specie di Agorà moderna che va favorita ed incoraggiata anche attraverso alcuni impegni politically correct.
 L’Europa e le sue Istituzioni dovranno favorire:
  • lo scambio culturale tra tutti i cittadini nativi, residenti o semplicemente dimoranti nell’Unione
  • creare dei luoghi dove possano avvenire questi scambi in modo naturale e senza attriti
  • mettere al centro di ogni azione dell’Unione i tre cardini su cui si fondano le convivenze tra cittadini: i diritti, i doveri (le responsabilità) e le opportunità.
  • Esigere da ogni stato appartenente all’Unione il rispetto di alcuni parametri della buona Pedagogia. Per esempio che le scuole siano di qualità e siano accessibili da ricchi e poveri; che le strutture sanitarie siano di buon livello in modo tale che garantiscono il diritto alla cura e alla prevenzione delle malattie; che gli orari di lavoro non strozzino lo spazio sociale e del tempo libero dei lavoratori e delle lavoratrici; che il salario sia equo e garantisca il potere di acquisto dei lavoratori/ci e le loro famiglie; che le informazioni per mass-media siano anche delle formazioni delle coscienze dei cittadini; garantire la tutela, il rispetto delle minoranze culturali e linguistiche che vivono nell’Unione di cui l’impegno forte e concreto di lotta contro le discriminazioni, le intolleranze, il razzismo, la xenofobia, l’islamofobia, l’omofobia,  l’antisemitismo; permettere, incoraggiare e valorizzare le diverse forme artistiche e culturali dei cittadini e delle cittadine.
  • Combattere l’omofobia sotto ogni forma e modo
  • Fare dell’Ue uno spazio concreto dove si rispettano e si valorizzano i valori e gli ideali dei membri dello spazio, compresi i cittadini immigrati dell’Unione stess. Valori ed ideali  che non dovranno essere mai disponibili ai compromessi.
  • Incoraggiare e valorizzare il ruolo e la figura delle Donne dentro l’unione Europea
  • Sostenere il passo dei bambini, creando spazi, possibilità per la crescita dei Ragazzi e delle Ragazze (sostegno alla Maternità e all’Infanzia). Nella mia Africa, si dice che i bambini rappresentano il ramo dell’albero della vita e ogni volta che vengono trascurati e violentati, la pianta non fiorisce piu’. Essa perde il profumo della primavera, i fiori appunto.
  • Valorizzare sempre di piu’ i cittadini Immigrati presenti nello spazio dell’Unione. Anche perché  da come si accoglie l’ospite, si capisce se ti vuoi davvero bene.
 Cara Europa!
 Guarda più sovente i volti delle persone tristi e allegre e presta più attenzione alle loro grida.
 Ascolta la voce dei richiedenti asilo e dei perseguitati che bussano ai tuoi confini di terra e di mare
 Ascolta la voce e le voci dei Cittadini giunti a Lampedusa e negli confini tuoi. Non abbandonarli per nessun motivo.
Dai valori alla relazione “relationship”, all’amicizia e alla fratellanza.
Dai forza e senso ai valori come il Riconoscimento delle Diversità, tutte la Diversità.
Ascolta la voce delle Tue donne, nostre sorelle, madri, compagne, amche e mogli.
Cura e guarisci le ferite degli emarginati che bussano alle tue porte e vogliono avere un briciolo del tuo pane e una goccia della tua acqua.
Cara Europea non accettare il ritorno della dittatura nel continente.
Cara Europa sotieni il passo e la lotta dei cittadini ungheresi contro la Dittatura.
 Asciuga il volto dei dannati che da qualche anno popolano le periferie delle tue città fantastiche, Londra, Berlin, Paris, Roma, Atene, Bruxelles, Amsterdam Madrid, Lisboa, Vienna,, ecc.
E quando avrai accettato il 1 maggio prossimo gli altri dieci paesi, ricordati di una cosa: le nazioni, le città e i villaggi non esistono senza i loro abitanti.
Cara Europa degli Illuministi non permettere che si facciano delle leggi per calpestare i diritti al pane, alla cura, all’educazione, all’abitazione, alla libertà di culto e della parola di nessun cittadino dimorante nei tuoi spazi.
Cara Europa le guerre e gli atti di terrore si evitano includendo le persone, non allontanandole dai tuoi fragili confini.
Europa, ti chiedo di guardare l’Africa e gli altri continenti con simpatia ed empatia nella logica appunto del destino comune tra tutti i cittadin.i
Europa non chiuderti dentro i tuoi confini, guarda oltre le tue frontiere e fai tesoro degli intramontabili tesori che ti offrono gratuitamente: l’Africa, l’Asia, le Americhe e l’Oceania.
 Cara Europa, sii saggia. Non perdere la tua Memoria e quella tua gente.
 Cara Europa ricordati della tua gente in diaspora e la gente in esilio ed in immigrazione nei tuoi territori.
 Hello Europa, valorizza i tuoi anziani e ogni volta ricordati questo detto africano: “L’Anziano che muote è una biblioteca che brucia”.
 Cara Europa, vorrei anche dirti che non abbiamo bisogno di senofobi, dei politici bugiardi e falsi..
Non abbiamo bisogno di furbi, di disonesti, di razzisti e dei mediocri.
Cara Europa, fai ritornare l’Amore per la Cultura, la compagna esistenziale di ognuno di noi. Cara Europa abbiamo bisogno delle tue conquiste democratich che ti hanno reso Grande, Forte e Coesa soprattutto dopo la guerra provocata dal nazifascismo.
 ara Europa ricordati delle tue numerose religioni, fedi  e spiritualità delle donne e degli uomini dei tuoi territori.
 Europa, madre nostra, ti chiediamo di non sostenere piu’ né in Africa né altrove le Dittature che stanno estinguendo le popolazioni povere d emarginate della terra.
 Cara Europa, madre e sorella, se posso consigliarti, ti devo quest’ultima cosa: “Metti al primo posso la dimensione dell’Essre rispetto all’Avere”. Se puoi.
 Buon cammino a Te cara  Europa!
 (Jean-Pierre Sourou Piessou, afroeuropeo)

Manovra, respingere l'attacco all'art. 18 Statuto lavoratori


L’ARTICOLO DA RITIRARE
 Massimo D’Antoni   29/8/2011
L ’attacco all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, quello che sanziona il licenziamento ingiustificato, non è una novità per Berlusconi.......... La soluzione prevista dall'art. 8 del decreto legge della manovra, che consente alla contrattazione aziendale di derogare ai limiti posti dallo Statuto dei lavoratori, è particolarmente maldestra.Come ha spiegato il senatore Pietro Ichino, i risultati prevedibili della sua applicazione sarebbero un aumento del contenzioso e la creazione di ulteriori disparità tra lavoratori. Insomma, un intervento che potrebbe al più soddisfare quei liberisti che vedono lo scardinamento del diritto del lavoro come un obiettivo in sé auspicabile.Più in generale, ci sono due ordini di ragioni che giustificano una forte opposizione a tale norma e la richiesta della sua cancellazione.............La prima ha a che vedere con il presupposto di fondo dell'intervento: l'idea che l'aumento della produttività passi per una maggiore licenziabilità e la conseguente modifica dei rapporti di forza all' interno dell'impresa; e che il prevedibile aumento nella diseguaglianza delle retribuzioni possa determinare migliori incentivi per i lavoratori.Evidentemente l'esito di 15 anni di riforme in direzione di una progressiva deregolamentazione del mercato del lavoro non è bastato a scalfire certe convinzioni. Non ci riferiamo soltanto ai costi umani della maggiore precarietà, ma al fatto che l'aumento della flessibilità non ha portato agli sperati aumenti della produttività.Il perché non è difficile da spiegare, una volta che si comprenda che la produttività del lavoro è principalmente l'effetto di investimenti, realizzati sia dall' impresa che dal lavoratore, in capitale fisico e soprattutto umano; investimenti che comportano in molti casi l'acquisizione di competenze specifiche all'impresa. È chiaro che maggiore è la precarietà, minore sarà l'incentivo ad investire per entrambe le parti.  La via della flessibilità può sembrare una soluzione più a portata di mano per aumentare la competitività, in quanto scarica all'esterno dell' impresa parte dei rischi e consente, complice il vantaggio in termini di obblighi previdenziali, il contenimento dei costi del lavoro.Ma si tratta di benefici di corto respiro, che non favoriscono certo quella riqualificazione produttiva di cui il Paese ha un disperato bisogno. Ben più convincenti semmai altre strade, come quella di prevedere, insieme ad un giusto grado di flessibilità «interna» e a forme innovative di coinvolgimento del sindacato, incrementi salariali a livelli programmati, in modo da aumentare il premio per le imprese più innovative penalizzando quelle meno efficienti. E veniamo così alla seconda ragione per cui è importante opporsi all'articolo 8 della manovra. Una ragione più legata alla fase specifica in corso, ma non per questo meno cruciale. Si tratta della consapevolezza che la drammaticità del momento richiede spirito di collaborazione tra i soggetti interessati, per ricondurre il Paese su un sentiero virtuoso di crescita, rigore e responsabilità.Solo cercando soluzioni il più possibile condivise, e non alimentando un clima di risentimento e di diffidenza di tutti contro tutti, sarà possibile distribuire in modo equo i sacrifici necessari.L'appello comune delle parti sociali del 27luglio («Un patto per crescere») era un segnale importante nella direzione giusta, che rischia di essere vanificato dall'ennesimo ricorso a quella che è stata efficacemente definita strategia della divisione.È chiaro che ci sono sensibilità, visioni e interessi diversi in gioco; compito di un governo responsabile dovrebbe essere quello di fare sintesi e definire le priorità minimizzando i constrasti, non quello di giocare col fuoco dello scontro ideologico, cullandosi nella propria illusione di autosufficienza.

Telefoni cellulari: valutazione dei possibili rischi ed effetti correlati all'uso


30/08/11,10:30, Novita a cura di Paolo Spriano da UNIVADIS
Nel mondo ci sono 5 miliardi di telefoni cellulari funzionanti. La proliferazione dell'uso del telefono cellulare riporta periodicamente l'attenzione dei ricercatori sul problema degli effetti da radiofrequenza modulata dei campi elettromagnetici (RF), in particolare sui possibili effetti cancerogeni. Ad oggi i risultati degli studi epidemiologici sul rapporto tra cellulari e tumori cerebrali hanno ottenuto risultati contraddittori con solo alcuni studi di ricerca che hanno documentato un aumento del rischio. Il timore è che i campi elettromagnetici da radiofrequenza prodotti dai telefoni cellulari possano influire sul cervello e su altri tessuti perché questi dispositivi portatili sono utilizzati di solito tenendoli vicino alla testa, quindi alla fonte di emissione delle RF.In un recente documento pubblicato sul tema l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma che l'uso del telefono cellulare deve essere considerato "possibilmente cancerogeno". Questa affermazione si basa su prove di evidenza limitate ma sufficienti a inserire le RF nella categoria 2B della classificazione IARC. The Lancet Oncology 1ha pubblicato il report OMS completo del gruppo di lavoro che ha preso in considerazione diversi studi, tra i quali lo studio INTERPHONE pubblicato nel 2010, che ha mostrato come in generale coloro che hanno utilizzato un telefono cellulare sembravano avere un rischio lievemente inferiore di sviluppare il glioma rispetto ai controlli. Tuttavia, quando i ricercatori hanno considerato tra tutti gli utenti di telefoni cellulari, quelli con un'esposizione totale >1640 ore, era evidente un aumento del 40% del rischio vs i non utilizzatori. C'era anche qualche indicazione di maggior rischio per l'esposizione ipsilaterale e per i tumori nel lobo temporale, dove l'esposizione a RF è stato maggiore. Il gruppo di lavoro ha inoltre esaminato un'analisi combinata degli studi svedesi che dimostrano come i partecipanti che aveva usato un telefono cellulare per più di un anno hanno avuto un aumento del 30% del rischio di glioma vs i non utilizzatori. Il rischio aumentava con l'aumentare del tempo dal primo utilizzo e con il tempo totale delle chiamate, raggiungendo un hazard ratio di 3,2 per più di 2000 ore di utilizzo, e l'uso ipsilaterale era anche associato ad un rischio più elevato. Tuttavia, uno studio danese, che ha analizzato i tassi di neoplasia e abbonamenti per telefoni cellulari dal 1982 e il 1995, non ha mostrato alcun aumento del rischio di glioma o altri tumori al cervello tra gli utenti di telefoni cellulari. Così come una serie di studi caso-controllo precedenti e più piccoli ha dimostrato nessuna correlazione. Alla luce di questi risultati divergenti e data la limitata evidenza nell'uomo e negli animali sperimentali, la commissione IARC ha concluso che i campi elettromagnetici da RF dovrebbero essere classificati come "possibilmente cancerogeni per l'uomo" con classificazione nel Gruppo 2B. In sintesi le prove sono sufficienti a destare preoccupazione, ma non sono conclusive.Nello studio pubblicato sul Journal of American Medical Association 2, i ricercatori hanno trovato che l'uso di un telefono cellulare per non più di 50 minuti alla volta sembra influenzare il metabolismo del glucosio cerebrale nella regione più vicina all'antenna del telefono. Per dimostrare l'incremento del metabolismo glucidico nella corteccia orbitofrontale e nell'area temporale del cervello è stata usata la tomografia ad emissione di positroni (PET) durante l'uso del telefono cellulare. Non è chiaro se questo aumento del metabolismo del glucosio sia una cosa positiva o negativa, pur essendo ipotizzabile un effetto positivo in certe situazioni terapeutiche, ma in realtà al momento non si conosce il significato clinico di questo risultato.
Gli ulteriori rilievi del OMS riguardano i telefoni cellulari di terza generazione (3G) emettono circa 100 volte meno energia a RF rispetto ai telefoni a sistema globale di comunicazione mobile (GSM). Inoltre la potenza di uscita media dei sistemi wireless bluetooth hands-free è stimata essere inferiore di circa 100 volte rispetto a quella dei telefoni cellulari. La preoccupazione non si estende ai telefoni cordless, comunemente utilizzati nelle case, che operano a circa 1/600 della potenza dei telefoni cellulari. In conclusione anche se non c'è consenso tra i medici e gli scienziati circa la gravità del rischio, o addirittura se ne esiste uno, da tempo agenzie regolatorie come la FDA forniscono alcune raccomandazioni per gli utenti di telefonia cellulare come: riservare l'uso per conversazioni brevi o quando non è disponibile una linea fissa; utilizzare un dispositivo vivavoce che permette di aumentare la distanza tra il telefono cellulare e il cervello. Atteggiamenti ragionevoli se si considera che il tessuto cerebrale non è inerte alle RF.
Bibliografia
  1. Baan R et al on behalf of the WHO International Agency for Research on Cancer Monograph Working Group Carcinogenicity of radiofrequency electromagnetic fields Lancet Oncol 2011;12:624-6
  2. Wolkov N et al Effects of Cell Phone Radiofrequency Signal Exposure on Brain Glucose Metabolism JAMA 2011;305:808-14
07-13-UNV-2011-IT-5755-W

martedì 30 agosto 2011

Per vincere la crisi e sconfiggere i nuovi nazionalismi serve un’azione comune dei grandi partiti europei


dal sito di Romano Prodi
Si muova il Parlamento
Appello all’Europa per vincere la crisi
Articolo di Romano Prodi su Il Messagero del 21 Agosto 2011
La settimana che ci sta alle spalle rende evidente che il  mondo è senza governo. Su questo dovremo purtroppo ritornare più volte nelle prossime settimane. Oggi vorrei limitare la mia attenzione al caso europeo, non solo perchè l’Europa è il nostro costante punto di riferimento ma anche perchè, nonostante tutte le sue difficoltà, essa rimane la realtà economica più importante del pianeta in termini di Pil, di produzione industriale e di esportazioni.E’ bene a questo proposito essere chiari e sinceri: l’Unione Europea non sta funzionando. Negli ultimi anni si è progressivamente trasferito il potere di decisione dalla Commissione verso gli Stati membri e gli organismi di Bruxelles sono stati via via emarginati fino a diventare sostanzialmente irrilevanti. Tutto questo per venire incontro alla volontà dei nuovi leader, sempre più legati ai valori nazionali e meno sensibili nei confronti della costruzione europea. Questo processo ci è stato presentato come un passaggio necessario perchè l’Unione Europea potesse essere più efficiente e più vicina ai cittadini. Le esperienze degli ultimi anni, e soprattutto le difficili vicende degli ultimi mesi, dimostrano il contrario.La rinazionalizzazione delle politiche europee non ha portato la UE vicino ai cittadini e nemmeno ne ha reso più comprensibili le decisioni. Il motore franco tedesco, che è sempre stato il necessario strumento per aggregare la volontà di tutti i membri dell’Unione, è diventato un dialogo chiuso ed esclusivo nel quale la Francia spende tutta se stessa nello sforzo di presentarsi uguale alla Germania, mentre quest’ultima si preoccupa principalmente di dimostrare ai suoi cittadini di essere lei a tenere in mano il destino dell’Europa senza però volerne assumere il peso. Tutto ciò mentre gli altri venticinque Paesi svolgono sostanzialmente il ruolo di spettatori e spesso non sono nemmeno al corrente degli orientamenti dei due “Paesi guida”. Un ruolo non certo gradito ma tuttavia fino ad ora tollerato nell’illusione che quest’assetto così anomalo e verticistico fosse tuttavia capace di prendere le decisioni necessarie per il nostro futuro.La grande crisi ha dimostrato il contrario. Abbiamo avuto vertici su vertici, nei quali le decisioni, anche quelle che andavano nella via giusta, sono sempre state prese in ritardo è, il più delle volte, si sono soprattutto rivolte a salvaguardare il ruolo politico dei due Paesi e a proteggere i loro sistemi bancari e finanziari. Non quindi una leadership rivolta all’interesse collettivo, come dimostra l’atteggiamento negativo nei confronti dell’eurobonds e di tutti gli strumenti necessari per costruire una politica europea. Per raggiungere quest’obiettivo si è progressivamente indebolito il ruolo della Commissione Europea che era stata concepita per rappresentare gli interessi collettivi dei Paesi europei e non si è nemmeno concesso un ruolo concreto alle nuove strutture nate dal trattato di Lisbona. Persino l’ultimo vertice, che pure si è svolto in uno dei momenti più drammatici della crisi economica, ha finito col limitarsi a soluzioni minori, rinviandone nel tempo l’applicazione concreta. Non dobbiamo perciò sorprenderci che, anche per la concomitanza delle cattive notizie sull’economia mondiale, la risposta a questa ennesima delusione sia stato il crollo dei mercati e l’aggravamento della crisi. Al di là dei complicati aspetti tecnici, sui quali potremmo discutere per mesi e mesi, è doveroso arrivare ad una semplice conclusione: siamo senza un governo europeo. Mancando di una strutture stabile e forte che si faccia carico degli interessi generali e dei problemi di lungo periodo, viviamo appesi agli interessi, spesso fra loro contradditori, di Francia e Germania. A questa crisi politica occorre dare una risposta politica. Oggi, in Europa, questa risposta non può che venire dal Parlamento. E’ venuto perciò il momento di fare appello ai deputati europei perchè si rendano protagonisti di una nuova fase della vita delle istituzioni comunitarie. I membri del Parlamento debbono fare capire ai loro governi che essi, pur avendo indebolito le strutture soprannazionali, non hanno ormai alcun potere in Europa. E debbono spiegare alle opinioni pubbliche tedesche e francesi che nel mondo globalizzato non ci si può salvare da soli e che questo direttorio zoppo ci porta verso l’irrilevanza. Tale direttorio, pressato dai problemi politici ed elettorali dei due Paesi, non è più in grado di farsi carico degli interessi comuni. La fase storica nella quale il Consiglio europeo si è limitato a “informare il Parlamento” è arrivata ormai al suo termine. L’Europa ha bisogno di entrare in una nuova fase, nella quale il Parlamento si faccia carico dei problemi comuni e indichi ai governi la strada da percorrere.Pur con i loro limiti e le loro diverse sensibilità, i grandi partiti europei si rendono conto dell’abisso verso cui stiamo marciando. A loro si chiede di trasformare questa consapevolezza in un’azione comune. In un progetto che, superando i nuovi nazionalismi, ci renda capaci di vincere la crisi e ritornare protagonisti nella scena mondiale.
orso castano: Romano Prodi e' un politico dallo sguardo ampio , panoramico e , sopratutto, lungimirante. Le ultimissime vicende riguardo la libia , di appoggio non del tutto disinteressato, anzi molto interessato , stanno mostrando che in Europa ciascuno , in ordine sparso, costruisce accordi bilaterali con le nazioni della"primavera" per trarne vantaggio. Occorrerebbe invece una sorta di Piano Marshall elaborato da tutta l'Europa per il risollevamento economico dell'Africa del Nord. Questo bilateralismo d'accatto , dietro il quale ci sono come al solito gli amici degli amici, mostra tutta la debolezza dell'Europa e rischia di lasciare geopoliticamente le cose come stanno. Cui prodest?

envia el diablo la tristeza







le  foto in bianco e nero sono di Gabriella Camerotti 

1 sigaretta fumata da una donna fa male come 5 per un uomo , da "la stampa"

Rischio molto più forte ma sottovalutato e le fumatrici crescono
PARIGI
Una sigaretta fumata da lei è velenosa quanto 5 bruciate da lui. In altre parole, per procurarsi gli stessi danni di un uomo che fuma un pacchetto da 20 al giorno, alla donna bastano 4 sigarette. .............

Bankitalia : manovra che non rilancera' l'economia, ma la deprimera' abbassando consumi e sviluppo


Bankitalia (Adnkronos)

ultimo aggiornamento: 30 agosto, ore 11:28
Roma - (Adnkronos/Ign) - Il vice direttore generale Ignazio Visco: ''Eventuali cambiamenti dovrebbero andare nella direzione di ridurre il peso degli aumenti delle entrateCrescita sotto l'1% nell'anno in corso e più debole nel 2012, nel 2014 pressione fiscale record: 44,5 per cento''. Manovra, ecco le modifiche: via le Province e metà dei parlamentari. Tremonti: ''Molto bene''. A Milano sindaci in piazza contro i tagli Bce: ''Restano forti incertezze e crescita sarà modesta''. Confcommercio: ''Consumi fermi, 17 regioni sotto i livelli del 2000"
orso castano : c'e' da augurarsi che le fosche previsioni di Bankitalia non si avverino, ma , purtroppo, non ci sono elementi rassicuranti in merito

Gb, si pensa a visite mediche tramite Skype


da UNIVADIS del 30/8/2011  
Gb, si pensa a visite mediche tramite Skype
Roma, 29 ago. (Adnkronos Salute) - Visite mediche 'virtuali' grazie al software per computer e telefonini Skype: collegandosi col proprio 'camice bianco', lui dirà cosa fare in caso di blandi disturbi, oppure se è il caso di recarsi al suo studio. E' l'ipotesi al vaglio del Sistema sanitario nazionale britannico, come ha raccontato al 'Times' il direttore medico Bruce Keogh.Per Keogh il Nhs (National Health Service) d'Oltremanica ha bisogno di una svolta tecnologica, e i consulti on line sono il primo passo: "Aprirerebbero le porte a un servizio 24 ore su 24, sette giorni su sette - sottolinea - e abbatterebbero le barriere geografiche con cui molti pazienti devono fare i conti. Ma ci vorrà del tempo prima che ci si possa avvalere delle ultimissime tecnologie disponibili". L'idea è stata accolta con 'riserva' dalle associazioni di pazienti e di medici: secondo Katherine Murphy, chief executive di Patients Association, la proposta andrebbe inserita nel "giusto quadro. Se si soffre di un rash cutaneo e lo si mostra tramite telefonino o computer al proprio medico, lui potrà dirci cosa fare, se andare all'ospedale o meno. Ma questa opzione non deve diventare un modo per ridurre il tempo che i medici dedicano ai propri pazienti"
orso castano :l'idea sicuramente innovativa, idea e' sicuramente molto interessante , ovviamente vanno id    attentamente valutate le patologie ed il momento del trattamento (se si tratta di chiedere precisazioni su una terapia, se si tratta di verificare il funzionamento o meno di alcune particolari terapie, o colloqui psichiatrici per disturbi minori  che richiedono  prevalentemente colloqui di sostegno, ecc) . Insomma bisogna valutare caso per caso e , sopratutto, come giustamente dice l'articolo "questa opzione non deve diventare un modo per ridurre il tempo che i medici dedicano ai propri pazienti" anzi direi il contrario

domenica 21 agosto 2011

DISOCCUPAZIONE. Secondo Unioncamere il 2011 si chiuderà con lo 0,7 per cento di posti in meno.

Più di duecento richieste per un posto da vigile urbano ad Opera. Non sono solo i giovani del paesino dell’hinterland milanese a voler concorrere, le domande provengono da tutta Italia. Ormai siamo abituati a questo genere di notizie e sembra che dovremo farci il callo, dato che secondo Unioncamere il 2011 si chiuderà con una perdita di 88mila posti, pari allo 0,7 per cento del lavoro dipendente. Dai dati Censis Unipol emerge che, tra le famiglie di under 35 , solo 3 su 10 riescono a risparmiare. clicca su titolo

ecoraccolta : si puo' fare


Raccolta differenziata: in Norvegia i rifiuti si vendono al supermercato , clicca su titolo

sabato 20 agosto 2011

da Valigia blu'. Anna Hazare: digiuno, facebook e twitter. Il nuovo Gandhi ai tempi dei social network


"Il sogno dell'India come una nazione forte non si realizzerà senza villaggi autosufficienti, questo si può ottenere solo con l'impegno sociale e il coinvolgimento dell'uomo comune." (A. Hazare) ANNA HAZARE ha 73 anni. I suoi seguaci lo chiamano il "secondo Gandhi". L'attivista non-violento, che ha creato uno dei più vasti movimenti di protesta dai tempi dell'indipendenza dell'India, porta avanti la sua lotta alla corruzione con lo sciopero della fame. Ma India contro la corruzione è un movimento potentissimo anche sui social media. Soprattutto su facebook e twitter. La corruzione in India e la protesta di Hazare La corruzione in India è a tutti i livelli, politici e burocratici. Soffoca il Paese da anni, è dal 1968 che si cerca di dare vita inutilmente a un'agenzia anti-corruzione. Un terzo dei parlamentari è incriminato (ricorda qualcosa?). E dopo anni di immobilismo e di rassegnazione, Hazare è riuscito mettere in moto le proteste. Prima la rete con il sito I PAID A BRIBE (ho pagato una mazzetta) in cui si invitano le persone a denunciare tentativi di corruzione. "Poi, - come ha scritto VALERIA FRASCHETTI su Repubblica - con la mobilitazione di piazza, di cui Harare era destinato a essere il leader naturale. Attivista di lungo corso di formazione gandhiana, famoso per aver trasformato un villaggio del suo Stato, il Maharashtra, in una comunità ecosostenibile modello, nel suo curriculum vanta una ventina di anni dedicati a lottare contro casi di corruzione locali. Finché ad aprile ha portato la sua crociata a Nuova Delhi e iniziato il suo primo sciopero della fame per chiedere la creazione del "Lockpal", sorta di super-garante indipendente che vigili e giudichi sulla corruzione. La protesta s'è conclusa dopo 100 ore con la clamorosa capitolazione del governo, che ha acconsentito alla creazione di una commissione che redigesse la legge. Solo che, quando qualche settimana fa il testo è stato reso pubblico, non è affatto piaciuto ad Hazare e al suo popolo". Il 16 agosto Hazare è così tornato in piazza e, dopo aver rifiutato le condizioni della polizia, che imponevano un digiuno limitato a tre giorni e un numero chiuso di 5 mila persone nel parco dove si doveva tenere la protesta, è stato arrestato. Da poche ore il nuovo Gandhi HA LASCIATO LA PRIGIONE e sta per iniziare il digiuno pubblico di 15 giorni. Quanto è potente Hazare su facebook e twitter? Il sito AFAQS ha decodificato il potere di Hazare e del movimento India Against Corruption sui social media. Su facebook sono nate negli ultimi mesi più di 150 pagine relative a "Anna Hazare"e "India Against Corruption" . A quanto pare le pagine non sono state create dal team ufficiale di Hazare ma da "fan" che sostengono la causa. Per esempio una delle pagine "JOIN ANNA HAZARE'S FAST TO BRING THE JAN LOKPAL BILL" creata da un utente di Mumbai ha più di 38mila iscritti. La pagina ufficiale INDIA AGAINST CORRUPTION ha oltre 378mila fan con oltre 60mila iscritti negli ultimi 17 giorni. I dati analizzati da BUZZREF.COM sono molto indicativi: la pagina ha ottenuto oltre 71mila mi piace e 13mila commenti per soli 170 post pubblicati nel mese di agosto. Il sito mette a confronto questi dati con quelli di MTV India, che ha 2,9 milioni di fan e ha ricevuto nello stesso periodo 21mila like per 59 post. Il potere 2.0 di Hazare è evidente anche su twitter. Tantissimi utenti hanno inviato messaggi di solidarietà ad Hazare. Negli ultimi due giorni gli argomenti più discussi su twitter in India sono stati: 'Anna Hazare' e 'Jan Lokpal'. L'hashtag #isupportannahazare è stato quello più usato il 17 agosto con oltre 8000 tweet. Più di 9000 tweet hanno usato l'hashtag #Janlokpal tra il 16 e il 17 agosto. Secondo Topsy.com, circa 15.000 tweet che citano Anna Hazare sono stati pubblicati negli ultimi due giorni. La forza dell'account twitter ufficiale del movimento @Janlokpal è aumentata notevolmente negli ultimi due giorni. Il punteggio KLOUT di @janlokpal è salito da 68 a 74 dal 15 al 17 agosto; è grande punteggio, se si considerano i punteggi Klout di alcuni tra gli account più influenti in India su Twitter, come quello del Dalai Lama @DalaiLama che è 86. E non sono solo persone comuni che twittano a sostegno di Anna, ma anche persone influenti, come Anupam Kher (@AnupamPkher, Klout 78), Shekhar Kapur (@shekharkapur, Klout 72), stanno contribuendo con i loro post ad accrescere il potere di Anna sui social media. Dunque è evidente che il movimento sta acquisendo sempre più forza anche in rete. Ma come sempre quello che conta in rete e fuori la rete è la credibilità. E la storia di Hazare parla da sola. Arianna Ciccone @valigia blu - riproduzione consigliataanna-hazare.jpg