venerdì 29 gennaio 2010

la neurogenomica frenera' il deterioramento cerebrale ? L'uomo bionico e' la risposta ai problemi di questo secolo?

da Nova del 28/1/10 , di Hub Zwart , Direttore del Centro Societa' e Genomica dell'Universita' dello Nijme.

...........Gli aspetti principali che stanno emergendo della nuova "tecnoscienza" sono rappresentati da biomimesi, pervasività e convergenza.
La biomimesi e relativa alla tendenza a copiare i processi e i materiali che la natura stessa ha sviluppato, testato e migliorato nel corso dell'evoluzione, .giù fino ai livelli minimi delle biomolecole. Questo apre prospettive senza precedenti per l'integrazione ottimale di apparati e materiali (come ibio-impian-ti) nei sistemi naturali (come il corpo e il cervello umano), ma provoca anche una pletora di dibattiti, hi particolare relativi all'evoluzione umana. L'obiettivo ultimo è quello di reintegrare la tecnosfera nella biosfera, in modo che i due mondi diventino quasi indistinguibili.
La pervasività riguarda non solo la compenetrazione dei settori di ricerca coinvolti (sostenendo quelle aree di ricerca hi cui esperti nelle diverse tecnoscienze collaborano per affrontare temi comuni), ma anche la tendenza delle tecnoscienze a permeare la società, la vita uma--na e l'esistenza quotidiana in misura maggiore rispetto al passato e viceversa: l'onnipresenza della società (attraverso regole etiche, politiche di finanziamento, dibattiti morali e aspettative sociali) nei labora-tori di ricerca.
La convergenza comprende la tendenza in base alla quale i confini tradizionali tra discipline, ma anche tra ricerca di base e applicata o tra tecnologia e scienza, sono sempre più difficili da mantenere dal momento che le pratiche .della ricerca convergono in network internazionali di ampia portata che si occupano di temi complessi e di estrema rilevanza, come la comprensione del nostro cervello.
Negli ultimi anni la ricerca sul cervello, insieme alla computer science, alla tecnologia di imaging e alla genomica, è emersa come un'area rivoluzionaria che attira l'attenzione degli scienziati ma anche dell'opinione pubblica e dei media, non solo per gli spettacolari risultati conseguiti, ma anche per le diverse opzioni di progresso umano che si aprono. Sta avendo un impressionante impatto sul modo in cui noi vediamo noi stessi. Più di ottant'anni fa Sigmund Freud scoprì che noi non siamo padroni in casa nostra, poiché il nucleo profondo di pensieri, emozioni e reazioni è di natura inconscia: «Tendevamo a ignorarlo alla stregua di un'"offesa narcisistica" (inorgogliendoci dell'idea che siamo soggetti autonomi, i gestori della nostra vita), ma adesso stiamo davvero iniziando a comprendere come funziona il nostro cervello. Abbiamo iniziato ad aprire questa camera oscura in cui luce e suono possono penetrare attraverso minuscole aperture negli occhi e nelle orecchie. Gli sviluppi della società come l'invecchiamento finiranno per rendere la neurogenomica un settore estremamente rilevante, non solo per affrontare i problemi legati alla degradazione neurologica (Alzheimer, Parkinson), ma anche in seguito alle opportunità di prevenzione, della capacità di ciascuno di gestire la propria salute, incoraggiando a contrastare attivamente il deterioramento fisico e mentale con uno di stile di vita adeguato quando si è ancora in salute.
Se il genoma può rivelare i nostri punti di forza e di fragilità, la ricerca cerebrale può farci capire la nostra capacità di rimanere all'altezza delle attese e delle richieste legati alla vita hi quegli ambienti tecnosociali avanzati chiamati civiltà. Piuttosto che indurre la "medicalizzazione" - trasformando tutti gli individui  in pazienti -, la genomica induce i singoli ad adottare un approccio imprenditoriale nei confronti della vita, incitandoli a considerare il loro genoma come il loro capitale, calcolando e prevenendo opportunità e rischi, e investendo nei progetti della loro vita, dalla carriera professionale alla procreazione, sulla base di bioinformazipni personalizzate. Allo stesso tempo la neurogenomica rivela l'enorme complessità dei nostri genomi e dei cervelli, che limita le possibilità di manipolazione di cervelli e corpi. Quindi i messaggi che provengono dai laboratori di ricerca sono complessi e piuttosto paradossali. Una cosa è comunque chiara. Il desiderio di conoscere (noi stessi) è guidato dal desiderio di cambiare e di migliorare (noi stessi). Gli esseri umani, sia a livello collettivo che individuale, hanno sempre lavorato su di loro, migliorandosi con l'allenamento e l'istruzione, ma anche facendo ricorso a protesi come gli occhiali e tessuti ossei artificiali.
La neurogenomica può schiudere nuove opportunità di progresso : Jèr per esèmpio contrastando fragilità e rischi in maniera preventiva, combinandosi con l'uso di psicofarmaci o bioimpianti, per permettere al corpo di produrre neurotrasmettitori specifici in grado di prevenire o almeno di ritardare il deterioramento cerebrale. Inizialmente le nuove tecnologie saranno applicate a individui che svolgono determinate professioni come atleti professionisti o soldati, permettendo loro di rispondere in maniera più rapida ai segnali o di avere bioimpianti negli occhi hi modo da visualizzare radiazioni infrarosse (calore umano) nel buio.
Questi individui faranno da pionieri del nostro futuro dal momento che le tecnologie biomimetiche invaderanno il loro corpo e il loro cervello. Allo stesso modo i topi di laboratorio possono essere considerati alla stregua di pionieri biotech che esplorano i nostri orizzonti biomedici. Non solo perché sono afflitti dai problemi che noi stessi siamo destinati a soffrire nel prossimo futuro, ma anche in termini di prospettiva di evoluzione. Chiunque visiti un laboratorio di ricerca animale può ben citare quello che disse un giornalista americano dopo aver visitato l'Unione Sovietica all'apogeo dell'utopia tecnoscientifica: «Ho visto il futuro e funziona». O, per usare una famosa citazione'di Friedrich Engels, le tecnoscienze stanno finalmente evolvendo «dall'utopia alla scienza».

orso castano : ma i rischi che comportano alcune scoperte sono importanti tanto quanto le stesse scoperte. Ma in questo mondo dalle "magnifiche sorti e progressive" si celebra con enfasi la supertecnologia coerente con un mercato globale che spinge in questa direzione. Si continua pero' a morire di fame  e di guerre assurde. Le emigrazioni di massa , quasi bibliche, verso la speranza di una vita civile, aumentano sempre di piu' , ma spesso finiscono al sole dannato di un deserto che puo' dare la morte. Ma il mito dell'uomo bionico seduce  e trionfa nelle puntuali celebrazioni mediatiche.


SIDNEY BRENNER : per una biologia sistemica , utilizzando l'informatica


Dobbiamo rifondare la biologia, e tutta la biomedicina che ne deriva, a partire dallo studio della complessità. È l'avvertimento – ma anche l'ambizione – di Sydney Brenner, Nobel per la medicina che, a 82 anni, tenace come solo i sudafricani sanno esserlo, si sta gettando in una nuova avventura.........«Oggi abbiamo bisogno di una teoria della complessità dei sistemi biologici – spiega – perché in realtà gli organismi che studiamo sono molto semplici, ma sono in grado di agire rispondendo al contesto. E sono i dettagli di questa interazione a fare la differenza». Il primo passo è accordarsi sulla definizione di complessità: «Molti la spiegano dicendo che il tutto è più della somma delle parti, ma la citazione corretta di Aristotele è che il tutto è più della somma delle parti studiate separatamente. Già migliaia di anni fa il filosofo greco aveva intuito la potenza dell'interazione che oggi cerchiamo di chiarire con organismi modello come la mosca della frutta Drosofila o il C. elegans». Oggi però, secondo il Nobel, possiamo spingerci oltre questi modelli imperfetti del nostro organismo e, grazie alla sovrabbondante potenza di calcolo offerta dall'informatica, studiare direttamente nell'uomo i meccanismi della biologia........ogni giorno milioni di medici completano milioni di misurazioni che potrebbero essere utili alla scienza, ma vanno semplicemente a ingrossare registri – spiega Brenner –. Quello che serve è un cambio di paradigma, un approccio nuovo che ci permetta di ribaltare il problema». La ricerca biomedica oggi assomiglia a un ambiente nel quale un musicista, chiuso in una stanza è impegnato a suonare la batteria di fronte a una selva di microfoni, mentre nella stanza a fianco, migliaia di scienziati cercano di capire come è costruito e com'è fatto quello strumento semplicemente ascoltandone il suono............Per la medicina questo salto di paradigma si traduce nel passaggio da un approccio riparatore a una prevenzione basata sulla conoscenza. I primi frutti stanno già arrivando negli ospedali. Leroy Hoods, biologo e grande amico di Brenner, che siede nel consiglio scientifico del suo Institute for Systems Biology di Seattle, ha trovato investitori che hanno riversato oltre 45 milioni di dollari nello spin-off Integrated Biosystems che a partire dal 2010 commercializzerà uno dei primi test clinici che utilizzerà gli esami del sangue come una finestra per tutta la salute dell'organismo. «Tutti auspicano l'arrivo di questa medicina personalizzata, ma la sua prima conseguenza sarà una rivoluzione culturale – avverte Brenner –, dovremo cambiare la nostra visione della medicina e abbandonare l'idea che possiamo fare ciò che vogliamo perché poi una pillola ne riparerà i danni. Andiamo incontro a una medicina personalizzata, ma nella quale ognuno sarà anche più responsabile della sua salute».

Fiat, Termini Imerese: operai sul tetto per l'ottavo giorno (da L'Unione Sarda, clicca)

"Siamo provati dalla stanchezza ma continueremo la nostra lotta e rimarremmo qui anche la prossima notte", dice Tommaso La Bua, uno dei i 13 operai della Delivery Mail che da martedì scorso sono su uno dei tetti dello stabilimento Fiat di Termini Imerese. Hanno ricevuto dalla ditta una lettera di licenziamento a partire dal primo febbraio. "Non intendiamo mollare - aggiunge Francesco Nasca - noi chiediamo solo di non perdere il nostro posto di lavoro".

Mercoledì 27 gennaio 2010 14.44

farmacologia : la biologia "sistemica" come metodo innovativo per nuovi farmaci



di Gilberto Corbellini , da Domenica del sole24ore del 15nov09
L'incontro dedicato alla network pharmacology che si terrà venerdì 20 novembre all'Istituto Superiore di Sanità, che lo ha organizzato insieme alla Fondazione Sigma Tau, sarà l'occasione per fare il punto, anche in Italia, sulle nuove idee che stanno rivoluzinando là logica della ricerca farmacologica. Terminato il Progetto Genoma Umano, e mentre le varie "omiche"(protéomica, trascrittomica, mètabolomica, epigenomica, "ambientomica" eccetera) continuano ad accumulare masse ingenti, e ormai quasi ingovernabili di dati, si cercano modelli sistèmici per dare un senso conoscitivo a quelle che per ora sono quasi solo mere informazioni E l'impatto di questi sviluppi per la farmacologia saranno rilevanti e ne discute in un anno che ha un significato storico non da poco per la farmacoterapia.


Un secolo fa, di questi giorni, nel laboratorio dell'immunologo e chimico Paul Ehrlich, a Francoforte sul Meno, c'era, infatti, grande eccitazione. Nemmeno un anno era trascorso dal Nobel per i suoi studi immunologia, ed Ehrlich aveva fatto fare alla medicina un altro balzo avanti epocale, trovando conferma alla sua gia' geniale idea della chemioterapia, enunciata nel 1906. Ai primi di Settembre del 1909 aveva osservato che le lesioni sifìlitiche di un coniglio infettato sperimentalmente guarivano a seguito dell'inoculazione del composto 6o6.6o6 perché era il seicentoseiesimo tentativo di sintetizzare un preparato efficace contro il treponema della sifflide : al secolo si trattava dell'arsfenamina a cui sarà dato il nome commerciale di Salvarsan. La chemioterapia o therapia sterìlìsans magna non era più un'idea visionaria. In linea di principio si potevano costruire «pallottole magiche», cioè composti chimici artificiali in grado di uccidere i microbi patogeni senza danneggiare l'organismo ospite. In realtà, gli effetti collaterali del Salvarsan erano micidiali. Ma, col tempo; si poteva migliorare. Per preparare le «pallottole magiche» diceva Ehrlich, servono quattro "G": Geld (denaro), Geduld (pazienza), Geschick (abilità) e Gluck (fortuna).Il denaro veniva dalle industrie tedesche di coloranti tessili, che a fine Ottocento, constatando l'efficacia terapeutica di alcuni prodotti di sintesi, si andavano appunto trasformando in industrie farmaceutiche (ad esempio la Bayer). La pazienza e l'abilità erano le doti della nuova figura di medico scienziato, che operava attraverso il metodo sperimentale per scoprire, modificare e mettere sistematicamente alla pròva i numerosi prodotti di sintesi che uscivano dai laboràtori chimici. La fortuna non era altro che la cosiddetta serendipity, cioè la scoperta fortuita che una determinata sostanza è dotata di un'attività farmacologica: il "metodo" che ha prodotto i più clamorosi successi della Farmacoterapia. La storia della chemioterapia, e delle sue bàsi scientifiche, cioè della farmacologia, è uno dei capitoli più gloriosi della scienza medicà moderna. Con buona pace di quelli che hanno paura dei vaccini o si affidano supestiziosamente ai prodotti omeopatici. L'invenzione/scoperta di «pallottole magiche», dotate di specificità (leggi selettività) esclusiva per i bersagli, ha costantemente ispirato la ricerca dei farmaci. Tuttavia, a parte gli anticorpi monoclonali, la sìntesi de novo di molecole fatte su misura per il bersaglio, che soddisfino in modo ottimale i requisiti di efficienza, tolleranza, assorbimento, distribuzione, metabolismo ed escrezione, si è rivelata un'illusione. Che molti farmacologi accora rincorrono. E che in sé stessa non è certo pericolosa. Forse limita la ricerca di modelli piu' pertinenti della logica biologica all'interno della quale i principi attivi devono inserirsi per fare il proprio lavoro.
Per dire il concetto ehrlechianò di specificità dell'interazione tra farmaco e bersaglio, concepito attraversò il modello meccanicista della chiave e della serratura era fuorviante. «Una buona chiave non apre più di una serratura alla volta», diceva Ehrlich. Ma sbagliava I bersagli dei farmaci sono molecole biologiche e la selezione naturale non fale cose in modo "preciso". Non meno semplicistica è stata la ridefinizione della specificità tridimensionale delle proteine, bersaglio in termini di sequenza di amminoacidi univocamente codificate a livello genetico. Entrambi gli approcci furono utili, in prima istanza, come modelli semplificati per scoprire che la realtà è più complicata. Peraltro, la flessibilità dei processi di costruzione delle molecole e la módularità delle reti di interazioni all'interno delle cellule e tra le cellule hanno rappresentato una strategia evolutiva di successo per sviluppare tratti fenotipiti più plastici in rapporto all'ambiente, e quindi più adattativi E' con queste reti di segnalazioni, di cui la biologia sistemica sta cercando di catturare le regole operative, che la farmacologia deve cominciare a fare i conti.

Stando così le cose, le aspettative che oggi ispirano i drug designer, cioè di non aver più bisogno della serendipity grazie a più avanzate conoscenze e tecniche che consentiranno di progettare e sperimentare "in silico" farmaci dotati delle proprietà chimiche e biologiche desiderate, sono fuorvianti. Retaggi di un modo dipensare meccanicistico e riduttivo. Euristicamente inadeguato. La natura biologica e quindi la collocazione in un contesto di interazioni biochimiche,(quantitative e qualitative) dei target terapeutici, implicano che oltre a una solida scienza e a modelli teorici plausibili, continueranno a essere essenziali e di grande aiuto per i farmacologi l'intuizione e la serendipìty.
Di fronte alla farmacologia, e quindi anche alle imprese che investono nella ricerca di principi attivi di interesse commerciale, e che pagano costi elevati per dimostrare la sicurezza e l'efficacia dei nuovi prodotti, si sta aprendo un continente da esplorare. Ricco di potenzialità. Le terapie mediche interessano attualmente circa 600 molecole bersaglio. Di questi il sottogruppo più consistentè sono i recettori associati alle protemeG(oltre il 4o% di tutte le molecole bersaglio), mentre gli enzimi rappresentano circa il 30% di tutti bersagli dei farmaci attualmente disponibili. Ora, considerando che nelle malattie multifattoriali e più comuni, come diabete mellito o ipertensione sono implicate almeno una decina di prodotti genici, che sono oltre un centinaio le entità nosologiche multifattoriali epidemiologicamente importanti, e tenendo conto della ridondanza delle strutture molecolari, si può calcolare che l'universo dei potenziali bersagli è almeno dieci volte superiore a quello oggi preso di mira. Insomma, ci sono spazioetempo per far nascere, persino in ltalia, qualche indirizzo innovativo e con utili ricadute sia per la salute sia per l'economia.

orso castano : molto interessante, anche se lungo, l'articolo che ripercorre velocemente le tappe storiche piu' recenti della farmacologia , evidenziando i nodi attuali e suggerendo una visione sistemica della biologia che consentirebbe di superare gli ostacoli esistenti nella creazione  di farmaci nuovi e piu' efficaci. Certo la visione sistemico-complessa della realta' che perte dalle prime ricerche della scuola di PaloAlto , poi con Beatson e quindi Maturana - Varela , ed E. Moren , ha fatto molta strada. Staremo a vedere......

mercoledì 27 gennaio 2010

Arte e scienza si sposano in un bagno di raggi cosmici (clicca x art.)

di Armando Massarenti  , dal Sole24ore dsel 30 nov 09
30 novembre 2009

Entrando a Palazzo delle Esposizioni a Roma, al piano terra ci si trova immersi nella meravigliosa mostra dedicata ad Alexander Calder. È il trionfo di una forma d'arte che ha elevato a poetica un aspetto della fisica. O non sono forse le opere di Calder un continuo, poeticissimo gioco sulla gravità, le forze, la statica, il movimento, gli equilibri, i bilanciamenti, da cui dipende l'effetto di essenzialità e di magica leggerezza?................







orso castano :
arte e scienza possono e devono accoppiarsi. Niente come la affascinante bellezza dell'universo puo' realizzare questa "mission"....

martedì 26 gennaio 2010

Kurt Godel (forse il maggior logico del secolo): "Io non sono dimostrabile"

da "Domenica" del Sole24ore del 29/nov/10
il primo teorema : in ogni sistema formale per la teoria dei numeri esiste una  formula "indecidibile", cioe' una formula che non e' dimostrabile e di cui neppure la negazione e' dimostrabile.
Secondo teorema : (corollario del primo) : la coerenza di un sistema formale concepito per la teoria dei numeri non puo' esere dimostrata entro il sistema stesso. Una conseguenza di questa affermazioni e' che la verita' di queste asserzioni non e' riducibile alla loro dimostrabilita'. (platonismo di Godel)
di Umberto Bottazzini
I1 più grande logico dopo Leibniz, o addirittura dopo Aristotele». Ecco come John von Neumann non esitò a definire Kurt Godel, . suo collega all'Institute of Advanced Study di Princeton. Non diverso doveva essere il giudizio di Èinstein. «Una volta mi disse - ricordava Oscar Morgenstern - che era entrato nell'Institute solo per avere il privilegio di camminare insieme a Godeil sulla via di casa». Le lettere e i documenti raccolti nei due volumi, che completano l'edizione italiana delle Opere di Godeil(Corrispondenza A-G e H-Z, Bollati Boringhieri, € 100,00 a volume), consentono di ripercorrerne l'opera scientifica e le vicende personali. Le schematiche risposte, che un paio d'anni prina di morire egli affida a un questionario ritrovato tra le sue carte, ci dicono che i suoi genitori erano «un veechio cattolico;» iì padre, mentre la madre era luterana. Egli stesso dichiara che «la mia fede è teistica, non panteistica», si colloca «nel solco di Leibniz piuttosto che di Spinoza». . I suoi primi interessi per la matematica si erano manifestati a quattordici anni, quando aveva avuto tra le mani un manualedi calcolo infinitesimale. Negli annni dell'università a Vienna aveva seguito i corsi di logica tenuti da Rudolf Carnap e, tra il 1926 e il 1928, aveva frequentato con regolarità il Circolo di Vienna, e avuto frequenti discussioni con i membri più giovani. Anche se «col passare del tempo» si era «allontanato sempre di più dalle loro concezioni», riconosceva tuttavia che furono i membri del Circolo a suscitare il suo primo interesse per i fondamenti della matematica. I1 problema di stabilire fondaménti rigorosi per là matematica si era aperto all'inizio del secolo, quando Russell aveva scoperto un paradosso nella teoria degli insiemi, inaugurando così la cosiddetta "crisi dei fondaménti" della matematica. Una "crisi" che in realtà si rivelò essere una straordinaria occasione di crescita della matematica e della logica.All'epoca, il significato della scoperta di antinomie nella teoria degli insiemi fu «pretestuosamente esagerato», ebbe ad affermare una volta Godel.  Di fatto, le contraddizioninon comparvero in matematica ma nelle regioni di confine con la filosofia e sono state risolte «in modo del tutto soddisfacente e quasi ovvio per chiunque comprenda la teoria».Dopo anni di accese discussioni tra i matematici, nel settembre 1930 si tenne a Konigsberg un convegno per confrontare i diversi punti di vista emersi nel dibattito sui fondamenti Pòco prima di partire per il convegno, in una conversazione Godel informo' Carnap della scopertadel teorema che oggi porta il suo nome, e che poi presentò pubblicamente a Konisiberg. « punto essenziale del mio risultato - affermava Godel - consiste nel fatto che per ogni sistema formale della matematica esistono proposizioni che si possono esprimere all'interno di questò sistema, ma che gli assiomi del sistema non permettono di decidere», ossia che sono formalmente indecidibili. In altre parole, per qualunque sistema formale coerente, abbastanza potente da esprimere gli enunciati dell'aritmetica ordinaria, esistono enunciati indecidìbili cioè che sono veri ma non possono essere dimostrati con gli strumenti del sistema; Da questa «notevole circostanza» conseguiva poi che «l'affermazione della non contraddittorietà di uno di quei sistemi appartiene sempre alle proposizioni indecidibili di quel sistema"

Von Neumann, presente al convegno, capì ' immediatamente la portata del teorema di Godel, «la più grande scopèrta della logica da molto tempo» cóme apertamente gli scrisse in una lettera. «Ritengo che il suo risultato - aggiungeva in un'altra lettera - abbia risolto negativamente il problema dei fondamenti: non c'è nessuna giustificazione rigorosa della matematica classica». Sebbene il teorema di Godel debba essere preso non con un grano, con diversi chili di sale prima di essere estrapolato dal contesto in qcui è stato originariamente formulato, è stato invocato per giustificare affermazioni nei campi piu' disparati, a partiledal filosofo Lucas, che ne 1961 fece appelló àl teorema di Godel per concludere che «la mente non può essere spiegata comé 'una macchina».Là corrispondenza di gòdel ci offre una chiara testimonianza dell'interesse crescente per le Questioni filosofiche (ed i filosofiadella matematica in particolareìehelo impegolarono negliultì-mi vent'anni dì v4ti I «matematici e filosofi della scienza, perla maggior parte, sono empiristi mentre tutti i tentativi di comprendere in modo soddisfacente laiJjaatematica affinterno di questo punto di'vista sono falliti, e in epoca recente in modo assai evidente», scriveva Godel a Popper il 1o aprile 1964. Tuttavia, continuava Godel, «d'ora in avanti preferisco non scrivere o parlare inmodo particolare di problemi filosofici, poiché non ho ancora sviluppato a sufficiènza un mio proprio punto di vista». Contrariamente a Popper, Godel sosteneva una forma di platonismo Che lo portava ad affermare che «la matematica descrive una realtà non sensoriale, che esiste indipendentemente sia dalle azioni che dalle disposizioni della mente umana e; che viene solo percepita, e probabilmente percepita in modo molto incompleto, dalla mente stessa». Ma «Popper ha contribuito con qualcosa di essenziale alla chiarificazione dei fondamenti della matematica?», chiedeva poi all'amico Bernays nel gennaio 1975, quasi dimenticando che egli stesso lo aveva conosciuto a Vienna nel 1932. «Di recènte - scriveva Godel a Karl Menger, suo professore all'università - ho conosciuto un sìgnor Popper (filosofo), che ha scritto un articolo infinitamente lungo in cui, così dice, vengono risolti tutti i problemi filosofici Egli si è sforzato di risvegliare su di esso il mio interesse e si è anche riferito al fatto che lei lo conosce e che le è molto piaciuto il suo progetto di eliminare dal mondo il problemadel "senso"».


La corrispondenza ci illumina non solo sulle idee di Godel in logica o in filosofia, ma anche in fatto di religione. Nel 1970 aveva evitato di pub-, blicare la sua formalizzazione della prova ontologica dì Leibniz perché temeva che con ciò si sarebbe potuto pensare che «credeva proprio in Dio» mentre, a suo dire, aveva redatto quel lavoro solo come «un'indagine logica». Nelle lettere alla madre, qui pubblicate, si trova espresso quello che Hao Wang ha definito il «razionalismo ottimistico» di Godei, la sua idèa cioè che «il mondo non è per nulla caotico e capriccioso», e che «l'universo e tutto quello che contiene ha un significato e una ragione, e di fatto un significato buono e indubitabile». Poiché, come scriveva alla madre nel dicembre 1961, «l'idea che ogni cosa nel mondo ha un significato è, dopo tutto, esattamente analoga all'idea che ogni cosa ha una causa, principio su cui l'intera scienza riposa».

lunedì 25 gennaio 2010

Epifani: sciopero generale (clicca immg)

Roma, 25-01-2010
da Rainews24 on line


"E' una protesta necessaria, i lavoratori sono strozzati dal fisco". Cosi', in un'intervista a Repubblica, il leader della Cgil Guglielmo Epifani annuncia che lo sciopero generale sulle tasse si terra' il 12 marzo: sara' una protesta di quattro ore con diverse manifestazioni in tutta Italia............

orso castano : ci voleva......



il governo clinico della sanita'

Riportiamo di seguito un aggiornamento di quanto sta accadendo a livello della Commissione parlamentare competente riguardo ale norme che dovrebbero in futuro assicura il Governo Clinico delle ASL in Italia. questo accordo dovra' ancora percorrere una lunga strada , ma si iniziano a fissare precise indicazioni che potrebbero assicurare piu' voce in capitolo ai medici dipendenti "dirigenti" (dinora solo a parole) del Serv. Sanit. Nazion...........Speriamo bene . Quanto sotto esposto e' tratto dalla rivista dell'ANAAO , "Dirigenza Medica, n° 8/9 09 :
"La strada per l'approvazione definitiva è ancora in salita. Il  Ddl è infatti ora in commissione Affari Costituzionali per ricevere un parere alla luce delle modifiche del Titolo V , per verificare che il provvedimento non sia in contrasto con l'autonomia delle Regioni in campo sanitario. In attesa di scoprire il destino del ddl, ecco una sintetica rassegna delle principali modifiche apportate dalle Comissio-ne Affari Sociali.
ARTICOLO 2-Gli organi dell'Azienda
1. Sono organi dell'Azienda il Direttore generale (Dg), il Collegio di dirczione e il Collegio sindacale. Al Collegio di dirczione spettano poteri in relazione all'atto aziendale, ai programmi di ricerca e formazione, agli obiettivi della contrattazione integrativa aziendale.
2. La Regione disciplina l'attività e la composizione del Collegio di dirczione, prevedendo la partecipazione di diritto del direttore sanitario e del direttore amministrativo e, negli Irccs, del direttore scientifico, nonché la partecipazione di due rappresentanti elettivi delle unità operative, un rappresentante elettivo dei direttori di dipartimento, un rappresentante elettivo delle professioni sanitarie. La Regione può integrare tale composizione con la rappresentanza di altre figure professionali presenti nell'Azienda. Nelle Aziende miste è assicurata la rappresentatività della componente ospedaliera e di quella universitaria.
ARTÌCOLO 3 -La nomina dei Direttori generali
I . Fermi restando tutti gli altri requisiti previsti, i candidati dovranno presentare un certificato di superamento (e non più di "frequenza") di un corso di formazione in materia di sanità pubblica e di organizzazione e gestione sanitarie. I Dg già in carica dovranno adempiere a tale obbligo entro 1 2 mesi dall'introduzione della legge, pena la decadenza dell incarico. 2. 11 trattamento economico del Dg è stabilito dalla Regione nel limite del trattamento economico massimo complessivo previsto dalla contrattazione collettiva nazionale per le posizioni apicali della dirigenza medica, incrementato del 20% ed eventualmente incrementato fino a un massimo dei 20% con la retribuzione di risultato.
II trattamento economico del direttore sanitario e del direttore amministrativo è definito dalla Regione entro il limite dell'85% di quello spettante al Dg, compresa la quota del 20% per gli obiettivi raggiunti.
ARTICOLO 4 -La nomina  dei Direttori di Struttura Complessa
2. La nomina del direttore di struttura spetta al Dg previo avviso pubblicato in Gazzetta Ufficiale che riporti i requisiti curriculari e le competenze professionali richieste almeno 3 mesi prima che il posto si renda vacante. Il Dg nomina una commissione di tre membri presieduta dal direttore sanitario e composta da due dirigenti di struttura complessa dipendenti del Ssn della disciplina oggetto dell'incarico, individuati attraverso pubblico sorteggio da un elenco regionale redatto e curato dalla Giunta regionale ed aggiornato entro il 31 gennaio di ciascun anno. Il sorteggio viene effettuato successivamente alla data di scadenza fissata per la presentazione delle domande. La commissione formula un giudizio motivato su ciascun candidato e presenta al Dg una terna all'interno della quale il Dg nomina, con provvedimento motivato, il vincitore. Nelle Aziende ospedaliero-universitarie la nomina del Direttore di struttura complessa a dirczione universitaria è effettuata dal Dg sulla base di una terna di nominativi proposta dal Rettore, sentito il Direttore del dipartimento ad attività integrata cui afferisce l'unità operativa. (Abrogato il comma che stabiliva la presenza di un professore universitario nella commissione di valutazione delle Aziende ospedaliero-universitarie)
2-ter. L'incarico di dirczione di struttura complessa ha una durata di 5 anni (e non più "da 5 a 7 anni"), con facoltà di rinnovo per lo stesso periodo o per un periodo più breve.
ARTICOLO 8-Limiti di età
1. Alzato da 65 a 70 anni il limite di età per il collocamento a riposo dei dirigenti medici e sanitari del Ssn, compresi i responsabili di struttura complessa.L'intera dirigenza medica, veterinaria e sanitaria del Ssn viene esonerata dall'applicazione della legge 102/2009.
ARTICOLO 9-Esclusività e ìibera professione
1. 11 dirigente medico e sanitario dipendente deve avere con il Ssn rapporto unico, che non esclude l'attività libero-professionale purché espletata fuori dell'orario di lavoro.
2. I volumi di prestazioni libero-professionale non devono essere uperiori a quelli assicurati per i compiti istituzionali né superiori al 50% dell'impegno orario di servizio richiesto all'Azienda per i compiti istituzionali."


orso castano : finalmente la sanita' sembrerebbe tornare in mano a chi vi lavora tutti i sacrosanti giorni dentro , con ridata importanza a chi , finora umiliato, ha fatto la scelta del tempo pieno perche' convinto che fosse la scelta professionale piu' giusta. Ora staremo a vedere chi si opporra' in parlamento all'accordo raggiunto in Commissione : il solito Brunetta , rottamatore nazionale ? La Casta politica pentita che fa il voltafaccia e rovescia gli accordi ? Vedremo......

pet, tac , risonanza a diffusione.....nuove tecniche ...vecchi pericoli?

radioattivita' a Torino......clicca x link





da "la Gazzetta del mezzogiorno.it"01 Aprile 2009 Una campagna di informazione sui rischi dei raggi x, è comunque un atto dovuto»
MAURIZIO PORTALURI Direttore di U. O. Radioterapia

«Ogni anno in Italia sono oltre 54 milioni gli esami medici che utilizzano le radiazioni ionizzanti cioè le radiografie e le Tac. Circa uno ogni abitante. A questi si aggiungano 3 milioni di esami di medicina nucleare. Oltre le radiazioni che provengono dal suolo e dal cosmo, negli ultimi anni, la dose che si deposita nel nostro organismo a causa degli esami radiologici ha ormai raggiunto quella proveniente dalla natura. Una Tac dell’addome corrisponde a circa 500 radiografie del torace ed ad essa corrisponde un rischio di un tumore da raggi in più ogni mille esami. Gli esperti ritengono che negli ultimi anni il 10% dei tumori diagnosticati dipendano dalle radiazioni per uso medico. Purtroppo la consapevolezza di noi medici sul problema non è elevata ed ancor meno quella dei cittadini consumatori. Le leggi in materia ci sono. Un esame radiologico prima di essere eseguito deve essere “giustificato” ed essere effettuato in condizioni “ottimali”.
Ciò vuol dire che non ne debba essere stato eseguito uno analogo da poco tempo, che non sia possibile eseguirne un altro in grado di fornire le stesse informazioni senza l’impiego delle radiazioni ionizzanti, che dopo l’esame richiesto il medico richiedente sappia bene cosa si farà sia in caso di esito negativo che positivo. La Regione Toscana ha approvato nel 2006 una legge con cui si impegna a far crescere la consapevolezza di cittadini e medici sull’argomento, realizzando anche le opportune verifiche e conducendo studi sulle dosi assorbite dai pazienti soprattutto bambini e adolescenti.
La Confesercenti ha condotto un’inchiesta intitolata “100 casi di spreco in Sanità” dalla quale emerge che ospedali mai terminati, prescrizioni “a pioggia”, ricoveri ed esami inutili, scarso utilizzo della tecnologia, personale medico in esubero e paramedico insufficiente rappresentano alcuni dei fattori che hanno portato, nel corso del 2005, a sprecare risorse sanitarie per un totale di 17 miliardi e 400 milioni di euro (circa 100 milioni è il budget annuale del nostro servizio sanitario nazionale e 6 quello della sola Puglia). Una campagna di formazione e di informazione sui rischi da radiazioni ionizzanti per uso medico rappresenterebbe un atto dovuto oltre che per la salute collettiva anche per le casse della nostra sanità. Una campagna che dovrebbe andare di pari passo con quella sui farmaci e sui loro effetti collaterali e con quella sulla promozione delle tecniche di immagine che non usano le radiazioni ionizzanti come la Risonanza magnetica e gli ultrasuoni.
Nella nostra regione in questi mesi si rincorrono le richieste, le pretese ed i contenziosi per la Pet-tac in tutte le province. I cittadini dovrebbero sapere che la Pet tac è un’indagine moderna in grado di dare risposte a due domande: se un tumore ha già dato metastasi quando è stato diagnosticato e se una lesione sospetta dopo le cure è un tumore o meno. Ma devono anche sapere che un esame di quel tipo corrisponde a circa 1400 radiografie del torace e che esiste già un’altra metodica la quale senza usare raggi x è in grado di darci le stesse informazioni della Pet-tac a costi sanitari ed economici di gran lunga inferiori. Si tratta della risonanza magnetica con diffusione total-body. Si avrebbe così anche l’enorme vantaggio di ridurre il rischio di cancro da radiazioni mediche. Si sa, per ridurre i tumori non servono tanto arance, azalee e uova di cioccolata ma meno inquinamento e meno radiazioni ionizzanti. Nella Puglia delle energie rinnovabili sarebbe davvero coerente e necessaria anche in sanità una scelta a favore di tecnologie diagnostiche in grado contrastare l’abuso delle radiazioni ionizzanti notoriamente in grado di provocare il cancro».
BERNARDO SCARANO Direttore U. O. Medicina nucleare
La Risonanza metterà nell’angolo la Pet tac? Secondo il primario di Radioterapia la Risonanza magnetica total body assicura i medesimi risultati della Pet Tac e non espone il paziente ai gravi rischi derivanti dall’eccesso di radiazioni ionizzanti. È anche la sua opinione? «È allarmismo. È molto pericoloso sostenere che la Risonanza a diffusione total-body (nulla a che vedere con la comune risonanza magnetica) possa sostituire la Pet-tac dal momento che l’esame di cui parla il dott. Portaluri non rientra allo stato in alcuna linea guida. Posta così la questione confonde il paziente e diffonde u n’informazione fuorviante. Ritengo che argomenti tanto delicati si debbano trattare con molta cautela. La mia preoccupazione è che con approcci poco prudenti si rischi di non interrompere mai i viaggi delle speranza. Perchè i pazienti, pur di sottoporsi alla Risonanza a diffusione total- body, senza radiazioni, si recheranno ingiustificatamente fuori regione, lamentandosi di non averla in “casa”».
Si avverte un leggero brivido all’idea che una Pet-tac sia l’equivalente di 1400 radiografie al torace.... «Nella valutazione non si può prescindere da costi e benefici. Quando esiste il rischio di un tumore maligno o di metastasi il tempo è prez ioso. L’indagine Pet tac, se giustificata, al momento non ha concorrenti: è uno strumento importante e innovativo in campo oncologico, soprattutto per l’informazione metabolica fornita al clinico e quindi per impostare il piano terapeutico più appropriato. E viene applicata sempre più in quello cardiologico e neurologico proprio per la precocità delle informazioni che produce. Descrive con precisione le funzioni biologiche dell’organismo ed è, al momento, il miglior percorso diagnostico a tutela della salute del paziente. Si tratta di un’apparecchiatura che offre, come dicevo, un’indagine di tipo “funzionale”, cioè evidenzia non solo la presenza delle cellule tumorali, anche il loro metabolismo. Grazie ad immagini ad alta definizione anatomica localizza con estrema precisione le lesioni tumorali ed è in grado di rilevare e circoscrivere quelle parti con una maggiore attività maligna, favorendo così piani di trattamento radioterapici più accurati. Permette, inoltre, di monitorare nel tempo l’efficacia dei trattamenti terapeutici a cui il paziente è sottoposto, risparmiandogli procedure invasive come la biopsia».
Rischi accettabili, dunque, se valutati in rapporto ai benefici. È realistico il timore di quanti denunciano un utilizzo non sempre appropriato di questa metodica, fino a sconfinare nell’abuso? Oppure ritiene che Portaluri sia allarmista anche in questo? «Concordo con il collega Portaluri sul fatto che talvolta si ecceda nella prescrizione di esami diagnostici strumentali non innocui. È un fenomeno di cui si parla da tempo. Che trova giustificazione in quella medicina difensiva che spesso caratterizza l’attività del medico, in modo più incisivo nel settore dell’emergenza, vale a dire nel Pronto soccorso. Mi riferisco al notevole incremento del contenzioso giudiziario in campo medico che apre il fianco alla medicina difensiva. Il professionista non è più libero nelle scelte diagnostiche e terapeutiche, è sempre più condizionato dalla necessità di evitare comportamenti che possano metterlo a rischio di denunce».
Come avviene la scelta del medico? Cosa stabilisce l’appropriatezza di un accertamento strumentale? «Esistono due principi a cui il medico deve attenersi nel momento in cui prescrive un’indagine strumentale: giustificare e ottimizzare. Significa che l’esame deve sempre avere una valida giustificazione, ossia un grave sospetto diagnostico e che sia l’unica indagine possibile. Ottimizzare vuol dire evitare di sottoporre il paziente ad inutili ririschi. La Pet-tac, lo ripeto, in campo oncologico, al momento non ha concorrenti».


da Focus.it


La nuova sfida degli scienziati della Nasa è proteggere gli astronauti in missioni spaziali dalle radiazioni provenienti dal Sole, durante le tante esplosioni sulla sua superficie. Fuori dal campo magnetico terrestre, le cellule sanguigne possono essere infatti danneggiate come mostra il campione prelevato da un astronauta della Stazione Spaziale (nella foto). I filamenti di DNA sono stati colorati con tinte fluorescenti: i punti di colore diverso in alcuni di essi indicano punti di rottura, poi riparati malamente dalla cellula. Le zone più vulnerabili sono quelle vicine al midollo spinale, la fabbrica di sangue del nostro corpo: si stanno perciò progettando equipaggiamenti speciali che, pur lasciando libertà di movimento, proteggano spalle, spina dorsale, anche sterno e cranio, le ossa più vicine al midollo.
Foto: © Nasa

giovedì 21 gennaio 2010

cosa succede nella sanita' , da quotivadis


Anaao, interlocutorio incontro con ministro Fazio

Roma, 20 gen. (Adnkronos Salute) - "E' stato un incontro interlocutorio, servito a fare le presentazioni ufficiali del neo ministro e a mettere sul tavolo i problemi sollevati dalla 'vertenza salute'. Ma la disponibilità e le aperture dichiarate da Fazio sono tutte da verificare". Questo il commento di Carlo Lusenti, segretario nazionale dell'Anaao Assomed, al termine dell'incontro delle organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria e amministrativa del Ssn con il ministro della salute Ferruccio Fazio. "Pur consapevoli che il ministero della Salute non è l'unico destinatario delle richieste della categoria - sottolinea in una nota Lusenti - a Fazio abbiamo chiesto un impegno concreto a farsi promotore di una azione che, in coordinamento con il Governo e il Parlamento, dia risposte concrete almeno a quattro criticità sollevate dalla categoria". I quattro 'nodi' esposti dall'Anaao sono: "l'accelerazione dei disegni di legge sul rischio clinico e sul governo clinico che restituiscano agli ospedali situazioni di maggior sicurezza e ai medici condizioni di lavoro migliori; la cancellazione definitiva del provvedimento sulla rottamazione che dà la possibilità alle direzioni delle aziende di licenziare professionisti a soli 58 anni di età; il sostegno politico per accelerare la sottoscrizione del contratto di lavoro II biennio economico 2008-2009; la soluzione del problema del precariato in sanità".Pur apprezzando la disponibilità del ministro, l'Anaao non intende tornare indietro riguardo le iniziative di protesta della categoria. "Proprio per tenere alta l'attenzione sui gravi problemi della sanità - conclude Lusenti - la 'vertenza salute' va avanti confermando le manifestazioni di Napoli (4 febbraio), Milano (16 febbraio) e Roma (9 marzo)".
Voti e premi a personale, decreto Brunetta al test in Asl e ospedali

Roma, 20 gen. (Adnkronos Salute) - Valutazioni e incentivi per medici, infermieri e tutto il personale di Asl e ospedali, dove si sperimenterà sul campo la riforma Brunetta della Pubblica amministrazione, con il duplice obiettivo di migliorare i servizi e motivare il personale. Questo il senso del Protocollo d'intesa firmato oggi a Roma dal ministro per la Pubblica amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta, dal direttore dell'Agenzia nazionale per i servizi regionali (Agenas) Fulvio Moirano, dal presidente del Formez Carlo Flamment, dal presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere(Fiaso) Giovanni Monchiero e dai direttori generali di 18 aziende sanitarie e ospedaliere. Prima della firma del Protocollo il ministro Brunetta ha voluto sottolineare l'importanza della sperimentazione "in un settore particolarmente delicato e sensibile", in cui la relazione tra utente e operatore è più importante rispetto ad altri campi. Premiare la qualità, il merito e riconoscere la remunerazione il sanità "conta molto". E, ha detto Brunetta, "sarei particolarmente orgoglioso di poter dire che in questo settore delicato e sensibile la Riforma ha funzionato", ha detto annunciando la relazione al Parlamento a maggio sulla legge: "Mi piacerebbe che il primo capitolo fosse dedicato alla sanità" e ai risultati ottenuti nel settore. IL PROTOCOLLO - Il protocollo firmato oggi fissa quattro obiettivi per le aziende sanitarie che aderiscono alla sperimentazione: migliorare le prestazioni individuali, utilizzando la valutazione come opportunità; premiare il merito individuale; favorire la crescita professionale; avere dati per la migliore gestione delle risorse umane. Il protocollo, però, non avrà al momento effetti giuridici o economici sul personale, ma servirà a mettere a punto il nuovo sistema di 'voti' e 'premi' non solo di dirigenti e medici, ma anche di infermieri, tecnici e amministrativi sanitari. Per la prima volta si valuteranno le 'performance' individuali anche in rapporto al "grado di cortesia, puntualità, presenza e disponibilità nelle risposte ai bisogni degli utenti". Per ora, inoltre, le valutazioni non si tradurranno in maggiori o minori incentivi. Ma entro il 31 agosto, conclusa la fase di sperimentazione - che durerà in tutto 7 mesi - sarà avviato il nuovo sistema di riconoscimento del merito, archiviando la stagione delle incentivazioni 'a pioggia' del personale. Spetterà ai direttori generali di Asl e ospedali individuare le aree in cui condurre la sperimentazione, sulla base delle indicazioni fornite da un Comitato di indirizzo del quale fanno parte il ministro Brunetta e i presidenti di Fiaso, Agenas e Formez. Proprio il Formez avrà il compito di formare il personale che a sua volta dovrà preparare i 'valutatori' di medici, infermieri, tecnici e amministrativi sanitari. I valutatori, poi, assegneranno gli obiettivi a ciascun dipendente. Per medici e dirigenti cinque gradi di valutazione - che vanno da 'insoddisfacente' a 'ottimo' - verranno applicati su competenze e comportamenti sulla partecipazione e al miglioramento organizzativo, sulle capacità tecnico-specialistiche e sullo sviluppo professionale, nonché sulla risoluzione dei problemi, della programmazione, di innovazione, di relazione con i colleghi e, non ultimo, con i pazienti, i loro familiari e le associazioni. Per infermieri, tecnici e amministrativi le competenze e i comportamenti verranno invece valutati sul contribuito ai programmi dell'Unità operativa: autonomia e responsabilità, qualità del contributo professionale, programmazione e gestione delle attività, relazione con i colleghi e orientamento ai bisogni dell'utenza.
Pronto regolamento Ecm, può partire nuovo sistema
Roma, 20 gen. (Adnkronos Salute) - Il nuovo sistema per l'educazione medica continua può partire. E' stato infatti approvato dalla Commissione nazionale Ecm il regolamento applicativo della nuova fase dell'aggiornamento obbligatorio degli operatori sanitari, come previsto dall'accordo approvato a novembre scorso dalla Conferenza Stato-Regioni. Si tratta di un 'manuale' per i provider che, dopo, diverse limature e aggiustamenti per la complessità della materia, permetterà ora di ripartire sulle nuove linee previste. In arrivo, inoltre anche un altro documento, preparato dalla Commissione Ecm, che indica le sanzioni per le violazioni, a seconda che siano lievi, gravi o molto gravi, e che è già alla firma del ministro della Salute Ferruccio Fazio. La nuova Ecm, insomma, è pronta a entrare a regime. E nei prossimi mesi sono previsti - a quanto apprende l'ADNKRONOS SALUTE - anche gli incontri con le parti sociali per la definizione di eventuali incentivi ai diversi operatori della sanità. Il nuovo sistema, ricordiamo, introduce alcuni elementi fortemente innovativi a partire dall'accreditamento dei provider e non più degli eventi come invece è stato nella lunga fase sperimentale, partita nel 2002. Si inserisce e si regolamenta, inoltre, la formazione a distanza e si dà forza a quella 'sul campo' mentre un nuovo organismo, il Comitato di garanzia, servirà ad assicurare l'indipendenza dell'Ecm dal sistema di sponsorizzazione. Sono previsti, poi, obiettivi di formazione nazionali e regionali. Su tutto questo interviene il regolamento appena approvato, che offre dettagliatissime indicazioni su "come, chi e dove" della formazione continua e 'guida' i provider in tutte le procedure. Ma non sarà però un testo 'intoccabile'. E' previsto infatti l'aggiornamento periodico, in base alle esperienze legate alla sua applicazione. Oltre a definire i principi e i ruoli, il manuale precisa nel dettaglio le modalità di accreditamento del provider, la tipologia di ente (aziende sanitarie, università, società scientifiche, Ordini professionali, eccetera), i requisiti minimi del provider, gli obiettivi formativi, il numero di crediti, le regole per gli sponsor e la pubblicità e contro i conflitti d'interesse. La Commissione nazionale ha prodotto anche due documenti specifici: uno per la formazione sul campo, l'altro sui criteri per l'assegnazione dei crediti.

lunedì 18 gennaio 2010

‘La politica nell’età della tecnica’

un intervento del Vescovo de  La Spezia dal sito "Citta' de La Spezia

“La prolusione scandita dal Vescovo Monsignor Moraglia è stata un’ottima occasione per la politica di comprendere la sua attuale incapacità di leggere la realtà, poiché ancora distante dall’ampia e ormai incipiente riflessione culturale che si sta rendendo necessaria per capire realmente l’evoluzione dell’orizzonte umano – quindi antropologico prima ancora che politico o sociale - nell’età della tecnica e del capitalismo globale. Spiace che i politici oggi non abbiano la forza leggere al di là della realtà fenomenica del loro tempo, poiché ingessati nella loro formazione irrimediabilmente autoreferenziale, incline a recepire l’economia come unico paradigma della totalità dei significati.
Se fosse stata la rapidissima evoluzione del contesto tecno-economico ad aver avuto bisogno di un mondo liquido e post-ideologico per dispiegare il suo autopotenziamento e la sua neutralità etica?Che cosa sono complessivamente gli strumenti se abbiamo perso la capacità di coglierli in funzione di una prospettiva etica o ideale? Nella tradizione greca-romana-cristiana le strutture economiche e le procedure tecniche che attentano - nella loro interconnessione - all’unitarietà della persona, rappresentano l’insostenibile. Esattamente ciò che l’Occidente ha da sempre voluto evitare. L’ibrido, l’insensatezza, il relativismo.Per la filosofia della scienza si tratta di un irrevocabile salto di sistema, di una mutazione di paradigma. Un super apparato tecno-economico in grado di determinare procedure ed organizzazioni non più eticamente finalizzate può potenzialmente determinare un nuovo tipo di ambiente. Che rischia - nel trascenderci con i suoi codici, la sua velocità, la sua intensità simbolica - di prevaricare la nostra capacità morale (culturale e linguistica) di acquisire un rapporto compiuto e libero di fronte alla realtà.
La politica è in ritardo, perché questa trasformazione distorce le categorie culturali con cui da sempre ha guardato la storia, lo sviluppo umano e la sua evoluzione.Stiamo entrando in un universo che sarà altro rispetto all’idea antropologica, razionalistica o teologica della storia a cui eravamo abituati.
La Chiesa, pur soffermandosi soprattutto sugli aspetti etici a cui dovrebbe essere connaturato il contesto economico, ha colto perfettamente il punto.Non è un caso se, dopo l’accorato appello del Vescovo, il Prof. Lupi abbia fatto espressamente riferimento all’esigenza di una nuova fase del pensiero che dinnanzi ai primi preoccupanti segnali di crisi delle identità – e forse delle culture democratiche - sappia far fronte alla grande sfida dei significati dischiusa nell’immediato futuro.
La politica deve esser pronta............... il disorientamento post-ideologico non potrà mai approdare alla negazione dell’etica................
 
18/01/10

martedì 12 gennaio 2010

TULIP : tutti uniti lavoriamo per intervenire precocemente , una nuova (non poi tanto) interessante associazione



da Psichiatria oggi , dicembre 2009, n° 6.
.........Nell'ultimo ventennio il campo della salute mentale, soprattutto nell'ambito dei disturbi psicotici, ha subito un mutamento, probabilmente decisivo per il suo futuro, aprendosi verso un paradigma preventivo che riassume in sé modalità di approccio al giovane in difficoltà, collaborazioni tra gli psichiatri degli adulti e degli adolescenti, conoscenza razionale della malattia da parte delle persone, coinvolgimento della Medicina Generale, progettualità e partecipazione da parte dell'associazionismo.Le ricerche cllniche ed epidemiologiche più attuali, l'esperienza cllnica (Ed-wards & McGorry, 2002; Cocchi & Me-neghelli, 2007, 2008; Meneghelli et al. in press; Pollice et al.,2007) e le raccomandazioni provenienti dalle Linee Guida (Sistema Nazionale Linee Guida, 2007) suffragate dai progressi nel campo della psicoterapia, della psicoeducazione e della psicofarmacologia, hanno alimentato un terreno di conoscenze e di speranze assai fertile per la nascita e lo sviluppo di azioni di prevenzione mirata. La diagnosi precoce, con particolare attenzione alle fasi di avvio del disagio mentale e ai primi - e spesso meno evidenti - segnali del disturbo, seguita da un intervento specifico e multicom-ponenziale volto ad incidere favorevolmente sia sul decorso che sull'esito del disturbo, sono oggi aspetti considerati imprescindibili nella pratica clinica della psichiatria più innovativa (Meneghelli e Bislenghi, 2006; Popolo et al., 2007).
Si è creata una crescente consapevolezza rispetto alla necessità di poter e saper intervenire per ritardare l'insorgenza della patologia, attenuare la sintomatologia, migliorare la qualità della vita e il funzionamento sociale/lavorativo delle persone sofferenti, motivando quindi gli operatori, in una prospettiva di prevenzione, a intensificare le azioni che possano facilitare l'individuazione e l'intervento su persone in fasi precoci di malattia (Cocchi & Meneghelli, 2004). Il periodo iniziale della psicosi può essere scomposto in tre importanti momenti a cui si associano, di conseguenza, differenti interventi fase-specifici: fase ad alto rischio, primo episodio psicotico, periodo critico (i 2-5 anni che seguono l'esordio).
La ricerca clinica (Yung & Jackson. 1999; Phillips et al.. 2002) ha permesso di riconcettualizzare le fasi che precedono l'esordio psicotico, modificando il concetto di prodromo in "stato mentale ad alto rischio". Con il termine "soggetti ad alto rischio" si indicano persone che manifestano una configurazione di segni e sintomi non specifici o sintomi specifici sottosoglia e cambiamenti nel comportamento e nel funzionamento globale, spesso con la compresenza di altri fattori di rischio indicati dalla letteratura (come familiarità psichiatrica, complicanze perinatali, uso di sostanze ed in particolare di cannabis). Gli studi (Hafner & Maurer, 2005) indicano come circa i due terzi dei soggetti che svilupperanno un disturbo psicotico, negli anni precedenti l'esordio (periodo che può durare dai 2 fino ai 5 anni) presentano importanti manifestazioni clini-che: i primi sintomi sono generalmente quelli negativi (ad es. ritiro sociale, difficoltà di concentrazione). insieme a sintomi affettivi (come ansia e depressione); infine, possono presentarsi sintomi positivi in forma attenuata (ad es. idee di riferimento, sospettosità). Inoltre, l'identificazione e il coinvolgimento in percorsi di monitoraggio, di supporto o, se del caso, di cura delle persone a rischio risulta ancora oggi difficile e controversa a causa di molteplici fattori, tra cui:
- la negazione e/o minimizzazione dei problemi da parte di figure significative (familiari, insegnanti);
- la paura dello stigma e il senso di vergogna che possono scoraggiare la ricerca di aiuto;
- sintomi specifici possono influenzare il comportamento di richiesta di aiuto: ad esempio, la sospettosità può ritardarlo,a differenza di quanto può accadere in presenza di sintomi depressivi;
- i Servizi e le loro offerte sono spesso poco visibili o di difficile accesso; in altre parole i Servizi, così come sono concepiti attualmente, non sono accettati da giovani (e anche dai loro familiari) che li vedono come destinazione estrema per malattie che non sono (non possono essere) simili alla loro;
- i medici di base e gli operatori più a contatto con i giovani non hanno spesso adeguate conoscenze e strumenti per riconoscere gli stati mentali a rischio (Simonetal.. 2009):
- i sintomi in fase prodromica non sono specifici per i disturbi psicotici, e possono facilmente essere sottovalutati e confusi con problemi adolescenziali. Ma anche i ritardi nell'iniziare il trattamento dopo un primo esordio psicotico sono spesso rilevanti e la durata della psicosi non trattata (DUP - Duratìon ofUn-treated Psychosis), mediamente stimata tra uno e due anni, è associata a un declino del funzionamento globale, alla resistenza al trattamento e ai tassi di ricadute (Marshall et al., 2005; Malia et al., 2005; Barnes et al., 2008; Jeppesen et al, 2008 ). La maggior parte dei danni che possono instaurarsi, soprattutto se non vi è una tempestività dell'intervento e una "qualità" e efficacia del trattamento, riguardano lo sviluppo personale, lo stile di vita e i rapporti della persona con il suo ambiente sociale. L'individuazione tempestiva seguita, nei 3-5 anni successivi all'esordio, da trattamenti multicomponenziali, modellati sulle caratteristiche e sulle esigenze del singolo soggetto possono ridurre l'impatto psicosociale del disturbo e migliorare la prognosi a lungo termine: questo tempo, dopo la remissione dalla fase acuta, definisce un "periodo critico" in cui la persona è ancora ad alta vulnerabilità, ma durante il quale può aver luogo la prevenzione rispetto ad ulteriori danni o una reversibilità del processo di malattia.L'individuazione e l'intervento precoce nei disturbi psicotici sono, sempre più convincentemente, considerati essenziali nel migliorare gli esiti potenzialmente disastrasi legati al disturbo che colpisce elettivamente adolescenti o giovani adulti durante le fasi dello sviluppo (Craig et al., 2004; Salokangas & McGlashan, 2008; Nordentoft et al. 2009).È, dunque, evidente la necessità di promuovere campagne di sensibiliz-zazione e informazione dirette ai professionisti della salute mentale, ma anche alle figure di riferimento dei giovani (insegnanti, genitori, operatori dei centri di aggregazione) con l'obiettivo di rendere più visibili, adeguati ed "amichevoli" i servizi specialistici, facilitare l'accesso ad una valutazione accurata e non traumatica e alle successive eventuali cure, e allo stesso tempo sviluppare un'idea non stigmatizzante del disagio mentale, fornendo speranza verso i percorsi di trattamento (Larsen et al., 2009)................

orso castano : il programma TULIP , l'associazione Programma 2000, la rete di associazioni che vi collaborano , sono una importante novita' nel panorama di una Psichiatria Italiana ormai asfittica nelle sue istanze ufficiali , istituzionali e culturali, istanze attente molto alla loro sopravvivenza e molto poco a quel che bolle in pentola ed alle novita' che  si affacciano inesorabilmente  nell'area del disagio. Per questo, per il loro "urtare e scombinare posizioni di sapere/potere ormai consolidate ed acquisite , questo movimento , gia' consistente, incontra l'ostracismo di chi ha paura di perdere privilegi e poltrone da cui imbonire con vecchie teorie , ormai neppure piu' con la dignita' "ideologie di ricambio" (il concetto e' di Basaglia) . Visitare il sito e  collaborare mi sembra importante....

NON SPARATE ALLA RICERCA , CLICCA X SITO

da GIORLETTISMO.COM :  NON SPARATE ALLA RICERCA.ORG, è il sito internet che raccoglie firme per fermare la mattanza dei precari della pubblica amministrazione. I precari dell’Ispra (Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale), vogliono fermare il licenziamento di 430 loro colleghi previsto tra giugno e dicembre, già annunciato dalla struttura commissariale che gestisce l’Istituto: per sensibilizzare l’opinione pubblica, presentano quindi un clip autoprodotto, dal titolo “Non sparate alla ricerca”, per spiegare cosa accadrà con la “morte” della ricerca e dei controlli ambientali. Fino all’anno scorso, esistevano due Enti pubblici di Ricerca: l’Icram, unico Ente pubblico ad occuparsi di mare, in un Paese con 8mila Km di coste, e l’Infs, l’Istituto nazionale Fauna selvatica. Esisteva poi un’Agenzia governativa per l’Ambiente, l’Apat, che si occupava di Protezione Ambientale: ognuno dei tre soggetti aveva un’identità forte e competenze tecnico‐scientifiche di grande livello, ma fondamentalmente diverse tra loro. Ad Agosto 2008, il Governo li ha fusi in un’unica entità, creando l’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (Ispra). Da quel momento, tutte le procedure economico‐amministrative che erano state ritagliate su misura per le varie attività dei tre ex enti sono state sostituite con procedure arcaiche e farraginose, assolutamente non idonee allo svolgimento delle attività di ricerca. Ora, sono 200 le persone che il 30 giugno vedranno i loro contratti non rinnovati, e da qui alla fine dell’anno si arriverà al licenziamento di 430 unità pari a più di 1/3 del personale ISPRA. I precari chiedono chiarezza e garanzie sul proprio futuro, come su quello della tutela dell’ambiente in Italia.

le criticita' in psichiatria , l'analisi di Rosini

sempre da Dirigenza Medica , n° 8/9 del 09, rivista dell'ANAAO un ampio stralcio sulle Criticita' in Psichiatria , di Enrico Rosini ,psichiatra , Roma
....Le figure professionali che operano nei Dsm sono tuttora organizzate secondo equipe multiprofessionali, che accomunano psichiatri, psicologi, assistenti sociali, etc. L'equipe è responsabile della "presa in carico" dei pazienti, cioè di una diretta assunzione di responsabilità nei confronti di un'utenza territoriale definita. L'operatività dell'equipe si struttura secondo un adeguato bilanciamento tra la volontarietà dei trattamenti, la lotta all'abbandono dei pazienti che eludono o si oppongono al trattamento, fino all'adozione di misure coercitive come il Tso, e la riduzione del grado di dipendenza del paziente dal sistema assistenziale. Nel nostro Paese non esistono modelli di intervento di Psichiatria di Comunità per pazienti con scarsa complian-ce al trattamento, come lo "Assertive Community Treatment" o gli "Outreach Program", adottati e validati da anni nei paesi anglosassoni. Come ha ribadito il Progetto Obiettivo Nazionale 1998-2000, la mission dei Dsm è la presa in carico delle persone affette da disturbi mentali gravi. La quota maggiore di risorse umane ed economiche sono impegnate proprio nel trattamento dei disturbi psicotici gravi degli adulti, sebbene sia sempre più evidente il sempre maggiore impatto degli esordi negli adolescenti e nei giovani adulti, che possono portare, nel tempo, a disturbi psicotici gravi. Disturbi di personalità, "doppie diagnosi", disturbi alimentari, quadri in comorbidità con malattie soma-tiche o in pazienti anziani sono disturbi a sempre maggiore impronta epidemica, a volte con aspetti "sottosoglia", quindi percentualmente sottostimati. Tali disturbi costituiscono un'utenza di cui, spesso, i Dsm non riescono a farsi carico proprio perché carenti di personale addestrato e di linee di intervento specia-listiche in funzione delle diagnosi e delle situazioni di vita. Anche qui un problema di investimenti, risorse e organizzazione. Se i Dsm concentrano comprensibilmente le loro risorse sul trattamento dei pazienti psicotici cronici, a volte con scarsa efficacia vista la natura del loro disturbo, chi si occuperà degli altri disturbi psichici, maggiormente prevalenti nella popolazione generale? Li si può ignorare, o suggerire loro di rivolgersi al privato, o affidarli ai medici di base privi, oggettivamente, delle auspicabili competenze specialistiche, seppur volenterosi.
Le equipe multiprofessionali sono la storica e tuttora imprescindibile organizzazione dei servizi territoriali. Il lavoro in equipe è passato da un'esaltazione quasi mitica negli anni ottanta ad una potenziale inattualità odierna. È un modello pensato soprattutto per il territorio e per i pazienti gravi. Oggi rischia di frustrare le legittime aspirazioni verso l'autonomia professionale dei singoli operatori coinvolti e la loro identità professionale. Il mito fondante delle equipe si basava su un'organizzazione democratica ed egualitaria degli operatori, tesa ad ovviare agli aspetti au-toritari delle cure. Mentre i medici hanno oggi meno potere decisionale, le altre figure professionali hanno aumentato la loro autonomia, creando nuovi equilibri decisionali e confusione nelle competenze. In sostanza vi opera una condizione di intercambiabilità degli operatori che sarebbero in grado di porre una diagnosi e formulare l'opportuna terapia. In questo modo, però, ci si appropria di quello che è, in sostanza, un "atto medico". La stessa intercambiabilità degli operatori vale, frequentemente, per la posizione apicale dirigenziale di Responsabile di struttura. Questi meccanismi gestiona-li perversi stanno progressivamente emarginando gli psichiatri dei Servizi pubblici verso la grave patologia cronica di marca biologica, che impone trattamenti farmacologici di lunga durata, limitando l'utilizzazione di competenze psi-coterapeutiche fruibili da specifiche patologie, (vedi DM n. 3 del 2007).
Se non è chiaro chi è responsabile del "buon" governo cli-nico, è assai ben identificabile chi detiene la responsabilità medico-legale del paziente. Dopo anni di indeterminatezza, la Magistratura è sempre più dell'idea che lo psichiatra debba rispondere dei reati compiuti dolosamente da un proprio assistito nel momento in cui questi, "malato di mente", viene riconosciuto a posteriori incapace di intendere e di volere. È ciò che è successo recentemente ad un nostro collega. In questo modo, se i pazienti non saranno imputabili per reati da loro commessi, lo saranno gli psichiatri, che diventeranno penalmente responsabili dei comportamenti giudizia-ri dei propri assistiti. Ciò perché lo psichiatra riveste, nella propria funzione, una "posizione di garanzia" verso terzi e la collettività........... In direzioni sorprendenti sembrano, poi, andare alcune recenti proposte di legge per la modifica della legge 180. Progetti spesso autoreferenziali, che attribuiscono sempre maggiori rischi e responsabilità medico legali agli psichiatri e lontani dalle più recenti ed aggiornate legislazioni psichiatriche europee. Uscire dal provincialismo ideologico, dare spazio e voce a tutte le figure professionali ma ridefinire ruoli e responsabilità, fondare i modelli di intervento e la formazione del
personale psichiatrico su epistemologie scientifiche e di buon governo clinico, porre i medici al centro del processo terapeutico, recuperare i valori umani e la spinta ideale della 180 sono gli ingredienti imprescindibili di una Psichiatria moralmente e scientificamente avanzata.

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orso castano :  l'analisi e' convincente , anche se c'e' una critica all'operato della Magistratura , che , a giudizio di Rosini, non terrebbe conto dei criteri ispiratori della 180 ed investirebbe il solo psichiatra della responsabilita' dell'intervento sul paziente , mentre nella realta' numerose ( forse in maniera confusa) , altre figure sanitarie, non sempre all'altezza del compito (Rosini cita esplicitamente i medici di medicina generale , che, come risulta dalle statistiche, sono i maggiori dispensatori nazionali di ansiolitici e di antidepressivi  non innocui -si pensi alla sindrome del QT lungo ed alle sue conseguenze-) intervengono sullo stesso paziente. L'analisi , su questo punto meriterebbe un'approfondimento. Certo e' che ad un investimento di maggiori responsabilita' medico legali dovrebbe corrispondere una maggiore chiarezza e precisione, nella normativa , di quale dovrebbe essere il  potere decisionale dello psichiatra , cui dovrebbe spettare la responsabilita' finale dell'indirizzo terapeutico , visto che poi viene investito di pesanti responsabilita' medico legali. Ma non dovrebbe avere lo psichiatra la preparazione professionale indispensabile per  far questo? e chi altri se non lui? Piuttosto , ripeto ,  e' la normativa che su  questo punto e' carente.  O forse questa imprecisione non e' casuale , perche' diversamente si andrebbero a modificare livelli di potere aquisiti da altre figure sanitarie   e.....si dovrebbero rivedere le paghe degli psichiatri e dar loro una maggiore responsabilita' ed autonomia professionale. Ma i Primari , purtroppo talora, e non raramente , con velleita' autoritarie , che ne pensano? e chi li nomina (spesso di nomina ancora oggi politica - tanto si e' lontani dal management clinico-) che ne pensa ? si attendono commenti.....  

lunedì 11 gennaio 2010

l'ampliamento apportato dalle Regioni al Patto sulla Sanita' Stato/Regioni


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orso castano : insomma un Patto sulla Salute tutto da costruire, quindi molto vago ed , amio giudizio, senza paletti ed impegni vincolanti e precisi. Speriamo bene !! Anche perche' , come per gli altri settori della Sanita' , l'area psichiatrica  pubblica si collooca dentro questo patto subendone i condizionamenti  (clicca qui'  e vai all'articolo sulle criticita' della psichiatria)

Patto 2010-2012: i soldi della sanità (da Dirigenza Medica n° 8/9 del 2009

Patto 2010-2012: i soldi della sanità
Un documento asciutto, che sta tutto in due paginette centrate sulla definizione dei finanziamenti per il triennio 2010-2012 e sulla gestione dei Piani di rientro per le Regioni in difficoltà, che sintetizziamo di seguito.
Fondo sanitario nazionale : Rispetto alla proposta del Governo le Regioni hanno ottenuto, per il cosiddetto Fondo sanitario nazionale, circa 4,5 miliardi di euro in più per il biennio, cui vanno aggiunti i fondi per il 2012. Dunque ci saranno 106,214 mld di euro per il 2010,108,653 mld per il 2011 e 111,695 mld per il 2012.
Investimenti : Impegno del Governo a garantire, nel triennio, 4,715 mld per gli investimenti strutturali (ex art.20), che si aggiungono ai 1.174 previsti a questo scopo per il 2009.Viene innalzata da 23 a 24 mld la quota di accessibilità a questi fondi per ciascuna Regione, consentendo così di partecipare anche a quelle che avevano già utilizzato tutta la loro quota.
Fondi dedicati : Finanziato per 400 min di euro il Fondo per la non autosufficienza (solo per il 2010], mentre il Fondo per le politiche sociali verrà incrementato di 30 min di euro rispetto alla cifra già stanziata nella Legge Finanziaria per il 2010, arrivando ad un totale di 1.094 min.
Contratti e Convenzioni : II Governo si impegna a garantire un ulteriore finanziamento a copertura di eventuali incrementi di contratti e convenzioni del personale del Ssn eccedenti l'indennità di vacanza contrattuale.
Piani di rientro: Se il deficit di una Regione è maggiore del 5% del suo bilancio scatta l'obbligo di presentare un Piano di rientro, che sarà elaborato in collaborazione con Agenas e Aifa e valutato da una nuova struttura tecnica a composizione paritetica tra Governo e Regioni, che lo trasmetterà poi alla Conferenza Stato-Regioni e quindi al Consiglio dei Ministri. Nel caso in cui il Consiglio dei ministri non consideri adeguato il Piano, scatta il commissariamento della sanità regionale, affidata al presidente della Regione che dovrà mettere a punto un nuovo Piano.Stessa procedura nel caso in cui la Regioni non realizzi il Piano di rientro concordato.Il passaggio al commissariamento comporta anche l'entrata in vigore dialcune misure già previste nei precedenti accordi (aumento delle aliquote Irap e Irpef, blocco delturn-overe di qualsiasi spesa non obbligatoria e di altre misure indicate nel nuovo Patto (sospensione dei trasferimenti erariali a carattere non obbligatorio, decadenza dei Dg di Asl e Ao).

orso castano : un piano stringato , troppo , che le Regioni hanno ampliato  (vai al documento, clicca)