lunedì 30 marzo 2015

lo sfascio della sanita'

orso castano : ormai siamo alla frutta ed il governo Renzi invece di stabilire delle regole di ricambio  come ad esmpio una rotazione triennale REALE DEI CULI DI PIETRA CHE STANNO BEN SALDI SULLA  POLTRONA  ormai consociati , spesso, inrete con reti di interessi oscuri e che sfruttano la malattia , considerandola un affare,  la privatizza peggiorandone ancora di piu' l'accesso , l'universalita' e l'equita' nel trattamento. Il Governo Renzi se ne deve andare . Le Regioni sono responsabili di nomine spesso oscure e molte nomine sono finite nel mirino della Magistratura, vanno quindi deresponsabilizzate per alcuni compiti e velocemente. Diversamente le Regioni, troppo autonome nelle loro nomine e nelle decisioni in materia sanitaria, Le ASL di conseguenza sono politicizzate fino all'ultimo operatore. Chi non rispetta le decisionoi dei politici viene emarginato!! E' ora di dire basta!!Risultati immagini per lo sfascioRisultati immagini per lo sfascio



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Associazioni, riforma costituzionale non tutela unitarietà del Ssn
ADNKronos Salute27 Mar 20159 Visualizzazioni

Bologna, 27 mar. (AdnKronos Salute) - Il Senato "riveda l'articolo 117 della riforma costituzionale" approvata dalla Camera, in modo da "assegnare in maniera inequivocabile allo Stato il ruolo di garante del diritto della tutela della salute". E' la richiesta della Fondazione Gimbe e dell'associazione Dossetti, che fanno fronte comune per la riforma del Titolo V della Costituzione.

E' lo Stato che deve "assicurare una uniforme erogazione dei Lea in tutte le Regioni - sottolineano il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta, e il segretario nazionale dell'associazione Dossetti, Claudio Giustozzi, dalla X conferenza nazionale della Fondazione Gimbe a Bologna - riallineare il Ssn sui principi di equità e universalismo che lo contraddistinguono". Ma nel testo approvato in prima lettura dalla Camera, così non è".

Con la formulazione attuale, obiettano, "lo Stato non recupera il diritto a esercitare poteri sostitutivi nei confronti delle Regioni inadempienti nell'attuazione dei Lea". Da qui la richiesta di modifica: "Riteniamo indispensabile che la riforma del Titolo V espliciti la determinazione dei livelli essenziali concernenti i diritti sanitari e la tutela della salute nella clausola di supremazia", concludono Cartabellotta e Giustozzi.




Sanità, sprechi voragine da 25 miliardi nel 2014
ADNKronos Salute27 Mar 20150 Visualizzazioni


Bologna, 27 mar. (Dall'inviata dell'AdnKronos Salute Adelisa Maio) - Ben 25 miliardi di euro sono stati sprecati in sanità nel 2014, circa il 23% del totale della spesa, 111,4 mld. Le voci che hanno gravato di piu' sono l'eccessivo numero di prestazioni inefficaci, inappropriate o troppo costose rispetto ai benefici reali (7,6 mld) e la corruzione, male italico che si annida anche nel Ssn (5-6 mld). Queste le cifre illustrate dal presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, in apertura della X conferenza nazionale Gimbe, che riunisce a Bologna circa 500 partecipanti da tutt'Italia, in rappresentanza di tutte le professioni sanitarie.

Gli sprechi, dunque, rappresentano una voragine da 25 miliardi di euro, sottratti a servizi essenziali e innovazione. Di questi "il 30%, circa 7,69 mld - spiega - viene assorbito dal sovra utilizzo di interventi sanitari inefficaci, inappropriati o dai costi elevati rispetto ai benefici reali. In pratica, stiamo sprecando troppo denaro in prestazioni che non servono, a causa della medicina difensiva ma anche dell'orientamento giudiziario, della medicalizzazione della società e delle aspettative dei pazienti, del turn over delle tecnologie, dei conflitti di interesse". Altro che 'less is more'.

A questi si aggiungono "5-6 miliardi di euro (20%) erosi da frodi e abusi - prosegue Cartabellotta - comportamenti che minano la credibilità del Ssn e contro cui servono azioni concrete". Poco piu' di 4 mld vengono sprecati "nell'acquisto di tecnologie sanitarie, farmaci e strumenti medici e di beni e servizi non sanitarie, come mense e lavanderie, a costi eccessivi, non standardizzati da un capo all'altro della Penisola". Ma c'è anche un "sottoutilizzo delle prestazioni - evidenzia l'esperto - che brucia 3,08 miliardi (12%) per l'aggravamento delle condizioni dei pazienti, ricoveri e altri interventi evitabili che si fosse agito meglio prima". Burocrazia, ipertrofia del comparto amministrativo e la scarsa diffusione delle tecnologie assorbono circa 3 mld (12%). (segue)

Infine, "l'inadeguato coordinamento dell'assistenza, fra ospedale e territorio, ma anche all'interno di uno stesso ospedale - afferma Cartabellotta - pesa per 2,56 miliardi di euro (10%)".

E' "intollerabile - sottolinea - che 25 miliardi di euro l'anno vengano sprecati in quest modo. Negli ultimi anni la tendenza al de finanziamento del Ssn e' stata costante e non si arresta. In futuro non ci saranno risorse aggiuntive e non si potranno finanziare servizi essenziali e vere innovazioni se le Regioni non avvia un processo di disinvestimento da sprechi e inefficiente per reinvestire in ciò che serve davvero, sulla base delle evidenze scientifiche".

Un processo "necessario, che deve avvenire responsabilizzando le aziende sanitarie, che a loro volta devono coinvolgere professionisti sanitari e cittadini". All'insegna del motto 'less is more', "perché il troppo in sanità e medicina non sempre e' salutare ed efficace", conclude.

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