martedì 8 dicembre 2015

uan "societa' sghemba anche nei pensieri"

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orso castano : la sanita' italiana a furia di tagli e di vere e proprie ruberie , come riferiscono ormai frequentissimamente i giornali quotidiani, si sta' sfarinando sotto i nostri occhi. A tutto questo il governo Renzi non sa o non vuole porre rimedio. Forse spera che una sanita' privata di rincalzo poissa risolvere il problema. Ma Renzi deve  (ma non c'e' l'ha) avere una prospettiva storica. La sanita' privata in Italia e' , nella grande maggioreanza dei casi, a rimorchio di quella pubblica, non c'e' mai stata vera competizione nelle tariffe e nella presa in carico seria e dignitosa dei casi piu' gravi (anche perche' piu' onerosi e con un ritorno economico quasi nullo). La sanita' pubblica non deve morire anche se Renzi a furia di tagli sembra volere prorpio questo. E' urgente che chi . come lui, non riesce a governare si faccia da parte, con umilta' e senso civico, ammesso che riesca a trovarne. Il welfare soffre e si sfascia. Come sostine il censis "siamo in una societa' sghemba anche nei pensieri".


dal Rapporto Censis......................La sanità nella percezione degli italiani
Oggi arriva il Censis con la sua poderosa opera di analisi della situazione sanitaria, che, per flash, è così rappresentata: “È il 42,7% dei cittadini italiani a pensare che la sanità stia peggiorando, quota che sale al 64% al Sud. Inoltre, il 55,5% considera inadeguato il Servizio sanitario regionale, quota che sale all'82,8% nel Mezzogiorno. Per capire il ricorso al privato, va considerato il trade off tra costo e tempi di attesa che, con la capacità del privato di offrire prestazioni a prezzi sostenibili e la lunghezza delle liste di attesa nel pubblico, si risolve spesso nella scelta dei cittadini di pagare per intero di tasca propria le prestazioni. Ad esempio, per una colonscopia nel privato si spendono 224 euro e si attendono 8 giorni, nel pubblico con il ticket si spendono 56 euro e si attendono 87 giorni; per una risonanza magnetica nel privato si spendono 142 euro e si attendono 5 giorni, con il ticket si pagano 63 euro e si attendono 74 giorni. Costi e tempi di attesa hanno andamenti inversi nel passaggio dal pubblico al privato, poiché all'aumentare dei costi delle prestazioni nel privato corrisponde una diminuzione dei tempi di attesa e viceversa. Una colonscopia nel privato richiede circa 169 euro in più rispetto al pubblico e riduce i tempi di attesa di 74 giorni; per una risonanza magnetica nel privato la spesa è di 79 euro in più con una riduzione dei tempi di attesa di 69 giorni”.

Fiducia nel medico di famiglia ma difficoltà nei percorsi di cura

Il Censis conferma poi la fiducia che gli italiani ripongono nel medico di famiglia, come emerse già negli anni scorsi: “Gli italiani ribadiscono l'importanza del ruolo svolto dal medico di famiglia:
il 57,3% afferma che dovrebbe essere sua la responsabilità di dare informazioni circostanziate ai pazienti e guidarli verso le strutture più adatte. Il 42,6% ritiene che gli Uffici relazioni con il pubblico e gli sportelli delle Asl dovrebbero offrire informazioni più precise e articolate. Un italiano su 5 vorrebbe anche disporre di graduatorie sui servizi e la loro qualità basate sui giudizi dei pazienti. Accanto a quelle di tipo informativo, le difficoltà che i cittadini sperimentano nel rapportarsi al Servizio sanitario nazionale sono anche di carattere pratico, legate ai tempi di attesa prima di accedere ai servizi richiesti. Tra le persone che hanno effettuato visite specialistiche e accertamenti diagnostici, rispettivamente il 22,6% e il 19,4% ha dovuto attendere perché privo di alternative. E quando l'attesa c'è stata, è stata consistente: in media, 55,1 giorni prima di effettuare una visita specialistica e 46,1 giorni per un accertamento”.
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Queste analisi sulla situazione sanitaria si inquadrano in uno

scenario che vede la società italiana con una forte difficoltà

nell’autopropulsione. Giuseppe De Rita e Massimiliano Valerii

hanno parlato della sindrome del “limbo”, in continuità con

l’intuizione Censis dell’anno scorso, quando si parlò di “deflazione

delle aspettative” e di una “società sghemba anche nei pensieri”.

Temi e sforzo di interpretazione da parte dei due esponenti del

Censis, tutto da approfondire. Cosa che faremo con attenzione

nei prossimi giorni.

Orfeo Notaristefano

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