lunedì 18 ottobre 2010

Facebook è una dittatura?di Alessandro Gilioli da Espresso on line

Arriva il film su Mark Zuckerberg, il fondatore del social network più potente del mondo. E ci si chiede: è giusto che mezzo miliardo di cittadini di questo enorme Stato trasversale non abbiano alcun diritto?............E, ancora, è diventato lo strumento per la nascita e la crescita di "cause" e di battaglie civili (da quando un utente colombiano, Oscar Morales, nel 2007 ha creato un gruppo che ha portato 12 milioni di persone in piazza contro le Farc), quindi un detonatore potenzialmente impressionante per creare e influenzare l'opinione pubblica. Un immenso luogo di incontro e di confronto dove si mescolano l'alto e il basso (approfondimenti sulla "Critica della Ragion pura" e goliardate sulle compagne di classe tettone), le minuzie quotidiane e le scelte epocali ("Lo si può usare per decidere dove andare a cena ma anche per scegliere il presidente degli Stati Uniti", come sintetizza l'autore del saggio "The Facebook Effect", David Kirckpatrick). Comunque, una "cosa" che influenza e influenzerà sempre di più le nostre scelte di cittadini, consumatori, elettori................... Di qui, è naturale, la grande curiosità attorno al padre-padrone di Facebook e alle sue vere o presunte indegnità morali (avrà o non avrà rubato l'idea vincente ai compagni di corso?). E di qui le interviste pressanti al giovane Zuckerberg per capire fino a che punto è avido e malvagio, se e quando utilizzerà i nostri dati personali per rivenderli ai vampiri del direct marketing, quali politiche di privacy vorrà garantire ai 500 milioni di clienti che hanno riempito il social network con le loro foto, i loro video, i loro gusti personali.Quasi che - trovandoci ormai ad essere cittadini di uno Stato trasversale le cui leggi sono diventate per l'esistenza di molti più importanti di quelle del loro Stato reale - ormai ci si possa soltanto affidare alla benevolenza del suo sovrano assoluto (un programmatore ventiseienne, alla fin fine) e dei suoi potentissimi dignitari: quelli che con un colpo di clic possono cancellare il nostro account (magari su "segnalazione" di qualche nostro avversario, nemico o concorrente) distruggendo le relazioni di una persona, il futuro di un'azienda, le chance di una causa politica.


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