Il confronto tra l’immagine via satellite e la situazione normativa, evidenzia come per la Regione Piemonte vi siano ancora margini di intervento e di salvaguardia.
Obiettivo minimo è far nascere in Piemonte il “Parco del cielo”, cioè per proteggere dall’inquinamento luminoso le località al di sopra degli 800 metri di quota e, d’accordo con i sindaci, individuare aree dove il cielo è ancora abbastanza buio da permettere ricerche astronomiche, e quindi serate dedicate all’osservazione pubblica e alla divulgazione, il tutto con vantaggi per l’economia e il turismo naturalistico.
Se abbiniamo a questa tutela minimale anche interventi normativi, saremo ancora in tempo a ridurre l’inquinamento luminoso che è sinonimo di spreco.
Il periodo che stiamo attraversando è decisivo per la difesa del cielo notturno, almeno di ciò che ne resta. Chiusa nel 2012 con norme europee l’era delle sorgenti di luce a incandescenza, le meno efficienti, si avvicina la fine anche delle lampade a fluorescenza. Il futuro è dei Led, diodi a emissione luminosa, che stanno rinnovando l’illuminazione domestica e quella pubblica con forti risparmi di energia e nelle spese di manutenzione.
Oggi in Italia il consumo annuo per l’illuminazione pubblica è di 107 kWh per abitante. Con il passaggio ai Led potrebbe ridursi di un terzo. Ma ci sono anche dei rischi. I soldi risparmiati potrebbero trasformarsi in una illuminazione ancora più aggressiva e dispersa per via dei contratti a lungo termine con i fornitori di elettricità e manutenzione.
Per questa ragione la proposta del parco astronomico mira a sensibilizzare i pubblici amministratori e restituire il cielo a tutta la cittadinanza.
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