mercoledì 6 aprile 2011

In Giordania una nuova costituzione è il minimo; di Alice Marziali da Limes on line (stralci dell'intervista)

Ruhayel Gharaybeh, membro di spicco del Fronte di azione islamica, braccio politico dei Fratelli musulmani locali, è il leader della terza corrente centrista interna al Fronte. Tale corrente, di orientamento nazionale e riformista, si oppone all'influenza crescente di Hamas all'interno del partito. La quarta corrente invece, definita appunto la corrente Hamas, è formata da elementi che fanno parte, anche a livello organizzativo, dell'organizzazione palestinese,..................LIMES: Qual è la vostra visione delle riforme? Cosa chiedete?
GHARAYBEHL: A priorità sono le riforme politiche: bisogna cominciare cambiando la legge elettorale, combinando la legge in vigore con un sistema basato sulle liste. Il parlamento così eletto sarà costituito dai partiti e rifletterà opinioni politiche differenti. Il governo deve essere espressione della maggioranza eletta.
LIMES: Questa è la posizione di tutto il partito? 
GHARAYBEH: Sì, tutto il partito è d’accordo su una riforma che porti alla costituzione di un governo espressione della maggioranza parlamentare.
LIMES: Soltanto un mese fa (a gennaio, ndr) non tutti erano d’accordo sulla monarchia costituzionale. Perché ora c’è una convergenza?
GHARAYBEH:
 La situazione regionale sta unendo il partito. Un mese fa il contesto non ci dava il coraggio per una richiesta del genere, ma ora con quello che sta succedendo nella regione questo è il minimo.
LIMES: Anche la quarta generazione interna al partito, Wasat Hamas, sta andando verso questa direzione?
GHARAYBEH:
 Tutti sono d’accordo su questo, ma non la chiamano monarchia costituzionale; parlano del contenuto, ma non la chiamano con il suo nome. Lo definiscono un governo a maggioranza parlamentare.
LIMES: Perché?
GHARAYBEH:
 Dovete chiederlo a loro.
LIMES: Anche gli altri partiti d’opposizione concordano sulla monarchia costituzionale?
GHARAYBEH:
 Di fatto, sì.
LIMES: Qual è il ruolo dello Iaf in questo periodo di transizione?
GHARAYBEH:
 Il parlamento è incostituzionale e non rappresenta i giordani. Chiediamo che si crei un comitato nazionale che rappresenti tutti i partiti in Giordania per cambiare la legge elettorale, un processo che forse richiederà mesi. Parlamento e governo saranno sciolti e si andrà a elezioni. 

LIMES: Accettereste di partecipare a un altro governo?
GHARAYBEH: Sì, se fosse eletto.
LIMES: Può commentare la lettera delle 36 figure nazionali al re?
GHARAYBEH:
 È una lista tribale, loro hanno il diritto di esprimere le loro opinioni, sembra un mezzo per far pressioni al governo. Ma noi non ne siamo parte.
LIMES: Pensa che la rivolta in Egitto, Tunisia e Libia si possa propagare anche in Giordania?
GHARAYBEH:
 La regione è un tutt’uno, tutti i popoli appartengono alla stessa cultura e condividono la stessa situazione. Ciò che è accaduto in Tunisia, Egitto e Libia può accadere altrove.
LIMES: Ma Mubarak se n’è andato, qui non state provando a cacciare il re.
GHARAYBEH: 
Il minimo che chiediamo è la monarchia costituzionale. Se questa verrà, saremo soddisfatti.
LIMES: Cosa pensa della paura occidentale di una possibile ascesa al potere del movimento islamico e del conseguente, possibile deterioramento delle relazioni con Israele?
GHARAYBEH:
 È una vecchia paura, ma ora l’Occidente è diverso. Non pensiamo che la paura degli islamisti sia vera, è un’esagerazione. Obama e la Clinton hanno detto che gli islamisti sono parte del popolo e che non può esservi stabilità se
essi non partecipano alle istituzioni. L’esempio turco prova che gli islamisti non sono poi questi mostri che tutti dicono.
(1/04/2011)

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