mercoledì 12 marzo 2014

Bravo il Senato!! Meglio che vada a casa prima che combini altri guai : e Renzi che ne pensa....va in bicicletta !?

Riforma delle aree protette, associazioni  (da GAIANEWS:IT) ambientaliste: “Attacco alla Natura d’Italia”

La Commissione Ambiente del Senato ha terminato la discussione delle proposte di legge della modifica alla legge quadro sui parchi. Secondo le associazioni ambientaliste CTS, FAI, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Pronatura, Touring Club Italiano e WWF Italia si tratta di inaccettabile attacco alla natura. Più moderata la posizione di AIDAP, Associazione dei direttore delle Aree Protette, che però ritiene inaccettabile il meccanismo delle royalities per finanziare le aree protette e la presenza degli agricoltori all’interno dei consigli direttivi.
“La proposta di legge prevede l’introduzione del silenzio assenso per il nulla osta rilasciato dagli Enti Parco, la caccia nei parchi mascherata da controllo faunistico per tutte le specie, royalty per le opere ad elevato impatto ambientale, aumento del potere dei Comuni nella gestione dei parchi e nuove categorie di parchi per soddisfare solo gli interessi di alcuni territori”, spiegano le associazioni in un comunicato.
Val Camonica Foto Luca Giarelli
Val Camonica Foto Luca Giarelli
Ora le associazioni chiedono ai Senatori di fermare la legge “non solo inopportuna ma pericolosa per le sorti della natura italiana,” e l’eliminazione del testo.
Inoltre, così come era già successo in precedenza, le associazioni chiedono che nel percorso ci sia un maggiore coinvolgimento di tutte le parti interessate.
Sono 7 i punti criticati dalle associazioni: Il controllo della fauna che consentirebbe di cacciare nei parchi, il silenzio assenso sul nulla osta del enti parco che rischia di ridurre la capacità di controllo degli Enti Parco sulle trasformazioni del territorio; la gestione dei Parchi da parte dei Comuni, con i quali con la riforma ci sarebbe l’obbligo dell’intesa con i Comuni da parte della Regione che approva definitivamente il Piano.
E poi ancora la possibilità di ammettere opere impattanti nei parchi a costo di Royalties e la presenza dei rappresentanti degli agricoltori nei consigli direttivi.
Un punto riguarda poi i Parchi geologici che con la riforma diventerebbero Nazionali solo “per finanziare la fallimentare esperienza dei parchi geominerari”, dicono le associazioni.
Infine viene criticato il ruolo di Federparchi: infatti “le proposte di Legge dei Senatori attribuirebbero a Federparchi il ruolo esclusivo di rappresentanza degli Enti gestori delle aree naturali protette, sebbene Federparchi sia un’Associazione di categoria che non riunisce tutti i soggetti che hanno oggi la responsabilità della gestione delle aree naturali protette. Si costituirebbe per legge una sorta di monopolio della rappresentanza degli Enti gestori dei Parchi e Riserve naturali del nostro Paese che davvero non pare giustificato e corretto.” dicono le associazioni ambientaliste.
Parchi
AIDAP, con un comunicato critica aspramente la presenza degli agricoltori all’interno dei consigli di amministrazione e il meccanismo delle royalties, ma è invece favorevole ai metodi per la gestione venatoria. Sono invece un falso allarme la modifica della norma sul silenzio assenso, che di fatto secondo AIDAP, non c’è, e quella sulla gestione da parte dei Comuni, cosa che secondo AIDAP avviene già.
AIDAP quindi, dopo aver avviato una concertazione con Federparchi e averne apprezzati alcuni risultati chiede “che il positivo frutto della concertazione con Federparchi sia accresciuto con ulteriori accordi ed attività, sia relativamente agli aggiustamenti ancora necessari alla proposta legislativa, sia per l’introduzione urgente di importanti misure semplificative che abbattano il carico burocratico che grava sulla quotidiana attività di tutti gli Enti Parco. Su questo e su altri aspetti il lavoro da fare con E E Federparchi e Ministero è lungo ma il percorso è tracciato.
AIDAP chiede che “anche attraverso Federparchi, il Senato ed il Governo dimostrino adesso al Paese di avere davvero a cuore il sistema delle aree protette italiane, producendo norme e leggi che rendano l’Italia orgogliosa di avere un patrimonio naturale di primaria rilevanza internazionale, senza svenderlo per qualche percentile di autofinanziamento.”


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