

In occasione della 3 ° edizione del Forum Italiano di Biotecnologie Industriali e bioeconomia - IFIB (Napoli, Italia 22-23 ottobre 2013) Enterprise Europe Network (EEN) partner:
organizzare l': EEN Biotech e bioeconomia Partnering Event - IFIB 2013 .
Il Forum Italiano di Biotecnologie Industriali e bioeconomia 2013 - IFIB2013 è un workshop organizzato da Assobiotec - l'Associazione Italiana per lo sviluppo delle biotecnologie - con Innovhub-SSI , il Centro Biocatalisi italiana, Campania Innovazione SpA e la Camera di Commercio di Napoli - volto a facendo un sondaggio di progetti di ricerca nel settore delle biotecnologie industriali, con l'obiettivo di rafforzare la rete nell'area euro-mediterranea e per promuovere i partenariati industria-università ( cfr. IFIB programma 2013 ).
Il " EEN Biotech e bioeconomia Partnering Event - IFIB 2013 "è organizzato nell'ambito del workshop IFIB e offre la possibilità di incontrare potenziali partner in pre-organizzati face-to-face incontri bilaterali al fine di stabilire nuove opportunità di cooperazione nel campo della ricerca, trasferimento di tecnologia e business.
Chi può partecipare?
Le aziende, università, centri di ricerca pubblici e privati nel campo delle biotecnologie industriali e bioeconomia.
Perché devi partecipare?
Settori di destinazione
Quanto costa?
Non vi è alcun costo per la partecipazione
Lingua
La lingua ufficiale per gli incontri bilaterali è l'inglese.
Date per la vostra agenda
prima invii il tuo profilo di colaborazione più esso sarà riconosciuto.
| Organizzatori![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Supportato da![]() ![]() ![]() ![]() Posizione
Napoli (ITALIA) a
Castel dell'Ovo, via Eldorado n. 3
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Una ricerca condotta all’Ospedale San Raffaele di Milano ha consentito di identificare per la prima volta nell’uomo una mutazione nel gene della ferritina (di tipo L) che causa la mancanza della proteina coinvolta nella regolazione del ferro nel nostro organismo. Lo studio, finanziato da Telethon e coordinato da Sonia Levi, responsabile dell’Unità Proteomica del metabolismo del ferro e professoressa associata in Biologia applicata all’Università Vita-Salute San Raffaele, è stato pubblicato sull’ultimo numero di “The Journal of Experimental Medicine”. La ferritina è una proteina che svolge un ruolo fondamentale nella gestione del ferro e nel mantenimento dell’omeostasi del metallo nelle cellule del nostro organismo. L’accumulo del ferro nell’uomo è responsabile di diverse patologie, tra cui quelle di carattere neurodegenerativo come le neuro-degenerazioni associate ad accumulo di ferro cerebrale (NBIA). La ferro-carenza al contrario è associata ad alterazioni neurologiche che si manifestano nei pazienti con forme di convulsione e la più famosa sindrome delle gambe senza riposo (in Italia ne soffre il circa il 5% della popolazione). In questo lavoro i ricercatori hanno dimostrato come la mancanza di ferritina causi nell’uomo una carenza di ferro, provocando un aumento dello stress ossidativo e del danno cellulare, associando così le alterazioni neurologiche alla mutazione presente nel gene della ferritina. Questo risultato è stato possibile anche grazie all’utilizzo di una tecnica molto innovativa detta riprogrammazione-cellulare-diretta. Il procedimento permette di ottenere neuroni umani partendo da una semplice biopsia cutanea. Nello specifico vengono prelevate dal braccio dei pazienti i fibroblasti della pelle che in seguito vengono opportunamente coltivati e riprogrammati in laboratorio. Per la prima volta al mondo i ricercatori del San Raffaele hanno dimostrato che, grazie alla riprogrammazione, è possibile studiare patologie su modelli cellulari difficilmente ottenibili dall'uomo, come nel caso dei neuroni, primariamente coinvolti nelle patologie neurodegenerative. “Questo lavoro – afferma Sonia Levi – rappresenta un passo in avanti nella conoscenza dei meccanismi biologici che sono alla base del coinvolgimento del ferro nelle patologie neurologiche, argomento fino ad ora poco definito. Inoltre possiamo pensare in futuro di utilizzare questa metodologia di riprogrammazione cellulare sia per approfondire le conoscenze sui meccanismi molecolari alla base delle alterazioni patologiche sia per l’identificazione di nuovi target terapeutici”![]() |