giovedì 17 ottobre 2013

read key : intelligenza dei tumori

orso castano : lo studio dei tumori e' sorprendente, le strategie per la sopravvivenza e per il dominio del corpo umano lasciano stupiti. Una vera e propria lotta con risposte purtroppo spesso stereotipate da parte del corpo umano, come se nei nostri geni non fossero scritte le risposte idonee oppure e' come se il nostro DNA ed RNA, nel complesso fosse meno capace dei tumori nell'elaborare strategia di difesa, cioe' fosse meno intelligente. E' evidente che il ricorso all'intelligenza del cervello perche' elabori interventi esterni al corpo umano per sopravvivere e vincere la battaglia  e'  indispensabile..

.................................Nello studio appena pubblicato, i ricercatori del San Raffaele hanno analizzato la relazione tra le cellule del tumore e quelle che lo circondano, ovvero le cellule del sistema immunitario e, più precisamente, i linfociti T. Essi sono di fondamentale importanza perché ogni volta che il nostro organismo viene attaccato da agenti esterni iniziano a produrre delle molecole (citochine) in grado di aumentare la risposta immunitaria e distruggere l’intruso.Dalle indagini si è visto che nel tumore al pancreas questo meccanismo risulta purtroppo alterato. Invece che produrre le giuste molecole pro-infiammatorie, i linfociti T secernono citochine che favoriscono ulteriormente la progressione della malattia, rendendo di fatto inutile la risposta immunitaria. Citochine che nel corso della ricerca sono state già state identificate e che, grazie a ciò, rendono possibile lo sviluppo di teraarte donna
pie in grado di alterarne la funzione. Per alcune di queste molecole, infatti, sono già disponibili anticorpi capaci di bloccarne l’attività.Come dichiara la dottoressa Maria Pia Protti, responsabile del gruppo di ricerca che ha effettuato lo studio, «questa ricerca rappresenta un passo in avanti sia nella conoscenza dei meccanismi biologici che rendono il carcinoma del pancreas un tumore particolarmente aggressivo, sia nell’identificazione di nuovi target terapeutici che consentiranno di mettere a punto, nei prossimi anni, nuove strategie terapeutiche».Quanto dimostrato dal gruppo di ricerca milanese è solamente uno dei tanti esempi di “furbizia” dei tumori. Non più tardi del mese scorso, in un articolo pubblicato dalla rivistaPNAS, è stato dimostrato che uno dei tumori più diffusi a livello cerebrale, il glioblastoma, pur di sopravvivere è in grado di trasformare alcune delle proprie cellule in vasi sanguigni per potersi così autoalimentare.

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