lunedì 18 maggio 2015

il test invalsi e' utile ??

orso castano: i test autosomministrati sono in uso in molti campi . Il limite di questi testi e' che , purtroppo, sono avulsi spesso dai corsi che li precedono. La giusta critica e' quella che fa la Enea Berardi nell'articolo che chiude il post : Fino a quando nella Scuola italiana non si affronterà con coerenza il problema degli obiettivi da conseguire e dei livelli minimi di apprendimento (con coerenza: se non superi l’equivalente del TOEFL, per esempio, lo ripeti ma ti sostengo adeguatamente), non si adegueranno edifici scolastici e classi a criteri basilari di didattica moderna, i test INVALSI serviranno, purtroppo, solo a chi li formula.. Cioe' lasciare soli gli alunni, cioe' chi fa l'autotest, senza sostenerlo e piegargli dove ha sbagliato ed aiutarlo a superare l'errore, invalida l'utilita' del, test e rende questo strumento che potrebbe essere utile , se fatto coerentemente con i coprsi di preparazione, non serve assolutamente a nessuno.Risultati immagini per invalsi criticheRisultati immagini per invalsi critiche

L’INVALSI è l’Ente di ricerca dotato di personalità giuridica di diritto pubblico che ha raccolto, in un lungo e costante processo di trasformazione, l’eredità del Centro Europeo dell’Educazione (CEDE) istituito nei primi anni settanta del secolo scorso.
Sulla base delle vigenti Leggi, che sono frutto di un’evoluzione normativa significativamente sempre più incentrata sugli aspetti valutativi e qualitativi del sistema scolastico, l’Istituto:
effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell'offerta formativa delle istituzioni di istruzione e di istruzione e formazione professionale, anche nel contesto dell'apprendimento permanente; in particolare gestisce il Sistema Nazionale di Valutazione (SNV);
studia le cause dell'insuccesso e della dispersione scolastica con riferimento al contesto sociale ed alle tipologie dell'offerta formativa;
effettua le rilevazioni necessarie per la valutazione del valore aggiunto realizzato dalle scuole;
predispone annualmente i testi della nuova prova scritta, a carattere nazionale, volta a verificare i livelli generali e specifici di apprendimento conseguiti dagli studenti nell’esame di Stato al terzo anno della scuola secondaria di primo grado;
predispone modelli da mettere a disposizione delle autonomie scolastiche ai fini dell'elaborazione della terza prova a conclusione dei percorsi dell'istruzione secondaria superiore;
provvede alla valutazione dei livelli di apprendimento degli studenti a conclusione dei percorsi dell'istruzione secondaria superiore, utilizzando le prove scritte degli esami di Stato secondo criteri e modalità coerenti con quelli applicati a livello internazionale per garantirne la comparabilità;
fornisce supporto e assistenza tecnica all'amministrazione scolastica, alle regioni, agli enti territoriali, e alle singole istituzioni scolastiche e formative per la realizzazione di autonome iniziative di monitoraggio, valutazione e autovalutazione;
svolge attività di formazione del personale docente e dirigente della scuola, connessa ai processi di valutazione e di autovalutazione delle istituzioni scolastiche;
svolge attività di ricerca, sia su propria iniziativa che su mandato di enti pubblici e privati;
assicura la partecipazione italiana a progetti di ricerca europea e internazionale in campo valutativo, rappresentando il Paese negli organismi competenti;
formula proposte per la piena attuazione del sistema di valutazione dei dirigenti scolastici, definisce le procedure da seguire per la loro valutazione, formula proposte per la formazione dei componenti del team di valutazione e realizza il monitoraggio sullo sviluppo e sugli esiti del sistema di valutazione.

L’INVALSI è soggetto alla vigilanza del Ministero della Pubblica Istruzione che individua le priorità strategiche delle quali l'Istituto tiene conto per programmare la propria attività. La valutazione delle priorità tecnico-scientifiche è riservata all'Istituto.
Risultati immagini per invalsi criticheIsaiah Berlin, uno dei grandi liberali del ventesimo secolo, ci ha messo in guardia contro chi pretende di delimitare l’ambito delle domande ammissibili, separandole rigidamente da quelle che non si possono fare. Una deriva intellettuale che, secondo lo studioso di Oxford, avrebbe condotto ben presto non solo alla persecuzione della scienza, un fenomeno ben noto anche nel passato, ma anche a quella dei ricercatori in nome di ciò che si tenta di far passare per scienza.........se è vero che metodi standardizzati sono stati impiegati negli ultimi anni in alcuni paesi, non c’è affatto un consenso unanime sul modo migliore di progettarli o sull’uso che se ne dovrebbe fare. Negli Stati Uniti, ad esempio, un paese che ci viene spesso indicato a modello, il test nazionale introdotto dal No Child Left Behind Act è stato criticato, tra gli altri, da Martha Nussbaum per gli effetti controproducenti che sta avendo sulle capacità di pensiero critico e di fare uso dell’immaginazione degli studenti. Forse non è irrilevante per spiegare l’allarme del “comitato di salute pubblica” la circostanza che la traduzione italiana del libro della Nussbaum che contiene queste critiche abbia un’introduzione di Tullio De Mauro.
Biblioteca
A supporto delle proprie attività istituzionali, l'INVALSI si avvale della Biblioteca che cura la raccolta di materiale bibliografico nell'ambito delle scienze dell'educazione, con una particolare attenzione agli aspetti della valutazione. Parte integrante della Biblioteca è l'emeroteca, con una ricca collezione di riviste specialistiche ed un posseduto storico di rilievo nazionale.
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Le critiche principali ai test Invalsi

Riassumo le critiche principali alle prove INVALSI. 1. Il problema di questo tipo di test è sapere cosa esattamente misurano. Controllano il grado di apprendimento di quello che è stato insegnato o la prontezza nelle risposte ed altre abilità ? 2. Se diventa cruciale “far bella figura” ai test, siamo di fronte al classico caso di una” misura” che perturba la cosa da misurare. Nei programmi e nel metodo di insegnamento, ed è la critica più seria (vedi G. Israel “Il bluff della matematica finlandese”). E poi, nel risultato stesso: in Italia, per risparmiare, le si fa “somministrare” dagli stessi insegnanti e in passato ci sono stati casi di aiuti agli studenti (risultati non affidabili). 3. L’interpretazione delle prove dipenderà da quello che cerchiamo. Supponiamo che dopo una attenta analisi si scopra (sorprendentemente?) che gli studenti delle classi “pollaio” imparano meno e peggio di quelle con 20 studenti, che la presenza di alunni che non parlano l’italiano rende problematica la didattica e il completamento dei programmi. Che chi frequenta scuole moderne con laboratori ha, in media, miglior profitto di quelli che vanno in scuole fatiscenti. Che un insegnante laureato in lingue straniere insegna meglio l’inglese alle elementari rispetto ad una maestra che ha seguito un corso. Il Ministero correrà ai ripari assumendo insegnanti, prevedendo sostegno didattico e linguistico dove necessario ed adeguando il patrimonio edilizio? In tal caso, ben vengano le INVALSI. Considerato lo stato, per esempio, della Sanità (personale cronicamente sotto organico) e dell’edilizia scolastica (edifici privi di certificazioni essenziali) è lecito dubitarne. 4. Se invece pretendiamo che le prove siano anche un test sugli insegnanti, sulle classi e sul singolo istituto scolastico (a questo punto però i test dovrebbero forse essere somministrati da personale INVALSI) leggeremo i risultati come classifiche. Dopo di che, cosa succede? Aiuteremo finanziariamente le scuole deboli per portarle a livello delle altre o quelle forti per premiarle? Pagheremo di meno (meno di adesso?) gli insegnanti con punteggi mediocri (siamo sicuri che dipende dagli insegnanti?) oppure di più quelli “bravi”? Ha senso assimilare una scuola ad una azienda? Per scuole primarie, medie e superiori, in realtà manca la libertà di scelta. In molte città, nemmeno piccole, c’è un solo Liceo Scientifico, per esempio. E la scelta delle scuole elementari dipende largamente dalla disponibilità di tempo del genitore. Tutte le scuole dovrebbero soddisfare certi livelli, così come tutti i Pronto Soccorso devono possibilmente salvare vite. Non sono libero, in generale, di scegliere l’ospedale, come da un punto di vista pratico, non sono libero di scegliere tra due licei concorrenti (che spesso nemmeno esistono). Ed infine, anche se la trasparenza fosse perfetta e la classifica veritiera, cosa succederebbe? Una scuola scadente vuota ed una ottima strapiena? Facciamo ampliamenti? O un sorteggio? O rendiamo buona anche la scuola scadente? 5. E’ opinione comune che la Scuola italiana sia mediocre al confronto di altre realtà. Quale è allora il problema generale? Ci accontentiamo di livelli scadenti di conoscenza e competenza oppure le valutazioni sono inaffidabili? O entrambe le cose? “Livello scadente” vuol dire che diamo per buona una conoscenza mediocre. ”Valutazione inaffidabile” significa che il 5 reale diventa un 6 politico, dopo estenuanti trattative, durante gli scrutini. Tutti gli anni, per troppi studenti, che naturalmente continueranno a non parlare un accettabile inglese e ad avere carenze spaventose in materie fondamentali dopo 13 anni di studi. Fino a quando nella Scuola italiana non si affronterà con coerenza il problema degli obiettivi da conseguire e dei livelli minimi di apprendimento (con coerenza: se non superi l’equivalente del TOEFL, per esempio, lo ripeti ma ti sostengo adeguatamente), non si adegueranno edifici scolastici e classi a criteri basilari di didattica moderna, i test INVALSI serviranno, purtroppo, solo a chi li formula.

Enea Berardi

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