martedì 5 maggio 2015

la Corte Costituzionale, di cui Mattarella fece parte deve esaminare a fondo l'Itaicum



«La proposta messa in campo da Matteo Renzi non tiene conto della sentenza della Consulta che ha detto una parola chiara su quelle che non deve fare una legge elettorale»: il costituzionalista Massimo Villone, un passato di politica attiva sotto le insegne del centrosinistra, è tra i giuristi che hanno sottoscritto l’appello contro l’Italicum.
Che cosa non funziona nella legge elettorale di cui si discute a Montecitorio? 
«La Corte costituzionale ha detto chiaramente no a un premio senza soglia e alle liste bloccate, ossia a quelle tecnicalità che ledono il principio di un’adeguata rappresentatività nel computo dei voti tradotti in seggi, come il principio secondo cui l’elettore deve avere la possibilità di una scelta. L’Italicum, invece, consente una disproporzionalità: chi vince è fortemente sovrarappresentato, i partiti minori sono cancellati e chi perde è sottorappresentato. Le liste bloccate, sebbene corte, impediscono la possibilità di scelta su tutta la rappresentanza parlamentare. E le primarie non sono una soluzione: rappresentano sì un voto popolare, ma di un soggetto diverso dall’elettore. L’Italicum è un’operazione di lifting del Porcellum, mal riuscita. Che espone la legge elettorale a nuove impugnative: ormai c’è un precedente in questo senso e la Consulta non potrà rimangiarsi la linea giurisprudenziale adottata».
L’ex presidente della Consulta Onida sostiene però che le liste bloccate sono questione politica e non costituzionale... 
«La lista bloccata, in sé, non è censurabile. Il sistema tedesco è regolato per metà da liste bloccate proporzionali, ma l’altra metà è affidata all’uninominale maggioritario. Il problema dell’Italicum è che l’intero computo della rappresentanza è coperto da liste bloccate. Eppure la Corte ha detto chiaramente che le liste bloccate, seppur corte, potevano essere ammissibili per una parte della rappresentanza, non per tutta. Come se ne esce? Io non sono un estimatore delle preferenze che propongono un micidiale meccanismo all’insegna del tutti contro tutti, laddove invece un sistema di collegio uninominale darebbe maggiori garanzie. Meglio ancora se misto, con una quota di liste bloccate».
Ma allora perché si insiste sulle liste totalmente bloccate?
«Perché qualsiasi sistema maggioritario, che sia Mattarellum o doppio turno, non garantisce di sapere subito chi ha vinto. E questo miraggio sta inquinando il sistema politico. Ma nessunsistema elettorale che non sia discorsivo, può garantire un vincitore.
Il sistema di collegio assicura un vantaggio al partito più forte, ma non definisce chi governa. Ed è proprio sulla scorta di quest’errore ideologico che è stato tarato l’Italicum. Perché la certezza della governabilità di può avere solamente falsando i numeri».
Ma così non rischiamo di restare senza una nuova legge, condannati alle larghe intese?
«Le larghe intese sono frutto del Porcellum. Pensiamo di evitarle in futuro con una legge analoga? Sarebbe meglio per il sistema politico affrontare la difficoltà di un paio di legislature con un sistema proporzionale, perché tutti tornino a misurarsi con il consenso reale, senza
la droga del maggioritario. Ci siamo abituati a pensare che sia utile per governare, e invece siamo mal governati e senza rappresentanza».
Il centrosinistra di Renzi ci crede fortemente...
«È la caduta culturale del centrosinistra che ha cominciato a perdere quando ha comprato il pacchetto della propaganda del centrodestra, assumendola come propria.
Così all’idea della rappresentanza si è sostituita quella del decisionismo governativo. Ma i governi ora sono deboli per motivi che nulla hanno a che vedere con le tecnicalità delle leggi elettorali. La verità è che quando si comincia a comprare i prodotti degli altri, si esce fuori dal mercato. Prevedo che si farà una pessima legge e che tornerà al vaglio della Consulta».

Nessun commento: