domenica 15 novembre 2015

Islam e Laicita'

Recensione de L'indice

TitoloIslam e laicità. Il punto di vista dei musulmani progressisti
AutoreFilali-Ansary Abdou

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Da circa due secoli i musulmani si confrontano sulla questione del rapporto tra l'islam e la modernità; ......................... "l'islam è ostile alla laicità?". Pubblicato per la prima volta in Marocco dalla prestigiosa casa editrice di Casablanca Le Fennec, L'islam est-il hostile à la laïcité? ha il merito di dare rilevanza a un tema che nel pensiero islamico è poco trattato, almeno in maniera esplicita. La scarsa fortuna del concetto di laicità - lascia intendere Filali-Ansary - dipende in parte da una certa diffidenza degli studiosi musulmani, causata dal fraintendimento del suo significato. È indicativo che nel XIX secolo l'aggettivo "laico", "secolare" venisse tradotto in arabo lâdînî, composto dalla negazione lâ e da dîn, che significa "religione". La laicità veniva dunque vista come un sistema che si contrapponeva alla religione per negarla; oggi invece il termine arabo impiegato può essere accostato a quello di "secolarismo": 'almâniyya o 'ilmâniyya, in riferimento al "mondo sensibile" ('âlam). Tuttavia anche oggi alcuni autori pronunciano un giudizio negativo sulla laicità proprio perché, secondo Filali-Ansary, la intendono in senso restrittivo.

L'idea di Filali-Ansary è che, a partire dagli anni venti del Novecento, si stia sviluppando una "nuova coscienza islamica" ........... Indipendentemente dai contenuti specifici, le singole teorie che si avvalgono di questo metodo portano all'affermazione del "carattere individuale e libero della fede (...) fondata sulla coscienza della trascendenza di Dio e della responsabilità dell'uomo". Tale coscienza si esprimerebbe nella figura del musulmano "culturale", che viene contrapposto al musulmano "integralista"; mentre il secondo aspira alla realizzazione di un sistema giusto e virtuoso fondato su una "ideologizzazione della religione", il primo "mantiene un attaccamento ai valori spirituali (...) senza aderire ai dogmi né orientare la propria vita individuale in funzione degli ideali e delle prescrizioni dell'islam". Entrambe le figure vengono contrapposte all'islam "tradizionale", rappresentato dalla élite di esperti in scienze religiose ('ulamâ' e fuqahâ'), la quale, strettamente legata al potere politico, rappresenta il volto conservatore dell'islam e si oppone in generale alle istanze riformatrici provenienti dalla società.

L'interrogativo che si pone il libro è se l'islam possa "essere vissuto e praticato come una religione del foro interno, che fornisce ideali agli individui e ai gruppi senza costringerli ad applicare regole precise". La risposta è affermativa se si distingue il contenuto del messaggio religioso dall'evoluzione storica dell'islam, diventato, attraverso un'attività esegetica durata secoli, un sistema complesso che ha investito la politica e il diritto positivo. Per Filali-Ansary vi è un'opera del pensiero islamico che ha determinato la svolta teorica in favore della separazione della religione dalla politica: L'islam e i fondamenti del potere, scritta dal teologo egiziano 'Alî 'Abd al-Râziq nel 1925, un anno dopo l'abolizione del califfato da parte di Ataturk. 'Abd al-Râziq sostiene che i testi sacri non forniscono indicazioni circa alcun sistema politico, né esprimono l'auspicio per l'instaurazione di un sistema politico "islamico"; l'ordine politico viene dato solo dopo la morte del profeta Muhammad, quindi al di fuori della Rivelazione. Attraverso una rilettura storica dei primi tempi dell'islam, lo studioso egiziano dimostra così che l'istituzione islamica per eccellenza, il califfato, non ha alcun fondamento teologico e che la missione del Profeta non fu politica ma soltanto religiosa: Muhammad insomma non era un re, ma soltanto un profeta. La conclusione di 'Abd al-Râziq è che "nessun principio religioso vieta ai musulmani di edificare uno Stato moderno fondato sulla ragione".
Possiamo considerare l'opera di 'Abd al-Râziq come il filo rosso che percorre l'attività intellettuale di Filali-Ansary: dalla sua traduzione in francese de L'islam et les fondements du pouvoir (La Découverte - Cedej, Paris-Le Caire 1994) al presente volume, fino al recente Réformer l'islam? Une introduction aux débats contemporains (La Découverte, 2003), opera quest'ultima che, colmando un vuoto, tratta in maniera analitica il tema della riforma dell'islam in senso laico fornendo un quadro completo e dettagliato della riflessione contemporanea sull'argomento.Risultati immagini per laicita'Giordano Bruno

Turchia......una partita tra Islam e laicità
7 giugno 2015
...........Recep Tayyip Erdogan..............................La Turchia non è più il Paese secolare fondato da Kemal Ataturk sulle ceneri dell'Impero Ottomano?
L'Akp discende da un ceppo islamista, quello del Milli Gorus, è nato dalle spoglie del partito religioso di Necmettin Erbakan (esautorato dai militari come premier nel 1998) ma si è distinto fin dalla sua fondazione nel 2001 per posizioni molto differenti da quelle dell'islamismo turco “tradizionale”, in particolare per il suo appoggio alla democrazia, al libero mercato e all'integrazione della Turchia in Europa.
Si è sempre dibattuto aspramente tra chi riteneva che l'Akp fosse un esempio di Islam politico democratico - fino a parlare di un “modello turco” per il Medio Oriente in occasione delle “primavere arabe” – e chi pensava che il partito mirasse in realtà all'islamizzazione del paese, fingendo soltanto di aderire agli ideali democratici.
In una prima fase Erdogan e il suo partito hanno accettato lo status quo laico di cui si facevano garanti i militari, senza proporre leggi su questioni sensibili come quella del velo. Anche in politica estera Erdogan, da primo ministro, si era distinto per le tendenze europeiste, intrattenendo buone relazioni con Israele. È stato il conflitto del 2007 con i militari e l'establishment laico sull'elezione di Abdullah Gul alla presidenza a segnare una seconda fase. Dopo le travolgenti vittorie elettorali ed essersi assicurato che i contropoteri laici -l'esercito e la Corte costituzionale - non fossero più in grado di nuocere al suo potere, Erdogan ha messo mano alla legislazione che più sta a cuore allo schieramento filo-islamico, in particolare per due punti cruciali: il velo e il sistema educativo. Il governo Akp ha rimosso il bando sui foulard islamici per le studentesse............ In politica estera il governo Akp si è distinto per l'appoggio ai partiti filo- islamici emersi dopo le rivolte arabe, in particolare in Egitto, e alle milizie islamiste impegnate nella guerra civile siriana...........Ma questi numeri non dicono tutto. In un recente studio su un campione di studenti universitari dal titolo significativo “Una vita sospesa tra due mondi”, emerge che la gioventù turca vive una religione in bilico tra due universi culturali: quello laico e quello religioso. In Turchia -e forse anche queste elezioni lo diranno - la partita tra secolarismo e Islam è tutt'altro che finita. di Alberto Negri - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/Gyb3Gh

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