venerdì 20 novembre 2015

La Concezione Islamica della Conoscenza

orso castano: articolo interessante , anche se sintetico sulle basi delm pensiero scientifico islamico e su come  si e' andato sviluppando.  La diversita' dal pensiero scientifico occidentale appare marcata, pur rilevando l'autore che nell'islam esistono spazi per il dubbio e la conoscenza per congetture e sperimentazioni. Ma su tutto prevale la conoscenza "mistica" , religiosa, intesa come conoscenza ultima, solida base su cui nfondare tutte le altre conoscenze che devono restare legate a questo fine: la conoscenza ultima , religiosa. 
Il dubbio come metodo scientifico, la "falsificazione" come prassi continua e senza fine propria di un progresso scientifico autocritico e distinto dalla religione , la "Ragione" come cosa "altra" e nettamente distinta dalla fede e dalla religione, la "gnosi" affidata alla logica , all'osservazione ed alla sperimentazione, esistono ma trovano un limite ed un fine nella esperienza mistica che sovrasta tutte le scienze come ultima e vera conoscenza.
Ma come spiegare allora il progresso scientifico continuo  basato sulla "falsificazione" e sul "dubbio" considerato come motore della scienza stessa?
Dunque l'abbi dubbi  viene sostituito con abbi fede e , se hai dubbi, anche nella scienza , se sei orientato nelle tue ricerche all'aquisizione di una maggiore fede e solidita' nei valori religiosi, tutto si risolvera' con buona pace di Galileo e Giordano Bruno che per amore della liberta' fini' sul rogo dopo il taglio della lingua.......................Questo ovviamente senza disconoscere le notevoli basi che studiosi e scienziati islamici hanno portato in vari campi delle scienze empiriche.Risultati immagini per la scienza nel mondo islamicoRisultati immagini per la scienza nel mondo islamico
La Concezione Islamica della Conoscenza
Dr. Sayyid Wahid Akhtar
Al-Tawhid, vol. XII No. 3 (stralci dell'articolo)
(linka per l'articolo intero)Mentre il fatto che possa esistere un'epistemologia islamica esplicita e sistematicamente elaborata rimane ancora una questione irrisolta, è invece innegabile che nella filosofia musulmana vari argomenti epistemologici sono stati trattati con un orientamento differente dal pensiero occidentale, ed attualmente vengono fatti molti tentativi per capire i temi di base dell'epistemologia secondo questa concezione.................... "'‘Ilm" cioe' "Conoscenza" nel mondo occidentale significa informazione su un certo argomento, divino o terreno, mentre "'‘Ilm" è un termine che abbraccia tutti questi aspetti riferendosi alla teoria, alla pratica e all'istruzione. Rimarcando l'importanza di questa parola nella civiltà musulmana e nell'Islam, Rosenthal afferma che essa dà loro un aspetto distintivo............Non c'è nessun aspetto della vita intellettuale, religiosa e politica islamica, e della vita quotidiana di un musulmano medio, che venga trascurato dall'atteggiamento sempre rivolto verso la conoscenza vista come un valore supremo per il musulmano. ‘Ilm è l'Islam, anche se i teologi sono stati esitanti nell'accettare la correttezza tecnica di questa uguaglianza. Ció che risalta maggiormente da questa accesa discussione riguardo a questo concetto è la sua fondamentale importanza per l'Islam............Questa conoscenza non fu impartita neanche agli Angeli. In "Usul al-kafi" l'Imam Musa narra che tradizionalmente la conoscenza ("‘Ilm") puó essere di tre tipi: "ayatun muhkama" (inconfutabili segni di Dio), "faridatun 'adila" (obblighi giusti) e "sunnat al-qa'ima" (tradizioni tramandate dal Profeta).

Questo comporta il fatto che il termine ‘Ilm, a cui tutti i musulmani sono obbligati a fare riferimento, abbraccia vari settori della scienza: teologia, filosofia, diritto, etica, politica, e le leggi impartite dal Profeta alla "umma".
Al-Ghazali ha ingiustamente differenziato i vari tipi di conoscenza, ritenendone alcuni utili e altri inutili. L'Islam perٍ non considera nessun tipo di conoscenza trascurabile per l'umanità. Comunque, quella che nel Corano è stata definita conoscenza inutile o insignificante, consiste di pseudoscienze o di leggende contenute prevalentemente nella "jahiliyya".
La conoscenza è di tre tipi:
• informazione (intesa come contrario di ignoranza),
• leggi naturali,
• conoscenza acquisita attraverso congetture.
I primi due tipi di conoscenza sono considerati utili, e la loro acquisizione è obbligatoria. Per quanto riguarda il terzo tipo, che si riferisce a ció che si apprende indovinando o tramite congetture, o a ció che è dubbioso, si dovrebbe prendere in considerazione più avanti, dal momento che il dubbio e la congettura a volte sono mezzi essenziali per la conoscenza, ma non un fine di quest'ultima.Oltre a svariati versetti coranici che enfatizzano l'importanza della conoscenza, vi sono centinaia di detti del Profeta (S) che incoraggiano i musulmani ad acquisire ogni tipo di conoscenza da qualsiasi parte del mondo. La civiltà islamica, durante un periodo di stagnazione e declino, confinٍ il proprio sapere nella teologia come unica scienza obbligatoria, un atteggiamento generalmente e ingiustamente attribuito alla distruzione della filosofia e delle altre scienze nel mondo islamico effettuata da al-Ghazali.............Nel mondo islamico, la gnosi (ma'rifa) è differente dalla conoscenza nel senso di acquisire informazioni attraverso processi logici. Nelle civiltà non islamiche dominate dalla cultura greca, "hikma" (la filosofia) è considerata superiore alla conoscenza. Secondo l'Islam peró "'‘Ilm" non è pura conoscenza, bensí sinonimo di gnosi (ma'rifa). Si considera la conoscenza derivata da due fonti: l’ "‘Aql" (il ragionamento) e l’"'‘Ilm huduri" (intesa come conoscenza non mediata e diretta, che avviene attraverso esperienze mistiche)................L'esercizio dell'intelletto (‘Aql) è significativo per tutta la letteratura islamica, che ebbe un ruolo importante nello sviluppo di tutti i tipi di conoscenza, scientifica o di altra natura, nel mondo musulmano. Nel ventesimo secolo, il filosofo musulmano indiano Iqbal nella sua opera intitolata "Ricostruzione del pensiero religioso nell'Islam", ha sottolineato che "ijtihad" è un principio dinamico nella struttura dell'Islam. Egli afferma che, ancora prima di Francesco Bacone, i principi di induzione scientifica erano chiaramente espressi nel Corano, che sottolinea l'importanza dell'osservazione e della sperimentazione allo scopo di giungere a conclusioni certe........L'opera "Tahatut al-falasifa" di al-Ghazali è probabilmente il primo trattato filosofico in cui fu utilizzato il metodo dell'analisi linguistica per dare spiegazioni su vari temi filosofici. Personalmente credo che questo autore sia stato messo in cattiva luce e frainteso dai musulmani, sia conservatori sia liberali, che hanno voluto interpretare la sua filosofia. Il suo metodo basato sul dubbio diede origine ad un'efficace attività intellettuale nel mondo islamico, ma a causa di fattori storici e sociali, culminó nella stagnazione del pensiero filosofico e scientifico, che più tardi suscitó all'autore molte critiche da parte di altri filosofi.

Nella filosofia preislamica, sviluppatasi sotto l'influenza del pensiero greco, si fece una distinzione fra filosofia (al-Hikma) e conoscenza. Nell'Islam invece non esiste questa differenza. Coloro che credettero in questa diversità, influenzarono i musulmani verso un pensiero non islamicamente corretto. Pensatori quali al-Kindi, al-Farabi e Ibn Sina sono considerati "hakim" (filosofi), e quindi superiori agli "Ulama’" e ai "Fuqaha". Questo concetto errato si ritrova nell'attacco di al-Ghazali agli altri filosofi. L'Islam è una religione che invita i suoi seguaci ad esercitare il loro intelletto e ad avvalersi della propria conoscenza per ricercare la verità assoluta ("al-Haqq")...............Nella tradizione filosofica occidentale c'è differenza fra la conoscenza dell'Essere Divino e quella che appartiene al mondo fisico. Nell'Islam invece non c'è questa differenza. "Ma'rifa" è la vera conoscenza, e deriva dalla conoscenza della propria persona ("Man 'arafa nafsahu fa qad 'arafa rabbahu", "Chi conosce se stesso conosce anche il suo Signore"). Questo processo comprende anche la conoscenza della grandezza del mondo. Comunque, l'insegnamento e la conoscenza, che sono considerati in modo diverso l'uno dall'altro nelle culture non musulmane, hanno lo stesso significato nel pensiero islamico........nell'Islam c'è spazio per il dubbio e lo scetticismo prima di raggiungere la certezza nella fede ("Iman"). I sufi ritengono che la fede sia suddivisa in tre stadi: "'‘Ilm al-yaqin" (conoscenza certa), "'ayn al-yaqin" (conoscenza attraverso la vista) e "haqq al-yaqin" (conoscenza data dall'unità del soggetto con l'oggetto). L'ultimo stadio è raggiungibile solo da pochi eletti...........Fra i filosofi musulmani, in particolare alcuni "mu'taziliti", come Nazzam, al-Jahiz, Aba Hashim al-Jubbay ed altri, presero la strada dello scetticismo. Al-Ghazali fu il più importante fra i filosofi musulmani che, nella sua biografia spirituale "al-munqidh min ad-dalal", elaboró il percorso dello scetticismo che intraprese per ricercare la pura verità. Vi furono molti pensatori musulmani, ad esempio Abu Hashim al-Jubbay, al-Baqillanis al-Nazzam e altri, che scelsero lo scetticismo allo scopo di raggiungere una certa fede religiosa. Lo scetticismo è una filosofia che ha tre diversi significati:
• negazione di qualsiasi tipo di conoscenza,
• agnosticismo,
• un metodo per trovare la certezza.
La maggior parte dei filosofi musulmani raggiunsero l'obiettivo della certezza. Lo scetticismo, inteso come l'impossibilità della conoscenza, non è compatibile con gli insegnamenti islamici; esso é accettabile solo se guida dall'incertezza verso la certezza. Il metodo scettico è composto di due aspetti, il rifiuto di tutta la conoscenza assoluta e l'approvazione di un percorso per superare l'incertezza.............
I filosofi musulmani hanno intrapreso la seconda strada, perché dava molta importanza al rifiuto della fede in modo cieco. Shaykh al-Mufid, un celebre Faqih sciita, affermava che vi era un confine molto sottile fra fede e miscredenza qualora il credente imitasse alcuni teologi. Secondo la sua opinione, colui che imita va verso la miscredenza ("kufr").
Nell'Islam, '‘Ilm non è confinato solo all'acquisizione della conoscenza, ma comprende anche aspetti sociopolitici e morali. La conoscenza non è pura informazione; richiede ai credenti di agire sulla propria fede e di dedicarsi al raggiungimento degli obiettivi a cui è finalizzato l'Islam. In breve, vorrei affermare che la teoria della conoscenza nel pensiero islamico non riguarda esclusivamente l'epistemologia. Essa unisce conoscenza, ispezione interiore e azione a livello sociale come concetti fondamentali.........Lo sviluppo simultaneo di vari settori della conoscenza riguardanti i fenomeni naturali e sociali, cosí come il processo logico di discussione per spiegare la dottrina islamica e per dedurre le leggi ("ahkam") con riferimento agli ordini prescritti nel Corano e ai detti del profeta, avvengono grazie al concetto islamico di '‘Ilm............Come già detto, non solo il Corano e gli Ahadith incoraggiavano i musulmani, o piuttosto li obbligavano, a ricercare la verità utilizzando liberamente qualsiasi risorsa, ma contenevano anche alcuni principi guida che potevano dare una base sicura per lo sviluppo di scienze religiose e di altra natura. Alcuni detti del Profeta (S) danno primaria importanza anche all'apprendimento tramite riti. Diversi detti affermano che ha più valore il sonno di uno studente rispetto ad un viaggio di pellegrinaggio ("hajj") di un credente ignorante o la sua partecipazione alla guerra santa, e che le gocce di inchiostro cadute ad uno scolaro sono più sacre del sangue versato da un martire. Amir al-Mu'minin 'Ali (as) diceva che la ricompensa ai credenti per le buone azioni compiute verrà stabilita nell'altro mondo in base allo sviluppo del loro intelletto e della loro conoscenza.
L'Islam non ha mai ritenuto che solo la teologia fosse utile e che le altre scienze fossero non significative o trascurabili. Questo concetto è stato inventato da esponenti del clero semi letterati o da alcuni loro ausiliari che intendevano mantenere la gente comune musulmana nel buio dell'ignoranza e nella fede cieca in modo che non potessero opporsi a governatori ingiusti o resistere al clero legato alle corti aristocratiche.
Questo atteggiamento portó non solo alla condanna delle scienze empiriche, ma anche della metafisica e di "'‘Ilm al-kalam", che fu la causa del declino della civiltà islamica nella politica e nell'economia. Anche ai nostri giorni, una larga fetta della società musulmana, comprendente sia la gente comune che i teologi, soffre per questo problema. Questo fenomeno inefficace e contrario alla conoscenza favorí la nascita di movimenti che consideravano alcuni elementari libri di teologia sufficienti per un musulmano, e sconsigliavano l'apprendimento e la diffusione della conoscenza terrena in quanto portava all'indebolimento della fede...............Abu 'Ala' al-Ma'arri pensava che non ci fosse nessun Imam tranne la ragione. Quindi è ovvio che sia gli Sciiti che i Sunniti, tralasciando le differenze riguardo a vari temi, sono concordanti sul ruolo della ragione e sulla necessità di "ijtihad".
.........Purtroppo alcuni movimenti a base islamica sorti nel mondo Sunnita, ad esempio in Egitto, Arabia Saudita, Marocco, Algeria, Sudan ecc., si oppongono alla ragione e approvano l'emulazione modificando negativamente il ruolo di "ijtihad" e disprezzando anche i maggiori teologi salafiti. Non si rendono conto che questo atteggiamento è contraddittorio e sviante per la loro stessa causa. è un buon segno che, eccetto il rifiuto della ragione in tempi recenti in alcuni luoghi abitati da Sunniti, sono stati effettuati, e sono ancora in corso, molti tentativi per incoraggiare nuovamente la pratica di "ijtihad" e per mettere insieme la conoscenza sociale, scientifica e storica con gli insegnamenti della teologia, "fiqh", "Usul al-fiqh", Ahadith, "'‘Ilm al-rijal", "Kalam" e "Tafsir", la cui acquisizione è essenziale per "Ijtihad" nelle questioni concernenti la fede e la sua pratica............Dopo il declino della ricerca scientifica e filosofica nel mondo islamico orientale, la filosofia e le scienze rifiorirono fra i musulmani occidentali grazie agli sforzi dei pensatori di origine araba come Ibn Rushd, Ibn Tufayl, Ibn Bajah e Ibn Khaldun, il padre della sociologia e filosofia della storia. La filosofia della storia e della società di Ibn Khaldun è la più eccellente fra le prime opere di pensatori musulmani riguardanti l'etica e la politica, ad esempio gli scriti di Miskawayh, al-Dawwani, e Nasir al-Din al-Tusi. Il merito di aver posto attenzione seriamente alla filosofia socio-politica va ad al-Farabi, che scrisse trattati riguardo a questi argomenti fra i quali "madinat al-fadhila", "Ara' ahl al-madinat al-fadhila", "Al-milla al-fadhila", "Fusul al-madang", "Sira fadila", "K. Al-siyasa al-madaniyya", ecc................ gli astronomi, i matematici, gli scienziati e i fisici musulmani come Ibn Sina, Zakariyya al-Razi e altri che utilizzarono strumenti per contribuire allo sviluppo della conoscenza e della civiltà umana, sarebbe ingiusto non menzionare il contributo significativo di Ikhwan al-Safa, un gruppo di studenti e pensatori sciiti e ismailiti che scrissero trattati originali su svariati argomenti filosofici e scientifici, uno sforzo che denota il primo tentativo di creare un'enciclopedia nel mondo civilizzato.
In breve, si potrebbe giustamente affermare che la teoria islamica della conoscenza fu responsabile della nascita di una cultura della libera ricerca e del pensiero scientifico razionale che comprendeva sia la teoria sia la pratica.

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