........................Pur di avere più autonomia, quasi sette su dieci disposti ad accettare un'offerta di impiego con una paga inferiore del 10 per cento............
il sessanta per cento degli impiegati del mondo dei servizi. Tutti convinti che sia possibile riuscire a portare avanti il lavoro, anche con maggiore produttività, senza andare ogni giorno negli edifici aziendali. Tutto si può fare, o quasi tutto, accedendo in ogni istante, e da qualsiasi luogo, agli strumenti e alle informazioni dell'impresa.
L'insofferenza per i retaggi organizzativi aziendali, derivati dall'industria manifatturiera, anche laddove la presenza sembra avere perso importanza, emerge dall'indagine realizzata da Cisco, operatore mondiale attivo nel settore delle soluzioni di rete, che ha coinvolto 2.600 lavoratori e professionisti dell'information technology di 13 nazioni come l'Italia, il Regno Unito, la Spagna, la Francia, la Germania, gli Stati Uniti, il Messico, il Brasile, la Russia, l'India, la Cina, il Giappone e l'Australia.
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Le riunioni e l'interazione quotidiana. Gli italiani, in qualche modo, sono tra quelli che mostrano le maggiori timidezze riguardo questa convinzione. Da noi il 53 per cento pensa che sia necessario essere presenti in ufficio per prendere decisioni, perché "nulla sostituisce l'interazione quotidiana tra le persone". Insieme a noi mostrano un certo attaccamento ai luoghi fisici e alle relazioni concrete, anche i giapponesi e i tedeschi.
In media, un quarto dei lavoratori appare consapevole che qualche volta è importante ritrovarsi in un ufficio soprattutto per partecipare a specifiche riunioni ma, allo stesso tempo, non ritiene sia necessario recarsi in ufficio per le mansioni quotidiane e di routine. C'è poi un otto per cento convinto di essere più produttivo, per il modo con cui riesce a gestire il proprio tempo, lavorando da casa o in maniera remota. La pensano così il 35 per cento degli indiani, il 12 per cento degli inglesi e il sette per cento dei francesi. In Italia solo il 5 per cento condivide questa idea.
Privilegio vs diritto. Circa quattro lavoratori su dieci ritiene che, nel contesto del mondo del lavoro attuale, l'accesso remoto sia un diritto. Poco meno del doppio, non è dato sapere se con una punta di amarezza, confessa che il telelavoro rimane invece una sorta di privilegio. E la caratteristica di concessione benevola pare avere spazio soprattutto negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Italia, in Spagna e in Giappone.
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Gli ostacoli. Ma quali sono i limiti a uno sviluppo più deciso del telelavoro? Per un 35 per cento le ragioni sono riconducibili al ruolo che si riveste in azienda. Così dice anche il 36 per cento degli italiani. Ma in Italia a prevalere sembrano essere più che altro le politiche aziendali (il 39 per cento), ragione che nella media mondiale riguarda il 24 per cento dei casi. A pesare anche le limitazioni del budget (il 29 per cento nel mondo e il 33 per cento in Italia). Un altro ostacolo è rappresentato dalle convinzioni dal capo ufficio che coordina i suo collaboratori. Soprattutto in Italia. Così infatti rispondono il 21 per cento dei lavoratori italiani..................
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