mercoledì 5 gennaio 2011

Il Tar «riabilita» la Forleo: errori sul trasferimento ed ancora.........Incendio nella villa del giudice Forleo Gravi danni alla casa in Puglia del magistrato che si occupò del caso Unipol-Bnl


Il Tar del Lazio dà ragione a Clementina For­leo e annulla la decisione con cui il Csm il 28 luglio 2008 ha trasferito il gip da Milano a Cremona per incompatibilità ambientale dopo che in tv e sulla stampa aveva parlato di «sottili pressioni» che avreb­be subito da «poteri forti» e di rallentamento delle indagini quando si occupava come giu­dice del caso Unipol/Bnl.


ed ancora...............
Clementina Forleo (Raffaele Rastelli)MILANO - Un incendio ha danneggiato gravemente la villa, sulla strada tra Francavilla Fontana (Brindisi) e Sava (Taranto), del giudice Clementina Forleo. Il rogo è divampato la scorsa notte, intorno all'una, e sul posto sono intervenute quattro squadre dei Vigili del Fuoco. Accertamenti sono in corso sulle cause dell'incendio. A quanto si è appreso, la villa da due anni era stata data il locazione a un imprenditore agricolo di Manduria (Taranto), che sempre la scorsa notte ha subito l'incendio della sua azienda, a Manduria. Anche la polizia sta indagando sui due incendi, che hanno causato danni ingenti.
INCIDENTI - Nel 2005 entrambi i genitori della giudice Forleo persero la vita in un incidente stradale, sempre nelle campagne di Francavilla. Sulla natura di quello e di altri episodi la giudice Forleo ha sempre manifestato forti sospetti e dubbi.

orso castano : citerei , per chi volesse capire meglio, l'articolo di Travaglio di cui riporto come  stralcio le conclusioni : -clicca x art. intero-
"Ora, se le parole hanno un senso, i reati di aggiotaggio sono stati commessi “in concorso con altri da identificare”: e, visto che al telefono si è sempre in due, anche per i pm di Milano i possibili concorrenti nel “disegno criminoso” sono i parlamentari che parlano con Consorte. La Forleo non ha fatto altro che esplicitare questo concetto, spiegando al Parlamento perché quelle telefonate sono assolutamente necessarie per le indagini già avviate e per quelle ancora da avviare e chiarendo che, una volta autorizzate, le telefonate potranno essere usate anche contro i parlamentari interessati. Alcuni insigni giuristi scrivono che la Gip non poteva comunque “accusare” parlamentari non ancora indagati dalla Procura. Ma la Procura e la Gip ribattono di non aver ritenuto possibile indagare quei parlamentari, visto che le eventuali prove a loro carico, le uniche, sono contenute proprio nelle telefonate in questione: che, finchè il Parlamento non ne autorizzerà l’uso, sono inutilizzabili. Come se non esistessero. Se anche fosse vero che s’è sbagliato, lo si è fatto perché la legge Boato del 2003 che impone l’autorizzazione del Parlamento per qualunque telefonata intercettata in cui compaia la voce di un parlamentare, è una boiata pazzesca. Una “norma indecorosa, scritta coi piedi, grossolanamente invalida”, tant’è che “è facile previsione che tale sia dichiarata dalla Corte costituzionale”. Parola di Franco Cordero, principe dei processualisti italiani, su la Repubblica di ieri. Invece di prendersela con la Forleo, il Parlamento farebbe bene a non legiferare coi piedi. O comunque, dopo averlo fatto, a prendersela con se stesso."

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