domenica 13 febbraio 2011

L’attentato al gasdotto egiziano. Si fa in fretta a dire Mare Nostrum


L’attentato al gasdotto egiziano

di Stefano Torelli
Il Cairo è il secondo produttore di gas naturale di tutta l'Africa e uno dei principali rifornitori energetici di Israele. Possibili spiegazioni dell'attacco all'Arab Gas Pipeline 3) Al contrario, si potrebbe pensare ad azioni messe in atto da elementi legati all’estremismo islamico (e non ai Fratelli musulmani egiziani, che semmai avrebbero interesse alla normalizzazione), con lo scopo di accrescere il disordine e costringere forze esterne ad intervenire, per poter successivamente utilizzare eventuali ingerenze dall’esterno come catalizzatori della rabbia popolare egiziana e guadagnare consensi contro possibili nuovi ordini costituiti.



    Quale che sia la natura e l’origine dell’attentato al gasdotto del Sinai, tale episodio fa pensare a tutte le possibili conseguenze che un Egitto debole potrebbe avere sugli assetti regionali.

    Il gas naturale rappresenta certamente una risorsa molto importante per il paese, seppure non sia da considerarsi (ancora) alla stregua del turismo.

    Le esportazioni di gas dall’Egitto interessano sia il mondo arabo sia quello occidentale, così come Israele. Chi ha colpito sa benissimo che il sabotaggio potrebbe ricadere su tutti questi attori.
    In prima fila, però, vi è l’Egitto stesso, che rischia di perdere un’altra fonte di introiti assieme alla credibilità regionale e internazionale quale hub gassifero dell’area - obiettivo che in parte Il Cairo si stava ponendo.
    (7/02/2011)del 5 febbraio scorso...........

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