venerdì 11 febbraio 2011


Tumori, il nuovo Piano Oncologico Nazionale

Sottolineata l'importanza del sostegno psicologico nella lotta al cancro

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Arriva il nuovo piano oncologico nazionale, licenziato oggi dalla Conferenza Stato-Regioni. Il nuovo documento fa riferimento in maniera esplicita al ruolo svolto dal supporto psicologico nella battaglia intrapresa contro le temibili patologie di carattere tumorale. Come afferma in una nota la Federazione Associazioni di Volontariato Oncologico (Favo), il nuovo piano costituisce “una svolta storica nell'oncologia: dopo 15 anni di battaglie culturali e sociali promosse dal volontariato italiano si riconosce nel Piano Oncologico Nazionale l'importanza del supporto psicologico”.''Data questa sua connotazione di strumento di promozione di concrete ed efficienti modalità operative – prosegue la nota della Favo – rivolte al conseguimento di risultati efficaci nella lotta al cancro (riconosciuto come causa del 30% di tutti i decessi) il Piano Oncologico Nazionale assume, per decisione decisione della Conferenza Stato-Regioni, il più pregnante titolo di 'Documento tecnico di indirizzo per ridurre il carico di malattia del cancro' per il triennio 2011-2013. Il Documento recepisce molte delle sollecitazioni formulate dal volontariato, in particolare dalla Favo, in questi ultimi anni, soprattutto in materia di prevenzione delle complicanze e delle recidive, di fruibilità del supporto psico-oncologico, di partecipazione delle Associazioni di volontariato, parenti e familiari alla formulazione dei percorsi integrati nelle fasi post-acuzie, di recupero e riabilitazione e di continuità assistenziale nel territorio, di promozione delle reti oncologiche, di monitoraggio e di messa a disposizione dei farmaci di recente autorizzazione al commercio, di formazione alla comunicazione del medico oncologo e di formazione più specifica dei volontari. Quello appena varato si prospetta quindi un Piano Nazionale volto ad assicurare elevati livelli di cura e assistenza a chi affronta la malattia oncologica, con l'obiettivo primario di ridurre le disparità esistenti fra le varie zone del nostro paese''.
Per contro, arrivano le critiche di altre associazioni come quella dei fisioterapisti, dei logopedisti, Cittadinanzattiva e altri, che giudicano il documento autoreferenziale e non adeguato all’evoluzione che la riabilitazione ed il Sistema sanitario hanno subito in Italia, specie negli ultimi anni. Si parte da una scarsa o nulla attenzione alla necessità biologiche, psicologiche e sociali della persona. Non si prevede la sinergia necessaria tra personale sanitario, famiglia, caregiver. Sono assenti le valutazioni delle performance dei servizi territoriali, mancano le statistiche e quindi le soluzioni alle storiche carenze di strutture per l’assistenza. E molto altro. Per questo ci auguriamo che il piano così com’è non venga recepito dalle Regioni in fase attuativa in quanto comporterebbe anche una incomprensibile ed insostenibile esposizione economica"

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