domenica 13 febbraio 2011

l'egitto vuole la liberta' , di l. Caracciolo su Limes

....................L’ipocrisia occidentale

.....E mentre andava in scena questa commedia, con il plauso degli amici occidentali, Mubarak schiavizzava il suo popolo attraverso la sua formazione (il partito nazionaldemocratico anche chiamato da alcuni “il partito privato e antidemocratico”) che di fatto funzionava da partito unico, in mezzo a una massa di gruppi e gruppuscoli di opposizione fantasma. Il cosiddetto Occidente è contento così: la facciata è salva. Non solo il partito. La polizia è stata per tutti questi anni il covo dei suoi scagnozzi più abietti, agenti e ufficiali che hanno umiliato migliaia di egiziani, molti dei quali non avevano commesso alcun reato. “Dietro al sole” si dice in Egitto: lì finiscono quelli che non piacciono alla polizia e ai servizi. Basta anche solo alzare un po’ di troppo la voce. La tremenda storia di ‘Emad El Kebir ne è un esempio (per conoscerla, basta fare una piccola ricerca su google e youtube). Non è un caso, dunque, che le prime cose a essere state date alle fiamme e distrutte durante le manifestazioni siano stati proprio i commissariati, il grande carnefice. A onor del vero, va detto che non è stato Mubarak a inaugurare questa barbara pratica: l’ha silenziosamente ereditata dai suoi illustri predecessori Gamal ‘Abdel Nasser e Anwar Sadat. Su un’altra cosa molti degli egiziani sembrano essere d’accordo: “Dopo aver inghiottito la paura con il biberon, ora non ne abbiamo più”.

Di tutto questo macabro teatrino degli orrori, che comprende la rapina continua delle risorse egiziane, il cosiddetto Occidente è a conoscenza da sempre. Ma ha chiuso un occhio (talvolta attraverso le ONG ha cercato di far qualcosa), quando non li ha chiusi entrambi. D’altronde “o Mubarak, o il caos”,

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