lunedì 23 giugno 2014

orso castano : la ricerca di nuove terapie antitumorali fa notevoli investimenti sulle capacita' del sistema immunitario di aggredire il tumore. Ma sembra che la strada sia  (ovviamente) complessa e non breve. Pure offre speranze.

Immunoconiugati

La notevole capacità antitumorale di certe citochine è spesso associata ad un elevato grado di tossicità. Un modo per ottimizzare il loro potere terapeutico consiste nell'unire tali citochine ad anticorpi monoclonali, come L19, capaci di localizzarle selettivamente il tumore. Queste proteine di fusione conservano sia la capacità anticorpale che la funzione di citochina e mostrano una attività anticancro superiore a quella corrispondente ad una quantità equivalente di citochine sole. A tale scopo sono state costruite le seguenti proteine di fusione:
L19 con IL-12;
L19 con IL-2;
L19 con TNF alpha;


L'interleuchina-12 (IL-12) è una citochina codificata da due distinti geni e prodotta dai macrofagi a dai linfociti B. E' un etero-dimero con svariate funzioni: per es. stimola la produzione di interferone gamma da parte dei linfociti T e NK (natural killer). La proteina di fusione IL-12-L19 ha dimostrato un potere terapeutico superiore a quello dell'IL-12 nei tumori murini. Tuttavia solo occasionalmente si osserva una regressione tumorale e nel caso di una regressione completa è stato osservato il ristabilirsi del tumore, indicando l'assenza di un duraturo effetto di protezione.
L'interleuchina-2 (IL-2) svolge un ruolo essenziale nelle fasi di attivazione sia della risposta immunitaria specifica che naturale. Tuttavia IL-2 non ha un diretto effetto citotossico contro le cellule tumorali, ma induce la regressione tumorale attraverso la sua capacità di stimolare una potente risposta cellulo-mediata in vivo. Un suo utilizzo a scopo terapeutico è limitato dal fatto che ad alte dosi è soggetta ad una clearance rapida e dimostra elevata tossicità a carico della parete vascolare.

Il fattore di necrosi tumorale (TNF alpha) è una citochina rilasciata dai macrofagi attivati. Stimola le cellule T e induce la proliferazione sia delle cellule T che B; richiama macrofagi e granulociti, contribuendo così ad accumulare altre cellule immunitarie in grado di rilasciare sostanze capaci di generare un processo infiammatorio. La somministrazione in modelli murini di L19-TNF alpha genera una sostanziale inibizione della crescita tumorale, tuttavia anche in questo caso complete remissioni sono state osservate solo raramente.


IL12-L19-TNFalpha
La combinazione di immunoterapie basate su citochine ha mostrato effetti antitumorali sinergici.
E’ stato dimostrato che combinando le proteine di fusione L19-TNF alpha e di L19-IL-12 si ha un notevole aumento dell’attività tumorale in confronto al trattamento basato su dosi equivalenti delle singole proteine di fusione. Questa contemporanea somministrazione porta a un più spiccato assorbimento di L-12, dovuto almeno in parte alle proprietà vasoattive di TNF alpha. Inoltre questo aumento dell’attività antitumorale osservato per tale combinazione avviene a spese di un modesto aumento della tossicità. Alla luce di questi risultati è stata provata la combinazione di L19, IL-12 e TNF alpha in una unica proteina di fusione, codificata in una singola catena polipeptidica. Ne è derivata una proteina omotrimerica che ha mostrato piena attività in vitro. Tuttavia per le notevoli dimensioni del complesso tale proteina di fusione non è stata in grado di localizzare il tumore in esperimenti di biodistribuzione.



Nessun commento: