mercoledì 11 giugno 2014

read key : lavoro: nuovi concetti sul lavoro

orso castano : non capisco la posizione di Franceschini: Schmidt ha ragione quando sottolinea che manca in Italia la consapevolezza che il patrimonio storico-artistico italiano puo' ( e dovrebbe , aggiungo) essere un fattore di crescita. No capisco cosa ci sia di male se Della Valle impegna , del tutto volontariamente, parte del suo patrimonio per restaurare parte del Colosseo che va in pezzi e chiede in cambio che in qualche modo si renda visibile il nome o l'azienda che, senza impegni per lo Stato ha restaurato. l'opera d'arte.Quell'opera resta allo stato , la visibilita'  avra' un ritorno per l'azienda stessa,ma non significhera' che parte di quell'opera apparterra' all'azienda.E la cosa mi sembra del tutto legittima e persino meritoria. Molti giovani preparati, disoccupati, restauratori lavoreranno al recupero, sviluppando nuove tecniche, magari  nasceranno start up che in competizione tra loro proporranno nuove metodologie di restauro, e l'innovazione a marchio italiano ne trarra' beneficio. Franceschini dovrebbe spiegarsi meglio, essere piu' convincente. L'opera d'arte e' universale ma non puo' essere un museo decrepito e cadente , che nessuno tra un po' potra' piu' vedere. Ha ragione Schmidt anche quando critica il sistema scolastico italiano. In Italia manca la banda larga, e dentro il PD forse c'e' chi frena e rallenta "l'avvento" (l'Italia e' in forte ritardo) questo processo di comunicazione veloce che rappresenterebbe uno scatto in avanti per tanti giovani, che consentirebbe  davvero , se fosse supportata dallo Stato perche' i costi diventassero accessibili a tutti, un'occasione d'oro, uno strumento democratico e diffuso per quella allargata riappropriazione del sapere tecnico , a livello di massa, base per lo sviluppo dell'innovazione. Come non fa a capirlo e' un mistero. O , forse, mistero non e' , se pensiamo all'Expo- Mose , al sistema di lobby e collusioni politiche-affaristiche-istituzionale per cui le grandi opere servono solo (o per gran parte) a far arricchire uomini di partito e delle istituzioni in maniera nascosta , ma profondamente distruttiva per lo stato. Franceschini deve dirci se anche nella protezione del nostro immenso patrimonio artistico non sta accadendo una cosa analoga. Sarebbe il colmo per un Partito che si vuole definire Democratico , ma che , come diceva Berlinguer , nella famosa intervista a Scalfaro, corre il rischio di diventare colluso con quanto sta avvenendo, a livello politico-istituzionale, sotto i nostri occhi!! La partitocrazia si e' impadronitadello Stato!! Non ci si lamenti poi del Partito di Grillo che , per chi non se ne fosse accorto, sta cambiando, diventando piu' accettabile per lopinione pubblica italiana.!    

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Schmidt: "L'Italia ha fallito sul lavoro, ora puntare sul digitale"

Il chairman di Google "boccia" le politiche portate avanti negli anni e invita il governo a "scommettere sulla diffusione della cultura del web". E sulla formazione: "Il sistema educativo non forma persone adatte al nuovo mondo"
di F.Me.       "I governi italiani hanno fallito" per quanto riguarda il lavoro e la crescita economica, tant'è che "il tasso di disoccupazione giovanile è altissimo, pari al 46%. Per risolvere questo problema il governo dovrebbe cercare di formare e far lavorare i giovani nel mondo del web". È con una schiettezza al limite del "politically correct" che il presidente di Google, Eric Schmidt, ha parlato oggi in un incontro pubblico con il ministro della Cultura e del Turismo, Dario Franceschini."Io credo - ha aggiunto il manager - che l'Italia possa fare di più per creare posti di lavoro per i giovani. E la strada giusta è quella della scommessa sulla digitalizzazione. Voi avete un asset - ha concluso - che è il patrimonio storico-artistico ma non avete la tecnologia, manca la cultura del web e la consapevolezza che questo settore può far crescere l'economia".
Bocciato anche il sistema educativo italiano. "Il sistema educativo italiano non forma persone adatte al nuovo mondo” ha detto Schmidt, che ha auspicato un “cambiamento nel sistema di istruzione italiano” e ha portato l’esempio del suo Paese, gli Usa, dove “in tutte le scuole si insegna informatica".

Non totalmente dello stesso avviso Franceschini il quale, pur ammettendo il ritardo italiano nel settore digitale, ha messo in guardia dal rischio della globalizzazione delle competenze: “In ogni Paese ci sono vocazioni, magari un ragazzo italiano sa meno di informatica ma più di storia medievale e nel mondo questo può essere apprezzato - ha sottolineato il ministro - Un ragazzo italiano ad esempio potrà andare negli Usa a insegnare storia medievale e uno americano potrà venire qui a insegnare informatica.” Nonostante questo “le applicazioni legate al turismo e alla cultura possono incrociarsi con le start up, e la politica può aiutare in questa direzione” ha aggiunto Franceschini, che ha spiegato di recente siano state approvate norme per assumere giovani nel settore culturale in deroga ai tetti per la Pubblica amministrazione. “Occorre individuare i settori su cui agganciarsi per la crescita, come ha detto Schmidt. È ora di svegliarsi.”
Nello specifico del mondo dell’arte, Schmidt è stato molto chiaro: “Il futuro dell’arte è online, ma soprattutto la sfida sarà sul telefonino”. Google ha già una piattaforma digitale per le opere d’arte e su uno smartphone si può già rendere visibile tutto ciò che c’è in un museo. Sul fronte commerciale, inoltre, un negozio d’arte può mettere online le opere da vendere. “Sono due modi per aiutare a promuovere l’arte” ha detto, spiegando che nel mondo ci sono 2,5 miliardi di utenti di Internet dei quali ben due miliardi lo usano sul telefonino. “E la prossima generazione di telefonini – ha aggiunto – avrà schermi a sei pollici”. Da parte sua Franceschini ha sottolineato:“La cultura non può essere consegnata alle logiche di mercato. Un prodotto – ha spiegato il ministro – può essere di grande valore culturale ma non essere redditizio, e quindi occorre mettere confini fra ciò che si fa al servizio dell’umanità e ciò che si fa per profitto. La cultura è un servizio”. Franceschini ha però “aperto” alla possibilità di collaborazione con il gigante del web, ad esempio “digitalizzando tutto il patrimonio artistico-monumentale italiano, magari in 3D“. “Questi terreni di collaborazione si possono trovare, sottraendoli però a logiche di mercato” ha ribadito.
9 Giugno 2014

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