sabato 28 giugno 2014

orso castano: molti sono preoccupati  ma il governo non pone il problema . La poverta' tra gli anziani aumenta il rischio di malattie, Occorre un welfare che sappia prevenire questa caduta , anzi questi drammi. Occorre mobilitarsi , Portare con tutti i mezzi e con forza questo problema drammatico. Il salario minimo garantito e' solo una delle risposte , ne occorrono altre complementari , bisogna mobilitarsi, nessuno regalera' nulla !!

L’Ocse lancia l’allarme: i precari di oggi 

rischiano la povertà da anziani

Il rapporto redatto dall’organizzazione di Parigi
Salari italiani sotto la media Ocse

In Italia, «l’adeguatezza dei redditi pensionistici potrà essere un problema» per le generazioni future, e «i lavoratori con carriere intermittenti, lavori precari e mal retribuiti sono più vulnerabili al rischio di povertà» durante la vecchiaia.

IL RAPPORTO - È l’Ocse , l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che dipinge l’Italia in questo modo. Un paese in cui i salari sono inferiori alla media, e in cui, nonostante le riforme, resta relativamente bassa l’età effettiva nella quale uomini e donne lasciano il mercato del lavoro. Ma sono i giovani di oggi quelli a rischiare di più. Chi entra oggi nel mercato del lavoro, avverte l’Ocse, dovrà aspettarsi una pensione più bassa rispetto agli standard attuali, con un autentico rischio povertà per i precari. È la conseguenza delle riforme delle pensioni approvate negli ultimi vent’anni in buona parte dei paesi Ocse, secondo quanto emerge dal rapporto «Pensions at a Glance», redatto dall’organizzazione di Parigi. «Lavorare più a lungo potrebbe aiutare a compensare parte delle riduzioni», si legge nel rapporto, «ma, in generale, ogni anno di contributi produce benefici inferiori rispetto al periodo precedente tali riforme», sebbene «la maggior parte dei paesi abbia protetto dai tagli i redditi più bassi».
I SALARI - In media in Italia nel 2012 un lavoratore ha percepito un reddito di 28.900 euro, pari a 38.100 dollari, al di sotto dei 42.700 dollari medi dell’Ocse, sui quali pesano i 94.900 dollari degli svizzeri, i 91 mila dollari dei norvegesi, i 76.400 dollari degli australiani, i 59 mila dollari dei tedeschi e i 58.300 dollari degli inglesi, superiore ai 47.600 dollari degli statunitensi. Ai livelli più bassi i messicani con 7.300 dollari e i 12.500 dollari degli ungheresi.
I CONTRIBUTI - Restano al top dell’area Ocse i contributi previdenziali italiani. Nel 2012 sono infatti stati pari al 33% del totale lordo della retribuzione, pari al 9% del Pil e al 21,1% del totale delle tasse. La media Ocse è del 19,6% (il 5,2% del Pil e il 15,8% del totale delle tasse). Nonostante ciò, chi entra oggi nel mercato del lavoro dovrà aspettarsi una pensione più bassa rispetto agli standard attuali. «Lavorare più a lungo potrebbe aiutare a compensare parte delle riduzioni», si legge nel rapporto secondo cui presto in Italia l’«età pensionabile aumenterà gradualmente sia per gli uomini che per le donne». Per le donne la riforma ha stabilito che l’età pensionabile sarà come quella degli uomini di 66 anni entro il 2018. Dal 2018 al 2021 passerà a 67 anni. La riforma del 2011 ha anche stabilito una finestra flessibile dell’età pensionabile tra i 62 e i 70 anni, che di fatto estende in futuro l’età pensionabile oltre 67 anni. La pensione di anzianità si otterrà con un minimo di 20 anni di contributi e se l’ammontare complessivo della pensione non è inferiore di 1,5 volte l’assistenza sociale.

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